Cuba, un paradiso terrestre che sembra vivere nel passato

Una settimane intensa alla scoperta di questo paese misterioso, tra paradisi terrestri, città magiche e musiche da ballare.
Scritto da: Nikicol
cuba, un paradiso terrestre che sembra vivere nel passato
Partenza il: 02/01/2010
Ritorno il: 10/01/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Io e mia zia, la mia seconda compagna di viaggio preferita (il primo è il mio fidanzato, che si merita il primato anche solo perché è il mio fidanzato!!!) decidiamo di passare la befana al Caldo e optiamo per Cuba. Partiamo da Milano e dopo circa dodici ore facciamo scalo all’aeroporto dell’Avana, come in tutti gli scali non possiamo uscire ma la sensazione di essere a Cuba ci ha già pervase: il soffitto è colmo di bandiere colorate di tutto il mondo, i negozi vendono perlopiù sigari, rum e caffè e al bar ci vendono una “Tu-Kola” un tentativo cubano di Cola. Dopo un paio d’ore saliamo nuovamente sull’aereo che ci porterà alla nostra destinazione finale: Cayo Largo. La prima cosa da dire su Cuba è che gennaio non è il periodo ideale se si vuole avere il caldo assicurato, quando il cielo si annuvola serve una felpa anche durante il giorno ma noi, tutto sommato, siamo state fortunate perché a parte un paio di giorni nuvolosi, che abbiamo sfruttato per visitare le città dell’isola, ci siamo godute il mare e il sole. Arrivate all’aeroporto di Cayo Largo troviamo ad accoglierci un gruppo di cubani che suonano e ballano le loro musiche caraibiche e subito capiamo lo spirito di quest’isola meravigliosa: “i cubani non si spostano camminando, si spostano bailando”. Dopo un breve tragitto in autobus arriviamo stanche dal viaggio all’ora di cena e dopo il nostro primo pasto al Gran Caribe Playa Blanca ce ne andiamo a letto.

Il giorno seguente lo usiamo per guardarci intorno, rilassarci e organizzare le escursioni che ci permetteranno di vedere Cuba in maniera soddisfacente anche se abbiamo a disposizione una sola settimana. La spiaggia del villaggio è splendida, sabbia bianchissima e mare cristallino, il mare caraibico che ogni turista si auspica di trovare. Il villaggio è molto carino è il cibo è ottimo, ma a noi, in realtà, poco importa, perché già sappiamo che nel resort passeremo poco tempo. Passiamo la nostra prima giornata nel più totale relax a goderci lo spettacolo naturale che ci circonda, stranendoci un po’ degli addobbi natalizi allestiti per il villaggio, ma in fondo Natale è passato da poco.

Il giorno successivo il tempo è incerto così partiamo alla volta dell’Havana con la gita organizzata dal tour operator. Per arrivare nella capitale andiamo all’aeroporto per prendere il volo interno, cosa sconsigliata per chi ha paura dell’aereo: il Gate è minuscolo e i cancelli vengono chiuso con dei lucchetti, l’aereo altrettanto piccolo; trasporta una decina di persone e la hostess che passa a offrire delle caramelle deve chinarsi per non sbattere contro il soffitto e, io, che ero in prima fila, allungando la mano avrei potuto toccare la testa del pilota. Nei momenti di decollo e atterraggio l’aeromobile fa un rumore assordante e non da di certo sensazione di stabilità ma noi, che non abbiamo paura, ci godiamo questa esperienza quasi fantozziana, condita dalla simpatia insuperabile del popolo cubano (dal pilota alla ragazza delle pulizie de villaggio, tutti hanno una battuta spiritosa da sfornare). Arrivati finalmente nel cuore di Cuba seguiamo la guida che ci porta nei luoghi di maggior interesse della città e ci spiega la storia. Chiaro, solo all’Havana dovremmo passarci una settimana ma in una giornata completa riusciamo a vedere le cose più importanti. Partiamo da la plaza de la Revolucion, costruita durante la dittatura Batista, nella quale possiamo ammirare il memoriale a José Martì, il ministero degli interni su cui svetta l’immagine dell’eroe nazionale, il Che e un altro edifico governativo speculare su cui campeggia l’altro eroe popolare Camilo Cienfuegos. Tutto intorno a noi c’è una città che sembra vivere nel passato: edifici vecchi e automobili degli anni cinquanta. Per restare in tema la guida, una giovane cubana con una grande passione per il suo lavoro, ci porta a vedere l’Havana vecchia, un luogo incantato. La parte più bella della città, circondata da edifici barocchi, un angolo di mondo che non si è in grado di paragonare a nessun altro, nel quale possiamo visitare la cattedrale di san Cristobal, una delle più antiche cattedrali cattoliche del mondo, che ti da la sensazione di trovarti nel passato. Nel dintorni facciamo tappa al “Floridita” il bar preferito da Hemingway, sempre pieno di gente e rallegrato dalla musica cubana, presente in ogni locale Proseguiamo sul lungo mare fino a “El Morro” un piccolo castello che aveva lo scopo di difendere la città dagli attacchi esterni, tutto intorno una muraglia e dei cannoni che puntano verso il mare aperto. Dopo pranzo andiamo a visitare una fabbrica di sigari in cui la guida ci spiega come avviene la produzione e ci mostra i passaggi e facciamo tappa nell’altro locale cubano famoso: “la bodeguita del medio” e mentre sorseggiamo il Mojito più buono della nostra vita ci guardiamo intorno e cerchiamo di riconoscere i visi dei famosi che sono stati lì, le pareti, infatti, sono piene di foto delle personalità che hanno scelto di bere un cocktail nel locale più copiato del mondo. Dopo un paio d’ore di libertà per perdersi nelle vie della città ricolma di musica e colori torniamo (con un altro volo che potrebbe tranquillamente essere inserito in un film comico) a Cayo Largo, lasciando nella capitale di quest’isola che sembra appartenere al passato, un pezzettino del nostro cuore.

Il terzo giorno ci svegliamo di buon ora per una nuova gita, questa volta via mare. Con un gruppo di turisti ci rechiamo alla marina di Cayo Largo e partiamo, a bordo di un catamarano, per dedicare la giornata alle ricchezze naturali vicine all’isoletta sulla quale soggiorniamo. Attraverso una meraviglioso canale tra le mangrovie si parte alla volta di Cayo Iguana, un’isola stupefacente, il cui paesaggio si può definire lunare, abitata unicamente dalle creature che le hanno dato il nome. Dopo una sosta su quest’isola selvaggia di circa mezz’ora ripartiamo sul catamarano per fermarci poco dopo per fare snorkeling in una zona abitata da molti pesci e coralli, una sorta di paradiso sottomarino che ogni essere umano dovrebbe vedere almeno una volta nella vita. Dopo l’incontro ravvicinato con gli abitanti del mare ritorniamo sulla barca per il pranzo: aragosta per tutti, e non credo sia necessario aggiungere altro. Il giro si conclude in una piscina naturale, un’ incantevole secca in mare, dove l’acqua ha un colore particolarmente turchese, un luogo in cui si può vedere unicamente la natura: sabbia che sembra borotalco e mare indescrivibile. Nel tardo pomeriggio ci avviamo verso casa, lasciandoci alle spalle il terzo giorno di questo viaggio ricco di emozioni.

Prima di cena, però, ci fermiamo a goderci gli ultimi momenti della giornata nella spiaggia del villaggio e ci godiamo uno spettacolo non previsto che ci fa innamorare: un tramonto colmo di colori indescrivibili; il sole che sta calando rende il cielo rosso come il fuoco e il buio in arrivo fa risaltare ogni sfumatura possibile.

Il giorno seguente ci svegliamo di buon ora per recarci all’aeroporto nel quale prenderemo un altro, rocambolesco, volo interno. Destinazione: isola della Gioventù. Non è tra i luoghi più famosi di Cuba, anche se è molto ricca di cultura, storia e natura. E’ una tra le isole su cui approdò Cristoforo Colombo, precisamente il 13 giugno del 1494. Visitiamo, come prima cosa, l’allevamento di coccodrilli, gli unici ospiti di questo parco, oltre alla vegetazione rigogliosa, sono questi grossi rettili. Ce ne sono di tutte le età; dai cuccioli agli adulti lunghi quasi due metri. Ci spiegano come si svolge la loro vita, che può durare quanto quella di un uomo, e ci mostrano come catturare un coccodrillo senza ferirlo: premendo contro i suoi occhi, in quel modo, gli esperti del parco, riescono a prenderli e curarli quando è necessario. Proseguiamo verso il Presidio Modelo, la prigione in cui fu imprigionato Fidel Castro, una costruzione ormai decadente nella quale rimangono, però le stanze di detenzione, minuscole e completamente vuote e la “sala” dove i detenuti consumavano i loro pasti. Dopo questa visita storica ci dirigiamo in un luogo d natura e andiamo ad ammirare Playa Bibijagua una spiaggia con la sabbia nera. Dopo il pranzo andiamo nel capoluogo dell’isola: Nuova Gerona, una cittadina in buono stato con edifici relativamente nuovi grazie alla quale possiamo avere uno scorcio della vita vera dei cubani, vediamo molti bambini che tornano da scuola con le divise, alcuni negozi con cubani che comprano e cubani che vendono, inoltre vediamo molti cittadini che vanno a ritirale il pane che gli spetta, perché come ci spiega la guida a Cuba c’è “la tessera del pane”.

Torniamo a casa con l’ormai consueto volo interno, l’ultimo del nostro viaggio, e passiamo la serata nel villaggio godendoci un sorso di rum cubano, per la mia esperienza, il migliore del mondo.

Il quinto giorno ci svegliamo con un cielo coperto, ma non ci facciamo scoraggiare e con un autobus di linea ci rechiamo alla marina a vedere l’allevamento di tartarughe. un luogo carino per gli amanti degli animali in cui si possono ammirare le tartarughe d’acqua, ci sono diverse piscine con tartarughe di diverse età in ognuna, dalle minuscole tartarughe appena uscite dal guscio, fino alle più grandi, ormai adulte. Facciamo un giro per la marina, dove diamo un’occhiata ai negozietti e alle bancarelle che vendono artigianato locale e prodotti tipici e poi… esce il sole. Decidiamo quindi di tornare nel villaggio e goderci la mezza giornata che ci rimane, perché, quando torneremo a casa, avremo a che fare con piumini e sciarpe.

Il sesto giorno prendiamo il trenino gratuito che ci porterà alla volta delle due spiagge più belle di Cuba: Playa Sirena e Playa Paraiso. Sono due spiagge adiacenti che descrivere è davvero impossibile: acqua turchese, spiaggia bianchissima che si estende in lunghezza, un giorno ad assaporare le bellezze naturali di Cayo Largo ci sembrava doveroso. Passiamo lì l’intera giornata, tra bagni, passeggiate e sole e pranziamo in un ristorantino sulla spiaggia che, con una cifra che corrisponde a venti euro, ci serve aragosta, birra (e la birra dei caraibi non è affatto male) e un ricco buffet di verdure. Un pranzo memorabile: con i piedi nella sabbia fresca e un panorama mozzafiato di fronte a noi, un momento di quelli che vorresti non finissero mai.

Il settimo giorno, purtroppo, arriva sempre troppo in fretta e tra valigie e adempimenti di questioni pratiche non ci rimane molto tempo se non per un po’ di sole e qualche bagno, perché, l’ultimo giorno in questo luogo incantato è senza dubbio da dedicare alla natura, che alla fine, è sempre il più grande spettacolo.

Ripartiamo nel tardo pomeriggio con un po’ di malinconia e tanta voglia di raccontare, a chi ancora non ha visto questo paese, cosa il nostro pianeta ha da offrirci. Arriviamo in una Milano buia e piovosa, stanche ma molto felici, con una grossa fetta di cuore in meno eppure tante emozioni in più, ripromettendoci, silenziosamente, che prima o poi, ritorneremo.

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L'Aragosta mangiata con i piedi nella sabbia

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Un mojito a la bodeguita del medio

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La spiaggia del villaggio

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Il tramonto da togliere il fiato

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La prigione in cui fu arrestato Castro

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L'iguana nella sua isola

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Piscina naturale

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Studentesse cubane

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Mia zia si gode lo spettacolo di playa Sirena



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