Praga in 72 ore

Tre giorni di tempo per visitare Praga... con Caterina (anni 8) al seguito. Tra tram, castelli, chiese, funicolari e sinagoghe
Scritto da: gp.elena
praga in 72 ore
Partenza il: 13/08/2013
Ritorno il: 16/08/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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Settantadue ore è la durata del biglietto cumulativo che consente di viaggiare su tutta la rete dei trasporti di Praga. In pratica vale tre giorni, ovvero settantadue ore da quando lo si oblitera la prima volta. Quindi, se si arriva a Praga in tarda mattinata, si preventivano due giorni interi di permanenza e si riparte alla mattina del quarto giorno, con un solo biglietto acquistato in aeroporto si potrà viaggiare a piacere sulla rete di tram, metro e bus (e anche prendere una simpatica funicolare).

Procediamo però con ordine, raccontandovi per sommi capi il nostro viaggio. Al fondo troverete qualche consiglio che speriamo utile alle vostre gite future in questa splendida città.

13 agosto 2013

Il giorno della partenza lasciamo l’auto al consueto Planet Parking di Lonate Pozzolo e ci facciamo portare dalla navetta al terminal 2 di Malpensa. Il volo Easy Jet è in perfetto orario e all’incirca a mezzogiorno siamo a Praga.

Prima necessità è procurarsi un po’ di valuta locale (corone). Dirigiamo ad uno sportello automatico e velocemente preleviamo quanto ci occorre, a fronte di una piccola commissione. Appena fuori dalla zona arrivi c’è il chiosco dei trasporti pubblici, dove comperiamo i nostri biglietti da 72 ore.

Dall’aeroporto per andare in città si prende il bus n. 119, che porta al capolinea della linea A del metrò. Il bus è affollato senza essere caotico; le fermate sono annunciate su altoparlante e illustrate su un pannello informativo interno.

Dopo mezz’ora siamo alla stazione del metrò, da dove in breve arriviamo al nostro albergo (Alton Hotel, a Praga 2 in posizione centralissima, a due passi dalla fermata Pavlova del metro, a dieci minuti a piedi da Piazza Venceslao, a un minuto dal tram n. 22 che porta al Castello).

Prenotato e consigliato su Booking.com, ci troveremo benissimo per le nostre tre notti.

Lasciamo le valigie in camera, ci sciacquiamo la faccia e poi scendiamo in strada, per un panino al volo in un bar dietro l’albergo.

Infine ci mettiamo in movimento: abbiamo ancora parte del pomeriggio per scoprire Praga!

Una corsa in metrò fino alla città vecchia, Stare Mesto, e subito dopo ci troviamo al Ponte Carlo. Visto mille volte in fotografia, dal vivo è ancora più lungo, animato… bello! Lo attraversiamo con calma fino a Mala Strana, la “parte piccola” della città. Splendidi i palazzi barocchi, la chiesa di San Nicola, la mole incombente del Castello e di Palazzo Waldenstein, la fuga di statue di Ponte Carlo verso le infinite guglie della Città Vecchia.

Da Mala Strana con una breve passeggiata ci dirigiamo alla funicolare che porta alla collina di Petrin. Con il nostro biglietto da 72 ore ci ritroviamo in un parco verdissimo, costellato di costruzioni particolari tra cui svetta una torre metallica che ricorda la Tour Eiffel di Parigi. Sono poi incantevoli le viste che si aprono sulla città. Il nostro consiglio è di scendere a piedi fino alla stazione intermedia, dove riprendere la funicolare: la terrazza del bar è un ottimo punto panoramico sul castello.

Una corsa in tram (il numero 22, linea che porta dietro al Castello) e siamo di nuovo in albergo. Relax, doccia e abbondante cena da “U Graffu”, ristorante-birreria a pochi passi dall’Hotel. Buona qualità e ottimo prezzo, per una scelta di piatti tipici e una birra scura che va giù da sola!

Rientriamo in albergo distrutti ma rinfrancati dalla bellezza di quanto abbiamo già visto oggi.

14 agosto 2013

Colazione sostanziosa e partiamo alla volta del castello, sempre con il tram n. 22, fino alla fermata Pohorelec, in una bellissima piazza di edifici barocchi, sovrastata dalla mole del monastero di Starkov. Da qui scendiamo verso il castello, fermandoci un attimo a rimirare l’imponente ingresso del convento di Loreto.

Il Castello di Praga è un insieme di edifici di somma importanza storica. Si può girare liberamente nei cortili, mentre per la visita si possono fare due biglietti: il biglietto cumulativo che comprende la visita a tutti gli edifici e lo “short tour” che consente di visitare la basilica di San Vito, la chiesa di San Giorgio, il Palazzo Reale e il vicolo d’oro. Noi scegliamo quest’ultima combinazione. Il primo edificio visitato è la basilica di San Vito, un riassunto di storia ceca in un involucro gotico. Vetrate moderne, argenti antichi, guglie e colonne la rendono imperdibile. Dal gotico slanciato si passa al romanico della chiesa di San Giorgio, completamente diversa da San Vito.

Il palazzo reale è un insieme di stanze più o meno vuote: se avete poco tempo lasciate perdere. Il Vicolo d’Oro è molto affollato – sarà il posto in cui troveremo più confusione – ma merita dare uno sguardo a tutte le botteghe di questa corta via. Usciti dal Vicolo d’oro c’è una torre che ospita strumenti di tortura e gabbie per prigionieri.

Dal castello scendiamo a Mala Strana, per un hot dog al volo. Nei giardini dell’isola di Kampa ci riposiamo un attimo.

Di qui in due passi siamo nei pressi del Ponte Carlo, da dove ci concediamo il piacere di una breve crociera sulla Moldava. Così ci rilasseremo ancora un po’ ed intanto guardiamo la città da una prospettiva insolita.

Il commento anche in italiano ci aiuta a capire le origini di buona parte degli edifici affacciati sul fiume, dai più antichi a quelli più recenti, appartenenti per lo più a diversi ministeri. La vista delle guglie della città vecchia è intrigante, e sarà proprio lì che andremo, una volta terminata la crociera. Nuovamente valichiamo il ponte e siamo nella affollata via Kaprova, che porta alla piazza del municipio di Stare Mesto.

Questa piazza è il cuore di Praga e ogni angolo merita di essere fotografato e ricordato nei particolari. Le guglie nere della chiesa di Santa Maria di Thyn fronteggiano la torre del municipio e sono sorvegliate dal monumento a Jan Huys. Attorno si affacciano palazzi barocchi e rinascimentali con mille decorazioni e pitture che li rendono uno più bello dell’altro. Poco lontano i campanili della chiesa di San Nicola aggiungono una ulteriore nota barocca all’insieme. Visitiamo la chiesa di Santa Maria di Thyn – interni sfarzosi – e dirigiamo poi all’orologio astronomico, per il concertino che scandisce il trascorrere dell’ora. A dire il vero rimaniamo un po’ delusi: ci aspettavamo la sfilata dei personaggi ed invece compaiono solo la Morte ed il gallo. Vabbè, se era tutto qua… Ripartiamo verso la Torre delle Polveri, splendida costruzione di pietra annerita ormai circondata da palazzi più recenti. Oltrepassiamo il centro congressi in splendido stile liberty e con una corsa in metrò siamo in albergo a concludere la splendida giornata. Doccia, relax e pranzo dai nostri amici di “U Graffu”.

15 agosto 2013

Oggi ci dedicheremo al quartiere ebraico, che nei giorni scorsi abbiamo appena sfiorato. Alla biglietteria (vicino all’uscita del cimitero ebraico) facciamo una carta famiglia cumulativa che consente l’accesso a diverse sinagoghe e al cimitero ebraico (stranamente non è compresa la sinagoga Vecchia- Nuova, a pochi passi dal cimitero…). Visitiamo così la sala dei ricevimenti, la sinagoga Klausen (luminosa e solare), la sinagoga Pinkas, dall’interno spoglio e le mura che riportano i nomi degli ebrei di Boemia e Moravia deportati nei campi di concentramento. Semplice e toccante. Infine ci inoltriamo nel cimitero ebraico. Il percorso è delimitato da barriere, si va tutti in fila attraverso mille tombe e lapidi. Il luogo è sicuramente particolare, ma me lo immaginavo diverso, più grande, oppure più intricato. Visto così mi ricorda fin troppo i cimiteri abbandonati nei paesi di montagna, con le lapidi più vecchie accatastate attorno ai muri. Ultima ad essere visitata è la sinagoga spagnola, così detta per il decoro interno di ispirazione moresca. Buio e sfarzo, un po’ opprimente, tanto che dopo la visita usciamo volentieri alla luce del sole. Da qui in due passi siamo alle particolari case cubiste di via Rasinova, tra la sinagoga spagnola e la Moldava. E dopo due foto è propria sul lungofiume che ci troviamo, diretti a Stare Mesto. E mentre camminiamo… ecco sulla collina oltre il fiume un’asta rossa – enorme! – che si muove avanti e indietro a tempo di musica. Che è? Un metronomo gigante, costruito per rimpiazzare una altrettanto enorme statua di Stalin che dalla collina di Letna dominava la città. Uno sguardo alla mappa dei tram e troviamo il modo per arrivarci senza troppa fatica, non prima di aver dato uno sguardo al Rudolfinum, il maestoso auditorium sulle rive della Moldava.

Il metronomo si trova nel parco di Letna, un’altra oasi verde dove passare qualche mezz’ora di relax, con vista splendida sulla città (persino migliore della più rinomata collina di Petrin dove siamo stati due giorni fa).

Scattate le foto di rito al metronomo ed al paesaggio, scendiamo in città. Breve sosta in albergo a lasciare qualche souvenir e a piedi ci portiamo in Piazza Venceslao. Enorme, affollata, colorata, vivace: gli aggettivi si sprecano per questo luogo simbolo di adunate e di proteste (di fronte al museo nazionale c’è il monumento a Jan Palach e a Jan Zajic, uan commovente croce di bronzo adagiata sul marciapiedi in cubetti di pietra).

Manipoli di turisti si aggirano tra le boutique e i chioschi di dolciumi e altre ghiottonerie, e anche noi ci facciamo tentare da una specie di wafer dolcissimo cotto su uno spiedo (Trdelnik o “manicotto di Boemia”).

Visitiamo la chiesa di Santa Maria della Neve, poco appariscente da fuori ma con gli interni sfarzosi di legno scuro e argento. Siamo alle ultime battute della giornata, impieghiamo le ultime energie per una corsa in trama a vedere “Ginger e Fred”, un edificio moderno che sembra ballare nel suo scheletro essenziale di acciaio e vetro. Sulla stessa linea di tram ci rechiamo a Visegrad, luogo culto della patria Ceca. E’ una collina fortificata sulla Moldava, in vista del castello di Praga, che ospita bastioni ciclopici, giardini, prati verdi a picco sul fiume, antiche rovine che la tradizione attribuisce alla regina Libuse, la mitica fondatrice di Praga e capostipite della prima dinastia di re cechi. Particolare la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, dal doppio campanile che si vede fin da Praga, e imperdibile il cimitero dove riposano grandi artisti cechi, quali Berik Smetana, Antonin Dvorak e Alphonse Mucha (per orientarsi c’è una tabella all’ingresso principale, opposto all’acceso dal lato della chiesa).

Ormai la giornata è finita, e il soggiorno a Praga pure. Rientriamo in tram all’hotel e ci dedichiamo alla nostra ultima cena da ”U Graffu”

16 agosto 2013

Saldati i conti con l’hotel riprendiamo metrò e autobus fino all’aeroporto. Infine rientro perfetto a Milano, e di lì a casa.

Considerazioni e consigli

In due giorni ci si può fare sicuramente una buona idea di Praga e della sua atmosfera magica. Anche in agosto basta allontanarsi dal solito percorso che va dal municipio di Stare Mesto al Ponte Carlo per apprezzare angoli tranquilli e momenti speciali.

Le cose da vedere sono tantissime, ma il nostro consiglio è quello di passeggiare, spostarsi senza particolari mete da un posto all’altro con il naso all’insù e l’indole curiosa. La città è piccola e prima o poi arriverete davanti a tutto quel che “bisogna” vedere…

Riguardo alle mete classiche, sicuramente il castello merita almeno lo “short tour”, ovvero San Vito, San Giorgio e il Vicolo d’oro, mentre il palazzo reale può essere anche tralasciato. Se al castello ci arriverete dalla fermata Pohorelec, vi immergerete con calma – e in discesa! – nella giusta atmosfera barocca per apprezzare al meglio questo angolo particolare.

Per Mala Strana e Stare Mesto si può vagare per ore, sbirciando angoli e vedute particolari, infilandosi nelle mille chiese e palazzi della zona. Consiglio prezioso: l’isoletta di Kampa ha un giardino delizioso dove fermarsi a riposare.

Del Quartiere Ebraico, oltre al famoso cimitero, è opportuno visitare le sinagoghe comprese nel biglietto, per avere un’idea di quel che era la comunità ebraica in Moravia e Boemia.

Piazza Venceslao va “camminata” dall’inizio alla fine, per il colpo d’occhio delle dimensioni: Lì vicino merita la visita la chiesa di Santa Maria della Neve per la sontuosità dell’interno.

Infine, se avete voglia di un po’ di fresco e relax, i parchi di Letna e Petrin sono a vostra disposizione.

Trasporti: dipende dove alloggiate. Noi avremmo anche potuto girare a piedi, ma a volte il tram ed il metrò sono sistemi molto comodi per suscitare un entusiasmante diversivo se avete bambini al seguito. La tessera da settantadue ore costa 12-13 euro, e se arrivate all’aeroporto un mezzo dovrete pur prenderlo per andare in città (il biglietto di corsa singola costa circa 1,7 euro). Fatevi due conti.

Cambio: noi abbiamo cambiato in aeroporto, nella zona di ritiro bagagli, da uno sportello automatico ATM collegato al circuito Maestro. La commissione non era elevata e non avevamo voglia di iniziare la caccia al miglior cambio possibile. Se avete dritte migliori delle nostre, buon per voi. A titolo di cronaca riferiamo che nessuno ci ha mai proposto cambi speciali a tassi “di favore”.

Alloggio: noi ci siamo trovati benissimo all’hotel Alton, in via Legerova, al confine tra Praga 1 e Praga 2. A due passi dal centro e dal metrò, è stata un’ottima base di partenza per le nostre gite, a un buon prezzo (80 euro la tripla). Allontanandosi dal centro i prezzi ovviamente diminuiscono.

Lingua: l’inglese è parlato – o almeno capito – da tutti coloro che trafficano con i turisti.

Cibo: ristoranti, pub, birrerie per tutte le tasche. In generale il cibo costa meno rispetto l’Italia (e lasciamo da parte la birra, che costa ancor meno dell’acqua minerale!). La cucina ceca privilegia i piatti di carne, cucinata in mille modi diversi, dal classico gulasch a piatti più elaborati. Comunque c’è veramente scelta per tutti i gusti, soprattutto nei quartieri centrali (Praga 1 e Praga 2).

Infine.. girate, girate, girate, con il naso in aria e la mente pronta! Praga è davvero magica – io non ci credevo e me ne sono convinto – e questa magia trasuda da tutti i vicoli, le vie, le pareti e le facciate di centinaia di case anonime, più che da un monumento o luogo specifico. Provare per credere!



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