Repubblica Dominicana 3
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Lunedì
Usciamo di buonora per cercare di capire come organizzare al meglio le nostre due settimane di vacanza. Purtroppo rileviamo una certa nebulosita’sia nei racconti dei t.p.c. che ci hanno preceduto, sia nelle poche righe dei cataloghi consultati. Facciamo quindi un po’di chiarezza. Per quanto riguarda il Cabana Elke non possiamo che confermare tutti i giudizi positivi trovati, la struttura e’semplice, pulita, confortevole e silenziosa, in piu’ le due camere matrimoniali della ns. stanza (una con balcone) fanno letteralmente “esultare” Claudia che puo’cosi’sfuggire alle mie russate notturne. Emilio, il direttore, Desire’ che gestisce il bar e la piccola cucina del pranzo, unica la ragazza dominicana al bar, sono gentili, professionali e molto alla mano. Il luogo dove si trova l’Hotel, cosi’come tutti i grandi resort: Viva Whindam, Iberostar, Catalonia ecc… non e’ pero’ Bayahibe ma bensi’ il Dominicus Americano che da Bayahibe dista circa 3 km. Se si vuole andare a Bayahibe occorre prendere una guagua (minivan a 10/12 posti) 50 m.davanti al Viva angolo Av. Laguna/calle Cayuco o Caoba (25 pesos a tratta) ma al calare del sole il servizio cessa, rimane il taxi a 10 Usd$ a tratta. Durante il giorno si puo’ fare anche il tragitto a piedi (25 mn.circa) andando per il sentiero ecologico in mezzo alla vegetazione: uscendo dal Cabana si va a sinistra sempre dritto fino alla fine della strada asfaltata, si percorrono 100 m. di piazzalone sterrato poi ci si inoltra nel sentiero; n.b. quando si incontra dopo 12/13 min. una doppia biforcazione a sinistra occorre prenderla, si va verso il mare, si costeggia un campo da baseball e si arriva al porto di Bayahibe.
Il Dominicus Americano e’ un feudo little Italy con ristoranti italiani (con prezzi italiani), agenzie per escursioni (alcune italiane),minimarket, bazaar e negozi dove i locali ti vogliono vendere di tutto. Ci sono un paio di Bancomat, uno davanti al Viva ed uno davanti al Catalonia ma non erogano denaro con le tessere bancomat internazionali, solo con carte di credito con commisssione quindi del 4%; vi sono diversi uffici di cambio ma rispetto a Bayahibe o Bavaro abbiamo notato che applicano un cambio piu’ sfavorevole (50 pesos per 1euro contro i 52,5 pesos per 1 e.), si puo’comunque entrare in banca muniti di passaporto ed effettuare li’l’operazione. Affittare un auto costa 50 euro al giorno e trattengono in cauzione il passaporto, oppure vogliono una strisciata in bianco della carta di credito, non accettano pagamento in contanti anticipato per evitare le prime due soluzioni. Dopo questi primi dettagli parliamo ora della spiaggia: uscendo dall’Hotel a destra, dopo 10 min. si arriva alla Playa pubblica, due lettini 200 pesos, un ombrellone 300 pesos, a destra e a sinistra le spiaggie di tutti i resort. Pubblico misto, composto in gran parte da connazionali che svernano ai Caraibi e, nei week-end, da famiglie di dominicani con enormi quantita’ di cibo al seguito per un incredibile pic-nic non stop. Date queste premesse voglio precisare che comunque abbiamo trascorso 15 giorni fantastici adeguandoci al meglio alla realta’ locale. Per un escursus esauriente dividerei la ns.vacanza in tre capitoli: escursioni, mare e cibo.
Escursioni. Sono il sale della ns.permanenza in R.D. Due veri must sono le escursioni all’isola Saona e il safari alle piantagioni di canna da zucchero, cacao e caffe’. Le agenzie piu’ preparate ci sono sembrate Max Tours (con Gabriele il toscano) e l’agenzia Mariposa mentre i prezzi sono similari dappertutto (in media 50/60 euro ad escursione a testa). Scegliamo Max Tours trattando con Gabriele e sara’ il ns.partner per tutte le escursioni.
Mercoledì 13
Salpiamo in catamarano appunto per l’isola Saona. La giornata e’ stupenda ed i colori di mare e natura incredibili: le piscine naturali, il canale delle mangrovie, il villaggio dell’isola ed infine Playa del Canto, un incanto davvero. Un pranzo ottimo con aragoste a volonta’e… la vitamina R (il rum) che scorre a fiumi. Al rientro in porto ricordo di aver pensato che gia’questa giornata valeva tutta la vacanza. Da fare assolutamente!
Venerdì 15
Saliamo a bordo del camion Bavaro Runners attrezzato per il fuoristrada alla volta delle piantagioni di canna da zucchero, le piu’ grandi delle Americhe con i loro 240 km quadrati con all’interno 24 villaggi. Il volto vero della R.D.: lavoro duro e vita umile e onesta; le scuole, le case modeste i campi da baseball (sport nazionale), ogni villaggio e’ uno spaccato di vita. La canna da zucchero, questa illustre sconosciuta ora non lo e’ piu’. Tutto e’ stato molto interessante e la giornata si e’ dipanata tra illustrazione processi di lavorazione canna, produzione ed essiccazione di cacao e caffe’, tutti rigorosamente a mano, degustazioni frutta, cioccolato, bevande tipiche e tanta vitamina R, quindi storia del rum, gita a cavallo ed infine dopo aver attraversato Higuey con il suo traffico tumultuoso (800.000 abitanti) visita alla cattedrale di Alta Gracia meta di pellegrinaggio di Papa Giovanni Paolo II nel 1979.
Giovedì 21
E’ la volta di Santo Domingo, distante 140 km da Bayahibe. Gabriele ci ha organizzato un’escursione per pochi intimi: siamo in sei piu’ Jhonny, l’autista dominicano. Visitiamo la zona coloniale con guida, la cattedrale con l’avenida principale, le piu’ antiche delle Americhe, il Faro a Colon dove sembra siano le ceneri di Cristoforo Colombo e Les Tres Ojos, belle grotte sotterranee con acqua sorgiva, una specie di cenotes messicani. Facciamo anche visita a laboratorio produzione oggetti in Larrimar e Ambra(pietre per articoli da gioielleria/bigiotteria tipiche della R.D.), comida tipica al ristorante la Mimosa.Voto complessivo escursione 7. Personalmente ero curioso di accostarmi alla cosiddetta parte storica dell’isola Hispaniola, la sensazione, condivisa da Claudia e’ stata quella di un popolo che riconosce le sue origini dal 1492 anno della scoperta dell’America, prima il vuoto(periodo degli indiani Taino), e’ come se mancasse un pezzo di storia e quindi siamo, senza volere, portati a confrontare le emozioni con quelle ben diverse provate al cospetto di alcuni luoghi ridondanti di storia millenaria come le Piramidi egiziane e dei Maja, il Colosseo, Westiminster Abbey. Al ritorno, dopo una lunga contrattazione, mi accordo con Jhonny per sabato 23: vogliamo vedere Punta Cana, Bavaro e le sue spiaggie, per 80 euro avremo auto con autista a disposizione per tutto il giorno, un giretto da 200 km a mio carico anche il pranzo per Jhonny.
Sabato 23
Alle 8 appuntamento alla Playa pubblica, Jhonny ci aspetta su una grossa berlina per il tour concordato. Dopo 50 km della nuova autostrada troviamo un camion rovesciato sulla ns.corsia. A proposito, il traffico in autostrada e’ un vero delirio: possono viaggiare tutti, ma proprio tutti, a piedi, in bici, col carretto trainato dall’asino, con i motorini e come se non bastasse si vedono auto uscire dalla carreggiata e tagliare per i campi e moto che incuneandosi in mezzo alle barriere divisorie delle due corsie invertono al volo il senso di marcia; ho pagato volentieri il servizio all’autista. Vediamo in successione spiaggia di Cabeza de Toro, bella e turistica, con acquazzone improvviso, spiaggia del Cortecito (siamo gia’ nella zona di Bavaro), idem come sopra, poi andiamo a pranzo: comida per tre con bevande, tutto buonissimo, totale 800 pesos. Finalmente Jhonny tira fuori dalla manica l’asso di briscola e dopo una bella pilotata ci scarica alla spiaggia di Uvero Alto. Pensate a qualcosa di magnifico e selvaggio, il posto era cosi’. Un’enorme insenatura di acqua cristallina, una lunghissima spiaggia di sabbia chiara immersa nelle palme dove si infrangevano le onde dell’Atlantico, sabato pomeriggio 4 persone in tutto noi compresi, incredibile! Dico a Jhonny:- E’il tuo segreto?- Risponde: -Si-. Siamo soddisfatti, rientriamo.
Mare Dopo i primi ¾ giorni alla Playa pubblica abbiamo optato, utilizzando al meglio le vetuste bici a disposizione dei clienti del Cabana, per una destinazione diversa. Con 20 min. di bici si puo’ infatti arrivare alle zone libere della spiaggia dopo tutti i villaggi ed in prossimita’ del Parco National d’Este. Silenzio, tranquillita’, barche che girano al largo, i Caraibi cosi’ come li volevamo, perfetto! Con la bici si esce dall’Hotel e si va a destra fino ad incontrare l’Avenida W.Fulle, a quel punto si gira a sinistra e la si percorre sino in fondo. All’incrocio si va a destra e si costeggiano le entrate di tutti i resort. Si puo’ prendere la stradina dopo il Be Live Canoa (occorre passare sotto alla sbarra) e si arriva direttamente in spiaggia. Oppure continuare sempre dritto fino alla fine della strada asfaltata; qui si entra nel parco e quando si incontra il cartello con indicazioni Cueva del Ponte-Guaraguao, sulla destra si puo’ parcheggiare sotto agli alberi.
Cibo Il primo aggettivo che mi viene in mente parlando della cucina dominicana e’ monotematica. Infatti la tipica comida dominicana affianca riso bianco o “moro” a fagioli, avocado, carne di pollo o manzo, pesce come baccala’ o dorado, oppure polpettine saporite in un crogiuolo di sapori molto interessante per il palato. Buono anche il platano (maduro fritto o fatto a tostones) e le patate dolci. Se a pranzo ci siamo volentieri adeguati al cliche’ dominicano, per la sera il ns. appuntamento fisso e’ stato al ristorante Tucano in Av.Fulle: cinque tavoli gestiti al meglio da Margherita e Massimo. Ottimi i primi con in testa alla classifica le linguine all’aragosta e la pasta all’amatriciana, cosi’ come i secondi e gli immancabili semifreddi di Margherita. Ottimo rapporto qualita’ prezzo, squisita l’ospitalita’, ci siamo sentiti a ns.agio come a casa nostra. Un saluto a Margherita se leggera’ queste righe. La ns. spesa media e’ stata per 2 persone di circa 20 euro a cena, mentre a pranzo con la comida di circa 10 euro sia al Tucano che in albergo da Desire, eccellenti entrambi.
Concludendo, la ns. vacanza e’ letteralmente “volata”, segnale tipico di quando si sta veramente bene. Lunedì 25 atterriamo a Malpensa con un’ora e mezza di ritardo, temperatura 5 gradi! Ma come? L’inverno non se ne e’ ancora andato?