Abu Dhabi e Dubai in una settimana

Vacanza fai da te con un bimbo tra gli Emirati di Abu Dhabi e Dubai
Scritto da: ALESONIA
abu dhabi e dubai in una settimana
Partenza il: 23/02/2013
Ritorno il: 02/03/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
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Il nostro viaggio inizia a fine febbraio su un volo Roma-Dubai con la compagnia aerea Emirates. Ci attende un Airbus 380, un bellissimo aereo a due piani, dove le 5 ore e mezza di volo trascorreranno veloci tra film, musica e videogiochi, al punto che nostro figlio riuscirà a non pronunciare la fatidica e consueta frase del tipico bambino impaziente: “quanto manca all’arrivo?”. Giunti a Dubai passiamo rapidamente i controlli dei passaporti e troviamo la nostra valigia già pronta sul nastro di consegna dei bagagli. Ci aspetta la navetta dell’hotel Premier Inn, posto quasi di fronte all’aeroporto, in posizione comodissima visto che con le 3 ore di fuso il nostro orologio segna già mezzanotte passata e nostro figlio sta per crollare dal sonno.

Il giorno successivo ritiriamo la macchina che abbiamo noleggiato con Autoeurope richiedendo già dall’Italia il seggiolino per il bimbo ed il navigatore. Purtroppo ci consegnano un’auto priva di questi due accessori, mettendoci un po’ in difficoltà. Riusciremo, comunque, ad imboccare la strada giusta verso Abu Dhabi, prima tappa del nostro viaggio, tra lo sfrecciare di enormi suv e di lussuose auto che corrono sulle ampie strade a 4 corsie per senso di marcia. Il tempo trascorre veloce, fuori del centro abitato vediamo dromedari allo stato brado (che loro chiamano cammelli, ma hanno una sola gobba…) che camminano lenti tra vaste distese di dune di sabbia e cespugli, moschee e abitazioni alternate a lunghi tratti di puro deserto. Impieghiamo circa un’ora e mezza per raggiungere il Ferrari World Center (aperto da martedì a domenica dalle h. 11 alle 20 e con parcheggio gratuito), ben indicato dalle indicazioni stradali, il paradiso del divertimento per bambini e adulti appassionati di auto da corsa e della mitica rossa. Trascorriamo lì tutto il giorno, non ci lasciamo sfuggire quasi nessuna attrazione, io non ho il coraggio di affrontare la folle velocità dell’attrazione che simula l’accelerazione di una vera Ferrari, mentre mio marito, che vorrebbe provarla, desiste per la fila impressionante di persone in attesa. Ci limitiamo a guardare chi è riuscito ad affrontare questa incredibile prova! Il sole fuori splende alto nel cielo che sembra sempre poco limpido, ingiallito dalla sabbia che vola impalpabile, ma che non crea nessun problema. A conclusione della giornata ci dirigiamo verso il centro città dove resteremo due notti nell’hotel Royal International, vicino la Corniche, il lungomare di Abu Dhabi. Svettano nel cielo grattacieli dalle forme più avveniristiche, palazzi che sembrano volteggiare su loro stessi, alcuni con forme oblique, altri arrotondate, altri ancora spigolosi e quasi in bilico, in un perfetto equilibrio creato dalla fantasia di architetti ed ingegneri e dalle abili mani dei numerosi immigrati asiatici che lavorano duramente sotto il caldo sole degli Emirati, vestiti nelle loro tute blu e avvolti nei foulards che coprono totalmente i loro capelli e volti, lasciando solo lo spazio necessario agli occhi per permetter loro di svolgere il duro lavoro senza ustionarsi e senza essere ricoperti dalla sabbia. Per certi versi Abu Dhabi ci risulterà essere più decadente di Dubai o quanto meno la città che manifesta i primi segni della crisi edilizia, cosa che ci viene confermata da un cordiale ristoratore libanese. La speculazione comincia a non dar più grandi frutti, alcune costruzioni sembrano incompiute per mancanza di risorse, altre abbandonate al lento degrado. Malgrado questo la città vale comunque la pena di una visita, soprattutto per la grandissima e bellissima Moschea bianca, visitabile anche dai non musulmani. L’abbigliamento richiesto vieta pantaloncini corti ad entrambi i sessi, minigonne, spalle e capo scoperti per le donne, per cui basterà evitare questi capi e portare con sé un foulard per coprire i capelli per entrare senza alcun problema. In alternativa potrete fornirvi delle lunghe tuniche nere che vengono distribuite alle donne all’ingresso della moschea. Diciamo che questo codice di comportamento per l’abbigliamento è consigliato dovunque (ad eccezione del capo coperto, che è richiesto solo nei luoghi sacri), anche nei centri commerciali e nei ristoranti, soprattutto per una forma di rispetto verso le loro tradizioni. Per pranzare e cenare ci affidiamo al caso, rimanendo sempre soddisfatti e soprattutto incolumi da malanni intestinali. Si trovano piatti asiatici accanto a piatti europei, tanta carne di manzo, agnello, pollo, riso cucinato in vari modi, ricche insalatone miste, pesce e crostacei, frutta e meravigliose centrifughe di frutta dense di polpa di mango, ananas, fragola, kiwi e chi ne ha più ne metta (che consiglio vivamente di gustare). Persino la loro acqua in bottiglia, acqua desalinizzata del mare, è gradevolissima e poco costosa. I due giorni in città volano, facciamo anche un giro al Mall del centro di Abu Dhabi, non spettacolare come i centri commerciali che vedremo successivamente a Dubai.

Nei giorni seguenti ci trasferiamo a Dubai, all’Atlantis the Palm, una follia che ci concediamo per 3 notti regalando a nostro figlio la gioia di accedere giornalmente al parco acquatico Aquaventure e la visita agli spettacolari acquari dell’hotel. Soprassiedo sull’ovvia qualità della struttura, segnalando solo che le piscine dell’hotel e quelle del parco dedicate ai bambini sono con acqua riscaldata (il bagno al mare è proibitivo in febbraio, l’acqua è gelida). Consigliatissima un protezione solare elevata perché il sole di quella latitudine ustiona! Per quanto in questi giorni mi sia abituata a vedere donne velate, col capo interamente coperto, talvolta con i soli occhi visibili, fatico ad accettare che questo tipo di abbigliamento venga anche utilizzato a bordo piscina, tra tranquilli mariti arabi in bermuda e silenziose mogli arabe completamente celate. Guardo i loro bambini e le bambine, ancora libere di portare il costumino-slip e penso a quando, tra pochi anni, quell’immagine disinibita resterà ferma solo tra le foto del loro album di famiglia. Diversità tra due mondi che stridono in questa città così evoluta e tecnologica. A Dubai meritano di essere visti il Dubai Mall, l’immenso e scenografico centro commerciale dove si trovano le più grandi firme e l’acquario più grande del mondo, e lo spettacolo offerto dai giochi d’acqua della laguna esterna al centro stesso, che a partire dalle h. 19,30 deliziano ogni 30 minuti gli spettatori con una diversa sequenza di spruzzi e luci al ritmo di successi musicali arabi e internazionali. Molti ristoranti che affacciano sulla laguna offrono lo spettacolo dai tavoli posti sulle rispettive verande, ma sono ovviamente cari ed a menù fisso. In ogni caso, lo spettacolo è visibile gratuitamente da ogni punto del bordo laguna, basta ritagliarsi uno spazio tra la folla. A fianco del Dubai Mall svetta il grattacielo più alto del mondo, il Burj Khalifa, dalla sottile silhouette a forma di fiore a tre petali. La parte più antica della città si sviluppa lungo il creek, le cui rive sono attraversabili con le tipiche imbarcazioni di legno che al costo di 1 dirham (20 centesimi) traghettano le persone verso il cuore dei souk delle spezie e dell’oro. Nelle vetrine stracolme di oggetti preziosi troverete oro di 18 e 24 carati, quest’ultimo facilmente riconoscibile dal colore molto più scuro e solitamente con lavorazione opaca. Se desiderate fare acquisti nei souk ricordatevi di contrattare, scenderanno anche di molto sul prezzo proposto, qui usa così. E’ questa la parte popolata da abitazioni basse e più decadenti, ma proprio per questo più interessanti da vedere, più vicine all’anima di un tempo che fu di questa metropoli, evolutasi nei secoli grazie alla ricchezza portata dai pozzi di petrolio e nata alla fine del 1700 con lo stabilirsi dei nomadi del deserto. Si possono ancora vedere parti di antichi muri costruiti con enormi fossili di conchiglie e sabbia. Per rituffarsi nella modernità basta fare un salto al Mall of the Emirates, altro grande centro commerciale, dove potrete anche osservare il divertimento degli sciatori arabi dalle vetrate della famosa pista da sci artificiale. Degna di nota anche la famosa struttura della Vela, l’hotel a 7 stelle di Dubai con la tipica forma bombata, che potrete fotografare percorrendo la Jumeirah Road. Vorrei soffermarmi su alcuni ristoranti in cui abbiamo pranzato o cenato, trovandoci bene:

Pars restaurant (iraniano) nel Mall of the Emirates, Arz Lebanon (catena libanese conosciutissima dai residenti, presente in vari punti della città, noi siamo stati in quello sulla Jumeirah Road), Barracuda (ristorante di pesce sulla Jumeirah Road). In ogni caso potete spaziare sui vari tipi di cucina e sulla numerosa quantità di locali disponibili dentro e fuori i centri commerciali. Dubai è una città tranquilla, potete girare indisturbati anche con i bambini che sicuramente impazziranno di gioia, colpiti da mille attrazioni e novità e verso i quali c’è un rispetto immenso. Nei ristoranti, ad esempio, non sono mai (e sottolineo mai) mancati fogli da colorare, regalini, menù appositi per loro e grandi sorrisi affettuosi da parte dei camerieri e degli inservienti degli alberghi. Di Dubai resterà il ricordo di una città pulitissima, dove non troverai un pezzetto di carta a terra nemmeno cercandolo, curata nei dettagli allo spasimo, dove l’erba e le aiuole fiorite vengo fatte crescere dove nulla potrebbe crescere, dagli spazi immensi e dalla velocità folle dei suoi autisti, abitata da gente che suda e da gente che sfoggia, da immigrati che lavorano sodo per mandare i soldi a casa e da opulenti arabi che al polso indossano Rolex tempestati di brillanti, da donne velate (e truccatissime) con borse griffate, scarpe da copertina e gioielli da capogiro. Un mondo vario, un mondo quasi irreale, il ricco mondo degli Emirati.

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Dhow sul creek

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Moschea di Abu Dhabi

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Moschea on the road

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Moschea di Abu Dhabi

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Dubai on the road

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Burj Khalifa

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Atlantis the Palm

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Atlantis the Palm Skyline

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Spices Souk

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Gold Souk



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