Lanzarote, un paradiso inaspettato

Un'isola all'apparenza inospitale si è rivelata un vero paradiso
Scritto da: red66
lanzarote, un paradiso inaspettato
Partenza il: 01/09/2012
Ritorno il: 08/09/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Quest’anno io e mio marito, una coppia di quarantenni, abbiamo scelto Lanzarote come meta della nostra settimana di vacanza prenotando il viaggio con “volare quasi gratis” una settimana prima della partenza. Lo sconto indicato di circa il 50%, il volo diretto da Bologna ad Arrecife e la partenza di sabato ci hanno convinto!!

Come altre volte la prima cosa che ho fatto dopo avere prenotato è stata quella di leggere le esperienze di chi prima di noi aveva già fatto questo viaggio e quindi mi sento di potere ora dare anch’io qualche indicazione.

  • Volo Ryan Air da Bologna diretto a Lanzarote – circa 4 ore di volo. Puntuale e … beh ryan!!
  • Abbiamo prenotato, oltre al volo, anche un appartamento nel residence THB FLORA a PUERTO DEL CARMEN. Scelta buona. L’appartamento era pulito, grande per due persone, anche se la zona notte aveva il mobilio un po’ datato: noi eravamo alloggiati nella parte “tranquilla” del residence al di là della strada rispetto alla reception e devo dire che è stato perfetto perché non eravamo disturbati da nulla, perché l’animazione e il bar erano dalla parte opposta. La piscina dalla nostra parte era molto tranquilla, frequentata soprattutto da inglesi e tedeschi. Noi in appartamento abbiamo fatto sempre e solo la prima colazione quindi non vi so dire come erano le stoviglie o i fuochi!! Il residence non è comodo per la spiaggia se non avete una macchina.
  • Puerto del Carmen è stata un’ottima scelta perché meno ventilata rispetto a Costa Teguise (che abbiamo visitato) e piena davvero di attrazioni, spiagge bellissime, tantissimi locali in cui cenare o passare la serata per tutte le tasche, tanti negozi da vedere e un porto molto caratteristico. Inoltre è molto centrale se si vuole, come noi, alternare la vita da spiaggia con quella del turista curioso.
  • Abbiamo noleggiato un’auto direttamente all’aeroporto. Mi raccomando andate da Autoreisen, parlano solo spagnolo ma si fanno capire benissimo e hanno i prezzi migliori di tutti. Per una auto della seconda categoria (la prima era terminata), una chevrolet avio abbiamo speso 83 Euro per una settimana tutto compreso
  • La benzina qui è un sogno! L’abbiamo pagata 1,19 Euro il litro! La macchina la consegnano con il serbatoio a metà e deve essere riportata allo stesso modo.
  • Mangiare … che dire! Per chi come me viene da Bologna economicamente sembrava il paradiso! Ci sono locali per tutte le tasche, dai ristoranti indiani e cinesi con “all you can eat” sui 6/7 Euro a testa, ai locali spagnoli con tapas a partire da 3-4 Euro, ai locali di carne dai 10-12 Euro, quelli di pesce sui 15 Euro a testa !! insomma ce n’è per tutti i gusti!
  • Clima, la prima settimana di settembre di giorno c’erano 30-32 °C mentre alla sera scendeva sui 23-25°C … non male!! Abbiamo avuto solo due giornate di vento. La temperatura dell’oceano era perfetta, io sono un po’ freddolosa, ma ho fatto bagni in diverse spiagge e tutti i giorni!

Ecco, in breve, il nostro itinerario!

Sabato 1 settembre

Arrivo puntuale all’aeroporto, abbiamo noleggiato la macchine e con questa siamo arrivati in albergo a Puerto del Carmen.

Giretto orientativo ed acquisto in un market di acqua per riempire il frigo e del necessario per la prima colazione che abbiamo deciso di consumare in appartamento. La cifra richiesta dal residente è di 6 Euro a testa al giorno. Attenzione in questo albergo 3 stelle c’è la TV ma occorre “noleggiarla” per una settimana, come pure il fon se non lo portate da casa.

Pranzo sul lungo mare con Fish and chips! Molto inglese e poi pomeriggio in piscina a riposare.

Cena, come consigliato da un precedente TPC, da “El fondeadero” che si trova tra Costa Teguise e Arrecife, in località Las Caletas. Abbiamo ordinato una entrata con gamberetti e funghi buona, poi polito alla vinagrette (aceto) non male e un calamaro che sembrava di gomma alla vista e che non era proprio mangiabile. Abbiamo terminato con il dolce povero e tipico delle canarie che si chiama Goffio non male davvero.

Giretto serale a Costa Teguise e poi rientro in camera

La stanza non ha l’aria condizionata ma sono convinta che non serva neppure in estate perché soffia sempre una deliziosa arietta.

Domenica 2 settembre

Sveglia prestino anche perché con un’ora di differenza è facile! Facciamo colazione e poi direzione Teguise. Abbiamo letto che è un paesino vecchio che ha resistito all’ultima calata lavica e che la domenica mattina ospita un mercato molto tipico e così non abbiamo resistito. Siamo arrivati prima dell’ondata di turisti che verso le dieci vengono scaricati dai pullman che fanno i giri organizzati e quindi ci siamo proprio goduti l’atmosfera particolare del posto. L’aria è frizzante ma anche decisamente piacevole. Le bancarelle si alternano una dopo l’altra mostrando ora oggetti di artigianato locale, ora monili di lava, ora abbigliamento un po’ cinese, poi ci sono angoli con cibo inglese, tedesco, qualche cosa di locale.

I prezzi sono davvero competitivi e scopriremo che sono più bassi di tutti i negozietti dell’isola. A pranzo ci prendiamo delle biscette fritte e buone, si tratta di pasta dolce, fritta al momento e cosparsa di zucchero o zucchero a velo a seconda del banchetto in cui si acquista e anche la lunghezza varia da qualche centimetro a circa 15!

Tappa successiva Jameos del Agua, la strada che percorriamo è bella, ben tenuta, le indicazioni stradali per le tappe fondamentali dell’isola sono sufficienti e chiare ma se ci si vuole addentrare in stradine più piccole e un po’ fuori dal normale circuito mancano del tutto. Eravamo a conoscenza che il prezzo di ingresso sarebbe stato sugli 8 Euro ma come tanti turisti abbiamo optato per un biglietto cumulativo a 30 Euro che ci ha permesso di visitare tante cose sull’isola.

Il Jameo fa parte del “Tunnel dell’Atlantide”, un sistema di caverne e gallerie create dalla lava nel suo scorrere verso il mare. È parte di un tubo vulcanico, una “bolla” il cui tetto in alcuni punti è crollato a causa della pressione dei gas vulcanici, dando luogo a delle cavità a cielo aperto. Un artista del luogo Cesar Manrique, nel suo piano per valorizzare e allo stesso tempo preservare le bellezze di Lanzarote, ha reso questo luogo di grande impatto visivo, inserendo in modo non invasivo un giardino subtropicale, una piscina decorativa (non balneabile), un auditorium. Nel punto del tunnel coperto dalla volta vulcanica c’è un lago, buio e poco profondo, in cui vivono tanti piccoli granchi albini, ciechi a causa dell’oscurità, ed è proprio questo granchietto il simbolo del posto. Ci siamo fermati a riposare un poco al fresco di questo ambiente che risulta molto rilassante anche grazie alla musica particolare che fa da sottofondo. C’è anche un ristorante che serve delle tapas ma noi non si siamo fermati. All’uscita abbiamo fatto alcune foto perché il paesaggio è davvero desolante, tutto piatto, non ci sono alberi, cespugli, nulla, battuto dal forte vento. E’ strano come un’isola sulla carta così inospitale, senza sorgenti d’acqua, ricoperta per ¾ da materiale lavico sia in realtà un vero gioiello di bellezza!

Seconda tappa, quasi obbligata perché si trova a pochissimi km è la Cueva de los Verdes.

E’ una galleria scavata dal fiume di lava dove è possibile vedere sulle pareti i diversi livelli raggiunti dal liquido incandescente e si osservano chiaramente le gocce solidificate. Il percorso guidato (spiegazione in inglese e spagnolo) è lungo circa un km (il tunnel è lungo circa 6km, ma la seconda parte non è visitabile), a noi non è piaciuta per nulla. Dopo avere visto i colori delle grotte di Frasassi, la grandezza di quelle di Postumia, beh questo devo dire che è un buco nero lungo un km. Tuttavia abbiamo apprezzato come sia importante valorizzare anche il poco che si può avere. Di positivo c’è che era fresca e si percorre con grande tranquillità.

Da qui sempre con la nostra macchina ci siamo diretti al Mirador del Rio, prima però siamo arrivati fino alla punta estrema dell’Isola per fare un giretto a Orzola e vedere il mare molto mosso e la costa rocciosa. I paesini sono tutti molto simili, casette bianche rettangolari con le finestre blu o verdi, una strada principale con qualche locale dove mangiare e qualche albero e pianta molto rigogliosa nonostante la perenne siccità, curate con grande amore.

Il Mirador è una struttura semicircolare posta su un’alta scogliera, che ospita un ristorante dotato di vetrata con vista a 180 gradi su un bellissimo panorama. Proprio in fronte a noi l’isola de la Graciosa, divisa da Lanzarote dall’oceano che qui è molto stretto ed è per questo che si chiama “Rio”. Abbiamo fatto alcune foto e poi siamo ripartiti.

Abbiamo notato come diverse persone per non pagare il biglietto di ingresso (che per noi era compreso nel gruppo grande) si sono fatti una passeggiata di qualche centinaio di metri per vedere più o meno la stessa cosa. Manrique anche in questo caso ha proprio valorizzato con una opera molto bella un luogo di Lanzarote.

Eravamo un po’ stanchi e quindi ci siamo diretti verso Harìa che è un paese carino posto un po’ in alto. Abbiamo parcheggiato e ci siamo fermati in un locale tipico per una tapas, ci siamo presi una tortilla e un hamburger, il tutto circondati da una bella atmosfera un po’ manriquina perché alle pareti erano presenti delle frasi del famoso artista che qui è vissuto un po’.

Siamo scesi da Haria per arrivare poco dopo al Jardin de Cactus, anche questa un’opera di Manrique, racchiude in un teatro circolare tantissime piante di Cactus provenienti da tutto il mondo che fanno un bel contrasto con la terra lavica e quindi grigia. Domina il luogo un mulino a vento e naturalmente anche qui c’è un ristorante panoramico dove si possono gustare panini o piatti locali.

Alla sera abbiamo mangiato, non benissimo, in uno dei tanti locali spagnoli lungo l’avenida, ma non sempre a occhi chiusi si cena bene!!

Lunedì 3 settembre

Giornata dedicata alla tintarella. Dopo colazione abbiamo deciso di andare nella spiaggia di Puerto del Carmen che in parte è libera e in parte occupata da qualche fila di ombrelloni e lettini che noi abbiamo affittato per tutta la giornata a 11 Euro.

L’acqua è limpida, piena di pesci e ci siamo fatti il primo bagno nell’oceano.

In questa spiaggia ci sono anche le docce e quindi è molto comodo. Attenzione alla sabbia perché si scalda tantissimo e quindi dalle 11 in poi non è più possibile camminare scalzi!

Abbiamo pranzato con panini acquistati al supermercato e più tardi siamo rientrati in piscina per un momento di relax prima di cena.

Alla sera a cena abbiamo deciso di cambiare zona e di visitare il porto. Siamo andati al ristorante della compagnia dei pescatori la Tinosa. L’ambiente è bellissimo, tanti tavolini sul porto in una atmosfera bellissima. Abbiamo mangiato due piccole paelle e un piatto di frittura mista (che non è come la nostra ma comprende pesci più grandi da pulire) ottimi. Il tutto innaffiato con un ottimo vino per una cifra veramente ottima, sui 35 Euro in due!

Un giretto per il porto per “osservare” altri locali per le successive sere e poi a casa.

Martedì 4 settembre

Ancora mare ma questa volta andiamo verso Playa Blanca e Punta Papagaya. E’ piacevole girare per queste strade che attraversano il nulla, questa zona è tutta ricoperta da lava e in lontananza è spuntata la cittadina di Playa Blanca molto graziosa. Vediamo un cartello per la spiaggia del Papagayo e voltiamo ma poco dopo ci fanno deviare a causa di un incendio e non sappiamo più dove siamo diretti. Decidiamo di seguire una coppia davanti da noi che pare avere una cartina migliore della nostra. Sono stati bravissimi e ci hanno “portato” direttamente in questo parco protetto, in cui si entra dopo avere pagato 3 Euro. La strada è sterrata per arrivare ma uno sterrato buono. All’arrivo si ha subito un panorama bellissimo davanti agli occhi, qualcosa di meraviglioso, due spiagge visibili dall’alto e raggiungibili con una facile discesa a piedi. In alto c’è anche un punto di ristoro che non abbiamo frequentato perché avevamo con noi i panini e anche l’acqua. Siamo scesi nella spiaggia di destra (Mujeres) e visto che siamo arrivati prestino (alle dieci circa) non c’era ancora tanta gente e soprattutto la marea era molto bassa e questo ci ha dato la possibilità di visitare anche le spiagge vicine una delle quali di nudisti. Ci siamo poi sistemati nella prima perché più comoda, abbiamo fatto un bellissimo bagno e quando il sole ormai alto non concedeva più ombra ci siamo spostati prima nella caletta vicina e poi nella spiaggia del Papagayo dove ci sono i sassi per un altro bagno. Contenti e soddisfatti siamo tornati alla macchina per fare un giretto a Playa Blanca. Si tratta di una cittadina prettamente turistica ma molto curata e carina. Anche qui il lungo mare era pieno di negozietti e posticini dove fermarsi a mangiare qualcosa e così abbiamo fatto anche noi. Abbiamo preso delle Papas arrugadas che sono piccole patate del posto cotte con molto sale ed accompagnate da una salsa il Mojo che può essere verde, con olio ed erbette, bianca all’aglio oppure roja piccante e anche una specie di toast. Molto bello, davanti al mare e all’isola di Fuerteventura da cui arrivavano i traghetti. Eravamo indecisi se andare anche noi a sentire il prezzo per eventualmente organizzare una gita nei prossimi giorni ma la bellezza di Lanzarote e le tante cose da fare anche di qua ci hanno frenati dall’andare.

Alla sera abbiamo deciso di fare un giro a Arrecife, la cittadina più grande dell’isola, abbiamo visto in macchina il castello ma non ci siamo fermati perché i locali non ci ispiravano troppo e siamo tornati a Costa Teguise dove in una steak hause abbiamo preso piatti americani con una spesa molto ridotta (22 Euro!!) ma gustosi!! A Costa Teguise abbiamo dedotto che il vento soffia sempre ed è più freddo rispetto alla nostra zona e siamo stati soddisfatti di non averlo scelto come punto di partenza. Visto che l’aria non è calda e che la cittadina l’avevamo già vista siamo rientrati in camera un po’ prima del solito.

Mercoledì 5 settembre

Colazione e poi direzione Parque Nacional de Timanfaya dove avremmo visto la zona dei vulcani che hanno devastato l’isola nel 1600 per ultimo all’inizio del 1800 per 6 anni di seguito. La strada è indicata da simpatici diavoletti opera di Manrique che ti fanno arrivare diritto diritto alla biglietteria dove noi abbiamo fatto vedere il nostro pluribiglietto e abbiamo proseguito. Anche in questo caso siamo arrivati prima della massa e alle 9.30 eravamo già in un pullman di 50 posti che ci ha portati a fare un giro di circa 40’ nella zona dei vulcani. Visto che si tratta di un parco molto studiato dai vulcanologi non è possibile scendere e si devono fare le foto attraverso il finestrino del pullman. Questi autisti sono davvero bravi perché la strada è molto stretta a strapiombo sui vulcani e con strette curve … un po’ di timore l’avevo! Al rientro del giro, molto interessante anche se descritto solo in spagnolo, inglese e tedesco, siamo scesi per dirigersi in una zona dove fanno le dimostrazioni. Prima una guida (sempre in spagnolo) ci ha fatto vedere come a poco più di un metro sotto terra mettendo un po’ di paglia questa si accende in pochi attimi grazie al calore che il vulcano ancora emana. Poi ci ha mostrato l’effetto evaporazione, un tipo ha buttato un secchio di acqua in una specie di recipiente che ha un tubo che arriva a circa 10 metri sotto e dopo due secondi l’acqua ritorna in superficie sotto forma di vapore formando un gayser. Infine un’altra guida ci ha fatto sentire come i sassi a pochi centimetri dal suolo siano caldi.

La visita si conclude nel ristorante “El Diablo”. La griglia su cui cuociono polli e patate è appoggiata su una specie di “pozzo” e il cibo viene cotto con il calore naturale del vulcano, molto caratteristico. Anche questo è opera di Manrique che all’interno del ristorante ha posto delle “padelle” come lampadario decorativo.

Non abbiamo mangiato il polletto perché alle undici era comunque molto presto.

Siamo poi scesi dalla montagna del fuoco dalla parte opposta e ci siamo meravigliati dalla fila di macchine in attesa di entrare, noi siamo stati molto bravi con gli orari. Prima di uscire dal parco sulla sinistra c’è una costruzione bianca bassa che ospita il centro di ricerca, qui una zona è aperta al pubblico, c’è un “mirador” sulla lava, ci sono tante indicazioni scientifiche sulle eruzioni, immagini, cose interattive poi abbiamo assistito ad una simulazione dei rumori e immagini dell’eruzione dell’ottocento della durata di qualche minuto ed infine abbiamo assistito ad un filmato in lingua spagnola sulle eruzioni e sulla vita a Lanzarote. E’ stato molto interessante: volendo c’è anche la possibilità di fare del traking sulla lava, prenotando, ma noi non eravamo interessati. All’uscita siamo andati verso un piccolo paese sulla strada dove ci siamo fermati a prendere un panino e nell’unica piazzetta all’ombra ci siamo fermati a mangiare. Abbiamo trovato finalmente una chiesa aperta quella di San Roque, l’interno era ad una navata e mezzo con il soffitto con travi decorate in legno e tante decorazioni. Piccola ma carina, ma chissà a che ora aprono ? decidiamo di proseguire per la strada ed arriviamo al La Santa un paesino di pescatori con un piccolo porto che si affaccia sul mare al nord, oceano pieno di onde con serfisti al largo che si allenavano, molto bello. Il paesino mi è proprio piaciuto con le reti a nassa appoggiate alle case e anche un mucchietto di sale appoggiato ad un muretto sopra ad un sacco, sale ottenuto dal mare! Ci siamo fermati un po’ e abbiamo proseguito, sulla sinistra abbiamo ammirato un importante zona nuova in costruzione per ampliare un resort che già esiste e che diventerà bellissimo e pare un po’ di nicchia. Ci siamo diretti quindi verso Caleta Famara, nulla di chè e poi a spiaggia Famara. Bellissima. Una spiaggia lunga e larga di sabbia bianca con anche delle dune, un oceano molto blu e mosso, abbiamo messo i nostri teli in terra e siamo andati a fare il bagno con onde davvero bellissime. Dopo un paio di bagni e dopo avere osservato la marea montare molto velocemente, abbiamo ripreso la strada per i nostri giri.

Siamo arrivati nel centro ideale dell’isola dove Manrique ha costruito con botti e materiali di riciclo dei marinai il monumento al Campesino, bianco alto e stilizzato che domina l’incrocio. Ci siamo fermati a vedere il museo del campesino, cioè una ricostruzione di una tipica abitazione e piccolo centro del contadino dell’isola. Bello, bianco con un patio grande su cui si affacciano la riproduzione di vari negozi. Interessante.

Siamo tornati a casa attraversando La Geria, la zona viticola di Lanzarote. E’ veramente interessante vedere come i contadini del posto siano riusciti a fare crescere queste piante in un clima così secco. In pratica ogni piantina è affossata nella terra coperta di lapilli grigi e protetta da un meretto di lava per evitare il vento. Ogni pianta è poi irrigata singolarmente a goccia, il vero amore per la terra!

Dopo un po’ di relax in piscina, verso le nove siamo usciti per cena nella zona del porto.

Abbiamo scelto il primo ristorante della piazzetta perché era pieno di gente e quindi abbiamo pensato si mangiasse bene e non ci ha deluso, una ottima paella mista servita in modo molto raffinato per la modica cifra di 14 euro a testa + l’acqua!! Ci siamo poi fatti un giro in un’altra zona fino a vedere dei sommozzatori che facevano le immersioni notturne e siamo rientrati.

Giovedì 6 settembre

Oggi giornata dedicata al relax. Alla mattina ci siamo rilassati in piscina con un libro e un buon bagno e nel pomeriggio siamo andati verso la Famara dove siamo rimasti fino alle sette tra bagni, sole, bagni e parole crociate… Bellissimo!

Dopo una doccia e siamo andati alla Casa Roja, un bel ristorante sul porto a cena dove abbiamo mangiato dell’ottima carne con 22 Euro a testa in una atmosfera veramente romantica. Lo consigliamo.

Sulla cartina avevamo visto che a Porto del Carmen c’era anche la spiaggia del Pocillos che non avevamo visto e così siamo andati a vedere. La zona è decisamente molto più tranquilla e forse un po’ triste ma poi ci siamo fatti in macchina tutta l’Avenida lunghissima e piena di negozi e ristoranti… davvero impressionante!

Venerdì 7 settembre

Ultimo giorno sigh. Ci alziamo già tristi …. Ma dobbiamo goderci ugualmente questa giornata. Mattina in piscina, bagno lungo e rilassante e poi dopo il pranzo con il nostro “bocadillo” con salame siamo andati a vedere la Fondazione Manrique, in pratica la sua casa dove ha vissuto per 20 anni e che oggi ospita la sua Fondazione e una raccolta dei suoi quadri e di alcuni lavori di Picasso e Mirò di sua proprietà. La casa è veramente bellissima, si snoda su due livelli, il primo con ambienti grandi (erano le camere) con il pavimento in legno e ampie vetrate sul paesaggio lavico, una sala con un grande camino e due botole circolari da cui salgono due alberi e in una c’è una scala a chiocciola per scendere, e un’altra sala con una colata lavica suddivisa tra dentro e fuori da una vetrata che da una suggestione notevole. Si scende poi nella parte più bella. Manrique ha sfruttato delle bolle vulcaniche collegandolo con corridoi tra la lava in cui ha posto dei salottini molto suggestivi, la parte all’esterno è poi fantastica, un angolo protetto in parte dalla parete rocciosa dedicata alla grande sala da pranzo, un bellissimo forno, un barbecue e la piscina molto simile a quella vista al Jameos dove, protetto dal vento, passava il suo tempo libero. In tutta la casa poi ci sono dei suoi manufatti molto belli. All’esterno una parete con un murales dà colore ad una fontana e piante bellissime e una delle sue creazioni grandi che si muovono con il vento.

L’ingresso è costato 8 Euro ma ne è valsa la pena.

Ci siamo poi diretti ancora una volta alla spiaggia della Famara anche se era decisamente più ventilata, abbiamo fatto un paio di bagni con onde che superavano i due metri. Il forte vento però ci ha impedito di restare molto e alle 17.30 circa ce ne siamo andati, ormai avevamo sabbia ovunque!! Ci siamo riposati un poco e poi ci siamo preparati per l’ultima cena a Lanzarote. Abbiamo scelto la Compagnia dei pescatori La Tinosa, e abbiamo mangiato in veranda perché la serata era un po’ ventilata. Io ho mangiato il polipo migliore di sempre mentre mio marito dei gamberi da urlo, contorno le nostre papas arrugadas e il tutto innaffiato da un buon vino. Costo circa 30 Euro in due!!

Che dire a chi non è mai andato a Lanzarote? È da provare, noi ci siamo trovati davvero molto bene. Posto pulito e persone sempre cordiali e tranquille: prezzi ottimi sia per l’auto che per il cibo: spiagge belle e varie, oceano balneabile: vento solo due giorni; attrazioni culturali… insomma è da vedere!



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