Koh Samui: la perla del Mar Cinese
KOH SAMUI
LA PERLA DEL MAR CINESE
THAILANDIA: ALLA SCOPERTA DELLA TERRA DEL SORRISO
(02/08/2012 – 18/08/2012)
PROLOGO
Ciao a tutti!!
Siamo Luana e Dario, due fidanzati e presto sposi, che dopo le avventurose vacanze fatte in moto in Grecia (la prima volta a Eubea e la seconda a Creta), hanno deciso di intraprendere questo viaggio verso il continente asiatico e, in particolare, su una piccola isola della Thailandia, il cui nome è: KOH SAMUI.
Non sappiamo esattamente cosa aspettarci da questo viaggio…Anche questa volta, infatti, abbiamo organizzato tutto tramite internet…pernotto con colazione, aereo, parcheggio. In agenzia ci avevano proposto un preventivo esorbitante, che tra l’altro escludeva sia il parcheggio che l’adeguamento carburante, cosa che invece siamo riusciti a prenotare sul web, a prezzi davvero convenienti…quasi la metà rispetto a ciò che ci avevano proposto in agenzia!!
Alcuni mesi prima della partenza ci siamo documentati su internet (cosa che facciamo spesso quando partiamo per una vacanza), per avere un’idea di cosa offre la Thailandia, ed in particolare, Koh Samui, dal punto di vista sia naturalistico che culturale. Amiamo il mare, il sole, la natura, ma ci piace alternare i momenti di relax sotto l’ombrellone, ad altri momenti in cui ci dedichiamo alle escursioni e a visite culturali.
La macchina fotografica e la videocamera sono ormai diventate il prolungamento delle nostre braccia tanto che in questa vacanza abbiamo raggiunto il record di fotografie e di ore di video, per un totale di 2353 scatti, e circa 7 ore di filmato, in due settimane!!
Viaggiare è una passione che ci accomuna e che ci arricchisce sempre.
Attraverso questo diario, il nostro intento è quello di trasmettere a voi lettori le emozioni che abbiamo vissuto in questa grande esperienza e di informare e consigliare i viaggiatori nonché i futuri visitatori della cosiddetta “Terra del sorriso”.
Pronti, attenti, via!! …e…Buon viaggio!!
02 agosto 2012
Finalmente il giorno tanto atteso è arrivato! Le valigie sono pronte…speriamo! A giudicare dal loro peso si direbbe di sì!
Partiamo da Lavis (TN) alle ore 4.45 minuti, emozionati ed entusiasti come non mai. Inutile dire che mentre Dario guida, io ho già la videocamera in mano!
Verso le 6.30 facciamo una sosta all’autogrill di Brescia per rifocillarci con il classico cappuccino e brioches.
Dopo circa 3 ore di viaggio arriviamo al parcheggio “Park to fly” a 5 minuti dall’aereoporto-Terminal 1 di Milano Malpensa.
Avendo fatto il ceck-in on line, iniziamo subito le operazioni di imbarco per liberarci delle valigie.
Sorvoliamo sul fatto che al momento di attraversare il metal detector, non ci siamo neanche preoccupati di riporre cellulare, portafoglio e quant’altro potesse far scattare l’allarme, nell’apposita vaschetta da collocare poi sul nastro trasportatore…
Ci dirigiamo ora verso il gate n.9 per l’imbarco vero e proprio, attraversando il grande aeroporto milanese.
Inganniamo l’attesa leggendo qualche rivista, scattando fotografie e anche facendo un breve video per riprendere la pista. Ci accorgiamo così che siamo gli unici a riprendere e fotografare e ce ne chiediamo il motivo. Le opzioni sono due: o siamo solo noi i “videocamera dipendenti”, oppure è vietato filmare all’interno dell’aeroporto! Visto che divieti non ce ne sono e nessuno fa caso a noi, ne approfittiamo, magari rischiando pure di beccarci una bella multa…
…a proposito di multa…ci auguriamo di non dover pagare la sovrattassa per aver superato il peso massimo consentito di valigie! Fino a Bangkok voleremo con la compagnia aerea Emirates, la quale permette di viaggiare con ben 30 kg di valigia a testa, e 7 kg di bagaglio a mano. Il problema semmai si potrebbe presentare con la Bangkok Airways che ne concede “solamente” 20 e 5 kg di bagaglio a mano! Dopo due vacanze fatte in moto (con destinazione Grecia), per le quali abbiamo dovuto limitare il più possibile il bagaglio, questa volta viaggiando in aereo ne abbiamo approfittato per portarci di tutto e anche di più! Quando le abbiamo pesate a casa prima di partire, le valigie pesavano 19 e 18 kg, in aeroporto però, raggiungiamo il peso complessivo di 41,4 kg! L’impiegata non sa dirci a quanto ammonta l’eventuale sovrattassa per la Bangkok Airways, ma ci spiega che comunque al ritorno le valigie sarebbero state pesate nuovamente e in caso avremmo potuto infilare qualcosa nel bagaglio a mano.
Tra una cosa e l’altra, la mattinata passa in fretta e alle 10.20 puntuali inizia l’imbarco passeggeri.
Alle 10.45 siamo già comodamente seduti sull’aereo dell’Emirates, vicino al finestrino e per la mia gioia (io adoro il momento del decollo) quasi in fondo all’aereo!
Alle 11.40 (quindi con mezz’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia) l’aereo prende il volo e dall’alto salutiamo l’Italia, dapprima scorgendo i tetti delle case dei paesi circostanti, per poi volare più su oltre le nuvole!
Il tragitto verso Dubai (dove ci aspetta il primo scalo) è della durata totale di 5 ore e 50 minuti circa. Spostando le lancette dell’orologio avanti di 2 ore rispetto all’ora italiana, atterreremo negli Emirati Arabi alle 19.20 minuti.
Prima del decollo, le hostess porgono ad ogni passeggero una salvietta che profuma di limone per rilassarsi e prepararsi alla partenza…la particolarità è il fatto che la salvietta, inizialmente sia molto calda, come se fosse appena uscita dal forno, ma che in un batter d’occhio diventi rinfrescante.
Durante il viaggio, abbiamo la possibilità, osservando il monitor posto sui sedili di fronte a noi, di capire esattamente la posizione dell’aereo, a che altitudine ci troviamo, la temperatura esterna, la velocità dell’aereo, e tante altre informazioni interessanti.
Inoltre, possiamo utilizzare le cuffie date in dotazione ad ogni passeggero, per ascoltare musica, guardare film, giocare con i videogames, ecc.
Dopo circa 1 ora di viaggio, le hostess ci servono il pranzo, anticipato da un piccolo spuntino composto da grissini e una bibita a scelta. Non vediamo l’ora di mettere qualcosa sotto i denti…che fame! Ci viene servito un secondo di carne (a scelta tra agnello e pollo), con contorno di patate, riso, una salsa piccante a parte, pane, un formaggino, burro e delle rondelle di pane croccanti. Come dessert c’è una fetta di torta di mele con una deliziosa crema alla vaniglia e un cioccolatino. Sono incluse anche l’acqua e una bibita a scelta. Dopo pranzo possiamo scegliere tra tè o caffè.
Il volo procede tranquillamente e in men che non si dica atterriamo a Dubai. Il pilota ci comunica che all’esterno la temperatura è di 38°C. Noi però non la sentiamo, perché una volta scesi dall’aereo, entriamo nell’aeroporto direttamente attraverso un tunnel. Stiamo mettendo piede in uno degli aeroporti più grandi e spettacolari del mondo, famoso oltre che per le sue dimensioni, anche per il lusso che lo contraddistingue. All’interno ha quasi l’aria di un enorme centro commerciale: centinaia di negozi di ogni tipo, alcuni molto chic. Nelle gioiellerie sono esposti collane e bracciali d’oro massiccio in quantità esorbitanti. Lungo i corridoi in vetrina ci sono cellulari di ultima generazione: si parte dai 10.000 euro.
Un’altra caratteristica dell’aeroporto è una famosa lotteria: in palio ci sono automobili a dir poco prestigiose. Vediamo parcheggiata in bella mostra una splendente porsche bianca ultimo modello: una bella foto non può proprio mancare! Persino un arabo (probabilmente turista come noi) ci chiede di scattargliene una!
Qua e là, è esposto il materiale occorrente per fare il Ramadan che quest’anno viene celebrato proprio nel mese di agosto: i musulmani devono stare a digiuno dall’alba al tramonto e persino i turisti sono invitati a non mangiare in luoghi pubblici, aeroporto a parte.
Un’altra cosa che richiama la nostra attenzione (in particolare la mia, vista la mia passione per l’argomento), è l’evidente differenza di abbigliamento fra uomini e donne. Mentre i primi indossano lunghe tuniche bianche e copricapi diversi l’uno dall’altro, le donne al loro fianco vestono interamente di nero, alcune hanno addirittura il volto coperto, per non lasciare trapelare nemmeno un centimetro di pelle.
Dopo aver fotografato un grazioso angolino allestito con palme e piante tropicali ed una piccola cascata gorgheggiante d’acqua, siamo pronti per l’imbarco e alle 22.15 prendiamo posto sull’aereo che ci porterà dritti dritti in Thailandia e precisamente nella capitale: Bangkok.
Decolliamo alle 23.00 in punto. Scambiamo qualche parola con un ragazzo romano che siede accanto a noi: ha intrapreso questo viaggio da solo per esplorare l’entroterra thailandese.
Dopo circa un’ora di viaggio, ci viene servita la cena, piuttosto simile al pranzo fatto sul primo aereo. La crema alla vaniglia che accompagna il dolcetto con la marmellata è proprio speciale!
La notte trascorre velocemente anche se con parecchie turbolenze, soprattutto quando sorvoliamo il mare. Ad un certo punto le hostess ci invitano ad allacciare le cinture di sicurezza…io non sono del tutto tranquilla. Dario apre un occhio e si limita a chiedermi: “Turbolenze?” e senza neanche aspettare una risposta si riaddormenta profondamente.
03 agosto 2012
Alle 8.30 ora locale (in Thailandia bisogna spostare le lancette dell’orologio avanti di 5 ore rispetto all’Italia quando è in vigore l’ora legale), atterriamo a Bangkok. La città, che conta quasi 10 milioni di abitanti, è grandissima vista dall’alto. Dall’aereo oltre alle abitazioni, scorgiamo un fiume (sarà quello dove viene fatto il mercato galleggiante?), alcuni laghetti e tantissime distese verdi, forse piantagioni di riso, pensiamo.
Una volta all’aeroporto, ci accingiamo a cambiare i contanti in Bath (1 euro = 38,2 BHT) e ci dirigiamo verso il gate…Il percorso è piuttosto lungo: l’aeroporto è grandissimo e sembra di non arrivare mai! Un giovane thailandese a bordo di una piccola automobile (come quelle dei campi da golf per intenderci), forse intuendo i nostri pensieri, chiede se ci serve un passaggio. Noi, diffidenti, domandiamo subito se il servizio sia a pagamento, ma fortunatamente la risposta è NO. Così, sollevati, saliamo sul simpatico “veicolo” e in un lampo attraversiamo l’intero aeroporto e raggiungiamo il gate, dove attendiamo di imbarcarci…non prima di aver superato il controllo del metal detector! Qui, oltre alla normale verifica del passaporto, viene scattata ad ognuno una fotografia.
Alle 10.30, siamo pronti per l’imbarco sull’aereo della Bangkok Airways, con destinazione Koh Samui. Quando vediamo il velivolo con il quale viaggeremo verso l’isola tanto sognata, ci facciamo una sonora risata! Il piccolo aereo che può trasportare fino ad un massimo di 70 passeggeri, ed è costituito internamente da due file di sedili da due posti, non molto spaziosi, né particolarmente confortevoli, ha due ELICHE al posto delle turbine! Inutile dire che speriamo di arrivare sani e salvi alla meta! Ad accoglierci, dopo aver salito una piccola scala che ci porta dritti dritti all’interno dell’aereo, c’è una elegante hostess vestita di azzurro che ci saluta con il tipico saluto thailandese: il cosiddetto “Wai”. Si tratta di una sorta di inchino a mani giunte, che si differenzia in base alla persona a cui ti rivolgi e precisamente in base al suo grado sociale. Ciò è sufficiente a farci sentire aria di vacanza, ora che finalmente Koh Samui è vicina!
Durante il viaggio, che durerà in tutto 1 ora e 20 minuti, ci viene servito uno snack composto da un panino farcito con la carne, un tortino di spinaci, una ciotola contenente frutta fresca (anguria, melone e ananas) e una specie di panna cotta molto gustosa. Le bevande sono a scelta.
Alle 11.50 sorvoliamo l’isola che ci ospiterà durante queste due settimane di agosto. Dall’alto vediamo il mare, le barche, i motoscafi e tante tantissime palme! Il cielo sembra un po’ coperto, ma la cosa non ci spaventa: dopo aver letto alcuni racconti di viaggio su internet, non pretendevamo certo di trovare i sette soli! Ed ecco che finalmente mettiamo piede su questa piccola isola del Mar Cinese (Golfo del Siam). Scesi dall’aereo, saliamo a bordo di un piccolo bus aperto ai lati e molto colorato che ci porta al terminal dove potremo ritirare i bagagli…augurandoci che anche loro siano giunti a destinazione con noi!!
L’aeroporto di Koh Samui è a dir poco caratteristico: costruito interamente in legno, i tetti sono di paglia, tutt’intorno grandi e coloratissime aiuole ricche di fiori, palme e piante tropicali!
L’aeroporto è aperto ma ventilato, l’aria è calda e profuma di vacanza!
Approfittiamo della breve attesa per il ritiro bagagli per guardarci attorno e scattare qualche fotografia.
Nel frattempo il nastro trasportatore entra in funzione e…indovinate quali sono le prime valigie a fare la loro comparsa?? Ebbene sì, sono proprio le nostre!! Meno male, pericolo scampato!
Stanchi, ma emozionati, ci dirigiamo verso l’ “area meeting”, dove attendiamo l’arrivo del taxista dell’hotel.
Dopo circa mezz’ora, ecco arrivare il nostro autista, che carica i bagagli sul pullmino e ci fa salire a bordo. Notiamo subito (anche se ne eravamo già al corrente) che il volante è a destra, mentre la guida è a sinistra! Lungo il tragitto osserviamo il paese: le strade non sembrano messe benissimo, come le case del resto. I negozi sono parecchi, anche se molto semplici. Notiamo ruspe e lavori in corso ovunque! Malgrado ciò, il paesaggio ricoperto da altissime palme da cocco, ha il suo fascino!
In pochi minuti, eccoci al Seascape Beach Resort!
Alla reception veniamo accolti da due ragazze thailandesi non molto affabili…del famoso sorriso e saluto thai non si vede neanche l’ombra. Mentre una delle due è occupata a rifarsi il trucco, l’altra ci fa compilare un modulo dove dobbiamo riportare i nostri dati anagrafici.
A questo punto, due facchini si caricano sulle spalle le nostre valigie e ci portano al secondo piano, per mostrarci la nostra stanza, che ci fa subito un’ottima impressione: l’ambiente è grande e spazioso. Sul letto ci sono due cuscini ricamati con fantasie thailandesi e alcuni asciugamani con fiori freschi posizionati in modo da creare due cigni ed una specie di cuore! Davvero un bel benvenuto!
Oltre al letto matrimoniale, ce n’è anche uno singolo. La finestra è un’ampia vetrata che si apre su un terrazzino che dà sul giardino e sul parcheggio dell’hotel.
Poco dopo ci prepariamo per la spiaggia. Mettiamo tutto l’occorrente nello zaino visto che la borsa da spiaggia l’abbiamo dimenticata a casa assieme alle maschere subacquee e alla palla gonfiabile, e ci avviamo. Dopo aver attraversato il giardino, ecco di fronte a noi la piscina, gli ombrelloni e…il mare!!! Ora che il cielo è sereno e il sole splende, possiamo scorgere le acque cristalline del Mar Cinese e la sabbia bianca e soffice della spiaggia di Chaweng!!
Ci accaparriamo subito due lettini con ombrellone (inclusi nella tariffa dell’hotel) e ci tuffiamo in mare! L’acqua è calda e si sta proprio bene!
Ammiriamo il paesaggio esotico e ci ripromettiamo di comprare le mascherine e la palla la sera stessa.
Dopo una bella nuotata, decidiamo di mangiare qualcosa: sono le 15.00 e non abbiamo ancora pranzato! Il ristorante sulla spiaggia sembra fare al caso nostro: il ragazzo che ci serve fa un po’ fatica a capire il nostro inglese (detto tra noi, avremmo bisogno di un bel ripasso e l’intontimento dato dal viaggio e dal fuso orario non ci aiuta) e noi stentiamo a capire il suo, ma alla fine riusciamo a ordinare un piatto di noodles (fettuccine fatte con farina di riso e cucinate in vari modi), con contorno di verdure miste e pollo e una specie di risotto allo scoglio con salsa piccante a parte molto apprezzato da Dario. Il ragazzo ci porta anche delle altre spezie con cui possiamo condire a piacimento. Ordiniamo anche il pane e due bottigliette d’acqua. Il tutto al prezzo di 280 Bath (circa 7 euro)!!
Sazi e soddisfatti del gustoso pranzetto, ci sdraiamo sotto l’ombrellone e cadiamo in un sonno profondo. Alle 17 veniamo svegliati dalla musica dance a tutto volume! (meno male, altrimenti chissà quanto avremmo dormito ancora). Il sole sta tramontando e alle 18 decidiamo di tornare in albergo per disfare i bagagli, fare una bella doccia rigenerante e andare a cena.
Mentre siamo in stanza che ci prepariamo per la prima uscita serale a Chaweng, le luci si spengono: BLACK OUT!! Dario è convinto che di lì a poco tornerà la corrente, ma io sono più pessimista (come al solito). Fortunatamente ha ragione lui! E così poco dopo possiamo uscire a cena e a fare alcuni acquisti. Notiamo che ristoratori e negozianti cercano in tutti i modi di attirarti all’interno, ma noi tiriamo dritto e optiamo per un piccolo ristorantino dove, alla modica cifra di 220 Bath(6 euro), ci viene servito un piatto di riso con carne fritta (beef) e contorno di verdure, noodles fritti con pollo e verdure, pane e acqua. Più tardi, durante la passeggiata serale, ci fermiamo da una giovane thailandese molto simpatica che ci saluta con un sorriso e col tipico saluto thai, e che ci prepara in men che non si dica, due deliziose crepes al cioccolato al prezzo totale di 60 Bath(1,50 euro). Mentre assaporiamo le crepes, alla sottoscritta viene la strampalata idea di infilarsi in una viottola apparentemente tranquilla e…buia…fatti pochi metri, ci troviamo davanti due cani, uno dei quali molto simile ad un dobermann e altri 4-5 cani sono sparsi qua e là…Cercando di stare calmi, facciamo dietro-front e ci allontaniamo, rimboccando la strada principale! Fiuu, che paura!
Contrattando i prezzi (cosa che è consuetudine qui in Thailandia), acquistiamo due maschere da sub e una palla colorata. Torniamo all’hotel, dove in pochi minuti scivoliamo fra le braccia di Morfeo.
I giorni successivi li trascorriamo in spiaggia, per goderci il meritato e tanto sospirato relax, e anche per prepararci alla prima escursione che abbiamo prenotato direttamente in hotel.
04-05 agosto 2012
La spiaggia di Chaweng è lunghissima: ce ne rendiamo conto una sera, in cui dopo una prelibata cenetta sulla spiaggia (composta da patate fritte, bistecca di pollo alla griglia con verdure, e zuppa di pesce servita con pane tostato e un polipo e seppia grigliati), decidiamo di fare una romantica passeggiata in riva al mare, al chiaro di luna. Lungo la spiaggia, ci sono tanti ristorantini e qualche pub. La cosiddetta “Zona hot di Chaweng”, dove si concentra la maggior parte dei turisti, si scorge in lontananza. E’ possibile raggiungerla a piedi, altrimenti si può optare per lo scooter, il taxi, o il caratteristico “Tuk-tuk”,un pick up formato da un cassone aperto con sedili laterali per i passeggeri. Ogni sera questi particolari veicoli, richiamano l’attenzione della gente, suonando ripetutamente il clacson. In Thailandia, non è raro vedere alcuni di questi pick-up addobbati con immagini della “Thai boxe” che fanno risuonare la colonna sonora di “Rocky” per invitarti ad andare a vedere gli incontri di “Thai boxe”.
06 agosto 2012
Dopo due giorni trascorsi in spiaggia a prendere il sole, (il tempo è sempre splendido) e a nuotare in queste acque cristalline, arriva il giorno della prima escursione, con destinazione “Parco Marino Nazionale di Anghton”. Il pullmino viene a prenderci alle 7.40. A bordo ci sono alcuni giovani spagnoli e una ragazza che alloggia al nostro hotel. Dopo circa 40 minuti di tragitto, in cui approfittiamo per scattare alcune fotografie dei dintorni e osserviamo la guida spericolata del nostro autista, raggiungiamo il porto di Nathon (capoluogo dell’isola). Da qui, saliamo a bordo della Big Boat (un barcone a tre piani), che è già molto affollata. Troviamo posto su una panchina al secondo piano, fortunatamente al riparo dal sole cocente.
Il mare, soprattutto nella prima parte del percorso è agitato e di tanto in tanto ci arriva qualche spruzzo d’acqua che ci rinfresca.
Finalmente, dopo circa 1h e 20minuti di navigazione, iniziamo a scorgere alcuni affascinanti isolotti ricchi di vegetazione qua e là nel mare: è il Parco Marino!!
Attracchiamo a pochi metri da una incantevole spiaggia, talmente bianca che io faccio fatica a tenere gli occhi aperti, perché il riflesso della sabbia mi abbaglia!
Una barca, simile ad una canoa molto grande, che funziona a motore (costituito da un’elica che gira velocemente nell’acqua), ci trasporta sulla spiaggia…un vero paradiso terrestre, ricoperto di sabbia fine e bianca come il borotalco, e di altissime palme. Avete presente la classica fotografia che di solito vediamo sulle riviste di viaggi? Ecco, noi eravamo proprio lì!
Cerchiamo di capire dove dobbiamo dirigerci (la guida, un giovane thailandese un po’ pazzo, lo aveva spiegato poco prima in buon inglese, ma l’unica cosa che avevamo capito era: “All right?”)…
Decidiamo quindi di incamminarci lungo un ripido sentiero roccioso, che porta ad uno splendido punto panoramico, da cui potremo godere della vista dell’intero parco marino.
Non abbiamo idea di che razza di scarpinata ci attenda…il percorso nel bosco è tutto in salita, e bisogna fare attenzione a non scivolare dato che le pietre sono molto lisce. Essendoci informati precedentemente, siamo muniti di scarpe da ginnastica. La gran parte della gente si avventura con delle semplici infradito, rischiando più volte di cadere! Superati i primi tre punti panoramici, e dopo una piccola pausa per bere e riprendere fiato, affrontiamo l’ultima parte di quella che sembra essere una salita interminabile, ed ecco che di fronte a noi si apre uno scenario a dir poco suggestivo, uno spettacolo mozzafiato!
I nostri occhi sono ipnotizzati da questo mare azzurro e blu intenso, dal quale emergono imponenti tutti gli isolotti che danno vita al Parco Marino. “Meno male che ne è valsa la pena!” pensiamo.
Il tempo stringe, alle 12.30 ci aspettano per il pranzo sulla barca e sono già le 12.00! Dopo le foto di rito, cominciamo la discesa. Fortunatamente ai tronchi degli alberi, è stata legata una corda per facilitare il cammino. Mentre scendiamo stanchi e sudati, ci sembra di sentire in lontananza il grido delle scimmie!
Sfiniti, raggiungiamo il punto di ritrovo, ci dissetiamo e con la barca ritorniamo alla Big Boat, dove pranziamo con riso, verdure cotte e crude e tanta anguria!
Ripartiamo in direzione di un’altra spiaggia. Io e Dario facciamo parte del primo gruppo di “Kayaking” (almeno questo l’abbiamo capito) e così, indossati i giubbotti di salvataggio scendiamo su una piccola spiaggia dove ad attenderci troviamo i kayak!
Mettiamo le nostre cose in un sacco di naylon per evitare che si bagnino durante la traversata e scegliamo il nostro kayak. Saliamo a bordo ed ecco che uno dopo l’altro, cominciamo a remare e ci allontaniamo dalla spiaggia. Che emozione: è la prima volta per entrambi, e bisogna ammettere che, a parte lo sforzo fisico sotto il sole cocente, sembra davvero uno sport divertente! Siamo in mezzo al mare, circondati dagli isolotti del parco marino.
Remiamo tra gli scogli e ci infiliamo sotto ad alcune grotte, stando attenti a non perdere di vista la guida…o quasi! Mentre siamo intenti a scattare qualche fotografia, il resto del gruppo si allontana e quando usciamo dalla grotta scopriamo che i nostri “compagni” non ci sono più…Ma…niente paura, girato l’angolo, anzi lo scoglio, intravediamo una spiaggetta sovraffollata dove sono già attraccati gli altri kayak! Scendiamo e con le maschere da sub, ci immergiamo per fare un po’ di snorkeling. Notiamo subito che l’acqua non è molto limpida, né cristallina come quella di Chaweng, ma i pesciolini ci sono eccome! Ci asciughiamo e dopo un po’ di relax, risaliamo a bordo della Big Boat per ripartire per Koh Samui. Prendiamo l’ultimo sole della giornata e ammiriamo il tramonto. Al porto ci attende il pullmino: l’autista su richiesta di alcuni turisti spagnoli, accende la musica a tutto volume e mette pure le luci psichedeliche…sembra di essere in discoteca!
La giornata ormai è quasi finita, ma l’avventura no! Quando arriviamo all’hotel, scopriamo che è in corso un altro black out! L’impiegata della reception ci dà una candela e una volta in stanza decidiamo persino di fare un piccolo video per riprendere anche questa particolare situazione. E mentre filmiamo, ecco che come per magia la luce ritorna! Come si dice? Tutto è bene ciò che finisce bene!
Dopo una doccia rigenerante, usciamo a cena e stavolta, vista la giornata intensa, optiamo per una buona pizza in un ristorante italiano vicino al nostro hotel. Anche qui il prezzo è molto economico: 16 euro.
Dopo questa giornata avventurosa, ma stancante, ci godiamo il meritato riposo!
07 agosto 2012
Il giorno successivo, lo trascorriamo in spiaggia, spaparanzati al sole, nuotando e giocando a scacchi! Verso l’ora di pranzo, mentre ci divertiamo a fare le capriole nell’acqua, veniamo avvolti da un profumino invitante…sembra l’odore di una grigliata di carne, che ci fa subito venire l’aquolina in bocca! Rivolgiamo lo sguardo alla spiaggia, e intravediamo uno strano personaggio, che indossa una casacca verde e un cappello di paglia celeste e che seduto sulla sabbia, armeggia con griglie e spiedi…
Ci ritorna alla mente ciò che abbiamo letto su internet per documentarci sull’isola di Koh Samui: in spiaggia spesso passeggiano dei venditori ambulanti che in un battibaleno preparano uno squisito barbecue per i bagnanti affamati!
Senza esitazioni, visto che l’appetito comincia a farsi sentire, usciamo dal mare e ci precipitiamo verso il venditore, da cui ci facciamo preparare un’ottimo spiedino di carne alla brace! E’ senz’altro un’usanza curiosa e soprattutto…appetitosa!
08 agosto 2012
L’indomani, decidiamo di affittare uno scooter presso il nostro hotel per esplorare l’isola di Koh Samui. Se siamo fortunati, faremo anche qualche escursione.
Oggi il cielo è coperto: abbiamo scelto la giornata ideale!
Con 200 Bath noleggiamo il motorino e con il casco ben allacciato e zaino in spalla, partiamo in direzione del Big Buddha.
Dopo circa mezz’ora di strada (l’asfalto è buono, ma bisogna fare attenzione alle buche e alla guida dei thailandesi che è a sinistra), raggiungiamo la località di Bophut, che oltretutto è proprio quella in cui ci avrebbe mandati l’agenzia viaggi, a cui ci eravamo rivolti inizialmente.
La spiaggia di sabbia dorata non è un gran che, così come l’acqua del mare che la bagna. Si tratta di una zona portuale, poco distante dall’aeroporto.
In compenso il villaggio di pescatori che è sorto all’interno è molto caratteristico, semplice ma pittoresco.
Dopo aver scattato alcune fotografie, ci dirigiamo verso l’isolotto di Koh Fan, che è collegato alla terraferma attraverso un breve tratto di strada sterrata e che ospita la statua dorata ed imponenete del Big Buddha (noi siamo preparati: rispetto all’Albania o alla salita sterrata percorsa con la nostra Honda shadow 600 per raggiungere la spiaggia di Balos a Creta, questo è niente!).
Il monumento, al quale si giunge percorrendo a piedi nudi una ripida scalinata, è alto 12 metri e si dice che chi lo prega, vedrà realizzati i propri desideri.
Tutt’intorno, vediamo statue buddiste placcate oro, templi, un grande gong e alcune statuette rappresentanti ciascuna un giorno della settimana. Chi vuole può infilare qualche monetina all’interno di ogni statuetta.
Arrivati in cima alla scalinata, dopo le foto di rito, osserviamo il panorama dall’alto (da qui è possibile scorgere l’isola di Koh Panghan) proprio mentre un grande aereo vola sopra alle nostre teste.
Sentiamo il rintocco delle campane che circondano la statua del Big Buddha: i turisti possono farle suonare toccandole delicatamente con delle specie di mazze di legno date all’ingresso.
A fine visita decidiamo di comprare (per 50 Bath) un mattone per costruire il tempio buddista. Il monaco che si occupa di questo ci invita a scrivere un pensiero sul mattone scelto. Noi scriviamo: “08.08.12. Dario e Luana sposi il 13.07.13. Buona fortuna e tanto amore!”.
Prima di risalire sulla moto, passeggiamo tra le bancarelle del mercato circostante e scattiamo qualche foto ad altre statue collocate nei dintorni.
Ripartiamo in direzione Lamai beach, la spiaggia a sud di Chaweng. Lungo la strada ci fermiamo a fare benzina (per questo ci sono i normali distributori, piuttosto che le bottiglie da litro in vendita in piccoli negozi). Giunti a Lamai, approfittiamo per fare un breve bagno. Constatiamo così che il mare qui non è limpido e cristallino come quello di Chaweng: l’acqua è grigiastra, il mare è mosso e anziché digradare dolcemente, diventa subito profondo. Anche la sabbia è meno bianca e meno soffice; sembra ghiaiosa.
Il panorama comunque ha il suo fascino, soprattutto se guardato dall’alto, da un piccolo punto panoramico proprio sopra alle cosiddette “Grandmother and Grandfather rock” o “Hin tai and Hin Ha”. Si tratta di due rocce di origine granitica che hanno assunto nel tempo la curiosa forma dei genitali maschili e femminili. Mentre il primo è facile da individuare, la seconda richiede attenzione e spirito di osservazione.
Tra le rocce, il mare ha creato delle piccole insenature che rendono il luogo molto affascinante.
Qui alcuni bagnanti praticano lo snorkeling e prendono il sole sdraiandosi sugli scogli. Dall’alto i colori del mare sono molto belli, l’unica pecca è che il cielo coperto non rende giustizia a queste tinte bluastre.
E’ ora di ripartire. Dopo circa 6-7 km in direzione sud-ovest, adocchiamo sulla destra il cartello “Elefant trekking”. Svoltiamo e, dopo circa 2 km troviamo l’ingresso “Welcome to elefant trekking”. Lungo il tragitto abbiamo visto persino alcuni bufali nelle distese verdi circostanti.
Parcheggiamo la moto e veniamo accolti da un ragazzo e una ragazza che ci accompagnano alla cassa. Per mezz’ora di trekking a dorso di elefante, il prezzo è di 600 Bath. Accettiamo di pagare 300 Bath aggiuntivi per farci fare due foto che ci verranno poi consegnate alla fine della passeggiata.
Gli elefanti sono in un recinto. Lasciamo lo zaino, saliamo una breve scalinata in legno e a piedi nudi saliamo in groppa al pachiderma. Siamo seduti su una specie di panchina. I nostri piedi sono appoggiati proprio sul dorso dell’animale: è una sensazione veramente particolare. Davanti a noi, accovacciato sulla testa dell’elefante c’è Kay l’addestratore: un giovane thailandese che fa il domatore di elefanti da 6 anni. Kay ci dà alcune informazioni sull’elefante con cui ci stiamo addentrando nella foresta: è una femmina di nome Anita ed ha 25 anni. Mangia 300 kg di cibo e beve 100 litri di acqua al giorno. Si nutre prevalentemente di banane e bambù.
Dopo un breve tratto di cammino all’interno della giungla, l’addestratore salta giù e propone a Dario di salire sulla schiena di Anita al posto suo. Io riprendo la scena, mentre Dario si mette al “posto di guida” con le gambe dietro alle enormi orecchie di Anita.
Kay è molto gentile e si offre di riprenderci e di fotografarci lungo il percorso.
E’ un’emozione unica. L’elefante si muove a passi lenti e pesanti sullo stretto sentiero, tra palme e piante tropicali. Ad un certo punto Kay richiama la nostra attenzione: io temo si tratti di un serpente, ma fortunatamente ciò che vediamo è un simpatico geko che si lascia anche fotografare.
Poco dopo, l’addestratore propone anche a me di guidare l’elefante. Io accetto molto volentieri! Dario e io facciamo cambio di posto ed eccomi lì a cavalcioni di Anita con le mani sulla sua testa! Non ci sono redini, né altri sostegni a cui reggersi…bisogna trovare l’equilibrio giusto e lasciarsi trasportare dall’elefante, che segue gli ordini di Kay. Quest’ultimo ci fa capire che il nostro “Andiamo/vai” che tradotto in inglese è “Let’s go”, in Thailandia si esprime con la parola “Vai”! Ed è esattamente questo che lui dice ad Anita per sollecitarla a proseguire il cammino.
Anita si muove con passo dolce e cadenzato, come tutti gli elefanti asiatici non è molto alta e presenta delle parti maculate dietro alle orecchie e sulla proboscide. Che emozione sentirla barrire!
Prima di scattarci altre fotografie, Kay coglie due fiorellini gialli e me li porge, invitandomi a metterli fra i capelli! Mi sembra di essere Jane nella foresta, e il mio Tarzan è dietro di me emozionatissimo che si gode il panorama.
L’atmosfera è magica: una pace indescrivibile regna intorno a noi, ridiamo per la gioia e per l’emozione e ascoltiamo il rumore del vento, il suono degli animali della giungla e il rilassante calpestio di Anita. Facciamo i complimenti a lei e a Kay: siamo raggianti!
La passeggiata sta per terminare, ma prima dobbiamo attraversare un piccolo ruscello in mezzo al sentiero. Anita è ben felice di rinfrescarsi le zampe!
Arriviamo alla base, scendiamo dall’elefante e per chiudere in bellezza, al costo di soli 50 Bath (1 euro circa) diamo ad Anita il meritato premio: banane e canna da zucchero! Appoggiamo il cibo direttamente sulla sua proboscide, lei se lo porta alla bocca velocemente per poi richiedercene ancora. Facciamo le ultime foto insieme a Kay e ad Anita.
Ci laviamo le mani e salutiamo, dirigendoci verso lo scooter trotterellando di felicità e tenendo strette le due bellissime fotografie che ci sono state scattate durante il trekking e consegnate alla fine.
Ripartiamo e di lì a poco, scorgiamo il cartello “Waterfall Wang Sao Thong”. Una cascata! Malgrado le gambe ancora tremanti dopo l’avventura con l’elefante, paghiamo 20 Bath per il parcheggio e ci incamminiamo nella foresta. Il percorso è abbastanza breve, ma l’ultimo tratto richiede forza e soprattutto attenzione, perché per raggiungere la cascata e il piccolo laghetto che si è formato alla sua base, dobbiamo arrampicarci sulle rocce, stando attenti a non scivolare!
Ci togliamo le scarpe: a piedi nudi abbiamo maggiore presa e possiamo attraversare i riottoli d’acqua. Ci aggrappiamo alla corda e via…come delle scimmiette ci arrampichiamo ed arriviamo alla cascata. Dario ne approfitta subito per fare una doccia rinfrescante, ma non è possibile fare il bagno, perché il minuscolo laghetto (se così si può definire la pozzanghera alla base della cascata) ti permette a malapena di bagnarti le caviglie. Poco male, anche perché notiamo qua e là sul pelo dell’acqua delle zanzare molto grandi che ti invitano alla fuga più che a fare il bagno! Noi comunque ci divertiamo a fare foto e non siamo gli unici!
Torniamo al parcheggio. Vorremmo visitare anche il “Magic garden”, un giardino tropicale con statue mitologiche, ma iniziamo ad avvertire la stanchezza e così preferiamo scendere e dirigerci verso un’altra meta: la “Virgin Coast”, una località dell’isola di Koh Samui, famosa per le spiagge selvagge e incontaminate e soprattutto per il bel tramonto! L’ingresso è ben segnalato: ai lati due grandi statue di elefanti indicano l’entrata.
Sulla destra scorgiamo l’insegna “Monk mummificated” e decidiamo di entrare. Notiamo templi dorati e in una piccola cappella racchiusa da un vetro, vi è la reliquia del monaco mummificato. Il corpo del monaco, morto 25 anni fa all’età di 87 anni, si è conservato nella stessa posizione in cui è morto (seduto a gambe incrociate in meditazione) ed è rimasto intatto fino ad oggi!
La spiaggetta della Virgin Coast a cui giungiamo è piccola e mal tenuta. Il sole è coperto dalle nuvole e così decidiamo di fare ritorno all’hotel. Arrivati a Chaweng, abbiamo solo la forza
Di cenare e di fare un paio di partite a scacchi! Buona notte!
09 agosto 2012
Siamo pronti a goderci un’altra giornata di relax sulla splendida spiaggia di Chaweng.
Anche oggi il sole fa capolino fra le nuvole e splende alto nel cielo di Koh Samui.
L’acqua del mare è calda e tranquilla, l’ideale per fare un bel bagno e giocare a palla! Verso le 16 decidiamo di provare una nuova esperienza: il famoso massaggio thailandese. Sul lungomare ci sono due gazebi aperti dove le massaggiatrici offrono varie tipologie di massaggio in base alla zona del corpo interessata. Noi optiamo per il massaggio thai completo: 200 Bath per un’ora di massaggio!
A Dario, fortunatamente, viene assegnata la massaggiatrice più cicciottella. Io invece, sdraiata sul materassino accanto a lui, sono nelle mani di una ragazza più giovane, ma meno simpatica. Il massaggio thai viene praticato su ogni zona del corpo, attraverso l’utilizzo di tutti gli arti, dei gomiti, dei piedi, delle mani e delle gambe e con l’utilizzo di oli profumati. In sottofondo il rumore del mare e le voci dei bagnanti. E’ un massaggio intenso e tonificante…se non fosse per il mio povero cuoio capelluto bruciato dal sole (nonostante l’uso quotidiano della bandana), su cui la massaggiatrice preme con forza i polpastrelli, sarebbe tutto perfetto.
Dopo il massaggio, mentre il sole tramonta e inizia la musica, ci prendiamo un gelato e ci godiamo la quiete del crepuscolo, osservando i camerieri del nostro ristorante che si danno da fare a preparare tavoli e festoni per la cena in spiaggia in riva al mare. Lo scenario è molto suggestivo: lampade a olio, luci colorate, foglie di palma e altre decorazioni…il tutto per rendere l’ambiente confortevole e invitante.
Noi questa sera ceniamo in un ristorante nel centro di Chaweng. Io ordino una bistecca di pollo ai ferri con salsa piccante e contorno di verdure. Molto saporita! Dario preferisce la zuppa di noodles con il pesce. Dopo una passeggiata serale tra i tanti negozietti, locali e banchetti che cucinano omelette e pancake con la farcitura che preferisci, rientriamo in hotel e prepariamo lo zaino per la gita che ci attende il giorno successivo.
10 agosto 2012
Venerdì 10 agosto, alle 7.50, dopo colazione, partiamo col pullmino in direzione del porto di “Petcherat”. Lì ci imbarchiamo su un grande motoscafo che può trasportare un massimo di 30 passeggeri e iniziamo il viaggio verso le isole di Koh Nayang e Koh Tao.
La navigazione è piuttosto lunga (1h e 40 minuti) e movimentata. Oltre alla velocità del mezzo e al mare mosso, il pilota si diverte a farci provare il brivido della velocità, facendo praticamente volare il motoscafo. Sconsigliamo vivamente l’esperienza a chi è debole di stomaco…
Il viaggio sembra non finire mai, ma finalmente attracchiamo. La prima tappa è Koh Nayang. Attraversiamo il pontile di legno costruito fra alti scogli che si innalzano dal mare e tocchiamo terra…o meglio…sabbia! Siamo sulla bianchissima spiaggia di Koh Nayang. Il panorama è assolutamente suggestivo, l’acqua del mare ha tutte le tonalità del blu e dell’azzurro. La spiaggia è circondata dagli scogli, ma anche da una rigogliosa vegetazione, e da alcune affascinanti capanne/bungalow che rendono lo scenario molto esotico.
Muniti di maschera subacquea fornitaci gratuitamente dalla guida, ci immergiamo nelle acque cristalline di Koh Nayang. I fondali sono ricchi di coralli e bisogna fare attenzione a dove si appoggiano i piedi per non tagliarsi e per non calpestare qualche animale marino che si nasconde fra la sabbia. Siamo circondati dai pesci, di varie dimensioni, alcuni più scuri, altri trasparenti, altri ancora colorati. Sul pelo dell’acqua, nuotano alcuni pesci dal naso lungo e appuntito. Qualche pesce viene persino a pizzicarci di tanto in tanto. Che emozione!!
Dopo circa 1 ora di snorkeling, torniamo al motoscafo e ci imbarchiamo nuovamente.
Alcuni invece di fare snorkeling, hanno preferito fare un breve percorso di trekking per raggiungere il punto panoramico. Attracchiamo sulla piccola spiaggia di Koh Tao, dove ci sediamo al ristorante per pranzare. Cerchiamo di non esagerare con il cibo, perché sappiamo che ci aspetta un’altra oretta di snorkeling tra non molto. Alle 13.00 infatti, col motoscafo raggiungiamo il mare aperto. La guida ci fornisce maschere subacquee e giubbotto di salvataggio. Dal motoscafo ci tuffiamo in mezzo al mare a una decina di metri di profondità. La spiaggia rocciosa di Koh Tao dista alcuni metri da noi, ma la particolarità del posto è proprio l’opportunità di immergersi in mare aperto e ammirare la barriera corallina e tutti i pesci che vi nuotano. Il giubbotto è molto pratico, perché ti permette di rimanere a galla senza sforzare il fisico, e di nuotare a lungo senza timore.
L’unica nostra perplessità riguardava il fatto di fare il bagno subito dopo mangiato…ma fortunatamente tutto è andato per il meglio.
Dopo 1 ora circa, risaliamo a bordo e verso le 14.30 partiamo per tornare a Koh Samui. Una ragazza italiana che evidentemente soffre il mal di mare e che quindi non gradisce il movimento del motoscafo, è impaziente di arrivare a Samui…peccato che, dopo pochi minuti di navigazione, il motore si spegne. Ci auguriamo che lo staff riesca a risolvere il problema…non sarebbe piacevole passare la notte in mezzo al mare!
Niente paura, dopo aver pulito il filtro del gasolio, il motoscafo riparte e in 1h e 30 minuti raggiungiamo Koh Samui. Qui per 100 Bath, acquistiamo un grazioso piattino di ceramica al cui interno vi è la foto che ci è stata scattata quella mattina sul pontile prima di partire per l’escursione!
Il pullmino ci sta aspettando e alle 16.30 siamo già all’hotel e di nuovo in spiaggia per goderci l’ultimo sole della giornata.
Stasera ceniamo in un ristorante australiano. I prezzi sono esorbitanti e così andiamo sul sicuro ordinando cibo thailandese. Con soli 280 Bath riempiamo la pancia con uno squisito piatto di noodles con verdure e carne (beef) molto speziato ma veramente squisito (il più buon piatto thailandese mangiato fino ad ora) e un piatto di riso con verdure e calamari. Anche il servizio è impeccabile e l’ambiente molto elegante. Andiamo a pagare il conto e proprio all’uscita scorgiamo un lago (il cosiddetto “Lago scuro”), illuminato dalle luci del Reggae Pub, locale molto conosciuto sull’isola e in particolare nella zona di Chaweng. La musica si sente bene e così approfittiamo per fare un breve video e poi ci incamminiamo verso Chaweng centro dove acquistiamo alcune cartoline.
11 agosto 2012
“Vacanza” per me e Dario significa “Divertirsi”, “Staccare la spina”, “Avventura”, “Vedere il mondo”, ma significa anche “RIPOSO”…e noi aggiungeremmo “meritato”…e così, decidiamo di trascorrere anche questa giornata all’insegna del relax!!
12 agosto 2012
Quella del 12 agosto 2012, la ricordiamo come la giornata più calda della vacanza a Koh Samui. Alle 9.30 cominciamo a sudare…sotto l’ombrellone! Dopo colazione ci spalmiamo subito la crema solare (protezione 30, visto che con la 20 mi sono bruciacchiata) e ci distendiamo sui nostri lettini.
Oggi il mare è mosso e così decidiamo di fare il bagno in piscina. Trascorriamo la giornata tra la spiaggia e la piscina. La sera ceniamo in un ristorantino a Chaweng dove ordiniamo spaghetti al tonno e alla marinara (io e Dario amiamo assaggiare la cucina internazionale, ma bisogna ammettere che quella thailandese non offre una grande varietà di piatti…e così di tanto in tanto cediamo alla tentazione di gustare qualche piatto tipico della tradizione italiana).
Dopo cena ci dedichiamo all’acquisto di qualche souvenir per noi e i nostri familiari. Il soggetto protagonista è sempre lui, il simbolo della Thailandia: l’elefante!
Stasera Chaweng è meno affollata, ma i venditori e i ristoratori (che non sono thailandesi) che si rivolgono ai turisti durante la loro passeggiata, non mancano mai.
Alcuni cercano perfino di conversare, chiedendoti “How are you?” o pronunciando qualche parola in italiano tipo “Ciao Italia, come va?”. Inizialmente può sembrare una cosa simpatica, ma dopo alcune sere in cui il copione è sempre lo stesso, risultano insistenti e quindi pesanti.
Arrivati all’hotel prepariamo lo zaino per l’indomani, ci aspetta una giornata intensa!
13 agosto 2012
La mattina del 13 agosto, alle 9.00 in punto, noleggiamo uno scooter. Abbiamo preparato una bozza di itinerario per andare a vedere le ultime attrazioni per noi interessanti dell’isola. Ci dirigiamo verso sud.
Lungo la strada, sulla sinistra scorgiamo un magnifico tempio buddista in fase di costruzione.
Il luogo è molto grande e vi sono altri templi, uno dei quali contiene la statua del monaco mummificato, una pagoda dorata e una lunga scalinata i cui corrimano sono costituiti da due grandi dragoni con la coda di serpente (molto diffusi in Thailandia) e che ci porta ad un piccolo cimitero buddista, circondato dal mare.
Proseguiamo la nostra avventura. Sulla strada principale ad un certo punto troviamo un bivio che indica “Namuang Safari Park” e “Waterfall 1 e 2” Svoltiamo a destra e dopo un breve tratto in salita arriviamo ad un grande parcheggio che ci conferma che siamo arrivati a destinazione. Siamo al Namuang Safari Park. Parcheggiamo la moto e ci guardiamo attorno. Il parco sembra molto vasto e anche affollato. Intorno a noi tanti elefanti camminano tranquilli tra i palmeti, portando in groppa turisti ed addestratori.
Ci avviciniamo ad un recinto dove ci sono due elefanti con i loro cuccioli…due piccoli Dumbo che cercano di rubare con la proboscide il cibo di bocca alle loro madri, le quali sono intente ad assaporare i caschi di banane offerti dai turisti.
Passeggiamo lungo il parco, tra elefanti, palme e capanne di paglia e chiediamo informazioni sugli spettacoli a cui desideriamo assistere. La lista è lunga: crocodrile show, snake show, birth show, elephant show and monkey show. Noi abbiamo le idee molto chiare: vogliamo vedere lo spettacolo delle scimmie. Il ticket costa 200 bath a testa per 15 minuti. Sono le 11.00, dobbiamo aspettare 30 minuti. Alle 11.30 in punto, veniamo fatti accomodare all’interno, dove sta terminando lo show degli elefanti.
Inizia lo spettacolo. Una scimmietta fa la sua comparsa di fronte a noi, legata ad una corda tenuta dal suo addestratore. La scimmia esegue gli ordini: fa ruotare con le zampe un cocco attaccato ad una fune sottile, sospeso in aria. Poi salta su un’asta di legno messa in posizione orizzontale, a cui sono legati 5 cocchi e con le zampette e i denti li stacca e li fa cadere a terra. Infine con grande agilità si arrampica su una palma altissima, raccoglie i cocchi e li butta a terra.
Mentre l’addestratore rompe le noci di cocco e ne fa fuoriuscire una cascata di latte, una guida spiega in inglese la lavorazione delle noci di cocco. Se il frutto è maturo al punto giusto, si può estrarre il latte e ricavare la polvere di cocco grattuggiando la scorza interna, e le classiche fette di cocco da mangiare così come sono.
Ci viene poi data la possibilità di avvicinarci alla scimmia e di offrirle un pezzetto di noce di cocco.
Lo show è breve, semplice ma simpatico. Tuttavia non ci entusiasma il fatto di vedere la scimmia legata ad un guinzaglio, ci aspettavamo uno show più rispettoso degli animali.
Ci avviamo a piedi lungo una salita, in parte asfaltata e in parte sterrata, che in circa 20-30 minuti ci porta alla cascata più alta dell’isola di Koh Samui. Si tratta della “Waterfall Namuang 2”, 80 metri di cascata. Alla sua base si sono formati dei laghetti, ove è possibile tuffarsi, scendendo da alcuni scivoli e fare un bel bagno rinfrescante, al costo di 200 Bath per 30 minuti. A noi interessa soltanto ammirare la cascata, arrampicarci sulle pietre che emergono dall’acqua e scattare qualche fotografia. C’è persino un’altalena sospesa a lato della cascata, dove io mi dondolo allegramente. Dario osserva che pur essendo nel mese di agosto, di acqua ne scende parecchia e lo scenario è selvaggio e affascinante.
Lì vicino c’è anche un ristorante e nel prezzo del biglietto per l’ingresso alla cascata, è compresa una bottiglietta d’acqua a testa.
Torniamo al parco e ripartiamo con la moto. Ci fermiamo in un ristorante molto carino, dove per 260 Bath colmiamo il senso di fame con una baguette ripiena di verdure fresche, maionese e tonno, un piatto di riso con il pollo e un piatto di noodles con il pollo. Molto saporito e abbondante!
Da qui ripartiamo con destinazione “Butterfly Garden”, un giardino tropicale habitat naturale di tante farfalle particolari e variopinte. Il posto è ben segnalato e si trova poco distante dall’acquario e dallo zoo delle tigri. Giunti alla meta, paghiamo il ticket di 200 bath a testa, in cui è compresa una bibita gratis presso l’elegante Centara Resort, cosituito da una serie di bungalows bellissimi e da un raffinato ristorante che dà su una splendida spiaggia di sabbia bianca. Nel ticket è persino inclusa 1 ora di kayak nel tratto di mare di fronte al resort. Vista la giornata intensa e dato che una fantastica esperienza in kayak l’abbiamo già provata, decidiamo di dedicarci solo alla visita del famoso giardino. Il Butterfly Garden è un giardino molto grazioso: puoi passeggiare tra fiori e piante tropicali attraversando piccoli ponti di legno costruiti sopra laghetti e ruscelli, mentre leggiadre farfalle ti volano accanto, per farsi ammirare.
Su una parete racchiusi da un vetro, sono esposti una grande varietà di insetti, tra cui coleotteri e scorpioni e un sacco di specie di farfalle, grandi e piccole di tanti colori diversi. E’ inoltre possibile comprare un vasetto di miele da 250 grammi per 400 bath, ovvero 40 euro al kg!!
Lungo il ripido sentiero che ci porta ad un punto panoramico da dove possiamo godere della vista del mare, incorniciato da palme e vegetazione tropicale, adocchiamo la “Bee house” (=casa delle api), dove gli apicoltori allevano le api per produrre il prezioso nettare. Attraverso un vetro, osserviamo le api all’opera nell’alveare.
Al termine della visita, scendiamo delle scalinate, che ci portano all’elegante resort, in cui su una terrazza in riva al mare, sorseggiamo la sospirata bibita fresca.
Risaliamo le scale fino al parcheggio: che sudata! Ripartiamo quindi alla volta dell’ultima tappa del nostro itinerario: la Virgin Coast! Parcheggiamo lo scooter accanto ad un raffinato resort che dà sulla spiaggia. Sono le 17.00 e in attesa di ammirare il famoso tramonto di Koh Samui, prendiamo l’ultimo sole di questa giornata. La voglia di tuffarci a fare un bel bagno ci è passata appena abbiamo visto il mare…mosso, sporco e pieno di alghe. Niente a che fare con la nostra stupenda spiaggia di Chaweng! Qui la sabbia è dorata, ma scura e malgrado la presenza di alcune bellissime palme ai margini della spiaggia, intuiamo che non è questa l’attrattiva maggiore della zona. Nonostante ciò, i turisti non mancano!
Mentre prendiamo il sole, si rivolge a noi un tizio un po’ strambo che vende tatuaggi. Al nostro “No, thank you”, lui ribatte chiedendoci se ci interessa acquistare marjuana. Rifiutiamo e il tipo va a cercare altrove.
Alle 18.15 il sole inizia a calare. Si è alzato il vento e il mare ora è veramente agitato. Afferriamo la videocamera e la macchina fotografica per immortalare questo momento tanto atteso. Mentre il sole tramonta, il cielo si tinge di giallo, rosso, rosa, arancione dando vita ad uno spettacolo davvero incantevole della durata di circa mezz’ora. Ne assaporiamo ogni istante, osservando tutte le sfumature del cielo e a quanto pare non siamo gli unici a farlo. Le onde spumeggianti si infrangono sul bagnasciuga creando la colonna sonora ideale per coronare questo momento speciale. Io e Dario ci abbracciamo, sussurrandoci parole d’amore, mentre il sole ci saluta all’orizzonte.
Quando la luce del crepuscolo, lascia il posto al buio della notte, raccogliamo le nostre cose e ci avviamo verso l’hotel dove abbiamo parcheggiato lo scooter, per cenare. Se fosse stato presente qualche nostro connazionale, avrebbe fatto finta di non essere italiano…Eccoci lì, seduti al tavolo di un resort piuttosto chic, dove i camerieri oltre a versarti l’acqua in un calice, ti posano il tovagliolo sulle gambe, in sottofondo si può ascoltare una musica romantica, i clienti vestiti elegantemente sorseggiano un cocktail attendendo la cena, mentre noi siamo in costume, pantaloni corti e infradito, con i capelli arruffati, le gambe ricoperte dalla sabbia e dalla crema solare e come se non bastasse con zaino e videocamera in spalla. Quando ce ne siamo accorti ormai era troppo tardi, ma che risate ci siamo fatti!!
Il tempo di mangiare e via di corsa! Arrivati in hotel, stanchi ma soddisfatti, ci facciamo una doccia rigenerante e siamo pronti per una bella dormita!
14-15 agosto 2012
Decidiamo di goderci gli ultimi giorni di vacanza rilassandoci sulla nostra bellissima spiaggia. Il mare è di nuovo calmo. E’ un piacere farsi cullare dal dolce suono delle onde mentre prendiamo il sole, mentre giochiamo a scacchi oppure sorseggiando un delizioso “Coconut-milk” (=latte di cocco) direttamente dal cocco aperto. Dario assaggia anche un succo di mango fresco, ma io preferisco gustare un ottimo frappè al cioccolato.
Verso le 15, il nostro ristorante mette un po’ di musica, e alle 17.00, lo staff della spiaggia capeggiato da un simpatico thailandese da noi ribattezzato “El zizo”, comincia ad accatastare i lettini, a chiudere gli ombrelloni sul lungomare per preparare i tavoli per la cena in spiaggia e la musica si accende a tutto volume. Noi ci accapparriamo sempre i lettini posti sulla parte rialzata della spiaggia, per ammirare il mare dall’alto e naturalmente per non doverci poi spostare alle 17, quando lo staff prepara per la cena. L’allestimento è molto grazioso. Si mangia con i piedi nella sabbia, a lume di candela, sotto il cielo stellato, e con il rumore del mare e una leggera musica in sottofondo. Le decorazioni, realizzate con foglie di palma e striscioni di tessuto colorato, rendono il tutto molto caratteristico.
Dopo cena è d’obbligo una passeggiata in riva al mare. Ogni tanto nel cielo si accende qualche fuoco d’artificio, sparato dai venditori di petardi che camminano sulla spiaggia, piuttosto che dai turisti che li hanno acquistati.
A pochi metri dal Seascape Beach Resort, in direzione Bophut, troviamo il Cabana Beach Bar, un piccolo locale aperto sulla spiaggia, costruito in legno e paglia, dove ogni sera, due giovani si esibiscono in divertenti spettacoli facendo roteare a ritmo di musica delle mazze infuocate. Davanti a loro sono state create delle buche nella sabbia, e al centro di ognuna è posta una fiammella a cui i due ragazzi possono attingere per accendere le mazze.
Una sera, mentre sorseggiamo una bibita e assistiamo allo show, uno dei due giovani si avvicina a noi e agli altri spettatori e fa roteare la mazza proprio sopra la nostra testa. Avvertiamo il calore del fuoco sulla nostra pelle…che emozione! Accanto a noi il padrone del locale e alcuni clienti fumano l’arguilè. Alle nostre spalle su un bancone scorgiamo pure della marjuana. La cosa non ci piace e così poco dopo riprendiamo la nostra passeggiata.
Purtroppo il lungomare non offre molto a livello di intrattenimento. La spiaggia di sera è l’ideale per chi ama la quiete e il romanticismo, mentre per chi cerca il divertimento, il centro di Chaweng è più adatto. Scorgiamo le luci della zona hot di Chaweng in lontananza.
La temperatura, specialmente di sera, è molto gradevole. Di giorno, anche se la colonnina di mercurio arriva a toccare i 40 °C, si riesce a respirare, perché l’aria è secca e sotto l’ombrellone si sta proprio bene.
Nonostante la spiaggia di Chaweng sia la più rinomata e turistica dell’isola, molti lettini sono vuoti e regna la quiete, perlomeno fino al giorno di Ferragosto. Di tanto in tanto sentiamo qualche esclamazione in italiano, ma al di là di ciò sembra proprio di essere fuori dal mondo. Anche gli odori che si respirano ci fanno capire che siamo lontani da casa: il profumo delle grigliate di carne e pesce e di noodles fritti, si mischiano all’odore dell’incenso e…ahimè a maleodori provenienti dalle fogne, le cui tubature probabilmente non sono a norma.
Un pomeriggio, mentre siamo comodamente distesi al sole, assistiamo persino alla raccolta del cocco proprio dalla palma a fianco del nostro ombrellone. Mentre un giovane thailandese si arrampica con grande agilità in cima alla palma, due uomini ai piedi della maestosa pianta legano l’estremità di una corda ad un bastone. L’altro capo della fune viene legato dal ragazzo al casco di cocchi, che poi verrà fatto scendere lentamente a terra, evitando così che i preziosi frutti cadendo si rompano o peggio ancora facciano male a qualche bagnante. La caduta accidentale dei cocchi, infatti, oltre agli incidenti in motorino, sono una delle principali cause di morte qui sull’isola di Koh Samui. La raccolta va a buon fine e termina con la potatura della pianta e con un bel brindisi a base di latte di cocco da parte dei tre raccoglitori.
La Thailandia offre un sacco di sorprese ai turisti…un esempio è vedere una donna che si inginocchia di fronte ad un monaco pregandolo e omaggiandolo con del cibo.
Un’altra particolarità di questa terra affascinante, è la consuetudine di porre davanti ai tempietti buddisti e alle statue di due leoni collocati all’ingresso del nostro ristorante alcune ciotole contenenti del cibo e un bicchiere con una bevanda, oltre ai bastoncini di incenso.
Ovunque sono appese le immagini dei reali che qui in Thailandia sono molto rispettati, statuette del Buddha ed elefanti simbolo della nazione, in quanto vi è la credenza che Buddha sia sceso sulla terra sotto le sembianze di un elefante!
Caratteristica dei ristoranti thailandesi è quella di esporre su un bancone all’entrata il pescato del giorno immerso nel ghiaccio. Il cliente in questo modo ha la possibilità di scegliere il pesce che preferisce. Allo stesso modo anche la carne viene cotta alla brace sulle griglie o sugli spiedi posti all’ingresso. Il sistema è certamente tipico del luogo, anche se può dare l’impressione di essere poco igienico, dato che il ristorante è aperto e dà sulla strada, che è percorsa continuamente da scooter, macchine e tuk tuk. Oltre a ciò, c’è da dire che anche passeggiare e fare acquisti essendo avvolti da una nuvola di fumo proveniente non solo dai gas di scarico delle automobili, ma proprio dai ristoranti, non è piacevole.
La Thailandia, dunque, come del resto ogni paese di questo mondo, se da un lato offre molto ai turisti e ai locali, dall’altra presenta certamente qualche aspetto da migliorare e su cui riflettere.
A tale proposito, un esempio eclatante è dato dai fili dell’alta tensione, un groviglio di cavi elettrici che attraversano i tralicci, alcuni dei quali talmente instabili da ricordare per un attimo la Torre di Pisa. Ma se le nostre parole non rendono bene l’idea, eccovi un’immagine:
16 agosto 2012
La mattina del 16 agosto, il cielo è coperto, ma il caldo si fa sentire ugualmente e ogni tanto il sole fa capolino tra le nuvole, come se volesse rassicurarci della sua presenza.
Giochiamo a palla nel mare, cercando di goderci ogni singolo istante di questa ultima effettiva giornata di vacanza…ebbene sì, domani sera si parte!!
Anche quest’oggi non ci facciamo mancare nulla: sole, nuotate, partite a scacchi e chi più ne ha più ne metta! Oggi tra l’altro festeggiamo il nostro mesiversario: 3 anni e 5 mesi sono passati dal giorno in cui ci siamo conosciuti ed innamorati!!
La sera per festeggiare decidiamo di cenare in spiaggia sotto le stelle, proprio al Seascape Beach Resort e per quest’ultima cena qui a Koh Samui, Dario ordina un’ottima “Shark steack”, niente meno che squalo alla griglia, con contorno di patate e verdure! Per sbaglio, mi faccio servire lo squalo che ha tutta l’aria di una bistecca ai ferri…ma quando infilzo la forchetta nella carne e soprattutto quando addento il primo boccone, mi accorgo che lo squalo me lo sto mangiando io!
E’ talmente tenero e gustoso, che sono tentata di fare finta di niente per papparmelo tutto io, ma Dario si accorgerebbe dello scambio…e così a malincuore esclamo: “Amore, ma questa è la tua bistecca di squalo!” Il piatto è a dir poco eccellente, e il mio tesoro me ne cede un pezzetto volentieri!
Dopo cena, quando ci alziamo da tavola intenzionati a fare una romantica passeggiata sulla spiaggia, notiamo che i ristoratori e alcuni turisti hanno scoperto una creatura sulla sabbia…si tratta di una grande medusa…per intenderci, l’animale che abbiamo di fronte è grande almeno il triplo delle meduse che siamo abituati a vedere noi in Italia!
Per assicurarsi che sia morta, uno dei due camerieri la colpisce con una zappa e poi la seppellisce nella sabbia.
La nostra serata si conclude ripensando alla vacanza appena trascorsa, che ormai sta per terminare.
17 agosto 2012
L’indomani mattina, ultimati i preparativi per la partenza, lasciamo le valigie nella hall dell’albergo e zaino in spalla andiamo in spiaggia per fare colazione e goderci le ultime ore di mare qui a Chaweng.
Stasera verso le 19.00 partiremo col pullmino in direzione dell’aeroporto,da dove voleremo con la Bangkok Airways che ci porterà a Bangkok. Io nel bagaglio a mano ho già preparato un maglioncino che penso proprio mi servirà durante quest’oretta e mezza di volo, dal momento che ricordo bene il freddo che ho patito all’arrivo. Con la compagnia aerea dell’Emirates, invece, il problema non sussiste, perché la temperatura interna era sempre perfetta e in caso di bisogno ecco pronta la copertina per riscaldarti.
L’unica cosa da puntualizzare, se vogliamo proprio trovare il classico pelo nell’uovo, è lo spazio ristretto tra i sedili sul volo “Boeing 777” che da Dubai ci ha portati a Bangkok. Dopo 6 ore di volo la schiena e le gambe ne hanno risentito. Per quanto riguarda il cibo, gli svaghi e il servizio di bordo, con l’Emirates ci siamo trovati molto bene. Ma aspettiamo prima di parlare…manca ancora il viaggio di ritorno…
Alle 17.00, mangiamo un boccone in spiaggia, ci facciamo una doccia per toglierci di dosso la sabbia e la crema solare e ci cambiamo. Viene a salutarci il capo dello staff del Seascape, che tra l’altro poco prima ha voluto giocare a scacchi con Dario (il mio futuro marito si è rivelato come sempre molto abile e ha vinto la partita).
Alle 18.30 siamo nella hall dell’albergo e attendiamo l’arrivo del pullmino.
Durante l’attesa, riguardiamo alcune foto, e nel frattempo sentiamo la telefonata di una ragazza italiana che dice ai familiari rimasti in Italia che per i giorni successivi qui a Samui è previsto brutto tempo e l’arrivo dei monsoni!!
Salutiamo il Seascape Beach Resort e giungiamo all’aeroporto, che questa volta è super affollato!
Dobbiamo effettuare il ceck-in dato che la Bangkok Airways non consente di farlo on-line, e così ci mettiamo in coda. Avanziamo lentamente, e all’improvviso sentiamo un forte scrosciare di pioggia: è arrivato il monsone che porta con sé acqua e vento! Il clima è comunque caldo e lo avvertiamo anche all’interno dell’aeroporto che è aperto ai lati e riparato solo dai tetti in legno e paglia!
Dopo circa 1 ora di coda, in cui capiamo che gli aerei sono tutti in ritardo a causa dei monsoni, arriva il nostro turno. Le valigie pesano 16 e 20 kg esatti…il limite è 20 kg…indovinate qual è la mia?
Il bagaglio viene imbarcato. Lo ritroveremo domani a Milano-Malpensa…speriamo!
Raggiungiamo il gate da cui partiremo. Facciamo pausa bagno e proprio all’interno della toilette troviamo un grande acquario pieno di pesci. Molto carino!
Alle 23.00, finalmente, con 1h e 20 minuti di ritardo, veniamo caricati sul piccolo bus colorato che ci porta all’aereo. E’ lui, lo riconosciamo, l’aeroplano da 70 posti, con immagini a tema marino sul corpo del velivolo e due eliche come motore!
Alle 23.20 partiamo. Stavolta la temperatura è ottima e anche lo snack è piuutosto buono.
All’1.00 atterriamo a Bangkok e con l’autobus entriamo nell’aeroporto dove veniamo accolti da una hostess che dopo aver controllato passaporti e ticket ci consiglia di correre se non vogliamo perdere l’aereo per Dubai in partenza mezz’ora dopo! Ecco perché il ritardo dell’aereo a Koh Samui ci preoccupava molto! Iniziamo a correre a più non posso, con il nostro zaino da 5 kg in spalla. L’aeroporto è immenso, ma per fortuna non c’è gente che ostacoli la nostra corsa!
Trafelati e sudati arriviamo al Gate E4, dove poco dopo iniziano le operazioni di imbarco. Nonostante la stanchezza, siamo emozionati: non solo saliremo su un altro aereo, ma voleremo con l’aereo più grande del mondo!! Il volo è l’A380 800 passenger. E’ un bolide da due piani che può caricare un massimo di 800 passeggeri divisi fra economy, first e buisness class. I nostri posti sono poco distanti dalla cabina di pilotaggio, vicini al finestrino, da dove possiamo ammirare l’enorme pista di Dubai, gli altri aerei e, una volta in volo, la città di Bangkok illuminata!
Di lì a poco l’emozione cede il passo alla stanchezza e crolliamo entrambi addormentati.
18 agosto 2012
Ci svegliamo col rumore dei carrelli della cena/colazione che però questa volta non ci soddisfa molto.
Dopo circa 6 ore di volo, con qualche turbolenza, arriviamo con un atterraggio molto morbido all’aeroporto di Dubai.
La hostess vedendoci intenti a fare foto, si offre di scattarci una fotografia insieme e noi accettiamo ben volentieri!
Cambiamo in euro gli ultimi Bath che ci sono rimasti in tasca e dopo un giro fra i numerosi negozi, ci sediamo al Gate 137 sul pavimento, dato che le sedie sono già tutte occupate, comunque non siamo gli unici!
L’attesa stavolta sembra lunga…sono le 7.00 e l’imbarco è previsto per le 9.00. Fortunatamente partiamo puntuali e atterriamo a Milano-Malpensa verso le 14.00! E ora è giunto il momento di vedere se anche le valigie sono arrivate con noi! Siamo sulle spine davanti al nastro trasportatore…escono un’infinità di bagagli, ma non i nostri…finalmente vediamo sbucare la mia valigia e poco dopo ecco anche quella di Dario!!Meno male!
Usciamo dall’aeroporto, chiamiamo il Park to Fly che manda subito un pullmino a prenderci. La nostra macchina ci aspetta fedele. Carichiamo le valigie e prendiamo la via di casa! Dopo le telefonate di rito ai familiari per rassicurarli che siamo arrivati sani e salvi, a ritmo di musica concludiamo la nostra vacanza, ricordando insieme tutti i momenti meravigliosi appena trascorsi. Ci sentiamo felici e soddisfatti, carichi e pronti a riprendere la vita di sempre con l’energia regalataci da questa straordinaria esperienza nella Terra del Sorriso!!
Alla prossima cari amici!
Luana e Dario – i colombini innamorati
THE END