Seychelles, fare l’amore con la natura ogni giorno…
Dopo questa premessa racconto il mio viaggio provando a dare delle indicazioni concrete e utili. Siamo partite in 2 da Malpensa viaggiando di notte, con scalo ad Abu Dhabi ed arrivando a La Digue alle 16 del giorno dopo. Il viaggio è impegnativo visto il cambio di 3 aerei ma a La Digue bisogna per forza andare almeno 1 volta nella vita.
La Digue è quel posto che ti rapisce, che ti cattura, che ti seduce e ti lascia un ricordo indelebile nel cuore. Se cerchi il vero senso del viaggiare, lo scoprire nuovi meravigliosi dettagli sfornati da Madre Terra, il godere di aspetti di vita che noi occidentali abbiamo ormai dimenticato, bhè allora La Digue ti farà un regalo indimenticabile.
Abbiamo soggiornato 5 giorni al Patatran Village, struttura a Nord dell’isola. Pregi e difetti che dipendono dai singoli punti di vista. Io cercavo uno scenario unico al risveglio ogni mattina e non mi sono preoccupata delle pedalate in più che dovevo affrontare ogni giorno per spostarmi. La struttura infatti è decentrata rispetto al cuore dell’isoletta e quindi comporta degli spostamenti in bici che per me sono stati un modo per osservare, ammirare, gustare quel paesaggio che ancora oggi ho negli occhi.
Per altri possono rappresentare un difficoltà invece da non voler affrontare in vacanza e quindi consiglio altre strutture vicine al porto, sicuramente più comode. Ci sono diverse soluzioni di diverso livello.
Per vivere La Digue al meglio è bene munirsi subito di un’ottima bici dal super Tin Tin che si trova sulla strada che dal porto conduce al parco L’Union Estate, proprio sulla curva prima del parco. Con le bici puoi girare tutta l’isola e fermarti frequentemente, assaporando i ritmi lenti ed accoglienti che si respira su tutta l’isola.
Ho visitato tutte le spiaggie; da Grand Anse con le sue forti correnti e le onde maestose, a Petit Anse attraversando il sentiero ben indicato che si sviluppa tra le due Anse, fino a giungere ad Anse Cocò, pomeriggio impegnativo ma di notevole soddisfazione. Sulla via del ritorno mega frullato al banchetto di Kingsley, un ragazzo locale con cui siamo rimaste piacevolmente a chiacchierare. Papaja, mango, cocco, bananine, golden apple, star apple (ect) hanno riempito di gusto ogni giornata a La Digue.
Le spiagge a Nord che sono di un fascino di altri tempi, da Anse Patates ad Anse Banane, da Anse Fourmis ad Anse Caiman. Nell’ultimo tratto di strada si trova un baretto dove vivono in libertà tartarughe di terra, altro elemento caratteristico dell’isola.
Il fenomeno dell’alta e bassa marea ti regala la stessa spiaggia, nello stesso giorno, come se fosse un’altra spiaggia. L’esempio di Anse Source d’Argent è eclatante. L’ho vista al mattino con l’alta marea, con una luce, dei colori, delle ombre e un certo numero di persone…nel pomeriggio tutto è mutato in modo incredibile: dai massi granitici, all’acqua dell’Oceani, alla luce del sole, allo spazio concesso dalla bassa marea, tutto si è trasformato e la Natura mi ha regalato uno spettacolo senza uguali. Posso affermare che è in assoluto nei miei viaggi, uno dei luoghi che più mi ha emotivamente coinvolto, impressionato, stupito…due occhi sono pochi per cogliere le infinite sfumature che quel luogo può regalarti. E non ci si può stupire se poi si legge che è uno dei posti più fotografati al mondo. Come minimo! Ti viene voglia di trasferirti lì, di vivere su quella spiaggia solo per osservare ora dopo ora il mutare di ogni angolo.
Insomma credo di aver reso il concetto…
Detto ciò non tralascio ovviamente le altre spiagge dell’isola, ossia Anse Severe e Anse Reunion e il Bellevue da raggiungere assolutamente per vedere l’isola dall’alto ma anche per ascoltare in silenzio il vivere quotidiano delle specie di uccelli che popolano La Digue. Spettacolare e di ciò ringraziamo sempre Madre Natura.
Per pranzare e cenare ci sono numerose opzioni, dalle più economiche come le piccole botteghe con prodotti locali ai ristoranti più attrezzati e raffinati. Dal Gregories all’Ocean Restaurant, dai tanti Take away al ristorante Le Pecheur, (all’interno del La Digue Island Lodge). Le scelte sono infinite e tutto dipende dallo standard soggettivo che ogni singolo turista adotta durante le vacanze.
Sono stata anche a Praslin ma sinceramente non ho subito l’incanto magico e travolgente di cui ho appena raccontato. Si respira già un’aria più occidentale, più turistica, meno naturale e selvaggia. Questo non vuol dire che le spiagge siano da meno o che l’accoglienza non sia seychellese.
Certo che se a La Digue almeno una volta nella vita BISOGNA RECARSI, a Praslin non è indispensabile secondo il mio modestissimo punto di vista.
Per ogni ulteriore consiglio sono a disposizione, non mi dilungo con prezzi, voti, posti si e posti no facendo una mera classifica dei posti che ho visitato per non far scadere questo scritto che vuole essere un inno al puro senso del viaggiare, dello scoprire cose nuove che sappiano regalarci emozioni nuove non ancora provate.
Buon viaggio dentro e fuori di voi.