Viaggio nello Yucatan
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È difficile poter raccontare brevemente un viaggio così lungo e intenso, ma ci proverò, traendo ispirazione dal diario che io e il mio compagno Omar abbiamo scritto durante la nostra permanenza nello Yucatan. Abbiamo scleto un periodo forse meno caldo per andare al mare e il cielo ci ha nascosto più di una volta il sole, ma la temperatura non era eccessiva e ci ha permesso di girare tantissime località senza soccombere alla ben nota umidità del paese. Non sottovalutate il mese di novembre, per quanto le giornate siano più corte! L’ispirazione di questo viaggio ci è venuta grazie a dei nostri amici che abitano a Playa del Carmen da diversi anni per motivi di lavoro e che ci hanno aiutato a trovare buone offerte per quanto riguarda i voli così come ci hanno indirizzati ad un appartamento in centro, in modo da renderci indipendenti dagli orari di hotel. Consiglio questa opportunità perché con un poco di spirito di organizzazione è possibile avvicinarsi molto di più alla vita dei messicani residenti, andando a far spesa nei loro supermercati, lavare i panni sporchi presso le diffuse lavanderie e conoscere i propri vicini di casa! Il nostro viaggio di andata è filato assai liscio, sebbene le circa 12 ore di volo non siano poi tanto scorrevoli, forse a causa dell’adrenalina in corpo.
primo giorno
Il nostro primo giorno è trascorso con le varie formalità come il cambio di denaro in pesos (fatevi un giro tra i vari uffici, non fermatevi al primo poichè ci sono differenze significative tra un posto ed un altro), giri perlustrativi e prime spese. Come ho premesso, avevamo un appartamento graziosissimo in centro a Playa del Carmen, a pochi passi dalla spiaggia Mamita’s e la 5 Avenida, la strada densa di ristoranti e negozi, chiassosa e colorata, piena di turisti. Ogni vostra passeggiata sarà oggetto di attenzione da parte di commessi, venditori di pacchetti turistici ed escursioni, ristoratori, ecc ecc. Abituatevi a essere chiamati continuamente, senza sbuffare: un gentile “no gracias” di solito basta come risposta!I nostri spostamenti sono sempre stati effettuati con mezzi pubblici, eccetto alcune volte in taxi quando non c’erano alternative o ci mancava il tempo. Anche questo è un ottimo modo per conoscere il Messico, ammirando il panorama durante i lunghi tragitti, senza lo stress della guida che in fondo ci attanaglia quando non siamo in vacanza! La penisola è servita in maniera eccellente da tutta una serie di compagnie di prima e seconda classe; non disdegnate queste ultime perchè sono decorose e sicure e spesso utilissime per raggiungere in maniera economica molti siti non compresi nelle tappe degli autobus di prima classe. Inoltre i messicani viaggiano quasi sempre in seconda classe e se volete davvero stare a contatto con loro viaggiare in autobus è uno dei migliori modi per conoscerli!
secondo giorno
L’abbiamo dedicato a Tulum, con mattinata trascorsa a girare per le rovine. Non avevamo preso la guida e ci siamo arrangiati con quella cartacea ma se volete imparare qualcosa vi consigliamo di spendere qualche pesos e imparare tantissimo sulla affascinante sito che unisce storia a un panorama mozzafiato sul mare. Portatevi un costume per un tuffo nel mare turchese sottostante. Il resto della giornata abbiamo girato per Tulum Pueblo, il paesino a pochi chilometri dalle rovine, raggiungibile con un collectivos (un pulmino che passa di frequente e che si ferma praticamente ovunque che aumenta ancora di più le opportunità per viaggiare con i mezzi pubblici), dove abbiamo mangiato in un ristorantino sulla strada e raggiunto a piedi un altro tratto di mare. A tal proposito segnalo che in molti resort e locali sulla spiaggia, non solo di Tulum, vi si può accedere anche se non vi si alloggia, talvolta pagando e talvolta gratuitamente, a patto di non introdurre bevande e cibo in modo da consumare nei locali stessi dove si transita o ci si ferma.
I giorni successivi sono trascorsi girando alcune località balneari tra Tulum e Playa del Carmen, sempre grazie ai nostri adorati autobus e facendoci anche qualche sana camminata lungo la strada quando sbagliavamo la fermata! Abbiamo fatto tappa a Paamul, un posto amato dai camperisti e la spiaggia è ricca di resti di corallo e pezzi di legno (ma teniamo le mani a posto: non sono souvenirs e non si porta via niente!) e Xpu-ha, un luogo più turistico, con musica ad alto volume, lettini e ombrelloni all’ultima moda. Diciamo che abbiamo visto due modi di vivere e far vivere la spiaggia, per accontentare tutti i gusti! Da segnalare anche il bagno al Cenote Cristalino, dalle acque fresche e la vegetazione rigogliosa. Consigliamo di visitarlo nelle prime ore del mattino, quando è probabile essere gli unici a immergersi in un atmosfera quasi magica.
Un’altra tappa è stata la vicina Isla Cozumel collegata a Playa del Carmen grazie alle tante corse con il traghetto. Siamo rimasti un po’ delusi dall’escursione snorkeling a opera di una delle tante agenzie locali a causa della condotta, a nostro avviso, poco ecosostenibile (tra le tante cose le guide lanciano cibo per avvicinare i pesci) e ve la sconsigliamo; piuttosto affittatevi uno scooter e visitate la parte più selvaggia. Noi abbiamo ammirato paesaggi stupendi, le spiagge sono lunghe e quasi incontaminate (i locali sono dislocati e non vicini fra di loro). Stupenda la località Chen-Rio che è anche riparata da alcuni scogli e quindi ci si può fare il bagno in sicurezza.
A proposito di isole, non perdetevi Isla Mujeres e Isla Contoy. Ci si arriva tramite un altro traghetto che si prende da Cancun e in poco tempo si raggiunge Isla Mujeres. Noi abbiamo alloggiato per una notte in un piccolo hotel locale e abbiamo girato l’isola noleggiando delle biciclette. Una scelta azzeccata (ma la maggiorparte delle persone utilizza le golf-car) che consente di arrivare a Punta Sur dove si staglia un panorama favoloso. Noi abbiamo trovato un piccolo bar-ristorante dove fare uno spuntino, prendere un po’ di sole e fare un tuffo in acque incontaminate e ricche di vita.
Il giorno successivo invece abbiamo scoperto un vero gioiello naturale, conservato e gestito in maniera eccellente: Isla Contoy. Ci siamo affidati ad una cooperativa locale e questa volta non ne siamo rimasti delusi. Lo snorkeling è stato stupendo ma la vera bellezza dell’isola è la moltitudine di uccelli che lì nidificano: fregate, pellicani bruni, spatole rosate, aironi. Anche per chi non è amante del bird watching non può rimanere insensibile al volo librato ed elegante sopra questo piccolo lembo di terra ricoperto da fitta vegetazione e circondata da mare cristallino.
Vista una bella fetta della zona est della penisola, ci siamo poi rivolti verso l’altro lato, iniziando un mini tour che ci ha separati per qualche giorno dal nostro appartamento per andare ad alloggiare in ostelli, muovendoci naturalmente con gli autobus. La prima notte l’abbiamo trascorsa a Valladolid, delizioso borgo nel centro della Penisola, che merita più tempo per visitarlo di quanto abbiamo fatto noi. Ha una piazzetta che invita a fermarsi per rilassarsi un pò seduto nelle eleganti panchine bianche e un centro caratterizzato da edifici coloniali colorati e bassi.
Il giorno successivo l’autobus ci ha trasportati fino a Chichen Itza, superbo sito archeologico, non a caso denominato meraviglia del mondo, dove abbiamo preso una guida tutta per noi in modo da comprendere e conoscere ciò che ci circondava, anche perchè mancano praticamente del tutto dei pannelli esplicativi che spiegano ai turisti cosa stanno ammirando. Vale la pena pagare questo servizio: la ricchezza culturale che ne abbiamo ricavato è immensa! Essendo abbastanza mattinieri abbiamo evitato le grandi masse di turisti che sono arrivate verso le 11. Meglio una levataccia piuttosto che lo slalom tra le carovane di persone, ve lo assicuriamo! Non stiamo a descrivere la maestosità della grande piramide e il mistero degli edifici che sorgono sul sito: andateci di persona e ne resterete incantati!
Il nostro viaggio ci ha poi fatto approdare a Merida, grande città, di tutt’altro stampo rispetto a Playa del Carmen. E’ assai cosmopolita, ma meno turistica di quanto ci aspettassimo. Anzi, in alcune vie a pochi isolati dal centro è facile essere gli unici “stranieri” e l’affollamento delle strade, i venditori, i profumi e il chiasso la rendono interessante e caotica. Abbiamo alloggiato in un ostello stupendo situato in un palazzo elegante, proprio di fronte alla piazza principale. La mattina abbiamo usufruito della guida gratuita del centro storico offerta dal centro turistico municipale. Un ottimo servizio che permette di visitare il palazzo del governo, la cattedrale, la piazza e gli edifici circostanti. Consigliamo di mangiare in uno dei banchetti- ristorantini all’interno di uno dei mercati. Gli spuntini sono economici e deliziosi!
Dopo il mordi e fuggi a Merida, ci siamo spostati a Campeche, cittadina bellissima, con un centro storico denominato Patrimonio dell’Unesco. Passeggiando per le vie lastricate e diritte, affiancate dagli edifici multicolori dall’aspetto coloniale, abbiamo potuto ammirare anche molte statue disposte in punti cruciali. Lo Yucatan offre anche molti aspetti interessanti per chi ama l’arte moderna e per quanto riguarda Campeche erano le opere di Javier Marin (gigantesche teste di ferro modellate) ad accompagnarci per le stradine colorate. Tra un giro su ciò che resta delle mura di cinta, uno sguardo alla bella cattedrale e la visita al piccolo ma esemplare museo Archeologico il tempo è passato in fretta. Campeche ci ha dato l’idea di una città aperta ai visitatori ma ancora non prettamente turistica e questa sensazione spero che perduri a lungo. Visitatela finchè siete in tempo.
Ultima, ma non per importanza, è stata la nostra tappa a Calakmul. E’ stata una bella impresa organizzarci da soli per raggiungere la località e dopo un viaggio notturno di 5 ore in un autobus super affollato abbiamo dovuto fare una sosta a Xpujil, che appare come luogo di frontiera, ma logisticamente è perfetto in quanto offre diversi hotel dove pernottare e tipici ristoranti dove fare uno spuntino. In precedenza ci eravamo accordati con una piccola società a livello famigliare che si occupa di ecoturismo: ci hanno accolti con grandissima professionalità e un ottimo servizio, venendoci a prendere all’incrocio che conduce nella immensa biosfera di Calakmul. Il nostro alloggio era l’accampamento che fa da base alle guide (moglie e marito) e che si basa su una filosofia a impatto zero sulla natura. Nessuna luce artificiale, escluse le candele (alle 18 era già buio pesto), bagni ecologici (terra al posto dello sciacquone), doccia a base di acqua piovana raccolta nelle cisterne (e non più di un secchio a persona), saponi naturali, cibo genuino (galline ruspanti e tortillas fatte a mano). Una vera esperienza ecosostenibile!
Il primo giorno a Calakmul siamo andati a perlustrare le fantastiche rovine sparpagliate tra gli alberi della selva e ci siamo arrampicati nelle due altissime piramidi, ammirando dall’alto il mare verde che si stagliava ai nostri piedi. L’unico suono erano il vento e i richiami degli animali. E scordatevi le folle di turisti di Tulum e Chichen Itza… i pochi visitatori che giungono lì si possono incontrare saltuariamente, al massimo si intravedono tra un sentiero e l’altro o sostano accanto a voi in silenzio, ansimanti per la scalata fino alla cima della piramide.
La giornata successiva la sveglia è “suonata” alle 5 del mattino per poter camminare nel chiaro-scuro della selva, accompagnati da una delle guide. Non abbiamo visto alcun animale, ma l’intenzione non era certo quella di andare a vedere una sorta di zoo ma godere degli odori, dei rumori e del paesaggio incontaminato di uno dei sentieri che attraversano questa zona naturale protetta e sognare di giaguari che sonnecchiano in zone ombrose e di scimmie ragno che ci osservano curiose dall’alto dei rami!
Il tempo è volato e ci sono rimasti solo pochi giorni alla partenza. Dopo aver vagabondato per la penisola, abbiamo deciso di dedicare un po’ di relax ai nostri piedi e ci siamo abbandonati all’ozio nella spiaggia di Playa del Carmen in modo da scaldare le ossa e colorare la nostra pelle con il caldo sole messicano.
Le sensazioni che questa terra ci ha regalato sono state meravigliose e le persone ospitali, cortesi e accoglienti… Non fermatevi al lettino sotto l’ombrellone, per quanto vi tenti: vivete la Penisola dello Yucatan. Non ve ne pentirete!