Un giro in Normandia
Prima tappa del nostro viaggio è Le Mont Saint Michel che dista da Beauvais quasi 4 ore di viaggio. Prima cosa che notiamo una volta usciti dall’aerea dell’aeroporto è la numerosa presenza di autovelox, sia fissi che con pattuglie di vigili ben nascosti dietro siepi e case, e addirittura autovelox non segnalati lasciati sulle macchine ai bordi della strada. Inutile dire che i francesi, sono molto rispettosi dei limiti di velocità, che però al contrario delle strade italiane sono ben distribuiti (una strada extraurbana può avere il limite dei 110, mentre in alcuni centri abitati si trovano delle aiuole praticamente in mezzo alla strada che obbligano l’auto a rallentare).
Tra paesini e drittissime strade in mezzo ai boschi, tutte curatissime, arriviamo a prendere l’autostrada: in Francia il pedaggio è un importo fisso per cui ogni tot di km si trovano delle barriere in cui bisogna fermarsi e pagare.
Una volta arrivati in prossimità di Le Mont Saint Michel andiamo subito a depositare i bagagli nell’hotel, prenotato tramite booking.com. Una camera ci costa 39 euro, doccia e lavandino in camera e servizi in comune a tutto il piano (circa una dozzina di camere). Si chiama Saint Georges Hotel e dista circa 12 km da Le Mont Saint Michel.
Sbrigate le formalità partiamo subito, smaniosi di arrivare e quello che ci aspetta va al di là di ogni immaginazione: si perché per quanto me lo possa essere immaginato bello e suggestivo, averlo lì davanti è un’emozione unica, una bellezza, una magia che toglie il respiro. Magia che aumenta con il tramontare del sole, una sensazione unica. Parcheggiamo l’auto dopo aver ben guardato quando il parcheggio sarà sommerso dalla marea, e ci dirigiamo a piedi presso la Porte Du Roi, ingresso principale alla città. Il posto è unico, vie strette attorniate da case in tralicciato, negozi, ristoranti e dai bastioni vista mozzafiato dell’oceano intorno con i suoi cambiamenti di marea che un momento fa vedere la spiaggia e un momento dopo la ricopre. Attraverso la cinta muraria arriviamo all’ingresso dell’abbazia.
Per il mese di agosto è aperta fino a mezzanotte con spettacoli di luci e suoni. Il biglietto di ingresso costa 9 euro e l’audio guida che costerebbe 4,5 euro di sera non è disponibile. Passiamo per diversi saloni tutti in stile gotico, scalinate illuminate solo dalla luce di candele, immagini riflesse sui muri e suoni in lontananza fino ad arrivare alla meravigliosa abbazia, illuminata dal sole che sta tramontando e la colora di arancio e come colonna sonora le note di un’arpa, suonata da una ragazza in mezzo alla navata, che rende il tutto ancora più suggestivo.
Usciti sul piazzale davanti all’abbazia facciamo qualche foto al tramonto e riprendiamo il nostro cammino passando per il chiostro, riscendendo poi all’esterno dove decidiamo di andare a mangiare qualcosa. Scegliamo un ristorante sulle vie interne perché quelli sulla cinta muraria hanno dei prezzi un po’ altini (26 euro per una omelette!). La gente è molto cordiale e sorridente. Dopo la cena continuiamo la nostra passeggiata illuminata solo da qualche lampione e dopo mille fotografie torniamo in hotel.
Sabato facciamo colazione in hotel (7 euro a testa) con brioches e pane caldo e crepes, tutto accompagnato da marmellate e cioccolato spalmabile. Abbandoniamo a malincuore la zona e andiamo a Mortain, che dista 45 minuti. Purtroppo il tempo non è dei migliori e una volta arrivati comincia a piovere, non è sicuramente il clima giusto per una visita alla Petite Cascade e alla Gran Cascade, e infatti ci accontentiamo di arrivare a quella piccola perché il terreno è molto scivoloso. Vicino alla Petite Cascade, a nord del paese andiamo a vedere l’Abbazia Bianca di Mortain, luogo abbandonato ma ricco di fascino.
Il nostro cammino continua e arriviamo a Le Poules dove andiamo a visitare la chiesa e facciamo due passi per il centro non tralasciando di acquistare una padellina in rame come souvenir, in quanto il paese è famoso per quel tipo di lavorazione, che da anche il nome, “poules”appunto, al paese.
Dopo Le Poules arriviamo a Grandville per visitare l’enorme chiesa gotica che merita sicuramente una visita e poi a Coutances, paese sull’oceano dove ci fermiamo a mangiare un hot dog mentre continua a piovere! A questo punto decidiamo di lasciare quel tratto di costa per andare a visitare i luoghi dello sbarco, quindi puntiamo il navigatore per Saint Mere Eglise dove arriviamo dopo un viaggio di 40 minuti.
A Saint Mere ci dirigiamo nell’ufficio turistico (a destra della chiesa) e prendiamo l’audio guida con il percorso dello sbarco in quella zona. Sono 14 tappe, purtroppo l’audio guida che fa vedere anche filmati e offre spiegazioni su cosa è successo nei vari luoghi, è solo in lingua francese e inglese quindi non riusciamo ad apprezzarla appieno: se tornassi indietro non la prenderei.
Prima tappa di questo mini tour è la chiesa famosa per le scene del film “Il giorno più lungo” del 1964, dove appeso al campanile si trova il paracadute, ricordo del paracadutista rimasto impigliato proprio là, durante un lancio, nel 1944. Le 14 tappe sono principalmente monumenti alla memoria delle vittime, perché in quei determinati luoghi si sono svolti episodi importanti di quella sanguinosissima guerra. Abbiamo visitato le spiagge di Utah e Omaha. A Omaha in particolare si trova un cimitero di militari americani, proprio a ridosso della spiaggia. Si tratta del cimitero più visitato al mondo, quello che appare nella prima e nell’ultima scena del film “Salvate il sodato Ryan” di Steven Spielberg. Sicuramente è un luogo che fa riflettere, dove le parole non servono a molto, è giusto che a regnare sia il silenzio e la meditazione.
Partiti da Omaha abbiamo fatto una piccola sosta a Long de Mer dove, sempre sulla spiaggia, sono rimasti 4 bunker con quello che resta di carri armati tedeschi.
Passiamo la nottata a Beuzeville, presso l’Auberge du cochon d’or, molto carino (ci hanno dato la stanza in mansarda, carta da parati a fiori, tetto spiovente, molto originale!) e spendiamo per una notte senza colazione 59 € a camera (sempre prenotato su booking.com).
Domenica mattina di buonora, dopo essere passati in una boulangerie a prendere due pain au chocolat, siamo partiti alla volta di Pont Aumar, piccolo paese chiamato nella zona la Petite Venice per un corso d’acqua che la attraversa: è un centro molto carino con le case in tralicciato, caratteristiche di tutta la regione e merita una visita.
Tappa successiva Lisiuex, dove dopo due passi in centro siamo andati a visitare la chiesa dedicata a Therese Martin: la chiesa è diventata un luogo di culto ed è una delle più grandi costruite nel 1900. Ogni anno ospita circa un milione di pellegrini.
Successivamente siamo andati a Caen dove abbiamo visitato il castello (la zona del castello si estende su 5 ettari di terreno proprio in centro) e in particolare il Museè de Beaux Arts, l’ingresso costa 3 euro e ci sono un Monet, due Boudin e diversi della scuola italiano del 400/500 tra cui Perugino, Guido Reni e Guercino.
Tappa obbligatoria in questa zona è Honfleur, bellissimo e caratteristico porto poco prima di Le Havre (che non abbiamo visitato perché avevo letto pareri non troppo entusiastici). Honfleur ha ispirato diversi pittori, la troviamo ritratta infatti in tele di Monet e di Eugene Boudin, che nacque proprio in questa cittadina e l’ha ritratta in diverse opere. Il porto è veramente molto bello, e vale la pena visitare anche la chiesa tutta in legno, ricavata per povertà di mezzi di costruzione da barche, veramente particolare.
Lasciata Honfleur la tappa successiva è stata Etretat, nella cosiddetta “Costa d’Alabastro” dove sempre dall’Italia avevo prenotato l’hotel che si trova per la precisione a Le Tilleul a 3,5 km da lì. Per arrivare sulla costa da Honfleur abbiamo preso l’autostrada che passa anche sopra il Pont de Normandie e il passaggio su questo ponte costa “solo” 5,5 euro…
Le Pont de Normandie è l’ultimo che attraversa la Senna prima dell’oceano, quello prima costa intorno a 3 euro (ci siamo passati il giorno dopo per andare verso Rouen).
Arrivati in hotel dopo circa 1 ora, abbiamo depositato le valigie e siamo partiti subito per Etretat, che si raggiunge in 2 minuti di auto. Arrivati si trovano subito 2 parcheggi distanti 5 minuti a piedi dal centro. Il centro è davvero carino, con le tipiche case in tralicciato, tanti ristoranti e negozietti di souvenir ma la cosa che toglie il respiro è la spiaggia che si affaccia sulle due falesie. La spiaggia è sassosa, con sassi di medie e grandi dimensioni che vengono capovolti rumorosamente dalle altissime onde dell’Atlantico. Lo spettacolo del tramonto è unico, il calare del sole all’orizzonte aveva richiamato sul lungomare e sulla spiaggia decine di persone che, per magia, quando il sole si è nascosto completamente sono andate via, come alla fine di un film al cinema.
Su entrambe le falesie c’è un percorso a piedi, che noi abbiamo fatto la mattina dopo, che permette di salire e di godere dall’alto di questo stupendo panorama
Siamo andati a cena in un locale Moules Frites dove abbiamo mangiato benissimo, servizio cordiale e piatti davvero buonissimi (specialità della casa sono le cozze, moules, servite in 7 modi diversi e accompagnate dalle patatine fritte…come il nome del locale…). Dopo cena e una seconda passeggiata sul lungomare siamo tornati in hotel.
Lunedì mattina, nostro ultimo giorno in Normandia, siamo tornati a Etretat per salire sulla falesia e siamo andati a visitare la casa dove ha vissuto Maurice Leblanc, creatore del mitico Arsenio Lupin, che qui a Etretat ha anche ambientato un suo racconto. La casa è molto curata e naturalmente molto turistica, hanno cercato di riprodurre un’atmosfera di mistero e complicità con l’autore e con il suo personaggio. L’ingresso costa 6.75.
Lasciata Etretat ci siamo diretti a Fecamp, distante una decina di chilometri per andare a visitare le Palais Benedectine. L’ingresso costa 6 euro, si visitano le sale del palazzo e la distilleria dove viene prodotto l’amaro benedettino. Una visita molto interessante.
Dopo un giro veloce sul lungomare di Fecamp dove si trovano le falesie più alte della costa, che arrivano anche fino a 85 metri, ci dirigiamo verso l’ultima tappa del nostro tour, prima di riprendere l’aereo: Giverny.
Per problemi di tempo non siamo andati a visitare Rouen (prossimo viaggio…) ma siamo andati direttamente a Giverny distante circa 1 ora e 50 minuti, passando questa volta su un altro ponte, un po’ più economico.
A Giverny una volta parcheggiata l’auto, ci siamo trovati in mezzo a un mare di persone! Era il giorno di Ferragosto, la giornata di sole ha richiamato più gente di quanta potessimo immaginare. Per entrare abbiamo fatto circa una ventina di minuti di coda, il biglietto costa 8 euro e si possono visitare la casa e i giardini, compreso quello con lo stagno di ninfee più volte ritratto nei suoi quadri.
Nonostante fosse metà agosto i fiori erano tutti nel pieno dei loro colori, come temperatura infatti potrebbe essere il nostro mese di aprile…ci sono decine di tipi di fiori diverse, colori che passano dal giallo vivo, al viola, al blu, al rosso! Uno spettacolo incredibile! Passeggiando poi intorno allo stagno su e giù per i ponti verdi sembra di entrare in un quadro del grande maestro.
La casa è visitabile, ma sarà per la processione di gente o per il caldo che si è creato non ci è rimasta particolarmente impressa.
Sulla strada per arrivare alla macchina abbiamo trovato anche l’Ancien hotel Baudy dove hanno soggiornato artisti come Cezanne, Renoir, Sisley, Rodin mentre venivano a trovare Monet. Fa effetto vedere dal vivo i luoghi della loro vita…per me che adoro la pittura e in particolare le opere degli impressionisti, è stato molto emozionante…
Giverny dista da Beauvais circa 70 km e siccome avevamo ancora un paio d’ore prima della partenza abbiamo fatto tappa a Vernon dove è molto carino il mulino sulla Senna…insomma…quello che resta: il centro che abbiamo girato a piedi, invece, non è niente di speciale.
Arrivati in aeroporto abbiamo riconsegnato l’auto a Hertz e in orario siamo ripartiti per Bologna: nonostante la durata minima del nostro soggiorno, posso dire che è stata una delle mini vacanze che ci ha lasciato in assoluto più emozioni, per Le Mont Sain Michel, per le scogliere di Etretat con il suo meraviglioso tramonto e per essere stati “dal vivo” in un quadro di Monet…