Girotondo tra Castiglia e Leon
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GIOVEDì 18 OTTOBRE
Partiamo da Torino in perfetto orario, e alle 15.00 siamo a Barajas. Abbiamo noleggiato un’auto con il nostro solito broker economycarrentals.com; il noleggiatore non ha la sede in aeroporto, ma in un hotel poco distante e ci viene a prendere con un pulmino.. diventa una faccenda un pò più lunga il ritiro dell’auto, ma il prezzo era davvero ottimo. Al rientro però malediremo questa soluzione, perchè tra tangenziali, svincoli, sottopassi e un mostruoso traffico da ora di punta, trovare l’hotel sarà un’impresa titanica, nonostante il navigatore.
Lasciata la tangenziale di Madrid, il navigatore ci porta velocemente verso sudovest; il traffico è pressochè nullo, e il panorama desertico con le nuvole nere che rotolano all’orizzonte è davvero affascinante. Ci fermiamo in un autogrill per un panino veloce, visto che sono le 16 passate e non abbiamo mangiato nulla: sembra che nessuno si sia mai fermato, in questo strano posto in mezzo al nulla. Il panino con la tortilla però è molto buono.
Ci dirigiamo verso Consuegra, dove arriviamo verso le 17. Questa località ospita su una collina una decina di grandi mulini a vento, gli stessi a cui si ispirò Cervantes per il suo Don Chisciotte. Saliamo verso i mulini, la strada serpeggia fino all’ultimo con bellissimi scorci; uno di essi ospita un bar e volendo si visita internamente, noi preferiamo goderci il panorama infinito della pianura e i mulini, in un fantastico silenzio rotto solo dal vento e da pochi altri turisti. La luce comincia a scemare e riprendiamo la strada; Consuegra, a parte gli splendidi mulini, non ha null’altro da offrire. Stanotte dormiamo in un bed & breakfast nel paesello vicino. E’ una bella casa rurale, la camera è spaziosa e ci facciamo una bella doccia e un pò di relax prima di cena. Oggi è il compleanno di L, e verifichiamo su Tripadvisor due o tre trattorie consigliate dove andare a festeggiare con una bella comida espanola.
Il primo posto lo troviamo quasi subito, ma è chiuso. Il secondo richiede una decina di minuti di maledizioni, a causa del fatto che Consuegra è un’unica grande rotatoria a senso unico, se vai troppo avanti ti tocca rifare il giro. Per fortuna non è un giro lungo. Anche il secondo posto è chiuso. Anzi, riflettendoci bene non c’è proprio nulla di aperto, che sia consigliato oppure no! Fermiamo una signora, che ci sa indicare solo il primo posto, quello chiuso. Ahi ahi, qua si mette male. Facciamo ancora un paio di giri di rotatoria, tanto per essere certi. Poi ci buttiamo in alcune viuzze interne, per essere certi certi certi. A parte scoprire una scorciatoia per non fare tutto il giro, niente si profila all’orizzonte. L, un filino preoccupato dalla piega che sta prendendo la sua cena di compleanno, al primo bar aperto inchioda e parcheggia: un panino è solo un panino, ma piuttosto che andare a nanna a stomaco vuoto.. Il barista è gentilissimo, stava già chiudendo ma non solo ci fa un primo panino, ottimo tra l’altro, ma per il secondo va persino a recuperare del pane non si sa dove (è tutto chiuso..forse è andato a casa sua, a prenderlo). Ci spiega che ottobre è completamente fuori stagione, e che comunque a Consuegra i pullman dei turisti vengono con gite in giornata, e quindi i ristoranti sono aperti solo a pranzo.. i turisti cenano a Toledo!
Ringraziamo il nostro amico per averci salvati, e rientriamo verso casa. Mentre svoltiamo in cortile, ci rendiamo conto che poco oltre il B&B, lungo la statale nell’altra direzione, c’è… una trattoria aperta! E pure una di quelle rustiche, da camionisti, dove di solito si mangia da dio… ma pork!
VENERDI 19 OTTOBRE
Dopo un’ottima colazione (e un’intera megabottiglia d’acqua, a causa della sete residua lasciata dai panini di ieri sera) riprendiamo la strada direzione Toledo, dove arriviamo in un’oretta. Abbiamo prenotato un hotel fuori della città vecchia, a 100 metri dalle mura, perchè avendo la macchina sarebbe stato difficile parcheggiare, ma decidiamo di esplorare subito Toledo. Lasciamo l’auto in un comodo parcheggio interrato a pagamento e ci lanciamo in un primo giro esplorativo della città, che ci piace subito molto: le mure quasi integre, le porte imponenti, la cattedrale, i bei palazzi, le vie acciottolate piene di botteghe.. Entriamo a visitare la cattedrale e saliamo anche sul campanile, da cui si vede uno splendido panorama dei tetti antichi della città. Le chiese sono numerosissime, ne visitiamo diverse seguendo i suggerimenti del materiale turistico che abbiamo scaricato dal sito web della città.
Verso metà pomeriggio, con i piedi ormai distrutti dal camminare, decidiamo di andar in hotel per un riposino; visto che riprendiamo l’auto, ne approfittiamo per un giro attorno alla città, lungo la strada collinare che corre lungo l’altro lato dell’ansa del fiume Tajo su cui è costruita Toledo: gli scorci sono bellissimi. Questo viaggio è davvero all’insegna dei girotondi!
Ceniamo in un locale nella città vecchia; anche stavolta, prima di trovarne uno aperto…cominciamo a capire che non è solo questione di stagione turistica: qua molti posti sono chiusi per la crisi.. anche tra i negozi! Prima di tornare in hotel rifacciamo il giro in auto lungo il fiume, per vedere la città illuminata: spettacolare!
SABATO 20 OTTOBRE
Dopo aver fatto colazione con i churros, che l’aspettava da quando siamo partiti, lasciamo Toledo verso Avila; invece di fare la strada nazionale, decidiamo per una strada alternativa che passa da Talavera de la Reina. Il percorso lascia la pianura di Toledo, tutta coltivata ad olivi e cereali, per avvicinarsi alle montagne della Sierra de Gredos, e poi scavalcarle lungo una bellissima valle di aspetto alpino. Ridiscesi giù, ci fermiamo a visitare Talavera, famosa per le sue maioliche; in effetti molti palazzi antichi sono decorati con maioliche dipinte. La cittadina è graziosa, ma non merita una deviazione ad hoc.
Verso le 14 arriviamo ad Avila da ovest, la parte migliore per vedere lo scorcio della città nelle mura. L’impatto visivo è davvero eccezionale: si vedono le mura massicce ed integre, da cui spuntano i tetti della città vecchia, e i prati verdi che circondano le mura, mentre la città nuova resta coperta,invisibile da questo lato.. le foto si sprecano! Un plauso all’amministrazione locale, che è riuscita almeno da questo lato a preservare un paesaggio intatto, privo di costruzioni recenti che l’avrebbero snaturato. Quanto abbiamo da imparare noi italiani.. e anche noi piemontesi, che vorremmo le Langhe come sito UNESCO ma facciamo finta di non vedere i capannoni e le villette che deturpano i fondovalle tra le colline.
Lasciamo l’auto in un parcheggio interrato accanto alle mura, e siamo subito ad una delle porte della città. E’ sabato pomeriggio e c’è un bel sole, meno male perchè siamo a 1000 m di altitudine e farebbe davvero freddino; un sacco di gente passeggia lungo le mura. Dopo un panino veloce seduti al sole, entriamo nella cattedrale, splendida, e poi giriamo il centro storico in lungo e in largo.. la cosa non richiede molto tempo perchè Avila è davvero piccolina, ma ci piace moltissimo, così raccolta e ben conservata. Nel tardo pomeriggio andiamo in hotel: si affaccia proprio verso le mura, è appena stato inaugurato, è più bello della nostra solita media ma… c’era un’offerta lancio!
Per cena finalmente riusciamo davvero a mangiare in un posto consigliato da Tripadvisor (e mangiamo davvero benissimo): è ricavato in una casa tradizionale, con un patio centrale che è stato coperto per ospitare i tavoli. Il posto è affollato di locali che al banco bevono e mangiano tapas, sono solo le 20.45 e per loro è troppo presto per cenare.. ma poi in realtà quasi nessuno entrerà, e anche questo ci conferma la sensazione di una crisi ben più grave e diffusa di quella italiana.
DOMENICA 21 OTTOBRE
Lasciare Avila si rivela complicato: l’auto ha una gomma a terra! C’è un bel chiodo piantato nel copertone. E anche se la gomma di scorta c’è, non troviamo nulla in auto che permetta di togliere i bulloni del copriruota. Telefoniamo all’assistenza, e in una ventina di minuti (ma quanto freddo fa ad Avila la mattina presto??) arriva un meccanico che ci cambia la gomma. I bulloni in realtà bulloni non erano, sarebbero venuti via in qualche modo.. ma vabbè, il servizio è compreso.
Da Avila a Segovia c’è l’autostrada, i km sono pochi e il traffico quasi nullo; avendo letto che San Ildefonso de la Granja, un castello pochi km oltre Segovia che è famoso per i giardini e le fontane, di lunedi è chiuso decidiamo di andarlo subito a vedere. E’ in una bella valle verde, e anche la cittadina ci piace molto; il castello, imponente ma per nulla serioso tra 1000 pinnacoli finestre e torrette fantasiose, era una delle residenze estive dei reali. Purtroppo si mette a piovigginare, e decidiamo così di visitare non solo i giardini, ma anche l’interno. Nei giardini, vastissimi e ben tenuti, si potrebbero passare ore, ma in effetti la stagione non è più così propizia; senza contare che le fontane, che sarebbero dovute essere attive la domenica, sono in manutenzione, e poi continua a piovere. Pazienza, la Granja ci è piaciuta comunque.
A Segovia il nostro hotel è a pochi metri dall’acquedotto romano, con il navigatore lo troviamo facilmente. Dopo una doccia calda e un riposino, facciamo un giro nel centro storico, tutto illuminato. Anche Segovia promette bene. Ceniamo in un ristorante molto noto sulla via principale, con le pareti piene di oggetti polverosi e di foto con dedica di personaggi un tempo famosi.. molto kitsch ma la cena è ottima: L assaggia il piatto tipico di Segovia, un umido di maiale (…orecchio compreso) e fagioli che potrebbe sfamare una piccola città, io un ottimo agnello alla brace.
LUNEDI 22 OTTOBRE
Alle 9 siamo alla ricerca di un bar per fare colazione, ma qui i ritmi sono molto rilassati; non solo di bar aperti ce n’è pochi, ma anche le chiese e i palazzi aprono solo alle 10.30! Facciamo un primo giro esplorativo sopra le mura, lungo l’acquedotto romano splendidamente conservato, e per le viuzze del centro; complice un cielo azzurro terso e un bel sole, è davvero piacevole girare a zonzo.. poi ritorniamo sui nostri passi per entrare in alcune delle chiese che avevamo trovato ancora chiuse, nella cattedrale, bellissima, e al castello, sul costone a strapiombo verso la pianura. Anche Segovia ci lascia un’ottima impressione.
Riprendiamo l’auto; prima di uscire dalla città, cerchiamo un gommista per far riparare la gomma; in dieci minuti e 5 euro (cinque!) siamo pronti a ripartire. Memori del panorama visto dal castello, ci dirigiamo verso un paesino poco distante da cui ci sembra si dovrebbe vedere la città vecchia: è proprio così! Ci fermiamo lungo un viottolo di campagna: le mura e il castello sono proprio di fronte a noi, in un bellissimo scorcio.
Imbocchiamo l’autostrada verso Madrid, ed usciamo verso San Lorenzo de l’Escorial, dove arriviamo verso le 14. Prima di entrare, mangiamo qualche tapa in un bar che ha i tavoli all’aperto. L’Escorial è un complesso monastico gigantesco, più di 2000 stanze, tanto che emerge dalla sagoma della cittadina e si staglia contro le montagne alle sue spalle. Dallo spiazzo davanti all’ingresso si intravede Madrid, ma c’è foschia sulla pianura e si nota solo il profilo dei grattacieli della zona moderna della capitale. La visita con guida dura un paio d’ore ed è davvero interessante; ci colpisce in particolare la biblioteca, bellissima e ricchissima di libri antichi. Poco ci dice invece il pantheon che ospita le spoglie di quasi tutti i reali di Spagna, su cui la guida si sofferma molto.
Lasciamo l’Escorial e scendiamo dai rilievi della Sierra de Guadarrama verso Madrid. Stasera dormiamo nei pressi dell’aeroporto di Barajas, perchè il nostro volo domani sarà alle 9.45. E’ un hostal senza pretese, ma comodo e davvero a buon prezzo; per fortuna la nostra camera dà verso l’interno, perchè si affaccia su una strada trafficata. Dopo il consueto riposino, decidiamo di andare a cena ad Alcalà de Henares, a pochi km di distanza, una cittadina di cui abbiamo letto recentemente su una rivista. Alcalà è di origine araba; diede i natali a Cervantes, ed ospita una delle università più antiche di Spagna.
Parcheggiamo in piazza e facciamo una bella passeggiata nelle vie affollate di studenti; visitiamo velocemente la cattedrale proprio mentre stanno chiudendo, e poi la sede storica dell’università, in un palazzo magnifico con due chiostri successivi uno più bello dell’altro. Davvero una scoperta questa cittadina! Ceniamo in una trattoria alla buona, con un assortimento di tapas, e poi a nanna, domattina ci alziamo presto, perchè il nostro girotondo ahimè è finito..
CONSIDERAZIONI
Torniamo sempre volentieri in Spagna (vedi anche http://turistipercaso.it/spagna/16072/granada-y-sevilla.html), e anche questo “girotondo” tra Castiglia e Leon ci è piaciuto molto. Tra l’altro, si presta ad essere integrato, con qualche giorno in più, con Salamanca, Valladolid e Guadalajara, oppure per esplorare meglio la Sierra de Guadarrama che ci è sembrata molto bella dal punto di vista naturalistico, oltre che ricca di castelli e villaggi. Si può anche scegliere di fare gite in giornata col treno da Madrid, ma secondo noi si rinuncerebbe in parte ai paesaggi e agli scorci affascinanti che abbiamo visto girando con l’auto, e che sono alcuni dei più bei ricordi di questa vacanza.
M & L