Cambogia, Siem Reap e dintorni

Terra d'esplorazione, affascinante e interamente da scoprire
Scritto da: Frantasy
cambogia, siem reap e dintorni
Partenza il: 11/08/2012
Ritorno il: 16/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Per anni mi sono immaginata nelle vesti di una coraggiosa esploratrice alla scoperta dei templi di Angkor dispersi nella giugla. Di anni ne sono passati parecchi e la giugla in buona parte è stata “ripulita”, ma atterrare in questo Paese sapendo che finalmente potrò esplorare questa terra è un’emozione!

Arrivo in Cambogia con un volo charter, che basso vola sulle campagne vietnamite e mi svela le cicatrici che la guerra ha lasciato sulla terra. La giornata è uno spettacolo e i prossimi 4 giorni sono tutti da programmare.

L’organizzazione del personale pubblico cambogiano è impressionante… cose che in Italia non vedremo mai! Come si aprono le porte dell’ingresso in aeroporto un tizio mi prende il passaporto e lo dà a una fila di funzionari che me lo riconsegnano in quattroequattrotto nel tempo di 5 minuti con un bel visto turistico luccicante e colorato! I soliti magheggi da “orientali” per il viaggio in auto e in un quarto d’ora mi ritrovo nella mia stanza, pulita e tranquilla, nel centro di Siem Reap. Tutto è assolutamente calmo. Le strade sono ordinate e il traffico inesistente (nonostante l’autista avesse detto che quello era un periodo critico per l’affollamento di turisti nel paese -.- ).

Siem Reap è una piccola cittadina situata a soli 6 km dal famoso sito dei templi di Angkor e a poco più di una decina dal grande lago Tonle Sap. È la base per tutti i viaggiatori che passano da questo angolo di mondo, affollata di alberghetti ed esercizi; tutto qui è quasi completamente dedicato al sacro turismo. Sicura, tranquilla e comoda da visitare… a soli 2 minuti dal mio albergo ci sono le due strade principali ove mi dirigo subito per tuffarmi in una nuova arte culinaria. Nota personale: il cibo è strepitosamente buono!

Il mio programma di viaggio prevedeva principalmente due cose: – passare una nottata in attesa di fotografare l’alba su Angkor Wat – visitare i villaggi galleggianti sul Tonle Sap.

Quindi una bella notte mi sveglio alle 3, noleggio una bella bicicletta vintage e pedalo fino allo sfinimento per cercare di arrivare in tempo utile per il sorgere del sole nel sito di Angkor. Il cielo è sereno e la luna splende. Arrivo alla meta che è ancora buio pesto e in giro ci sono solo le guardie pronte a puntarti addosso la pila per guardarti in faccia e un altro centinaio di turisti. La mia fedelissima compagna di viaggio, la macchina fotografica, è pronta e puntata sull’incredibile, incantevole, maestoso tempio di Angkor Wat. In prima fila, mi metto buona a osservare cosa succede intorno a me, mentre il buio lascia spazio alla timida luce del sole che spunta proprio da dietro la sagoma del grande tempio. Uno spettacolo affascinante! In alta stagione (quando da noi è inverno), l’alba di Angkor attrae centinaia di turisti. Anche se a me sembrava di essere già in tanti quella mattina! Scatto la foto che attendevo da anni e finalmente è giorno e sono prontissima per scoprire uno dei siti più belli del mondo!

Il giro in bicicletta è lungo più o meno 25 km, e una giornata basta per fare una visita completa dei templi più importanti. Unico consiglio: portate con voi molta acqua e un cappellino… perchè il sole qui scalda parecchio!

Così più che soddisfatta e incantata dallo spettacolo che si è presentato ai miei occhi, adesso non mi resta che dirigermi verso gl’ancor più spettacolari villaggi galleggianti!

Non sapevo bene cosa aspettarmi. Avevo scoperto per caso l’esistenza di questi villaggi nella guida, ma anche la ragazza dell’hotel me li consigliava con insistenza e allora, insieme al moto-taxi da lei chiamato, viaggio, capelli al vento, verso queste terre isolate e desolate! © francesca brusori

Attraversiamo numerosi piccoli villaggi nascosti fra le palme, con bambini che corrono e giocano ovunque. Percorriamo una strada in mezzo al nulla… e mi tornano alla mente i racconti strazianti di Terzani che parla dei Kmer Rossi… e mi perdo nel paesaggio sconfinato finchè non giungiamo alla fine della strada dove una barca mi attende. Il motore parte e l’autista, che mastica qualche parola di inglese, mi sorride mentre naviga in una acqua nera. D’improvviso, aggirati dei cespugli sulla riva del fiume, uno spettacolo che lascia senza fiato si apre davanti ai miei occhi… e come in un cartone animato resto letteralmente a bocca aperta. Le rive del fiume sono sormontate da palafitte alte almeno 7 metri che sembrano reggersi per miracolo e la vita esplode fra le grida dei bambini che giocano nell’acqua; le imbarcazioni a remi che fanno avanti e indietro per il canale e gli abitanti di questo villaggio che sembra un miraggio.

Non riesco a dire una sola parola mentre non posso fare a meno di scattare fotografie in continuazione. L’autista saluta tutti e sicuramente mi prendono in giro… perchè lì, l’alieno, sono io! Pensare che questo luogo è a solo qualche chilometro dalla civiltà, porta alla mente 1000 domande a cui non so trovare una risposta. Dico all’autista che sono affascinata e lui gentile mi spiega di cosa vive questa gente. Ovviamente, come si intuisce dalle attività che quasi tutti svolgono intorno a noi, si vive soprattutto di pesca. E i villeggianti ogni settimana vanno fino in città, a Siem Reap, per fare il mercato e vendere il loro pesce! Ci sono anche un sacco di gabbie sull’acqua, che stanno su grazie a dei bidoni galleggianti, ove sono rinchiusi alcuni maiali! Le persone mi guardano e mi salutano sorridenti. Alla fine del fiume si apre il lago Tonle Sap che da quanto è grande sembra un’immenso mare. Torniamo indietro per lo stesso percorso fino a raggiungere nuovamente il mio moto-taxi e riprendere il viaggio verso il secondo villaggio, totalmente galleggiante, a differenza di questo che era su palafitte.

Stavolta sono 2 giovanissimi ragazzi a guidare la mia barca. Due fratelli… uno di 10/11 anni, l’altro di 16/17. Per tutto il viaggio d’andata se ne stanno zitti, lasciandomi guardare intorno la vita lenta e incantata che si svolge nel villaggio. Le case sono normali case di legno.. solo che galleggiano sull’acqua come barche! All’interno c’è di tutto e anche qui la principale attività è la pesca.. Ma negl’ultimi anni il turismo è diventato di grande importanza!

Anche questo ramo del fiume sfocia nel lago Tonle Sap ed è qui che il ragazzo più grande inizia a parlare abbandonando la timidezza. Mi spiega che lui è uno studente e frequenta le superiori in città. Lavora nel finesettimana per poter mettere da parte qualcosa e la barca non è sua , ma dello stato.. come ogni altra attività! Quello accanto a lui è il suo fratellino che ogni volta lo accompagna per imparare il lavoro.

Felice di aver fatto 2 chiacchiere con loro, gli chiedo di tornare indietro e sul percorso ci fermiamo su una delle tante zattere che ospitano un piccolo mercatino turistico e qualche attrattiva per i visitatori: coccodrilli vivi e serpenti!

Dopo una breve sosta per acquistare un po’ di banane (eccellenti e buonissime come sempre) ripartiamo per il ritorno a terra dove il moto-taxi mi attende per riportarmi in città.

Un’esperienza unica nella vita. Di tutti i posti strani che ho visto.. questo mi ha lasciata davvero senza parole.

La Cambogia è una terra tutta da esplorare e fortunatamente, dato il poco sviluppo turistico che c’è stato fin’ora, si è costretti a sviluppare un viaggio a stretto contatto con la natura ed il popolo… © francesca brusori… una vera fortuna, per poter apprendere il meglio da questo paese e per vivere un viaggio senza paragoni!



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