Il Vietnam e l’arte di attraversare la strada
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Questo è stato un bene perchè lo abbiamo visitato e scoperto senza particolari aspettative e ricevendone ottime impressioni.
A differenza degli altri viaggi questa volta abbiamo pensato di farcelo organizzare da una agenzia locale. Abbiamo preferito fare questa scelta sia perchè l’agenzia aveva buone referenze nel web, sia perchè volendo visitare tutto il Vietnam e inserirci qualche giorno al mare non volevamo perdere troppo tempo negli spostamenti sui mezzi locali. L’agenzia si chiama Asiatica Travel e merita un encomio perchè sono stati molto bravi, seri, precisi, puntuali, adattabili visto che appena arrivati ad Hanoi abbiamo chiesto una modifica che hanno prontamente accolto senza chiedere sovrapprezzi. Personalmente è una delle migliori agenzie con cui ho organizzato viaggi. L’itinerario è stato proposto da me sulla base di suggerimenti tratti da altri viaggi e forum. Loro lo hanno adattato alla logistica. Hanno anche fatto proposte come quella di soggiornare in una casa privata di una minoranza etnica a Mai Chau, o quella di includere anche una notte in giunca nella visita alla baia di Halong. Gli hotel sono stati proposti da loro, erano di un livello medio, molto gradevoli.
Abbiamo anche scelto le guide parlanti italiano che si sono rivelate molto brave e di grande volontà visto che la maggior parte di loro ha imparato la lingua autonomamente, quindi tanto vale richiedere i loro servizi e valorizzare le loro competenze.
Consigli:
- spendere due giorni ad Hanoi anziché uno come tanti consigliano;
- lo spettacolo delle marionette d’acqua;
- la mini crociera nella Baia di Halong è molto piacevole e suggestiva, ma visitando la baia in giornata costa decisamente meno;
- ad Hoi An farsi fare un vestito perchè sono bravissimi. Io consiglio questo: Dong Duong, 115 Tràn Phù St. – Quàng Nam – Hoi An. Mi hanno fatto una giacca reversibile, un vestito, una camicia senza maniche, tutto di seta, in 18 ore, con un’ottima fattura (parola di mia sarta!) e spendendo $80.
- partecipare a qualche ora di lezione di cucina Vietnamita, magari ad Hoi An (non Gioan’s, sebbene la Lonely Planet ne parli bene).
ITINERARIO
Il Vietnam, per la sua naturale conformazione si presta ad essere visitato seguendo la direttrice nord-sud o contrario. Noi, sebbene arrivassimo da sud, cioè da Ho Ci Minh City, abbiamo preferito partire da nord, cioè da Hanoi.
Questa è stata una scelta istintiva che si è rivelata vincente perchè in gennaio ad Hanoi è freddo (dagli 11 ai 16°) e arrivando dall’Italia non abbiamo accusato particolari sbalzi di temperatura.
Abbiamo preferito non andare a Sapa per una esclusiva questione di temperatura, infatti nel periodo in cui eravamo là a Sapa c’erano 5° e non esiste il riscaldamento. Per me sarebbe stato troppo per cui ho evitato, anche se mi è dispiaciuto.
Hanoi (2gg): Mausoleo di Ho Ci Minh, Tempio della Letteratura, Museo Etnografico, Museo delle donne, Tempio di Ngoc Son, quartiere vecchio e lago Hoan Kiem. Spettacolo delle marionette d’acqua (consigliato).
Mai Chau: visita al villaggio di etnia Thai Bianco e alloggio nella casa privata ospitante.
Baia di Halong: mini crociera su una giunca.
Hue: la cittadella proibita, pagoda Thien Mu.
Danang: museo di Cham.
Hoi An (2,5gg): sito archeologico di My Son. Visita alla vecchia città.
Saigon: museo della guerra, cattedrale Notre-Dame, mercato di Ben Thanh, Skydeck, ecc. visita della città in generale.
Nei dintorni di Saigon (3gg): visita dei tunnel di Cu Chi, Tempio di Caodaï.
Ben Tre – Can Tho: visita del delta del Mekong in barca e a piedi. Mercato galleggiante Cai Rang.
Isola di Phu Quoc (3gg): soggiorno al mare.
VOLI
Volo internazionale:
Air France, comodissimo perchè è l’unico che permette di non fare scali dalla Francia al Vietnam.
Voli interni:
Saigon – Hanoi
Hanoi – Hue
Danag – Saigon
Can Tho – Phu Quoc
Phu Quoc – Saigon
IMPRESSIONI
Gentilezza, sopravvivenza, commercio. Ecco le parole che per prime mi vengono in mente pensando al Vietnam.
Sono un popolo incredibilmente gentile considerato tutto quello che hanno passato.
La sopravvivenza era una parola necessaria in epoca recente, al tempo della guerra con gli americani, ma anche prima, con l’invasione cinese. Ma è una parola che tuttora mi viene in mente pensando ad alcune condizioni di vita alquanto precarie presenti nel Vietnam. Sebbene questa nazione sia guidata da un governo comunista la popolazione non ha garantita la sanità, né la scuola, è tutto a pagamento, quindi accessibile solo a chi se lo può permettere. Ecco quindi che la necessità di crearsi migliori condizioni di vita porta a sviluppare la propria creatività, ad ingegnarsi, ad inventarsi lavori e sempre nuovi commerci.
Ed ecco che a questo si collega la parola commercio. I Vietnamiti riescono a commerciare su tutto, hanno mercati ovunque, ad ogni angolo di strada si vende di tutto. Tutto deve essere negoziato, accettare il primo prezzo che dicono è quasi offensivo. I mercati sono aperti da prima dell’alba al tramonto, e mentre vendono producono manufatti, gestiscono la contabilità, oppure studiano. Credo che in questo siano secondi ai cinesi, ma solo per numero!
Traffico. Già, come non citare il caotico, folle traffico di Saigon o di Hanoi. Migliaia di motorini che si infilano da tutte le parti, dove tutti vogliono passare, dove chi si ferma rischia di arrivare tardi, o di fare passare qualcuno che potrebbero rubarti un posto nel parcheggio.
I motorini hanno un prezzo accessibile anche se costa parecchi stipendi, una auto a molti potrebbe risultare inarrivabile. Ecco quindi che le città sono piene, stracolme di motorini in continuo movimento, necessari ad arrivare al lavoro o puntuali a qualche appuntamento, per non parlare di tutto quello che ci riescono a trasportare.
Da come si riconosce un turista in Vietnam? Da come tentenna nell’attraversare la strada. Non è facile buttarsi in mezzo a centinaia di motorini e sperare che ti schivino. D’altra parte dopo qualche giorno di permanenza ci si riende conto che questo è l’unico modo: buttarsi nella mischia, facendo attenzione che ti notino, in questo modo vieni evitato e riesci a raggiungere il marciapiede opposto sano e salvo. Una vera avventura!
Cibo: per tutto il viaggio ho mangiato esclusivamente cibo vietnamita e continuerei a farlo tutt’ora, qui in Italia, se potessi. Lo trovo delizioso, raffinato, elegante. E’ importante imparare ad usare le bacchette (chopstick) perchè spesso danno solo quelle al ristorante.
In generale ho molto apprezzato l’atmosfera frenetica, laboriosa, ma al contempo tranquilla che c’è in tutto il Vietnam, nonostante le differenze culturali e di abitudini tra nord e sud.
PERNOTTAMENTI
Hanoi: Hotel Celia. E’ un piccolo hotel, carino, abbastanza vicino al quartiere vecchio, quindi ai luoghi da visitare.
Baia di Halong: Hai Long Giunca. Piccola giunca con 5 o 6 camere, molto carina, con un servizio impeccabile, ottimo cibo, anche se gli extra erano un po’ troppo cari.
Hue: Asia Hue. Grande hotel in posizione strategica perchè sito in una delle strade dove risiedono la maggior parte dei ristoranti, agenzie, e cambi valute. Ha un buon rapporto qualità/prezzo.
Hoi An: Thuy Duong. E’ un hotel in stile coloniale con piscina centrale. E’ carino e abbastanza vicino alla zona storica.
Ho Ci Minh City (Saigon): La Jolie. Hotel molto ben ristrutturato, in una posizione strategica perchè sta tra il fiume e la zona centrale. Ha però camere con finte finestre (Deluxe) che non ho gradito.
Can Tho: Kim Tho. Grande hotel con camere molto ampie, sito vicino al fiume, quindi alla zona turistica.
Isola di Phu Quoc: Mango Bay. Curioso resort costruito utilizzando principi ecologici ed ecosostenibili. Molto orientato al contatto con la natura (che ti entra in camera) specialmente in bagno visto che è costituito da alti muri, ma senza tetto e con un bel giardino (in bagno, appunto).
CONSIGLI PRATICI
Sebbene parecchie cose si possono comperare con i dollari è bene cambiare soldi nella loro moneta (dong), lo gradiscono.
Per le prese elettriche non abbiamo usufruito dell’adattatore internazionale, sono molto simili a quelle italiane.
Armarsi di fototessere, sono indispensabili per il visto e chi ne è sprovvisto le deve fare in loco perdendo tempo e soldi.
I vietnamiti sono un popolo molto gentile. Se offrono merce da vendere, anche con insistenza, un semplice no, ma detto con un sorriso li ferma subito.
CONCLUSIONI
Bella terra, bel paese e bella gente, sì è vero; ma con il peso di tantissimi anni di guerra sulle spalle.
Vorrei concludere però invitando quanti si approssimano a fare un viaggio in queste terre, a notare almeno gli effetti nefasti dei “modelli di vita” che esportiamo presso questi popoli che, a differenza del nostro, sono mantenuti dalle popolazione cosiddette civilizzate, in questo stato di indigenza.
Forse dovremmo riflettere più a lungo sulla velocità con cui stiamo cambiando il mondo e chiederci cosa possiamo fare, anche nel nostro piccolo, per migliorare il pianeta e la vita dele persone che lo abitano.