La meravigliosa fioritura di primavera nel nord ovest del Sudafrica
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Un consiglio a chiunque programma viaggi da queste parti: non perdete assolutamente una visita al Namakwa Park e alla laguna di Langebaan. Nel periodo che va all’incirca dal 20 agosto alla fine di settembre queste due mete ingiustamente sottovalutate valgono da sole un viaggio in Sudafrica.
KGALAGADI GEMSBOK TRANSFRONTIER PARK
Il Kgalagadi Transfrontier Park è situato all’estremo Nord Ovest del Sudafrica ed è un parco transfrontaliero. Parte del suo territorio è in Sudafrica, parte in Namibia e parte in Botswana.
Entro nel Kgalagadi (che molti conoscono come Kalahari) da Twee Rivieren, il gate principale in territorio sudafricano. L’impatto con paesaggi di dune rosse e arbusti secchi che proiettano ombre nere sulla sabbia colore arancio intenso e rosso si ha già lungo la strada oggi asfaltata che da Upington, distante 250 km, porta all’ingresso del parco. Traffico inesistente: in questi 250 km avrò incrociato sì e no 10 veicoli.
All’entrata nel parco mi registrano, si accertano che non voglia sconfinare in Botswana o in Namibia, e prenoto un cottage per la sera. Poi mi avvio con la macchina noleggiata (una normalissima berlina a due ruote motrici) lungo la strada sterrata che si inoltra tra le dune. Faccio prima il tratto che va verso il campo di Mata Mata (3 ore circa), pensando di fare poi quello che va verso Nossob (4 ore). Le strade sono di ghiaia e sabbia, ma anche con una macchina normale basta fare un po’ di attenzione e non ci sono problemi. Strade… beh, in realtà sono dei percorsi scavati lungo il letto asciutto dei fiumi Auob e Nossob.
Il parco è in zona desertica. Sembrerebbe un ambiente ostile a causa delle temperature e della scarsezza d’acqua, ma malgrado ciò è abitato da un gran numero di specie animali. Lungo il percorso, guardando tra le dune rosse che già di per sé costituiscono uno spettacolo (ricordano molto i paesaggi della Namibia), si vedono molte antilopi (springbok o antilopi saltanti, orici, eland, kudu), uccelli (falchi, otarde, aquile, serpentari, diversi tipi di ghiandaie e passeracei), i simpaticissimi suricati, sciacalli, gnu. Più difficile avvistare i predatori, ma alla fine incontrerò i ghepardi (loro li chiamano cheetah) e leopardi che si aggirano tra le dune. Niente da fare invece per vedere i leoni del Kalahari dalla criniera nera, pur avendoci provato anche con un tour alle 6 di mattina. Secondo le guide, c’era troppo vento che invoglia gli animali a restare rintanati. A proposito, mentre di giorno ci sono 30 gradi, al mattino presto c’erano zero gradi. Essendo arrivato io alla jeep con una disinvolta camicia di jeans e basta, le guide dopo avermi guardato con compassione mi hanno gettato due coperte che si riveleranno essenziali per la sopravvivenza nelle prime due-tre ore del tour guidato.
Tra gli animali, colpisce l’eleganza degli orici dalle lunghe corna (in afrikaans “gemsbok”, da cui il nome del parco), la bellezza degli springbok o antilopi saltanti, la meticolosità dei leopardi che cercano prede scrutando tra le dune rosse e la pervicacia degli uccelli serpentari che si fanno anche 20-25 km al giorno camminando tra le sterpaglie e la sabbia in cerca di serpentelli di cui sono ghiotti.
SPRINGBOK E LA GOEGAP NATURE RESERVE
Lascio il Kgalagadi Transfrontier Park con negli occhi le splendide immagini del deserto di dune rosse e degli animali che lo abitano. Prossima tappa Springbok, nel North-West. La città ha preso il nome dalle antilopi saltanti che vivono qui in gran numero. Siamo nella regione chiamata Namakwaland: avevo letto sulla guida che questo lì è il periodo della fioritura primaverile. Bene, uno se non ci va non ci crede. Dappertutto è un’esplosione di fiori gialli, arancione, bianchi e rossi. Non sto parlando dei giardini degli abitanti di Springbok, Nababeep e della zona: parlo delle colline e delle valli tutt’attorno che ne sono completamente tappezzate.
Alla periferia di Springbok c’è la Goegap Nature Reserve. Vale la pena di andarci. Tra vallate in fiore, campi di quiver tree (alberi faretra) e gole di montagna, si individuano facilmente orici, springbok e zebre che pascolano tranquilli tra macchie di campi fioriti.
IL NAMAKWA NATIONAL PARK
Da Springbok proseguo verso Sud per la N 7, che è la Cape Namibia Route. Arrivo a Kamieskroon, un delizioso paesino tra colline ammantate di fiori. Secondo la guida qui ci dovrebbe essere l’entrata del Namakwa Park. Sì, c’è, ma sul percorso della N 7 si guardano bene dal segnalarla, così troverò l’entrata solo dopo avere fatto un po’ di giri a vuoto. Per chi ci dovesse andare: bisogna entrare in Kamieskroon e al primo incrocio a T girare a sinistra verso il Kamieskroon Hotel. L’entrata del parco è 23 km più avanti, dopo un tratto di sterrato abbastanza impegnativo ma percorribile anche con una macchina normale.
Già da quando si inizia il tratto sterrato, per non parlare poi di quando si arriva al parco, lo spettacolo è meraviglioso. Distese di fiori multicolori a perdita d’occhio. Gazanie arancione (in prevalenza), ma anche margherite, primule, fiordalisi, persino fiori che somigliano ai pani degli alpini e alle stelle alpine.
Il percorso circolare di soli 9 km che dall’ingresso del parco conduce verso le colline circostanti è semplicemente stupefacente. Si potrebbe fare in 20 minuti, ma sfido chiunque a farlo in meno di 2-3 ore a causa dell’infinità di volte che vi fermerete a scattare una fotografia. Oppure a stropicciarvi gli occhi o a darvi dei pizzicotti per confermare che siete su questo mondo e non in paradiso. Dico ciò perché il commento di molti al termine di questo giro era: ma abbiamo avuto un anticipo di paradiso?
Due consigli: non usate filtri polarizzatori o altre diavolerie simili per le foto. Non è affatto necessario, e con ogni probabilità rovinereste i toni dei colori. Secondo: non toccate e non raccogliete i fiori. E’ proibito, ma sono certo che il rispetto per un luogo così bello non invoglierà comunque nessuno a farlo.
Mi fermo alla sera a dormire al Kamieskroon Hotel con negli occhi le incredibili immagini delle vallate tappezzate di giallo e arancione. Il gentilissimo proprietario dell’hotel dopo cena invita tutti i clienti ad una proiezione di diapositive sullo sviluppo della fioritura. Belle foto, e belle musiche di sottofondo.
In una foto delle vallate fiorite del Namakwa ci sono anch’io. Sono sicuro che se deciderete di visitare questo parco, al mattino dopo, come me, non vorreste mai andare via. Ma altre tappe (e un aereo per tornare a casa) mi aspettano.
LANGEBAAN E IL WEST COAST PARK
Dal Namakwa a malincuore si riparte verso sud lungo la Cape Namibia Route. La strada ha lunghi tratti panoramici. Tra gole, laghi, fiumi, archi di roccia, vigneti in germoglio e macchie di pascoli fioriti, punto verso Langebaan e il West Coast Atlantic Park. Interessante una sosta preliminare a Velddriff, dove si possono vedere i fenicotteri nella laguna e dove, soprattutto, si produce il bokkom, cioè pesce dell’Atlantico salato ed essiccato. Ricorda un po’ le sarde che qui dalle mie parti fanno a Monte Isola sul lago d’Iseo. Questi qui sono più grossi ma altrettanto buoni. Una visita a uno stabilimento di essiccazione vale la pena. L’assaggio del pesce è di solito compreso.
Il West Coast Park ha due ingressi, uno sulla N 7 e uno 7 km a nord di Langebaan. Opto per quest’ultimo e mai scelta si rivelò più azzeccata. Entrate da questo ingresso, non da quello sulla N 7 che è un normale cancello con botteghino. Il gate è sulla strada parallela alla laguna, immerso in un’esplosione di fiori multicolori. Dietro i fiori appaiono in un eccezionale contrasto le acque celesti della laguna di Langebaan. Un altro spettacolo che lascia senza respiro. Guardare le foto. Nel parco ci sono diversi viewpoints che offrono panorami spettacolari sulla baia e diversi punti di osservazione per gli uccelli. Ci sono anche fenicotteri e pellicani, che però oggi hanno deciso di tenersi alla larga dalla costa e appaiono solo come delle sagome puntiformi bianche e rosa. Ho uno zoom che arriva fino a 200 mm, qui ci voleva almeno un 400, o meglio ancora un 1000 per fare delle foto che hanno un senso. Ma a parte questo, lo scenario delle acque turchesi della baia circondate da prati e colline fiorite è uno spettacolo dappertutto.
La visita del parco prosegue lasciando la baia di Langebaan e continuando a Nord verso la collina del Postberg. Altri spettacoli di fioritura entusiasmanti, con contorno di orici, zebre, springbok e bontebok che pascolano in libertà. Il bontebok è un’antilope che non avevo ancora visto, nemmeno nei grandi parchi del Sud e dell’Est. E’ piuttosto aggressiva: una troupe di fotografi professionali che cerca di avvicinarsi rischia di essere presa a cornate da un maschio di bontebok geloso delle sue due femmine.
Le dune delle colline del Postberg sono di sabbia bianchissima. Tanto era rossa la sabbia del Kalahari, tanto è bianca la sabbia della costa atlantica. Dietro le dune di spiaggia bianca, circondate dalle solite stupende fioriture, si apre la stupenda Atlantic Bay.
Prima di lasciare Langebaan, visto che gli occhi hanno avuto molto ma lo stomaco poco, prenoto un tavolo al Die Strandloper, un famoso ristorante all’aperto con tavoli sulla spiaggia. E’ aperto a mezzogiorno al mercoledì, al sabato e alla domenica. Lo staff prepara una pantagruelica grigliata di aragoste (“clayfish”), oppure se uno vuole si fa una memorabile scorpacciate di seafood vario. Un altro posto da non dimenticare.
RITORNO A CAPETOWN
Ritorno a Capetown domenica 8 settembre. Miracolo: Table Rock è sgombra da nubi! Ho l’aereo alle 6 del pomeriggio, così faccio a tempo a prendere la funivia e salire sulla Table Mountain. Altri panorami indimenticabili. Ma l’immagine che mi rimane più impressa di questa visita sulla montagna che sovrasta Città del Capo è quella di due ragazzi che si abbracciano tra le nuvole. E’ l’ultima foto. Chissà perché, mi sembra l’immagine che mi sembra più adatta a riassumere i contenuti di questo viaggio meraviglioso.