Oman, una sorpresa in tutti i sensi
Muscat Beach Hotel nel QURM, carino ma niente di spettacolare, purtroppo i prezzi in Oman non sono molto bassi anche per strutture non esaltanti. Cena da Automatic Restaurant nella parte vecchia della città. Si tratta di una catena che ha più ristoranti nella città, è cucina libanese davvero molto buona e a prezzi ottimi, infatti ci siamo tornati anche l’ultima sera ma nella sede del Qurm all’interno di un centro commerciale. La capitale rispetto al resto del paese è più caotica e molto moderna, con centri commerciali che non hanno niente da invidiare ai nostri.
Da non perdere: la Grande Moschea, il suk alla mattina presto o alla sera, l’alba sulla corniche magari dopo aver fatto una puntatina al mercato del pesce e un’occhiata al palazzo del Sultano, anche se un po’ kitsch! A una ventina di minuti da Muscat, vale la pena fare una visita a Seeb, una tipica cittadina omanita sul mare. Noi ci siamo goduti una passeggiata sul lungo mare e dei buonissimi sandwich di shawarma con immancabile succo fresco di mango da Waves Restaurant.
Nizwa Una nuova highway collega Muscat a Nizwa in poco più di 2 ore. A proposito, attenzione agli autovelox e alla velocità, la polizia è sempre dietro l’angolo! Come la maggior parte dei turisti abbiamo dormito da Mayan Guesthouse, carino e decisamente comodo come posizione. Cena al ristorante turco Al-Masharef (a pochissimi metri dal Mayan G), consigliatissimo anche se da fuori magari non si entrerebbe! Da non perdere: visita al Forte e al Suq, se si riesce alla mattina presto quando contrattano anche il bestiame. Abbiamo fatto un giro anche a Bahla ma niente di che.
Deserto Noi abbiamo dormito in un campo nel bel mezzo del deserto: Safari Desert Camp, esperienza indescrivibile! Il villaggio più vicino si chiama Bidiyah, dove si trova l’ufficio del campo. Appena arrivati ti sgonfiano le gomme e ti accompagnano al campo che, da quando iniziano le dune, dista circa 20 km. Le tende beduine sono bellissime e anche il campo è molto curato in ogni particolare. Non c’è energia elettrica ma sinceramente non se ne sente la mancanza, lo spettacolo del cielo stellato lascia senza parole. Da non perdere ovviamente il tramonto sulle dune, non ha eguali!
Sur/Ras Al Had Dalle dune del deserto si passa alla spiaggia bianca di Ras Al Had. Ci dedichiamo 3 giorni di relax al Turtle Beach Resort, una struttura molto bene inserita nel contesto locale, capanne come camere e una spiaggia privata con un mare meraviglioso. Visitiamo Sur che dista circa 40 km, ha un bel castello e l’immancabile forte. Facciamo anche una puntatina a Ras Al Had, un villaggio fantasma che però regala lo stesso tante emozioni: vaghiamo senza meta per le strade sterrate del paese e incontriamo miriadi di bambini che non vedono l’ora di farsi fotografare regalandoci sorrisi indimenticabili.
Ras Al Jinz Un capitolo a parte lo merita la riserva delle tartarughe. Abbiamo scelto la visita del mattino presto per non perderci l’alba sulla spiaggia, scelta azzeccattissima! Sveglia alle 3.15 per essere alla riserva alle 4, aspettiamo quasi un’oretta per andare sulla spiaggia perché vogliono essere sicuri che ci siano le tartarughe e quindi verso le 5 siamo in pole position per lo spettacolo. Mentre depongono le uova non ci si può avvicinare ma, appena iniziano ad uscire dalle buche che hanno creato, ci si può avvicinare e seguirle fino all’entrata in mare, un’esperienza unica.
Wadi Shab Per andare a Jebel decidiamo di fare la strada costiera che collega Sur a Muscat (tra poco diventerà a pagamento!) in modo da fermarci al Wadi Shab, posto imperdibile dell’Oman. Dalla highway è bene indicato, si svolta sulla destra e dopo qualche curva la strada finisce… finisce nel vero senso della parola perché si arriva sotto un ponte dove non c’è più possibilità di continuare! Parcheggiamo la macchina sotto i soliti sguardi curiosi degli operai che probabilmente stanno costruendo la strada per il futuro e andiamo verso il fiume. Troviamo una barca che ci porta sull’altra sponda e cominciamo l’avventura. Si cammina in uno stretto canyon che non ha sentieri più di tanto battuti per circa 40 minuti, il panorama lascia senza fiato: pareti rocciose verticali, palme lussureggianti e un torrente con acqua verde e riflessi indescrivibili. La passeggiata è a tratti impegnativa e si conclude dove iniziano delle piccole piscine naturali, da lì si prosegue a nuoto arrivando fino all’ingresso di una grotta. Per entrare bisogna farsi un po’ di coraggio visto che il buco è grande quanto il viso e le guance toccano la roccia! Superata la paura, lo spettacolo è bellissimo, una grotta naturale con cascata! Consigli: bisogna arrivare presto la mattina, noi abbiamo iniziato la passeggiata alle 9 ed eravamo soli, mentre al ritorno abbiamo incontrato un sacco di turisti che iniziavano il percorso accompagnati da guide del posto. Portarsi dei calzini o scarpe di gomma per entrare nel fiume, il fondo è molto scivoloso e i sassi fanno malissimo! Se si vogliono fare foto l’ideale sarebbe una macchina subacquea, altrimenti un metodo più artigianale è il tupperware, l’abbiamo comprato al supermercato e ha funzionato benissimo!
Jebel Shams Eccoci arrivati all’ultima tappa del viaggio, la montagna più alta della penisola arabica. Si inizia a salire dalla strada che da Nizwa porta a Bahla. La salita non è particolarmente impegnativa, ma ogni tanto l’asfalto sparisce, per questo è comunque meglio avere il 4×4. Per il pernottamento abbiamo scelto Jebel Shams Resort, proprio a ridosso del Grand Canyon d’Arabia! Il campo è carino, si può scegliere tra bungalow con bagno, campeggio libero e tende con bagno in comune. La temperatura è decisamente cambiata, adesso ci sono 8 gradi! La cena è a buffet e compresa nella tariffa del pernottamento. Oltre alla possibilità di fare trekking sulla montagna, l’attrazione principale della zona è proprio questo Canyon naturale, davvero impressionante.