Berlino, una città incantevole
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Domenica 27 maggio
Partenza da Roma Fiumicino con il volo EasyJet 4985 delle ore 7:40. Abbiamo raggiunto l’aeroporto con la nostra automobile che lasciamo in custodia ad un addetto del Parking Fiumicino al prezzo di € 15,00 per quattro giorni, avendo usufruito di una promozione on-line (oltretutto l’addetto ha ritirato l’auto davanti al Terminal partenze e lì ce l’ha riconsegnata, tipo taxi, comodissimo). Il volo parte in orario ed atterra a Berlino Schoenefeld alle ore 9:30. L’aeroporto è ben collegato con il centro della città. Noi prendiamo la linea S9 (la lettera S identifica le linee di superficie), scendiamo alla fermata Frankfurter Allee, prendiamo la U5 (la U identifica le linee sotterranee) fino ad Alexander Platz e di lì, infine, la linea U2 fino alla fermata Spittelmarkt. Già in aeroporto, abbiamo acquistato la Berlin Welcome Card 72 ore al prezzo di € 26,00 che ci consentirà l’uso illimitato dei mezzi pubblici nell’arco della sua validità, decorrente dal momento della prima vidimazione. Ritengo che sia indispensabile, considerate le distanze da coprire in città. Alle 11:30 circa siamo in albergo, il Best Western “Hotel am Spittelmarkt” in Neue Grunstrasse 28 (siamo nel “Mitte” , cioè il centro) a due passi dalla fermata della metro U2. L’hotel è tutto bianco, i suoi corridoi sembrano quasi corsie d’ospedale, le camere essenziali, ma la qualità BW non ci deluderà: è tutto pulitissimo, bagni nuovi, colazione fantastica.
Ci riposiamo un po’, ma presto siamo di nuovo alla fermata della metro U2: scendiamo a Postdamer Platz e ci troviamo subito in una atmosfera da grande metropoli. La piazza è il simbolo della rinascita di Berlino, grattacieli, edifici in vetro, centri commerciali sono sorti su quella che, dopo gli anni della guerra e nel sofferto successivo periodo della Guerra Fredda, si era ridotta ad una landa desolata dopo i fasti degli anni Venti del Novecento, quando era la zona più viva della città.
La piazza è delimitata dall’edificio della Bahnof Postdamer Platz e ospita in questi giorni una festa della comunità turca che offre i prodotti tipici del suo artigianato e l’immancabile kebab. Rimango colpita dalla mole del grattacielo sede degli uffici Daimler-Chrysler e dal grattacielo di 26 piani delle DB, cioè delle Ferrovie Tedesche. E ancora più stupita, ammiro il complesso del Sony Center, è vero, molto simile ad un centro commerciale, ma di impatto visivo impressionante, con una piazza centrale ricoperta da un tetto di vetro a forma di tenda sostenuto da cavi di acciaio che si dipartono come raggi di una ruota di bicicletta. Il Sony Center ospita il Film Museum, viaggio multimediale attraverso la storia del cinema tedesco e diversi locali sempre molto frequentati.
E’ nostra intenzione ora dirigerci verso la porta di Brandeburgo e, girando intorno al Sony, ci ritroviamo su Postdamer Strasse e di lì a poco, costeggiando il fianco del grande parco Tiegarten, di fronte al “Monumento alle vittime ebree in Europa”, più noto come “Holocaust-Mahnmal”, a ricordo appunto delle vittime dell’Olocausto. Sorge più o meno sul luogo dove era il bunker di Hitler, distrutto completamente dopo la guerra: è un luogo molto suggestivo, formato da 2711 blocchi di cemento scuro, simili ad altrettanti sarcofagi, che non ha bisogno di commenti o di didascalie per colpire la coscienza.
Lasciato il Mahnmal, lungo Ebertstrasse si intravvede il fianco della Porta di Brandeburgo e attraversatala, siamo in Pariser Platz. Devo dire che la Porta mi ha un po’ deluso, me l’aspettavo più imponente, ma capisco però l’importanza che ha per i Berlinesi, visto che si trovò ad essere coperta dal muro e che è stato il primo monumento che la popolazione ha attraversato il giorno della sua caduta. Infatti, all’interno del propileo di sinistra, si trova la cosiddetta Camera del Silenzio, un luogo di raccoglimento per non dimenticare che qui la sera del 30 gennaio 1933 Hitler organizzò una fiaccolata per autocelebrarsi e che il luogo rimase di monopolio nazista fino al 1° maggio 1945 quando i soldati dell’Armata Rossa vi issarono la bandiera sovietica.
Diamo uno sguardo alla Pariser Platz, anch’essa frutto della ricostruzione, dopo essere stata terra di nessuno e tagliata dal Muro: vi si affacciano ora il lussuoso Hotel Adlon, l’Ambasciata degli Stati Uniti, l’Akademie der Kunste, l’Ambasciata di Francia. Nota negativa: di fronte alla Porta, che comunque non si riesce ad ammirare completamente per il gran flusso di gente, stazionano le comparse vestite da soldati russi ed americani che attirano i turisti per le foto: penso ai falsi gladiatori del Colosseo, ogni mondo è paese.
Ci accorgiamo che è ora di mangiare qualcosa e, oltretutto, fa anche molto caldo. Ci fermiamo all’imbocco dell’Unter den Linden, il Viale dei Tigli, e mangiamo il classico panino con wurstel in un piccolo locale chiamato “Bacher Wiedemann”. Niente di speciale, ma qualcosa sotto i denti bisognava pur mettere: € 12,00 in due per il panino e una bibita.
Usciti dal locale, sulla destra della Porta, già si intravvede la mole del Reichstag, il Parlamento tedesco che fa parte del Band des Bundes (Nastro dello Stato Federale), un gruppo di imponenti edifici in vetro e cemento che collegano sopra la Sprea (il fiume di Berlino) Berlino Ovest e Berlino Est. Ci informiamo come si fa per visitare la famosa cupola di vetro che da qualche anno è diventata il simbolo di questo edificio: dobbiamo fare una richiesta per e-mail (kuppelbesuch@bundstag.de) specificando il numero delle persone interessate. Ci fisseranno un appuntamento per mercoledì 30 alle ore 15:30.
Attraversiamo Platz der Republik per riposarci un po’ nel parco dove si affaccia il Bundskanzleramt, ossia la sede di Angela Merkel, un lungo edificio bianco. Nel parco si può vedere anche l’Haus der Kulture der Welt, la Casa delle Culture del Mondo, una costruzione molto singolare, chiamata anche l’Ostrica incinta, per la sua forma. Mentre siamo seduti sulle panchine del parco, ci capita di sentire il concerto di campane che si tiene ogni domenica alle 15:00 da una torre adiacente.
Nel viale di fronte alla Casa delle Culture c’è la fermata dell’autobus n. 100: lo prendiamo e scendiamo a metà di Unter den Linden: possiamo così visitare la cattedrale di Santa Edwige su Bebelplatz, su cui si affaccia anche un edificio della Humboldt Universitat che ospita la facoltà di Giurisprudenza. Ritornati su Unter den Linden, visitiamo un altro luogo di grande emozione: la Neue Wache, antico posto di guardia delle sentinelle e oggi trasformata in un toccante monito contro la guerra. La suggestione deriva dal fatto che l’interno è completamente vuoto, tranne che per la “Pietà”, una statua raffigurante una madre con in grembo il figlio morto. Vi sono tumulati resti di soldati ignoti e urne contenenti la terra proveniente da vari campi di concentramento. Anche in questo caso, il messaggio è di grande intensità, non necessitano ulteriori parole.
Siamo molto stanchi, anche in considerazione della levataccia mattutina, ma l’ansia di vedere è tanta: aggirando così la cattedrale di St. Hedwigs, ci dirigiamo verso Gendarmarkt, per me la piazza più bella che ho visto a Berlino. Il grande spazio, inserito in un elegante punto del Mitte, è come una quinta teatrale su cui si affacciano, al centro, la Konzerthaus Berlin, splendida sala per concerti che si può sbirciare da una vetrata, e le due chiese gemelle chiamate Deutsche Dom a sinistra, e Franzosischer Dom a destra. Mentre discutiamo su come rientrare in albergo, ci accorgiamo che su Franzosischestrasse si apre il negozio della cioccolata “Ritter”: che non si entra? Meraviglia, un intero negozio di cioccolata, scaffalature, cesti, pile di tavolette dovunque, anche di gusti non commercializzati in Italia e un bancone con rubinetti che danno cioccolata “alla spina” a volontà per confezionare sul momento il gusto desiderato dal cliente.
Tutti soddisfatti per gli acquisti, e avendo individuato un ristorante per la cena, prenotiamo e decidiamo di riposarci prima un po’ in albergo. Ci avventuriamo a piedi lungo il viale Leipzigestrasse.
Dobbiamo ritornare a Charlottenstrasse n. 57 per la cena, ma stavolta prendiamo la metro U2 a Spitterlmarkt che, in due fermate, ci porta alla fermata Stadmitte: il ristorante, della catena Maredo (cucina sudamericana, ma di ottima qualità), è proprio di fronte. Una buona cena in un ambiente gradevole e con personale gentile: il conto si aggira sui 18,00 euro a persona. A questo punto, siamo veramente stanchi e, ripresa la metro U2, in breve ci ritroviamo a nanna.
Lunedì 28 maggio
Anche oggi è una splendida giornata di sole: alle 9:30 siamo fuori dell’albergo dopo una colazione indescrivibile e prendiamo la solita linea U2 scendendo ad Alexander Platz. La piazza non è propriamente attraente: è netta qui la percezione che gli edifici sono stati costruiti durante la Ddr, sono di diversa fattura rispetto a quelli visti in altre parti della città. L’impressione che ho avuto è che la piazza debba ancora darsi una propria identità, per il momento è sicuramente un importante snodo per varie linee di metro e di tram (ci sono binari ovunque): parecchie volte capita di doverci transitare durante il soggiorno, se non altro perché ospita anche la stazione della S9 per l’aeroporto, nonché altre linee S fondamentali per gli spostamenti del turista. Comunque, appena usciti dalla metro, la prima cosa che ci appare davanti è la Fernsehturm, alta 368 metri e simbolo della Germania dell’Est dal 1969. Sulla piazza si possono ammirare la Fontana dell’Amicizia, piena di murales, e l’orologio universale Urania, che segna l’ora delle principali città del mondo.
Oltrepassata la piazza, lungo Rathausstrasse ci dirigiamo verso la Marienkirche e passiamo di fronte al Rathaus, il Municipio Rosso (per i mattoni, non per il colore politico). La Marienkirche, gotica, è la parrocchiale più antica di Berlino, miracolosamente risparmiata dai bombardamenti: gradevole l’interno bianco, ospita l’affresco (ormai piuttosto illeggibile) della Totentanz “La Danza dei Morti” che racconta la decimazione della popolazione di Berlino durante la peste del 1480.
Bella la fontana di fronte alla chiesa: la “Fontana del Nettuno”.
Percorriamo Karl Liebknecht Strasse per raggiungere il Duomo, attraversando la Sprea, percorsa in continuazione dai battelli turistici. Il Duomo, la chiesa reale degli Hohenzollern, è una costruzione imponente, scenografica. Non possiamo visitarne l’interno perché è in corso una cerimonia religiosa: ci ritorneremo nel pomeriggio.
Perciò, girando sulla destra del Duomo, ci incamminiamo verso la famosa Museuminsel, l’“Isola dei Musei”, una specie di Isola Tiberina che ospita ben cinque importanti musei: Altes Museum, Alte Nationalgalerie, Pergamon Museum, Neues Museum e Bode Museum. Optiamo per la visita al solo Pergamon, sia per mancanza di tempo, sia perché è il Museo che accoglie opere particolari che non abbiamo mai avuto occasione di conoscere né lo potremo fare in altra maniera. Il biglietto è di € 12,00 comprensivo di audio guida in italiano. Il Museo è qualcosa di fantastico: la prima grande sala accoglie la ricostruzione dell’altare di Pergamo, di grande effetto per la sua imponenza. Nella sala di sinistra è ricostruito l’ingresso di un tempio dedicato ad Atena, la sua statua colossale e un mosaico pregevole. Nella sala di destra, invece, è ricostruita la grandiosa Porta del mercato di Mileto, e la facciata del tempio di Traiano. Oltrepassata questa sala, sono rimasta di stucco di fronte alla Porta di Ishtar, la famosa porta di Babilonia fatta di piastrelle blu smaltate, così come le pareti della Strada delle Processioni. Mi ha comunque interessato notevolmente anche la sezione dedicata all’arte islamica e ritengo che la visita a questo museo sia imperdibile, una volta arrivati a Berlino.
Usciamo tardi dal Pergamon, sono quasi le 14:00 e un certo languore si fa sentire, nonostante l’abbondante colazione. Ritorniamo verso Unter den Linden e al n. 2 ci fermiamo in un simpatico locale, il “Cafè im Zeughaus” per uno spuntino, al prezzo medio di € 10,00 a persona. Riprendiamo il cammino, è nostra intenzione visitare il Duomo: attraversiamo così il ponte sulla Sprea e l’ampio spazio verde del Lustgarden sul quale il Duomo si affaccia. Il biglietto di ingresso costa 4,00 euro, avendo usufruito dello sconto previsto dalla Berlin Welcome Card. L’interno è pomposo, l’altare scenografico, così come i sarcofagi eccessivamente decorati degli Hohenzollern; si può salire fino alla cupola e noi ovviamente lo facciamo: 267 scalini!!! Però il panorama sui principali monumenti di Berlino ci ripaga della fatica, che comunque risentirò fino al giorno dopo. Nella cripta, invece, sono custoditi i sarcofagi di tutti gli Hohenzollern: il luogo è, in realtà, un po’ lugubre.
Usciamo dal Duomo e decidiamo di dirigerci verso il Nikolaiviertel, ricostruzione di un antico quartiere di pescatori lungo la Sprea. Per arrivarci, attraversiamo Schlossplatz, un cantiere che occupa l’area su cui sorgeva il castello degli Hohenzollern: è uno spazio in attesa di una sistemazione definitiva, nel frattempo è un po’ squallido.
Anche se il Nikolaiviertel è artefatto, ha comunque un grande fascino, mi sembrava di camminare in qualche paesino del Sud Tirolo, con piccoli slarghi occupati da ristorantini, negozi artigianali e la bella facciata della Nikolaikirche, la più antica di Berlino (oggi adibita solo a spazio espositivo). Decidiamo che stasera si cenerà qui, in questo quartiere così diverso dal resto di Berlino, in un locale che ci hanno consigliato. Sul Muhlendamm, prendiamo l’autobus M48 che ci fermerà in Leipzigerstrasse, angolo Friedrichstrasse, per vedere il famoso Checkpoint Charlie, il principale punto di passaggio tra le due Berlino al tempo della Guerra Fredda, dove i carri armati sovietici e americani si fronteggiarono nell’ottobre 1961, poco prima della costruzione del Muro. Il luogo è, a mio avviso, allucinante: fatto apposta per i turisti, non riesce a trasmettere nulla della storia passata, invaso da negozietti e comparse in abiti militari in posa per le foto di rito. Prendiamo la metro U6 alla fermata Kochstrasse fino a Stadmitte, poi la solita U2 fino a Spittelmarkt, ci riposiamo un po’ in albergo e poi riprendiamo la stessa linea M48 su Leipzigerstrasse per ritornare in Poststrasse 28 e cenare al “Zur Gerichtslaube”, ospitato in un edificio antico con un bel cortile. Mangiamo bene, cucina tipica berlinese, spendendo circa 20,00 euro a persona.
Stasera dobbiamo andare sul Kurfusterdamm (Ku’damm) all’Hard Rock Cafè per comprare la famosa maglietta da collezione: ci risulterà un’impresa, il posto sembra irraggiungibile, saliamo e scendiamo da una metro all’altra, finché non ci appare all’improvviso. Il ritorno è ancora peggio, arriviamo in albergo quasi all’una, stanchi morti. Il bello è che, successivamente, scopriremo che il famoso autobus 100, che percorre il centro, arriva fino a Zoologischer Garten e che Kurfusterdamm è dietro l’angolo.
Martedì 29 maggio
Oggi andiamo a Potsdam, una deliziosa cittadina a 24 chilometri a sud-ovest di Berlino, famosa per il suo Parco, chiamato Park Sanssouci e per il castello e le altre costruzioni che il parco ospita. Ci si arriva in breve tempo con la linea S7 dalla stazione di Alexander Platz, attraversando la foresta di Grunewald, dovremmo fare capolinea direttamente alla fermata Sanssouci, dove una navetta porta all’interno dell’immenso parco. Ma arrivati alla fermata Wannesee, l’altoparlante ci avverte che bisogna scendere e aspettare un altro treno (sono le 10:30 e questa coincidenza è prevista alle 10:42). Il tempo oggi non è bello, minaccia pioggia. Abbiamo due possibilità: scendere alla Hauptbahnhof di Potsdam (la stazione centrale), o continuare fino a Potsdam-Sanssouci. Scegliamo di scendere alla stazione centrale e capiremo dopo che era meglio la seconda opzione. Da qui, con l’autobus 606 che attraversa Potsdam, arriviamo a Luisenplatz: l’autista ci consiglia di scendere qui e proseguire a piedi per un bel tratto, finché non troviamo l’ingresso del parco. Una bella camminata, se non altro l’aria è fresca e questo ci aiuta. Alla fine di un lungo viale, si vede finalmente la sagoma dello Schloss Sanssouci, voluto da Federico il Grande per il suo ritiro estivo (Sans souci = senza preoccupazioni). Il palazzo è in cima a una serie di terrazzamenti coltivati a vite, passione cara a Federico e il tutto è di grande impatto scenografico. Ci dirigiamo alla biglietteria, si può fare un biglietto unico per tutti i siti dislocati nel parco o singoli biglietti presso i luoghi che più possono interessare. Opteremo per visitare i soli interni dello Schloss, per mancanza di tempo, essendo arrivati piuttosto tardi sull’orario previsto e ci accontenteremo di ammirare le altre attrazioni dall’esterno. Alla biglietteria ci dicono che il primo ingresso disponibile è alle 14:30: a noi va bene, acquistiamo i biglietti al prezzo di 12,00 euro ciascuno.
Essendo ancora le 12:30, abbiamo il tempo di visitare l’Orangerie e la Chinesisches Haus (la Casa Cinese), deliziosa, con le sue statue dorate ritratte nell’atto di sorseggiare il tè, di danzare o suonare strumenti musicali.
Mangeremmo volentieri qualcosa, ma c’è un unico chiosco che prepara gli immancabili wurstel, e la fila ci scoraggia, anche perché si sta avvicinando l’orario della visita allo Schloss. Ci accontentiamo di un gelatone, mangeremo stasera.
La visita dello Schloss ci delude un po’: dura solo mezz’ora, per fortuna con l’audioguida in italiano, le sale visitabili sono poche anche se molto belle, decorate riccamente e di buon gusto (la Bibliothek, la Konzertsaal e la Marmorhalle, rivestita interamente da marmi bianchi di Carrara).
Continuiamo così la nostra passeggiata per gli immensi viali, costeggiati da fioriture, passiamo davanti alla Neue Kammen, un padiglione fatto costruire per gli ospiti che non potevano alloggiare nel corpo principale e, in lontananza, vediamo comparire la sagoma del Neues Palais, il Palazzo Nuovo, dalle dimensioni grandiose (200 stanze) che non possiamo visitare perché il martedì è chiuso.
Il palazzo mi piace molto, sormontato com’è tutt’intorno da 428 statue: è proprio l’apoteosi della potenza prussiana.
Girando intorno al palazzo, si incontrano i Communs, due edifici (ora in restauro) di stile neoclassico, destinati un tempo agli uffici della corte e, mi pare di aver capito, ora ad iniziative universitarie. Uscendo da questo lato del parco, possiamo prendere l’autobus 685 (lo stesso che avevamo notato all’interno del parco) e ritornare alla stazione centrale, prendere al volo un treno e sbarcare alla Hauptbahnhof (Stazione Centrale) di Berlino. La stazione mi appare eccezionale, tutta di vetro e strutture in acciaio.
Si è fatta quasi l’ora di cena, perciò rientriamo in albergo per una breve sosta ristoratrice e cambio d’abito, anche perché la temperatura è scesa e bisogna coprirsi un po’: per fortuna non è piovuto, anzi nel pomeriggio è uscito il sole.
Riprendiamo la metro U2 a Spittelmarkt, scendiamo a Stadmitte e ceniamo di nuovo da Maredo, non avendo trovato posto in un ristorante vicino che volevamo provare, Augustin. Si cena bene, sempre a prezzi molto contenuti.
Dopo cena, raggiungiamo Unter den Linden, prendiamo l’autobus 200 e scendiamo a Potsdamer Platz per vedere il Sony Center di notte: merita, con i suoi effetti speciali di luce che cambia colore in continuazione. Vorremmo fare un giretto ancora per il Mitte, ma fa veramente freddo e siamo stanchi. Ritorniamo in hotel comunque soddisfatti.
Mercoledì 30 maggio
È l’ultimo giorno di permanenza a Berlino: per fortuna, l’aereo partirà alle 21:40 e ciò ci consente di avere a disposizione l’intera giornata. Saldiamo il conto dell’albergo, € 309,00 (la nostra stanza è la n. 819) e lasciamo in deposito i bagagli che riprenderemo nel tardo pomeriggio. Essendo scaduta ormai la validità della Berlin Welcome Card, ci serviamo del biglietto giornaliero di 6,00 euro per avere libertà di movimento sui mezzi pubblici. Vogliamo visitare la Neue Synagoge che si trova nel quartiere di Scheunenviertel. Con la solita U2 da Spittelmarkt arriviamo ad Alexander Platz e con il tram M6 alla fermata Hachescher Markt. Attraversata la piazza, su Rosenthaler Strasse entriamo negli “Hachesche Hofe”, una serie di otto cortili collegati tra loro, di cui alcuni decorati con piastrelle stile Jugendstil: costituiscono una simpatica oasi di tranquillità che ospita negozi artigianali e qualche locale, oltre che abitazioni. Dall’ultimo, lo Hof VIII, si esce su Sophienstrasse, una bella strada con palazzi signorili, che mi ha ricordato alcuni angoli di Praga. Anche su questa via si apre una serie di cortili, seppure minori, i Sophienhofe e si affaccia la chiesa di Sophienkirche, una delle poche non danneggiate dalla guerra.
Piegando a destra, siamo su Orianenburgstrasse, dove è visibile l’Altes Judischer Friedhof, il più antico cimitero ebraico della città, trasformato in parco pubblico dai nazisti che, nel 1942, adibirono l’area a centro di smistamento degli Ebrei verso i campi di concentramento. Poco più avanti, al n. 28, entriamo nella sinagoga (biglietto 3,00 euro per i possessori della Berlin Welcome Card), non senza prima ammirare la bella cupola dorata in stile moresco-bizantino. Il tempio è adibito ora a spazio espositivo e vi si trovano testimonianze toccanti sulla sorte della comunità ebraica.
Decidiamo di arrivare ora fino a Charlottemburg, un altro grande complesso formato da immensi giardini, un palazzo barocco principale ed altre costruzioni sparse per il parco, appartenuto a Federico I e a sua moglie Sofia Carlotta. Prendiamo perciò la linea S2 in Orianenburgstrasse fino a Potsdamer Platz e da lì la U2 fino a Sophie-Charlotte Platz: velocemente percorriamo il lungo viale Schloss Strasse chiuso in fondo dalla mole dell’Altes Schloss in Spandauer Damm. Non abbiamo il tempo per visitare gli interni e ci accontentiamo di una breve passeggiata nei giardini, adibiti ora a parco pubblico: giusto il tempo di una foto davanti al laghetto e una visita al Mausoleo che ospita alcune sepolture degli Hohenzollern, tra cui quella del Kaiser Guglielmo I.
Su Spandauer Damm prendiamo l’autobus M45 che ci porta a Zoologischer Garten: la scelta è dettata dal fatto che vorremmo vedere la Gedachtniskirke, costruita in onore del Kaiser Guglielmo I e di cui rimane solo il campanile diroccato a monito dei danni causati dalla guerra: purtroppo lo troviamo “incartato” per i restauri. E’ ora di pranzo, ci facciamo convincere dall’insegna “Trattoria Italiana” (in realtà il ristorante si chiama “Ferris”) in Kurfusterdamm n. 237 e ovviamente mangiamo veramente male.
Riprendiamo l’autobus 100 a Zooligescher Garten perché dobbiamo presentarci alle 15:00 all’appuntamento per la visita alla cupola del Reichstag. L’autobus percorre tutto il Tiegarten, uno dei polmoni verdi di Berlino, passa davanti allo Schloss Bellevue, ora sede del Presidente tedesco e alla colonna “Siegessaule”, la Colonna della Vittoria, innalzata per commemorare le vittorie tedesche su Danimarca, Francia e Austria. Scendiamo alla fermata più vicina a Platz der Republik e poiché è ancora presto, facciamo il giro intorno all’edificio del Reichstag per ammirare meglio la “Marie-Elisabeth Luders-Haus” (la Biblioteca Parlamentare) e la “Paul Lobe-Haus” (dal nome dell’ultimo presidente democratico del Reichstag prima della salita di Hitler al potere, che ospita gli uffici delle commissioni parlamentari del Bundestag), uniti dal ponte sulla Sprea, gettato proprio sul punto dove correva il confine tra le due Berlino.
Sono le 15,30: è l’ora della visita alla cupola del Reichstag e ci presentiamo al bunker dell’accoglienza per la registrazione dei nostri documenti e l’espletamento di tutte le formalità necessarie per accedere all’interno dell’edificio, esattamente come per il check-in in aeroporto. La visita è completamente gratuita: ci vengono fornite le audio guide in italiano e veniamo letteralmente “stipati” in un ascensore da un addetto dai modi molto sbrigativi. Il percorso di visita è notevole, l’audioguida inizia a parlare appena il nostro piede tocca la prima rampa e spiega tutto in maniera fantastica, indica perfettamente tutti i monumenti che si vedono man mano che la rampa sale e, nel frattempo, fornisce anche notizie di carattere storico-politico nonché informazioni sulle tecniche di costruzione della cupola. La visita dura circa un’ora tra la salita fino al punto più alto e la ridiscesa: non si può lasciare Berlino senza aver provato questa esperienza.
Riprendiamo l’autobus 100 e scendiamo sull’Unter den Linden per andare ai Magazzini Lafayette in Friedrichstrasse. L’interno mi delude un po’, nonostante la bella cupola di vetro e un buon bistrò.
Si è fatta l’ora di tornare in albergo per ritirare il nostro bagaglio ed avviarci così verso l’aeroporto. Alle 18:30 siamo ad Alexander Platz, prendiamo la U5 fino a Frankfurt Allee ed infine la S9 per Schoenefeld. Mangiamo un gelato prima di avviarci al check-in: il volo Easy Jet 4988 decolla alle ore 21:40 e atterra alle ore 23:40, in perfetto orario, all’aeroporto di Fiumicino. Avvertiamo il Parking Fiumicino del nostro arrivo, l’addetto ci riconsegna l’auto e, un po’ stanchi, ma pienamente soddisfatti della nostra vacanza, ci dirigiamo verso casa.