Guten morgen Berlin
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1° giorno
Partenza 11 Agosto ore 12 da Napoli Capodichino con un volo a/r AirBerlin pagato 175 euro a testa (il più economico al momento della prenotazione fatta il 25 Gennaio 2013, premettendo che il 12 Dicembre 2012 costava € 146… Teresa me l’ha sottolineato per un bel po’), destinazione Berlino Tegel.
C’è da dire che questa compagnia ci ha sorpreso positivamente perché tratta i sui clienti come una di bandiera. Offre giornali e riviste (anche in italiano), drink, sandwich e stando seduti non si hanno le ginocchia in braccio a quello davanti. Buon inizio!
Atterriamo a Tegel dopo un paio di ore di volo tranquille, dall’aereo ci aspettavamo di vedere i laghi in prossimità di Berlino, ma nuvole minacciose sotto di noi ci coprono la vista. Fa niente, se avremo tempo ci andremo.
Tegel non è il più importante aeroporto della città, infatti le sue ridotte dimensioni ci favoriscono l’uscita velocemente senza dover percorrere Km come accade nei grandi scali internazionali.
All’uscita dell’aeroporto ci siamo subito fiondati a comprare l’abbonamento settimanale ai mezzi pubblici: la BVG – 7 Tage Karte, per €35,60. Noi lo abbiamo fatto per le aree ABC perché abbiamo in programma di andare a Postdam ed al campo di concentramento di Sachsenhausen. In alternativa se non si è interessati ad uscire fuori Berlino si può optare per le zone AB ad un prezzo inferiore (abbiamo preferito la BVG a discapito della più sponsorizzata “Welcome Berlin Card” poiché quest’ultima copre al max 5gg e comprende sconti ad attrazioni a noi di poco interesse).
C’è da dire che a Berlino esistono varie tipologie di spostamento pubblico ed è impensabile vedere la città senza l’ausilio di essi: U-bann (metro) S-bann (metro in superficie) tram, autobus,treni regionali, si può prendere e interscambiare tutto ma fate attenzione alle zone di cui avete il biglietto.
La biglietteria BVG (riconoscibile proprio dal suo colore giallo e dalla scritta immensa BVG) si trova al piazzale degli autobus, proprio qui abbiamo preso il n° 109 (comodo per noi poiché dovevamo scendere alla fermata Zoologischer Garten vicino allo zoo, ma sarebbe stato possibile anche prendere l’X9 che arrivava li ugualmente).
Dalla fermata di arrivo decidiamo di raggiungere il nostro appartamento a piedi, sono le quattro del pomeriggio, le strade di Berlino sono piene di negozi aperti, il tempo è clemente ed il kilometro di strada da fare risulta alquanto piacevole.
Il monolocale trovato su Homeaway, prenotato a marzo e pagato €400, è situato sulla Kleiststrasse, tra due fermate di metro distanti all’incirca 400mt, in una zona molto curata e tranquilla. All’arrivo il proprietario, ci ha fatto trovare un contratto “informale” su cui erano scritti i nostri nomi, il giorno del check-in e check-out, l’acconto già versato in precedenza (€120,00) e il restante da pagare, nonché la pass del wi-fi. L’appartamento è estremamente pulito e luminoso, dispone di lavatrice e lavastoviglie. Quest’anno ci sentiamo dei nababbi considerato che l’anno scorso a Dublino (Abbey Court) avevamo una stanza grande come un letto matrimoniale e un materasso a molle che facevano sentire benissimo la loro presenza dietro la schiena.
Comunque, appena arrivati, ispezionato la casa, messo in ordine i bagagli ci siamo immediatamente fiondati alla metro, nostra amica per tutta la vacanza, direzione Alexanderplatz. La fermata sotto casa della U-bann di Nollendorfplatz ci consente di arrivarci in non più di 10 min.
All’uscita della metro sembra di essere catapultati al centro del mondo:artisti di strada, chioschetti di vivande coloratissime, gente che mangia sulle classiche panche da esterno, insomma perdiamo volentieri il senso dell’orientamento. Fortuna che sulle nostre teste svetta l’altissima torre della televisione che noi assumiamo a riferimento.
Abbiamo in programma di raggiungere la Porta di Brandeburgo e così, cartina alla mano, ci dirigiamo verso l’Unter den Linden, un ampio stradone lungo quasi 2 Km che congiunge Alexanderplatz alla famosa porta simbolo di Berlino. Anche qui brulica di turisti, ci immergiamo nel flusso pedonale e percorriamo la strada che attraversa l’isola dei musei (ci ritorneremo per un approfondimento culturale). Lungo il percorso ci sono cantieri e lavori in corso per la costruzione di una nuova linea di metro ma le indicazione stradali sono ben chiare lo stesso. Ci lasciamo catturare dalle imponenti proporzioni della cattedrale protestante, la Berlin Dom, approfittiamo per qualche scatto nei giardini antistanti. Anche essendoci un sacco di persone gli spazi sono ampi ed è molto gradevole soffermarsi qua e la.
Arriviamo a Parisel Platz dove si trova la Porta di Brandeburgo, la piazza è raccolta anche se molto armoniosa, dopo scopriremo che di sera è molto più bella e affascinante illuminata con un piacevole gioco di luci che mette in risalto le forme neoclassiche. Approfittando del fatto che nelle vicinanze ci fosse il Memoriale dell’Olocausto decidiamo di visitarlo. Il Memoriale in questione è costituito da una serie di pilastri grigini di varie altezze a simboleggiare le vittime della Shoah. Secondo l’artista il passare attraverso questo monumento dovrebbe suscitare un senso di smarrimento nel visitatore. A parer mio se la struttura fosse stata meno ordinata nella posizione delle lastre avrebbe raggiunto meglio il fine preposto perché anche dal centro, guardando verso il perimetro del monumento, si riesce sempre a vedere la città circostante. C’è da dire che sotto il memoriale vi è anche un museo ma per questioni di orari non siamo riusciti a visitarlo.
Una nota stonata è stata il vedere due ragazzine italiane in difficoltà quando un gruppetto di loro coetanei, del luogo, si era avvicinato a loro e con la scusa di una raccolta firme hanno provato a borseggiarle. Piccolo allarme subito rientrato perché alla vista di più persone i malintenzionati si sono dileguati.
Inizia a farsi sentire un certo languorino quindi, cartina alla mano, decidiamo, il pub dove mangiare. La scelta ricade su Augustiner am Gendarmenmarkt. Se non si è prenotato, si lascia il nome e loro indicano l’orario in cui bisogna presentarsi, infatti alle 21.30 in punto ci danno il tavolo non prima però di averci avvisato che l’attesa per mangiare sarebbe stata di 20-30 minuti. Non importa, l’importante era sedersi. Qui disgraziatamente Teresa decide di voler assaggiare il famoso stinco di maiale. Così dopo aver spulciato tra le sue traduzione scovate in internet prima di partire, convinta più che mai ordina l’Eisben. Peccato che a tavola le arriva una specie di simmenthal di carne pressoché cruda. Inizia a chiedersi se la sua rimbambaggine le ha fatto prendere una traduzione per un’altra oppure lo stinco di maiale a quell’ora era terminato e le avessero rifilato un’ altra portata approfittando del suo essere turista e poco informata sui piatti. Fortuna che a me è andata meglio con una succulenta tagliata di carne con contorno vario.
Sazi, o meglio, sazio si torna a casa. Prezzo totale, che poi sarà più o meno quello che spenderemo tutte le sere che mangeremo fuori, è €33,00 in due. In genere le portare principali (stinco,cotolette ecc.) con i loro bei contorni si aggirano tutte intorno ai 12-14 euro, mentre le birre 0,50cl costano tutte intorno ai 3,50-4 euro. L’acqua è inavvicinabile, 33cl a €3,50, 50cl €5.
2° giorno
Colazione con nutella latte e biscotti (la comodità di aver casa è anche questo) e poi dritti alla metro.
Alla Porta di Brandeburgo cerchiamo l’Infopoint dove acquistiamo la Museum Pass (12€ studenti / 24€ intero) che da l’accesso gratuito a gran parte dei musei per 3 gg. Imbocchiamo la Friedrichstrasse, un’ importante arteria commerciale che taglia da nord a sud il quartiere Mitte. Quasi ogni negozio espone un orso (mascotte di Berlino) a cui Teresa non esita dal fare foto, ritrovandosi l’sd della fotocamera piena di orsi. Sulla strada ci imbattiamo nel Checkpoint Charlie e in una serie di resti di muro con dei murales. Ce ne sono molti sparsi per la città. A parer nostro molto più interessanti del Checkpoint stesso che, nient’altro è che una garitta riprodotta dove due figuranti-soldati alleati si fanno immortalare, sotto pagamento, in foto. Un po’ troppo attrazione turistica.
La giornata prosegue con il Jewish Museum, non prima di aver assistito ad un piccolo incidente quasi surreale. Un motociclista investe un pedone che attraversa la strada ed entrambi finiscono per terra. Niente di grave, qualche scarpa qua e là sull’asfalto, la moto che stenta a riaccendersi, ma loro si rialzano e dopo una pacca sulla spalla si scusano reciprocamente. Ciò ci fa un po’ ridere perché da noi probabilmente più che una pacca sulla spalla si sarebbero scambiati epiteti poco simpatici, e dopo aver simulato malesseri ovunque avrebbero chiamato oltre a parenti e familiari anche una dozzina di ambulanze.
Ritornando a noi, la prima parte del museo è strutturato da vari assi che si intersecano e che raccolgo le testimonianze degli ebrei sopravvissuti al nazismo e alle deportazioni. Alcune aree erano particolarmente toccanti, come la Torre dell’Olocausto, buia, dove chiusa la porta di ingresso l’unico spiraglio è dato da una finestra in alto che sarebbe impossibile da raggiungere, lasciando quindi ogni speranza di fuga. Vi è anche un percorso dove passando su dei dischi di ferro,sono circa diecimila e rappresentano i volti delle vittime, si provoca un rumore straziante che ancora una volta rimarca le brutalità commesse. Il museo è molto grande e ripercorre tutta la storia ebraica ed a volersi dedicare servono almeno 3-4 ore. Noi alcune aree dei piani superiori le abbiamo viste sommariamente, anche perché la strada fatta comincia a farsi sentire nelle gambe.
Visita suggestiva ma sono le 2 del pomeriggio e ricordiamo di aver letto che dalla metro di Mehringdamm possiamo raggiungere il celeberrimo Mustafa’s. Salendo le scale della metro ci si para davanti quello che cercavamo, purtroppo però non avevamo considerato l’enorme mole di persone che in fila aspettavano il proprio turno.
È così che decidiamo di bay-passare il kebabbaro per assaggiare il piatto tipico di Berlino: il currywurst. Approfittiamo di Curry36, proprio li accanto, per assaggiare i loro salsicciotti al curry (un vassoietto di cartone con un megawurstel e patatine fritte e un pezzetto di pane alla modica cifra di €4,00). Il localino, però, non dispone di sedie o panche su cui accomodarsi ma solo dei tavoli, così Teresa, che stanca com’era non avrebbe mai mangiato in piedi a costo di sedersi per terra, adocchia una stupenda panchina proprio di fronte. Così ci accomodiamo e iniziamo a gustare il nostro primo currywurst. Il nostro palato mediterraneo abituato a pizze e pomodoro, però, non apprezza la massiccia quantità di curry sul wurstel, nonostante ciò però lo spazzoliamo via tutto.
Dopo esserci riposati e aver dato da mangiare a mezza popolazione di uccellini berlinesi, decidiamo di proseguire il nostro tragitto per andare verso la East Side Gallery. Arrivati alla fermata Schleiesisches Tor, abbiamo attraversato il ponte e abbiamo percorso tutto il km di muro ricco di murales. Molti erano veramente bellissimi, purtroppo alcuni erano stati deturpati dai soliti vandali che hanno ben pensato di lasciarci su delle scritte. Dopo aver ammirato tutte le opere ci siamo riposati un po’ sul lungoSprea e poi dalla stazione Ostbanhof abbiamo raggiunto Alexanderplatz e poi dritti alla Lidl vicino casa per comprare la cena.
3° giorno
Oggi ci aspetta un lungo tour de force facilitato dall’acquisto della museum pass: Gemaldegalerie, Naturkunde Museum e isola dei musei. Quindi sveglia presto, colazione ricca mi ci ficca, preparazione zaini e… viaaa si parte.
Ci dirigiamo verso Potsdamer Platz e arriviamo alla Gemaldegalerie all’incirca verso le 9:00, ma è ancora chiuso quindi, avendo letto che lì intorno c’era una mostra sulla cospirazione contro Hitler (rappresentata dal film Operazione Valchiria), partiamo alla sua ricerca. Abbiamo girato intorno a quel palazzo all’incirca 5-6 volte perché non c’era nessuna indicazione chiara che segnalasse quel posto. Alla fine ce l’abbiamo fatta, la mostra comprende un cortile con al centro una statua di un uomo a simboleggiare proprio il luogo dell’uccisione dei cospiratori. All’interno del palazzo, una piccola mostra composta da pannelli che ne raccontava la storia dei personaggi, già, comunque, sufficientemente spiegata dai pannelli posti nel cortile.
Fatta l’ora di apertura della Gemaldegalerie, ci avviciniamo all’ingresso e dopo aver posato le borse nelle apposite cassettine, ci muniamo di audio guida (gratuita). La pinacoteca è enorme e piena di quadri bellissimi come “Leda”, e il divertentissimo “Proverbi Olandesi” dove è presente anche un’utilissima illustrazione che spiega ogni proverbio dov’è posizionato.
Usciti dalla Gemaldegalerie ritorniamo a Potsdamer Platz direzione nord per un più ludico Naturkunde Museum, un museo di storia naturale dove ad accogliervi ci saranno dei stupendi scheletri di dinosauro. Il museo raccoglie una quantità enorme di animali sia imbalsamati che conservati in etanolo, nonché una rappresentazione interattiva del sistema solare.Se avete bambini è particolarmente indicato (io ho Teresa J).
Lasciato il Naturkunde siamo scesi verso l’isola dei musei. Prima di affrontare la nostra visita ai musei di questa zona, ci siamo concessi una pausa pranzo, vicino al DDR, gustando i panini degli “omini con l’ombrello rosso”. Sono un gruppo di venditori ambulanti, sparsi un po’ ovunque per la città (uno l’abbiamo incontrato vicino Alexander Platz costo €1,35) vestiti di rosso e con un ombrellone, dello stesso colore, sulle loro teste che montano sulle spalle una sorta di brace per wurstel, e che vendono dei buonissimi panini stile hot dog al costo di €1,50.
Dopo esserci riposati siamo passati davanti al Berlin Dom, davvero imponente, per dirigerci verso Altes che abbiamo visto così in maniera un po’ superficiale perché non ci ha entusiasmati moltissimo. Dopo siamo passati al Neues, davvero interessante. Purtroppo però il busto di Nefertiri non è stato possibile fotografarlo, ma ciò non ci ha impedito di osservarlo e ammirarlo per un bel po’ di tempo. Bellissimo, senza null’altro da aggiungere. Successivamente siamo passati al Pergamon, dove con tutta onestà più che per l’Altare di Pergamo, che sicuramente è molto bello, vale la pena farsi un giro per la Porta di Ishtar che è stupenda. In verità tutta la parte inerente Babilonia era molto bella, un po’ per i colori, un po’ per i disegni, sicuramente è stata l’ala più bella del museo.
Infine, siamo passati per il Bodemuseum, che purtroppo vista l’ora tarda abbiamo potuto ammirare solo dall’esterno. È tardo pomeriggio, dopo aver fatto su e giù per la città e Teresa è così stanca che si sdraierebbe sulla prima panchina fuori a Bodemuseum a riposare la schiena, decidiamo di ritornare a casa per rilassarci e poi scendere a mangiare. Benedetta sia la metro che non ti da nemmeno il tempo di scendere le scale che subito passa e benedetto fu lo spazio e il confort in casa che ti permette di rilassarti e rigenerarti.
È l’ora di scendere, decidiamo di andare a mangiare da Sophieneck così da poter visitare anche gli Hackesche Hofe che Teresa, non conoscendo la pronuncia, ribattezza subito gli “Okerskereske” (?). Questa volta facciamo qualche cambio, dalla metro vicino casa nostra (Nollendorfplatz) arriviamo ad Alexanderplatz per poi cambiare e prendere la S-bahn fino a Hackescher Markt. Giriamo un po’ della Orianenburgerstrasse e della Rosenthalerstrasse godendoci l’affluenza di localini, persone che girano, turisti, caos…insomma completamente diverso da dove alloggiamo noi. Dopo un po’ di girovagare troviamo l’ingresso per questi “Okerskereske”. Mi aspettavo che tutti i cortili avessero un qualcosa di caratteristico, invece l’unico degno di nota è il primo che con la sua struttura ondeggiante mi ricorda quasi Casa Milà. Oltre ad essere il più caratteristico per la struttura dei palazzi è anche quello più vivo.
Percorriamo comunque tutti gli altri, più tranquilli e pieni di negozi artigianali e gallerie d’arte, fino a sbucare all’ultimo cortile, la cui strada arriva proprio da Sophieneck. È tardi, sono le 22.30 passate e l’unico tavolo disponibile è quello con le sedie a trespolo. Ci guardiamo, accettiamo! Ci appollaiamo sulle nostre sedie-trespolo e iniziamo a spulciare il menu. Teresa ricomincia con la solita: “ma mo come si chiamerà sto benedetto stinco di maiale”. Finchè adocchia al tavolo accanto il residuo osseo di questo stinco, così all’arrivo della cameriera, con il suo super inglese fluente, a gesti, in tipico stile LIS, indica i resti smangiucchiati nel piatto dei vicini. Sembrava avercela fatta ma la cameriera chiede qualcosa, forse un’alternativa? la cottura? il contorno? Boh, Teresa risponde qualcosa, la cameriera se ne va e lei inizia a pregare! Solo dopo scopriamo che la domanda della cameriera riguardava la modalità di cottura, se bollito o arrosto! A Teresa alla fine arriva questo stinco bollito, emaciato con tutti i contorni del caso. Buono ma non è quello che lei cercava. In ogni caso a me va sempre meglio, ho ordinato una Schnitzel (cotoletta) enorme e con una crema di funghi da far leccare i baffi. L’unica nota è che manca sempre il pane, non capisco come facciano a non farsi la scarpetta! Il conto per noi è il classico €34,00, per questi due piatti enormi e pieni di contorni e due birre grandi. Il locale è fornito anche di wifi gratuito, basta chiedere alla cameriera la passw. Io purtroppo non ho capito come impostare il tutto dal cellulare e non sono riuscito a collegarmi, ma una coppia accanto a noi con il tablet non ha avuto problemi.
Decidiamo di fare una piccola passeggiata li intorno e poi con la metro rincasiamo!
4° giorno
Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale, vengo anch’io? No tu no! Per vedere come stanno le bestie feroci e gridare “Aiuto aiuto è scappato il leoneeeee” e vedere di nascosto l’effetto che faaaaa! È mattino e Teresa zompetta per tutta casa urlando questa canzone! Eh già oggi si va allo zoo e all’acquario. A Teresa non piacciono gli zoo, non è mai voluta andarci. Ma sono riuscito a convincerla. Nemmeno a dirlo si va con la U2, sono solo due fermate e alla comodità della metro non si rinuncia. All’ingresso l’addetta al botteghino ci vende il biglietto intero ma la tirchiaggine di Teresa la spinge a chiedere il ridotto studenti €15,00 al posto di €20,00. Dopo aver mostrato il suo badge universitario, entriamo! Il parco è molto grande e ad ogni angolo ci sono le segnaletiche che indicano dove si trovano e determinati animali e grandi cartine che mostrano l’intero parco. Ovviamente per quanto possano avere tutto lo spazio a disposizione, questo sarà sempre troppo poco. Infatti per godersi il parco bisogna mettere da parte l’idea che qui gli animali soffrano per gli spazi piccoli. Le scimmie sono quelle che forse hanno gli spazi più grandi. Ma vedere gli ippopotami, le foche, i pinguini e anche leoni e puma è uno spettacolo.
Dopo aver girato per tutto il parco, aver mangiato un panino, fatto miliardi di foto e aver dato da mangiare ad alcuni uccellini non dello zoo, ci dirigiamo verso l’acquario. Questa è una struttura a più piani, divisa in acquario a rettilario. L’atmosfera semibuia e l’illuminazione data solo dagli acquari rende il tutto molto suggestivo. Ci sono pesci tropicali, baby meduse, tartarughe e tantissimi a noi sconosciuti. La parte che più ha schifato Teresa è il primo piano dove al centro c’è una pianta enorme con vari tubi che si diramano verso l’alto che a prima vista non da l’idea di essere anche un enorme casa per formiche. Se ne rende conto solo quando le faccio notare che dietro al vetro di una teca c’è un enorme formicaio e dalla cui parete si dirama un tubo esterno che porta proprio alla pianta. La cosa orribile che l’ha fatta scappare via a gambe levate verso i più sicuri ragni serrati dietro un vetro era che, volendo, le formiche sarebbero potute uscire e invadere tranquillamente tutta la sala. A parte questa parte, i piani dedicati ai rettili sono veramente belli, ci sono ranocchie dai colori fluorescenti, teche dove dentro è quasi impossibile vedere perché mantengono un’umidità interna altissima tale da creare quasi una nebbia impenetrabile, serpenti, ragni, insetti foglia, insomma veramente interessante. Lasciamo l’acquario, non prima però di averci fatto ciucciare il dito (bleah) dalle carpe che nuotano nella fontana al piano terra!
Sono le 14 più o meno ed il nostro prossimo appuntamento al Bundestag, il Parlamento tedesco, è per le 18.30.
Abbiamo ancora un po’ di tempo a disposizione. Ne approfittiamo quindi per prendere la metro in direzione Unter den Linden per un giro tra i vari negozi di souvenir. Verso le 17 iniziamo a dirigerci verso il Parlamento per assicurarci che la nostra prenotazione fatta da internet vada bene, dopo aver avuto l’ok ci rilassiamo nel parco antistante il Parlamento. Proprio per questa visita vi consigliamo, per evitare una fila chilometrica, di prenotarla prima di partire,anche perché facendolo vi offriranno anche una visita guidata in italiano e non solo l’ingresso alla cupola. Il sito è quello del Bunderstag. Il giro dura un’oretta, un’oretta e mezza ma scorre velocissimo grazie alla simpatia della guida. Il tour finisce con la visita, in piena autonomia, alla cupola che sovrasta la struttura e che ti permette di vedere un po’ Berlino dall’alto. Panorama imperdibile. Usciti dal Parlamento prendiamo il bus n°100 proprio alla fermata li accanto e torniamo dalle nostre parti per fare la spesa alla Lidle e cenare a casa.
5° giorno
Oggi sveglia presto, panini al sacco e viaaaa verso Potsdam! Questa volta prendiamo la S1, all’arrivo ci accoglie una stazione colma di negozi, negozietti, biglietterie e fortunatamente ci sono anche alcuni che distribuiscono volantini al fine di vendere tour …fortuna! Si, perché sui volantini ci sono anche delle stupende cartine che segnano i luoghi di interesse fino al parco Sanssouci. Ci sono due uscite della stazione, entrambe poi portano verso il ponte per il paese, ma solo da un lato ci sono le fermate degli autobus…scoprite voi che lato è J.
Comunque sia, noi pian pianino, grazie all’aiuto delle cartine/depliant consegnate dai venditori di tour, ci siamo avventurati verso il paese. Passiamo prima per il quartiere olandese e Teresa per purissimo “caso” si ritrova a imboccare una stradina che ci porta proprio davanti a “La maison du chocolate”, una pasticceria ‘godurissima’ dove dopo esserci guardati per mezz’ora la vetrina decidiamo di sederci sulle bellissime panche in legno, all’esterno, e al sole goderci due fette di torta. Teresa prende una torta, penso, con tremila e un strato di cioccolato (truffle: 4,50) e con sopra delle specie di tartufi, ovviamente al cioccolato, mentre io prendo una più modesta torta di mele (apple pie: €3,50). Il totale, assieme a due bicchieri d’acqua, è stato di €10,50. C’è andata bene considerato i prezzi esorbitanti dell’acqua a Berlino!
Alzati gli zuccheri riprendiamo cartina in mano e ritorniamo sui nostri passi fino ad arrivare all’ingresso del parco. Sconsiglio vivamente di affittare la bici, convinti magari di girare per il parco con il vento nei capelli e la gonna svolazzante, perché appena varcato l’ingresso fatto un po’ di strada un bellissimo cartello vi si parerà davanti e vi obbligherà a lasciare la vostra due ruote legata agli appositi aggeggi e proseguire a piedi come tutti i comuni mortali, senza vento nei capelli e gonna svolazzante!
Arriviamo quindi all’ingresso, che oltretutto è un po’ anonimo, ma basta percorrere un po’ di strada per ritrovarsi davanti la bellezza e la maestosità dello Schloss Sanssouci, le viti danno un colore che a Teresa ricordano tantissimo la casa vacanze della Principessa Sissi che visitò a Corfù. Noi non l’abbiamo visitata internamente, ma abbiamo preferito goderci il parco senza perdere tempo nel fare file e vedere gli interni. Abbiamo girovagato quindi per il parco e seguito la via principale fino ad arrivare alla Casa Cinese, carinissima dalle rifiniture d’orate e con la sua forma tonda che ricorda tantissimo un carillion, e all’Orangerie dove abbiamo approfittato delle panche per fermarci a mangiare qualcosa. Eh beh mangiare con la vista dell’Orangerie non è cosa da tutti i giorni. In verità Teresa avrebbe voluto sfamarsi, vichingamente, sulle panchine in marmo davanti allo Schloss Sanssouci ma fortunatamente sono riuscito a farla rinsavire.
Decidiamo di non arrivare fino in fondo al parco perché siamo stremati, quindi ripercorriamo la strada, ma questa volta dal retro per trovarci sulla parte alta dello Schloss. Ed è proprio qui che assistiamo all’azzardo di due genialopodi al lavoro. Bisogna sapere che della parte alta dello Schloss si può scendere giù o attraverso le scale centrali oppure ai lati ci sono delle rampe, molto in pendenza, separate le une dalle altre da una parte piana. I suddetti genialopodi con un furgoncino con un assetto bassissimo decidono, per tagliare e non farsi tutto il giro dall’esterno (dietro lo Schloss c’è una strada percorribile con le macchine), di scendere dalle rampe. Tempo due secondi che vedo Teresa sgranare gli occhi e dire “ma sti due so proprio idioti” che le ruote davanti scendono, la parte centrale del furgoncino rimane incastrata sulla pendenza e la marmitta si stacca facendo spegnere tutto. Dopo esserci fatti due risate sulle disgrazie altrui, scendiamo e ci dirigiamo verso l’uscita.
Al ritorno percorriamo la stradina pedonale proprio di fronte alla Porta di Brandeburgo ( si , c’è ne una anche a Potsdam), piena di negozietti carini, fino ad arrivare alla fermata del bus che ci ha portato alla stazione. L’idea iniziale era quella di andare anche al lago Wannsee per riposarsi e fare un giro in battello (gratis per i possessori di biglietti BVG), purtroppo però la stanchezza si faceva sentire e ormai erano passate le 16 quindi abbiamo pensato fosse troppo tardi per una sosta al lago. Peccato!
Ritorniamo quindi a casa per riposarci un po’ e poi scendere per cena.
Questa sera decidiamo per un locale che in molti diari di viaggio consigliavano per la bontà del cibo: Max und Moritz! Prendiamo la metro e scendiamo nei pressi di oranienstrasse, qui è completamente tutto diverso ( forse perché era la berlino est di un tempo?).
Dove abbiamo noi la casa le strade sono immense, hanno 4 corsie che sembrano più un’autostrada che una strada di città, è tutto pulito e ordinato invece qui è completamente diverso. Una miriade di bar, baretti, localini, tutti attaccati l’uno all’altro, un sacco di ragazzi, moltissimi dei quali italiani. Le strade non sono per niente enormi ma più a misura d’uomo che di casello autostradale. C’è da dire però che è anche più sporca, le pareti dei palazzi sono tutte tappezzate di volantini, molti sono ubriachi persi, altri si divertono a sparare botti per strada (il che devo dire che quest’ambientazione lasciata un po’ al caso mi riporta moltissimo a casa mia), e in alcuni giardinetti sono accampati dei ragazzi che non capiamo benissimo cosa ci facciano lì ma comprendiamo, dai manifesti legati alle staccionate, che mostrano un certo interesse verso gli immigrati che dalla Libia, o comunque paesi vicini, sbarcano sulle nostre coste. Comunque sia è bello passeggiare per quest’altra faccia di Berlino.
Arriviamo alla nostra meta e dopo che il cameriere (oh ce l’hanno a vizio sta cosa di avvisare il cliente prima ancora che dica A) ci avvisa che per mangiare ci sarà da attendere una mezz’oretta, ci accomodiamo al tavolo.
Il locale mi da l’idea di una mensa aziendale, c’è una sala grande con un soffitto altissimo e con alcuni tavoli molto distaccati tra loro. È un po’ spoglia a parte qualche allestimento al bancone di ingresso, ma a noi importa ben poco, dato le recensioni super positive trovate in rete. Io prendo la mia amatissima cotoletta viennese, mentre Teresa prende un misto di carne altrettanto buonissimo. Eh già per questa sera la sua guerra allo stinco di maiale prende una pausa per una più certa e saporita cena. Solito conto di €36,00 per i due piatti sostanziosi e le due birre grandi.
Stasera decidiamo di fare i giovani e, grazie anche al fatto che dopo la visita a Potsdam siamo tornati a riposarci, invece di tornare a casa, spendiamo le nostre ultime tacche di energia per andare a bere qualcosa da Badeschiff, una bellissima piscina sulla Sprea che purtroppo, causa poco tempo a disposizione e troppo cose da fare, non siamo riusciti a visitare di giorno per farci un bagno.
La zona è molto caratteristica, ci sono bar e baretti che sul fiume hanno montato delle piccole terrazze in legno e grazie a delle semplici lucine colorate che percorrono tutti e due i lati del fiume, creano un’atmosfera particolare e suggestiva. Noi però più che per questi baretti siamo diretti a vedere la piscina che, per raggiungerla, bisogna passare per un vicoletto piccino e una volta oltrepassata una zona che penso fosse una vecchia rimessa per barche, si arriva a destinazione. Il locale ha un bel potenziale, la sabbia, la piscina, lo spazio, ma non capiamo se è perché non c’è una serata, se è proprio il mood del bar ma era un tantinello smorto. In più appena varcati il cancello, l’addetto ci informa che stava quasi per chiudere (erano le 22.50), noi entriamo lo stesso e dopo esserci presi una biretta al bar ci godiamo la tranquillità del posto. Ci sono pochi altri ragazzi, ma non so se per pietà o altro il proprietario alla fine rimane aperto fino alle 23.45, orario in cui decidiamo anche noi come gli altri, di alzarci e andare via.
Ritorniamo a casa perché domani ci aspetta una lunghissima e “pesantissima” giornata.
6° giorno
È il gran giorno, prevediamo già che sarà pesante ma il desiderio di vedere con i nostri occhi è più grande. Oggi si va al campo di concentramento di Sachsenhausen a 35km da Berlino prendendo la S1 da Potsdamer Platz in direzione Oranienburg. Una volta scesi dal treno ed usciti dalla stazione ci può arrivare al campo o prendendo il bus oppure andando a piedi e sono all’incirca 2km. Noi abbiamo deciso la seconda modalità, quindi una volta usciti dalla stazione abbiamo girato a dx e seguito le indicazioni. Una volta arrivati abbiamo preso l’audioguida (€3,00) lasciando un nostro documento di riconoscimento; almeno l’audioguida penso sia fondamentale, per le spiegazioni, gli approfondimenti e, soprattutto, le interviste fatte a vecchi prigionieri sopravvissuti. Dico solo che almeno una volta nella vita bisogna visitare questi luoghi per non dimenticare le barbarie fatte. Stop! All’uscita decidiamo di aspettare il bus per ritornare alla stazione, fortunatamente gli orari sul tabellone sono precisi al secondo, e il bus arriva puntualissimo.
Arrivati a Berlino decidiamo di affittare le bici e rispetto a tutti gli altri noleggi (€12 al giorno, dalle 08:00 alle 22:00) troviamo un negozio di souvenir, City Market in Wilhelmstrasse, dove per €10 ce l’affitta per 24h, quindi prese all’incirca alle 16:00, le riporteremo alle 16:00 di domani. Paghiamo, lasciando la carta d’identità e iniziamo a prendere confidenza con le piste ciclabili.
Devo dire che girare con la bici è tutt’altra cosa, passiamo da nord a sud, da est a ovest della città con tutta comodità. Giriamo per il bellissimo Tiergarten e subito dopo ripassiamo per l’isola …insomma gran bella cosa la bici. Ritorniamo a casa solo per posare alcuni souvenir comprati in giro e poi via di corsa di nuovo a pedalare per la bellissima città che offre tantissime piste ciclabili che ci permettono di avere spazi tutti nostri. Inoltre riuscire a visitare tutta la città di sera potendosi muoversi velocemente è eccezionale.
Per la sera decidiamo di andare verso la Gendarmenmarkt, per quella che reputeremo la piazza più bella di Berlino, per goderci le chiese illuminate e mangiare da Lowenbrau.
Qui Teresa decide di assaggiare i Bratwurst, mentre io prendo una tagliata di maiale. Assaggiamo anche il Pretzel, dato che giorni prima non eravamo riusciti a fermare un venditore ambulante nei pressi del Quadrilatero che ne vendeva di enormi. Il conto nemmeno a raccontarlo è stato il solito €35,oo per i due piatti, due birre e il pretzel.
Usciti dal locale ci godiamo un po’ la città di sera in bicicletta.
7° giorno
È mattino e Teresa mi chiede di accompagnarla al Dm (una catena di cosmetici), inizio a pensare ad un modo carino e gentile per dirle che non ho nessunissima intenzione di girare per un supermercato a comprare smalti e trucchi vari ma fortunatamente, dal mio sguardo “entusiasta” capisce e ci diamo appuntamento dopo un’oretta fuori al supermercato così io mi rilasso mentre lei passa da uno stand a un altro. Oggi è giornata dedicata ai souvenirs.
Ci incontriamo quindi dopo un’ora fuori al suddetto Dm vicino la metro Wittenbergplatz vicino casa nostra e ci dirigiamo verso Potsdamer Platz per acquisti vari ed eventuali da portare a casa. Passiamo da Lego Land, per l’ennesima volta sperando che avessero riassortito, perché cercavamo un personaggio di Guerre Stellari. Siamo fortunati, hanno riassorbito e lo troviamo, l’arraffiamo al volo. Prossima tappa il negozio Ritter Sport dove facciamo incetta di cioccolata, qui le confezioni di cioccolata, il solito quadrato, costano €0,85, altre più grandi €1,20, poi c’è la possibilità di creare delle bustine (100gr 1,39) con dei mini Ritter scegliendo i gusti che più piacciono e poi c’erano confezioni di ogni genere tra cui una da 2kg a €13 dove all’interno c’erano pezzi di ogni tipo e misura (ne ho contati 18 della misura normale, 4 grandi e un paio mini…ma le confezioni erano create di vari tipi). Inoltre si può creare il Ritter Sport personalizzato con il proprio gusto preferito (c’erano anche gli orsetti gommosi, fragole a pezzi e tante altre cose). Passiamo insomma buona parte della giornata dedicarci agli acquisti.
Alle 16:00 ritorniamo dai nostri amici cinesi da City Markt, riprendiamo la carta d’identità e lasciamo le nostre adoratissime bici.
Passiamo per casa a rifare i bagagli e dopo aver messo tutto in ordine riscendiamo a piedi.
Per cena ritorniamo da Sophieneck e questa volta Teresa ottiene quello che ha sempre desiderato, basta simil simmenthal, basta maiale bollito anemico…questa sera si mangia il vero stinco di maiale arrosto con un’ottima crema di funghi. Stasera si ordina: ROAST KNUKLE e MUSHROOM!
Per lei il godimento, dopo giornate a ordinare cibo a caso, pur di beccare lui!
È tardi ma essendo l’ultima sera vogliamo giocarcela finchè non collassiamo sfiniti, decidiamo di andare verso la Porta di Brandeburgo perché stasera (e domani) ci sarà il concertino J
Ignoriamo chi siano i cantanti tedeschi, ma arrivati alla Porta ci accorgiamo che l’organizzazione è il massimo, cartelloni che indicano gli orari in cui cantano i vari artisti sui vari palchi (ben 4 distribuiti per tutto il Tiergarten), controllo zaini per varcare le transenne, ragazzi che distribuiscono migliaia di bracciali fluorescenti gratis, migliaia di persone tutte a cantare e divertirsi…insomma veramente stupendo. Peccato che non conosciamo le canzoni ma il fatto che moltissime persone sappiano le parole dei testi ci fa pensare che la cantante che salta sul palco non sia del tutto sconosciuta. Rimaniamo qui a goderci lo spettacolo fino alle 23:00 orario in cui il concertino finisce e noi dopo aver bivacchiato un po’ per il Tiergarten, ritorniamo alla metro per andare a casa.
8° giorno
Sveglia all’alba, e bus fuori la metro zoo direzione aeroporto… si torna a casa! Berlino ci è piaciuta per l’atmosfera pacata anche se si è tra un mare di persone, per il suo passato che non va dimenticato, per i suoi parchi ritempranti, per la sua organizzazione, e per tante altre cose che lascio alla vostra curiosità. Insomma, buona Berlino a Tutti!
CONSIGLI (rubrica a cura di Teresa)
* Per le ragazze e gli acquisti di make up e saponi: le catene DM e Rossman offrono prodotti buoni ed economici che in Italia non si trovano. Alverde e Alterra sono marchi, propri delle catene, del tutto bio. I prezzi si aggirano intorno ai €2-€3 per i bagnoschiuma e saponi e €1-€4 per il make up. Altro marchio ottimo per il make up è P2 che si trova alle catene DM, i prezzi non superano mai i €4 e sono ottimi.
* Riciclo: approfittate del vuoto a rendere, noi abbiamo sperimentato alla Lidl sotto casa nostra. Praticamente quando si acquistano bottiglie di plastica, di vetro, barattoli ecc si paga una sorta si sovrattassa oltre il prezzo normale del prodotto, che vi verrà restituito se riportate indietro la bottiglia vuota. Noi come dicevo abbiamo sperimentato quello alla Lidl giù casa portanto le bottiglie di plastica vuote, per ognuna abbiamo avuto €0,25, la scelta era o riaverli a soldi oppure avere una sorta di scontrino con l’importo che alla cassa scalano se compri qualcosa. Noi abbiamo acquistato per un importo inferiore a quello dello scontrino e la differenza ce l’hanno ridata a soldi.
* Bici: se le giornate lo permettono affittatela, vi godrete la città appieno, senza stancarvi e pedalando con calma riuscite a girare tutta la città su e giù con tutta la comodità del mondo, senza dover scendere e salire dalla metro che anche se precisissima, e il massimo da aspettare è 4/5 minuti di orologio, comunque evitate di camminare e stancarvi. Noi siamo andati da City Market, un negozio vicino al Memoriale dell’Olocausto, perché è stato quello più conveniente che siamo riusciti a trovare.
* Casa/Hotel ecc: il mio consiglio è, indipendentemente da che zona preferite, trovarlo vicino la metro perché la metro è indispensabile. La città è troppo grande per visitarla tutta a piedi e considerata la puntualità e la precisione dei treni è bene approfittarne. In ogni caso da quello che ho visto, la zona dove stavamo noi (a sud-est dello zoo, Kleiststrasse incrocio con Eisenacherstr.) era molto pulita, ampia, nuova, e con alcuni locali dove poter mangiare e bere, ma non tantissimi.
* Esiste un centro?: la domanda che mi sono posta quando abbiamo scelto Berlino. La risposta non l’ho trovata prima di partire.
Molti racconti che leggevo dicevano che non esiste un vero centro ma più centri, questo è vero ma è anche vero che la zona Mitte e dell’isola è quella più ricca di cose da vedere a livello di musei e punti d’interesse.
La zona Kreuzberg pullula di localini, bar, baretti, feste giovani …insomma è, assieme alla zona di Friedrichshain, quella più ricca di vita notturna. Ovviamente questo in base a quello che noi siamo riusciti a vedere. Se siete ragazzi e volete fare l’alba tutte le sere bevendo e stando per strada, intorno a oranienstrasse c’è quello che cercate.
Meno “scapigliata” ma altrettanto viva la zona intorno agli Hackesche Hofe e Kollwitz plaz.
Sapevamo che anche Savignyplatz era una bella piazza piena di localini, nella zona ad ovest dello zoo, ma per questioni di tempo non siamo riusciti a passare.
In ogni caso la metro è aperta dal lunedi al giovedi fino alle 00.30, mentre il week end fino alle 4:00.
* Bus turistici: evitateli come la peste perché per la città girano i comodissimi n°100 e n° 200 che passano spessissimo e girano per tutti i punti di maggior interesse della città, il tutto al comodo costo del semplice biglietto del bus.
*Abbonamento: fatevi i vostri conti per bene mettendo a confronto la Berlin Welcome Card e la BVG, perché la prima copre al massimo 5gg e non permette l’ingresso ai musei del Quadrilatero, mentre la BVG compre anche 7gg e comprando anche la Museum Pass valida 3gg potete girare tantissimi musei compresi quelli del Quadrilatero.
*Cibo: a Berlino si mangia dappertutto. Non c’è strada dove non ci sia ristorante,taverna,fast-food,chiosco,ambulante che vi proponga il loro menù. Potete trovare cucine dei più svariati paesi del mondo, da quelli asiatici a quelli americani, e quindi anche per tutte le tasche. Basta scegliere secondo i propri gusti.
Noi siamo rimasti fedeli alla cucina di casa. Tra le cose più gustose la cotoletta (schnitzel),lo stinco di maiale (roast knukle),il bratwurst.
Da segnalare l’ultimo piano del c.c. Kadawe dove si può trovare davvero di tutto. Forse anche troppo grande e dispersivo. Per il resto dei piani sottostanti è completamente inutile a meno ché il vostro cognome non sia Onassis.