Andalusia e Maiorca
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Volo tranquillo e arrivo puntuale alle 10:10 all’aeroporto di Malaga. Con la compagnia di autonoleggio “Goldcar” avevamo noleggiato dall’Italia una Citroen Berlingo. Sbrigate le poche formalità e acquistata l’assicurazione “Seguro” (la nostra casco) al prezzo di euro 22, ci viene prontamente consegnata l’autovettura già col pieno di gasolio.
Partenza dall’aeroporto in Avenida del Comandante intorno alle 11:15 , autovia A92, direzione Granada.
Dopo 135 km, intorno alle 13,00 raggiungiamo la città, situata in posizione magnifica davanti alle cime innevate della Sierra Nevada e l’Hotel Saray, quattro stelle, prenotato tramite Booking. Ottima struttura, imponente, situata nella zona del Centro Congressi, leggermente decentrata dal Centro che comunque a piedi o con i mezzi pubblici si può raggiungere in pochi minuti.
Prendiamo possesso delle nostre camere, ampie e comode, e dopo circa mezz’ora iniziamo a conoscere la città famosa per l’Alhambra, che visiteremo il giorno dopo. Nel dirigersi verso la cattedrale sostiamo in un locale in ”Acera del Darro” e iniziamo la conoscenza delle famose “tapas”.
La Cattedrale (entrata 4 euro) apre alle 16,00 e così nell’attesa ci addentriamo nelle vie limitrofe nel “Mercado de Artesana” ricco di negozi di souvenir, profumate spezie, the di ogni tipo…
La Cattedrale è imponente, la costruzione iniziata nel 1521 nel luogo in cui sorgeva la grande moschea è rimasta incompleta sino al XVIII secolo. Si entra da un’entrata laterale e non dal portone principale, l’interno è ampio e luminoso. La cupola centrale è alta oltre 30 metri, interessanti e ricche di opere d’arte le cappelle laterali e ai lati della navata centrale uno splendido doppio organo.
All’uscita percorrendo Calle Reyes Catolicos per ritornare all’hotel siamo attratti da una gelateria/yogurteria, la “Helados Rey Fernando”… uno spettacolo. Io e Mauri ordiniamo una fetta di torta e un gelato mentre le signore, rispettose della dieta, attendono che una gentile e simpatica commessa prepari, sotto i loro occhi, un freschissimo yogurt che poi amalgama con frutta fresca e… ”dulcis in fundo” cosparge di una colata di cioccolato fondente… bellissimo e buonissimo!
Intorno alle 18 ritorniamo in hotel, una doccia rinfrescante, un piccolo riposo e ritorniamo nella zona della Cattedrale per la cena. Ceniamo alla “Cafeteria Alhambra” in Plaza Bib-Rambla 27. Senza infamia e lode. E’ il primo assaggio della cucina andalusa… poi siamo decisamente migliorati.
Dopo cena una splendida passeggiata nel Barrio del Albacin. Molto caratteristico con numerosi locali arabeggianti, teterie, vicoli suggestivi e pieni di giovani. Scendiamo in Piazza Nueva, dove sul lato settentrionale si affaccia l’imponente Cancelleria Reale, sede del Tribunale. Ai margini orientali della piazza la chiesa di Sant’Anna.
Da Plaza Nueva, per Calle Reyes Catolicos, Acera del Darro passando per Paseo del Salon con la barocca chiesa di Nostra Senora de Las Angustias, ritorniamo all’Hotel Saray.
MARTEDI 10 LUGLIO 2012
Dopo una splendida e ricca colazione con il bus 1 raggiungiamo la Gran Via del Colon. A piedi proseguiamo per Plaza Nueva per visitare di giorno il “Barrio del Albacin”. Dalla Salida di S. Ana, passiamo davanti ai Banos Arabes raggiungiamo il Belvedere di San Nicolas da cui si domina l’Alhambra, nostra meta pomeridiana.
Riscendiamo poi per i bianchi vicoli dell’Albacin, soffermiano il nostro sguardo su balconi fioriti, fioriere, copri vaso di ceramica decorata, chiese con il campanile che ricordano quelle messicane con doppia campana e poi giunti nuovamente nei pressi della cattedrale con il bus trenta raggiungiamo intorno alle ore 12 l’Alhambra. I nostri biglietti, prenotati dall’Italia, prevedono l’entrata solo alle 14:30 e così evitate le numerose zingare con rametti di rosmarino, sostiamo in un adiacente bar per uno spuntino.
Alle 14:00, puntuali siamo davanti all’ingresso.
L’Alhambra, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, credo sia una delle meraviglie che una persona dovrebbe visitare nel corso della propria vita. Descriverla o descrivere il fascino che si coglie al suo interno è estremamente difficile ed anche le foto non rendono giustizia… dovete visitarla!
L’Alhambra nasce come fortezza costruita dagli arabi sulle rovine di un’antica roccaforte chiamata Alcazaba e da cittadella militare fu poi trasformata in un palazzo con all’interno splendidi cortili, giardini, fontane, giochi d’acqua e di luce.
Ci sono tre distinti gruppi di edifici: l’Alcazaba, i Palacios Nazaries e il Generalife.
Alle 14,30 entriamo nei Palacios Nazaries. Sono semplicemente fantastici, ogni locale è una sorpresa, mosaici finementi lavorati, ceramiche, gessi e “mocàbares” (ornamenti islamici per volte e cornicioni), abbelliscono i vari saloni le cui pareti recano iscrizioni di versi finemente lavorati da abili artigiani.
La Puerta del Vino dà accesso agli appartamenti palatini. Una gradinata scende sino al Mexuar, salone delle riunioni, poi il Cuarto Dorado (stanza dorata). La facciata del patio del Cuarto Dorado è sicuramente una delle più incredibili di tutta l’Alhambra, riccamente decorata con una fontana al centro. A sinistra poi si giunge al Patio de los Arrayames (patio dei mirti), qui si apre una lunga vasca ove si riflettono la Torre de Comares e i sette archi di gesso traforato che permettono di accedere alla Sala de la Barca. Di fianco al Palazzo de Comares troviamo il Palacio del los Leones, residenza privata del monarca. Al centro del patio una stupenda fontana sorretta da 12 leoni in pietra (Patio de los Leones). Attorno al patio si ammirano le sale palatine: la Sala de los Aencerrajes, la Sala de los Reyes, la Sala de la Dos Hermanas, quest’ultima con una sontuosa cupola da cui pendono piccoli prismi e le cui pareti recano versi dedicati all’Alhambra.
Ogni stanza, patio, corridoio è una sorpresa, una meraviglia che si rinnova a ogni sguardo…
Dopo oltre un’ora di visita usciamo dai palazzi e ci dirigiamo verso l’”Alcazaba” (cittadella) la costruzione più antica e d’impronta militare del complesso. A pianta triangolare è circondata da solide mura delimitate da torri e al cui interno si trovano la corte d’armi e il quartiere degli alloggiamenti militari. Saliamo sulla Torre de la Vela con la campana posta nel campanile a vela e da cui si ammira uno splendido panorama della città.
Dopo una bibita rinfrescante (la temperatura sfiora i 40 gradi), visitiamo il Palazzo di Carlo V e attraverso il parco raggiungiamo il Palazzo e i giardini del “Generalife” (i giardini dell’Architetto).
I giardini sono una serie continua di patios e fontane, giardini interni e piccoli sentieri.
Sono bellissimi e molto spettacolari e offrono colori e atmosfere particolari. Molto particolare e “utile” il Camino de las Cascades (scala dell’acqua), una scalinata con l’acqua che scorre nei passamani e permette agli accaldati visitatori di immergere mani e braccia per un momento rinfrescante.
Dopo una visita durata quasi quattro ore, usciamo dal complesso, stanchi, accaldati ma assolutamente soddisfatti.
Riprendiamo il bus dell’andata e ritorniamo nella zona della Cattedrale per la visita alla Capilla Real, dove riposano le spoglie dei” Los Reyes Catolicos”: Ferdinando e Isabella, insieme con quelle della figlia Giovanna e del marito Filippo il Bello. Le tombe sono molto semplici, mentre elaborato si manifesta il monumento funerale che le sovrasta. Di fronte al monumento una cancellata di ferro battuto dorato.
Prima di rientrare ci fermiamo in una vicina pasticceria, dove io gusto il dolce tradizionale di Granada il piononos, un piccolo pasticcino molto gustoso che ricorda vagamente il nostro babà napoletano.
Per cena ritorniamo nella zona della Cattedrale e ci rechiamo in un locale adocchiato la sera prima.
Il nome è quasi simile “Cafè y bar de Tapas Alhambra” in Calle Marqués de Gorona, 9, ma il risultato finale totalmente diverso. Ordiniamo varie tapas (paella, calamares, albondigas, croquetas…) ottime e abbondanti e in quattro splendiamo solo euro 50,54.
E’ ritornato il fiuto dei giorni migliori, che non ci abbandonerà più per tutta la vacanza…
MERCOLEDì 11 LUGLIO 2012
Dopo la solita abbondante e soddisfacente colazione intorno alle 9,00 partiamo con destinazione Cordoba.
Prendiamo la A92 e dopo aver attraversato una zona ricca di sterminati campi di girasoli e uliveti, intorno alle 11,30 dopo 340 km raggiungiamo Cordoba e l’hotel Macia Alfaros, prenotato sempre tramite Booking.
Una buona struttura situata nella zona ZTL della città, con piccola piscina, camere accoglienti e silenziose.
Sbrigate le solite formalità, a piedi, raggiungiamo Plaza de Las Tendillas, percorriamo poi Saavedra Jesus Maria, Blanco Belmonte con le caratteristiche coperture (teli bianchi stesi tra un palazzo e l’altro) per riparare i passanti dal caldo, attraversiamo la Juderia con le case bianche, gli stretti vicoli e raggiungiamo la Mezquita, il principale monumento della città.
Un altro spettacolo! Comunque la consideri rimani affascinato da un monumento unico e inimmaginabile. Un’altra di quelle meraviglie che puoi continuare a descrivere ma quando la vedi ti appare ancora diversa da come te la immaginavi.
Attraverso la Puerta del Perdòn si entra nel Patio de los Naranjos, un classico cortile islamico con piante di arance e al centro una fontana. L’ingresso costa 8 euro.
Già una prima occhiata desta un’emozione molto intensa. Una spettacolare infinità di circa 800 colonne di marmo e granito che formano una serie di archi che sostengono il soffitto. L’arco inferiore è a ferro di cavallo mentre quello superiore è a tutto sesto. La colorazione degli archi è bicolore: bianco e rosso.
Ammiri ogni singola colonna, sei avvolto in un’atmosfera surreale. Ti sembra che la fila di colonne sia infinita… quasi non vedi la fine! L’uniformità della moschea è interrotta solo nel punto centrale dal Mirhrab, nicchia che indica la direzione verso cui pregare. La cupola sopra il Mirhab e le stanze attigue sono decorate con mosaici bizantini in oro, turchese e verde opera di bravissimi artigiani.
Al centro della moschea la Cattedrale cattolica voluta da Carlo V. La pianta a croce latina occupa il centro dell’originario tempio musulmano. Ai lati della navata spiccano due organi del XVI secolo. Uno degli elementi artistici più importanti è il coro, costruito nel 1523.
Dopo una visita accurata, guardando e riguardando ogni punto di questo incredibile e unico monumento, dopo aver scattato un numero imprecisato di foto, usciamo commentando lo spettacolo appena visto.
Ci dirigiamo verso il ponte romano, lo attraversiamo e raggiungiamo la Torre de la Calahorra che sorge sulle sponde del fiume Guadalquivir, importante corso d’acqua che attraversa la città.
Percorriamo Avenida del Alcazar e raggiungiamo l’Alcazar de los Reyes Cristianos. Entrata euro 4,50.
Prima palazzo reale, poi sede dell’Inquisizione, nel XV secolo l’edificio fu completamente ristrutturato con l’aggiunta degli splendidi giardini in stile moresco. Grandi vasche con zampilli d’acqua, cipressi e terrazze fiorite. All’interno due stupendi mosaici romani.
Pranziamo da “Casa del Rubio” in Rutas de la Juderia, nelle vicinanze della Porta Almodovar. Ottimo pranzo e buone tapas.
Dopo pranzo visitiamo la piccola Sinagoga, attraversiamo la Juderia, soffermandoci ad ammirare le numerose taverne, le case bianche e azzurre o bianche e gialle, gli innumerevoli negozi di souvenir e, prima di rientrare in hotel raggiungiamo Plaza de la Corredera, un ampio spiazzo a pianta rettangolare delimitata da 61 archi e con oltre 360 balconi che si affacciano sulla piazza.
Ci concediamo poi un rinfrescante bagno nella piscina dell’albergo e ci prepariamo alla serata che prevede la visita notturna guidata della Città.
Ritrovo in Plaza de la Tendillas per le 21,30. Siamo una decina di persone guidata da Carmen, una simpatica guida andalusa che in un misto di spagnolo, francese e italiano ci illustra alcuni angoli della città al di fuori dei circuiti turistici.
Partendo dai resti archeologici romani, attraversiamo Plaza de la Carretera, raggiungiamo Plaza del Podro (piazza del puledro) dove aveva luogo uno dei mercati di cavalli e muli più famosi dell’Andalusia. Nel cortile del Museo Julio Romero de Torres, sito nella piazza, assistiamo a un piccolo spettacolo di un attore nei panni di Seneca. Attraverso stretti e caratteristici vicoli con balconi stracolmi di vasi di gerani fioriti, ritorniamo nella zona della sinagoga, dove vicino alla piazza di Maimonide, famoso filosofo ebreo, assistiamo a un altro piccolo spettacolo.
Sempre guidati dalla simpatica Carmen, costeggiamo la Mezquita e concludiamo intorno alle 23,00 il nostro giro notturno al ristorante El Burlaero, in Calleja de la Hoguera, dove ceniamo con le tapas compresi nel prezzo del biglietto (euro 16,50), … e naturalmente con una piccola “aggiunta” di altre ottime tapas.
Una serata diversa e simpatica che ci ha fatto conoscere angoli sconosciuti della città!
GIOVEDì 12 LUGLIO 2012
Partenza per Siviglia. Dopo circa 150 km. raggiungiamo il nostro albergo, Hotel Sevilla, in Avenida de Buhaira, un bellissimo complesso di 12 piani, in zona tranquilla e comoda per raggiungere i principali monumenti della città.
L’hotel ha una hall spaziosa, arredamento lussuoso, personale gentile e competente, ci vengono assegnate camere al secondo piano, spaziose, pulite e con vista parco.
Dopo circa mezz’ora siamo già pronti per la scoperta della città. Raggiungiamo zona San Bernando e con il tram T1 (all’interno aria condizionata al massimo, fuori temperatura a 42 gradi!!) in poche fermate siamo in Plaza Nueva a pochi passi dalla Cattedrale.
E’ il più grande tempio cristiano della Spagna e il terzo nel mondo dopo San Pietro a Roma e San Paolo a Londra. Costruita sulla preesistente moschea, ha un’altezza di 42 metri con un’area totale di oltre 11.000 mq. La caratteristica principale della navata centrale è la grandiosità della stessa con la grande struttura del coro che occupa completamente la parte centrale. Oltre alle numerose cappelle laterali, vicino alla sacrestia, il Mausoleo di Cristoforo Colombo. La bara del navigatore è sollevata da quattro figure che rappresentano i regni di Leon, Castilla, Aragona e Navarra.
Interessanti e ricche di opere d’arte le numerose cappelle laterali, in particolare la Capilla Mayor, dominata dalla grande e bellissima pala composta di quarantacinque scene scolpite della vita di Cristo.
A sinistra della Cappella Reale si trova l’entrata della Giralda, la torre simbolo della città. La torre è coronata da una statua che raffigura la fede in forma di donna, in una mano porta uno scudo e nell’altra una palma. E’ chiamata comunemente “el giraldillo”. La sommità della torre, e le sue bellissime campane, si raggiungono comodamente attraverso trentacinque rampe leggermente inclinate (nessun gradino!). La vista della città è magnifica, si spazia dal Palazzo Reale, alla Plaza del Toros, al Ponte su Gualdalquivir. All’uscita della torre ci si trova nel Patio de los Naranjos, così chiamato per le piante di aranci che ombreggiavano il cortile.
Usciamo dalla Cattedrale che è quasi ora di pranzo. Costeggiamo i Reales Alcazares, che visiteremo nel pomeriggio, ci addentriamo nel quartiere di Santa Cruz, ricco di caratteristici locali, raggiungiamo Santa Maria de Blanca arrivando sino ai Jardines de Murillo. Cerchiamo un locale caratteristico ma non troppo commerciale e dopo una breve ricerca in Calle Doncellas, una piccola traversa di Calle Santa Maria la Blanca, scopriamo la Taberna La Sal, specializzata nel cucinare in vari modi il tonno. I tavoli sono disposti nella stretta via, il servizio è veloce ed efficiente e il cibo ottimo e presentato con cura.
Salutata la simpatica padrona e la piccola Alejandra, con la promessa di ritornare a cena, facciamo a ritroso il percorso dell’andata ed entriamo nei Palazzi Reali i ”Reales Alcazares”. A mio avviso il luogo più sorprendente di tutta la vacanza poiché credo sintetizza gran parte dei monumenti e luoghi visitati in Andalusia. Stanze e saloni riccamente decorati, colori sorprendenti, giardini incantevoli… una vera sorpresa!
L’Alcazar rappresenta un capolavoro dell’arte e dell’architettura mudejar. Dal Patio de las Doncellas con decorazione tipiche dell’arte arabo-andalusa al Patio de la Muchecas al Salon del techo di Carlo V con il soffitto a cassettoni per finire con il Salon de los Embajadores, la stanza più lussuosa, sovrastata da una grande cupola dorata ornata di arabeschi. Attiguo si trova il Palazzo di Carlo V con archi e colonne decorate e lunghissimi corridoi ricoperti sulle pareti da ceramiche decorate su sfondo giallo. Usciti dal Palazzo, ci si trova immersi in splendidi giardini a terrazze dalle eleganti forme geometriche e fontane che formano straordinari giochi d’acqua.
Usciamo veramente soddisfatti, un gelato rinfrescante, acquistiamo alcuni souvenir e da Plaza Nueva con la tramvia T1 rientriamo in albergo.
Ceniamo in Plaza Dona Elvira nel Barrio di Santa Cruz al Ristorante “La Cueva”. Ceniamo all’aperto nella piccola piazzetta con piante di arance e panchine di azulejos. Ottima cena. Paella, coda di toro tenerissima, agnello, dolci, vino bianco andaluso: euro 125,00 ( 4 persone).
Dopo cena un bel giro per il quartiere tra strette viuzze, locali caratteristici pieni di giovani che mangiano, suonano e ballano, e assistiamo a un simpatico spettacolo improvvisato da un gruppo di ragazzi che muniti di chitarra cantano allegre canzoni spagnole.
VENERDI 13 LUGLIO 2012
Solita splendida e completa colazione, anche se i camerieri erano sin troppo solerti e ti portavano via il piatto, non appena lo vedevano vuoto… poi, a piedi, percorrendo Avenida Carlos V, raggiungiamo un’altra meraviglia della città… Plaza de Espana.
La piazza è costituita da un semicerchio di oltre duecento metri di diametro e fu progettata nel 1929 da Anibal Gonzalez, il più famoso architetto sivigliano del XX secolo.
E’ costruita in mattoni, ceramiche e marmi colorati e la sua caratteristica principale sono le cinquantotto panchine che rappresentano le provincie spagnole, tutte decorate da colorate azulejos. Intorno alla piazza scorre un canale attraversato da quattro ponti splendidamente decorati da ceramiche dipinte che rappresentano i quattro regni spagnoli: Leon, Aragona, Navarra e Castilla, nel mezzo una splendida fontana e agli estremi due alte torri. La giriamo in lungo e largo, scattiamo decine di foto, ci soffermiamo sulle panchine delle città che abbiamo visitato e che visiteremo, poi, ci addentriamo nel parco di Maria Luisa. Attraverso Avenida Rodriguez Caso raggiungiamo il fiume Gualdalquivir che costeggiamo sino alla Torre del Oro e alla vicina Plaza de Toros. Entriamo nell’atrio ma decidiamo di non visitarla. Rimandiamo la visita di una plaza de toros a quella di Ronda.
Sempre costeggiando il fiume raggiungiamo il Ponte di Isabel II o di Triana e ci addentriamo nel quartiere omonimo. Visita all’adiacente mercato, raggiungiamo la Cappella dei Marinai e attraverso le caratteristiche vie del quartiere, la Chiesa di Sant’Anna che purtroppo è chiusa.
Riattraversiamo il fiume e lungo il Paseo di Colon con l’autobus C4 ci dirigiamo verso il quartiere di Macarena. Attraversata la porta d’ingresso, caratterizzata dai colori bianchi e gialli e sovrastata da un’immagine sacra, s’incontra la Basilica de la Macarena in stile neo-barocco nella quale è custodita la Vergine de la Macarena. Il quartiere è molto popolare e abbastanza degradato. Percorriamo calle Sant Luis e attraverso stradine quasi deserte raggiungiamo calle Maria Coronel, dove si trova il convento delle suore di Santa Ines. Qui abbiamo letto che vendono dolcetti prodotti dalle religiose. Trattandosi di un convento di clausura la vendita avviene attraverso una ruota girevole in legno senza nessun contatto fisico. Purtroppo i nostri sforzi sono vani perché il convento è chiuso! Delusi e anche affamati attraversiamo Plaza de la Encarnacion percorriamo calle Larana e in una traversa siamo attratti dal caratteristico locale “Cuna 2”, nell’omonima calle, dove mangiamo veramente molto bene, piatti sfiziosi a prezzi contenuti. E’ vero che dobbiamo subire gli sfottò calcistici del cameriere ma visto che i suoi consigli sono stati preziosi… ci passiamo sopra!
Dopo pranzo passeggiamo ancora per le vie di Siviglia, ci addentriamo nel Barrio di Santa Cruz, soffermiamo il nostro sguardo nei caratteristici locali, raggiungiamo Piazza Nueva e con il tram T1 raggiungiamo l’hotel. Temperatura 42°. Un tuffo in piscina è quello che ci vuole. Purtroppo l’unico aspetto negativo del nostro albergo è la zona relax, troppo piccola per un edificio di 12 piani! Un rapido bagno, poi mentre le signore riposano io e Mauri ripassiamo i percorsi dei prossimi giorni.
Prima di cena ritorniamo in Plaza de Espana per ammirare la piazza con la luce del tramonto… veramente affascinante.
Attraverso i giardini del Murillo ritorniamo in Barrio de Santa Cruz e ceniamo ottimamente nel ristorante “S.Cruz” in Plaza de los Venerables.
SABATO 14 LUGLIO 2012
Oggi visitiamo Cadice. La città dista ca. 130 km da Siviglia. Per la prima e unica volta paghiamo il pedaggio autostradale… ben 1,50 euro! “Scandaloso”!
Cadice è situata all’estremità di una piccola penisola, rivolta verso l’oceano Atlantico. Attraverso “Puetra de Tierra” entriamo nella zona storica e dopo aver parcheggiato in Plaza S.Antonio incominciamo a scoprire la città.
Attraverso strette e caratteristiche viuzze caratterizzate da case bianche con piccole verande, ristoranti e negozi tipici raggiungiamo la piazza della Cattedrale dove, prima della visita, in un bar nella piazza, gustiamo uno dei migliori caffè di tutta la vacanza. Visitiamo prima la Basilica, la cui cupola alta 52 metri è piastrellata in oro ed è una delle più grandi di Spagna. L’interno della chiesa è mal conservato con una serie di reti, stese nella navata centrale per impedire ai calcinacci di cadere in testa ai visitatori. Poi, con lo stesso biglietto visitiamo l’attiguo Museo.
Dopo la visita costeggiamo l’oceano e rientriamo nella zona abitata vicino al mercato centrale, ammiriamo la Torre Tavira, la più alta di Cadice e raggiungiamo piazza S.Francesco con l’omonima chiesa. Qui pranziamo benissimo al “San Francisco Uno” gustando ottime tapas a prezzi modici.
Ci dirigiamo poi verso i lussureggianti giardini del Paseo de Santa Barbara. La temperatura è ottima intorno ai 29 gradi e ci godiamo un po’ di “fresca” aria di mare prima di rientrare nella calda Siviglia.
Attraverso il Ponte Josè Leon de Carranza ritorniamo verso l’autostrada che ci riporta a Siviglia dove, per cena, come c’eravamo ripromessi, ritorniamo al Ristorante “La Sal”. Cena ottima e di piena soddisfazione.
E’ l’ultima sera a Siviglia e prima di rientrare in albergo ci godiamo l’atmosfera allegra e spensierata del Barrio de Santa Cruz poi, a piedi, attraverso l’Avenida de los Rios raggiungiamo l’hotel.
DOMENICA 15 LUGLIO 2012
La meta odierna è la cittadina di Ronda che raggiungeremo attraverso la Rutas de Los Puebos Blancos.
Lasciata Siviglia riprendiamo l’autostrada. Il panorama è caratterizzato da interminabili campi di girasoli, passiamo Jerez de la Frontera, poi in direzione Arcos de la Frontera, prima tappa del nostro itinerario. E’ il paese più grande con quasi 30.000 abitanti e si trova a 187 metri s/ livello del mare. Il panorama che si ammira dalla piccola piazza dove si affaccia la chiesa di Santa Maria de la Asuncion è magnifico con verdi prati, coltivazioni di grano e uno stretto fiume che percorre la vallata. Peccato che la chiesa sia chiusa. Nella piazza due ragazze dell’Ente Turismo di Cadice ci intervistano chiedendoci le nostre impressioni sulla vacanza e su quanto ammirato nella zona. Tentiamo poi di bere un caffè nell’unico locale aperto ma purtroppo, dopo oltre quindici minuti di attesa, visto la scarsa considerazione del ragazzo del bar… salutiamo e ritorniamo all’auto.
Ci rendiamo conto che se ci fermiamo in ogni paese del nostro percorso, rischiamo di arrivare a Ronda troppo tardi per la visita della città quindi decidiamo di puntare decisamente verso la meta di giornata.
Arriviamo a Ronda intorno alle 12:00, o meglio arriviamo all’Hotel Molino del Puerte Ronda, situato a 5 km dalla città.
Si tratta di un vecchio mulino ristrutturato dagli attuali proprietari, una coppia d’inglesi, in un hotel rustico di dieci stanze, con una piccola piscina e ristorante. Un posto tranquillo, ben curato e gestito con molta attenzione.
Ci accoglie la proprietaria che ci offre un gradito aperitivo di benvenuto con tapas. Lasciamo le valigie nella nostra camera, l’altra non è ancora pronta, e via verso Ronda.
Ronda è situata a circa 800 m s/m e quindi speriamo di trovare un clima fresco dopo il caldo dei giorni scorsi.
Scopriamo invece che purtroppo così non è! La temperatura è pressoché simile con l’aggiunta di un caldo umido!
Ronda sembra sospesa nel vuoto, divisa in due da uno spettacolare strapiombo sul fiume Guadelevin e unita da uno spettacolare ponte ad arco del XVIII secolo, il Ponte Nuevo dal quale si può ammirare la spettacolare gola del Tajo in fondo alla quale scorre il fiume.
Parcheggiamo in Plaza del Socorro e ci dirigiamo subito verso la famosa Plaza de Toros, considerata la più bella di tutta la Spagna. Si può visitare in piena libertà scendendo nell’arena a scattare suggestive fotografie, salire sulle eleganti doppie scalinate, tutte coperte e sorrette da colonne. Fu inaugurata nel 1785 e divenne famosa grazie alle esibizioni del torero, nativo di Ronda, Pedro Romero. Dopo aver girato in lungo e largo nell’arena visitiamo la zona dove si preparano tori, cavalli e toreri per la corrida. Visitiamo il Museo Taurino, ricco di cimeli storici e coloratissimi vestiti dei toreri.
La visita si è rivelata veramente interessante, usciamo soddisfatti e ci dirigiamo verso Plaza de Espagna e il Ponte Nuevo, ammiriamo lo splendido panorama, raggiungiamo Palacio de Mondragon, una delle più belle architetture di Ronda, risalente all’epoca araba, da lì verso la chiesa di Santa Maria Maggiore e il Municipio, imponente edificio del 1734. Ritorniamo poi verso la città nuova e ci gustiamo un meritato e rinfrescante gelato.
Ceniamo presso il ristorante del nostro albergo. Tavoli all’aperto con romantiche candele. Piatti deliziosi, innaffiati da una sangria buona ma molto leggera.
Saldiamo il conto e ci ritiriamo presto nelle nostre camere, dopo aver salutato e fatto i complimenti alla padrona di casa. La sveglia è all’alba. Dobbiamo raggiungere Malaga entro le 9,00 per imbarcarci per Palma di Maiorca.
LUNEDI 16 LUGLIO 2012
Partenza alle 7 del mattino, colazione frugale e via verso Malaga. Prendiamo la A366, che ci porta verso l’interno, un paesaggio molto diverso da quello cui eravamo abituati, brullo e con poca vegetazione. Tocchiamo El Burgo, Alozaima, Pizara e dopo circa due ore raggiungiamo l’aeroporto di Malaga.
Aereo Air Berlin delle ore 12,00 e arrivo a Palma de Maiorca alle 13,15.
Per la visita dell’isola di Maiorca, sempre dall’Italia tramite Goldcar, abbiamo prenotato un’auto di categoria inferiore, più pratica e maneggevole. Ci viene assegnata un Opel Corsa 1200 grigio metallizzata.
Ci sono diverse persone in fila e le formalità si protraggono più del dovuto, poi finalmente raggiungiamo la nostra autovettura e partiamo in direzione Can Picafort nella parte Nord Est dell’isola, Hotel Concord Ferrer.
Le strade sono molte ampie e il traffico è abbastanza limitato. Attraversiamo praticamente l’isola e raggiungiamo la nostra meta intorno alle 16. L’hotel è una costruzione molto grande, direttamente sul mare situata in fondo al paese, in una zona molto tranquilla.
Scopriamo subito che in albergo la lingua “ufficiale” è più il tedesco dello spagnolo, meno male che alla reception incontriamo quella che per tutta la settimana di vacanza sarà il nostro punto di riferimento a Maiorca, la gentile e disponibile Jouana, una delle poche persone del personale che “masticava” un po’ d’italiano.
Le nostre camere sono al terzo piano, numeri 314 e 318, vista mare con un bel balconcino e un panorama fantastico. La camera, non grandissima è comunque confortevole e pulita, unico neo il bagno non all’altezza della struttura, con biancheria da bagno un po’ datata!
L’hotel dispone anche di una piscina e di una piccola Spa. E’ poi convenzionato con un altro hotel della stessa catena, distante pochi metri, dove è possibile usufruire di sauna, bagno turco e massaggi.
In albergo è anche possibile cenare in un ristorante a buffet. Alla modica cifra di 12 euro, bevande escluse, dall’antipasto al dolce, anzi ai dolci, è possibile cenare e abbuffarsi alla grande.
Dopo cena ci vuole una bella passeggiata in paese per scoprire la graziosa località balneare.
Can Picafort, una volta borgo di pescatori è diventata una cittadina turistica con hotel a quattro stelle, locali e ritrovi molto frequentati in particolari da turisti tedeschi.
Costeggiamo il lungo mare sino alla fine del paese poi rientriamo in hotel, pronti per partire, la mattina successiva, alla scoperta dell’isola.
MARTEDì 17 LUGLIO 2012
Descrivere la colazione dell’hotel Concord Ferrer significa ripercorrere momenti di puro godimento papillare. Per me che sono un amante delle colazioni in hotel, e non nego che una delle voci principali per la scelta di una struttura è proprio la prima colazione, quanto offerto dall’hotel merita sicuramente un dieci.
Dalla tradizionale zona dolce (freschissime brioche di vari tipi, biscotti…) a quella salata (ampia scelta di salumi e formaggi), alla classica colazione all’inglese con uova e bacon, frittata, frutta di stagione, vari tipi di yogurt, succhi di frutta e un paio di “plus”: frullato di frutta fresca preparato al momento e “churros” da gustare con una cascata di cioccolato fondente… (vero Mauri!). Per la prima volta ho abbinato alla tradizionale colazione mediterranea quella inglese con uova fritte e bacon…
Dopo una così ricca colazione acquistiamo in un negozio del paese due ombrelloni, un po’ di scorta di frutta e focaccia e dopo aver attraversato le cittadine di Artà e Capdepera raggiungiamo la spiaggia di Cala Agulla.
Questa spiaggia si trova sulla costa settentrionale del promontorio di Cala Rajada. Lo scenario è di una lunga striscia di sabbia dorata, bagnata da splendide acque cristalline. Il posto è incantevole, tranquilla acqua pulita e calda. Passiamo una giornata rilassante, costantemente in acqua o a crogiolarsi al sole. A metà pomeriggio tre donne munite di carriola vendono freschi ananas, noci di cocco e fette d’anguria tagliati al momento con un macete sotto gli occhi divertiti dei turisti.
Dopo un’ottima giornata ci vuole un’ottima cena! E così è… Su consiglio della gentile Jouana ceniamo al ristorante “So Cova” a Can Picafort. Non segnalato sulle varie guide turistiche ma assolutamente da consigliare. Ottima cena a base di pesce a prezzi contenuti.
MERCOLEDI 18 LUGLIO 2012
Gustata la solida abbondante colazione oggi, ci dirigiamo verso la spiaggia di Cala Torta. Prendiamo sempre la Carretera d’Arta e una deviazione prima di Capdepera ci segnala il percorso. Una strada bianca, panoramica ma non priva di asperità, ci porta alla spiaggia. Bella con sabbia bianca ma purtroppo invasa da alghe. Delusi riprendiamo l’auto e dopo pochi chilometri a un bivio seguiamo le indicazioni per Cala Mitjana, piccola, naturale e senza alghe. E’ situata in una pittoresca insenatura, è lunga circa 30 metri con una spiaggia di soffice sabbia chiara, immersa tra scogliere, pini e cespugli. Il mare è splendido, cristallino e trasparente. Rimaniamo a oziare tutto il giorno, un meritato riposo dopo tanto girovagare!
Cena all’ottimo ristorante a buffet dell’hotel e dopo cena giro panoramico per il paese di Can Picafort a bordo del trenino turistico… scopriamo il colorito centro del paese, acquistiamo alcuni souvenir, ascoltiamo alcuni cantanti che si esibiscono nei locali sul lungo mare poi, a piedi, rientriamo in albergo.
GIOVEDI 19 LUGLIO 2012
Oggi è il compleanno di Mauri. Auguri! Ci aspetta una giornata molto intensa ma che si rivelerà anche molto interessante!
Io e mia moglie ci svegliano prestissimo, giusto in tempo per ammirare una splendida alba maiorchina.
Le nostre destinazioni sono Formentor e Cap de Formetor, all’estremità nord ovest dell’isola. La strada costeggia il parco Naturale dell’Albufera, attraversiamo Alcudia, Port del Pollenca e raggiungiamo uno stupendo punto panoramico che domina da una parte il golfo di Pollenca e dall’altro il mare aperto:. Il Mirador de la Creueta. Un mare di un turchese intenso, bianche rocce a strapiombo sul mare e in lontananza l’isoletta di Colomer: bellissimo!
I 13,5 km di strada che vanno da Port de Pollenca a Cap de Formenton sono stati costruiti da un ingegnere italiano: Antonio Paretti. Su una roccia un’incisione lo ricorda.
Raggiungiamo poi Formentor e la piccola spiaggia. Pulita, sabbia soffice, mare incontaminato. Piccole lingue di sabbia circondate da alti pini marittimi e intervallate da rocce. All’estremità del golfo, di là di un giardino fiorito, sorge uno dei più lussuosi hotel di tutta l’isola.
Formentor è meta fissa delle gite organizzate e i battelli scaricano gruppi di turisti che comunque si disperdono lungo la spiaggia senza arrecare particolari disagi.
Dopo un veloce pasto e le numerose foto ricordo saliamo verso il faro di Cap de Formentor. La strada, panoramica, è abbastanza stretta e tortuosa ma il collaudato driver Mauri, nonostante le scarse risposte dell’Opel Corsa, raggiunge tranquillamente la meta.
Inerpicato su uno strapiombo di 200 metri, domina la vetta più alta della scogliera e si ha una vasta veduta dell’isola con un panorama mozzafiato, un mare incantevole e il continuo rumore del vento.
Riscendendo per la stretta e tortuosa strada ci fermiamo in un altro mirador, ultime foto all’incantevole paesaggio, poi un’altra sosta in zona Cala Figuera, un mare splendido, trasparente e cristallino, nel piccolo golfo alcune imbarcazioni ormeggiate sembrano sospese nel vuoto tanto è la trasparenza dell’acqua!
Veramente un posto incantevole! Assolutamente da non perdere!
Ritorniamo in hotel e ci prepariamo per la cena. Decidiamo di ritornare ad Alcudia che avevamo velocemente visitato durante il ritorno. Alcudia è una graziosa cittadina con mura medioevali, una chiesa antica, una zona centrale molto caratteristica e ottimi ristoranti.
Ceniamo a base di ottimo pesce al ristorante “Sa Taverna” in calle Serra. Brindiamo al compleanno di Mauri e quello di Tizy, il giorno dopo, poi una bella passeggiata sulle mura medioevali e nel borgo antico.
VENERDI 20 LUGLIO 2012
Oggi come detto è il compleanno di Tizy. Auguri! La nostra meta odierna è quella che si annuncia come un’altra splendida spiaggia: Sa Calobra.
La partenza è un po’ movimentata. Ci accorgiamo che il cavo di accensione del navigatore non carica. Si è rotto un piccolo pezzo di plastica e non fa contatto. Acquistiamo in una ferramenta un tubetto di adesivo, aggiustiamo il cavo ma malauguratamente si fulmina il fusibile. Un tempo avremmo preso la cartina stradale e seguendo le indicazioni sicuramente saremmo arrivati alla meta, ma al giorno d’oggi, in questo mondo tecnologico, ci sembra impossibile viaggiare senza navigatore! Decidiamo quindi di trovare un elettrauto. Il primo paese che incontriamo è Llubi, vediamo un’indicazione di un meccanico e poco dopo troviamo l’officina di Juan Alomar. E’ deserta ma dopo pochi minuti arriva il proprietario. Un simpatico signore cui spieghiamo a parole (poche) e gesti (tanti) cosa era successo. Juan si munisce di un apparecchio, prova tutti i fusibili e naturalmente quello fulminato era l’ultimo! Lo sostituisce in pochi minuti e quando gli chiediamo, quanto dovevamo pagare per il lavoro, quasi si schernisce e proprio per le nostre insistenze ci chiede 5 euro. Abbiamo solo banconote di grosso taglio e tre euro di moneta. Juan ci fa capire che i tre euro sono più che sufficienti. Ci saluta e ritorna al suo lavoro.
Un’altra dimostrazione della cordialità e generosità della gente del posto! Abituati alle “furbate” nostrane, rimaniamo quasi increduli… Grazie Juan, una bella lezione di vita!
Dopo Llubi la strada prosegue versa Inca, la terza cittadina dell’isola, sale verso Selva, Caimari e Lluc, dove si scollina a 682 metri al Coll de Reis. Strada panoramica ma stretta e con molti tornanti. Davanti a noi molti pullman di turisti che ci rallentano la velocità.
Finalmente raggiungiamo Sa Calobra.
Si parcheggia al confine con la zona pedonale, si percorre una strada in discesa, si raggiunge il piccolo porto con alcuni ristoranti poi si percorre un tunnel, scavato nella roccia e scarsamente illuminato e dopo circa dieci minuti si arriva in un ampio spazio delimitato da un canyon, dove scorre il torrente Parteis e da una stretta apertura verso il mare “Sa Calobra”. La spiaggia di sassi bianchi è molto bella e spettacolare ma purtroppo troppo piccola e affollata. Il mare di un blu intenso è ricco di pesci ma gli yacht attraccano troppo vicino alla spiaggia, rovinando un paesaggio naturale veramente unico.
Rimaniamo in spiaggia sino alle 15,00 poi decidiamo di rientrare. Ammiriamo dall’alto Cala Tuent e ritorniamo a Can Picafort passando per Pollenca. Più lunga ma senza tornanti.
Cena in hotel, pasteggiando con lo spumante Brut offerto dall’hotel per il compleanno di Mauri.
Un altro giro sul lungomare e poi a nanna, domani la giornata sarà ancora più intensa!
SABATO 21 LUGLIO 2012
Ci svegliamo con il mare mosso e un forte vento di maestrale. Il programma prevede la visita a Palma di Maiorca, capitale dell’isola. Raggiungiamo la città dopo 64 chilometri, attraversando l’isola. Qui giornata splendida, soleggiata e senza vento. Prendiamo la MA3420 sino a Inca, poi la MA13 ci conduce a Palma. Palma è la capitale con una popolazione di ca. 300/mila abitanti, quasi la metà dell’intera isola.
Parcheggiamo nel parcheggio sotterraneo adiacente a Plaza Mayor, passeggiamo per strette stradine con molti negozi che vendono perle, passiamo davanti al Municipio, attraversiamo Plaza de Cort e Plaza de Santa Eulalia con l’omonima chiesa, la più antica di Palma, scendiamo poi verso Carrer de Morey e giungiamo alle spalle della Cattedrale (la Seu), di fianco la Almudaina, piccola cittadella fortificata, residenza ufficiale della famiglia reale a Maiorca. La costruzione della cattedrale, simbolo di Palma, iniziò nel XIII secolo, sopra l’antica moschea e durante i secoli ha subito diversi interventi, l’ultimo per opera di Gaudì nel primo novecento.
Costruita in “mares” la pietra calcare di Maiorca presenta tre portali che danno accesso diretto all’interno: “Portal de Mirador, Portal de l’Almoina e Portal Mayor, davanti all’Almudaina.
Ammiriamo le varie sculture che ornano l’ingresso, poi entriamo per la visita passando per il Museo Capitolare. La cattedrale è immensa. Ha una superficie di 6.600 mq. E’ composta di tre navate, quella centrale alta oltre 43 metri con colonne alte e snelle.
Rimaniamo estasiati dalla luminosità e dai giochi di luce che ammiriamo sulle colonne. Quello che più ci colpisce sono i due magnifici rosoni che si guardano direttamente lungo la navata centrale. Il maggiore, con la stella di David al centro, misura oltre 11 metri di diametro e rappresenta la stella del mattino.
La luce che entra dalle coloratissime vetrate continua a disegnare disegni sempre diversi, ammiriamo le cappelle delle navate laterali, il baldacchino di Gaudì sul lato destro dell’altare maggiore e dopo un momento di raccoglimento usciamo attraverso il chiostro.
Scendiamo la lunga scalinata ed entriamo nel Parc de La Mer, caratterizzato da un lago sulle cui acque si riflette la sagoma della cattedrale. In lontananza il porto con attraccate alcune navi da crociera. Ai piedi della scalinata ci incuriosisce una statua di bronzo, raffigurante un fromboliere, mitico abitante primitivo dell’isola. Visitiamo i giardini con le immancabili fontane e giochi d’acqua, poi dopo una rapida passeggiata sulle mura, passiamo oltre il lago per alcune foto della cattedrale e una di Tizy con un figurante vestito da Shrek e Cuchino!
Rientriamo verso il centro storico, passeggiamo in stretti vicoli e strade eleganti, vistiamo i Bagni Arabi in Carrera de Serra, piccoli ma interessanti, poi ritorniamo verso l’auto.
La nostra prossima meta è Valldemossa, a 17 km. da Palma. Situato in collina nella valle della Tramuntana è circondata da una lussureggiante vegetazione ricca di ulivi e mandorli. La zona centrale, molto ben conservata, è caratterizzata da strade ripide e strette. E’ dominata da un ex convento “La Cartuja” con un campanile ricoperto di piastrelle azzurrognole. E’ il luogo dove nacque Santa Catalina Thomas e fuori da ogni abitazione si possono vedere ceramiche con immagini e preghiere alla Santa. Il paese è ricordato anche per il soggiorno di Chopin e George Sand nel 1838 e nel museo dedicato al musicista, si conserva il piano che usò nel suo soggiorno.
Dopo un ottimo pranzo a base, ovviamente, di tapas, visitiamo il paese poi nel tardo pomeriggio ritorniamo al nostro hotel per un meritato riposo.
Questa sera vorremmo gustare una bella paella e ritorniamo a “Sa Cova”. Ahimè il cameriere ci informa che senza prenotazione “Nada paella”. Pazienza! Gustiamo comunque altre specialità scoprendo tra l’altro che il “fritto maiorquino” nulla ha a che vedere con il nostro fritto di pesce, ma è comunque ottimo!
DOMENICA 22 LUGLIO 2012
Ultimo giorno di permanenza a Maiorca e purtroppo il vento e il mare mosso che avevano caratterizzato la giornata precedente si sono ulteriormente intensificati e anche il cielo, per la prima volta, è coperto.
Ci dirigiamo nella zona ovest dell’isola sperando in un clima diverso. Purtroppo non è così. Oggi in tutta
L’isola il cielo è coperto.
Riprendiamo la strada per Artà, Capdepera, poi internamente verso Son Servera e infine a Porto Cristo, vecchio borgo di pescatori oggi affollata località turistica. Una breve sosta poi, pochi chilometri oltre il paese, vediamo l’indicazione per Cala Anguila, una piccola tranquilla caletta di soffice sabbia chiara incastonata in un’insenatura delimitata da scogliere rocciose e sovrastata da un elegante complesso residenziale che comunque nonostante la vicinanza con la spiaggia non deturpa il paesaggio.
Nonostante la mancanza di sole rimaniamo beatamente in relax sino al primo pomeriggio quando riprendiamo l’auto e andiamo a visitare Porto Cristo. Il paese è tranquillo, ricco di locali, un porticciolo turistico negozi specializzati nella vendita di perle fabbricate nella vicina Manacor.
Ci dissetiamo nel bar Marina, dove assistiamo alla vittoria della Ferrari di Alonso al GP di Germania, poi le signore scatenano la loro fantasia in un adiacente negozio di perle acquistando piccoli souvenir.
E’ l’ultima sera che passiamo a Maiorca e quindi è di rigore un’ottima ultima cena. Ritorniamo ad Alcudia in un ristorante già adocchiato l’altra sera. Ceniamo meravigliosamente bene in un locale caratteristico e con un proprietario simpaticissimo: “Can Costa” in calle San Vicente. Tapas, paella per tre (finalmente!) e calamaro ripieno per Mauri. Ottimi dolci, vino bianco autoctono: euro 124,00.
Il proprietario Juan, che fortunatamente capisce e parla bene l’italiano ci racconta alcune tradizioni dell’isola spiegandoci le origini di nomi e luoghi da noi visitati. Un finale col botto!
Prima di rientrare ripercorriamo le strette stradine e in Plaza de la Costitution assistiamo a uno spettacolo in costume di una compagnia teatrale delle Asturie.
LUNEDI 23 LUGLIO 2012
E’ il giorno del rientro. L’aereo di Air One delle 13,35 è in ritardo. Partiamo due ore dopo l’orario previsto e arriviamo a Milano Malpensa intorno alle 18.00.
E’ finita una vacanza fortemente voluta, affascinante e interessante. Abbiamo sperimentato ancora una volta una bella amicizia, visitato luoghi unici e assolutamente da vedere, incontrato una popolazione cordiale, gentile e disponibile e dulcis in fundo gustata un’ottima cucina!
Alla prossima!