In Cile tra la terraferma e l’isola di Pasqua

Siamo partiti da Verona verso le 14 per arrivare a Malpensa, aereo alle 19. Già un viaggio questo. Ora stiamo aspettando l’imbarco. Dovremo arrivare a Santiago alle 9.40 ora locale. Siamo finalmente a Santiago, dopo un viaggio interminabile, adesso siamo in albergo, in attesa della nostra guida per la visita della città. Ci hanno alloggiati nel quartiere della Providencia. Oggi abbiamo girato Santiago, da “Plaza des Armas”, il mercato del pesce, progettato da Eiffel, la cattedrale e via fino a Bellavista. Penso che questa città non mi abbia colpito molto, é grande, trafficata e piena di gente, che però non si distingue particolarmente per l’etnia, perché é un miscuglio di razze. Più che altro abbiamo avuto modo di conoscere la gastronomia locale e posti particolari che si trovano solo qui. A pranzo abbiamo mangiato una empanada con carne, poi siamo andati in un locale a prendere il “cafe con las piernas” (caffé con le gambe), poi abbiamo bevuto una bevanda a base di orzo e pesche che si chiama “mote de huesillos”. Per cena abbiamo preso il “lomo a lo pobre”, una specialità pazzesca e pesantissima. Per chiudere in bellezza ci stava bene un pisco sour. Finalmente a letto. Oggi siamo partiti alla volta di Valaparaiso, durante il tragitto ci siamo fermati ad assaggiare dei dolci locali e bere la “cincha”, poi é toccato ad una cantina della zona di Casablanca, famosa per i suoi vini bianchi, dopo un tour dell’azienda abbiamo fatto degli assaggi e degustato formaggi locali e cioccolato. Arriviamo a Valparaiso, località splendida e pittoresca, con tutte le sue case colorate. Abbiamo fatto un giro di orientamento al porto e mangiato lì e poi in alto nei “barrios” e a piedi per i vari “paseos”. Siccome siamo alloggiati in un hotel bellissimo, in stile coloniale, con una terrazza che dà sul porto, siamo stati a guardare le stelle e poi meravigliosamente é spuntata la luna. C’é una pace irreale e il silenzio è rotto solo dallo stridio dei gabbiani. Domani ci aspetta la visita alla casa di Neruda e ritorno a Santiago. Oggi siamo ancora a Valparaiso e adesso andremo a visitare la casa di Neruda: molto affascinante e particolare, fatta a nave, domina tutto il paesaggio e il mare. Breve visita a “Viña del mar”, abbiamo toccato l’oceano, c’é la gente che prende il sole, c’é caldo.

Durante il ritorno a Santiago ci siamo fermati a mangiare qualcosa lungo la strada, sempre specialità cilene. Ecco siamo a Santiago e abbiamo la serata libera, che però sarà breve, perché domani si parte presto per l’isola di Pasqua. Dopo vicissitudini incredibili siamo finalmente arrivati a Rapa Nui. Il pomeriggio é libero, quindi partiamo alla scoperta dell’isola, una passeggiata fino in centro, trovando però i negozi chiusi, perché é domenica. Pazienza, qualcosa siamo riusciti a trovare.

Il giorno dopo é previsto un tour di giornata intera. Partiamo quindi al mattino alla scoperta dei mitici moai, ne abbiamo visti di tutti i tipi, dai più noti in piedi con l’oceano dietro, a quelli distesi, quelli iniziati e non finiti, quelli che si sono rotti durante il trasporto, quelli ancora nella roccia dentro la cava che si trova nel parco nazionale. Tutti meravigliosi, uno diverso dall’altro, ho fatto talmente tante foto. Siamo andati alla fine alla spiaggia di Anakena. Devo dire che un posto così bello io non l’avevo mai visto: sabbia bianca, oceano blu, colline verdi e cielo azzurro. Un’emozione davvero unica. Cosa devo dire della giornata di oggi? Incomparabile, un sogno che si é avverato. Questo viaggio mi sta dando tante emozioni.

Ultimo giorno all’isola, oggi abbiamo in programma due visite: una al mattino e una al pomeriggio. Al mattino abbiamo visto l’unico moai con gli occhi, é magnetico, bellissimo, poi altri moai rivolti verso il mare, ma all’interno avevano uno scopo astronomico, erano allineati con il solstizio d’inverno, altri che abbiamo visto invece erano allineati con l’equinozio. Al pomeriggio abbiamo visto un panorama assoluto, il cratere di un vulcano che é esploso e ha formato una caldera profonda che raccoglie acqua piovana e varie specie di piante, tra cui la totora, che é galleggiante e che si usava per fare una specie di surf, sui quali si stendevano i nativi e nuotavano. Tutto questo é legato alla tradizionale competizione che si svolgeva annualmente nella parte di Orongo. Questa é una lunga storia che si é svolta per circa 200 anni, fino all’ultima nel 1863. Abbiamo finito col veder un muro fac simile inca, anche su questo ci sono tante teorie, la più probabile é che i polinesiani siano arrivati in Perù e che una volta tornati abbiano costruito alla maniera degli inca. La sera siamo andati a vedere uno spettacolo folkloristico di ballerini e cantanti. Il giorno dopo ritorno a Santiago, oggi non abbiamo fatto niente di speciale, la sera siamo andati a mangiare al “Ristorante Liguria”, un bel posto tra pub e bistro, dove si mangia bene. Oggi partiamo alla scoperta di Pomaire, un bel paesino nei dintorni di Santiago, famoso per la lavorazione di argilla. Infatti abbiamo visto un sacco di negozietti, una sorta di tana, e ci hanno fatto anche vedere il metodo di lavorazione, ancora tutto a mano con il tornio. Siamo andati a mangiare delle specialità locali, come la “parillada”, che servono in una pentola di argilla posta sopra le braci e il “pastel de choclo”, fatto con carne, cipolla, mais, cotto tutto in recipiente di argilla in un forno sempre di argilla. Nel pomeriggio siamo andati a visitare la casa di Pablo Neruda a Isla Negra.

Dopo 9 giorni intesi il ritorno è stato duro. Oggi, a distanza di sei mesi, ho deciso di inviarvi il mio diario, molto succinto, perché continuo a pensare a quei favolosi paesaggi. Il viaggio all’Isola di Pasqua è sicuramente un “viaggio della vita”.

Marisa Bicego