Bruxelles e Bruges a Pasqua

Fredda, ma piacevole, gita gastro-culturale nel cuore del Belgio..
Scritto da: emmina_
bruxelles e bruges a pasqua
Partenza il: 28/03/2013
Ritorno il: 31/03/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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28/03_ Decidiamo di partire per Bruxelles, complice un volo economico di Ryanair che con 65 euro ci porta a Charleroi in un ora e poco più. Atterriamo alle 22 circa, accolti da una fitta nevicata. Prendiamo subito il bus che in un ora ci porta alla stazione Gare du Midi, da cui prendiamo la Metro per la fermata Rogier, per il nostro hotel. Usciti dalla metro ci troviamo in Place Rogier, una piazza in cui non c’è molto da vedere ma che è circondata da hotel prestigiosi come Sheraton, Plaza, Hilton. Lì in un angolino c’e’ il nostro Hotel Siru, a 100 metri dalla fermata metro.

Fatto il check-in subito a nanna e la mattina dopo pronti per un’intensa giornata da turisti.

29/03 Svegli da poco, l’aria è frizzante complice la temperatura quasi nordica. Respiriamo a pieni polmoni come se fossimo nella nostra Valtellina. Nonostante Bruxelles sia una grande città non notiamo inquinamento atmosferico. La città ci pare molto pulita, nessuna cartaccia o cicca di sigaretta per terra. Cerchiamo un posto dove fare colazione e troviamo, in Plaze de la Bruchere, un “Ekki”, una sorta di Starbuck biologico nel quale rimpinzarsi di croissants, pan au chocolat o mega fette di torta, oppure (per i più nordici) di fantastici panini farciti. Optiamo per una colazione all’italiana con cappuccio e brioches. Pronti per iniziare la nostra gita di piacere in una nuova città. Come prima cosa cerchiamo il PARKING 58, in Rue de L’Eveque, 1 – grande parcheggio multipiano con salita gratuita a piedi, ma a pancia piena meglio in ascensore. Saliamo all’ultimo piano e possiamo godere di una vista panoramica sulla città, peccato sia nuvoloso e non si veda fino all’orizzonte. Quest’idea la rubiamo dal programma Shuffolato di DeeJay TV.

Ci dirigiamo con la Metro, e con grande ammirazione notiamo che quasi ogni stazione è decorata in modo diverso dagli artisti locali che, oltre ad esporre le loro opere, contribuiscono a rendere più colorata la città. Andiamo verso Gare Central ed in cerca della Grand Place ci troviamo invece sulla collina dei musei, dopo aver attraversato un Parc de Bruxelles.

Troviamo il museo della musica, che era uno dei nostri obiettivi fin da prima della partenza. Ingresso 8 € inclusa audio guida indispensabile e guardaroba. Acceso disabili. La visita inizia dal piano interrato in cui troviamo alcuni strumenti tra cui un vecchio Hammond e un clavicembalino. L’audioguida, che ci accompagnerà per tutta la visita, rileva automaticamente il suono dello strumento esposto di fronte al quale ci si trova, ne riproduce il suono sotto forma di melodie varie. Rende pertanto molto interessante anche un museo che di base avremo affrontato diversamente (dopo il 10° trombone……..). Salendo ci sono altri due piani allestiti a museo, il 2° ed il 4°, mentre il terzo è costituito dallo shop in cui trovare chicche come il libro “100 album da ascoltare prima di morire”, i carrilons con le melodie più disparate, i manifesti del museo e altro merchandising.

Vicino si trova il museo di belle arti che ospita il Magritte Museum che visitiamo, sempre per il costo di 8 €, guardaroba gratuito e accesso disabili. La mostra è strutturata su 3 piani, quanti i periodi artistici che contraddistinsero le opere di Magritte. Si parte dal 3° piano per poi scendere fino al 1° e poi al piano interrato in cui troviamo lo shop ben fornito e grande. Non abbiamo usufruito dell’audioguida a pagamento, un po’ per non spendere e un po’ per non fare troppo gli acculturati. Magritte ci è piaciuto per l’estrosità nella rappresentazione della vita quotidiana, soprattutto mediante fotografie bizzarre che lo ritraggono con la moglie e con amici. Veramente molto avanti per essere scattate negli anni ’30 e ’40. Breve giro nello shop in cui Diego ha acquistato un righello lungo 21 cm, che l’ha fatto pensare che un cm di Magritte possa essere formato da 9 mm, invece di 10!

Scendiamo dal monte delle arti dopo aver gustato un Waffel da un venditore ambulante, Pasqalino dal furgone giallo, e dopo aver rinunciato alla temporanea di Kandisky, alla mostra di Yves Sant Laurent ed al museo BELvue! sulla storia del Belgio. Ci dirigiamo verso la Gran Place e ci perdiamo ad ammirarla. Capiamo immediatamente perché è stata definita la piazza più bella del mondo, davvero incantevole. Il nostro obiettivo dopo tutta questa cultura è mettere qualcosa sotto i denti, optiamo quindi per “Chez Leon”, che per la modica cifra di 14,60 € ci offre il piatto tipico di Bruxelles: cozze, patatine e birra!!. Ora, va bene per birra e patate, ma cosa hanno di tipico le cozza in Belgio e’ una domanda che ci ha accompagnato più o meno per tutta la vacanza. Dribbliamo i vari ristoranti e soprattutto i camerieri che cercano in ogni modo di farci entrare nel loro ristorante italiano, per mangiare delle “lasange” o della pizza al “prociutto” oppure dei “caneloni bolo”. Le cozze di Chez Leon le sognavamo da una settimana e anche se alcune non erano proprio pulitissime, cerchiamo di non farci caso e le divoriamo. Alla fine del pasto siamo sazi e non c’è posto per il dolce.

Torniamo in strada, facciamo un po’ di shopping gastronomico acquistando waffel, biscotti, praline e i cuberdon di gand, delle caramelle ripiene a forma di naso.

Cerchiamo le facciate dei fumetti e veniamo travolti dalle nostre gambe che ci portano in una zona non lontana dal centro ma che pare dimenticata da Dio. La missione fumetti non va a buon fine in quanto troviamo solamente una facciata decorata con i personaggi di Asterix e Obelix. Un po’ abbattuti e stanchi decidiamo di tornare all’hotel per una doccia ed un riposino.

La sera torniamo in zona Gran Place per lo spettacolo di marionette al Theatre du Toone. Lo spettacolo inizia alle 20.30 e visto il nostro anticipo ci concediamo un aperitivo alla birreria al pian terreno dove gustiamo una Affligem Blonde ed una Blanche de Bruxelles. Lo spettacolo inizia con puntualità, il biglietto costa 12 € e lo spettacolo La Passione viene strutturato in più atti. Il primo dura un’ora e ci intratteniamo con piacere anche se è in lingua francese e ci perdiamo molte battute, non conoscendo la lingua. Per questo motivo e complice la fame decidiamo di “abbandonare la nave” e di filarcela durante l’intervallo. Torniamo in zona Place Rogier, ceniamo con appetito presso Brussel Grill dove gustiamo una costata con insalata e patatine, ed un’insalata greca e patatine. Spesa media 20 €. Il ristorante non è stato scelto a caso, bensì appositamente perché si trova a 100 metri dal nostro hotel, così ci catapultiamo in camera e ci addormentiamo come bambini, sazi e stanchissimi.

30/03/2013. Sveglia ore 9.00. Il programma di oggi prevede visita a Bruges, per cui anche oggi cerchiamo un posto per un’ottima colazione ma optiamo, con grande disappunto dei nostri portafogli, per Haagen Dazs che ci fornisce brioches e caffè di media qualità. Da Ekki ci siamo trovati molto meglio. Evasa la pratica colazione ci dirigiamo verso la metro con destinazione Gare du Midi per prendere il treno per Brugge/Bruges. Il biglietto nel weekend costa la metà, quindi ci va benissimo e prendiamo anche il ritorno per € 27 totali. Il viaggio dura 1 ora circa e uscendo dalla città ci si rende conto che non solo in Italia ci sono periferie dimenticate da Dio, ci imbattiamo pertanto in baracche fatiscenti e addirittura una discarica abusiva di rifiuti. Con grande ammirazione invece notiamo che molte abitazioni hanno i tetti coperti di pannelli solari e fotovoltaici per l’autoproduzione di energia. Il treno nel weekend è molto affollato e per tanto così rischiamo di farci anche il viaggio di ritorno in piedi. Ovviamente la formula di sconto al 50% per sabato e domenica ha dei pro e dei contro. Giunti a Brugge girovaghiamo per il centro, attraversando i canali, facendo fotografie e curiosando tra i mercatini lungo il canale centrale. Presi da crampi di fame valutiamo le varie opzioni gastronomiche e decidiamo di entrare in una delle tante paninoteche per una gustosa baguette con ingredienti e salse a scelta. Diego fa il bis, mentre io tengo un angolino di spazio per un waffel farcito con cioccolato fuso (solo a scriverlo mi aumenta la salivazione!) da Laurenzino. Facciamo shopping gastronomico acquistando biscotti, cioccolatini e formaggio e torniamo al treno. Questo viaggio ce lo facciamo comodamente seduti in 2^ classe. In un ora siamo a Bruxelles Midi da cui prendiamo la metro per Rogier e via alla ricerca del museo del fumetto.

Trovato il Musee de la Bande Desinee, entriamo ma purtroppo restiamo un po’ delusi, perché convinti di trovare anche protagonisti internazionali del fumetto. Invece vi troviamo solo i protagonisti del fumetto belga. Complice la stanchezza mista a delusione decidiamo di uscire e tornare in hotel. Sulla via del ritorno percorriamo una strada centralissima ma mai percorsa fino a quel momento e ci rendiamo conto che anche a Bruxelles esiste una “zona rossa”, con cinema per adulti, locali di streptease, peep show, e ovviamente negozi a tema che vendono di tutto e di più. Noi si opta per birretta e redbull, doccia e pisolino.

Alle ore 20.30 circa usciamo per cena ma prima decidiamo per una visita notturna al parco del cinquantenario con il suo arco, famoso soprattutto per essere molto simile alla porta di Brandeburgo, e la fontana che purtroppo non sono illuminati. Magari la prossima volta ci andremo di giorno. Proseguiamo prendendo la metro per la fermata Schuman e visitiamo sempre in notturna il parlamento europeo. Purtoppo per motivi di tempo non possiamo visitare il Parlamentarium, con la visita guidata che spiega l’iter legislativo e le ripercussioni sul popolo europeo dopo l’emendamento di una legge. Notiamo una scala molto ingegnosa che integra rampe disabili ai gradini. Ovviamente in Italia sarebbe troppo difficile arrivarci. Europarlamento docet. Torniamo sui nostri passi e ci dirigiamo verso la fermata Bourse, perché all’inizio della vacanza ci avevano detto che in questa zona ci sono i locali più belli e soprattutto in gran quantità. Effettivamente appena usciti dalla metro veniamo letteralmente travolti da un fiume di gente che girovaga, perlopiù brilla, tra i locali di vario tipo. Ci imbattiamo in pub, ristoranti etnici, discoteche, bar. Abbiamo fame quindi non entriamo proprio nel primo locale, ma nel secondo. Da Chico, simpatico egiziano panciuto. Ci gustiamo un mega piattone di carne con spiedino, hamburger, kebap, verdure, e nuggets di pollo con verdure. Il tutto con delle patatine fritte, che sono un po’ il leit motiv della nostra vacanza. Pieni spanzati torniamo in hotel e dormiamo come dei ghirotti in letargo.

31/03/2013: Ultimo giorno di vacanza. Godiamocelo. Colazione da Ekki con Yogurt, croissants, spremuta d’arancia, pan au chocolat, caffè, pan au chocolat (non è un errore la ripetizione!). Prendiamo la metro in direzione Heysel per visitare lo stadio di Re Baldovino e l’Atomium. Per ovvie ragioni, iniziamo dallo stadio che per nostra sfortuna non è visitabile in quanto domenica di Pasqua e perché le visite sono consentite solo martedì e giovedì. In ogni caso il nostro scopo è trovare la targa commemorativa della tragedia dell’85 in cui persero la vita 39 juventini durante la partita di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool, a causa del crollo di parte degli spalti. Nessun commento sui motivi e le responsabilità. Cerchiamo una targa. Ne troviamo due. Una esterna con nomi e cognomi delle vittime ed una interna che cerchiamo di fotografare attraverso la cancellata chiusa. Delle ragazze dallo spirito caritatevole ci aprono e ci permettono di fare alcune foto dall’ interno senza sembrare dei paparazzi. Col cielo plumbeo sopra la testa ed un nodo in gola ce ne andiamo pensosi.

Giretto all’Atomium che già avevamo visto dal treno (la metro sale in superficie ad un certo punto) e ci sentiamo proprio piccoli piccoli. L’attrazione permette di salire fino all’ultima sfera e di affacciarsi dal punto panoramico ma non ce la sentiamo di fare la fila e di spendere 13 € per provare vertigini, per cui torniamo alla metro.

Visto che dobbiamo affrontare ancora un viaggio di un’ora per tornare all’aeroporto decidiamo di recuperare i bagagli in hotel, stazione Gare du Midi e pullman per Charleroi, per cui avevamo acquistato il biglietto di ritorno già all’andata per € 22 totali.

La vacanza è finita ma ci godiamo, dall’aereo la sensazione di avere “su di noi nemmeno una nuvola, su di noi l’amore è un favola” e salutiamo gli unici raggi di sole di cui abbiamo goduto durante la vacanza. Il vento freddo l’ha fatta da padrona, ma anche questa è andata, ed è andata bene. Nonostante noi amiamo l’Italia, restiamo dell’idea che il nostro paese abbia ancora molto da imparare dai vicini europei, in merito a trasporti, pulizia e ordine pubblico. Pensiamo ora alla prossima destinazione che inizia per B, dopo Barcellona, Berlino e Bruxelles.

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