Bangkok e Koh Samui 4
Faccio una premessa: questo resoconto può tornare utile solamente a chi ha già prenotato ed è in cerca di informazioni. Non vi racconterò troppi dettagli sul viaggio in sé ma cercherò di fornire i consigli che, a mio avviso e in base alla nostra esperienza, vi aiuteranno maggiormente per godervi la vacanza.
In ogni paragrafo in grassetto ho evidenziato il tema di cui sto parlando di modo tale che possiate saltare gli argomenti che non vi interessano.
La maggior parte dei luoghi visitati, ristoranti, hotel & co li troverete recensiti da me su Trip Advisor, nome utente FedeKika.
Siamo partiti sabato 10 agosto da Malpensa con la compagnia di bandiera Thai Airways. Viaggio fantastico: aereo spazioso, confortevole, hostess gentilissime, cibo discreto. Non so se sarà stato per via dell’entusiasmo della vacanza, o se sarà stato per colpa dello schermo di fronte al sedile che proponeva un sacco di film, canzoni e giochi, fatto sta che su 11 ore di volo non siamo riusciti a chiudere occhio.
Alle 6 di mattina locali arriviamo all’aeroporto di Suvarnabhumi (si pronuncia “su-wan-na-poom”): enorme, pulitissimo e i nostri bagagli arrivano in un battibaleno. Troviamo subito un assistente dell’Asian Trails ad attenderci e durante il tragitto ci ha dato varie info su Bangkok, tutte cose che avevo già letto sul web o sulla Lonely Planet.
Raccomando a tutti di darsi una letta ad una guida o su qualche forum prima di partire sia per ottimizzare i tempi che per evitare eventuali fregature tipiche in cui cascano i turisti (abbiamo conosciuto italiani che hanno speso cifre assurde per il taxi perché non sapevano di dover verificare che venisse acceso il tassametro altri sono stati portati dai locali a fare escursioni che non volevano fare). Non voglio creare allarmismo perché questo è uno dei posti più tranquilli in cui siamo mai stati però anche loro quando vogliono fare i furbetti con i turisti sono bravi!
Avvertiamo subito l’umidità e lo smog di cui avevamo tanto sentito parlare. Questi due elementi ci avevano fatto scartare questa fantastica meta come viaggio di nozze ma, con il senno di poi, vi dirò che non è nulla di traumatico! Se organizzate le escursioni/visite principali con l’agenzia sono veramente pochi i momenti in cui vi ritroverete “soffocati” dal caos di questa città. Per noi l’unico momento traumatico era il tragitto a piedi dall’hotel alla Metro o Sky Train. Nella via dell’hotel non esisteva il marciapiede e su Sukhumvit road i motorini sul marciapiede ci salivano!
Arriviamo al Windor Suites Hotel e dopo un’oretta ci danno la camera. Dalla vetrata vediamo Bangkok dall’alto, che grande emozione! Decidiamo di recuperare un po’ di sonno perché nel primo pomeriggio avremmo fatto il tour dei templi. All’una e un quarto, dopo il pranzo alla vicina pizzeria italiana “Basilico”, passano a prenderci.
Faccio un accenno sulla questione abbigliamento: nei luoghi sacri e non (anche Vimanmek Mansion, Suan Pakkard, Bang Pa In) sono richieste le spalle coperte e le gambe coperte fino alle ginocchia. Niente di strappato, trasparente o ombelico a vista. Insomma come da noi nelle nostre chiese per farla breve. Agli uomini con bermuda con ginocchia scoperte non ho mai visto fare problemi mentre alle donne si. In ogni posto forniscono stole con cui coprirsi, alcuni chiedono una cauzione, alla Vimanmek Mansion invece la devi proprio comperare. Per stare tranquilli ed evitare eventuali code per il noleggio portatevi sempre dietro delle stole che vengono utili anche per ripararsi dall’aria condizionata in certi posti.
Per il palazzo reale invece le regole sono più rigide: le gambe, sia per uomini che donne, devono essere completamente coperte e, da quanto sapevo, pure i piedi però ho visto molte persone in ciabatte. Boh!
Io avevo una canottiera + stola ma mi hanno detto che non andava bene perché se la stola si fosse spostata avrebbero visto le mie spalle. Mi sono fatta una bella coda per noleggiare un camicione enorme orrendo mentre una mia compagna di tour aveva un vestito con spacco inguinale e l’hanno fatta passare. Vacci a capire!
Nell’arco di 4 ore abbiamo visitato con la guida 3 templi.
Primo dei tre templi Wat Pho (Buddha sdraiato) si pronuncia “uat po’”. Questo è decisamente il più bello dei tre che abbiamo visitato. Nell’area in cui è ospitato ci sono varie immagini e statue di Buddha, molte pagode e resterete colpiti dal colori e dalla luce dei tetti. Il Buddha sdraiato lungo ben 46 metri ci ha lasciati a bocca aperta per la sua imponenza. I piedi sono un vero capolavoro: tutti decorati in madreperla.
Se a qualcuno dovesse interessare alla visita del Wat Pho potete abbinare la visita del Palazzo Reale che si trova vicino oppure un bel massaggio presso la sede della Thai Massage Medical School alias il luogo dove troverete i massaggi migliori eseguiti da veri professionisti del settore. Da quanto letto su vari siti pare convenga prenotare in quanto preso d’assalto.
Il secondo tempio è stato il Wat Suthat. Qua non c’era il casino e la ressa di turisti presente nel precedente wat e possiamo dire di aver respirato per la prima volta quella pace di cui avevamo sentito dire. All’interno c’è una grande statua di Buddha che ti infonde serenità e a rendere il tutto ancora più “autentico” erano le monache presenti: alcune pregavano, altre erano sdraiate ai lati a riposare. Il cortile esterno con i Buddha schierati ai lati è bellissimo da fotografare.
Il terzo tempio è stato alquanto deludente, il Wat Benchamabophit (Tempio di marmo). E’ costruito con il marmo di Carrara e la particolarità che lo differenzia dagli altri wat sono le finestre tutte ornate. Avevo letto che al di là dell’edificio ci sono le case degli studenti della scuola buddista e dei monaci e che visitando il tempio al mattino è possibile assistere alle cerimonie e ai canti religiosi dei monaci, sicuramente molto suggestivo.
Apro e chiuso una parentesi sui massaggi: durante la visita del Wat Pho con la guida scopriamo che è possibile avere le massaggiatrici della scuola a domicilio in hotel per €29 per un massaggio da un’ora e mezza. Anche se viene a costare il doppio di quello che costerebbe presso la loro struttura decidiamo di concederci questo lusso.
Alle 19 arrivano le due massaggiatrici della famosissima scuola (o presunte tali?! Solo quando le abbiamo viste ci è venuto il sospetto che potevano anche essere la mamma e la zia della nostra guida). Dopo aver realizzato che forse ci eravamo cascati come due fessacchiotti ci siamo abbandonati tra le mani di queste due thailandesi. Il massaggio era thai-oil. In sintesi il loro massaggio tradizionale viene chiamato appunto thai e consiste in digitopressioni e stretching che ti fanno scricchiolare ogni singolo osso. Il nostro in aggiunta aveva anche il classico massaggio con olio. Ancora non sappiamo se erano originali o tarocche queste massaggiatrici fatto sta che ci hanno rimessi completamente in forma, come nuovi.
Di centri massaggio ne troverete a migliaia e dall’esterno capirete che genere di centri sono. In molti ci sono fuori ragazze che quando vedono passare uomini, anche se accompagnati dalle mogli, con sguardo ammiccante continuano a ripetere “helloo, sawade, massage” e lo dicono in una maniera che ti ricorda in gatto quando miagola facendo e fusa. I centri seri anche se hanno fuori le massaggiatrici non fanno le oche e tendenzialmente sono più su di età e non bellissime!
Di massaggi ce ne sono molti ma quelli da provare sono il thai da me precedentemente citato e il massaggio ai piedi. Indicativamente per un’ora di massaggio nei saloni normali che trovate per strada o in spiaggia chiedono 250/300 baht (6/7 euro).
A Samui c’è il fish massage che consiste nell’immergere i piedi in una vasca con i pesciolini che ti mangiano le cellule morte. Non ho approfondito i benefici di questo trattamento.
La sera andiamo a cena al Long Table che si trova in una traversa di Sukhumvit road. Il locale si trova al 25° piano del palazzo ed è veramente fashion! Si può cenare sul tavolo lunghissimo oppure sui divanetti bassi laterali mentre per i drink si può stare sulla terrazza dove si gode di una bellissima vista della città.
Facciamo un salto al famosissimo mercato notturno di Pat Pong e dopo 10 minuti siamo scappati. Le bancarelle vendevano quasi tutte le stesse cose orrende. Merce contraffatta ne abbiamo vista a bizzeffe l’anno scorso in Turchia ma erano cose decenti. Qua non avremmo preso niente nemmeno se ce l’avessero regalato. Ai lati ci sono i locali a luci rosse e da fuori vedi un mucchio di ragazze sul bancone che ballano in deshabillé. Pioviggina e siamo seccati per essere finiti in questo postaccio che rientrava nella classifica dei posti da non perdere a Bangkok quindi cerchiamo un taxi che ci porti in hotel.
Prima di rincasare ci siamo fermati in uno dei mille 7/11 ovvero mini market presenti ogni 50 metri (idem i family mart). Abbiamo acquistato una sim card della compagnia Happy per chiamare in Italia. Con 49 baht ci hanno dato la sim, in omaggio c’erano 15 baht di traffico. Per chiamare sui cellulari in Italia costava 13,85 baht, sui fissi molto meno mentre sms 5,85 baht. Super conveniente!
Ecco come telefonare:
– Per chiamare in Italia con il vostro cellulare: 001+39+prefisso della città con lo zero+numero dell’abbonato
– Per chiamare in Italia con SIM Thai della Happy: 004+0039 davanti al numero di telefono
– Per farsi chiamare dall’Italia: il numero da effettuare comprenderà il prefisso internazionale (0066 oppure +66) ed il vostro numero senza lo zero iniziale (i numeri Thai iniziano per 08 oppure per 09)
Ci addormentiamo ammirando la città illuminata e l’indomani sveglia prestissimo perché alle 6.30 passano a prenderci: direzione Bang Pa In e Ayutthaya.
Dopo un’ora di viaggio arriviamo a Bang Pa In, siamo il primo gruppo di turisti ad entrare e notiamo subito la quiete e la pulizia del posto. Questa è la vecchia residenza reale estiva e ci sono edifici con diversi stili architettonici, c’è molto verde e nella residenza cinese si può entrare. Non è niente di eccezionale tutto sommato.
Proseguiamo per Ayutthaya (si pronuncia Aiu-ttaià) e andiamo a vedere il Buddha alto 19 metri al wat phanan choeng. C’è una calca impressionante, ci sono molti locali con i loro bambini che spingono per entrare nella stanza dove si trova il Buddha e il caldo e la confusione di gente ci fa andare avanti per inerzia. Quando abbiamo intravisto la magnificenza della statua troviamo le forze e tra uno spintone a destra e uno a sinistra arriviamo sul ciglio della stanza. E’ impressionante, di grande effetto!
Via da lì con il pullman ci spostiamo nella zona del parco storico dove c’è questo sito archeologico che merita veramente. E’ un museo a cielo aperto, ci sono rovine di Buddha e di templi e si ha l’impressione di avere fatto un salto nel passato. Questa visita ci fa pensare che vale la pena aver fatto questo viaggio.
Il rientro è previsto in motonave con pranzo a bordo e abbiamo trascorso due ore piacevoli.
Alle 16.30 arriviamo in hotel e ci cambiamo velocemente per andare in piscina. Tempo di immergere i piedini e il cielo si fa nero nero.
Obiettivo della serata: cena fronte Wat Arun e poi giretto all’Asiatique Riverfront market.
Dopo il tragitto con BTS e taxi scendiamo al porto di Tha Tien. Troviamo sull’altra sponda del fiume il Wat Arun illuminato in tutto il suo splendore e alle nostre spalle l’ingresso del Wat Pho che con i suoi tetti dorati ci acceca. Scattiamo qualche foto e ci mettiamo alla ricerca di un ristorante. Mi ero segnata un paio di nomi come punto di riferimento perché erano troppo cari. Partiamo convinti di trovare altri ristoranti in zona ma cammina e cammina e, eccetto il The Deck che mi ero segnata, non vediamo l’ombra di ristoranti. Intorno a noi il buio più totale, solo case di gente povera, zero turisti, qualche cane randagio e gente seduta all’interno del proprio garage. Iniziamo ad avere anche un po’ paura ma fortunatamente la gente ci è sembrata molto tranquilla e ci rendiamo conto che non abbiamo modo di sentirci in pericolo. Chiamiamo il taxi e ci facciamo portare all’ Asiatique Riverfront market. E’ una sorta di mercato quasi tutto al coperto, non ci sono bancarelle ma negozietti aperti e molti locali, bar, ristoranti per tutti i gusti. E’ una struttura molto recente, pulita e curata. Questo mercato si affaccia sul fiume ed è aperto dalle 17.00 alle 24.00, ci si arriva dalla fermata BTS Saphan Taksin exit 1 + in 10 minuti di barca dal Sathon Pier. La barca è gratuita, passa circa ogni 20 minuti e fa la tratta dal Sathon pier al pier del mercato dalle 16 alle 23.
Arriviamo e ci fiondiamo alla ricerca di un posto in cui cenare. Il Big Fish sembra carino e si affaccia sul fiume. Ci sediamo e….inizia ufficialmente a diluviare!!! Corriamo dentro e aspettiamo ma la pioggia non cessa. Dopo aver guardato qualche negozietto molto carino decidiamo di lanciarci sotto la pioggia per riprendere la barca e tornare in hotel.
Terzo giorno passano a prenderci alle 07.20 per la visita al palazzo reale. Finalmente la guida parla benissimo l’italiano, spiega perfettamente tutto e si vede che ama il lavoro che fa. Non dimenticheremo mai la dolcezza di Pim! Il traffico è allucinante e durante il tragitto ci da un sacco di informazioni e ci spiega che arriveremo all’ingresso alle 8.30 ovvero l’orario d’apertura. Questo luogo è preso d’assalto dai turisti cinesi e nelle ore centrali della mattina dalla ressa non si riesce a camminare. Veniamo subito colpiti dallo sfarzo del luogo: un esplosione di colori, tetti dorati, pareti decorate, mosaici a non finire. Un capolavoro orientale! L’interno del palazzo non è visitabile quindi siamo stati per parecchio tempo sotto il sole cuocente ma dato l’entusiasmo non ce ne siamo quasi accorti!
Il Wat Phra Kaeo (tempio del Buddha di smeraldo) è all’interno della struttura del palazzo reale. E’ considerato il più sacro tempio buddhista della Thailandia ma non è di grande effetto. La statua è alta 66 cm ed è posiziona su un altare in una teca quindi non è particolarmente visibile. La guida ci chiede di fare una richiesta a Buddha e che sicuramente si esaudirà.
Da qua andiamo a Suan Pakkard. Fortunatamente siamo l’unico gruppo di turisti e si gode di un bellissimo clima di pace. Qua c’è la residenza di una nobile che aveva la passione per il giardinaggio e per le collezioni d’arte. Gli edifici posti nel curatissimo giardino sono in teak e la casa principale che abbiamo visitato è ricca di pezzi d’antiquariato, opere asiatiche, ceramiche ed oggetti in bronzo.
Pranziamo e ci riposiamo un po’ in hotel e poi ci avviamo verso il wat Arun (tempio dell’alba). Nessuna agenzia organizza tour qua, non so come mai. A me dalle foto ispirava molto e devo dire che è il assoluto il più bel tempio che abbiamo visto!
Si trova sulla riva occidentale del Chao Phraya e per raggiungerlo si utilizza uno dei cross river ferry che partono da Tha Tien Pier (lo stesso porto dove si arriva per visitare Palazzo Reale e Wat Pho!), la tratta è brevissima e la percorrono ogni 10/15 minuti dall’alba fino alle 22. Costo del ferry 3 baht mentre dell’ingresso al tempio 50 baht e l’ultimo ingresso è alle 17.30.
Già, l’ultimo ingresso è alle 17.30 e noi arriviamo poco dopo e ci troviamo i cancelli chiusi. Che tristezza. Meno male che dopo il mare siamo tornati a Bangkok 2 giorni e l’abbiamo potuto visitare altrimenti c’era da mangiarsi le mani.
Seguiamo incuriositi dei monaci che si recano in un tempio a fianco del wat Arun. Un po’ titubanti, essendo gli unici turisti, entriamo nei cancelli e gironzoliamo. Le campane che suonano intervallate dal silenzio più assoluto ci emozionano tantissimo. Che magia!
Il cielo, tanto per cambiare, si fa sempre più nero quindi riprendiamo la barchetta. Durante la traversata ammiriamo da un lato lo splendore del Wat Arun con i suoi anni di storia e dall’altro lato gli imponenti grattacieli che hanno segnato il cambiamento di questa città.
Per cena vorremmo andare al Bayoke ma dobbiamo prendere il taxi dato che piove parecchio. Abbiamo fermato circa 10 taxi e nessuno, dico nessuno, era disposto ad accendere il tassametro. Abbiamo pensato che il problema fosse la meta quindi, stanchi e stufi, proviamo a cambiare destinazione. Chiediamo di farci portare in un ristorante italiano a 800 metri dall’hotel che aveva recensioni eccellenti. Anche qua al terzo taxi che si è rifiutato di accendere il tassametro ci siamo arresi e siamo saliti. Tanto per darvi un’idea: per fare 800 metri in taxi alle 9 di sera 30 minuti!!! Al ritorno non pioveva e l’abbiamo fatta a piedi!
Addormentandoci ammiriamo per l’ultima volta la città illuminata felici che il giorno dopo saremmo andati a Samui e ancor più felici che saremmo tornati qua per una notte.
Alle 5.30 passano a prenderci per andare all’aeroporto e dopo un’ora di volo atterriamo nel grazioso Samui airport. Dalla struttura sembra già di essere in vacanza, difatti in soli 20 minuti arriviamo al First bungalow beach resort situato a Chaweng Noi che è la zona con il mare migliore e né troppo vicina né troppo lontana dalla movida notturna.
Tempo di avere la camera e aprire i bagagli e ci fiondiamo in spiaggia.
Il mare, come avevamo letto, non è eccezionale. Bello è bello, pulito, caldo, zero alghe, zero meduse però come colori abbiamo mari migliori nella nostra Sardegna, Puglia, Isola d’Elba, ecc.. questo solo per dire che venire fino a qua per fare solo mare non avrebbe alcun senso.
L’acqua è sui colori del verde, lo scenario è molto bello: le fitte palme fanno da cornice
Alla spiaggia che è lunghissima e per nulla affollata (e gente ce n’era, la sera in giro c’era un casino di italiani e ci hanno detto che agosto è il mese più affollato). Fare le passeggiate è proprio piacevole e la mattina c’è la bassa marea ma non così bassa da rendere impossibile sguazzare. Basta fare qualche metro e pian piano scende.
A Chaweng Noi c’è solo un baldacchino che noleggia moto d’acqua mentre a Chaweng (al di là delle rocce) di sport acquatici ce ne sono per tutti i gusti e per sentito dire rendono pericolosa la balneazione!
Per via della vicinanza all’Equatore il sole picchia da morire, mai sentito così tanto bruciare la pelle. Io amo molto stare al sole ma qua, eccetto durante il bagno e le passeggiate, non ce l’ho mai fatta. Ho provato una mattina alle 7.30 ma dopo 20 minuti sono fuggita. Detto questo all’ombra si sta da Dio e ci si dimentica subito la brutta umidità di Bangkok. Idem la sera: clima piacevolissimo!
Sempre per restare in tema con il clima avevamo letto, e ci hanno confermato sul posto, che in questo periodo qua spesso piove. Per pochi minuti e a più riprese, anche se è la stagione ideale per quest’isola, piove! Noi siamo stati fortunatissimi: eccetto il primo giorno per un paio d’ore non ha mai piovuto. Il secondo giorno è stato nuvoloso tutto il pomeriggio e i restanti giorni sole, sole, sole!
Tra bagnetti, passeggiate e il sole che alle 5 di pomeriggio calava possiamo dire che i giorni sono trascorsi molto piacevolmente e purtroppo troppo in fretta.
Di soldi ne avevamo già spesi troppi quindi l’unica cosa che ci siamo concessi è stata un’escursione. Per ingannare il tempo si possono fare anche massaggi in spiaggia (da 250 baht per un’ora).
Le escursioni che meritano sono due: il parco marino di Ang Thong e Koh Nang Yuan entrambe con prezzi a partire da 1400 bath e della durata dalle 08 alle 16 mediamente.
Le agenzie propongono cose come trekking nella foresta in elefante, visita alle cascate di Namuang Waterfalls abbinate magari al giro in jeep con relativa visita delle piantagioni e spettacolini tristi delle scimmiette che scrivono o degli elefanti che giocano a calcio (circa 450 baht per mezza giornata). Nulla di “imperdibile” sia a nostro avviso che da quanto letto e sentito.
Troverete un sacco di agenzie in giro per l’isola e le escursioni costano molto meno che con il vostro tour operator o con l’hotel e alla fine si appoggiano sempre alle stese società! Di agenzie ce ne sono anche di improvvisare e il problema principale è sempre quello della mancanza dell’assicurazione. Quelle autorizzate hanno un license number e sono associate alla TAT (Tourism Authority of Thailand). Entrambi i cartelli andrebbero esposti in agenzia o più semplicemente li trovate sul volantino dove ci sono i recapiti.
Invogliati dal fare snorkeling abbiamo optato per Koh Nang Yuan e abbiamo prenotato presso un’agenzia locale l’escursione per domenica 18.
Ci siamo ritrovati sotto una sorta di tendone con centinaia di turisti – scena stile profughi – ad aspettare che arrivassero tutti gli altri e poi ci hanno divisi sulle varie barche.
L’85% dei turisti erano cinesi che non avevamo mai visto né in spiaggia né la sera fuori, probabilmente soggiornano in altre zone dell’isola.
Le speed boats che effettuano questa tratta sono della Lomprayah e la Lomlahk. Noi eravamo con la seconda. E’ possibile arrivare a Koh Nang Yuan sia in catamarano (ci impiega più tempo) che in autonomia con le speed boat precedentemente citate.
Cacciamo tutte le infradito in un saccone e si parte. Ci fanno mettere il giubbino di salvataggio ma i sedili sono bassi rispetto ai lati della barca quindi tranquilli che non si ha la sensazione di schizzare fuori!
Questa boat e very speedy e più andiamo al largo e più va veloce e con le onde si ha l’effetto montagne russe. Vivamente sconsigliata a chi soffre di mal di mare! Noi, consapevoli di questo, in pancia avevamo poco cibo e solo secco mentre i compagni di viaggio cinesi a colazione non so cosa avessero mangiato perchè parecchi sono stati male. Credo sia normale in quanto le guide fornivano sacchetti con non nonchalance.
Dopo un’ora e mezza di montagne russe arriviamo nel paradiso terrestre. Siamo tra i primi turisti e ci godiamo del magnifico panorama della spiaggia semi deserta. Si possono noleggiare lettini e ombrellone a 100 baht mentre la doccia si può fare pagando 50 baht. Non prendiamo il lettino in quanto la permanenza sull’isola è breve (circa 3 ore) e ci sono delle sedie disponibili dove appoggiare le cose.
Giubbino, maschera è boccaglio sono inclusi ma vi consiglio il boccaglio di portarvelo dato che non è monouso!
Ci caliamo nelle acque dove i pesci ti passano a un centimetro dal naso, ce ne sono un infinità. Sia i pesci che la barriera non sono minimamente paragonabili a quelli del mar rosso. Qua hanno colori piuttosto anonimi.
Andiamo a sbirciare il pranzo (incluso) e prendiamo giusto un pugno di riso bianco. Stiamo leggeri sia per evitare di stare male al rientro sia perché il cibo sembra veramente pessimo. I cinesi, non contenti del viaggio all’andata, si stavano riempiendo i piatti all’inverosimile. Bah!
Facciamo un po’ di foto. C’è la possibilità salire su una collinetta per vedere il panorama ma preferiamo tornare in acqua dal momento che sono tutti a pranzare. Sull’isola c’è un resort ma credo sia da suicidio soggiornare qua isolati da tutto il mondo e senza corrente!
Ripartiamo e ci fermiamo un oretta al largo di Koh Tao in un punto in cui fare snorkeling. Qua c’è qualche colore in più ma meno pesci rispetto a prima.
Dopo un’altra ora e mezzo di montagne russe torniamo in hotel!
Qua va molto noleggiare i motorini. La cifra è irrisoria (circa 150 baht al giorno) ma quello che ci ha fatti desistere è il fatto che non ci sia l’assicurazione.
Il traffico non è poco, la guida è a sinistra e spesso abbiamo visto cani randagi sbucare in mezzo alla strada come cinghiali nelle nostre strade di campagna!
Molti turisti guidano motorini senza problemi ma non oso immaginare di cosa potrebbe capitare in caso di incidente con una persona del posto senza soldi. Quelli che ti noleggiano chiedono in garanzia il tuo passaporto e con questo ho detto tutto!!
Per i più temerari in scooter, oppure in taxi, i luoghi da visitare sono questi:
Spiagge:
– Cristal Bay, Silver Beach e Thong Takian Bay: una dietro l’altra si trovano in una splendida baia tra Lamai e Chaweng, sabbia bianca e un bel mare cristallino, molto scenografica ma c’è sempre la bassa marea
– Coral Cove (tra Lamai e Chaweng ma più a nord delle 3 precedentemente citate)
– Grandfather & Grandmother Rocks (Hin Ta e Hin Yai, appunto) sono formazioni rocciose sulla spiaggia di Lamai che ricordano i genitali maschili e femminili.
– spiaggia di Bophut dove ci sono un sacco di palme a 2 metri dal mare.
– Lamai al Mango beach
E poi:
– Big Buddha (Wat Phrai Yai)
– Wat Plai Laem
– Monaco mummificato
– Cascate Namuang Waterfalls
– Trekking nella jungla a dorso di un elefante
– Giardino delle farfalle
Si stava tanto bene in spiaggia che non abbiamo visto un tubo.
Solo di sera una volta siamo andati al centro di Chaweng. Locali uno dietro l’altro, musica a palla e traffico allucinante. Per cenare o bere un cocktail qua hai l’imbarazzo della scelta mentre i negozi non sono degni di nota. Girare qua, come anche a Chaweng Noi, diventa snervante. I marciapiedi non sono a misura d’uomo e se scendi hai paura di essere investito.
Il venerdì sera siamo andati al Fisherman’s Village a Bophut. Il mercato lo fanno questa sera della settimana dalle 18 alle 23. E’ un ex villaggio di pescatori dove ci sono un insieme di case e negozi di legno molto antiche mescolate in modo armonioso ad edifici più moderni.
Qua finalmente troviamo un infinità di bancarelle che vendono cose carinissime. Per cenare c’è solo l’imbarazzo della scelta: dai baldacchini degli ambulanti ai ristorantini sul mare. Abbiamo passato una serata davvero piacevole.
Le altre sere le abbiamo trascorse subito fuori dall’hotel (nel tratto iniziale della strada tra Chaweng Noi e Chaweng). Posti dove cenare e bere non mancano anche qua ed è più tranquillo del centro di Chaweng.
Molti hotel e ristoranti sulla spiaggia organizzano la cena con tanto di tavoli sulla spiaggia. Noi siamo andati una sera a bere in un bar sulla spiaggia dove facevano musica dal vivo.
Spesso ho sentito che in questi posti si cena in due con € 10. Mica vero!! Quelle cifre le spendi dagli ambulanti mentre nei ristoranti normali o sulla spiaggia le cifre sono le stesse che in Italia, ahimè!
Il cibo thai i primi giorni ci aveva entusiasmati e poco dopo stufati. Troppe cose fritte, troppe salse dolciastre o eccessivamente piccanti che vanno a rovinare i piatti.
Sostanzialmente troverete:
Noodles: o zuppe di noodles oppure il piatto più famoso è il Pad Thai che sarebbero nodles fritti in padella e saltati con noccioline, salsa di pesce, zucchero, verdure e gamberi o carne.
Riso: con verdure o carne o pesce e sui listini si chiamerà khao pad o fried rice.
Ci sono delle bruschette aglio olio e origano niente male. Si chiamano garlic bread.
La vera cucina Thai è molto piccante e in alcune sezioni dei listini c’è proprio l’elenco delle cose spicy o curry. Per dirgli meno piccante in thai ditegli “mai peet khap”.
Dai listini noterete un elenco infinito di cose fritte.
Altri termini che leggerete spesso sono: tuna: tonno, prawns: gamberoni, pork: maiale e chicken che è il pollo. Roasted è tutto ciò che viene cotto alla griglia.
In spiaggia passano ambulanti che vendono gelati algida, pannocchie, e gamberoni cotti al momento su una specie di griglia.
Il 20 agosto alle 8 di mattina vengono a prenderci per portarci in aeroporto per tornare a Bangkok per due giorni.
A pranzo andiamo al Siam Paragon. Questo centro commerciale è indescrivibile. Negozi d’alta moda, un piano riservato solo alla ristorazione con un supermercato dove acquistare souvenir gastronomici, un piano per la casa con biancheria meravigliosa, automobili. Tutto, c’è tutto.
Via da qua torniamo al Wat Arun dove non eravamo riusciti ad entrare la settimana prima. Dalle recensioni avevamo letto che è molto difficile percorrere i gradini e invece, secondo noi, è fattibilissimo. Sono gradini alti ma saranno massimo una quarantina intervallati da una terrazza dove ci si può fermare. Visto da vicino questo tempio ti stupisce ancora di più. I mosaici e le ceramiche che lo ornano sono meravigliosi e la vista del fiume dall’alto è un qualcosa di magico. Questa immagine resterà indelebile tra i ricordi di questa vacanza.
La sera decidiamo di andare il uno di quei bar sul grattacielo. Nella top list avevo: il Vertigo Grill & Moon Bar (al Banyan Tree Hotel) , il Sirocco e Sky Bar (al Lebua at State Tower) o il Baiyoke Sky Hotel Restaurant.
Tutte le guide che abbiamo avuto nelle escursioni parlavano tanto del Baiyoke perché secondo loro è il migliore come rapporto qualità prezzo per cenare e poi è quello che gode della visuale migliore in quanto è il grattacielo più alto. Come una sorta di pubblicità ingannevole siamo finiti qua. Di bello c’è il panorama: hai letteralmente la città ai tuoi piedi e ti rendi ancor più conto del livello di cementificazione e del traffico. Peccato sia un posto datato, maltenuto e kitsch e la famosa piattaforma girevole all’84° piano non è altro che un corridoio che percorre esternamente il punto più alto dell’edificio e non puoi nemmeno godere di una bella visuale in quanto ci sono delle reti e dei vetri fino a una certa altezza.
Arriva l’ultimo giorno purtroppo per noi. Per fare arrivare le 21.30, ora in cui sarebbero passati a prenderci per portarci in aeroporto, decidiamo di andare a visitare Chinatown e il vicino Wat Traimit (Buddha d’oro).
Con la metro scendiamo a Hua Lamphong e spaesatissimi cerchiamo la retta via. I pochi cartelli sono scritti in tahi. Si avvicina un gentilissimo signore sulla cinquantina e ci chiede se abbiamo bisogno. Dice di essere un ingegnere che lavora al cantiere della metro. Ci indica dove si trova la retta via ma chi dice che di mercoledì quel wat chiuso. Mi fischiano le orecchie in ricordo di quanto letto riguardo le fregature ai turisti e, mentre cerco disperatamente sulla mia lonely planet gli orari da schiaffargli sotto il muso lui si diverte a scarabocchiare la mia povera cartina mostrando a mio marito un tour da fare in long tail boat al posto di andare in questo wat che è chiuso. Come avevo letto vi confermo che i thailandesi sono bravissime persone e che non ci siamo mai sentiti in pericolo però i furbetti esistono anche qua e questa è una delle classiche fregature per i turisti!
Lo salutiamo dicendogli che ci sono là dei nostri amici che ci stanno aspettando e che ci hanno detto che è aperto e lui sorridendo ricambia il saluto.
Questo tempio non ci ha detto molto, non ha particolari che ti lasciano a bocca aperta però è giusto sapere che qua c’è la più grande statua in oro massiccio al mondo è alta 3 metri ed è considerato uno dei tesori più preziosi della Thailandia e del buddhismo. Sapevo che si pagano 40 baht per l’ingresso ma la biglietteria non l’ho vista. A fianco c’è una scuola elementare dove i bambini stavano facendo educazione fisica tutti vestiti uguali. Che carini!
Cerchiamo la via principale di Chinatown esattamente Yaowarat. Salta fuori un altro buon samaritano che ci indica la retta via ma nel contempo chi chiede come mai non andiamo nel tal posto. Non stiamo nemmeno ad ascoltarlo, ringraziamo e ce ne andiamo.
E’ stato meraviglioso perdersi tra le vie di questa città nella città. Eravamo gli unici turisti in mezzo a cinesi che stavano aprendo i negozi e scaricando merce. La nostra curiosità era attratta dagli odori forti, dai rumori, dalle insegne a non finire, dal cibo incomprensibile, dai banchetti in terra nei negozi.
Questa è una vera Chinatown non quella tanto famosa di New York!
Accaldati, decidiamo di trascorrere l’ultimo pomeriggio nei centri commerciali.
Andiamo all’MBK. Ne avevo tanto sentito parlare e invece dopo due piani siamo scappati. Idem con il vicino Siam Discovery Center che è come un comune centro commerciale italiano. Siamo tornati quindi al Siam Paragon (sono tutti vicini!). All’ultimo piano, dove ce una multisala cinematografica, ci sono un sacco di poltrone comodissime e sono state il nostro rifugio per un paio d’ore.
Alle 00.40 decolla il volo per Malpensa, dai finestrini salutiamo la Thailandia pensando che questa sia stata una vacanza al di sopra di ogni aspettativa, ricca di sorprese indimenticabili che porteremo per sempre nel nostro cuore.
Aggiungo altre info che non sono riuscita a inserire nel resoconto:
Cambio durante il nostro soggiorno 1 € era uguale a 39 baht.
Per cambiare i soldi troverete sportelli ovunque. Non conviene assolutamente cambiare in aeroporto e in albergo.
A Samui ci sono parecchie agenzie che effettuano cambi ma non sono autorizzate.
Bancomat: prima di partire abilitate il vostro bancomat per poter prelevare all’estero. Prelevate cifre alte perché ad ogni prelievo vi addebitano le commissioni che ti applica la banca + tasso di cambio + tassa thai di 180 bath fissi.
Attenzione: alcuni bancomat chiedono se si vuole l’addebito presso la vostra banca in bath o in euro: se accettate la transazione in euro non serve a niente averli presi al bancomat perché vi applicheranno il tasso di cambio locale; bisogna rispondere che si vuole operare la transazione in bath.
Se pagate con bancomat o carta di credito sappiate che potrebbero richiedervi una maggiorazione dell’del 2 o 3 % sul prezzo totale per le spese bancarie.
Noi con la carta di credito (VISA) abbiamo pagato ovunque e senza problemi.
Vi do qualche info sui trasporti a Bangkok. Una delle prime notizie che si apprendono di questa meravigliosa città è che è in trafficata da morire.
In certi orari il traffico è proprio bloccato e stando in taxi vi verrebbe voglia di scendere e farla a piedi nonostante il caldo.
E’ vero che i taxi sono super economici però portano via un sacco di tempo. Le linee della metro e dello skytrain sono super efficienti, pulizia impeccabile, aria condizionata e, in primis, tagliano il traffico.
Noi, eccetto il primo giorno e una sera in cui pioveva, abbiamo sempre usato i mezzi pubblici e purtroppo abbiamo incontrato pochissimi turisti sopra. E’ stato bello mischiarsi tra la gente del posto, fantasticare su chi sono, cosa fanno, dove stanno andando. E’ stato come guardare un film dopo aver letto il libro.
I mezzi pubblici sono il BTS chiamato anche Skytrain (Treno sopraelevato) e la MRT ovvero la metropolitana. Sono in funzione dalle 6 del mattino a mezzanotte, i biglietti non si integrano tra di loro, hanno una validità limite di 120’. Considerate che:
– Sono 2 le linee del BTS. La Silom Line (collega l’area del fiume in corrispondenza del Central Pier (Saphan Taksin) con Siam Square percorrendo tutta l’area di Silom ed il Lumphini Park) e la Sukhumvit Line (collega Sukhumvit Road con l’area del Chatuchak Weekend Market). Vi è una sola intersezione tra le 2 linee a Siam Square.
– Sia skytrain che metro i biglietti si fanno alle casse automatiche. Gli sportelli con addetti cambiano solo i soldi. Per sapere la tariffa della tratta lo leggete sulle cartine del percorsi appese a fianco delle macchinette.
Sky Train http://www.bts.co.th/customer/en/main.aspx
Ogni Singolo tiket da 20 a 40 bth. L’one day pass costa 120 baht.
Il biglietto che la macchinetta eroga va inserito nella fessura del tornello e ripreso per poi essere reinserito (stavolta senza restituzione) al tornello di uscita.
METRO
Singolo tiket da 16 a 41 baht. L’one day pass costa 120 baht, 3 day pass 230 baht.
Il biglietto è una specie di gettone di plastica che dovete poggiare su un lettore nel tornelli per entrare ed inserirlo in una fessura per poter uscire.
Per quanto riguarda i taxi oltre al solito discorso di chiedere e verificare l’utilizzo del tassametro chiedendo “Do you use the meter?”(miter si pronuncia) vi dico anche che:
– Per ottimizzare i tempi se il posto che volete raggiungere non è vicino a nessuna delle fermate dello Skytrain o della metropolitana utilizzate comunque uno dei due per avvicinarvi. Per arrivare a destinazione prendete poi il taxi ed il tuk tuk, ma solo per il percorso rimanente.
– Se dovete dare indicazioni ad un tassista per raggiungere una delle stazioni utilizzate il nome della stazione più BTS, non usate il termine Skytrain, tra i thailandesi è poco utilizzato e si rischia di fare confusione.
– Sempre se usate il taxi: alla reception fatevi segnare il nome del posto che volete raggiungere. Spesso non ci capivano e abbiamo dovuto recuperare la cartina.
Il Chao Phraya Express Boat www.chaophrayaexpressboat.com/en/home/ è la linea ufficiale di traghetti che percorre il Chao Phraya (si pronuncia ciao praià). Il costo varia in base alla distanza percorsa e si può pagare anche sulla barca.
Guardare le bandiere appese che indicano diversi percorsi.
La linea più utile sarà la Orange Line: opera ogni giorno della settimana dalle 6 alle 19 con partenze ogni 20′ circa, tariffa fissa 15 Bath indipendentemente dalla distanza, serve tutti i piers turisticamente più importanti.
Niente barche in servizio pubblico lungo il fiume alla sera o la notte.
– Importante è il Sathorn (Central Pier) che è in corrispondenza della fermata di Saphan Taksin dello Skytrain.
– Tha Ratchawong è il pier di Chinatown.
– Tha Thien (ta tian si pronuncia) è prossimo al Wat Po e Wat Arun
– Tha Chang vicino al Buddha di Smeraldo e Palazzo Reale
– Tha Phra Arthit (13) serve il quartiere di Banglamphu e la famosa Khao San Road.
Trasporti a Samui il taxi è consigliato per i lunghi spostamenti mentre per quelli brevi ci sono i songthaew ovvero dei pick-up aperti con le panche per sedersi ai lati. I prezzi indicativi dei taxi forniti dal nostro tour operetor, considerando la partenza da Chaweng , sono i seguenti (per automezzo e per tragitto): Chaweng Noi: 300 Baht, Lamai: 300/400 Baht, Bo Phut: 300/400 Baht, Mae Nam: 400 Bath, Bang Por: 500 Baht , Chong Mon: 300 Baht, Naton: 700 Baht. Il songthaew costa circa la metà.
Qua non c’è verso di fargli accendere il tassametro. Che sia taxi o song loro vi spareranno esattamente il doppio di quello che vogliono incassare (es. vi chiederanno 200 baht e vedrete che dopo aver contrattato a meno di 100 non scenderanno).
Mance: negli ristoranti 10.15% del conto se non già inclusa nel conto finale, bell man 20 baht per bagaglio, taxi arrotondare il totale (ma ci penseranno già loro fingendo perennemente di non avere il resto), guide turistiche 150/200 baht al giorno.
Siti Utili per la maggior parte delle info e ricerche ho trovato eccezionali questi due siti http://travelourplanet.com/destinations/far-east/bangkok-guida-alla-visita-della-citta#more-3696 http://www.thailandiaweb.com/ e a questo blog http://www.zingarate.com/network/bangkok/c/daylife
Tour Operator: Viaggi del Mappamondo che per le escursioni & transfer si è appoggiata all’agenzia locale Asian Trails
Costo del viaggio 2 persone: € 3.846,00 (4 voli + 10 pernottamenti & prima colazione, assicurazione completa)
Costo di 4 escursioni per 2 persone: € 330