Tre giorni fantastici a Monaco di Baviera…
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Giovedì 01 Novembre
Ci svegliamo di buon’ora. Il cielo minaccia pioggia e c’è vento, ma non ci facciamo intimorire così iniziamo il nostro giro della città, non prima però di aver fatto colazione in stazione. Abbiamo optato per questa soluzione, anche grazie ai consigli ricevuti su Turisti Per Caso, perché in albergo ci avevano proposto la colazione a 10€/persona, ma in stazione paghiamo 5€ per un Cappuccino, un VanillaCroissant ed un Krapfen. Fatto il pieno di zuccheri, percorriamo tutta Bayerstrasse verso Karlsplatz, accompagnati da decine di cornacchie che ci faranno compagnia per tutta la nostra permanenza a Monaco! Incontriamo prima il Palazzo di Giustizia e la Karlstor poi. Quest’ultima è una delle tre porte rimaste delle vecchie fortificazioni della città, insieme a Sendlinger Tor ed Isartor. Il nostro giro prevede diverse chiese, tra cui la Burgersaal, la Michaelskirche e la Allerheiligenkirche, ma in parecchie non riusciamo ad entrare perché sono in corso le funzioni del 1° Novembre. Attraversiamo la Sendlinger Tor ed andiamo verso la Sankt Peter Kirche dove, anche qui, troviamo una funzione in corso. In teoria, le visite dei turisti sono sospese durante le funzioni, ma la musica che si sente da fuori è celestiale e non possiamo non entrare. Ci troviamo davanti una chiesa costruita con stili gotico, barocco e rococò. L’insegna all’ingresso vieta di mangiare, tenere le mani in tasca, tenere i cellulari, etc, ma non di fare fotografie o video. Nonostante ciò, ci troviamo un burbero guardiano che ci urla qualcosa in tedesco quando ci vede fare fotografie (peccato se ne sia accorto solo quando già avevamo fatto un bel video, ah ah!). Uscendo, optiamo per l’Alter Peter, lo splendido campanile della Chiesa. Mentre saliamo, inizia a tremare tutto intorno a noi. Pensiamo subito ad un terremoto, catastrofici come sempre, ma poi ci rendiamo conto che sono le campane che stanno per suonare ad un metro da noi. Una scena favolosa! Proseguiamo verso la cima e, dopo 304 scalini, troviamo uno panorama mozzafiato. Nonostante il vento freddo, decidiamo di restare fermi perché dopo 10 minuti c’è lo spettacolo del Rathaus–Glockenspiel, un carillon che suona alle 11 ed alle 12 tra Novembre e Marzo (ore 11, 12 e 17 da Aprile ad Ottobre). Alle 11 in punto, le campane del Municipio iniziano a suonare un simpatico motivetto, sul quale si muovono prima le statuine poste in alto e poi quelle in basso. Lo spettacolo dura in tutto circa 5 minuti. Dopodiché, scendiamo e ammiriamo da vicino la centrale Marienplatz. Qui si trovano il Neues Rathaus (Nuovo Municipio) con il Glockenspiel, l’Altes Rathaus (Vecchio Municipio, sembra il nuovo perché ricostruito dopo la seconda guerra mondiale) e la Mariensaule, una colonna eretta per un voto fatto da Massimiliano I. Visitiamo la Frauenkirche, la cattedrale gotica di Monaco. Questa chiesa venne costruita in soli 20 anni alla fine del 1400, è lunga 110m ed alta quasi 40. È il simbolo della città, tant’è che per legge è vietato costruire edifici che ne ostruiscano la vista. Al suo interno riposano i principi di Baviera, ma il particolare che più attrae i turisti è l’impronta del diavolo, dov’è necessario fare la fila per scattare una foto! Secondo una leggenda, il diavolo sarebbe entrato in chiesa con l’intenzione di distruggerla ma saltò di gioia, lasciando l’impronta, quando vide che non aveva finestre, per cui pensò che nessuno vi sarebbe entrato, così tornò all’inferno senza però rendersi conto che si era fermato proprio nel punto da cui si vedono solo le colonne. Andiamo poi verso il Viktualienmarkt, un mercato aperto dalle 9 alle 22 dov’è possibile fare la spesa e tuffarsi nella tradizione bavarese! Purtroppo, però, anche questo, come tanti luoghi, oggi è chiuso per la festività. Allora ci incamminiamo verso Gartnerplatz, passando da una panetteria in Klenzestrasse dove troviamo un Brezen ripieno di burro, una novità! Lo prendiamo e, nonostante fossimo scettici, ci ricrediamo subito perché ha un sapore ottimo ed il sapore del burro viene smorzato dal sale grosso in superficie. Ci dirigiamo poi verso l’Hofgarten, un giardino al cui interno si trova il famoso Tempio di Diana, e proseguiamo in direzione Englisher Garten, un parco pubblico più grande del Central Park di New York. Il giardino è immenso ed è attraversato dall’Eisbach, un fiume artificiale dove (lato Prinzregentenstrasse, altezza Haus der Kunst) è possibile vedere quotidianamente gruppi di surfisti che si allenano. All’interno del parco, si trova anche la Torre Cinese, apparsa spesso negli episodi dell’Ispettore Derrick. Usciamo dal giardino all’altezza del Munchner Freiheit, la piazza di Schwabing, il quartiere dove visse Adolf Hitler. Percorriamo Leopoldstrasse e poi Ludwigstrasse, incontrando sul nostro cammino la Siegestor, un arco di trionfo con la personificazione della Baviera, che divide Schwabing da Maxvorstadt, il quartiere dei Musei, dove una volta si trovava il quartier generale nazista. Arriviamo in Odeonsplatz, dopo aver visto la Feldherrnhalle (la Loggia dei Marescialli dove Hitler tentò un colpo di Stato nel 1923 e che poi divenne uno dei luoghi culto del Nazionalsocialismo dopo il 1933) e la Theatinerkirche (Chiesa realizzata per la nascita del figlio di Ferdinando e la moglie Enrichetta Adelaide di Savoia). Raggiunta Marienplatz, con la linea U6 andiamo in località Frottmaning, dove si trova l’Allianz Arena, lo stadio di Monaco. Si arriva in 15 minuti di metro, il biglietto costa 2.50€ e dura 3 ore dall’obliterazione. All’arrivo siamo fortunati, c’è la visita guidata in lingua inglese alle ore 17. Il biglietto è di 10€/persona e permette di andare con la guida sugli spalti, negli spogliatoi, nella sala conferenze, nel tunnel e nella zona interviste. Uscendo alle 18, ci troviamo davanti lo stadio illuminato di rosso che poco dopo viene sostituito dal blu. Per chi è appassionato, la guida è l’unico modo per visitare l’interno dello stadio, anche se non si capisce la lingua. Senza essere delle cime in inglese, però, riusciamo a seguire la guida che ci fa urlare “oooh” per fare la “prova eco”, ci racconta degli incidenti che si verificano in autostrada per gli automobilisti che si distraggono per il colore dello stadio di sera e degli appartamenti che è possibile abitare tra un anello e l’altro dello stadio. Chi invece è interessato ai gadget del Bayern Monaco, può approfittare del Megastore che chiude alle 18, così come lo Stadio. A proposito, se avete sete quando siete lì, tenetevela!! Non è stato simpatico pagare 3.75€ per una bottiglia da 0.5l d’acqua. Torniamo in centro e decidiamo di dedicare la serata alla famosa Hofbrauhaus. Il primo consiglio che vi diamo è quello di non avvicinare un cameriere con l’intento di chiedere dove potete sedervi, perché potrebbe mandarvi a quel paese come è successo a noi. Fate un giro tra i tavoli e sedetevi dove trovate posto. Spesso può capitare di condividere il tavolo con sconosciuti, quindi non vi preoccupate! Esistono menù in più lingue. Noi, non trovando quello in italiano e confidando nel nostro inglese, abbiamo optato per un “Half a Bavarian-style roast chicken” (pollo con un’ottima insalata di patate bavarese) e un “Bavarian salt pork knuckle” (maiale con crauti e cavolo cappuccio). Da bere, abbiamo preso una RuB’n (birra bianca con limonata) ed un Apfelschorle (succo di mela con acqua leggermente frizzante). Abbiamo pagato circa 30€ ma siamo usciti sazi e soddisfatti. Tornando a piedi in albergo, ci rendiamo conto che quello che la sera prima ci aveva colpiti negativamente non è poi così “pericoloso” come poteva sembrare. E questo ci fa piacere. In effetti, Monaco si rivelerà presto una città tranquilla, multietnica ed abbastanza sicura.
Venerdì 02 Novembre
Ci alziamo presto, perché la nostra giornata prevede la visita al campo di concentramento di Dachau. Facciamo colazione anche oggi in stazione, del resto è la soluzione più comoda per noi. Compriamo il biglietto giornaliero per la zona “Monaco XXL” che ci permette di viaggiare nelle due zone più centrali di Monaco. Il biglietto costa 7.50€/persona e dà diritto a viaggiare su tutti i mezzi dal momento dell’obliterazione fino alle 6 di mattina del giorno successivo. Anche qui conviene il biglietto cumulativo se si è in almeno 2 persone. Noi, in due col cumulativo paghiamo in totale 13.10€ invece che 15€. Con la linea S2 arriviamo a Dachau. Scesi dal treno, seguiamo le indicazioni “KZ Gedenkstatte” ed arriviamo nel piazzale degli autobus. Per andare al campo di concentramento, bisogna prendere il numero 726 (ce n’è uno ogni 20 minuti) che è gratis, se si mostra all’autista il biglietto giornaliero. L’autobus ci porta in 10 minuti al campo di concentramento. Mentre ci avviciniamo, tutto attorno inizia ad assumere sembianze spettrali e la bella zona residenziale di Dachau lascia il passo ad un’aperta campagna, in cui il vento ed il freddo sono davvero pungenti! Appena arrivati, lasciamo un documento per prendere due audioguide in italiano (il costo è di 3.50€ ciascuna, compreso di manuale per orientarsi all’interno del campo). Questa scelta si è dimostrata davvero azzeccata perché ci ha permesso di conoscere tutti i particolari di questo memoriale. Sul manuale, vengono suggeriti sia i file audio principali sia quelli di approfondimento. Per ascoltarli tutti, ci vorrebbe un giorno intero, allora optiamo per ascoltare tutti i file principali ed i racconti dettagliati solo di ciò che più ci colpisce. Scopriamo così che il campo negli anni ’30-’40 raggiunse dimensioni enormi, tra baracche, quartier generale delle SS, terreni dove i prigionieri coltivavano erbe officinali, etc. Tra il 1933 ed il 1945, furono imprigionate ben 200.000 persone, di cui 43.000 morirono. I deportati arrivavano al campo con i treni (esiste ancora un piccolo tratto del binario che portava all’ingresso, nascosto da una collina realizzata di proposito dai nazisti per rendere meno visibile il campo dalla strada) ed attraversavano un cancello dove campeggia tutt’oggi la scritta “Arbeit Macht Frei”, “il lavoro rende liberi”, che serviva ad illuderli sulla loro permanenza nel campo. Appena entrati, si trova la “Appelplatz”, la piazza della chiamata dove due volte al giorno veniva fatto l’appello e dove i deportati venivano torturati, se il numero di coloro che rispondevano non coincideva con quello che era nelle mani delle SS, spesso perché qualcuno tentava la fuga. Se però qualcuno non riusciva a rispondere perché debilitato o malato, ai prigionieri non venivano risparmiate le torture. Sulla destra si trova il “Bunker”, oggi sede del Museo (più volte al giorno viene proiettato un filmato sul campo della durata di 20 minuti, quello in lingua italiana è solo alle 10.30) al cui interno si trovano una grande quantità di fotografie, oggetti appartenuti ai deportati (tra cui le divise, le ciotole per il pranzo ed i pennelli per la barba), documenti sui ritmi del campo (gli orari di sveglia, appello, lavoro, riposo), etc. Davanti al Museo, sono stati apposti alcuni monumenti in ricordo, uno dei quali riporta il motto “Nie wieder” (“Mai più”) con cui sfilarono i deportati l’1 Maggio 1945, due giorni dopo la liberazione ad opera degli americani. Percorrendo la Lagerstrasse, si attraversa la zona delle baracche e si arriva fino alla zona dei forni crematori. Ascoltando l’audioguida, veniamo a sapere che le camere a gas di Dachau non entrarono mai in funzione, perciò i prigionieri venivano portati prima in un castello, in cui le SS avevano disposto camere a gas funzionanti, e poi riportati a Dachau per essere cremati. La nostra visita al campo termina qui. Abbiamo dedicato a questo luogo mezza giornata, ma ci rendiamo conto che in un luogo simile il tempo potrebbe non essere mai abbastanza per riflettere, meditare e pregare per coloro che Dachau l’hanno vissuta sulla loro pelle. Con la linea S2 in direzione Marienplatz, scendiamo a Laim dove ci attende la coincidenza con la linea S1. Andiamo, infatti, ad Oberschleissheim, dove si trova una sezione distaccata del Deutsches Museum, il Flugwerft Schleissheim, dove vi sono più di 50 modelli di velivoli, dal più semplice al più strano, che raccontano la storia dell’aviazione mondiale. La nostra visita dura un’oretta, dopodiché, tornando verso la metro notiamo lo Schloss Schleissheim , residenza appartenuta ai Wittelsbach che però possiamo vedere solo da fuori. Torniamo quindi in centro, dedicandoci un pò allo shopping. Il nostro si svolge in Orlandostrasse, una piccola via nei pressi di Marienplatz che porta fino all’Hofbrauhaus. Si concentrano numerosi negozi di oggettistica locale, birrerie, sportivi, tra cui i Fan-Shop del Bayern Monaco e del Monaco 1860, l’Hard Rock Cafè, etc. Il nostro consiglio è quello di farsi prima un giro di tutti i negozi, perché i prezzi possono variare da un negozio ad un altro, e poi procedere con gli acquisti. La nostra giornata volge al termine, allora decidiamo in andare alla ricerca di un luogo per la cena. Dopo aver sondato il terreno per l’Augustiner Am Platz (zona Hofbrauhaus, ma prezzi esorbitanti) ed aver tentato l’Andechser am Dom (dove la gente, ammassata all’interno in piedi, beve e fuma), ci facciamo tentare dal Donisl (Weinstrasse, in Marienplatz), un luogo abbastanza tranquillo dove mangiamo bene e paghiamo 25€ per due Leberkase (una sorta di polpettone di manzo e maiale), serviti con insalata di patate, un brezen e bibite.
Sabato 03 Novembre
Questo è il nostro ultimo giorno a Monaco e decidiamo di dedicarlo a qualcosa di meno impegnativo. Facciamo il biglietto cumulativo (10.20€ in due anziché 5.60€ a testa), in modo da poterci muovere senza problemi anche con i mezzi, e con la linea U3 andiamo all’Olympiazentrum, il parco che ha ospitato le Olimpiadi del 1972. Il sito è impressionante, dominato dalla Olympiaturm ed attraversato dall’Olympiasee, un lago artificiale. Al suo interno vi si trovano lo stadio, la palestra, la piscina, lo stadio per il pattinaggio e quello per l’hockey, ma, oltre ad essere un posto per sportivi, è anche un luogo di relax per piccoli, grandi e famiglie, per cui decidiamo di godercelo per la tranquillità che ci offre. Tornati verso il centro, ci prendiamo il lusso di percorrere tutta la Maximilianstrasse, un po’ come via Montenapoleone a Milano, che conduce fino all’imponente Palazzo della Cancelleria. Vogliamo dedicare il pomeriggio al Deutsches Museum e, mentre stiamo per arrivare, ci capita una cosa che ancora ci fa ridere! Ci fermano due ragazzi di madrelingua tedesca e ci chiedono “Where can we go?”.. ci guardiamo increduli, pensiamo di non aver capito la domanda e chiediamo di ripetercela. Ma al secondo “Where can we go?” iniziamo a pensare che questi due non sappiano neanche di essere a Monaco di Baviera.. Con un po’ di inglese e cartina alla mano, gli suggeriamo di andare in centro, ma, se mai leggeranno il mio diario, organizzatevi prima!! Ah ah ah!! Al Deutsches Museum l’ingresso è di 8.50€, ma per gli studenti è di 3€ se si mostra il libretto universitario. La cosa che meno ci piace è la grande confusione che si registra in ogni sala, c’è da fare la fila ovunque e le possibilità di fare foto sono scarse, vista appunto la confusione. All’ingresso, è possibile prendere la mappa del museo: c’è in ogni lingua, italiano compreso, ma vi consigliamo di prendere fin da subito sia quella in italiano sia quella in tedesco e seguire da tutte e due, perché i nomi delle stanze sono in tedesco ed è facile perdersi, com’è successo a noi che poi abbiamo seguito in contemporanea da entrambe! Le stanze da non perdere, secondo noi, sono quelle della Chimica, degli Strumenti Musicali e dell’Aviazione. Personalmente, però, abbiamo perso la cognizione del tempo per effettuare tutti i test nella sala della Fisica, dove abbiamo trovato le invenzioni nel campo dell’elettromagnetismo, e nella stanza delle Telecomunicazioni, dove c’erano esposizioni sulle varie forme di trasmissione e le dimostrazioni del funzionamento delle tecniche legate alla teoria dei segnali. Quello che studiamo allora ha una vita fuori dai libri universitari! Ah ah! Abbiamo ancora qualche ora a disposizione, allora decidiamo di andare a visitare il Viktualienmarkt che due giorni prima avevamo trovato chiuso. È il cuore della città, dove turisti ed abitanti di Monaco fanno la spesa, chiacchierano e cenano con salsiccia e birra. Per noi, abituati ai nostri ritmi italiani, è oggettivamente troppo presto cenare alle 17.30, allora optiamo per uno spuntino al Nordsee, una catena che vende prodotti a base di pesce. Per chi volesse imitarci, noi abbiamo provato Fish&Chips ed il Garnelen-Box, gamberetti fritti con salsa piccante. Tutto molto buono! Il viaggio di ritorno ci aspetta, perciò ci concediamo un ultimo giro nei dintorni di Marienplatz.
Monaco e i suoi abitanti ci hanno entusiasmati per l’amore verso le tradizioni della Baviera, il modo cordiale di aiutare i turisti, l’efficienza dei servizi, la presenza di tanti turisti asiatici e l’ottima cucina! Ci sentiamo di consigliarvi una vacanza a Monaco: non resterete delusi! Portatevi però l’acqua da casa (a Monaco mezzo litro d’acqua costa 2.50€, quanto una Coca Cola o una birra!) e lasciate a casa le medicine: le Apotheke vi seguono ovunque andiate!
PS. per concludere la descrizione del nostro viaggio, ci permettiamo di darvi due piccoli suggerimenti. Il primo: in Germania esiste il “vuoto a rendere”, perciò sulle bottiglie delle bibite acquistate troverete la voce “Pfand 0.15 cent”. Noi l’abbiamo scoperto alla fine, ma conservate le bottiglie vuote e restituitele al primo acquisto effettuato in un negozio. Così, acquistando delle altre bibite, non pagherete i 15 cent per le nuove confezioni. Il secondo: se avete intenzione di spedire cartoline, in centro troverete i distributori automatici per i francobolli (noi ne abbiamo trovato uno all’ingresso del Neues Rathaus, in Marienplatz). È possibile selezionare la lingua, tra cui l’italiano, ma non riportano i prezzi per le spedizioni, per cui ve le suggeriamo noi: per cartoline inviate verso la Germania il prezzo è di 0.45€, per quelle verso altri Paesi è 0.75€. Noi non lo sapevamo e abbiamo affrancato tutto con 0.45€, però sono arrivate tutte e in tempi record! Infine, imbucate a destra dove dice “PLZ”, perché a sinistra si imbucano solo quelle per il distretto di Monaco.