In giro per Copenaghen

Me, You and det lille havfrue everybody knows
Scritto da: Erika_R
in giro per copenaghen
Partenza il: 14/11/2012
Ritorno il: 17/12/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Volo prenotato con Easyjet: 60€ – Hotel Prenotato con Booking 240€ colazione inclusa.

Sbarchiamo all’aeroporto di Kastrup in un tardo pomeriggio di novembre. Cambiamo un po’ di euro nella moneta locale e ci dirigiamo alle biglietterie automatiche per acquistare due train ticket per il centro città. La tecnologia ci sovrasta e ci rivolgiamo ai vecchi sportelli analogici che prevedono un paffuto e cordiale omino al loro interno, il quale, con eleganza e maestria emette due biglietti per la stazione centrale di Copenhagen.

Senza alcuna difficoltà raggiungiamo il nostro hotel, sito in Vesterbrogade, dove una gentilissima receptionist ci indirizza verso la nostra confortevole camera. Decidiamo di uscire nell’immediato alla scoperta dei primi tratti somatici della città: ci dirigiamo verso la Stroget, vediamo il municipio e alcune costruzioni molto particolari di chiara matrice nordica. Subito testiamo i locali della zona e finiamo all’Oscar Bar dove consumiamo un gin tonic e un vodka lemon per “soli” 12 euro a testa. Per gli amanti della movida notturna la soluzione è bere birra “come se non ci fosse un domani” oppure lasciarsi conquistare dalle dionisiache Snapps. Dopo qualche drinks in un locale poco distante, un po’ Kitsch, ma molto divertente (Centraljornet) torniamo in hotel per un meritato riposo.

La mattina seguente, dopo una ricca colazione in hotel, ci avventuriamo nella romantica atmosfera danese. Le strade profumano di cannella e la luce nordica pervade qualsiasi scorcio cittadino. La Stroget è addobbata con enormi cuori rossi, vediamo l’austero municipio, il palace hotel, Jorck’s Passage, arrivando sino a Nyhavn e proseguendo poi, sempre a piedi, verso la sirenetta. La strada che porta al famoso monumento merita il dispendio energetico: non amo i luoghi eccessivamente “turisticizzati” e purtroppo Det Lille Havfrue è l’emblema dell’annichilimento del Wanderer romantico: colonie di italiani, e non solo, sgomitanti per una foto ricordo con la piccola e malinconica sirenetta. La bellezza di Amalienborg, del Kastellett e della piccola chiesa gotica che si incontra nel percorso fanno presto dimenticare la maestosa bruttezza di echiana memoria della minuta scultura di Eriksen. Decidiamo di portarci verso Christiania, una comunità indipendente, nel distretto di Christianshavn, una piccola Haight Ashbury europea insomma. La costante principale di questo quartiere molto sui generis è una nullafacenza poetica; rivive negli abitanti un idealismo alla Kerouac e alla beat tutta: molta droga, molto alcool, molto colore, molte ideologie sopraffatte dalla consueta inconcludenza. Sarebbe impossibile visitare Copenhagen senza soffermarsi a Christiania, magari per una birra, per un panino o solo per crogiolarsi nel dinamismo cromatico delle sculture presenti all’interno del quartiere. E’ ora di una pausa più lunga: mangiamo una gustosa omelette allo Sportvejen; un locale carino che ricorda un vecchio tram. E’ finalmente ora dell’arte: visitiamo la Ny Carlsberg Glyptotek, un museo favoloso, molto grande ma organizzato perfettamente dove potrete basare la visita secondo i gusti più variegati. Molto stanche dalla lunga camminata, decidiamo di fare un aperitivo lungo visitando qualche locale nella Studiestraede, per poi tornare successivamente al Centraljornet dove un gruppo locale ci delizia con canzoni danesi.

Venerdì è preposto alla gita. Prendiamo un treno verso Helsingor, attraversiamo paesaggi di bergmaniana memoria, e scendiamo a Humlebæk. Stiamo andando al Louisiana Museum of Modern Art. Il museo, dolcemente adagiato su di una collina a strapiombo sul mare del nord, è un regalo architettonico ed artistico meraviglioso. La collezione eccezionale, la mostra temporanea sulla ritrattistica eccezionale e il curatore un professionista. Dedichiamo alla visita l’intera mattinata e con un’ostinata bellezza negli occhi torniamo in città: visitiamo Rosenborg e la RundeTarn, beviamo un ottimo bicchiere di vino a Nyhavn, godendoci l’atmosfera natalizia riscaldate dalle copertine esterne e dalla dolce atmosfera circostante. Passiamo poi la serata in un locale molto curioso: l’Heaven dove ceniamo con un gigantesco hamburger e balliamo insieme a personaggi molto colorati e cordiali.

Con un filo di melancolia nel cuore affrontiamo l’ultima parte del viaggio. Ci dirigiamo alla biblioteca denominata “diamante nero” un privilegio architettonico di straordinaria bellezza, un maestoso narciso che si riflette nelle fredde acque del mare danese, lo osserviamo in silenzio, stordite dalla splendida aura e dal freddo pungente. Visitiamo Christiansborg e ci dirigiamo verso Told and Snapps: il migliore ristorante della città in materia di Smorrebrod. Ne assaggiamo due tipologie differenti: salmone ed aringa marinata. Inutile elogiare la squisitezza dei piatti e la tradizionalità nel servizio, risulterebbe ridondante. Prendiamo nuovamente il treno verso l’aeroporto, questa volta sconfiggendo le macchine computerizzate, ma sbagliando tragicamente il binario.

L’aereo decolla. Sotto di noi la consapevolezza di aver visitato una città giovane, dinamica, funzionale, pulita e aperta alla cultura e alla vita. Tutto quello che, disilluse, temiamo di non ritrovare nel vecchio bel Paese.



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