Argentina e Patagonia
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Sì, il grande problema di visitare l’Argentina è che si tratta di un paese enorme e se si dispone di un periodo limitato bisogna fare delle scelte.
Il viaggio che descriverò è stato fatto in tre settimane ed ha richiesto un grande dinamismo e capacità di adattamento, con tappe talora piuttosto tirate; un tempo inferiore comporta la necessità di rinunciare a qualcosa, dovendosi concentrare solo su una parte del Paese.
L’abbiamo organizzato da noi, io e la mia ragazza, solamente dandoci la pazienza di leggere guide, racconti e testimonianze.
Di fatto è come se avessimo fatto quattro viaggi in uno e proprio secondo questa logica cercherò di schematizzare il racconto in modo da renderlo fruibile anche a chi dovesse essere interessato alle singole tappe.
Il nostro programma complessivo è stato il seguente:
1° g. 22/12 Volo Milano – Roma – San Paulo;
2° g. 23/12 Volo San Paulo – Foz do Iguaçu; Visita Cascate 1,5h aereo/1h.taxi
3° g. 24/12 Visita Parque Nacional (lato argentino) Bus
4° g. 25/12 Puerto Iguazù – Salta 2h aereo
5° g. 26/12 Salta – Purmamarca – Humahuaca 4h auto
6° g. 27/12 Humahuaca – La Quiaca – Yavi – Humahuaca 5h auto
7° g. 28/12 Humahuaca – Salinas Grandes – S.Antonio de Los C. 4h auto
8° g. 29/12 San Antonio de Los Cobres – Payogasta 6,5h auto
9°g. 30/12 Payogasta – Cachi 0,5h auto
10°g. 31/12 Cachi – Cafayate 5,5h auto
11°g. 1/1 Cafayate – Salta – Volo per Buenos Aires 2,5h auto/2h aereo
12°g. 2/1 Buenos Aires – El Calafate 3h aereo
13°g. 3/1 Visita Perito Moreno (trekking Big Ice) Bus/barca/trekking
14°g. 4/1 Crociera Todos Glaciares 6h barca
15°g. 5/1 El Calafate – Ushuaia 2h aereo
16°g. 6/1 Ushuaia – Escursione Isla Martillo Bus + barca
17°g. 7/1 Visita Parque Nacional Tierra del Fuego Bus + trekking
18°g. 8/1 Ushuaia – Buenos Aires 3,5h aereo
19°g. 9/1 Visita città
20°g. 10/1 Visita città
21°g. 11/1 Escursione Tigre – San Isidro 1h treno
22°g. 12/1 Visita città
23°g. 13/1 Buenos Aires – Roma – Milano Con i seguenti pernottamenti e relativi costi per notte:
2-3°g Puerto Canoas Iguazù – Iguazù Euro 49,85
4°g Aldaba Hotel – Salta Euro 66,46
5°-6° g. Hostel Humahuacasa – Humahuaca Euro 30,77
7°g Hotel de Las Nubes – S. Antonio de Las Cobres Euro 76,92
8° g Sal de Payogasta – Payogasta Euro 68,92
9° g Casa de Campo La Paya – Cachì Euro 53,85
10° g Hotel Asturias – Cafayate Euro 80,91
11° g Aeroparque Inn – Buenos Aires Euro 98,01
12-14°g Alto Verde Hosteria – El Calafate Euro 85,12
15-17°g Valle Frio Ushuaia – Ushuaia Euro 98,88
18-22°g Vacances San Telmo – Buenos Aires Euro 59,65
Alcune info generali
Voli: L’Argentina non è servita quanto il Brasile e dall’Europa i voli sono in numero relativamente ridotto, anche perché di fatto tutti atterrano sempre e solo a Buenos Aires, a meno che non troviate una soluzione simile alla nostra e che poi spiegherò. Inoltre occorre usare l’aereo anche per muoversi tra una zona e l’altra dell’Argentina, a meno che non si scelgano i lunghi trasferimenti con i camas o semi-camas, bus notturni peraltro piuttosto comodi ma che naturalmente allungano i tempi a dismisura. Muovetevi per tempo per prenotare magari aggiungendoci qualche decina di euro per una clausola di eventuale annullamento. Per programmare il viaggio in inverno noi abbiamo preso il biglietto principale in aprile, decidendo di volare con Alitalia (anche per sfruttare delle miglia premio precedentemente accumulate), mentre i voi interni li abbiamo prenotati a settembre. Una nota a parte merita quindi la compagnia di bandiera Argentina: Aerolineas Argentinas è entrata nello Sky Team (quindi con Alitalia, KLM e Air France tra le altre) ma la gestione dei voli, gli orari, il rispetto delle coincidenze è ancora piuttosto approssimativo. Abbiamo corso il rischio di perdere una coincidenza nel volo tra Salta e El Calafate solo perché il primo volo era stato ritardato senza che fossimo stati avvertiti e essendocene accorti per caso, solo grazie alle nostre insistenze e grazie ad un solerte impiegato dell’aeroporto di Salta, siamo riusciti, tra mille peripezie, a farci anticipare alla sera prima il volo. Morale: verificate sempre attentamente i voli e cercate le conferme degli orari. Potreste altrimenti vedere pregiudicato il viaggio se le tappe sono obbligate ed i tempi stretti
Denaro: I pagamenti sono spesso da effettuarsi in contanti, sia in pesos che in euro o meglio ancora dollari per cui portatevene appresso: lo so, non piace neanche a me girare con contanti, non tanto per reale pericolosità dei posti che visiterete ma per i rischi di perdita, però più denaro contante porterete meno problemi avrete.
Le carte di credito infatti non ovunque sono accettate, talora non funzionano, altre volte vi propongono sconti notevoli per pagamento cash (anche 15-20%) ed i prelievi ai peraltro numerosissimi bancomat sono vincolati da un tetto massimo di 1000 pesos (poco più di 150 euro) a prelievo, per il quale tra l’altro la banca locale vi applica una commissione di circa 3 euro (oltre, sia chiaro, all’eventuale commissione della banca italiana); ecco perché non trovo esagerato partire con un migliaio di euro o dollari in tasca.
Costi: ovviamente la voce che incide nettamente di più in un viaggio in Argentina è costituita dai biglietti aerei. Per la tratta principale abbiamo speso circa 1.200 euro a testa, cui bisogna aggiungere i costi dei voli interni nemmeno questi irrisori.
Altra spesa notevole riguarda il noleggio auto. In Argentina costa molto, oltre 70 Euro al giorno, e l’assicurazione consente di ridurre al minimo la franchigia senza mai abbatterla completamente; come dicevo non è scontato che dobbiate utilizzare l’auto, anzi se intendete andare a Buenos Aires ed in Patagonia non la consiglierei, ma nella regione andina continuo a credere sia la soluzione migliore.
Per il resto il costo della vita è inferiore al nostro ma con notevoli differenze tra le diverse aree: in generale si cena tranquillamente con 15-20 euro a testa, ma in Patagonia per un buon ristorante dovete aggiungere una decina di euro pro-capite; poi dipende dalle scelte …e dalla fame.
Gli alloggi, come avete visto dall’elenco sopra, hanno prezzi ragionevoli.
L’artigianato del nord ovest è decisamente a buon mercato, in Patagonia sicuramente meno mentre fare shopping nei grandi Centri commerciali di Buenos Aires non è poi così conveniente.
Per dare un’idea di massima il nostro viaggio ci è costato circa 7.000 euro a coppia e possiamo tranquillamente dire di avere risparmiato circa altri 2.000 euro grazie ai biglietti premio ottenuti con le Millemiglia
Lingua: Se parlate lo spagnolo vi divertirete perché potrete intrattenervi con la popolazione locale che ovviamente ha una grande affinità con noi italiani; vi spiegheranno che hanno un nonno, zio, cognato ecc. di origine italiana e vi chiederanno con interesse da quale parte dell’Italia siete e la vostra squadra del cuore. Invece l’inglese non vi servirà a molto, salvo che nelle località più turistiche; con l’italiano in ogni caso ve la caverete quasi sempre.
Sicurezza: Non abbiamo mai avuto la sensazione di pericolo, nemmeno a Buenos Aires dove pure abbiamo camminato moltissimo, sempre in due ed anche nelle ore serali.
Come in tutte le grandi metropoli ovviamente gli occhi sempre aperti e una normale cautela sono d’obbligo, oltre ad evitare di notte alcuni quartieri (Boca e Retiro soprattutto)
Cibo: Fantastico. Dire che la cucina argentina sia solo carne non sarebbe esatto ma è altrettanto vero che si finiscono per fare autentiche scorpacciate soprattutto di bife de chorizo o di asado de tira perché, e vi assicuro che non è un luogo comune, la carne argentina non ha nulla ma proprio nulla a che fare con le nostre discrete fettine.
La similitudine e l’influenza della cucina italiana peraltro vi consente, quando sentite il bisogno di disintossicarvi dalla carne, di trovare pasta, pizza, pesce di buona qualità, e comunque le colazioni molto simili alle nostre, con grande uso di brioche (qui dette medialunas) e caffè o caffelatte a volontà.
Non mi soffermerò per brevità sulle recensioni dei ristoranti, potete trovare i miei (utente: detchoide) e numerosi altri giudizi su trip advisor e sulle varie guide; in generale direi che scegliendo con accortezza e facendosi consigliare dalle persone del posto non avrete quasi mai delusioni proprio grazie alla qualità soprattutto della carne
Stagionalità: Gennaio è altissima stagione per gli argentini, in particolare dal 1 al 15 è un periodo paragonabile al nostro ferragosto e quindi c’è molto turismo interno. Questo è da considerare per le prenotazioni soprattutto in Patagonia, dove l’afflusso si concentra in tale periodo anche per le favorevoli condizioni climatiche. I voli erano praticamente pieni da Buenos Aires verso il Sud.
Noi abbiamo prenotato tutti gli alberghi dall’Italia on line, salvo una notte che avevamo lasciato scoperta nel caso di cambiamenti di programma nel percorrere il Nord Ovest. In Patagonia abbiamo voluto prenotare in anticipo anche le due escursioni a cui tenevamo di più per evitare sorprese
NORD EST – CASCATE DI IGUAZU’
Con lo scopo di guadagnare tempo evitando dove possibile gli scali a Baires, abbiamo scelto di arrivare in Argentina via Brasile atterrando a San Paulo per prendere subito un volo interno verso Iguaçu con la compagnia Gol. Infatti, per visitare le cascate è sufficiente un giorno e mezzo: metà giornata per il lato brasiliano, una intera per quello argentino. Così arrivando nel primo pomeriggio a Foz do Iguaçu, preso un economico autobus e con i bagagli appresso (esistono degli armadietti per riporli all’entrata del parco), abbiamo visitato subito il parco brasiliano, spettacolare dal punto di vista fotografico e che fornisce un’ottima idea della magnificenza della cascate ma certamente che non regge il confronto con il lato argentino che consiglio vivamente di visitare per secondo.
Abbiamo alloggiato a Puerto Iguazù in territorio argentino, quindi, al termine della visita al lato brasiliano delle cascate, abbiamo superato la frontiera con un taxi piuttosto economico.
La cittadina argentina, rispetto alla confinante è più sicura e tranquilla, ci sono alloggi di ogni tipo e livello come pure ristoranti in quantità. Attenzione che il giorno di Natale, come quello di Capodanno, i ristoranti sono spesso chiusi o funzionano solo prenotando il cenone e questo vale per qualunque località del Paese.
Personalmente ho inserito le Cataratas tra le mie personalissime 3 meraviglie del mondo assieme al Grand Canyon e ai Lencois Maranhanenses brasiliani: l’emozione che abbiamo vissuto arrivando vicino ai principali salti ed in particolare alla fantastica Garganta del Diablo sono da togliere il fiato; il giro in barcone fino a sotto le cascate è indescrivibile e assolutamente da non perdere (è scarica di adrenalina e doccia sicura ma vi mettono a disposizione sacche impermeabili per i vostri averi).
Il caldo e l’afa sono opprimenti nell’estate australe ma godrete del refrigerio dell’acqua nebulizzata proveniente dalle cascate. Inoltre vi sono diverse zone d’ombra percorrendo le varie passerelle che vi portano ad ammirare i numerosi fronti.
Pur essendo circondati dalla foresta pluviale non riuscirete a vedere alcun animale tranne qualche uccello e i numerosissimi coatì, delle specie di procioni che pullulano nelle aree vicine ai luoghi di ristoro tanto da diventare piuttosto invadenti fiutando voi e i vostri zaini in cerca di cibo; ovviamente sono innocui ma in linea teorica potrebbero mordere quindi sarà meglio non dare loro eccessiva confidenza.
NORD OVEST – LA REGIONE ANDINA
E’ stata la grande scommessa del viaggio. Abbiamo scelto di passare 8 giorni nel NO andino nonostante fosse una zona meno nota rispetto ad altre e consapevoli di essere in piena estate ovvero nella stagione delle piogge. Inoltre, come piace a noi, abbiamo deciso di compiere questo viaggio in modo itinerante, affittando un’auto anziché compiere escursioni organizzate come la maggior parte dei turisti. E la scommessa ci ha ripagato alla grande. Si è trattato di una vera avventura, compiuta su strade sterrate ed in condizioni spesso difficili ma siamo stati graziati da un tempo meraviglioso che, dopo averci accolto a Salta con un violento temporale, ci ha permesso di godere al meglio dei fantastici panorami andini incontrando temperature più che gradevoli anche sopra i 4000 metri.
Proprio l’altura è uno degli aspetti da considerare ma, non fosse stato per un mio forte mal di testa notturno ai 4100 metri di San Antonio de Los Cobres, non ci ha creato grossi problemi.
Arrivati in aereo a Salta con il diretto di Aerolineas da Puerto Iguazù, abbiamo dedicato alla bella città coloniale solo il pomeriggio di Natale perché sapevamo della lunghezza delle distanze da coprire e dei tempi necessari; per lo stesso motivo abbiamo preferito non usare Salta come base per gli spostamenti ma muoverci tra le province di Salta e Jujuy anche in questo caso con una sorta di giro antiorario.
Le due notti a Humahuaca ci hanno consentito di godere al meglio dei colori della Quebrada omonima e di avventurarci sulla Puna, l’altipiano che con l’unica strada asfaltata della zona conduce verso il confine boliviano toccando la punta più a nord dell’argentina.
Poi Purmamarca con le tinte quasi innaturali del Cerro de siete Colores, il massiccio che sovrasta il paesino e che si può circumnavigare con una piacevole passeggiata di un paio d’ore.
Le Salinas Grandes richiedono una lunga deviazione ma lo spettacolo del lago salato che contrasta con l’azzurro del cielo e delle pozze d’acqua vi premia dello sforzo con delle foto indimenticabili.
La terribile strada verso a San Antonio de Los Cobres, oltre ad impolverarvi i bagagli e ad indurvi a pregare tutti gli dei dell’universo affinché i vostri pneumatici resistano alle sollecitazioni della strada, vi conduce verso questo polveroso paesino sferzato dal vento che in sé in effetti non ha niente da offrire se non a pochi (peraltro anche questi difficili) chilometri il celebre viadotto della Polvorilla, capolinea del Tren a las nubes che però in questa stagione non opera.
Scendendo da San Antonio si incontra il parco de los Cardones, una distesa infinita di enormi cactus, per arrivare al delizioso paesino di Cachi, dove consigliamo vivamente il soggiorno in una delle Casas de Campo, alloggi gradevoli nel bel mezzo del…nulla della campagna delle Valles Calchaquies, per poi proseguire attraverso altre spettacolari Quebradas alla volta di Cafayate, cittadina che segna una specie di ritorno alla civiltà, non fosse altro perché si torna a rivedere l’asfalto!
Abbiamo infine chiuso questo anello con il ritorno a Salta per il volo verso la Patagonia
PATAGONIA
EL CALAFATE E IL LAGO ARGENTINO
A ripagare abbondantemente il volo ed un soggiorno a El Calafate c’è stato il meraviglioso trekking sul Perito Moreno. Perché vedere il ghiacciaio è bellissimo dalle passerelle, si starebbe ore a guardare ed a fotografare in attesa di uno dei boati che anticipano il distacco di parti della parete verso il lago, ma l’esperienza dell’escursione chiamata “Big Ice” che prevede alcune ore di trekking sopra il ghiacciaio davvero non ha eguali.
E’ compiuta in esclusiva dal tour operator locale Hielo & Adventura e si può facilmente prenotare on-line. Non è economica (950 pesos a testa, circa 150 Euro) ma passerete una giornata piena ed indimenticabile, fin da quando, di buon ora, vi verranno a prendere in albergo in pullman a quando, verso le 6 del pomeriggio, vi riporteranno indietro. Nel mezzo c’è il trasporto fino al ghiacciaio con un’esauriente spiegazione della guida (bilingue, spagnolo e inglese), il tempo per le foto alle passerelle, l’attraversamento in barca del ramo del lago, una lunga camminata sul pendio adiacente al ghiacciaio ed infine, dopo essere stati dotati di ramponi e di piccola imbragatura, si parte per la camminata più bella e spettacolare che abbia mai compiuto.
Si procede a gruppi di 10 persone al massimo con due guide simpatiche e sempre disponibili che vi assisteranno per tutto il lungo e faticoso percorso. Si passa vicino a grietas (crepacci) spettacolari ma, vi assicuro, coi ramponi precipitare è impossibile, salvo non abbiate istinti suicidi.
Non serve essere alpinisti, basta avere una forma fisica decente: non perdetevi questa escursione, magari con i crampi il giorno dopo ma vivrete un’esperienza pazzesca!
Fatta questa escursione la mini crociera del giorno dopo sul Lago Argentino, ad ammirare i ghiacciai Spegazzini e Uppsala ci è sembrata quasi normale e ci è sicuramente piaciuta meno anche per la presenza di troppi turisti sul catamarano
USHUAIA
Vale la pena arrivare fin quaggiù, a 5171 km. dal confine boliviano, solo per poter dire di essere alla “fin del mundo”, dove d’estate il sole tramonta verso le 23 e dove il tempo cambia anche ogni ora, portando a vivere quattro stagioni anche in un solo giorno.
In realtà vale la pena ma non di passarci più di un paio di giorni, massimo tre
Noi abbiamo sfruttato al meglio il primo pomeriggio arrivando col primo volo e facendo subito la piacevole gita in barca sul Canale di Beagle fino al faro Les Eclaireurs, con vista ravvicinata di una numerosa colonia di leoni marini e una breve camminata sulla disabitata Isla Bridges..
Il secondo giorno un altro momento topico della vacanza: abbiamo prenotato dall’Italia l’escursione alla Isla Martillo, unica pinguinera dell’area, con il tour operator Piratour che ne ha l’esclusiva (costo 75 Euro a testa). Non avendo mai visto i pinguini allo stato brado è stata per noi un’emozione unica. Un isolotto abitato solo da pinguini Magellano, Papua e da una coppia di pinguini Reali, tutte creature tenerissime, curiose e …chiassose. Nemmeno il freddo ed il vento sferzante ci ha distratto nel goderci appieno il contatto ravvicinato con questi deliziosi animali.
La terza giornata è stata dedicata ad un’escursione fai-da-te al Parco nazionale Tierra del fuego dove ci sono dei bei sentieri naturalistici che costeggiano la baia Lapataia; a parte le numerose e fameliche zanzare (l’avreste mai detto?) una gita molto piacevole.
BUENOS AIRES
Beh la capitale, che dire? Città piena di un fascino d’altri tempi, un po’ parigino e un po’ italiano, un po’ retrò ma anche moderna e modaiola, Baires è innanzitutto da vivere camminandoci (spero non siate pigri, cari lettori e prossimi viaggiatori in Argentina).
Infatti noi abbiamo girato per lo più a piedi, coprendo le considerevoli distanze tra i diversi quartieri nel caldo notevole del gennaio argentino, guardandoci attorno, osservando ed incontrando persone a noi molto affini per storia, origini e costumi, sempre con l’impressione di essere quasi a casa nostra, nonostante l’enorme distanza dall’Italia.
Abbiamo alloggiato a San Telmo, il quartiere più antico e più tradizionale, con le strade ciottolose e i tipici caffè e le milonghe agli angoli delle strade. Credo la scelta sia stata la migliore perché il quartiere è molto tranquillo e potete sempre finire la serata nella sempre animata Plaza Dorrego, dove potrete ammirare esibizioni live di tango; inoltre tutte le domeniche la piazza ospita il mercatino dell’artigianato più noto del Paese.
Naturalmente abbiamo visitato il Centro, con la grandiosa Plaza de Mayo su cui si affaccia la Casa Rosada e la Cattedrale Metropolitana del neo papa Bergoglio.
Siamo stati a Palermo, il barrio più trendy e più verde, con i suoi grandi parchi e la sua movida notturna.
Non potevamo non andare alla Boca, nel pittoresco Caminito, con le sue tipiche case variopinte e dove le effigie di Maradona affiancano e superano in quantità persino quelle di Evita Peròn.
Abbiamo passeggiato nel nuovo quartiere di Puerto Madero, la parte moderna della città, con i suoi grattacieli.
Non si può mancare, ed è un autentico must di Buenos Aires, la visita guidata al grandioso Teatro Colòn, uno dei più famosi teatri al mondo, al quale potrete accedere con delle interessanti visite guidate in spagnolo o inglese.
Quando anche la nostra instancabile voglia di vivere a piedi la città era vinta dalla stanchezza, ci siamo affidati ai taxi locali, relativamente economici e che offrono anche qualche ulteriore brivido, abili e scriteriati come appaiono nel traffico metropolitano.
Nel mezzo dei 5 giorni passati nella capitale, giusto per sentirci dei veri porteños, abbiamo anche fatto una bella gita fuori porta in treno verso Tigre, cittadina sul delta del fiume omonimo e meta del turismo cittadino nei week end, dove può essere divertente partecipare ad un’escursione in barca attraverso i numerosi canali che costituiscono la foce del fiume.
Non mi è stato facile sintetizzare in queste pagine una vacanza indimenticabile, densa di emozioni, immagini, suoni e colori che auguro ai lettori di poter vivere presto dal vero… con la mia invidia!