Costa Rica a febbraio
Arrivati la sera alle 20:30, prenotato dall’italia il transfer dall’aereoporto tramite interbusonline.com (30 USD per 2 persone), affidabili ed efficienti, che ci portano all’hotel cocoon che avevamo scelto e prenotato tramite booking.com tempo prima in quanto vicinissimo al terminal bus del caribe da dove partono i bus per tortuguero ma poi abbiamo deciso diversamente. L’hotel non è nulla di che, finestre sigillate senza aria condizionata, è solo rivestito con una facciata un pò colorata e accattivante con interni in bamboo e poster di animali colorati ma il prezzo è tutto sommato conveniente: 65 USD per una doppia una notte.
Il mattino dopo ci vengono a prendere i ragazzi di tom safari, molto in gamba, che con il loro pulmino caricano altre 4 persone e ci dirigiamo a la pavona, con tappa per la colazione. durante il percorso, mario ci racconta un pò di cose sul costarica, si passa attraverso le piantagioni di banane e il tempo passa veloce.
La pavona è dove finisce la strada e ci si imbarca su una lancia che ci porta a tortuguero: un’ora e mezza lungo i canali della laguna, avvistando varie specie animali, e si arriva a tortuguero.
Febbraio non è la stagione della deposizione delle uova e di tartarughe, già sapevamo, non c’è traccia. Alloggiamo a el icaco, senza infamia e senza lode, anch’esso prenotato tramite booking.com, 35 USD a notte. El icaco è uno dei pochi hotel che affacciano sull’oceano anzichè sulla laguna, ma la spiaggia non è granchè.
Per i servizi ci siamo affidati ad una tale barbara che però li ha “subappaltati” ad altri ed è meglio così, non dico altro.
Abbiamo così avuto la grande fortuna di conoscere huan torres (+506 89243847oppure +506 86850515), una guida nativa, un bel signore coi baffi, che ha saputo raccontarci il tortuguero con una vena poetica tutta sua: a lui dobbiamo molto.
A tortuguero, con huan, abbiamo fatto un pomeriggio di camminata nella foresta e il mattino dopo, una bellissima gita in canoa, decisamente consigliata rispetto alle barche a motore con 15/20 turisti a bordo.
Così noi due e huan, pagaiando pagaiando abbiamo avvistato parecchi animali e passato una mattinata indimenticabile.
Il pomeriggio ripartiamo con tom safari (che si occupa anche di escursioni ma noi abbiamo utilizzato solo per il transfer) che ci riporta all’aereoporto dove abbiamo noleggiato tramite easyterra (consigliatissima organizzazione!) un piccolo fuoristrada con thrifty (attenzione: thrifty e anche altri car rent non hanno l’ufficio all’aereoporto, dovete chiamare e farvi venire a prendere).
Per l’auto consigliamo vivamente, se volete visitare i parchi:
– che sia un 4×4 e che abbiate una certa esperienza di guida
– che paghiate l’addizionale per abbattere la franchigia assicurativa, con le strade sterrate è quasi impossibile riportarla come l’avete ritirata
– di avere un buon navigatore con voi, noi l’abbiamo portato dall’italia, garmin è l’unica che ha le mappe del costarica (incuse nel pacchetto City Navigator South America NT), altrimenti si può noleggiare ma costa circa 10 USD al giorno
Totale spesa per il noleggio auto: 254,62 euro di noleggio e 199 USD per seconda guida e assicurazione accessoria, il tutto per 12 gg di utilizzo
La benzina costa abbastanza poco, poco più di 1 USD al litro, in 1300 km abbiamo trovato qualche pedaggio ma sempre pochi colones.
Pernottiamo all’hotel santa maria inn, vicino all’aereoporto, nulla di particolare, è lo stesso dove pernotteremo prima di ripartire per l’italia. Ha di comodo che se ti devi alzare presto (la colazione la danno dalle 7) puoi andare nel frigo al primo piano e trovare della frutta e in camera c’è la macchina per farti il caffè americano (che in costarica è davvero buono). costo per notte: 77 USD, un pò caro per la media ma va bene lo stesso.
All’alba si parte per il puerto jimenez, cittadina alle porte del parco del corcovado. La strada è abbastanza buona ma non è facile sorpassare i giganteschi camion che scorrazzano per il sudamerica, bisogna avere prudenza e non farsi fretta. Meglio non superare i limiti di velocità anche perchè sulla strada c’è parecchia polizia.
A metà pomeriggio arriviamo a puerto jimenez e lì il primo vero contrattempo: è domenica. Stranamente, puerto jimenez, nonostante sia un centro che vive di turismo (come tutto il costarica), la domenica è tutto chiuso, comprese le agenzie turistiche. stranamente è aperto l’ufficio del parco (la guida LP lo dava per chiuso), ma anche se lo fosse stato cambiava poco, infatti lì troviamo una ragazzina che ascoltava musica e che non ha abbassato l’audio neanche quando cercavamo di parlarle, che ci ha detto che poteva farci un foglio ma che tanto avremmo dovuto aspettare il giorno dopo l’apertura della banca per pagare, e solo dopo potevamo entrare nel parco. puerto jimenez dista 40 km di strada sterrata e altri 2 km di spiaggia da fare a piedi prima di arrivare a la leona, l’accesso al parco. quindi, alle 8.30 apre la banca, saremmo arrivati al corcovado almeno alle 11. troppo tardi per fare qualunque cosa, le guide sono già partite e fa già molto caldo: non si può fare. la mia signora, che in queste situazioni non si perde d’animo e non molla l’osso, riesce a scovare un hotel che fa anche da informazioni turistiche, si chiama las palmas.
Lì troviamo alejandro segura (chimyscool@gmail.com), un ragazzone con una pazienza infinita. ci ascolta e si mette a fare telefonate e ci propone diverse soluzioni, noi scegliamo (anche per gratitudine), di dormire lì e di concordare l’accesso al parco tramite il la leona ecolodge con una loro guida.
Mangiamo lì da alejandro, in pratica è una soda (le soda sono le piccole trattorie che trovi ovunque e che fanno da mangiare cibo locale che è buono e costa poco) con delle camere, decorose, in riva al mare, anche se lì il mare è brutto.
50 USD a notte per una doppia, vanno benissimo soprattutto per la gratitudine verso alejandro che ci ha risolto diversi problemi.
Il mattino dopo, sempre prestissimo, partenza per la leona: 40 km dove se ti piace il fuoristrada ti diverti: guadi, salite e discese con una strada che ha ancora i profondi solchi lasciati dall’ultima stagione umida, bestie di ogni tipo che ti attraversano la strada.
Dopo circa due ore arriviamo a carate, talmente di slancio che proseguiamo, ci avevano detto di andare finchè non finiva la strada ma tutto sta a concordare su cosa si intende per strada. di fatto, bisogna fermarsi all’aereoporto, che consiste in una striscia di asfalto che ogni tanto spazzano, un recinto e una baracca. Parcheggi lì di fianco e parti, 2 km di spiaggia e arrivi al laleona ecolodge, strutture privata (da non confondere con la leona stazione dei rangers, accesso al parco), durante la camminata già si vedono passare avanti e indietro le coppie di are, coloratissimi pappagalli monogami, sempre in due.
Arrivati alla leona eco lodge veniamo accolti da joel, il manager, un ragazzo con l’aria decisamente in gamba. iIn effetti il posto è incantevole, so che costa 100 USD a notte e ne sarebbe anche valsa la pena, ma oramai avevamo preso le nosttre decisioni.
Lì incontriamo la guida che ci porterà nel parco, ci dissetiamo, ci rilassiamo un momento e si parte. 5 ore di camminata nella foresta con parecchi incontri con fauna selvaggia tra cui un tapiro, un formichiere simpaticissimo e un serpente di cui non ricordo il nome ma ci spiegano che non è velenoso, anzi, è importante perchè uccide i serpenti velenosi.
Rientriamo alla base felici e abbastanza stanchi, nella foresta 5 ore non sono poche anche se sappiamo che la vera visita al parco consiste in 7 ore per arrivare all’altra stazione dei rangers, la sirena, pernottare lì, il secondo giorno fare un giro in quella zona, dormire di nuovo lì e il terzo giorno ritornare: troppo per i tempi a nostra disposizione e forse anche troppo per le nostre forze.
La sera quindi percorso inverso, nuovo pernottamento a las palmas e il mattino dopo partenza per la penisola di nicoya, zona di spiagge e riposo.
Per il primo pomeriggio arriviamo a puntarenas dove ci aspetta un traghetto per playa naranjo e da lì, passando per nicoya arriviamo a samara.
Fidandoci della guida LP, puntiamo diretti a la locanda, hotel sulla spiaggia, con l’idea di passare una notte. Appena visto decisiamo subito di stare due notti, è troppo bello! Dopo le fatiche delle escursioni, dopo il mare della zona caraibica, un posto così è ideale per riposarsi un pò. Per 50 USD a notte abbiamo una stanza bella grande, arredata con gusto, parcheggio interno con guardia notturna, ristorante dove si mangia con i piedi nella sabbia, direttamente su una magnifica spiaggia! Il posto è gestito da un ragazzo romano che ha saputo impreziosire i piatti locali con intelligenza e renderli particolarmente buoni senza snaturarli, tutti sono gentili e carini. Abbiamo avuto qualche problema con la stanza, nella prima non c’era l’acqua nella doccia e nel secondo la doccia era fredda ma a quel punto ce la siamo tenuta così, ci andava benissimo lo stesso! colazione squisita, wifi, spiaggia incantevole, buon cibo e tutto quel che occorre a un paio di giorni di assoluto relax.
Proseguiamo verso nord fino alla playa grande dove, sempre su consiglio della guida LP, arriviamo non senza qualche difficoltà a trovarla, a villa baula. Baula sta per liuto, infatti playa grande è uno dei pochissimo luoghi dove ancora depone le uova la tartaruga liuto, in estinzione. Infatti, la notte la spiaggia è chiusa e di giorno trovi solo qualche surfista. Qualsiasi struttura sulla spiaggia è vietata e fa strano vedere la spiaggia accanto, separata solo dal rio tamarindo, piena di gringos schiamazzanti.
Villa baula è difficile da descrivere, ad alcuni potrebbe sembrare fatiscente e forse lo è, ma è veramente un posto unico. ti accoglie mario, un signore la cui gentilezza è sopra la norma, per un popolo in cui la gentilezza è naturale. E’ composta da alcuni bungalow, che però erano tutti occupati e da delle baracche a due piani con il tetto in lamiera. detto così sembra una favelas, ma se amate la tranquillità, il silenzio, la natura ed il riposo, andateci. ci mettiamo al primo piano della baracca che affaccia sulla spiaggia, separata solo da una sottile striscia di selva, in una stanza pulita e decorosa, con ventilatore a soffitto e amache nella parte di terrazza comune. non ci serve altro. infatti avevamo ancora tre notti e le abbbiamo passate tutte lì, con piccole escursioni in altre spiagge (breve visita a playa tamarindo, giusto per fare un pò di shopping e alla fine apprezzare meglio la nostra, mezza giornata passata tra playa brasilita dove consigliamo di sostare al cafè el manglar, e playa conchal molto frequentata dai ticos locali).
La stagione di apertura al pubblico per osservare la deposizione delle uova termina il 15 febbraio, per cui non siamo arrivati in tempo, ma siccome le uova si schiudono dopo 40 giorni, praticamente ogni mattina abbiamo trovato tartarughe neonate che si avviavano verso l’oceano combattendo contro la risacca, spettacolo unico.
Mario ci ha organizzato anche una piccola escursione con barca a motore, senza particolari pretese, all’interno dell’estuario del rio tamarindo, dove ci sono foreste di mangrovie. 50 USD per 2 persone, 2 ore in tutto, dove abbiamo avvistato anche lì diversi animali (nel complesso, un gran bel report fotografico: è consigliabile una buona reflex con almeno un 300mm di focale!).
Dopo tre giorni, partenza per alajuela, zona dell’aeroporto. Abbiamo impiegato molto più tempo del previsto perchè c’è un bel tratto montuoso, oltre i 1000 metri, dove per decine di chilometri non puoi sorpassare ed essendo l’unica strada è piena di camion. Arriviamo dopo il tramonto, consegnamo la nostra 4×4 un pò ammaccata ma che si è comportata benissimo, pernottiamo di nuovo all’hotel santa maria inn e il mattino, shuttle gratuito che ci porta all’aeroporto e da lì, nell’innevata penisola italiana.