La nostra Namibia

Due settimane nei parchi della Namibia
Scritto da: orne79
la nostra namibia
Partenza il: 05/10/2012
Ritorno il: 20/10/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Finalmente il tanto sognato viaggio in Namibia di due settimane (05 ottobre – 20 ottobre 2012) si sta realizzando. Stiamo per partire. In totale abbiamo percorso 3885 km in cui, fortunatamente, abbiamo bucato solo una volta.

Volo Egypt Air (che sconsigliamo vivamente vista la nostra avventura con il volo di andata meglio raccontata nel diario di viaggio) per la tratta Milano-Johannesburg e Air Namibia per Johannesburg-Windhoek. Volo a/r per 2 persone € 2.060,00.

Campeggi, b&b, jeep con roof tent e ingressi nei parchi Namib Desert Naukluft Park, Parco Etosha e Waterberg Plateau, tutto compreso nel pacchetto della Goldwing Tourism, agenzia gestita da Jacquelyn, Nadia e Rolando www.namibiamoremio.com (consigliatissima). Abbiamo organizzato il viaggio mantenendo i contatti con Jacquelyn via mail e Skype e sono state soddisfatte tutte le nostre richieste e chiariti i vari dubbi. Persone molto disponibili e competenti. Totale speso per 2 persone € 3.240,00.

Jeep con roof tent noleggiata con Desert Car Hire. Ci hanno fornito dei sacchi a pelo e di tutto il necessario per il campeggio. Tutto pulito e in buono stato. L’unica pecca è che il frigorifero, collegato alla batteria della jeep, ha funzionato solo il primo giorno perché poi, causa tutti gli sballottamenti, si è staccato un cavo e non ha più funzionato. Compravamo l’acqua fresca quando arrivavamo ai distributori di benzina o nei paesini.

Abbiamo viaggiato solo in 2 persone quindi i nostri bagagli erano sul sedile posteriore. Se viaggiate in 4 è vivamente consigliato portare dei sacchi per poter contenere i bagagli o chiudere l’abbigliamento in sacchetti di plastica perché il cassone posteriore si riempie tutto di sabbia.

In Namibia si mangia bene praticamente ovunque. Ornella è vegetariana e non ci sono mai stati problemi. Purtroppo siamo stati male i primi 2 giorni ma a causa della nostra sosta forzata in Egitto, meglio raccontata nel diario di viaggio.

Consigliamo tutti i b& b dove abbiamo alloggiato. I campeggi sono belli e con una buonissima pulizia dei bagni ad esclusione del Sossus-Oasis Campsite (ottimo per la posizione ma carente nei servizi igienici) e il Branderberg White Lady Lodge (meglio scegliere un’alternativa).

Il tempo è sempre stato bello; c’è molta escursione termica nel deserto quindi bisogna essere attrezzati per le notti in tenda e avere abbigliamento leggero per il giorno; a Swakopmund faceva molto freddo; man mano che ci si sposta al nord verso il parco Etosha, la temperatura si alza e le notti in tenda non sono fredde.

Totale speso per volo, tour, patente internazionale, abbigliamento e scarpe necessari nel deserto, escursioni, benzina, spese supermercato, cene, souvenir, ecc… € 7.390,00. Una bella palettata ma ne vale davvero la pena!

05 ottobre 2012

Volo Malpensa-Cairo delle 18.05 con la compagnia Egypt Air in ritardo di un’ora. Arriviamo al Cairo e con stupore, delusione e panico scopriamo di aver perso la coincidenza per Johannesburg. In aeroporto ci danno dei nuovi biglietti e ci dicono che il nostro volo è previsto per le ore 23.00 del giorno dopo. Cooosaaaaa?? Purtroppo non c’è nulla da fare e seguiamo un po’ la gente che, come noi, ha perso la coincidenza e arriviamo al banco transiti dove ci ritirano i nostri passaporti e biglietti aerei. Dopo circa 30 minuti di attesa, insieme ad altre 3/4 persone, ci caricano su un pulmino che ci porta in un hotel vicino all’aeroporto. Spacciato come hotel “five stars”, Le Passage (questo è il nome dell’hotel) si presenta molto bene fuori e nella hall, ma noi veniamo sistemati nelle camere che sono forse quelle destinate al personale e che quindi non sono nulla di eccezionale. Nella disavventura conosciamo Micaela, signora di circa 60 anni, italiana, ma residente da anni in South Africa. Simpaticissima e con una grinta da far invidia agli adolescenti (la nostra salvezza). Con lei condividiamo la cena alle 01.30 di notte e decidiamo di prenotare un tour per visitare la città del Cairo per il giorno dopo (veramente dopo poche ore…). Al tour si unirà anche Angelo, ragazzo italiano, che viaggia solo con destinazione Oman, anche lui costretto a fermarsi al Cairo perché ha perso l’aereo. Alle 02.00 circa tutti a letto, stanchi e un po’ delusi.

06 ottobre

Sveglia alle 07.00, doccia, colazione e alle 09.00 pronti per il nostro tour, che ci è costato ben 100€!!! Arriva a prenderci un’auto guidata da quella che dovrebbe essere la nostra guida, anche se non è nulla di più che un autista. Prima tappa negozio/museo dei papiri, dove fanno la solita dimostrazione e poi cercano di vendere. Seconda tappa negozio di profumi, dove riusciamo a farci rifilare il tour delle piramidi con cavallo e calesse. Il giro dura circa un’ora dove ci facciamo sballottolare dal calesse, mangiamo polvere e vediamo piramidi e sfinge. Peccato che nel 2002 avevamo già visitato Il Cairo quindi avevamo già visto tutto. Rientriamo in hotel alle 13.00 circa dove pranziamo tutti insieme. Alle 14.00 Angelo ci saluta e noi, con Micaela, ci spostiamo in piscina per qualche ora di relax. Dopo riposo, doccia e pisolino alle 19.00 ci riportano in aeroporto. Con l’aiuto della nostra nuova amica, dato che con l’inglese non abbiamo molta confidenza, recuperiamo i passaporti e guadagniamo un buono pasto dato che Micaela non è riuscita a farci invitare nella lounge area della business class. Cena veloce, giro dell’aeroporto e alle 23.00 si riparte (speriamo!!). Alle 22.30 comincia l’imbarco e, con immenso stupore e un po’ di incredulità, ci rendiamo conto che viaggeremo in business class. Ottima esperienza, altro servizio, altra comodità, tutto un altro mondo. Volare per 8 ore di fila su una poltrona che diventa letto non ha paragoni. Sicuramente Egypt Air ci ha assegnato dei posti in business class per scusarsi del disguido del volo.

07 ottobre

Alle ore 07.00, dopo un volo rilassante dove siamo riusciti a dormire bene, atterriamo a Johannesburg. Subito un po’ di panico si presenta quando dobbiamo capire se noi siamo in transito o se dobbiamo anche ritirare i bagagli. Istintivamente andiamo verso il controllo dei passaporti per poi ritirare i bagagli. Ancora panico perché i nostri bagagli tardano ad arrivare ma poi, finalmente, eccoli lì. Con l’amica Micaela iniziamo a girare in lungo e in largo l’aeroporto (che, credeteci, non è piccolo) alla ricerca del desk Air Namibia per verificare la conferma del nostro volo che era stato sostituito da Egypt Air causa ritardo. Avute tutte le conferme, cambiamo i soldi in Rand e ci tranquilliziamo. Abbiamo cambiato i soldi a Johannesburg, su consiglio di Jacquelyn, perché arrivati a Windhoek avremmo trovato gli uffici cambi già chiusi. I Rand sudafricani hanno valore equivalente ai Nad Namibiani e vengono accettati ovunque in Namibia. Perdiamo tempo in aeroporto e alle 10.30 circa salutiamo la nostra amica che prende il suo volo interno diretta a casa. La nostra attesa fino alle 18.20 è molto lunga. Speriamo in bene; la Namibia è finalmente vicinissima. Alle 15.30 ci mettiamo in coda per il check-in e un nuovo colpo di panico ci assale quando lo stewart ci dice che i nostri posti non sono confermati e che il volo è in overbooking. Ma non è possibile! Dopo tentate spiegazioni, suppliche e un bel pianto di Ornella presa dalla disperazione, lo stewart si decide a telefonare a qualcuno e poi, fortunatamente, ci stampa i biglietti. Alle 18.00 siamo in aereo e alle 20.30 arriviamo a Windhoek. Ce l’abbiamo fatta! Siamo in Namibia! Passiamo il controllo passaporti, ritiriamo i bagagli e usciamo in cerca del nostro driver. Dato che la sfiga è sempre ben accompagnata, un altro imprevisto. Non c’è nessuno che è venuto a prenderci. Panico! Chiamiamo Jacquelyn e dopo varie telefonate ci dice che il nostro driver è in arrivo. Nessun problema; se l’era presa un po’ comoda perché non pensava che avremmo sbrigato le pratiche per il visto e il ritiro bagagli così in fretta!!! Si è ampiamente scusato. Alle 22.00 circa raggiungiamo la Pensione Christoph a Windhoek e, lungo la strada, cominciamo a respirare la prima aria africana. In tempo zero siamo a letto per una lunga e riposante dormita.

08 ottobre

Ore 07.00 sveglia, doccia, colazione, foto di rito all’hotel che è consigliato sia per la comodità della stanza e bagno, sia per la colazione. Alle 08.30 torna a prenderci il driver che ci porta al noleggio auto della Desert Car Hire dove troviamo Nadia e Rolando della Goldwing Toursim (Jacquelyn purtroppo non l’abbiamo conosciuta di persona perché era rientrata in Italia). Ci assistono al ritiro dell’auto, ci viene spiegato bene il montaggio della tenda e le modalità per la sostituzione delle ruote in caso di foratura; le ruote di scorta sono due, una sul cassone e una sotto il veicolo (diffidate delle agenzie di noleggio che vi forniscono una sola ruota di scorta). Firmiamo il contratto e poi Nadia ci spiega il programma del tour, fornendoci tutto il necessario fra cui anche una scheda telefonica namibiana in caso di necessità (usata solo per qualche sms). Alle 11.00, dopo aver fatto il pieno di gasolio e spesa di acqua, bibite e schifezze da sgranocchiare in auto, partiamo!! Prima esperienza con la giuda a destra superata subito, dopo qualche mossa istintiva di cercare il cambio con la mano destra. Usciti da Windhoek, facciamo i primi 70 km di strada asfaltata sino a Reeohboot, poi inizia lo sterrato. I primi km passano bene, un po’ per la novità e un po’ perché il terreno è ben battuto; poi, più ci si allontana dalla civiltà, più la strada si fa sconnessa e le auto che si incrociano sono sempre meno. Lungo il percorso vediamo mucche, pecore, capre, cavalli e pensiamo…. Ma questi si vedono anche da noi!!! Poi finalmente uno struzzo (anche questo c’è anche da noi ma comincia ad essere più particolare). Arriviamo in cima ad un passo completamente immersi nel nulla dove i cellulari non prendono. Rimaniamo stupiti dalla vista di una grossa scimmia. Ci fermiamo, fotografiamo, ripartiamo, ma si sente un rumore strano; ci fermiamo e…. Sorpresa!! Abbiamo forato!!! Certo, sapevamo che era facile forare ma non avremmo mai pensato che ci succedesse dopo poche ore!!! Dopo un attimo di panico e dopo aver interpellato santi vari, iniziamo a recuperare gli attrezzi per la sostituzione della ruota. Con qualche difficoltà iniziale e la maledizione alla mamma di quello che ha fissato la gomma di scorta, riusciamo a fare la sostituzione e ripartiamo con la speranza che non ricapiti dato che la seconda gomma di scorta è sotto l’auto e quindi ancora più difficile da raggiungere. Proseguendo lungo il tragitto e i sali e scendi tra colline deserte, vediamo sempre più scimmie. Ad un certo punto ci imbattiamo anche in un ruscello che attraversa completamente la strada, poi più avanti un altro e un altro ancora. Alla fine, dopo 4 o 5 guadi più o meno profondi, alle 16.30 arriviamo a Solitaire. Qui cerchiamo di far riparare la gomma ma ce ne rifilano una nuova (precisiamo che, a fine viaggio, abbiamo presentato la ricevuta a Desert Car Hire che ha provveduto immediatamente a farci il rimborso). Mangiamo al Moose Mc Gregors Desert Bakery la famosa apple pie nominata in tutti i diari di viaggio. Buona, anzi, ancora di più se si considera che è il nostro pranzo. Ore 18 circa, dopo 360 km, di cui circa 300 sterrati, arriviamo al Namib Desert Naukluft Park e alloggiamo al Sesriem Camp Site (consigliato perché si trova direttamente all’interno del parco ma i bagni lasciano molto a desiderare. Noi non abbiamo fatto nemmeno la doccia) e montiamo la nostra roof tent. La nostra “casa” in meno di un minuto è pronta. Giusto il tempo per un piccolo giro a piedi, una birra al bar e alle 19.00 si fa buio. Cena con un panino, del formaggio e delle patatine (quelle del supermercato del mattino) e alle 19.45 nel buio che più buio non si può, siamo in tenda a dormire. La sveglia è alle 05.15 per entrare all’alba nel deserto.

09 ottobre

Ore 05.15 suona la sveglia. La prima notte in tenda è passata. Sarà stata la stanchezza, ma abbiamo dormito bene. Peccato solo per il freddo. La prossima notte meglio attrezzarsi con la tuta e una coperta in più. Risveglio un po’ traumatico per il buio e il freddo. Velocemente smontiamo la tenda, ci vestiamo e si parte. Il Sesriem Camp Site sembra essere l’unico all’interno del parco, quindi siamo in anticipo sugli altri turisti che devono passare il gate. La strada per Sossusvlei è lunga circa 70 km ma sono tutti asfaltati. Alle 06.30, leggermente in ritardo rispetto all’alba, stiamo iniziando la salita della famosa Duna 45. Salita faticosa ma appagante per il paesaggio e divertente la discesa di corsa su uno dei lati ripidi della duna. Arrivati in fondo, Luca ha così tanta sabbia nelle scarpe che potrebbe riempire un secchiello. Salutiamo la Duna 45 e proseguiamo verso Sossusvlei. In fondo alla strada, al cartello “4×4 Only”, la tentazione di entrare c’è ma, per fortuna, prevale la prudenza; parcheggiamo ed entriamo con le jeep che fanno da navetta. Se fossimo entrati con la nostra jeep, ci saremmo insabbiati di sicuro come è successo a diversi altri turisti che hanno avuto la malaugurata idea di provarci. Meno male che le persone del posto si fermano e aiutano sempre a riportare le auto fuori dal parco.

Sulla navetta conosciamo Gabry e Nico, una coppia di Prato in viaggio di nozze. Insieme a loro saliamo sulla duna di Sossusvlei, costeggiamo il lago e riprendiamo la jeep/navetta in direzione Deadvlei. A differenza di questa mattina, che salendo sulla Duna 45 faceva molto freddo, qui fa caldissimo. L’escursione termica fra notte e giorno si fa sentire parecchio. Veniamo però abbondantemente ripagati quando ci troviamo di fronte la Deadvlei. Paesaggio lunare, una distesa di terra compatta e bianca da cui spuntano grossi tronchi di piante semifossilizzate. Tutto intorno, come a formare una grossa arena, alte dune di sabbia rossa; aggiungiamoci un cielo blu limpidissimo ed ecco la cartolina fra le più belle mai viste! Usciamo dalla Deadvlei e, sempre con la jeep/navetta, torniamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto. Salutiamo gli amici e sotto il sole di mezzogiorno proviamo ad avventurarci per i 2 km di deserto fino alla Hiddenvlei. Dopo un’ora di cammino torniamo all’auto perché siamo troppo cotti dal sole e, sinceramente, sembra proprio di perdere il senso dell’orientamento avendo intorno solo distese di sabbia senza alcun punto di riferimento.

Alle 14.00 raggiungiamo il Sossus Camp Site, che è appena fuori dal Naukluft Park e qui ci godiamo un paio di ore di relax in piscina. Alle 17.00 per non sprecare ulteriormente tempo, rientriamo nel parco per raggiungere il Sesriem Canyon, piccolo ma interessante da visitare, e la Elim Dune che invece, forse complici stanchezza e caldo, non ci è sembrata nulla di eccezionale. Alle 18.30 siamo di ritorno al Sossus Camp Site pronti a provare i lussi della nostra piazzola: bagno privato con doccia, lavello, tutto fatto con pali di legno a cielo aperto. Davvero bellissimo ma fare la doccia all’aperto mentre cala il sole nel deserto, è un po’ freddino! Alle 19.30 è pronta la cena. Risottino ai fughi porcini (buste knorr portate dall’Italia) alle porte del deserto. Ore 20.30; siamo estasiati nel guardare la maestosa stellata sopra di noi. Ma davvero ci sono così tante stelle?? Uno spettacolo magnifico. E noi in Italia perdiamo tempo davanti alla tv… La stanchezza si fa sentire e ci ritiriamo nella nostra tenda. Domani sveglia alle 06.00; ci aspetta il trasferimento a Swakopmund. Quasi dimenticavamo; nel deserto oggi abbiamo visto Springbok, Orici, Struzzi, diversi uccelli e strani insetti.

10 ottobre

Sveglia ore 06.00. Seconda notte in tenda nel deserto e, nonostante la tuta e la coperta in più, il freddo si fa sentire. Alle 06.50 partiamo per il trasferimento verso l’oceano e Swakopmund. Dopo i primi 70 km circa ci fermiamo a Solitaire al Moose Mc Gregors Desert Bakery a fare colazione con muffin ed apple pie e poi si riparte. Ci aspettano circa 300 km di sterrato, per fortuna ben battuto.

Durante il percorso passiamo la linea del Tropico del Capricorno. Il paesaggio, completamente deserto, è in continuo cambiamento; lasciamo la sabbia giallo-rossa per distese di steppa giallastra in cui pascolano Orici, Springbok e Struzzi. Poi arriviamo in una zona rocciosa, quasi montagna, sul Passo Gaub, poi torniamo ancora a distese di steppa ma stavolta verdastra e, infine, arrivati a Walvis Bay, ritorna il deserto di sabbia. Facciamo un veloce giro in auto per la città, anche se non c’è nulla da vedere, e arriviamo sino in spiaggia. Dopo una breve sosta, ripartiamo per gli ultimi 30 km fino a Swakopmund dove alloggiamo al Rapmund Hotel. Nonostante ci sia il cartello con una sola stella, con grande stupore la nostra stanza (che è più un miniappartamento) è davvero favolosa. Pranziamo in un locale tipico tedesco e passiamo il pomeriggio a girare per negozietti di souvenir. Alla sera cena di pesce (schifoso) per Luca e per Ornella patatine fritte (forse ancora più schifose del pesce), in un ristorante gestito da cinesi (certo che anche noi sappiamo scegliere bene i posti!!). Alle 20.30 torniamo di corsa in hotel perché è buio, non c’è nessuno in giro e fa davvero molto freddo. Ci hanno sconsigliato di stare fuori la sera perché non è molto sicuro. A Swakopmund fa davvero molto freddo quindi consigliamo un abbigliamento molto pesante. Stanotte si dorme in un letto vero e domani mattina sveglia più comoda alle 07.00.

11 ottobre

Nonostante la sveglia sia puntata alle 07.00, ormai per abitudine ci svegliamo alle 06.00. Doccia, colazione abbondante e per tutti i gusti e partenza. Usciamo dalla città in direzione Henties Bay e, strada facendo, ci fermiamo a fotografare il relitto di un peschereccio partito dall’Angola e naufragato 4 anni prima. D’altronde siamo in zona Skeleton Coast e i relitti sono cosa normale. Più ci allontaniamo dalla città e più il paesaggio diventa lunare. Deserto di sabbia coperto di uno strato di ghiaia nera, cielo grigio, molta umidità e nessuno in giro. Dopo un’ora circa arriviamo a Cape Cross ed entriamo nel parco per vedere la colonia di otarie. Ce ne sono a migliaia! Il musetto è davvero simpatico ma fanno dei versi che sembrano un gregge di pecore ed emanano una puzza che non le rende molto gradevoli. Dopo la visita ritorniamo indietro per circa 50 km per prendere la deviazione per Uis. Sulla strada ci fermiamo a comprare due blocchi di sale che sono in vendita sui numerosi banchetti a bordo strada dove c’è solo un contenitore per lasciare un’offerta. Incredibile! Lasciamo la nostra offerta (abbiamo la foto a testimonianza) e ripartiamo. La strada per Uis ci porta all’interno per circa 120 km ovviamente ancora di deserto. Qui è tutto silenzio e natura. L’unico rumore è quello delle gomme della nostra auto sullo sterrato. Lungo il percorso, un colpo d’occhio e di fortuna, ci permette di vedere il primo Suricato. Bellissimo! Arrivati a Uis, prendiamo la strada per Khorixas e dopo poco c’è la deviazione per il nostro campeggio, il Branderberg White Lady. Il campeggio, che si trova vicino al lodge, è davvero spartano. Non c’è corrente, solo piazzole e qualche bagno a cielo aperto (davvero schifoso) e in giro capre, mucche e asini. Subito pensiamo: “Stanotte sarà dura dormire. Completamente al buio ma soprattutto soli”. Non c’era nessun’altra tenda. Per perdere tempo, dopo un veloce e schifoso pranzo con pane, sottilette, patatine e una mela, andiamo a vedere le incisioni rupestri della White Lady. Una camminata di 45 minuti nel caldo infernale solo per due disegni sulla roccia. Evitabile. Torniamo al campeggio sperando di fare un tuffo in piscina ma, visto lo stato dell’acqua, evitiamo. Alle 19.30 abbiamo prenotato la cena al ristorante del lodge. Ovviamente cucina tipica quindi Springok. Al termine della cena, lo staff ci intrattiene con canti e balli locali. Verso le 21.00 ci incamminiamo a passo spedito e nel buio che più nero di così non si è mai visto, verso i 200 metri che ci separano dalla nostra piazzola (per fortuna avevamo le pile). Anche qui ammiriamo la spettacolare stellata sopra di noi e, un po’ titubanti, ci chiudiamo in tenda alle 21.30 circa.

12 ottobre

Ore 06.45 suona la sveglia. Siamo sopravvissuti! Nonostante il posto poco rassicurante e i rumori della natura la notte è passata bene. Smontiamo tutto e partiamo subito seguendo la strada in direzione Khorixas. Lungo il tragitto troviamo diversi banchetti con donne Herero che vendono souvenir artigianali. Peccato che ci siamo decisi a fermarci solo all’ultimo gruppo di banchetti. C’erano delle bamboline davvero molto belle. Proseguendo, la nostra mappa ci indica di girare verso Twyfelfontein ma, scarseggiando di carburante proseguiamo fino a Khorixas allungando così un po’ il percorso. Siamo nel territorio degli elefanti del Damaraland quindi per tutto il percorso li cerchiamo con lo sguardo nella steppa sterminata di piante e cespugli; purtroppo nulla. Arrivati a Khorixsas facciamo rifornimento e spesa in un piccolo supermercato (il più grande visto finora). Proseguiamo poi per le nostre tappe; la Foresta Pietrificata è la prima che troviamo. Si tratta di una distesa in cui si cammina per circa 30 minuti ammirando dei tronchi di albero pietrificati, che dovrebbero avere all’incirca 260 milioni di anni, che sono finiti in questa zona a seguito di un’alluvione molto più a nord e poi trascinati fin qui dall’acqua. In questo piccolo parco vediamo da vicino anche le piante millenarie Welwitschia Mirabilis. Proseguiamo poi alla volta del sito delle Organ Pipes e della Burnt Mountain. Nulla di speciale (in particolare la Burnt Mountain ma, essendo in zona, sono da vedere. La cosa che ci colpisce molto, scendendo dall’auto, è il profondo silenzio, quasi assordante!! Le orecchie sembrano fischiare. In realtà tutto tace e intorno c’è solo natura. Raggiungiamo il Camp Xaragus, montiamo la tenda e facciamo la doccia. Questo campeggio invece è affollatissimo!! Meglio così, non ci sentiamo soli. All’ingresso c’è addirittura un Suricato che si fa coccolare. Una meraviglia!! Ceniamo al ristorante e finalmente una cena davvero ottima. Sapori “normali”; una bella zuppa di verdure, un’ottima braciola alla brace, verdure a buffet e budino alla vaniglia con tortino di mele come dolce.

13 ottobre

Sveglia alle 06.00. Oggi giornata dedicata al trasferimento quindi smontiamo tutto e alle 6.50 stiamo già lasciando il campeggio. Direzione Sesfontein per poi risalire verso Opuwo. Tappa di 350 km tutti sterrati e a tratti molto dissestati. Questo è il percorso più stancante sino ad ora. Durante il tragitto vediamo diversi villaggi con capanne di fango e lamiera o fango e paglia. Sulla strada vediamo diverse donne Herero e Himba, molti animali da fattoria come mucche, capre, asini e cavalli. Ad un certo punto in strada c’è un cancello, una guardia e un cartello che indica “Controllo veterinario”. La guardia annota i nostri dati, controlla dai finestrini i bagagli il tutto mentre l’amico coglie l’occasione per rifilarci i soliti souvenir prima di lasciarci proseguire. Meglio non fare storie. Acquistiamo due piccole castagne con inciso il nostro nome e, dopo aver visto che anche nel frigorifero non trasportavamo carne, possiamo proseguire. In strada vediamo le prime zebre e giraffe; una sensazione davvero bella pensare di essere nel loro territorio e poterle ammirare in libertà. Nonostante vediamo la deviazione per Opuwo, decidiamo di proseguire fino a Sesfontein, per i 2 km che mancano, in cerca di un distributore. Il paese è davvero squallido e non c’è nulla da vedere; non troviamo nemmeno il distributore quindi giriamo indietro e riprendiamo per Opuwo. La strada si fa davvero sempre più brutta; facciamo un passo con salite e discese molto ripide e sconnesse tant’è che al termine ci fermiamo a bordo strada per una pausa con panino e marmellata. Giusto il tempo di finire la nostra merenda che dal nulla sbucano due donne Herero con i bambini che, in cambio della mancia, si fanno fotografare. Alle 13.30 circa, dopo ben 350 km, arriviamo ad Opuwo dove facciamo subito rifornimento carburante e una piccola spesa al supermercato. Il paese è un brulicare di gente, molto diverso dalla tranquillità dei paesaggi visti finora. Tutti ti vengono incontro, ti parlano, chiedono mance, cercano di vendere cose. Sarà che noi siamo stanchi ma sembrano quasi fastidiosi quindi ripartiamo subito per raggiungere il nostro campeggio. Arrivati all’Opuwo Country Hotel rimaniamo subito stupiti dalla bella reception e ancor di più dalla bella piscina panoramica a sfioro con vista sulla vallata sottostante. Decisione subito presa! Pomeriggio di sole e relax. La visita al villaggio Himba è già prenotata per domani mattina. Dopo il pomeriggio in piscina, montiamo la tenda e prepariamo le nostre cose. Stasera cena in piazzola. Accendiamo il fornellino e ci facciamo una bella pasta in bianco. Niente di speciale ma ci è sembrata buonissima. Per creare un po’ di atmosfera, con la legna trovata attorno alla piazzola accendiamo il fuoco (braai) ma, visto il forte vento che si è alzato, decidiamo che è meglio spegnere tutto e ritirarci in tenda.

14 ottobre

Sveglia alle 07.00. Smontiamo e alle 08.00 siamo in città dove abbiamo appuntamento al supermercato con la guida Antonio che ci porterà a visitare il villaggio Himba. Il nome della guida ci è stato dato dall’agenzia Goldwing Tourim. Lo abbiamo contattato il giorno prima per concordare la visita al villaggio. Insieme a lui facciamo la spesa delle cose da portare agli Himba (20 kg di farina, 3 scatole di caffè solubile e 3 confezioni di pane). Insieme partiamo per il villaggio che si trova a circa 20 km da Opuwo. In macchina ci addentriamo nella savana su una “strada” in mezzo ai cespugli. Il villaggio (che senza guida non avremmo mai trovato) è completamente recintato con tronchi di albero e filo metallico e all’interno si trovano una ventina di capanne di legno e fango. In giro vediamo solo alcune donne, molti bambini e animali (capre, galline e qualche cane). Ci si rende subito conto di come vivano con nulla e nel nulla. Seduti a terra nella polvere, nudi o seminudi, stavano facendo colazione; dei bambini leccavano la confezione aperta di una busta knorr di minestra liofilizzata; un gruppo di 3/4 donne si stava dividendo un pomodoro; altri mangiavano qualcosa da una ciotola dove poco dopo vediamo mangiare una capra che provvede a leccare tutto per bene. Tutti sono cordiali e dignitosi. Loro guardano noi incuriositi e noi guardiamo loro increduli della condizione in cui vivono. Facciamo il giro del villaggio per salutare le varie donne adulte che sono presenti, facciamo qualche foto e poi ci fanno entrare in una delle loro capanne. Tutto fatto di fango compattato, all’interno semibuio; a terra c’è solo una pelle di mucca usata come materasso e alle pareti sono appese pelli di capra usate come vestiti e alcuni contenitori per il cibo. Nient’altro. Finito il giro, salutiamo, compriamo qualche loro collanina e lasciamo la spesa acquistata per loro. Riportato Antonio ad Opuwo, partiamo per Kamanjab. Sono circa 250 km ma per fortuna tutti asfaltati. Alle 13.00 circa siamo al nostro alloggio. Stanotte si dorme in un letto vero. Siamo all’Oppi-Koppi. Camera davvero molto bella. L’hotel è gestito da due tedeschi quindi la reception, la musica e l’ambiente è molto in stile europeo. Anche oggi ci prendiamo il pomeriggio di relax prima dei prossimi giorni di safari nel Parco Etosha. Ceniamo al ristorante del lodge e siamo soddisfatti; tutto buono. Alle 21.45 (questo è un record, è tardissimo rispetto al nostro standard namibiano) siamo a letto. Domani sveglia presto e partenza per il Parco Etosha.

15 ottobre

Sveglia alle 06.50. Una bella colazione approfittando dell’Oppi-Koppi e poi in strada in direzione di Outjo. Circa 160 km di strada asfaltata dove il nostro passatempo è quello di scovare i facoceri a bordo strada e fare attenzione quando attraversano. Arrivati a Outjo si prosegue per circa altri 100 km di strada asfaltata in direzione Okaukuejo. 20 km prima, di raggiungere Okaukuejo, si arriva all’Anderson Gate ovvero una delle porte d’ingresso al Parco Etosha. Finalmente alle 11.00 varchiamo l’ingresso e il nostro safari inizia. Rimaniamo subito sorpresi dal gran numero di animali ovunque ci si giri quindi, con l’entusiasmo dei bambini, ci mettiamo a girare per le strade sterrate che si diramano nel parco. Gironzolando (senza ovviamente mai scendere dall’auto perché è la regola principale per ovvi motivi di sicurezza) e continuando a guardare animali raggiungiamo Okaukuejo. Facciamo una veloce pausa e poi ripartiamo con l’intenzione di raggiungere la nostra prima pozza, Okandeka. Superiamo diversi branchi di Springbok (che stanno tutti ammassati sotto l’ombra dei pochi alberi che ci sono dato il grande caldo), orici e zebre e raggiungiamo la pozza. Dire che restiamo meravigliati non rende l’idea! Il panorama che ci si presenta è degno dell’Arca di Noè. Ci sono centinaia di animali di diverse specie tutti ammassati in questa pianura dove si trova una pozza d’acqua. Tra i tanti vediamo gnu, struzzi, zebre, orici, giraffe. Giusto il tempo di fare qualche foto e ripartire che una leonessa ci attraversa la strada a poche decine di metri. Le pozze successive sono tutte vuote o comunque non regalano le emozioni della prima quindi arriviamo fino alla pozza di Aus (anche questa con pochissimi animali) e poi decidiamo di rientrare per una pausa in piscina dato che il caldo è molto sia per noi che per gli animali. Rientrando però la sorpresa ci coglie dietro una curva; un branco di elefanti, fra cui anche un piccolino, proprio a bordo strada. Si stanno riparando all’ombra di alcuni alberi. Ci fermiamo qualche minuto ad osservarli. E’ meraviglioso vedere come sventolano le orecchie e sentirne il rumore! E dato che la fortuna è sempre ben accompagnata, qualche km dopo vediamo un’altra leonessa e poi decine di elefanti. Soddisfatti, rientriamo al campeggio per un’oretta di piscina. Alle 17.00 usciamo nuovamente per cercare di avvistare qualche altro animale ma la fortuna è ormai svanita o, meglio, forse perché abbiamo già visto tutto, non ci sembra più una novità! La cosa più simpatica di questo pomeriggio è la vista molto ravvicinata di uno scoiattolo a cui abbiamo anche dato da mangiare. Incredibile che se ne stesse in mezzo alla strada senza paura delle auto. Meno male che le persone sono molto prudenti e hanno rispetto di questo parco. D’altronde siamo noi umani gli ospiti!!! Tra giraffe, zebre, elefanti e anche una iena, alle 18.40, quasi al limite perché le porte del nostro campeggio chiudevano alle 19.00, rientriamo e lasciamo la macchina in piazzola. Ci precipitiamo alla pozza del campeggio e facciamo in tempo a vedere un elefante e delle giraffe al tramonto che si stanno abbeverando. Un’altra grande emozione. Stasera cena veloce con pasta in piazzola e subito dopo torniamo di nuovo alla pozza. Che dire, giornata fortunata chiusa degnamente!! Vediamo subito due bei rinoceronti. Siamo solo a mezza giornata di safari e abbiamo già visto 3 dei big five. Ora ci mancano il Leopardo e il Bufalo. Alle 22.30 siamo a letto.

16 ottobre

La sveglia è alle 06.00. Giusto il tempo di smontare tutto e alle 06.30 stiamo già uscendo per il nostro safari. Ogni uscita, con pazienza, regala sempre delle soddisfazioni; alla prima pozza troviamo già un leone che si abbevera. Ci mettiamo poi a girare un po’ di pozze e stradine tenendo la direzione verso il resort di Halali. La fortuna torna alla pozza di Homob dove troviamo ben 4 leoni (forse un maschio) ma purtroppo sono molto lontani e difficili da vedere. In mattinata, tolto i soliti animali che ormai sono facili da vedere, non troviamo più molto. Fa davvero caldissimo e alle 12.00, quando arriviamo all’Halali, ci facciamo una lunga pausa pranzo-piscina-relax per sfuggire dalla calura intensa. Alle 16.00 ripartiamo per un nuovo safari nelle pozze intorno all’Halali e le migliori soddisfazioni le abbiamo a Neumess dove riusciamo a vedere molto bene un Leopardo. Siamo a quota 4 Big Five! Alle 18.30 rientriamo al campeggio e andiamo a vedere il tramonto alla waterhole. Nessun avvistamento. Cena in piazzola con riso knorr alla zucca e poi ancora waterhole per il nostro appuntamento serale con National Geographic dal vivo! Stasera ancora presenza di rinoceronti ed elefanti. E’ spettacolare vedere come questi animali che pesano quintali riescono ad arrivare silenziosamente alla pozza per bere. Ore 22.30 a letto.

17 ottobre

Ormai le notti in tenda passano bene. Abbandonata tuta e seconda coperta, visto il caldo, si dorme benissimo a volte anche con le finestre della tenda aperte. Anche stamattina sveglia alle 06.00. Con l’esperienza accumulata, smontiamo tutto ormai in tempi record e alle 06.30 stiamo già uscendo dal cancello. Prima tappa alla pozza per rivedere il Leopardo di ieri ma oggi, purtroppo, la pozza è deserta. Giriamo un po’ qua e la tra le stradine e le pozze seguendo in direzione Namutoni. La fortuna questa mattina manca e non riusciamo a vedere nulla di interessante, anzi, alcune delle pozze segnate sono addirittura secche. Per fortuna la perseveranza paga e alla pozza Ngobib tra la folla di macchine in sosta, vediamo due maschi di leone che dormono all’ombra. Restiamo in ammirazione un’ora e più avvicinandoci sempre più con l’auto fino a vederli a meno di 10 metri. Come sono belli!! Hanno delle zampone enormi e se ne stanno li beati a sonnecchiare per nulla disturbati dai motori delle auto che continuano ad accendersi e spegnersi visto il via vai di persone. Ormai soddisfatti ci dirigiamo verso il lodge per la solita pausa e lungo la strada riusciamo a vedere anche un gruppo di iene. Una addirittura corre in strada davanti alla nostra auto. Alle 12.00 raggiungiamo il resort di Namutoni, sicuramente il meno bello tra i tre campeggi all’interno del parco; ci facciamo la nostra ormai solita pausa pranzo-piscina-relax e alle 15.30 ripartiamo per il safari. Prima tappa ancora alla pozza con i leoni. Sono ancora li a dormire!! Si sono spostati di pochi metri solo per inseguire l’ombra degli alberi. Che dura la vita!!! Ci mettiamo poi a girare per tutte le pozze nei dintorni di Namutoni ma, onestamente, bisogna dire che non c’è nulla di speciale. Riusciamo però a vedere un rinoceronte alla luce del sole. Ormai abbiamo visto tutto. Mancherebbe proprio solo il bufalo ma siamo comunque soddisfatti. Ore 18.30 si torna al campeggio; aperitivo, cena, doccia e poi visita alla waterhole del campeggio. Anche quella rispecchia il resto; deludente. Decisamente meglio Okaukuejo e Halali. Quindi ammirando la splendida stellata e lo spicchio di luna che si mostra come un sorriso, torniamo in tenda. Domani tappa di trasferimento al Waterberg Plateau.

18 ottobre

Sveglia alle 06.15 dopo una notte stranamente fredda. Alle 07.00 stiamo uscendo dal campeggio; giusto il tempo per un’occhiata all’ultima pozza, deserta, e poi salutiamo l’Etosha Park. Peccato non aver visto l’ultimo dei big five, il Bufalo. Buona scusa per tornare un’altra volta! Il trasferimento è abbastanza lungo ma su strada asfaltata. Direzione Tsumeb prima e Otjiwarongo poi. Strada sempre dritta su cui bisogna fare attenzione ai controlli velocità della polizia. Appena prima di Otjiwarongo prendiamo la deviazione per il Ceetah Conservation Found (www.cheetah.org) una riserva dove si prendono cura dei Ghepardi. La visita dura un paio d’ore ed è un modo per vedere da vicino questi eleganti felini che, anche se in cattività, mantengono comunque il loro habitat e il loro comportamento naturale. Almeno a noi è servito per imparare la differenza tra Ghepardo e Leopardo!! Alle 13.00 circa ripartiamo per gli ultimi km e alle 14.30 circa raggiungiamo il Waterberg Plateau Camp. Veloce check-in e ci fiondiamo al ristorante dato che siamo morendo di fame. Nota divertente: mentre noi mangiamo in un tavolino all’aperto, vediamo un babbuino entrare di corsa nella sala ristoranate, salire sul banco del buffet delle colazioni, aprire il cesto dei corn-flakes e mangiarne a manciate. Se Ornella non avesse avvisato il personale, probabilmente il babbuino (che non gradisce affatto l’intervento di Ornella) avrebbe spazzolato tutto. Vediamo anche una famiglia di simpaticissimi facoceri che brucano l’erba tranquilli.

Dopo non ci facciamo mancare la piscina e alle 17.00, riprese le forze, iniziamo uno dei vari percorsi a piedi che ci sono indicati sulla piantina. Prendiamo il Mountain View per cercare qualche punto in cui poter fotografare la cima della montagna Waterberg che è costituita interamente da un altopiano (il Plateau). Lungo il cammino, stiamo in giro poco più di mezz’ora, troviamo qualche bello scorcio per fare fotografie e ci accorgiamo di non essere soli nel bosco quando iniziamo a sentire versi strani e ci accorgiamo che dietro di noi ci sono diversi babbuini. Guardiamo un po’ anche loro, qualche foto, e poi torniamo al campeggio per montare la tenda. La sera, essendo ormai a fine vacanza, ci concediamo una cena al ristorante non essendoci pozze da vedere o altro da fare. Durante la passeggiata ristorante-piazzola, completamente al buio, ammiriamo la stellata e la luna, che è ben visibile anche stasera e illumina la nostra strada. Anche stasera alle 21.30 siamo in tenda.

19 ottobre

Ultima notte in tenda passata al freddo e con un suggestivo sottofondo della natura composto da uccelli e versi di scimmie. Alle 06.45 suona la sveglia e smontiamo per l’ultima volta la nostra roof-tent. Mentre stiamo smontando, il campeggio si popola di scimmie che arrivano a rovistare nei bidoni della spazzatura. I nostri vicini di tenda incautamente lasciano le portiere della loro auto aperte e si allontano per fare fotografie; ecco che arriva di corsa una scimmia, salta all’interno dell’auto e ruba delle banane! Meno male solo quelle! Alle 07.30 lasciamo il campeggio ma, avendo scoperto che qui non hanno diesel, siamo costretti a tornare indietro di 30 km verso Otjkwarongo per fare rifornimento. Ci aspettano gli ultimi 250 km fino a Windhoek tutti di strada asfaltata e con vari controlli della polizia (ne abbiamo trovati ben 3). C’è chi dice che la patente internazionale non serva ma noi la consigliamo. Sicuramente nei casi di questi controlli ci saremmo trovati in difficoltà se non l’avessimo avuta. Lungo il ritorno, facciamo tappa ad Okahandja, che è il famoso mercato artigianale del posto, per acquistare gli ultimi ricordini/regalini in legno. Mercato bello e ne vale la pena se si vuole acquistare qualcosa.

Alle 13.00 circa arriviamo alla Pension Christoph dove passeremo l’ultima notte. Finalmente un vero letto dopo 4 notti in tenda (comodissima ma un letto vero ogni tanto ci sta). Scarichiamo i bagagli e usciamo per il pranzo cercando qualche posto nel vicino Mall Fuori dal Superspar, troviamo Spur’s un locale messicano dove decidiamo di pranzare. Davvero buono e delle porzioni giganti. Alle 14.30 andiamo alla Desert Car Hire a restituire l’auto. Facciamo un veloce check-out senza alcun problema. Ci hanno fatto immediatamente il rimborso per la gomma forata il primo giorno. Poi un addetto dell’autonoleggio ci riporta al nostro b&b e ci accordiamo per il giorno successivo. Purtroppo l’ora della partenza si avvicina. Ormai abituati al nostro relax in piscina, ci godiamo le ultime ore di sole della Namibia. Iniziamo a preparare i bagagli ed è già ora di cena. La signora del b&b ci chiama un taxi che ci porta al Joe’s Beerhouse, un locale che avevamo già prenotato sempre tramite la signora del b&b e che ci era stato consigliato da Nadia. Merita davvero una visita sia per la particolarità del locale che per la cucina. Qui conosciamo una coppia di italiani che rientrano come noi domani e al nostro stesso tavolo sono seduti anche una ragazza con il padre, canadesi, e una coppia di spagnoli. Davvero un locale internazionale! Alle 22.30 ritorniamo al b&b, sempre in taxi e ci prepariamo per la nostra ultima notte namibiana.

20 ottobre

Sveglia molto con comodo alle 07.15; colazione abbondante al b&b; sistemazione bagagli e poi giro a piedi verso il centro città. A due passi dalla Pension Christoph si trova la chiesa e lungo la strada che scende verso il centro, ci sono altri banchetti con oggetti artigianali in legno. Decisamente meglio quelli di Okahandia! Gironzolando tra i negozi di Independence Avenue, incontriamo i ragazzi italiani conosciuti al ristorante la sera prima (Alberto e Sabrina) e andiamo con loro a bere un caffè. Ci raccontano un po’ del loro viaggio di ben 4 settimane attraverso South Africa, Botswana e Namibia! Alle 11.30 circa li salutiamo e su loro indicazione raggiungiamo il Namcrafts, una specie di mercato al chiuso di oggetti artigianali di vario tipo decisamente carini. Dato che anche per noi si fa tardi e cresce l’ansia da volo di rientro, mangiamo una veloce pizza (buona) al Sardinia e poi torniamo al b&b per una doccia, chiusura bagagli e alle 14.45 arriva puntualissimo il nostro autista che ci accompagnerà all’aeroporto.

Confessiamo di essere davvero molto ansiosi, vista l’esperienza dell’andata, per i vari voli e per le sole 2 ore di cambio a Johannesburg in cui dobbiamo ritirare i bagagli, passare il controllo passaporti e fare il nuovo check-in. Stavolta la fortuna ci assiste e il volo da Windhoek parte prima regalandoci mezz’ora in più per la tappa di Johannesburg. Stavolta non ci sono intoppi e con ben un’ora di anticipo siamo al gate da dove ci imbarcheremo per il volo verso il Cairo!! Ora ci possiamo rilassare. Alle 20.45 iniziamo l’imbarco; ci aspettano 8 ore di volo. Partiamo in orario, tutto ok, ma le 8 ore saranno lunghissime anche perché questa volta non viaggiamo in Business Class.

Il nostro viaggio in Namibia è concluso. Abbiamo viaggiato in 2 e non abbiamo mai avuto problemi di alcun tipo. La Namibia è un paese tranquillo e basta fare attenzione nelle città dove sicuramente un po’ di delinquenza c’è (c’è abbondantemente anche nelle nostre città italiane). E’ andato tutto bene e ripartiremmo subito per questo paese meraviglioso dove la natura è la regina incontrastata!

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Duna 45

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Deadvlei

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Inizio strada sterrata

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Donna Himba

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Elefanti Parco Etosha

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Cape Cross

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Foresta Pietrificata

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Leopardo Parco Etosha



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