Sud della Francia e nord della Spagna

Viaggio itinerante nel sud della Francia (Costa Azzurra, Provenza, Pirenei centrali, Dordogne, Limousin, Lot, Pirenei atlantici) e nel nord della Spagna (Asturia e Galizia)
Scritto da: Pietropabloneruda
sud della francia e nord della spagna
Partenza il: 10/08/2012
Ritorno il: 29/08/2012
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
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Viaggio di 20 giorni, da solo, nel sud della Francia e nel nord della Spagna con la mia auto, lo stretto indispensabile e, soprattutto, tutto programmato e studiato nei mesi precedenti. L’obiettivo è visitare posti vari e diversi tra di loro, unendo villaggi medievali a città d’arte, paesaggi a camminate, musei, mete culturali, il tutto on the road.

Costa azzurra e Provenza. Partenza da Reggio Emilia alle 8 del mattino, 400 km per arrivare al confine con la Francia. La prima tappa lungo il viaggio di “andata” è il borgo di Saint Paul de Vence tra Nizza e Cannes, nell’entroterra. Nonostante la folla di turisti del mese di agosto vi consiglio di perdervi nei vicoli e nelle viuzze del paesino (cercate la piazza con la fontana e cercate la scalinata che sale stretta tra le case e i negozi di antiquariato), non smetterete di scattare fotografie! Nei dintorni, seconda tappa, nascosto tra una vegetazione molto folta, il borgo “Tourrettes sur Loup”, meno conosciuto e meno affollato. Anche in questo caso lasciatevi perdere tra le vie, non ve ne pentirete. Dopo 5 ore si riprende il viaggio verso il Luberon, destinazione Cavaillon.

Piccola parentesi: questo è l’ennesimo viaggio nel sud della Francia per cui molti altri paesi lungo il tragitto li ho saltati perchè già visitati in passato. Vi posso consigliare St.Raphael, Cannes, Nizza, St.Tropez, il porto di Tolone, Aix en Provence e il suo percorso Cezanne. In alternativa, si può pensare di entrare in Francia e prima di arrivare a Cavaillon, deviare a nord vero le gorges du Verdon. Paesi come Mons, Castellane, Digne les bains, La Palud, la strada panoramica sul fiume Verdon, il lago St. croix, Moustiers sainte Marie, meritano eccome, specie se siete amanti delle escursioni.

Cavaillon è la prima tappa del viaggio ed è strategica perché vicino all’autostrada e vicino ad una decina di posti che andrò a visitare.

secondo giorno

Colazione all’aperto di buon mattino, pianta della città fornitami in albergo e via! I km non devono essere troppi per recuperare dopo i 660 km del giorno precedente. In 40 km (andata) + 40 km per ritornare, visiterò 4 paesi tipicamente provenzali, tutti lungo la stessa direzione. Il primo, decisamente poco conosciuto, è Oppede le Vieux, un borgo di una ventina di anime, per lo più personaggi dello spettacolo francese che da alcuni anni hanno preso a cuore il paese ristrutturando e ripristinandolo al meglio. Si parcheggia fuori dal paese e si raggiunge il borgo a piedi seguendo le indicazioni in mezzo a una vegetazione lussureggiante. Il borgo consiste in una piazzetta, in una chiesa soprastante e alcuni vicoli che si diramano dalla piazzetta. È piccolino ma assolutamente da visitare. Proseguendo lungo la strada si raggiunge il paese, già più popolato e conosciuto di Menerbes. Raggiungete la piazza dell’orologio, visitate la chiesetta e date un occhio alla croce vicino al belvedere e all’auto d’epoca parcheggiata davanti alla chiesa. Lungo la via a valle, il mercato con le sue bancarelle. Riprendendo il cammino lungo la via, il poco frequentato borgo di Lacoste. Se siete ben allenati, arrampicatevi lungo le stradine acciottolate che salgono fino alle rovine del castello del conte De Sade, visitabile a pagamento insieme alle mostre temporanee che vi si tengono di solito. Il panorama è stupendo come stupende sono le case in pietra lungo la salita (portatevi una buona scorta d’acqua!). Quarta tappa il borgo di Bonnieux immerso nella vegetazione, ti invita a salire per raggiungere la chiesa che da su un panorama mozzafiato. Volendo proseguire il percorso si può raggiungere la cittadina di Apt ma se non è giorno di mercato (come nel mio caso) non merita più di tanto.

terzo giorno

Oggi stessa tattica: non troppi km per recuperare quelli fatti il primo giorno. Prendendo un’altra uscita da Cavaillon, seguendo sempre la stessa direttrice, visiterò 5 posti diversi percorrendo circa 45 km + altrettanti per fare ritorno. La prima tappa è la città di Isle sur la Sorgue, famosa per i canali che circondano il centro e per le ruote ad acqua lungo i canali della Sorgue. Da vedere è l’isolotto sul fiume Sorgue (da cui il nome) e i negozi e le bancarelle d’antiquariato tutto intorno al centro. Prosegueguendo arrivo a Fontaine de Vaucluse, un vero paradiso terrestre. Non a caso Petrarca visse qui un lungo periodo della sua vita. Potete visitare la casa museo del Petrarca (probabilmente visse proprio in quella casa dove oggi sorge il museo). Quello che colpisce del paese sono le “chiare, fresche e dolci acque” della Sorgue, di un colore verdastro per le alghe e la vegetazione che vi si riflette. È un piacere sostare su una panchina e osservare le acque rilassati sotto le frasche. Potete camminare per raggiungere la sorgente della Sorgue, tra le rocce. La terza tappa è il meraviglioso paese provenzale di Gordes. Non ci sono parole per descriverlo. Perdetevi lungo le vie, salite e scendete lungo i suoi vicoli, entrate nei negozi, visitate le mostre d’arte temporanee, visitate le cave sotterranee. E soprattutto, cercate un modo per riuscire a venire via da Gordes…. Rimarreste qui per ore e ore, ogni angolo lascia a bocca aperta. Percorrete la strada panoramica e scattate foto panoramiche del paese (la gente abbandona l’auto letteralmente in mezzo alla strada pur di scattare una foto panoramica “al volo”… Questo per dirvi quanto è spettacolare lo scenario che vi si apre davanti agli occhi). Proseguendo lungo la strada (è la strada panoramica che dicevo prima) si arriva al borgo provenzale di Roussillon. Tra le case color ocra, la chiesa e il borgo color ocra (con le persiane azzurre, meraviglioso), si raggiunge il Sentier des ocres”. Percorrete pure il tragitto più lungo, non è assolutamente faticoso. Tuttavia vi consiglio di proteggervi dal sole (è un po’ come essere in spiaggia: il sole si riflette ovunque ed è facile scottarsi) e soprattutto, all’uscita, lavate le scarpe in una fontanella se non volete imbrattare tutta l’auto! Il percorso dell’ocra è stupendo e allo stesso tempo delicato. Ho avuto la sensazione che tra qualche anno non esisterà più, tanto è delicato, ma allo stesso tempo è imperdibile. Non troppo lontano (lo visiterò quest’anno) c’è un luogo simile, il c.d. “colorado provencal” a Rustrel. Proseguendo lungo la direttrice si può di nuovo raggiungere Apt (sostanzialmente il tragitto del secondo e terzo giorno disegnano due semicerchi che si uniscono). Tornando indietro verso Cavaillon, devio verso l’abbazia di Senanque. Nonostante non vi sia la lavanda in fiore, il posto merita. È un’oasi di tranquillità nascosto in una valle, tra una folta vegetazione. Si ha la sensazione di essere isolati dal resto del mondo.

quarto giorno

Lascio Cavaillon. La mattina la trascorro nella vicina Avignone, città d’arte con il suo ponte di Benezet sul Rodano, le sue vie cittadine, la piazza con il municipio, la chiesa di Notre Dame ma soprattutto il Palazzo dei Papi. Imponente e maestoso merita soprattutto l’esterno e le spiegazioni dell’audio guida. L’interno infatti è spoglio anche a causa dei restauri e dei rimaneggiamenti dei secoli passati che ne hanno distrutto gran parte degli affreschi. Nel primo pomeriggio mi metto in marcia. Nelle vicinanze molti consigliano di visitare Villeneuve les avignon. Quest’anno visiterò un’abbazia nelle vicinanze e il borgo di Les baux de Provence. Proseguo il viaggio destinazione i Pirenei (come dicevo all’inizio, varietà di posti lungo il tragitto…). Lungo il percorso è possibile fermarsi a visitare la città fortificata di Carcassonne, visitata nel 2011. Merita senz’altro una sosta anche se è un po’ troppo turistica. La mia destinazione è il paese di Foix nell’Ariege. Lungo il percorso uno scenario straordinario, una volta presa l’autostrada che sale lungo i pirenei. Campi di girasole e una vegetazione di un colore verde acceso, vivo, veramente invitante. Raggiungo in serata il paese di Foix.

quinto giorno

Mi alzo di buon mattino e dopo la colazione arrivo in auto nel centro di Foix. Dalla strada vedo il castello con le sue tre torri che si erge minaccioso e sospeso sul paese. Cercate su internet le foto di questo paese per capire! È il 12 di agosto e per tutto il giorno la temperatura sarà intorno ai 18 gradi. Cammino per le vie del paese ancora deserte per scaldarmi. Il paesaggio è del tutto diverso dai paesi provenzali che ho visitato nei giorni scorsi. Salgo lungo la stradina che porta al castello. Vi consiglio di visitare il castello, magari unendovi ad una visita guidata. Il panorama sui Pirenei merita davvero. La vegetazione ha colori simili a quelli del nostro appennino tosco emiliano, le cime delle montagne non sono aspre. Una volta sceso, visito il paese, le sue viuzze, i suoi negozi. Proseguo lungo la strada verso Montgaillard (dove è possibile visitare un museo vivente delle arti e dei mestieri dei pirenei). Preferisco incamminarmi lungo un sentiero di montagna che costeggia inizialmente un torrente per ammirare la vegetazione e la tranquillità dei posti assolutamente poco frequentati dai turisti e per questo così “genuini”. Di italiani nemmeno l’ombra. Proseguendo lungo la direttrice, in direzione sud, prima di arrivare al confine con la Spagna si raggiunge Andorra. Mi fermo molto prima e tento di raggiungere il castello di Col de Monsegur. Dopo aver guidato nella nebbia(!), tento di scendere dall’auto ma la temperatura di 12 gradi e il mio abbigliamento estivo sono del tutto incompatibili. Torno a Foix e scatto foto al castello illuminato durante il tramonto.

sesto giorno

Ci si rimette in marcia in auto. Saluto Foix, scendo dai Prenei lungo l’autostrada percorsa due giorni prima, ritorno sull’autostrada principale e raggiunta Toulouse proseguo in direzione nord. Destinazione: regioni della Dordogne, Limousin, Lot. Faccio una premessa: durante i mesi di studio del viaggio ho cambiato diverse volte il tragitto in queste regioni. Questo perché sono davvero tante le attrattive in queste regioni. Città d’arte, paesi medievali, fiumi, camminate, parchi naturali, grotte, castelli… Ce n’è per tutti i gusti! Lungo il tragitto visito i paesi di Domme e La Roque Gageac. Quest’ultimo in particolare è davvero affascinante, stretto tra la roccia carsica, il fiume navigabile Dordogne e le foreste di querce. Vi consiglio di arrampicarvi lungo le viuzze che salgono nella parete sopra il paese e di ammirare il panorama. In serata raggiungo il paese di Sarlat la Caneda dove pernotterò due notti presso una famiglia francese che affitta una camera. Era dal 2003 che non ricevevano ospiti italiani (come dicevo non è molto conosciuto dagli italiani. Noi scegliamo la Provenza oppure tutti a nord verso la Loira, trascurando questa regione un po’ più a sud). La casa meriterebbe un racconto a parte. Dirò solo che tutto ciò che si mangia è autoprodotto da questa famiglia e che i materiali e i criteri di costruzione dell’abitazione sono tutti ecologici e sostenibili (a volte anche originali, aggiungo io!). Nel tardo pomeriggio scendo a piedi dalla collina e raggiungo il paese di Sarlat, pieno di artisti di strada, intrattenitori, musicisti…. Uno spettacolo in tutti i sensi. Perdetevi lungo le strade, cercate la statua dedicata all’oca (siamo nel perigord, patria del foix gras!), salite con l’ascensore lungo il campanile, ammirate la chiesa nella piazza degli artisti e soprattutto ammirate il paese illuminato alla sera, una vera chicca. Entro in una delle varie mostre temporanee e ammiro una vecchia bugatti ben restaurata e con qualche visitatore del posto commentiamo la solidità delle auto di una volta (e mi raccontano della ruggine delle loro citroen tenute all’aperto…).

Settimo giorno

Percorro pochi km in auto per raggiungere due tappe nei dintorni. La prima è il paese di Beynac et Cezenac con il suo castello visitabile dopo aver salito lungo le viuzze del paese. Beynac assomiglia a La Roque Gageac, stratto tra la parete rocciosa e il fiume Dordogne. Dalla torre del castello si ammira un bellissimo panorama e si può ammirare nelle vicinanze proprio il borgo di La Roque Gageac. Per gli amanti del genere, nel castello sono state girate alcune scene del film “Giovanna d’Arco” nel 1998. Lasciato Beynac raggiungo nelle vicinanze il giardino botanico “Jardin de Marquissac”, da non predere assolutamente. Percorrete tutto il tragitto della mappa, ammirate la vegetazione varia, curata e a volte insolita, ammirate i punti panoramici sul fiume e sulla valle della Dordogne. E soprattutto spiegatemi perchè nella casa del saggio (lungo il percorso) c’è così fresco quando fuori ci sono più di trenta gradi!

ottavo giorno

Il giorno seguente mi rimetto in marcia. Lungo i diversi km del percorso visiterò tre paesi diversi tutti dall’altra sponda rispetto all’autostrada. In sostanza inizia una lenta discesa verso sud (verso Toulouse), senza prendere l’autostrada ma visitando le campagne delle regioni Lot e Limousin e raggiungendo i suoi borghi così vari e straordinari. Il primo lungo la strada è il bordo di Collonge la Rouge. Come dice il nome si tratta di un paesino dalle tipiche case dai mattoni color ocra (ma allo stesso tempo è diverso dalla provenzale Roussillon). Perdetevi nelle vie e visitate la chiesa dal bellissimo e insolito accostamento color ocra – altare verde. La seconda tappa più a sud è il paese di Carennac, dalle tipiche case color miele. Ammirate le viuzze tra le case e la chiesa. Il timpano merita come pure l’interno anche se semplice. La chiesa storicamente accoglieva fedeli di più religioni nella stessa struttura, esempio di coabitazione pacifica. Proseguo verso sud attraverso stradine di campagna molto invitanti per raggiungere il borgo di Rocamadour. Qui vi invito a cercare le immagini su internet perchè è abbastanza indescrivibile! Penso sia uno dei posti più belli e insoliti che abbia mai visto. Il paese è situato lungo uno sperone della montagna ed è su tre livelli. Si può arrivare in auto al livello più alto oppure a quello più basso. Quello intermedio è raggiungibile solamente a piedi. Inizio la visita dal livello più alto visitando il palazzo con l’orologio (purtroppo visitabile solo esternamente). Dall’alto riesco a vedere i due livelli inferiori ma ancora non capisco bene come si raggiungano. Una volta uscito dal palazzo (sono sempre nel livello più alto) seguo i turisti e scopro come raggiungere il livello intermedio: un sentiero immerso nella vegetazione scende lungo il costone della montagna e dopo diversi “tornanti” si oltrepassano le mura del livello intermedio. Lo spettacolo che si apre è unico! La piazzetta è circondata dai palazzi letteralmente incastrati nella montagna. Anzi, spesso la montagna fa da parete o da soffitto ai palazzi che altro non sono che cappelle e chiese. Mi giro su me stesso e scatto continuamente fotografie perchè ogni angolo è sorprendente. È difficile descrivere il posto, posso solamente dire che non ho mai visto niente del genere! Per raggiungere il livello inferiore bisogna scendere lungo una ripida scalinata che porta fino al vero e proprio paese. Il paese si snoda lungo una via, stretta e un po’ affollata di turisti ma pur aempre caratteristica. Un po’ troppo piena di negozi di souvenir per i miei gusti ma comunque merita eccome! Risalgo fino al livello superiore (continuando a scattare foto!) e riprendo il viaggio per raggiungere la tappa in cui mi fermerò tutto il giorno seguente, la cittadina di Figeac.

nono giorno

Lo trascorro interamente a Figeac. L’obiettivo è anche quello di riposarmi e di non mettermi al volante. La cittadina di Figeac non è molto grande, presenta vie e piazze caratteristiche e interessanti. L’attrattiva fondamentale è però rappresentata dal Museo Champollion. La città rende onore a colui che per primo decifrò la stele di rosetta e diede modo di interpretare i geroglifici. Il museo spazia su tutti i tentativi di traduzione dei geroglifici, spaziando sui vari reperti trovati nei secoli, sulle diverse forme di scrittura dei popoli dell’antichità, sui diversi tentativi (e sugli errori commessi) dagli studiosi, fino ad arrivare alla diffusione della stampa moderna. È conservata una copia del celebre articolo dal titolo “j’accuse!” di Zola, fino ad arrivare al provvedimento di abrogazione della pena di morte in Francia nei primi anni ’80 firmato dal presidente Mitterand. Il museo merita sicuramente una visita. Nelle vicinanze della casa di Champollion è riprodotta in formato gigante la stele di rosetta. Merita una visita la chiesa in collina.

decimo giorno

mi rimetto in marcia continuando a scendere lungo le campagne francesi verso Toulouse. Prima tappa il paese – santuario di Conques. Merita una visita la chiesa e le viuzze del paese, così come la mostra del tesoro di Conques conservato insieme alle reliquie della santa di Conques. Proseguendo raggiungo il paesino di Saint Cirq Lapopie. Perdetevi nelle vie e volendo potete raggiungere le sponde del fiume Lot. Camminare a piedi in questi posti così come girare in auto è comunque un vero piacere grazie alla vegetazione e al panorama davvero piacevole e rilassante. La terza tappa del giorno è il paesino di Najac, famoso per le rovine del suo castello. Ora, se avete un’immagine di Najac vi accorgerete che il paesino si snoda lungo una via, tutte le case si trovano a ridosso di questa via che come un lungo serpente si snoda tra la vegetazione fino a raggiungere le rovine del castello. Il castello è visitabile con una guida (solo francese) e il panorama che si può ammirare dalla torre del castello è davvero piacevole. Meno piacevole è la via del ritorno a piedi verso l’auto: la salita lungo la via del paese è abbastanza massacrante, comunque ne è valsa la pena! Mi rimetto in marcia per raggiungere la tappa di Albi.

undicesimo giorno

L’intero giorno seguente lo trascorro nella città di Albi, anche in questo caso per potermi riposare e per poter staccare le mani dal volante. Albi è una città piacevole, giro tra le vie del centro fino a raggiungere la famosa cattedrale. Più che una cattedrale dall’esterno assomiglia ad una fortezza per l’imponenza delle sue mura. In effetti nei secoli scorsi è stata usata proprio come fortezza in cui gli abitanti della città si sono potuti rifugiare. È talmente imponente che il giorno prima, scendendo in auto da una collina nei dintorni, poco prima di arrivare in città, sono rimasto impressionato dalle dimensioni della cattedrale in rapporto alle dimensioni della città stessa e delle sue abitazioni! L’interno della cattedrale non è da meno, le decorazioni tendenti al blu sono davvero magnifiche. È bello girare tra le vie del centro e fermarsi a far colazione nei barettini all’aperto. Molto belli i negozi, le bancarelle e il mercato coperto (cercate il bancone con la tipica cucina italiana, gestito da una coppia di bolognesi che da anni vive ad Albi). Molto belli i ponti sopra il fiume Tarn (fate qualche foto panoramica della città da uno dei ponti!). L’altra meta interessante della città è il famoso museo “Toulouse Lautrec”, assolutamente imperdibile anche se come il sottoscritto non siete degli esperti d’arte. I dipinti e i manifesti che rappresentano la vita notturna parigina e gli spettacoli del Moulin Rouge sono davvero affascinanti e raccontano di un mondo che non esiste più. Si possono tranquillamente trascorrere ore all’interno del museo (e successivamente, all’aperto nei giardini del museo).

dodicesimo giorno

Il giorno seguente mi rimetto in marcia. Il tragitto è abbastanza lungo: prendo l’autostrada, arrivo presto a Toulouse e proseguo in direzione ovest verso l’Atlantico. La destinazione è Saint Jean Pied de Port nei Pirenei atlantici (o paesi baschi francesi). Alloggio in un paesino di 4 case nei dintorni di St.Jean. Le colline di un verde vivo, le case di un color bianco con i tipici battenti in vista, il panorama in generale sono assolutamente meravigliosi. Ancora più bello quando scende la sera perché nella stanza della pensione (gentilissimi e simpaticissimi i proprietari) spengo la luce, apro le finestre e le persiane e mi accorgo che mancando l’illuminazione pubblica, fuori è completamente buio tanto che si possono vedere un’infinità di stelle. Sotto la finestra a pochi metri scorre un torrente per cui tra il fresco, la pace, la tranquillità, il posto risulta davvero straordinario. Non so da quanto tempo non vedevo veramente buio, se non le stelle e tanta pace intorno! Nelle vicinanze, il monte che mi separa dall’ultima vallata francese prima del confine con la Spagna. Al di là del confine, si scende dai monti e di li a poco si può arrivare a Pamplona. Ho la netta sensazione di essere davvero lontano da casa, dalla confusione e sfido chiunque a venirmi a trovare fin qui!

tredicesimo giorno

Il giorno dopo raggiungo la vicina Saint Jean Pied de Port, ultima tappa francese del cammino di Santiago. Il paese è pieno di pellegrini provenienti da ogni parte (torno a sentire qualche italiano), di stanze e cMere per pellegrini. È un piacere camminare lu go le vie del paese, ammirare i gerani nelle finestre delle case e notare l’anno di costruzione delle abitazioni incisi sullo stipite della porta. Nel mercatino sono esposti per lo più prodotti agricoli del posto e delle vicinanze, come i formaggi locali, uno strano salume che non ho ben decifrato, i tipici peperoni rossi ma soprattutto i vini della zona. Mi lancio in qualche assaggio e in qualche acquisto e proseguo non molto sobrio ma felice. Da notare il tipico cappellino basco nei negozi così come vi consiglio di fermarvi nella chocolaterie de Bayonne con il tipico cioccolato della città francese.

quattordicesimo giorno

Mi rimetto in marcia. Se ero salito a Saint Jean lasciando l’autostrada dopo Orthez, questa volta scendo dai Pirenei da un’altra parte, in direzione atlantico. Ripresa l’autostrada, in un attimo sono al confine con la Spagna. Piccola premessa: nel 2011 ho visitato i paesi baschi e la Cantabria per cui ora raggiungo direttamente l’Asturia. Vi consiglio però di visitare la spiaggia di San Sebastian, di vedere i bambini scalzi uscire dagli alberghi della città con la tavola da surf sotto braccio, di salire al monte Igueldo. Proseguendo, vi consiglio di fermarvi a Bilbao, di visitare il piccolo ponte di Calatrava e soprattutto il museo d’arte contemporanea Guggenheim (merita forse più per la struttura in sé che non per le esposizioni per lo più temporanee). Potete saltare Castro Urdiales e Santander mentre meritano una visita Santillana del Mar, San Vicente de la Barquera e l’interno dei paesi baschi (raggiungete Reinosa e il fiume Ebro!). Dopo un lungo tragitto arrivo a Oviedo, capitale dell’Asturia. Un giorno e mezzo sono sufficienti per visitare il centro storico di Oviedo. Le vie del centro, i palazzi dallo stile art nouveau, il parco al centro della città, la statua dedicata a woody allen, la cattedrale. Tutti posti affascinanti insieme alla vitalità della gente del posto! Infine non perdetevi una buona pinta di sidro!

Lascio Oviedo costeggiando la costa atlantica. Prima tappa il paesino sulla costa di Cudillero, per alcuni aspetti simile ai paesini liguri per come è appollaiato sullo sperone della montagna a ridosso dell’oceano. Lascio l’auto e scendo tra le strette vie del paesino fino ad arrivare al porto ancora deserto visto che è mattino presto. Il tempo non è dei migliori ed è molto variabile, il panorama però è decisamente appagante. La risalita dal porto fino in cima alla collina per tornare all’auto è molto impegnativa! Riprendo il viaggio, prossima tappa Tapia de Casariego e nelle vicinanze Ribadeo, entrambi sulla costa atlantica. Meritano una sosta per prendere contatto con una spagna meno conosciuta, meno festaiola e meno mondana rispetto all’immagine che si ha del paese. Nelle vicinanze vi consiglio una sosta alla Praia as catedrales, per ammirare le strane formazioni rocciose lungo questa spiaggia. Ci si può avvicinare camminando sulla sabbia quando la bassa marea lo consente. Mi sono dovuto accontentare di qualche foto ad una certa distanza a causa della pioggia battente, del vento e del freddo che rendevano davvero dura rimanere lì!

Proseguo il mio viaggio in direzione Santiago de Compostela. Indipendentemente da come arriviate a Santiago, a piedi, in auto o in moto; indipendentemente dal fine più o meno religioso per il quale siete arrivati fin qua, Santiago, la cattedrale, la funzione celebrata per i pellegrini, l’atmosfera che si respira tra le vie, nelle piazze, in ogni angolo, è straordinaria. Sa di tanti sapori, di fratellanza, di condivisione, c’è qualcosa nell’aria inspiegabile. Arrivo nel tardo pomeriggio davanti alla cattedrale e il sole si riflette contro la facciata principale. In tarda serata la cattedrale si illumina e nella piazza antistante è tutto un insieme di pellegrini, turisti, residenti, gente da ogni parte del mondo, molti italiani. Il mattino seguente assisto alla funzione in cattedrale e viene spontaneo rimanere in silenzio (nonostante gli inviti frequenti dal microfono “silencio por favor!”). È d’obbligo visitare le reliquie di San Giacomo. Le vie del centro sono affascinanti, come dicevo si respira un’aria molto festosa ed è un piacere girare fino a tardi. Essendo vicina all’oceano, il tempo è molto variabile ma anche sotto la pioggia mantiene il suo fascino: ammirate le vie a specchio sotto la pioggia.

Il giorno seguente inizia il viaggio di ritorno in Italia. Nelle mie intenzioni (e nel mio programma) era prevista la visita ai paesi di O’Grove e Pontevedra vicini al confine con il Portogallo, per poi fare rotta alla tappa intermedia di Ourense, poi la città di Salamanca e infine Segovia. Purtroppo un imprevisto tecnico all’auto mi ha convinto ad anticipare il rientro a casa. Così mi sono messo in marcia (2.000 km!) con la convinzione di rimanere a piedi da un momento all’altro. Cosa che fortunatamente non è avvenuta!

Che altro dire: l’auto è stata sostituita e tra un mese e mezzo sarò di nuovo in viaggio. Riassumendo il viaggio, ho percorso 5.500 km in 20 gg, ho speso ca. 1.000 € per l’alloggio, 400 € di carburante, 600 € per vitto e tutto il resto. In due avrei dimezzato l’alloggio e il costo del carburante. In costa azzurra e provenza tutto è mediamente molto caro, dalle bottigliette d’acqua (compratele nei centri commerciali) ai parcheggi così come le autostrade. Nei pirenei e nelle altre regioni il costo si abbassa. In spagna è decisamente meno caro tutto, per cui si ammortizza la maggiore spesa del primo tratto.



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