Laos e Thailandia 2
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Partenza 29 luglio, ore 12.10 con volo Qatar airways, con scalo Doha e arrivo a Bangkok ore 7.00 del giorno dopo. Volo ottimo, e tra l’altro trovato ad un prezzo buonissimo, prenotando con anticipo ma soprattutto monitorando ogni giorno internet in attesa di un’offerta.
30 luglio
Arriviamo a Bangkok al mattino, ritiriamo i nostri zaini (scelta azzeccatissima, dato che, soprattutto in Laos ci sarebbero stati momenti in cui con una valigia classica avremmo avuto serie difficoltà!) e prendiamo il comodissimo treno che dall’aeroporto si connette direttamente allo skytrain. Piove. Tiriamo fuori i nostri poncho (assolutamente indispensabili in questo viaggio, soprattutto essendo nella stagione delle piogge) e ci avviamo verso l’albergo Furama Silom (fermata dello skytrain Chong Nonsi). Dopo qualche difficoltà nel trovare l’albergo (da questa esperienza ora controlliamo sempre su google maps l’esatta posizione degli alberghi prima di arrivare!) arriviamo in stanza, lasciamo gli zaini e usciamo. Purtroppo però la vacanza comincia subito con una difficoltà… Complice la stanchezza del viaggio, qualche spostamento fatto con troppa fretta e pantaloni nuovi con tasche senza cerniera, Giorgio perde il suo cellulare… Quindi molliamo la nostra prima visita al Wat Arun (che poi vedremo meglio il giorno dopo) e andiamo al centro commerciale Mbk (fermata skytrain National Stadium), dove compreremo un cellulare nuovo con sim thailandese. Il centro commerciale è pazzesco… sembra un mercato al coperto, con centinaia di negozietti disposti in stile bazar con milioni di cose diverse, dai vestiti, al cibo, ai cellulari e apparecchi elettronici! Comprato il nuovo telefono ceniamo all’interno del centro commerciale, dato il numero esorbitante di piccoli chioschi con cucina di ogni genere! Si ritorna in albergo e a letto presto. La prima giornata è stata un po’ stressante, ma da ora in poi andrà tutto bene!
31 luglio
Questa giornata la passiamo a visitare le attrazioni principali di Bangkok. Con lo skytrain arriviamo alla fermata Saphan Taksin, dove c’è il capolinea del battello che risale il fiume Chao Phraya. Piccolo consiglio. Non comprate il biglietto turistico da 150 baht per una giornata di spostamenti liberi sui battelli, non conviene. Il biglietto si acquista direttamente sul battello, il prezzo varia tra i 12 e i 15 baht (non ho capito se dipendesse dall’ora) e di sicuro più di tre o quattro volte in una giornata non lo prendereste! Prima fermata, tempio Wat Pho. Veramente bellissimo, contiene un Buddha sdraito gigante davvero impressionante. Tutto il complesso è magnifico, non è molto affollato e si respira un’atmosfera rilassata per essere a Bangkok! Se poi volete provare l’esperienza di un vero massaggio thailandese, andate nella scuola di massaggi del Wat Pho. Si trova fuori dalla struttura del tempio, seguite la strada Th Maharat (dove c’è l’entrata del Wat Pho) e poi svoltate a destra verso il fiume in Soi Penphat (non è indicata, ma dovrebbe essere la quarta stradina che incontrerete, ma se chiedete a chiunque dei negozianti ve la indicherà!) e in fondo, sulla sinistra troverete la scuola di massaggi. Noi l’abbiamo fatto al rientro del nostro viaggio, l’ultimo giorno ed è valso tutti i 420 baht dell’ora di massaggio! Dopo il Wat Pho abbiamo preso il ferry che attraversa il fiume (per 3 baht) e porta sull’altra sponda per la visita al Wat Arun. Salire i ripidissimi gradini, e soprattutto scenderli, per me che soffro un po’ di vertigini è stato un po’ faticoso, ma ne è valsa la pena per la bellissima vista! Ci concediamo un po’ di riposo dopo aver visitato tutta la parte retrostante di templi e poi ritorniamo nella zona dei centri commerciali, che il giorno prima non ci eravamo granchè goduti per lo stress del cellulare. Ancora a letto presto, il giorno dopo si lascia Bangkok!
1 agosto
Lasciamo in hotel gli zaini che riprenderemo verso le sei del pomeriggio e ci avviamo alla visita del tempio più importante di Bangkok, il Wat Phra Kaew e il Palazzo Reale. Molto bello, anche se mi appare tutto un pochino finto e decisamente troppo turistico. In ogni foto fatta era impossibile non fotografare anche un gruppo di turisti! Dopo la visita decidiamo di addentrarci nel vicino mercato degli amuleti, seguendo un itinerario suggerito dalla Lonely Planet che ci porta addirittura in una piccola via dove gli abitanti vivono praticamente in una comune. Un pochino troppo impressionante per me…Riprendiamo battello e skytrain, andiamo in albergo a riprendere gli zaini e via verso la stazione! La stazione di Bangkok si trova all’ultima fermata della metropolitana (Hualamphong). Il nostro treno per Nong Khai (ultima cittadina della Thailandia al confine col Laos) partirà alle 20.00. I biglietti li avevo già presi dall’Italia, si possono acquistare direttamente da internet sul sito http://www.railway.co.th a partire da 60 giorni prima la partenza. Vi consiglio di farlo perchè i treni sono spesso pieni. Dato il prezzo veramente basso avevamo acquistato biglietti di prima classe e la scelta è stata azzeccata, anche perchè così abbiamo avuto la nostra cuccetta privata con i due letti, uno sopra e uno sotto. Il treno è partito con una ventina di minuti di ritardo, quasi subito abbiamo cenato e poi fatti i letti subito a dormire!
2 agosto
Ore 9.00 arrivo alla stazione di Nong Khai. Andiamo alla biglietteria e acquistiamo per 20 baht il biglietto del treno che attraversa il ponte dell’amicizia Thailandia Laos sul Mekong. Il treno è formato da una carrozza, ovviamente piena solo di qualche turista come noi. Dopo qualche difficoltà nella partenza (batteria scarica!), si attraversa il ponte e in dieci minuti si arriva in Laos! Direttamente alla stazione si fa la dogana col relativo visto (35 dollari a testa) e poi si trova al parcheggio della stazione un mezzo (tuk tuk) per arrivare a Vientiane, che dista mezzora di macchina. Ci facciamo portare all’albergo. Anche qui ottima scelta. L’avevo trovato sempre sulla Lonely Planet, l’hotel si chiama Hotel Beau Rivage Mekong, si affaccia sul fiume ed è veramente incantevole e romantico! La strada che costeggia il fiume non è ancora asfaltata, e in realtà ciò ne aumenta ancor di più il fascino! Tra l’altro è gestito da un signore australiano, molto gentile che ci ha dato consigli utili sul nostro spostamento successivo. Vientiane è una capitale piccolissima, si gira tranquillamente in bicicletta, c’è poco traffico, e dopo il caos di Bangkok ci è già sembrata un luogo idilliaco! Ancor di più perchè tutti ci avevano detto che non era bella…certo, non è paragonabile a Luang Prabang, ma a me è piaciuta davvero! Passeggiare lungo la riva del Mekong al tramonto è molto rilassante, ti fa sentire in pace! Dopo aver lasciato gli zaini abbiamo fatto un giro a piedi, approfittato per cambiare in Kip (valuta laotiana) e abbiamo dato un occhio al mercatino notturno in riva al fiume. Abbiamo poi cenato al ristorante Spirit House (che appartiene al proprietario dell’albergo), assaggiando per la prima volta l’ottima cucina laotiana, e bevendo Beerlao, birra locale che da quel giorno sarà la nostra bevanda ad ogni cena!
3 agosto
Prendiamo le bici offerte gratuitamente dal nostro hotel e cominciamo la visita della città. Premetto che io non sono assolutamente una ciclista provetta, anzi! In questo caso però la bici la consiglio a tutti, perchè le strade sono pianeggianti, c’è poco traffico e con il caldo del luogo è assai preferibile spostarsi velocemente in bici piuttosto che a piedi! Il nostro giro comprende il Wat Si Saket, un tempio pieno di statuette del Buddha e il Haw Pha Kaeo, che ospitava il famoso Buddha di smeraldo prima che questo fosse portato a Bangkok. Qui potrete anche vedere una delle famose giare proveniente dalla piana delle giare, piuttosto interessante se, come noi, decidete di saltare la visita di quel luogo. Proseguiamo poi con le nostre bici, passiamo davanti all’ambasciata francese e all’unica chiesa cattolica in città (vale una foto!) e poi si passa dal mercato. Saltiamo la visita a quello alimentare e andiamo direttamente al mercato coperto, dove ci sono un numero infinito di piccole gioiellerie che vendono argento (più o meno autentico!!) e qui ci fermiamo a mangiare. Rimontiamo in sella e arriviamo al Patuxai, il più famoso monumento di Vientiane, simile ad un arco di trionfo. Si può salire fino in cima e ammirare la veduta della città dall’alto. Da qui, pedalando per circa dieci minuti, si arriva al Pha That Luang, che merita una visita. Proprio mentre stiamo termindo la visita a questi templi comincia a diluviare, quindi ci ripariamo e aspettiamo una ventina di minuti che smetta. Sulla via del rientro passsiamo davanti allo stupa chiamato That Dam e pedalando con tranquillità torniamo in albergo. La bellezza di Vientiane è data anche dal fatto che tutti questi templi e monumenti si possono visitare “quasi” in solitudine, soprattutto rispetto a Bangkok. Molti purtroppo avrebbero bisogno di essere restaurati. Dopo aver parlato col proprietario del nostro hotel, decidiamo di acquistare i biglietti del bus VIP che da Vientiane in circa nove ore ci porterà a Luang Prabang (costo 20 dollari a testa). Fino all’ultimo avevamo valutato anche l’ipotesi di fare il viaggio in aereo (un’ora di volo per 100 dollari) ma ci affascinava di più l’idea di poter vedere anche cosa c’era fuori dalle città. Quella sera incontriamo due italiani che il giorno prima avevano fatto lo stesso viaggio ma al contrario e che erano rimasti bloccati da una frana (dato che l’unica strada che collega le due città passa attraverso le montagne)… speriamo in bene!
4 agosto
Alle sette meno dieci ci passa a prendere un minivan organizzato dai vari alberghi della zona per portare noi e altri turisti alla stazione dei bus, che si trova qualche km fuori dal centro città. Vedendo gli altri autobus intorno a noi ringraziamo il cielo di aver preso quello VIP (che in realtà è come un vecchio autobus da gita scolastica da noi). Gli altri sono impressionanti, con parabrezza rotti, riempiti fino al tetto di bagagli e con porte che non si chiudono… tra l’altro lungo la strada ne vedremo almeno tre in panne. Partiamo praticamente in orario e gli scenari che vedremo lungo il percorso ci ripagano completamente della fatica di un viaggio in bus di nove ore. Oltre a capire veramente come vivono i laotiani ( in capanne fatte di paglia e bambù intrecciato come il vimini), vediamo paesaggi naturali da togliere il fiato. Complice anche la stagione delle piogge, la vegetazione è di un verde brillantissimo, che contrasta con la roccia spiovente e con la terra rossa. Arriviamo intorno alle 18.30 a Luang Prabang, dove prendiamo un tuk tuk che ci porta al nostro hotel per le prossime quattro notti, il My Dream Boutique hotel. Subito l’impressione che ci dà è quella di un’oasi di pace. Immerso nella natura e completamente di legno di tek è un po’ decentrato ma la possibilità di prendere le bici gratis e la navetta che alle sette di sera ti porta in centro e alle nove ti riporta in hotel compensano la relativa lontananza. C’è anche una piscina, ma noi non la useremo perchè troppo piccola e affollata. Questa sera mangiamo in hotel, data l’ora. Infatti in Laos si mangia molto presto, i locali chiudono tutti intorno alle dieci e mezza. Non è di sicuro un posto per chi ama la vita notturna!
5 agosto
Svegli di buon ora, prima colazione in hotel e per oggi decidiamo di uscire a piedi senza bicicletta (scelta mia, perchè data la mia “incapacità” preferisco prima valutare dove dovrò pedalare!). Facciamo un ponte che attraversa il Nam Khan (affluente del Mekong) attraversabile solo in bici,moto o a piedi e nel giro di un quarto d’ora siamo già alla scalinata che ci condurrà al Phu Si. Questa è una collina che domina Luang Prabang, in cima alla quale è stato costruito un tempio con relativa stupa e dalla quale si può vedere un bellissimo panorama della città divisa dai due fiumi. La scalinata è un pochino impegnativa, con i suoi 329 gradini, ma ne vale davvero la pena! Ci concediamo poi una baguette in uno dei tanti chioschetti ai piedi della collina, in Th Sisavangvong, che è la strada principale della città, dove la sera dalle 18 alle 22 fanno un bellissimo night market. Lungo la stessa strada si trovano anche il Wat Mai, un bellismo monastero e il Museo del Palazzo Reale. Quest’ultimo è piuttosto interessante, perchè era l’antica residenza dei sovrani del Laos. Dopo queste visite torniamo in albergo, doccia veloce e siamo pronti per tornare in città per il mercato notturno!
6 agosto
Sveglia alle cinque stamattina. Giorgio vuole assolutamente partecipare alla Tak Bat, ovvero la processione delle elemosine dei monaci. Ogni mattina all’alba i monaci in fila passano in alcune strade della città con le loro ciotole che la gente devota riempie con riso glutinoso. Siamo fortunati e ben due gruppi di monaci sono soliti passare proprio nella starda davanti al nostro albergo. Giorgio si fa dare dal personale del nostro hotel del riso e dei biscotti, ed insieme a tanti altri abitanti della via riempie le ciotole dei monaci che passano in rigoroso silenzio. Esperienza suggestiva! Torniamo in stanza per dormire ancora un’oretta, poi colazione. Questa volta la bicicletta è d’obbligo! La giornata passa velocente, tra le visite dei tantissimi templi che si incontrano dietro ogni angolo… Da non perdere il Wat Xieng Thong, che si trova sulla punta della penisola creata dalla confluenza del Nam Khan nel Mekong, e anche tutta la zona circostante. Si respira un’aria di pace e quiete davvero indimenticabili! Per pranzo ci siamo fermati al Tamarind, un locale consigliato da varie guide e siti internet, perchè ti consente di ordinare piatti laotiani con piccoli assaggi per farsi un’idea della cucina locale. Tra l’altro il locale si è spostato (e ci abbiamo messo un po’ a trovarlo!) e ora è proprio sulla riva del Nam Khan, quindi vale la pena mangiare fuori! Dopo pranzo, sempre con la nostra bici, siamo andati a visitare i vari templi della parte sud. Ci sono piaciuti molto, anche perchè essendo fuori dal giro più turisistico, eravamo i soli visitatori! Rientro in hotel e immancabile night market dopo cena.
7 agosto
Questa giornata la passeremo in groppa a un elefante! Purtroppo piove e pioverà per tutta la giornata, ma l’escursione si farà comunque! Il minivan del campo elefanti ci viene a prendere al nostro hotel, e dopo una ventina di km scendiamo e prendiamo una classica barchetta di legno che in un quarto d’ora, navigando sul Nam Khan, ci porterà al campo. Da lì comincia l’avventura! Saliamo su una piattaforma di legno che ci consente di arrivare sul dorso dell’elefante, dove è montanta una panchetta di legno che porta due persone. Ben presto capiamo che la pioggia tutto sommato è quasi un bene per noi. Infatti il nostro giro è quasi interamente nella jungla e ovviamente l’elefante non valuta le piante che ci arrivano addosso. Sulle piante ci sono milioni di insetti che cadono su di noi e i pocho probabilmente ci salvano la vita! Giorgio si ritrova con un enorme ragno dagli occhi e verdi e col corpo arancione che io fortunatamente vedo solo con la coda dell’occhio. Ovviamente la guida ci prende in giro per le nostre paure tipiche da gente di città! Dopo un paio d’ore di passeggiata sul nostro elefante, scendiamo e ci aspetta un trekking di tre quarti d’ora reso un pochino più complicato dalla pioggia incessante che ha ovviamente reso il terreno fangoso e ha fatto esondare in fiume che costeggiamo. Ci ripaga però l’arrivo alle cascate, dove mangiamo il pranzo portato dalla guida, riso che assomiglia molto a quello alla cantonese (ma molto più buono!) avvolto in una foglia di palma per essere trasportato! Si potrebbe anche fare il bagno nelle pozze ai piedi delle cascate, ma per oggi ci siamo decisamente bagnati abbastanza! Torniamo in albergo, la mattina dopo laceremo la meravigliosa Luang Prabang.
8 agosto
All’alba ci facciamo portare al molo per prendere la barca che ci dovrà condurre in due giorni al confine con la Thailandia, risalendo il Mekong fino a Huay Xai. Avevo prenotato dall’Italia la crociera che includeva anche qualche escursione tramite il sito www.luangsay.com . Saliamo sulla barca, proviamo a salpare ma purtroppo non si riesce. Le piogge del giorno prima oltre ad innalzare come mai da cinque anni ad oggi il livello del Mekong, hanno fatto sì che nel Nam Khan si riversassero milioni di detriti di legno. All’inizio vediamo solo rami e ramoscelli, a in un’ora diventano proprio tronchi che danneggiano anche la barca ancora ormeggiata. Non si puù partire in barca, così vengono organizzati dei minivan che ci porteranno con un viaggio di dieci ore (tutto una buca!) fino a Pak Beng, nostra tappa per la notte. Al mattino riusciremo lo stesso a fare l’escursione programmata alla grotta Pak Ou. Particolarmente suggestiva la grotta superiore, totalmente immersa nell’oscurità. All’ingresso si prendono delle torcie con le quali si ammirano statuette del Buddha negli anfratti della grotta. Dopo il pranzo il lungo viaggio procede e stremati arriviamo al lodge alle nove e mezza di sera. Unica nota positiva del viaggio in minivan è stata vedere, al calar del sole, che molte capanne hanno ancora lumini ad olio, anche se in alcune capanne raggiunte dall’elettricità abbiamo intravisto schermi televisivi da quaranta pollici. Il posto in cui ci fermiamo a dormire è magnifico, tutto di legno, con le stanze fatte a bungalow affacciate sul Mekong e letteralmente in mezzo alla jungla. Niente vetri alle finestre, solo imposte di legno, il letto ovviamente con zanzariera nella quale ci barricchiamo. Dormiamo bene perchè siamo stravolti ma intorno a noi si sentono rumori sullo stile Jurassik Park!
9 agosto
Finalmente possiamo navigare sul Mekong! E’ una giornata bellissima e vedere la vita intorno al fiume è un’esperienza indimenticabile! Bambini che giocano sulle rive ci salutano, vediamo pescatori con le loro barchette e paesaggi indescrivibili! Ci fermiamo a visitare un villaggio lungo il fiume, e poi pranziamo in barca. Man mano che ci avviciniamo alla nostra destinazione il paesaggio cambia, le colline si fanno meno impervie e il verde smeraldo delle piante diventa meno acceso… Vediamo anche un ponte in costruzione sul fiume, che unirà Thailandia e Laos, interamente finanziato dai cinesi che hanno interesse a rendere più veloce il collegamento con la Thailandia. La frontiera è buffa, per tornare in Thailandia facciamo prima sulla riva del Laos le pratiche per uscire dal paese, poi prendiamo una barchetta per attraversare il fiume e dall’altra parte le pratiche per entrare in Thailandia… I camion che varcano il confine sono imbarcati su chiatte che li portano sull’altra riva… non oso immaginare quanti di quei camion siano finiti nel fiume, e capisco come mai i cinesi stiano costruendo il ponte! Terminate le procedure doganali insieme a due ragazzi spagnoli prendiamo un minivan che ci porterà in un paio d’ore al nostro hotel a Chiang Rai, il Wiang Inn.
10 agosto
Chiang Rai è piuttosto piccola, ci restiamo solo una mezza giornata durante la quale visitiamo il tempio bianco (un moderno tempio poco fuori il centro città costruito da un eccentrinco architetto) e un paio di templi in centro. All’una parte il nostro bus per Chiang Mai. Vi consigliamo di andare a prendere i biglietti il prima possibile in stazione dei bus, noi saremmo partiti più volentieri nel pomeriggio, ma non c’erano più posti! Il Vip bus è uno spettacolo. Al costo di 12 dollari in tre ore ti porta a Chiang Mai e i sedili sono meglio di quelli di un aereo… addirittura si può attivare la funzione massaggio! Arrivati a Chiang Mai (hotel De Chai The Colonial Hotel) facciamo un giro nel night market, nel mercato dei fiori e a China town.
11 agosto
Lasciamo gli zaini in hotel per poi tornarci verso le tre (abbiamo il treno per Bangkok alle cinque del pomeriggio) e visitiamo tutta la parte del centro storico di Chiang Mai. Veramente molto bello il Wat Chedi Luang, con le sue rovine parzialmente restaurate. Chiang Mai si gira facilmente a piedi. Seguendo i consigli della Lonely, facciamo il giro dei più importanti templi e andiamo a mangiare al Blue Diamond, consigliatissimo anche solo per la tranquillità del posto, all’interno di un giardinetto ombroso. Dopo pranzo ci avviamo con lentezza al nostro hotel, prendiamo gli zaini, saliamo su un tuk tuk e arriviamo alla stazione. Il treno è uguale a quello dell’andata, il viaggio perfetto anche se arriveremo a Bangkok con un’oretta di ritardo.
12 agosto
Arriviamo a Bangkok nel giorno del compleanno della regina. Molti sono vestiti di azzurro (il colore della regina) e per tutta la città sono allestiti palchi per i festeggiamenti. Senza più nessun problema (ormai ci spostiamo con tranquillità in città), raggiungiamo il nostro hotel, il Sivatel, fermata skytrain Ploenchit. Per le ultime due notti ho scelto un hotel di lusso! La camera è immensa, con salotto separato dalla stanza da letto, bagno con vasca e doccia gigantesche e addirittura cabina armadio. C’è una piscina all’ottavo piano mozzafiato che però purtroppo ci godremo poco. E’ domenica. Quindi andiamo a visitare il famoso mercato del weekend di Chatuchak. Ci si arriva molto facilmente con lo skytrain, è l’ultima fermata. Il mercato è immenso. Si trova di tutto, c’è persino un’aerea dove si possono comprare animali da compagnia… gattini, cagnolini, furetti, iguane… pazzesco. Giriamo circa tre ore, mangiando all’interno del mercato… poi la stanchezza e il caldo si fanno sentire, la gente comincia ad aumentare e decidiamo di tornare in hotel per goderci un po’ la piscina. Giusto un’oretta perchè poi si scatena un temporale coi fiocchi! La sera andiamo a mangiare in un ristorantino a gestione famigliare che si trova proprio dietro l’hotel ShangriLa, sul lungo fiume. Mangiamo benissimo e torniamo in hotel.
13 agosto
Dopo una spettacolare colazione decidiamo di concenderci finalmente il massaggio thialandese tanto agognato, alla scuola di massaggi del Wat Pho. Dopo il massaggio si mette a piovere, così ci rifugiamo in un altro centro commerciale della zona di Silom, dove mangiamo. La sera abbiamo preso i biglietti per la boxe thailendese. Spettacolo veramente particolare, con gli altleti che prima di iniziare l’incontro fanno la danza tipica per ingraziarsi gli spiriti. Dopo la boxe ceniamo vicino all’hotel e a letto. La nostra avventura finisce il giorno dopo con il volo di rientro.
Il Laos ci è rimasto nel cuore. Andateci il prima possibile perchè sta cambiando e diventando un po’ meno autentico ogni giorno di più. L’aeroporto a Luang Prabang e i ponti sul Mekong sono la dimostrazione del cambiamento. Magari per gli abitanti sarà un bene, il turismo massificato li renderà meno poveri, però di sicuro li renderà un po’ più occindentali, come i loro vicini thailandesi, e quindi perderanno una parte di loro. A parte un paio di imprevisti che si sono risolti senza problemi, il nostro viaggio è stato tranquillissimo, anche per noi che per la prima volta ci siamo avventurati fuori dall’occidente! Sabaidee!