Marocco del sud e deserto
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PREMESSA
Quest’anno io e Giulia abbiamo deciso di organizzarci un viaggio in proprio, andando a visitare il Marocco con arrivo a Marrakech per dirigersi verso il deserto del sud per poi fare ritorno alla città di partenza. Per organizzarlo al meglio mi sono dotato (a giugno!) di due guide, la fida Lonely Planet e la Guide du Routard che ho letto e studiato attentamente. Ho visto e rivisto le varie possibili mete fino a buttare giù un itinerario di 13 gg secondo me molto bello ed allo stesso tempo abbastanza rilassato negli spostamenti.
Fatto questo mi sono messo alla ricerca di un’agenzia in Marocco scoprendo che ve ne sono una miriade, tutte probabilmente molto brave ed attrezzate; la mia attenzione si è posata su una di queste che si chiama Desert Nomadexperience e dopo vari scambi di mail e consigli su Tripadvisor di altri usufruitori abbiamo optato per questa. Mai scelta fu più felice in quanto Nourdine, il titolare e tutte le persone coinvolte nel nostro viaggio si sono dimostrate estremamente professionali, gentili e sempre propense a soddisfare i nostri bisogni.
22/12 GIOVEDì ITALIA – MARRAKECH
Partiti! Sembra impossibile, ma arriviamo puntualissimi, anzi in anticipo a Marrakech (9:00 di mattina), usciamo e troviamo Nourdine e Aziz ad attenderci e dopo i saluti preliminari siamo accompagnati al nostro hotel. Avevamo chiesto un posto vicino alla piazza centrale, ma l’agenzia ha fatto di meglio, infatti siamo alloggiati in un graziosissimo Riad (Riad Zehar) gestito da Joussef ed Aicha due persone davvero squisite che ci hanno accolto come se ci fossimo sempre conosciuti, davvero un buon inizio. Tempo di sistemarci e via per la medina di Marrakech. Ci avevano avvisato che le persone sarebbero state insistenti ed con un approccio molto entrante, ma tutto questo per fortuna non è esatto. Tutti sono molto educati e si limitano a chiederci di visitare i propri bazar, massimo 1-2 volte, poi con un bel sorriso ci salutano. L’atmosfera è davvero bella ed esaltante, scatto diverse foto, ma non è assolutamente facile in quanto la luce è poca… meglio di niente. L’educazione delle persone è massima, tutti fanno il proprio lavoro ed io chiedo se posso scattare foto, alcuni sono d’accordo, altri no, altri vogliono una mancia, ma il tutto sempre nel massimo rispetto. Anche la pulizia della città mi stupisce… certe città in Italia si sognano questa pulizia… Livorno compresa! Il nostro pellegrinare continua nelle viuzze del mercato, cerchiamo quelle meno battute dai turisti ed è proprio in queste che vedi veramente come funziona la vita del souq, una bellissima esperienza. Verso il fine pomeriggio iniziamo a fare ritorno a piazza Jemaa – El – Fna, patrimonio dell’Unesco e rimaniamo sbalorditi dalla trasformazione che subisce dal giorno alla sera. In poco più di 1 ora vengono allestiti banchetti di ogni genere di cibo e la piazza stessa diventa un enorme formicaio di persone, turisti e non che mangiano e girano estasiati tra le varie bancarelle ed i vari bazar, un’esperienza unica! Mangiamo nella piazza a base di spiedini e verdura e continuiamo a girovagare estasiati ancora per un po’ e verso le 10, stanchissimi, andiamo al nostro bel riad contenti della prima giornata marocchina.
23/12 VENERDì: MARRAKECH – OUARZAZATE
Oggi inizia il nostro avvicinamento al deserto, quindi sveglia verso le 8:00 per una buonissima colazione. Ci aspetta Soufiane, la nostra guida/autista, giovane ragazzo berbero che si dimostrerà un’ottima guida oltre che una persona simpatica con cui passeremo delle bellissime giornate. La nostra jeep è grande e spaziosa e quindi una volta caricati bagagli partiamo direzione Ouarzazate. Il programma da me impostato subirà una piccola variazione in quanto non dormiremo ad Ait Benhaddou, ma ad Ouarzazate. La giornata è bellissima e quindi attraversiamo i monti Atlas senza difficoltà godendoci un bellissimo paesaggio fatto di colori che passano dal rosso intenso al verde delle piante. Arriviamo dopo 5 ore di viaggio ad Ouarzazate e dopo il pranzo a base di Tagine visitiamo la Kasba di Taourirt, molto bella e fatta di mille stanze e cunicoli. Vista questa ci dirigiamo alla volta della medina, molte persone si propongono come guide, ma noi rifiutiamo fino a quando un giovane ragazzo, con un perfetto italiano, attacca bottone e viene con noi. Io gli dico che da noi non avrà nessun soldo e se vuole fare da guida può cercare altre persone, ma lui con estrema cortesia mi risponde che ci accompagna per il solo gusto di allenarsi nel parlare italiano (che differenza con la nostra mentalità!). In effetti è così, ci accompagna, ci spiega ogni cosa ed usanza della medina e poi, alla fine, ci saluta con il sorriso sulle labbra. Davvero gentile, mi sento una carogna nell’avergli risposto quasi male all’inizio, ma ero prevenuto e non volevo trovarmi dopo a discutere. Questa sarà una prerogativa di tutto il viaggio… cortesia, educazione e grandi sorrisi. Il Marocco che non pensavo di dovermi aspettare.
24/12 SABATO: OUARZAZATE-AGDZ
Sveglia con calma e dopo aver fatto colazione partiamo per Agdz, cittadina in direzione sud, ma prima Soufiane ci propone la visita ad un’oasi, quella di Fint. Dopo circa 30 min di pista arriviamo in questa bellissima oasi fatta di palmeti attraversati da un fiume. Qui il contrasto tra il cielo azzurro, il verde della vegetazione ed il rosso della terra e delle pietre rendono il paesaggio davvero mozzafiato. Girovaghiamo un pochino e scattiamo qualche bella foto ricordo.
Ripartiamo alla volta di Agdz e più precisamente in direzione della Kasba di Tamnougant, ma prima di arrivare a questa attraversiamo un bellissimo palmeto dove si ergono delle kasba ormai in rovina, tutto davvero molto bello! Arriviamo alla kasba e decidiamo di ingaggiare una guida per farci spiegare la storia di questa bellissima struttura. La scelta si rileva azzeccata e la guida si dimostra capace e ben informata su tutto quello che riguarda la storia di questo edificio, portandoci tra l’altro in luoghi che da soli non avremmo potuto visitare. Finita la visita girovaghiamo tra le rovine e tra il palmento sottostante scattando foto al tramonto, è un peccato vedere questo bel sito abbandonato ed in rovina, ma tant’è…. , d’altronde non è che in Italia si faccia di meglio!
Il nostro albergo non poteva essere in un posto migliore ovvero…. In una parte della kasba stessa!!!! Si, hanno ritagliato uno spazio per questo, tutto fatto in terra e ben gestito e tenuto. Cena con un buonissimo cous cous e poi a nanna.
25/12 DOMENICA: AGDZ – DUNE ERG CHIGAGA
E’ Natale, ma come sempre durante questi viaggi ci facciamo davvero poco caso in quanto spesso ci troviamo in stati non Cristiani e quindi non festeggiano questa festa. Ci svegliamo con calma e dopo un’ottima colazione sulla terrazza della kasba partiamo per il nostro viaggio che risulterà essere molto lungo, finalmente ci dirigiamo verso il deserto!!! Soufiane ci propone una variazione del tragitto, invece di passare da M’hamid, ci propone la strada alternativa verso il lago i Irki, lago che esiste solo durante il periodo delle piogge e che noi troveremo prosciugato dal caldo e dalla siccità. Il nostro tragitto prevede quindi il seguente nuovo itinerario AGDZ à Puasairà Foum Zguidà pista verso Lago Irikià Dune Erg Chigaga.
Soufiane in pochi giorni ha già capito che cosa richiediamo al nostro viaggio, ovvero la visita di posti molto meno battuti dai turisti ed in effetti questo nuovo tragitto centra in pieno le nostre aspettative. La strada è quasi tutta per noi e possiamo ammirare dei bellissimi paesaggi in cui il contrasto dei colori è da mozzafiato! Arriviamo a Foum Zguid e dopo una pausa per il the ripartiamo iniziando la prima nostra pista del viaggio. La strada è molto accidentata e Soufiane ci spiega essere una tappa della Parigi Dakar, cavolo penso io, Proprio dura!
Proseguiamo e dopo alcune ore arriviamo al lago di Iriki o meglio a quello che ne resta. Il caldo infatti lo ha completamente prosciugato e il letto del lago è tutto crepato creando dei bellissimi disegni. Scattiamo delle belle foto e già che ci siamo mangiamo a pane e tonno portato dall’Italia tutti e 3 insieme, siamo in mezzo al nulla e questo mi rende stranamente a mio agio, amo sicuramente di più questi posti piuttosto che le città.
Soufiane ci spiega la differenza tra i vari deserti descrivendo quello di sassi come il più duro ed arido di tutti… non avevo mai pensato al deserto fatto di sassi, il mio stereotipo di deserto era quello composto da immense distese di sabbia, ma a quanto sembra non è così!
Ripartiamo e dopo poco iniziamo finalmente a trovare la sabbia! Le dune si ergono di fronte a noi e non possiamo che ammirarle con i loro mutevoli colori. Giriamo un po’’ e notiamo che stiamo girando un pochino a vuoto fino a quando Soufiane si ferma e stizzito ci dice “io non so più dove siamo!”. Hai… persi nel deserto! Questa situazione ha del tragicomico in quanto nella peggiore delle situazioni basta tornare indietro, comunque mi fa ragionare e tra me e me penso… per fortuna che non ho preso una jeep ed una guida altrimenti col cavolo che ce la facevo da solo! In effetti Soufiane ci spiega che non ci siamo persi e che lui sa benissimo la direzione, ma con il vento le dune si sono spostate e non trova il varco per superarle, o perlomeno si rischia di rovinare la jeep per arrivare all’accampamento. Poco male, usciamo dalle dune e torniamo nel deserto di roccia dove ci fermiamo presso una famiglia nomade a chiedere la strada. Con la cortesia che contraddistingue questi popoli ci insegnano la strada e ci offrono anche di restare a dormire presso di loro… quasi quasi la proposta mi alletta! Ma sarà solo una tappa rimandata in quanto dormiremo di lì a pochi giorni presso una di queste famiglie. Finalmente dopo circa un’ora di dune arriviamo all’accampamento, giusto in tempo per ammirare il tramonto e quindi io e Giulia partiamo alla volta delle grandi dune rosa dell’Erg Cigaga. Arriviamo stremati sulla vetta di una di queste e ci mettiamo a vedere ammirati questa bellezza della natura. Restiamo davvero colpiti dalla bellezza del posto e scattiamo molte foto durante questo bel tramonto, che emozione! Durante l’ascesa ho scattato una foto ad una coppia sulle dune, più tardi ci farò amicizia e scoprirò che anche loro hanno fatto altrettanto con noi, ci scambiamo l’indirizzo e mail per lo scambio delle foto, davvero una scena simpatica.
Scendiamo dalle dune che è ormai buio e ci dirigiamo verso l’accampamento e verso la nostra tenda che più che altro, da quanto è organizzata, sembra una camera d’albergo! Ci rilassiamo e dopo via a cena tutti insieme, compreso un gatto (del deserto!!!!) simpatico che fa compagnia a tutta la comitiva. Dopo cena un pochino di musica accanto al fuoco e poi via a nanna.
26/12 LUNEDì: DUNE ERG CHIGAGA – M’HARCH
Sveglia che è ancora buio per vedere l’alba dalle bellissime dune del deserto. Ci incamminiamo con ancora le torce sulla testa e miriamo la duna più alta. Il vento, il freddo e la sabbia certamente non rendono la scalata semplice, ma la visione che ci aspetta ci appaga certamente della sudata.
Da lassù possiamo ammirare tutto il deserto con i mutevoli colori delle dune a seconda di come arriva la luce. Da prima quasi violacei fino a diventare dorate con il sole che le bacia. Rimaniamo tutti imbacuccati qui a vedere questo spettacolo con il vento che soffia forte e che rompe il silenzio incredibile che circonda questi posti.
Scendiamo e facciamo un’abbondante colazione e poi partenza. Durante il tragitto che ci separa da Zagora attraversiamo l’oasi di Mlang, le dune di Lehoui ed il villaggio di Tagnit, il paesaggio è molto caratteristico e quindi il viaggio scorre bene. Arrivato a Zagora Soufiane ci lascia al mercato centrale con appuntamento dopo circa 1 ora e quindi ci inoltriamo a fare un pochino di spesa (frutta, verdura, pane), ma dopo poco veniamo “accalappiati” da un tizio locale che sentito che siamo Italiani ci chiede (in italiano) di scrivere una cartolina al posto suo per dei suoi amici italiani e ci chiede di seguirlo. Sicuramente è un modo per portarci nel suo negozio, ma tutto sommato a noi può anche andare bene così e ci lasciamo trascinare in questa occasione. Il tipo, sempre e comunque educato e cortese, ci fa accomodare per scrivere la cartolina e ci prepara il the secondo lo stile tipico ed ovviamente, non appena finita la cartolina, inizia a mostrarci tutta la mercanzia del negozio. Noi non vogliamo comprare nulla, ma alla fine la mia attenzione cade su una scatolina fatta di pelle (di cammello dice lui) ed alla fine la compro ad un prezzo, secondo Giulia troppo alto. Soufiane dopo, facendogli vedere l’acquisto, confermerà quanto detto da Giulia, ma alla fine poco importa, la cifra non era esagerata ed a me rimarrà il ricordo di questa prima contrattazione marocchina.
Ripartiamo direzione Riad Nomad, hotel sulla riva di un lago, adesso in secca. Il viaggio però si prospetta lungo in quanto Soufiane vorrebbe passare da una strada molto bella e panoramica che arriva fino a 4 Km dall’Algeria, ma quando siamo vicino al confine dei ragazzi ci dicono che è meglio tornare indietro in quanto i militari che piantonano il villaggio vicino al confine non sono molto gentili. Decidiamo quindi di fare dietro front, magari cercando una via alternativa. Soufiane si ferma per chiedere informazioni per queste strade, ma ci dicono che non ce ne sono, dovremo tornare indietro perdendo tra tutto circa un’ora e mezza. Durante questo nostro chiedere agli abitanti delle campagne abbiamo modo comunque di verificare con grande piacere l’ospitalità che contraddistingue tutti, ovvero la grande ospitalità. Tutti ci offrono di rimanere per bere un thè o per dormire da loro. Non smetterò mai di sottolineare quanto siano ospitali i marocchini.
Dopo alcune ore e dopo anche una foratura con cambio gomma finalmente arriviamo all’hotel, davvero bello, dove mangiamo un ottimo cous cous e facciamo 2 chiacchiere con la nostra guida, prima di andare a letto. Questa giornata è stata senza dubbio quella in cui abbiamo viaggiato più di tutte, quasi sempre su pista, durata circa 8 ore.
27/12 MARTEDì: M’HARCH – MERZOUGA
Sveglia alle 8 e dopo una bella colazione partenza alla volta di Merzouga. Passiamo dall’oasi di Ramlia, da Ouzina fino ad arrivare a Taouz dove finisce la pista, fino ad arrivare a Kamlia famosa per le danze ed i canti dei suoi abitanti, discendenti degli schiavi portati in Marocco dalle carovane. Ci fermiamo in un centro dove ascoltiamo della musica e vediamo delle danze. Se non sapessi di essere in Marocco potrei dire di essere tornato in Mali tanta è la somiglianza della musica e soprattutto dei lineamenti nei volti, oltre che il colore della pelle che è scuro come gli abitanti dell’Africa centrale. Assistiamo alle danze ed oltre che alle foto di rito compriamo un CD del gruppo che si chiama Groupe des Bambaras.
Proseguiamo e dopo poco arriviamo a Merzouga dove ci fermiamo a mangiare insieme a Soufiane che ha capito come siamo fatti e ci porta non in luoghi turistici, ma in piccole bettole tipiche marocchine dove si mangia molto bene e si spende molto meno.
Arriviamo all’hotel Tombouctu, bellissimo, che si erge alle soglie delle dune dell’Erg Chebbi. Noi che siamo abituati a spostarci in piccoli e scomodi hotel quasi ci sentiamo a disagio in questo bellissimo posto… e pensare che addobberemo la bellissima camera che ci hanno riservato con il bucato dei vestiti dei giorni passati!
All’albergo troviamo Aziz ed a questo punto Soufiane ci lascia per ritornare tra 3 giorni, dopo il nostro tour nel deserto con i cammelli. Facciamo la conoscenza di Hamid il capo cammelliere, la persona che pianificherà i nostri 3 giorni anche se in realtà il cammelliere che ci porterà nel deserto sarà Joussef.
Approfittiamo del tempo nel pomeriggio per fare 2 passi nel deserto, qualcuno si propone di farci da guida, ma noi rifiutiamo e loro non sono insistenti, come del resto nessuno da queste parti.
Le dune di questo deserto sono completamente diverse dal primo, molto più alte e con un colore quasi arancione sono secondo me molto più affascinanti anche se sicuramente più battute di quelle dell’Erg Cigaga. In effetti qui il deserto di sabbia si estende per pochi km quadrati mentre il resto è deserto di sassi fino ad arrivare al vicino confine con l’Algeria (circa 20 Km). Troviamo una duna che ci piace e facciamo una cosa che volevamo fare…… rotolare giù come dei matti! Davvero bellissimo… Meno bello sarà togliersi la sera la sabbia da ovunque, ma era una cosa che andava decisamente fatta!
Continuiamo in nostro vagare e scaliamo una duna dove aspettare il tramonto. Davvero tutto molto bello ed affascinate, posto ideale dove scattare molte foto indimenticabili, specie con la Luna Piena che spunta sopra la nostra testa e che fa ombra sulle dune e sulle carovane di cammelli, davvero uno spettacolo unico.
Alla fine rientriamo felici all’albergo e dopo una cena ed un buon the in compagnia di Aziz andiamo a letto pronti al deserto ed ai cammelli!
28/12 MARTEDì: MERZOUGA- BIVACCO
Partiti! Finalmente inizia la parte per me più caratteristica del viaggio, ci aspettano 3 giorni di cammello nel deserto con una notte da trascorrere presso una famiglia nomade, chissà come andrà. Abbiamo 2 cammelli, uno a testa con il cammelliere che li comanda da terra, anche se in realtà sono davvero docili. Joussef ci dice che i 2 si chiamano Bob Marley e Jimmy Hendrix… chissà se è vero, ma poco importa, noi li chiameremo così per tutto il tempo. Se pensate che viaggiare sul cammello sia una cosa rilassante vi sbagliate di brutto! Per qualche minuto ho creduto davvero di scendere e continuare a piedi, ma poi ci ho fatto un pochino l’abitudine. Il passo è ondeggiante e passare le dune, specie quando in discesa, è davvero difficile, si rischia di cappottare in avanti se non ci si regge alle staffe della sella. Come avranno fatto ad attraversare il deserto in questo modo? Proprio bravi… Passiamo 2 ore tra le dune, nel silenzio assoluto e circondati da un mare di sabbia, solo il rumore del vento di tanto in tanto si fa sentire, davvero una bellissima atmosfera. Joussef ci dice che siamo fortunati ad essere lì in questi giorni e non per capodanno in quanto è previsto un massiccio arrivo di turisti… questo è un aspetto che non avevo considerato… sicuramente il deserto pieno di gente non sarà così affascinate come lo stiamo vivendo noi! Pranziamo in un accampamento con un ottimo pranzo preparato da Joussef e dopo un pochino di pausa ripartiamo per l’accampamento dove dovremo dormire. Arriviamo in una bella oasi e appena “parcheggiati” i cammelli partiamo alla volta di una grande duna dove vedere il tramonto. Sarà il freddo, sarà la stanchezza, ma dopo circa 40 minuti di ascesa mi tocca fermarmi altrimenti rischio un infarto… chissà perché… devo rinunciare a poche decine di metri dall’arrivo e quindi vedo il tramonto da lì.
Tornati all’accampamento facciamo conoscenza con altre persone che come noi hanno scelto la meta del deserto e dopo mangiato, insieme ai rispettivi cammellieri, ci mettiamo intorno al fuoco a suonare (loro) i jambè.
Dopo un pochino decidiamo di andare a letto super vestiti visto il mega freddo che c’è! (ma il deserto non doveva essere caldo?)
29/12 MERCOLEDì: BIVACCO-NOMADI
Immaginate per un attimo di aprire gli occhi e di trovarvi immersi in una notte bellissima, illuminata dalla luna e da un tetto fatto di un milione di stelle. Immaginate di essere travolti dalla consapevole emozione di trovarvi in un luogo dove tutto il male che c’è nel mondo diventa secondario perché lì regna la calma. Se riuscirete a realizzare questo pensiero avrete provato solo un decimo di quello che ho provato io in questa giornata, ma andiamo con calma…
Sveglia presto per vedere il sorgere del sole e scattare qualche foto. La notte è stata fredda, ma eravamo coperti all’inverosimile e quindi è passata bene. Oggi è il giorno clou del nostro giro e non solo perché è il compleanno di Giulia, ma anche perché ci dirigeremo verso il luogo dove staziona una famiglia nomade presso la quale dormiremo. Partenza verso le 9:30 e dopo circa 2H arriviamo al primo bivacco dove ci fermiamo per il pranzo, non prima però di aver scalato una nuova vetta sabbiosa! La duna è molto grande e alta e con il suo colore rosso è davvero affascinante. Nel frattempo il sole ha scaldato il giorno e quindi decidiamo di salire togliendoci le scarpe, sicuramente si presenterà più faticoso, ma anche più bello…. Sembra di essere al mare! Da lassù si vede tutto il deserto ed anche i molti che costeggiano il confine di stato distante pochi chilometri. Il silenzio quassù regna in tutto il suo splendore ed allora ci sediamo sulla cresta e ci godiamo il tutto scattandoci qualche foto ricordo. Scendiamo e Jossef ci prepara un ottimo pranzetto e quindi dopo ci rilassiamo, nel bivacco siamo soli e quindi questo angolo di mondo è tutto per noi. Dopo circa 1 ora e mezza ripartiamo alla volta della famiglia nomade e dopo altrettanto tempo arriviamo. La sabbia ha lasciato il posto ai sassi e qui, ai piedi delle dune vediamo accampate delle famiglie in tende e semplici costruzioni fatte di terra cotta. Ci accoglie il capofamiglia mentre le 3 mogli praticamente scappano… Lui è molto bello con un turbante bianco e con il fare calmo; ci prepara un buon the che beviamo volentieri davanti al fuoco e dopo andiamo a far visita alle altre famiglie vicine. Ci fermiamo presso un’altra famiglia dove conosciamo il capofamiglia e due bambini molto vivaci. Torniamo dai “nostri” nomadi e nel frattempo è apparsa la bambina della famiglia, bellissima, con i suoi occhi neri e curiosi. Subito si instaura una bella sintonia tra lei e Giulia e giocano insieme alle caprette che scorazzano nei dintorni. Non comunichiamo molto se non tramite la nostra guida , ma sinceramente non sentiamo il bisogno di parlare, gli sguardi valgono molto di più ed in questo momento sono loro a prevalere, belli ed intensi. E’ arrivato il momento della cena preparata dalle mogli e mangiamo tutti insieme attorno al fuoco nello stesso piatto. Questo dividere il cibo in silenzio è veramente un momento molto intimo ed emozionante che non scorderò mai. Terminata la cena beviamo il the ed il “capo” ci insegna come prepararlo sul fuoco è veramente un’arte e rimango lì a guardarlo mentre con gesti calmi e precisi prepara l’infuso. Verso le 9:30 andiamo a nanna sotto 6 coperte in una stanza con le pareti di terra ed il tetto fatto di mille stelle, ancora emozionati da questa serata intensa e ricca di emozioni.
30/12/2012 MERCOLEDì: BIVACCO DESERTO- ERFROUD
Sveglia all’alba e dopo esserci vestiti usciamo dalle nostre 4 mura di terra. Durante la notte mi sono girato e svegliato molte volte ed ho notato una luna luminosissima che con la sua luce faceva rendeva netti i contorni dell’accampamento nomade rendendo tutto magico. Fuori ci aspetta il “nostro” capo famiglia (Saleed?) con le mogli (finalmente le vedo!) ed un buon the già pronto e bello caldo. Joussef ci spiega che avere con noi le mogli è un privilegio che ci è stato concesso in quanto il capo famiglia ci ha valutato buone persone …… purtroppo il ruolo della donna in questi luoghi è ancora ben lontano dallo stereotipo europeo. Facciamo colazione tutti assieme e vediamo una splendida alba, come del resto lo è stato anche il tramonto di ieri sera. Mangiamo e facciamo ancora qualche foto ricordo e poi partiamo per fare ritorno all’albergo attraversando tutto il deserto un po’ a piedi ed un po’ in groppa al dromedario. Il viaggio dura circa 3 h ed arrivati e fatta una bella doccia troviamo Soufiane ad attenderci, pronto per andare a Rissani. Lì ci fermiamo ed insieme a Mohammed, guida d’occasione, visitiamo il souk della città, molto bello e vivace ed acquistiamo le spezie berbere, un misto di 44 spezie diverse che dicono siano ottime per il cous cous, vedremo. In compenso mangiamo la “pizza berbera” con le stesse spezie, la cipolla e la carne, decisamente molto buona, su una terrazza che dà sul mercato. Una volta terminato il pranzo partiamo per fare il giro della Rissani Vecchia o meglio in rovina in quanto oltre al mausoleo ben tenuto, tutto il resto è in rovina, davvero un bel peccato. Visto questo partiamo alla volta di Erfroud dove ci attende il nostro hotel a 4 stelle… Decisamente troppo poche dopo quelle viste nel deserto!
31/12/2012: ERFROUD – THINERHIR
E’ l’ultimo dell’anno, ma a noi poco importa, partiamo alle 10:30 verso Thinerhir. Lungo la strada ci fermiamo a visitare una bella canalizzazione di acqua, canali lunghi molti Km dove ogni 40 mt c’è un pozzo. Questi canali servivano per irrorare i palmeti che crescono rigogliosi nella zona. Arriviamo alle 1:30 a Thinerhir e visitiamo il mercato che oggi, lunedì, è molto esteso. Non sarà stato bellissimo e colorato come quello di Marrakech, ma sicuramente è originale e non turistico in quanto conto si e no 3 turisti oltre noi. Compriamo del thè a buon prezzo, lo stesso che abbiamo bevuto e ritenuto ottimo presso i nomadi nel deserto, girovaghiamo per le bancarelle e poi dopo circa 1 ora ripartiamo per arrivare alle Gole del Thodra. Lungo la strada ci fermiamo per scattare delle foto a bellissime kasba che si ergono in rigogliosi palmeti; mentre scatto una delle tante foto (Soufiane mi chiama Giapponese!) si avvicina un bambino che mi vuol vendere un cammello fatto di foglia di palma intrecciate. Io gli dico che non lo voglio ed allora lui mi chiede se ho qualcosa da bere e Giulia mi passa la sua cocacola per dargliela. Il bambino mi ringrazia e decide di regalarmi il cammello! Lo terrò nel mio diario come ricordo di quel bambino gentile. Arriviamo alle gole e facciamo 2 passi, il luogo è bello e camminiamo volentieri, anche se tra tutti quelli visitati è sicuramente meno caratteristico, sembra di essere in Trentino! Questa sera cena in un buon hotel e poi nanna… nelle camere vicine ci sono degli italiani caciaroni… che figure!
01/01/2013: THINERHIR – AIT BENHADDOU
Sveglia alle 7:30, ieri sera proprio non siamo riusciti ad arrivare a mezzanotte… Siamo crollati prima! Alla fine abbiamo fatto amicizia con 2 coppie di turisti italiani che come noi girano il Marocco ed unendo i tavolini abbiamo trascorso una bella serata ridendo e scherzando il tutto condito da una buona musica con i vari strumenti suonati dai nostri autisti e dal personale dell’hotel con in testa Soufiane davvero molto bravo!
Partenza alle 9:00 per la valle del Dades, il cielo questa mattina è nuvoloso, ma fortunatamente si schiarirà nel giro di poche ore. La valle è molto bella e ricca di colori molto accesi. Arriviamo nel punto più alto della valle e scattiamo le foto di rito! Proseguiamo il nostro viaggio che ci porterà ad Ait Benhaddou nel pomeriggio, fermandoci alla kasba di Armiridil, quella raffigurata nella banconota da 50 Dh. Molto bella, ma alla fine sono quasi tutte uguali e quindi dopo la visita e le foto ripartiamo anche se alla fine per una cosa o per un’altra facciamo tardi ed arriviamo che è già ormai buio. Poco male, le vedremo la vedremo al mattino seguente.
02/01/2013: AIT BENHADDOU – MARRAKECH
Ci svegliamo all’alba per visitare al meglio e senza troppa ressa la Kasba di Ait Nenhaddou, il nostro programma prevede la partenza per Marrakech verso le 10:30. Alla fine siamo stati fortunati anche in questa occasione, andando di mattina presto abbiamo visto la kasba in tutta tranquillità e con pochissime persone e con una bellissima luce, ottima per le foto. La kasba è bellissima, ma questo non è una novità visto che è patrimonio dell’Unesco. Gironzoliamo e scattiamo delle belle foto ricordo.
Partiamo per Marrakech in orario e arriviamo verso le 15:30, dove alloggeremo nel Riad della prima notte, bene così visto che il posto è centralissimo, molto carino e gestito da 2 persone davvero simpatiche, Joussef ed Aicha. Bussiamo alla porta e ci apre quest’ultima che rimane sorpresa di vederci ed anche molto contenta. E’ subito uno scambio di baci ed abbracci ed anche il momento di un ottimo thè! Tempo di posare le valigie e poi via per il souq a fare spese pazze, foto e giri vari!
Pensavamo di averlo già girato tutto, ma ci sbagliavamo… Scopriamo nuovi vicoletti e nuovi negozi e tra questi quello di un simpatico vecchietto, di cui non saprò mail il nome, che realizza babouche (ciabatte) tipiche. L’intesa è subito buona ed allora decidiamo di fare acquisti presso di lui. Giulia, la berbera trentina, imbastisce la contrattazione ed alla fine raggiunge il prezzo di 70 Dh a ciabatta per un totale di 5 paia! Noi siamo contenti, ma credo che il più contento di giornata sia il nostro simpatico artigiano! Penso che davvero per oggi possa chiudere bottega! Foto di rito e poi via per arrivare alla piazza centrale per lo spettacolo che tutte le sere si consuma, un vero e proprio festival di persone che lavorano, ridono e si divertono facendo del proprio lavoro uno show unico in tutto il mondo. Siamo estasiati da tanto entusiasmo e girovaghiamo contenti di esserne partecipi! Arriviamo al nostro riad stanchi e felici e dopo una doccia divoriamo una ottima cena cucinata da Aicha e dopo questa ci mettiamo a parlare con lei e Joussef della differenza di vita e condizioni tra l’Italia ed il Marocco. Joussef è molto curioso di sapere e quindi la bella conversazione si protrae fino alle 11:00 con Aicha che alla fine stufa di 1000 discorsi si sposta in un’altra stanza per uscirne travestita da jiadista!!! Le risate di tutti sono fragorose e quindi scatta la vestizione di Giulia ed alla fine anche la mia con tuniche e veli! Ovvio che abbiamo scattato foto che userò contro Giulia al momento più opportuno!
03/01/2013: MARRAKECH – ITALIA
Oggi è il nostro ultimo giorno e siamo invasi da un sentimento misto tra la voglia di tornare a casa ed il dispiacere di aver finito questo splendido viaggio. Il programma prevede la visita alla MEdersa ed alla zona dove lavorano il cuoio dal punto di inizio… ovvero da quando uccidono gli animali in poi! Ci incamminiamo verso la direzione di queste mete e ben presto veniamo approcciati da un uomo che inizia a parlarci e che “casualmente” va nella nostra stessa direzione. Parla parla e ci fa passare da vicoletti mai visti prima fino ad arrivare alla zona dei conciatori e lì ad aspettarci c’è un uomo che si “offre” di farci da guida. Lo spettacolo che andiamo a vedere non è dei più puliti ed infatti prima di entrare ci vengono date delle foglie di menta da mettere al naso per il puzzo che vi è dentro. Il tizio ci spiega le varie lavorazioni ed i metodi per sbiancare la pelle, utilizzano cacca di piccione ed in un secondo momento la soda caustica, trattamento quest’ultimo che nuoce alla salute di chi vi lavora. La “gita” scorre veloce e faccio foto a questo posto davvero unico ed alla fine ovviamente il tizio chiede di essere pagato. Contrattiamo il prezzo da noi ritenuto elevato (150 Dh) e nel frattempo ci rendiamo conto che anche quello che gentilmente ci aveva accompagnato era d’accordo con lui, ma oramai siamo in ballo e… balliamo. Proseguiamo la visita in direzione Medersa ed il tipo ci porta lì, paghiamo l’ingresso ad un altro tizio che tutto sembra meno che il guardiano ed entriamo, chissà se sapremo mai se veramente era la Medersa! Facciamo foto e poi usciamo con il primo tizio che ci continua ad accompagnare, ma oramai il giochino lo abbiamo imparato e quindi diciamo che non vogliamo più essere accompagnati. Lui allora ci accompagna verso la strada principale ed arrivati lì ci chiede di essere pagato una cifra ritenuta da noi troppo elevata. Il clima si scalda anche perché riconosciamo vicino a lui il tizio della concerie. Alla fine decido di pagare la cifra richiesta di 200 Dh (20 euro) contro il parere di Giulia, ma io penso di aver fatto la scelta giusta. Infondo per 1:30 ore di visita guidata, 10 euro a testa possono andare bene e poi vista la strada fatta ed il tempo a nostra disposizione difficilmente avremmo potuto fare tutto quanto in tempi così rapidi… resta solo l’amarezza di essere stati in parte fregati… questa volta hanno vinto loro!
Rientriamo verso il souq e la tappa successiva è ritrovare il nostro caro artigiano fabbricatore di babouche. Ci mettiamo all’opera e dopo un po’ lo troviamo, lui ci riconosce ed è cos’ contento di vederci che in un attimo ci trova 2 sgabelli e ci piazza a sedere. Recupera 2 bicchieri “osceni” pulendoli in maniera indescrivibile e ci offre il thè che nel frattempo ha scaldato. Non possiamo e non vogliamo assolutamente rifiutare, ma prendere il cagotto oggi no! Lui è contento e noi pure… come è facile passare da una incazzatura ad una stato d’animo completamente contrario… Marrakech è anche questo!
Restiamo un pochino con lui, acquistiamo il sesto paio ci ciabatte e poi partenza alla volta della piazza dove devo fare una foto storica, la foto con il serpente al collo! Lo so che può fare schifo ed è molto turistica, ma per me ha un senso …la stessa foto l’ho fatta più di 20 anni fa e la voglio mettere accanto a quella per ricordo! Missione compiuta, foto fatte e quindi fatti gli ultimi acquisti non resta che tornare al riad per provare a chiudere le borse…. Poveri noi!
Alle 15:30, in perfetto orario arriva il nostro passaggio per l’aeroporto, è davvero finita… Che bello poter dire che il Marocco è completamente diverso dall’immagine che abbiamo in Italia. E’ un paese fatto di buone persone, dove l’ospitalità è sacra e dove ancora, specie nei piccoli paesi, i valori più importanti sono dati dai piccoli gesti.
CONSIDERAZIONI
Il viaggio è molto intenso e bello, non smetterò mai di dire che abbiamo avuto la possibilità di vedere un sacco di cose grazie ad un’ottima organizzazione ed ad una (mia!) pianificazione del viaggio maniacale. Tutto perfetto, posti bellissimi e che non avrei mai creduto di poter vedere, pur avendo l’etto l’impossibile sul Marocco. Le persone sono ospitali e gentilissime, sempre con il sorriso sulle labbra e pronti a dividere con te quel poco che hanno. I venditori non sono insistenti e rispondendo con un no grazie ti salutano sempre con il sorriso sulle labbra. Consiglio vivamente un viaggio tipo il nostro che è fattibile con un pochino di sacrificio per le notti nel deserto, ma che offrono delle sensazioni davvero indescrivibili. Si ha inoltre la possibilità di entrare in contatto con l’essenza delle persone, non sempre possibile quando si viaggia in gruppo. L’agenzia poi che dire…Desert Nomadexperience a vita! Come ho già detto è un’organizzazione stupenda. Ottima in tutto, precisa e maniacale, sempre attenta a soddisfare le tue esigenze, ma fatta di persone mai scortesi e sempre discrete. Alla fine che dire… Grazie Marocco!
Diario di Giascomo Morganti