Florida in febbraio, un assaggio d’estate
VENERDì 17 FEBBRAIO: IN VOLO (in barba alla scaramanzia)
In volo per Londra: ho deciso di scrivere perché ho capito che osservare l’ala non mi aiuterà a tenere in aria l’aereo, ma non so come altro fare passare il tempo. In realtà non ho molto da dire, anche perché il paesaggio si è fatto un po’ monotono: le nuvole sono compatte e rugose, un po’ arrossate dal sole. Sembra di sorvolare un’interminabile lasagna.
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Atterrati a London Gatwick non posso fare a meno di constatare che nei grandi aeroporti trovi gente vestita nei modi più disparati: sembra che all’esterno il tempo si sia fermato e siano presenti tutte e quattro le stagioni contemporaneamente. Dopo aver incrociato un ragazzo in canotta sono stata superata da un frettoloso uomo in giacca a vento. A dir la verità, non si tratta solo di stagioni: mi è appena passato di fronte un tipo vestito da banana. Effetti del Carnevale?
Arrivati a Orlando! E’ sempre bello fare il primo passo fuori dall’aeroporto ed essere investiti da una folata densa di aria umidiccia ed estiva (specialmente se la tua macchina in Italia è sepolta sotto due metri di neve e la temperatura massima delle ultime settimane aveva il segno meno).
SABATO 18 FEBBRAIO: SHOPPING
Oggi è, come la definiamo noi, una giornata cuscinetto tra il trambusto degli ultimi giorni di lavoro e le avventure che ci attendono nei prossimi giorni. Decidiamo perciò di dedicarla allo shopping! La nostra sistemazione è a Kissimmee, un paese nella periferia di Orlando che, pur non essendo niente di speciale, di bello ha la posizione strategica: è vicino ai parchi e alle principali strade che portano a Sud (verso Tampa) e a Nord (verso Daytona). Non siamo in hotel ma in appartamento, per cui per prima cosa decidiamo di fare la spesa al Wal Mart. Fare la spesa in un supermercato americano per me è sempre una festa: percorro tutte le corsie con la curiosità di una bambina nel cercare i prodotti più strani e le confezioni più stravaganti (sacchi giganti di cereali per la colazione, corsie intere dedicate alle salse barbecue, mega cetrioli, tacchini enormi surgelati interi).
Dopo aver fatto provviste per la settimana trascorriamo il pomeriggio al Premium Outlet. Si raggiunge in pochi minuti da Kissimmee prendendo la Vineland (535 direzione nord) e girando a destra poco prima di passare sotto la I-4. L’outlet è grande e pieno delle marche più note, e se si è fortunati si trovano buone occasioni. Doveva essere un giro di esplorazione (normalmente dedichiamo allo shopping solo l’ultimo giorno) ma ho già comprato due magliette.
Si fa sera e decidiamo dove andare per cena. La maggior parte dei ristoranti a Kissimmee si trova sulla 192, la grande strada che attraversa il paese. C’è l’imbarazzo della scelta: i ristoranti sono tanti e di tutti i tipi, ma, non essendo la nostra prima volta a Orlando, conosciamo già i nostri preferiti. Tra questi c’è sicuramente Outback, la cui specialità è indubbiamente la carne. Come antipasto prendiamo un “onion bloom”, piatto non adatto a chi è un po’ delicato di stomaco: si tratta infatti di cipolla fritta, servita in un’esplosione di bastoncini. La porzione è grandissima, si mangia tranquillamente in due, volendo anche in tre. Come pasto principale sono indecisa tra la Rib-Eye, la loro specialità (una bistecca da favola) e le golose BBQ ribs. Alla fine decido per le seconde.
Dopo cena andiamo a fare due passi a Old Town, che si raggiunge da Outback percorrendo la 192 in direzione ovest. Non ci si può sbagliare: è impossibile non accorgersi della ruota panoramica illuminata e delle luci dell’altissimo Skycoaster (un’altalena gigante e spaventosissima). Old Town è un luna park vecchio stile, con varie attrazioni: diverse piste di go-kart, montagne russe, ruota panoramica, parco avventura e attrazioni da brivido come lo Skycoaster e lo Slingshot (una sorta di fionda gigante). C’è anche una lunga via pedonale con negozi più o meno strani (come la chiromante, lo sbianca-denti o il negozio di abbigliamento per cani) e locali che fanno musica dal vivo. E’ proprio il luogo ideale per una passeggiata digestiva, anche per chi come noi non è amante delle giostre.
DOMENICA 19/02/2012 : LA MAGIA DEI BOK TOWER GARDENS
Oggi è una giornata ventosa e ci sono nubi minacciose all’orizzonte; decidiamo ugualmente di partire alla volta dei Bok Tower Gardens. Sono bellissimi giardini che si trovano a Lake Wales, a circa 40 minuti di macchina da Kissimmee. Per raggiungerli basta prendere la I-4 direzione West, e all’uscita 55 imboccare la US-27. Dalla 27 in poi i giardini sono segnalati e basta seguire i cartelli.
Dopo aver pagato il biglietto (12 dollari) a una simpatica nonnina, percorriamo una stradina in salita costeggiata da verdi e profumati aranceti e, lasciata la macchina al parcheggio, iniziamo l’esplorazione. I giardini emanano pace da ogni foglia dei verdissimi alberi e da ogni petalo dei variopinti e stravaganti fiori che li popolano. Alla sommità del colle troneggia la Bok Tower, che con i concerti di carillon rende ancor più magica l’atmosfera. Non c’è molto da fare se non passeggiare per i sentieri e lasciarsi cullare dal fruscio del vento e dalle note di carillon, sedersi in una panchina e lasciare scorrere il tempo, o osservare dalla casetta di legno gli abitanti del parco: uccelli, farfalle, scoiattoli e rettili.
All’ingresso c’è un bar, ma per il pranzo consiglio una sosta da “Sizzling Grill” , un ristorante che si trova sulla via del ritorno all’imbocco della US-27. Mi piace molto l’atmosfera di questo posto, che è frequentato per lo più da nonnini (questa zona della Florida è abitata da tanti vecchietti in pensione).
Torniamo a casa stanchi ma soddisfatti e, mentre ci riposiamo in piscina, pensiamo a dove andare a cena. Dato che finora abbiamo sempre mangiato carne, optiamo per il pesce. Un altro posto a cui siamo affezionati è Red Lobster, che si trova sempre a Kissimmee sulla 192. Abbiamo scelto un piatto molto ricco, con gamberi in tutte le salse: schiacciati e fritti (golosi), in una terrina immersi in un sughino gustoso (buoni ma un po’ pesanti) e come condimento di un pagliaio di fettuccine (stranamente al dente, e buone). Le porzioni sono molto grandi e accompagnate da due contorni: anche in questo caso è possibile mangiare in due con un’unica porzione.
LUNEDì 20/02/2012 LE SPIAGGE DI COCOA BEACH
Questa mattina siamo partiti di casa vestiti da spiaggia per passare la giornata al mare a Cocoa Beach. Quello che la voglia di estate non ci aveva fatto calcolare è che, sebbene siamo in Florida, è pur sempre febbraio e le temperature sono estremamente variabili. Infatti mentre ieri si stava benissimo in maglietta, oggi ci sono 15 gradi e, sebbene non sia certo una temperatura proibitiva, non è sicuramente quella ideale per tuffarsi nell’oceano. Arriviamo a Cocoa Beach dopo un’oretta di macchina, e ci fermiamo a pranzo da Captain J’s, un ristorante con vista sul mare a due passi dalla spiaggia. Il ristorante offre specialità di pesce e di carne. Sono ottimi i Conch Fritters, delle palline fritte di pesce un pochino unte ma molto golose. I camerieri sono molto simpatici, e uno di loro sembra aver preso a cuore la mia salute perché ogni volta che passa mi mette in testa il cappuccio della felpa (tira un vento freddo e fastidioso). Sinceramente non capisco bene cosa dice. Magari mi sta anche prendendo in giro mentre io rido come una scema!
La spiaggia è lunghissima, la sabbia morbida e le nuvole che corrono veloci in cielo danno al mare sfumature grigio blu. Mi incanto a guardare i gabbiani: sono troppo simpatici con i loro sguardi seri e le piume arruffate dal vento. C’è anche qualche temerario in costume! Decidiamo di raggiungere il molo variopinto che vediamo in lontananza, dove sembra esserci un po’ più di vita. Si tratta del Cocoa Beach Pier, un pontile di legno con bar e negozi colorati che si affaccia sulla spiaggia, dove qualcuno prende il sole, qualcuno gioca a beach volley, qualcuno non fa semplicemente nulla. Ed è quello che vogliamo fare noi oggi : nulla, ozio totale. Così decidiamo di bere una birra sugli sgabelli messi in fila sul bordo del pontile, mentre osserviamo i surfisti cavalcare le onde, o qualche punto di una partita di beach volley. Trascorre così il nostro pomeriggio, e torniamo a casa rilassatissimi e rosellini per il primo sole del 2012.
Alla sera abbiamo voglia di pizza, e cosa c’è di meglio di Pizza Hut? Imbocchiamo la 192, e scegliamo il ristorante più vicino a Old Town. La cosa più complicata per una persona che si trova per la prima volta da pizza Hut è la scelta della misura giusta della pizza : se si sbaglia si rischia veramente di scoppiare. Noi, dopo svariati tentativi e tanti cartoni di pizza con gli avanzi riportati a casa, abbiamo trovato la nostra dose preferita: una pizza media in due, con impasto thin and crispy (si, bisogna scegliere anche il tipo di impasto che può essere pan – molto grosso – thin and crispy – più sottile e croccante, e stuffed – con la crosta ripiena).
MARTEDI’ 21/02/2012 UN TUFFO A SEAWORLD
Oggi abbiamo dedicato l’intera giornata a visitare il parco di Sea World. Non è la prima volta: ci siamo stati anche nel 2008 e ci è piaciuto un sacco, per cui abbiamo deciso di vederlo un’altra volta. Il parco è per chi ha voglia di divertirsi, per chi è affascinato (o semplicemente vuole togliersi qualche curiosità) dal mondo marino. Gli spettacoli sono tantissimi, primo fra tutti quello dell’orca Shamu (anche se dal brutto incidente successo qualche anno fa gli istruttori non entrano più in acqua con le orche e lo spettacolo ha perso un po’ di fascino). Tra le altre attrazioni Shark Encounter è un viaggio nel mondo sottomarino che permette di trovarsi faccia a faccia con gli squali. Per chi ha bambini è carino il Dolphin Cove dove è possibile dare da mangiare ai delfini. Per chi invece ha bisogno di un po’ di adrenalina ci sono anche due rollercoaster e un’attrazione acquatica (Fuga da Atlantide); occhio: ci si bagna. Se non si ha tanto tempo a disposizione eviterei la torre panoramica (non c’è panorama) e la parte dedicata all’Antartide. Un consiglio: è sempre meglio guardare gli orari degli spettacoli prima di avventurarsi per il parco e mettersi in coda per qualche attrazione; infatti, specie in bassa stagione, gli spettacoli sono pochi e si rischia di perderli. Noi abbiamo perso quello dei delfini per salire sulla torre “non-panoramica”!
MERCOLEDI’ 22/02/2012 FORT DE SOTO PARK E E GABBIANI DISPETTOSI
Oggi, incuranti dei nuvoloni che minacciavano pioggia, siamo partiti per il Fort De Soto Park. E’ un parco naturale nei pressi di St. Petersburg che vanta spiagge considerate tra le più belle della Florida. Da Orlando si raggiunge in circa due ore di macchina, scendendo verso Tampa con la I-4, percorrendo un tratto della 275 direzione sud per immettersi poi nella Pinellas Bayway, dove il parco è segnalato. L’ingresso costa 5 dollari ad auto, e una volta entrati non resta altro che scegliere la spiaggia preferita. Noi abbiamo optato per North Beach, qui è possibile anche fare il bagno, non è lontana dal chiosco, e ha un parcheggio grandissimo in cui è impossibile non trovare posto. In realtà l’acqua era freddissima, per cui ci siamo accontentati di bagnarci i piedi. La sabbia è bianchissima e compatta, sembra quasi di camminare sulla neve. Ci siamo sistemati con i teli in un punto riparato dal vento e, super affamati, abbiamo tirato fuori i panini dagli zaini. Ma, in una frazione di secondo, nemmeno sufficiente a dare il primo morso, un gabbiano in picchiata mi è piombato sulla testa e ha addentato il mio panino, dandosi subito alla fuga battendo fortissimo le ali, spruzzandomi in faccia acqua salata mista a sabbia. Sono rimasta così, incredula e tramortita dalla botta, con in mano la carta del panino, e in bocca solo fastidiosi e scricchiolanti granelli di sabbia. Dei signori francesi mi osservavano divertiti. Accidenti, non era la prima volta che vedevo un gabbiano, anzi, abitando vicino al mare ne vedo in continuazione. Ma non ne ho mai incontrati di così affamati, temerari e soprattutto grandi! Dopo di lui altri gabbiani hanno iniziato a volare sulla nostra testa come avvoltoi, reclamando cibo con la loro cantilena. Era impensabile tirare fuori il secondo panino che custodivamo gelosamente dentro lo zaino, dopotutto era l’unica cosa che rimaneva del nostro pranzo. Ci siamo perciò spostati lontano dalla spiaggia, in una delle tante aree pic nic a cui i gabbiani non sembravano interessati. Dopo pranzo abbiamo deciso di fare una camminata e raggiungere un’altra spiaggia più a nord. Era molto carina anche se più affollata, ma, forse anche complice il vento che ovattava un po’ tutti i rumori, non era una folla chiassosa. Ci siamo goduti il sole di febbraio finchè nel tardo pomeriggio il vento non è diventato fatidioso. Ci siamo spostati allo snack bar, dove abbiamo bevuto una limonata fresca, e ci siamo messi in viaggio verso casa.
Per cena avevamo voglia di cibo messicano e abbiamo scelto Chevy’s. Il mio piatto preferito è la Steak Fajitas, ottima carne accompagnata da riso, fagioli, salsa guacamole e tortino di mais. Dopo cena siamo andati a fare un giro a Pleasure Island, ricca di locali e musica dal vivo.
GIOVEDì 23/02/2012 LA PACE DI ANNA MARIA ISLAND
Oggi altra giornata di mare, questa volta ad Anna Maria Island. La strada per raggiungerla è simile a quella per il Fort De Soto Park, tranne nell’ultimo tratto della I-4 dove bisogna prendere la 175 direzione sud (verso Naples), immettersi poi nella 41 sempre direzione sud e da qui, una volta passata la città di Palmetto, e attraversato un ponte mobile si svolta a destra in Manatee Ave e infine si imbocca Gulf Drive. Questa strada, che attraversa tranquille zone residenziali con casette in legno circondate da palme, porta al mare. Noi siamo arrivati verso ora di pranzo, per cui ci siamo fermati al Sand Bar, un ristorante sulla spiaggia molto carino dove servono specialità di pesce, ma anche insalate e panini. Dopo pranzo abbiamo fatto una passeggiata in spiaggia ma il vento era troppo forte, la sabbia finissima formava una specie di nebbia bianca ed era impossibile stendersi a prendere il sole, a meno che non si volesse finire impanati come cotolette. Siamo tornati in macchina e abbiamo percorso Marina Avenue, per poi girare a destra in Pine Avenue. Questa strada è ricca di negozietti, e termina in un pontile di legno. Lo abbiamo percorso tutto, incuriositi dalle dediche scritte in bianco sulle assi di legno, e siamo arrivati a un bar, ritrovo dei pescatori. Ci siamo fermati a guardarli pescare sulle note folk di un chitarrista un po’ attempato e il tempo si è fermato come per magia. I pensieri, il lavoro, la neve erano lontani anni luce e sarei rimasta lì seduta all’infinito. Purtroppo la magia si è rotta quando si è fatta ora di tornare a casa, e abbiamo dovuto fare i conti con l’idea che mancava solo un giorno al nostro ritorno in Italia. Era ora di comprare i regali ! Una volta tornati a Orlando abbiamo iniziato dalla libreria Barnes and Nobles, grandissima e con una miriade di libri. Io adoro le librerie e questa era un paradiso. Ero ben consapevole che i libri erano tutti in inglese e che avrei capito ben poco, ma non potevo fare a meno di girare tra gli scaffali, passare la mano sulle copertine, sfogliare le pagine e respirare il buonissimo profumo della carta. In queste grandi librerie si incontra anche gente un po’ strana: camminando tra gli scaffali sono inciampata in una ragazza seduta per terra a gambe incrociate, scalza, con un libro in una mano e un caffè di Starbucks nell’altra. Dentro di me pensavo “che tipa strana”, finchè non ho rischiato di inciampare in un’altra, e in un’altra ancora! Ho capito che forse tanto strane non erano, e che qui sedersi per terra a leggere era una cosa perfettamente normale.
Concluso il giro in libreria abbiamo deciso di rimandare il resto dei regali al giorno dopo e siamo andati a cena da Smokey Bones. La specialità del posto è carne affumicata, e il piatto più in voga è il Pulled Pork, carne di maiale affumicata servita in sottili striscioline condite con salsa barbecue. Non è bellissima da vedere ma il sapore è ottimo, ovviamente per le persone a cui piace il gusto di affumicato. Dopo cena siamo andati a fare un giro a Boardwalk, in zona Epcot Resort Area. Si tratta di un complesso di negozi e ristoranti disposti attorno a un tranquillo laghetto. E’ rilassante passeggiare attorno al lago, e passare davanti agli elegantissimi resort: si respira un’aria magica, gli alberghi sono circondati da prati verdissimi, piscine che sembrano mari tropicali e spiaggette biance in riva al lago.
GIOVEDì 24/02/2012 C’E’ SEMPRE UN ULTIMO GIORNO
Oggi ci siamo svegliati con la malinconia che ci coglie ogni ultimo giorno di un viaggio ben riuscito. La giornata è dedicata interamente allo shopping. Passiamo la mattina al Florida Mall, i miei negozi preferiti sono quello della Disney (comprerei tutto), quello delle M&Ms, Abercrombie, Vicoria Secrets, ma ce ne sono tanti altri. A pranzo avevamo appuntamento con un amico a Winter Park: voleva farci assaporare il gusto di una tipica pausa pranzo americana. Il ristorante si chiama Four Rivers Smokehouse, dove a detta sua si mangia il miglior barbecue in assoluto. Parlare inglese mi mette sempre in difficoltà ma mi butto in una conversazione maccheronica con Mark riguardo al cibo americano, al cibo italiano, alla guida americana, alla guida italiana, ai treni italiani, ai viaggi, e intanto bevo strani intrugli analcolici come Cherry Wine, Root Beer e mangio cetriolini fritti, quelli che odio perché si nascondono in mezzo all’hamburger di Mc Donald. Li ho presi semplicemente perché non sapevo come si chiamavano, e alla domanda “do you like fried pickles?”, dopo la terza volta che mi facevo spiegare cos’erano senza capire niente non volevo sembrare maleducata e ho risposto “yes”. Ecco, ora so che si chiamano pickles. E comunque fritti non sono niente male!
Dopo pranzo abbiamo salutato Mark e siamo andati a fare un giro per Winter Park. Siamo passati davanti al Rollins College, e siamo entrati dall’ingresso principale per andare a curiosare un po’ in un mondo che mi ha sempre affascinata e la cui mia unica conoscenza viene dai film: quello dei college americani. Arrivati di fronte al portone di ingresso ci siamo imbattuti in un gruppo di studenti in T-shirt rosse riportanti a grandi caratteri il nome del college. Stavano vendendo limonata. Fin qui tutto come nei film! Abbiamo proseguito lungo la strada costeggiata da edifici bassi; sulle porte c’erano lettere dell’alfabeto greco. Le confraternite! Allora esistono! Ora mi resta da sapere se fanno veramente quei sadici riti di iniziazione o se è tutta una burla e basta iscriversi.
Al pomeriggio abbiamo concluso lo shopping al Premium Outlet, e abbiamo iniziato a pensare a dove passare la serata. Normalmente dedichiamo l’ultima sera al posto che ci è piaciuto di più, quello che ci è rimasto nel cuore e ci ricorderà più degli altri la vacanza. Abbiamo scelto Old Town, a cui siamo proprio affezionati. Finito il giro non volevamo andare a letto e ci siamo seduti in giardino ad ascoltare i grilli fino ad addormentarci col loro rilassante concerto: il giorno dopo questo sarebbe stato solo un ricordo e saremmo tornati in Italia, dove l’inverno era veramente inverno, e avremmo dovuto aspettare un bel po’ prima di poter sentire di nuovo i grilli cantare.