Paestum tra bellezza e… degrado

Visita al sito archeologico di Paestum
Scritto da: FEAL_70
paestum tra bellezza e... degrado
Partenza il: 29/08/2012
Ritorno il: 29/09/2012
Viaggiatori: 7
Spesa: 500 €
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Tutti gli amici che ci hanno preceduto nella visita a Paestum ci hanno descritto un sito meraviglioso, di una bellezza emozionante.

Sull’onda dell’entusiasmo siamo andati in visita noi 3 e la famiglia di Lorenzo un caldo pomeriggio di agosto, partendo da Scario piccolo borgo che si affaccia sul golfo di Policastro. Arriviamo alle 16.45, ci rechiamo alla biglietteria del Museo per acquistare gli ingressi (10€ gli adulti, gratis i ragazzi sotto i 18 e gli adulti over 65). Ci avevano consigliato di prendere un visita guidata per meglio apprezzare e comprendere la ricchezza del sito. Chiediamo in biglietteria la possibilità di prenotare una visita guidata ma ci sentiamo rispondere “non abbiamo visite guidate, le dovete cercare da Voi al di fuori dell’area archeologica, se volete posso darvi dell’audioguide al costo di 5 Euro”.

Delusi ma non arresi optiamo per due audioguide e chiedo “è possibile avere una pianta o un itinerario del percorso?” aggiungo “ci sono dei cartelli in prossimità dei monumenti in modo capire quale numero dell’audioguida ascoltare e digitare?”. Risposta “Non abbiamo una pianta del sito e basta che seguiate il display dell’audioguida per capire dove vi trovate e cosa ascoltare“. Rimaniamo increduli dalle riposte, usciamo dalla biglietteria e ci dirigiamo verso uno degli ingressi principali. All’esterno neanche l’ombra di una guida autorizzata (tantomeno abusiva!), sarà forse perché sono le 17.15 di un anonimo mercoledì 29 agosto?

Entriamo e iniziamo ad ascoltare la nostra audioguida; le difficoltà di comprensione non si fanno attendere perché non riusciamo a capire dove ci troviamo né, se quello che stiamo ascoltando corrisponde a ciò che i nostri occhi osservano.

I pochi cartelli presenti sono sporchi, rotti o in condizioni di grave trascuratezza, non presentano alcun riferimento all’audioguida; intorno a noi tante erbacce secche e alte che limitano la visuale e l’orientamento.

Il massimo è stato quando cerchiamo la “Domus con piscina”, ci imbattiamo in erbacce secche e alte, ma non trovando né cartelli né indicazioni non riusciamo a capire dove dirigerci. Sembriamo gli otto concorrenti di una caccia al tesoro, qualcuno di noi dice “forse di là…” “ma non è dall’altra parte”. Per caso, e sottolineo solo per caso, entro in una stradina coperta di erbacce e mi incammino in un sentiero abbondonato che mi porta alla “domus con piscina”. Lo spettacolo che si presenta davanti ai nostri occhi è quello di un sito dimenticato da Dio e dagli uomini. La foto che allego vale più delle parole.

Mi assale un sentimento di tristezza e impotenza. Continuiamo il nostro cammino e per fortuna i templi di Nettuno e Hera ci accolgono nella loro imponenza; ci viene naturale commentare che solo grazie alla maestria degli antichi Greci sono ancora in piedi, altrimenti sarebbero già crollati per l’incuria dell’uomo moderno.

Il nostro amico Lorenzo parla con una Sig.ra di Napoli che ogni anno viene in visita agli scavi che gli riferisce che anno dopo anno il sito è sempre più abbandonato a se stesso e che mai quest’anno il degrado è assoluto.

Una menzione speciale va fatta alla S.S. 18 (chiamata anche strada delle Calabrie o Tirrenia Inferiore) costruita nel 1829, che divide il sito archeologico da negozi, abitazioni e bar.

Il direttore dei lavori dell’epoca, Ing. Petrilli, fu rinviato a giudizio dal Procuratore del Re per lo “scarso rispetto mostrato nei confronti del patrimonio artistico storico monumentale” in quanto tracciò la strada in modo che questa passasse non attraverso le porte antiche, ma tra due brecce che egli praticò nella cortina muraria da nord a sud. Un altro scempio impunito.

Sarà un caso, ma sul quotidiano La Repubblica del 30 agosto sulla cronaca di Napoli leggiamo un articolo “Scavi di Oplonti i tesori dimenticati, nella villa di Poppea degrado ed incuria: mosaici divelti e decorazioni rovinate”. L’articolo descrive così accuratamente il sito di Oplonti che ci viene naturale fare il raffronto con quanto visto a Paestum: incuria, abbandono e indolenza.

Considerazioni finali:

1) Paestum ci ha delusi e rattristati per l’organizzazione, l’incuria, la cattiva gestione, la scarsa iniziativa turistica; un brutto biglietto da visita per i tanti turisti che ogni anno accorrono in visita. Ancora una volta il confronto con gli altri Paesi europei in tema di turismo ci classifica perdenti su tutti i fronti.

2) Non prendete l’audioguida perché è di scarso valore descrittivo, tra l’altro la batteria dura poco e vi abbandonerà a metà percorso; prima di partire procuratevi una buona guida con annessa pianta del sito avrete maggiori soddisfazioni, se poi la fortuna vi assiste e riuscite a organizzare una visita guidata tanto meglio.

3) Visitate prima il museo (è compreso nel biglietto d’ingresso) e poi gli scavi, apprezzerete meglio la bellezza e la ricchezza dei reperti raccolti, l’amarezza per l’incuria e il degrado degli scavi sarà più tenue.

4) Visitate il sito www.infopaestum.it per le informazioni riguardanti gli orari di apertura degli scavi e del museo.

Un saluto da una Turista per caso

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