Los Roques, l’isola dei mille colori e dei cani felici
Senza porre indugio cominciamo a pestare sui tasti del nostro pc per leggere, sapere, confrontare… e via, davanti ad un’offerta aerea transoceanica veramente conveniente, diamo il via al nostro viaggio: qualcuno ha detto, ed è verissimo, che il viaggio inizia a casa quando l’idea si materializza e si fanno i primi passi verso la meta. L’unico rammarico è che da lì alla partenza avremmo dovuto aspettare un po’ di mesi!
Questo viaggio l’abbiamo organizzato con una coppia amica e settimanalmente noi ragazze ci telefonavamo per chiaccherare sulla posada scelta, gli orari dei voli, il bagaglio, fino ad un mattino grigio e freddo dove….”oddio, hai sentito è caduto un aeroplanino a Los Roques, ma sarà vero? Che fine ha fatto?”. All’improvviso quello che era attesa felice si è trasformato in dubbio: cosa facciamo? Ma, grazie a Dio, il buon senso ha preso il sopravvento: tutto nella vita è fatalità, e così con la sfrontatezza che contraddistingue i giovani (siamo tutti quasi settantenni!), siamo partiti.
Il viaggio è iniziato il 18 marzo, una fredda mattina nevosa. Non è iniziato proprio alla grande ma anche qui la fortuna è stata dalla nostra parte. Le ali del nostro aereo per Madrid erano ricoperte da uno strato di neve che penso potesse rendere pericoloso il volo.
Siamo rimasti 3 ore sulla pista e una volta arrivati a destinazione abbiamo scoperto che il volo per Caracas non ci aveva aspettato. L’organizzazione aeroportuale a Madrid è stata impeccabile: subito riconfermati sul volo dell’indomani e comodamente alloggiati in un bellissimo albergo con pensione completa. Il trattamento è stato superbo, ma quello che più conta abbiamo potuto visitare il centro di una città che non avevamo mai visto, allietati da uno splendido sole. La conferma: la fortuna bacia gli audaci.
Come da programma l’indomani siamo partiti per Caracas, dove abbiamo passato la serata in un hotel prenotato dal nostro posadero unitamente all’aeroplanino dell’indomani.
Ed è arrivato il momento tanto temuto: devo dire che eravamo molto ma molto tranquilli anche dopo che avevamo visto le dimensioni veramente ridotte del mezzo!
E’ stato un viaggio piacevolissimo di 50 minuti e già da lassù, quando siamo entrati nel cerchio della barriera corallina che circonda l’arcipelago, abbiamo iniziato ad ammirare uno spettacolo di sfumature che ci ha fatto chiedere se fosse realtà o se, senza accorgerci del trapasso, fossimo veramente in paradiso.
Atterriamo dolcemente sull’unica parte asfaltata dell’isola. Felicissimi, mettiamo piede a terra e siamo abbagliati dal sole, dal mare dall’aria tersa e dalla calorosa stretta di mano del posadero Franco. Lui è stato una pietra miliare del nostro soggiorno: un carismatico signore piemontese con un abbronzatura da fare invidia e con una dialettica veramente affascinante, sempre presente ma mai invadente e pronto a consigliare quale destinazione scegliere.
Eh si, perché a Los Roques ogni giorno una barca ti porta su un’isoletta diversa, e lì c’è solo l’imbarazzo della scelta, tanto una è più bella dell’altra, e se oggi pensi che hai raggiunto l’apice, eh no! domani rimani ancora abbagliato dalle sfumature di quel mare incredibile.
Questo diario di viaggio non vuole essere didascalico proprio perchè di isole da visitare ce ne sono tante, tutte belle o bellissime e sta poi alle indicazioni locali che si può scegliere di andare a Cayo de Agua (con una delle 10 spiagge più belle del mondo), a Franzisky, piuttosto che a Nordensky o altra destinazione.
Abbiamo trascorso 9 gg fantastici tra sole, mare, bagni e… qualche scottatura. Bisogna stare molto attenti: a Los Roques il sole è implacabile e difficilmente si riesce a camminare lungo il mare senza essere bardati come beduini nel deserto e poi, per chi è chiaro di carnagione, le conseguenze sono a volte dolorose.
Le creme abbronzanti non sono mai sotto il fattore 30, gli occhiali da sole ben protettivi ed un bel cappellino con visiera completa il corredo del “bagnante pallido”.
Grazie alle preziose informazioni raccolte via internet la nostra scelta è andata alla Posada Acuario: una struttura semplice ma molto accogliente, più che in “albergo” sembrava di essere nella propria casa al mare tanto ci trovavamo a nostro agio.
Il trattamento in posada a Los Roques prevede un’abbondante colazione con prodotti preparati al momento e varietà di bevande, la “cava” che altro non è che un contenitore termico contenente il pranzo che verrà consumato in spiaggia al riparo di ombrelloni e su comode sedie portati dai ragazzi delle barche, merenda al rientro a fine pomeriggio, e cena alla sera: nel nostro caso si partiva dall’antipasto per arrivare al dolce e per finire con uno ma anche due bicchierini di rum!
Scegliere di andare a Los Roques vuol dire amare incondizionatamente il mare (bagni, sole, ma quasi niente snorkeling) ma vorrei dire che questa bella isola di un migliaio di abitanti offre anche uno spaccato del vivere nell’altra parte del mondo. La parola stress non è contemplata nel vocabolario roqueno, quasi tutti vanno scalzi nelle “strade” di sabbia, strade che sono tenute pulitissime: ogni mattina vengono spazzate con rastrelli e l’unico mezzo a motore dell’isola raccoglie tutti i mucchietti ed i bidoni.
Al tramonto tutte le donne appoggiano lo straripante deretano su piccole scricchiolanti sedie e davanti ad un tavolino non certo rococò giocano allegramente a tombola, con i piccolini parcheggiati nei passeggini e circondate dagli altri fantastici abitanti: i cani.
L’argomento cani merita un capitolo a sè: abbiamo viaggiato molto e spesso la povertà delle persone o lo stato penoso dei randagi hanno condizionato il nostro giudizio sulla “bellezza” di un viaggio, ma qui abbiamo avuto la certezza che la popolazione canina molto numerosa sia assolutamente amata, coccolata ed anche viziata.
Tanti cani hanno il collare e la medaglietta (pensano forse di perderli?) altri addirittura sono infiocchettati e portati a spasso in braccio, e tutti ma proprio tutti sono belli pasciuti ricevono carezze e cibo da tutti ed è un piacere vederli girare pigramente per l’isola; e al tramonto, quando inizia il gioco della tombola ed il sole si spegne in una luce morbida, c’è chi rientra a casa e chi, amante delle ore piccole sotto le stelle luccicanti si trova un angolino comodo e lì passa la notte.
Insomma Los Roques è l’isola dai mille colori e dei cani felici.
So che di questi tempi non è facile far saltar fuori un gruzzoletto per una vacanza esotica al di là dell’oceano, ma voglio stupirvi dicendo che tutto questo ben di Dio non ci è costato più di 1.600 euro a testa.
Non abbiate paura, andateci vedrete che ho detto la verità!