Croazia mare&monti
La prima destinazione è di tipo balneare: Abbazia (Opatija), affacciata sul Golfo del Quarnaro a circa 70km da Trieste.
Giungiamo all’ultima area di servizio, appena dopo la barriera autostradale di Trieste, e decidiamo di risparmiare 15€ richiesti per la “Vignette” della Slovenia, anche se lì ci dicono che per attraversare il Paese è obbligatoria. Da altre informazioni ricevute pare invece che il transito sulla E61 sia libero e che seguendo tale strada si possa giungere in Croazia. Le indicazioni sono chiare, svoltare per Basovizza e poi in pratica sempre avanti fino al confine, dove ci chiedono i documenti (la Croazia non è ancora nell’UE).
Giungiamo ad Abbazia, ma dopo un piccolo giro di ricognizione pensiamo non faccia al caso nostro, poiché abbiamo potuto constatare che non ci sono spiagge, solamente lastroni di cemento o scogli. Il paese inoltre è decisamente grande e molto animato, noi invece cerchiamo qualcosa di più tranquillo e soprattutto con una vera spiaggia.
Ci rechiamo ad uno sportello di prenotazioni Last Minute e l’impiegata, che parla perfettamente l’italiano, è gentilissima. Ci consiglia di scendere per circa 13 km lungo la costa istriana e fermarci a Moscenicka Draga, un ex villaggio di pescatori, che ha una bella spiaggia in ciottoli. Ci prenota un hotel 3 stelle, vicino al mare (Hotel Mediteran) dove la camera doppia, con cosiddetta “vista parco” (alias “vista sul retro”) costa l’equivalente di 84€ a notte, dato che siamo ancora in alta stagione.
La sorpresa, arrivati alla località indicata, è che per entrare in paese, quindi anche per arrivare all’Hotel, occorre necessariamente passare attraverso un parcheggio a pagamento. Siamo un po’ titubanti, ma alla fine prendiamo il biglietto e attraversiamo la sbarra (non sarà l’unica: per raggiungere l’hotel occorre passare attraverso un’altra sbarra, che gentilmente fa sollevare un’addetta).
Moscenicka Draga è una perla. I colori sono stupendi, le casettine variopinte, il verde della vegetazione delle colline circostanti, il cielo turchese e il mare luccicante dalle mille sfumature verdazzurro. E’ talmente pittoresco da sembrare una cartolina!
Eccoci al lungomare e all’Hotel, che si affaccia proprio sul piccolo porticciolo. Alla Reception ci forniscono una Card per entrare e uscire liberamente dal parcheggio: l’auto si può posteggiare lì a due passi, presso l’hotel accanto. Il parcheggio si paga all’hotel, 6 euro al giorno, con il pagamento del conto di daranno un lasciapassare per uscire quando ripartirai.
La nostra stanzetta è al primo piano: è minuscola, con una finestrella che pensiamo bene di lasciare ad imposte serrate per evitare che entri il sole e il caldo, dato che di condizionatore non c’è traccia e fuori ci sono 35°. L’hotel, in quanto a servizi e arredi, è fermo agli anni ‘80. Moquette rossa, niente frigobar, bagno cieco senza nemmeno l’aspiratore, vasca da bagno con doccia e classica “tendina in plastica”. Unica eccezione di modernità è la TV a schermo piatto, che prende i canali italiani. Nella stanza si sente un ronzio leggero, ma continuo (non ne capiremo mai la provenienza).
Noi dobbiamo fermarci una sola notte, quindi tutto sommato ci va anche bene così.
Anche se le 3 stelle non le dimostra è comunque un bell’hotel con una posizione, incantevole e comodissima alla spiaggia. Inoltre si può usare la piscina coperta e il centro fitness dell’hotel accanto (lo stesso dove si parcheggia l’auto).
La spiaggia, conosciuta in zona come Sipar, è molto carina e l’acqua pulitissima. Il piccolo particolare è che è superaffollata, fatichiamo a trovare un buco per stendere i materassini (servono i materassini perché sono tutti sassi). Inoltre verso le sei del pomeriggio il sole sparisce dietro agli edifici e ai rilievi (l’esposizione è a est).
Percorriamo tutta la passeggiata lungo il mare, non è lunghissima, bastano una decina di minuti di cammino. Scopriamo piccole insenature fra gli scogli, bei panorami sulle isole che stanno di fronte. Raggiungiamo così un’altra spiaggetta, S.Ivan, dove il sole dura un po’ di più. Da lì parte un sentiero che porta sulla cima della collina, dove svetta il campanile di una chiesa (però bisogna aver proprio voglia di camminare in salita e non è il nostro caso).
Sulla stradina che costeggia la spiaggia, ovviamente stradina pedonale, si affacciano numerosi bar e ristorantini, che ci attirano con le loro specialità e i prezzi modici. Noi però decidiamo di approfittare della mezza pensione dell’Hotel. Con 8 € a testa attingiamo copiosamente al buffet, consumando il cibo sui tavoli all’aperto, godendoci i riflessi della luna piena sulla superficie del mare. Il buffet è molto vario, però di “veramente buono” non troviamo nulla. Abbiamo fame, quindi tutto fa brodo.
La serata decidiamo di trascorrerla alla scoperta di Abbazia. Purtroppo è un’odissea trovare un posto per l’auto e la parcheggiamo ad almeno un paio di chilometri dal centro. Vediamo il lato positivo: una salutare passeggiata per smaltire la cena!
La località è animata, costellata di bar, ristoranti, negozi, bancarelle.. ha perfino dei casinò! I palazzi, una volta lussuose ville, ora perlopiù alberghi, hanno splendide facciate Art Nouveau. Si respira ancora l’atmosfera di località di turismo d’elite che Abbazia ha rivestito in passato, quando vi soggiornava la “crème de la crème” austroungarica. Percorriamo tutto il lungomare, attraversando il parco di Villa Angioina, una delle dimore più illustri, fino al porto, dove è in corso una festa su un barcone con musica locale a palla. Ci piacerebbe fare un salto al casinò Adriatic, che sembra grande e lussuoso, ma è tardi e preferiamo una bella dormita.
La seconda giornata è all’insegna del relax. Passeggiata panoramica prima di colazione, con annesso bagno fra gli scogli, poi spiaggia (alle 7.30 eravamo andati a sistemare i materassini per procacciarci un posto decente!). Quando, verso le quattro del pomeriggio, il sole comincia a velarsi, facciamo un salto in piscina, una bella doccia calda, e prendiamo la via.
Seconda destinazione: il parco Nazionale di Plitvice
Decidiamo di non percorrere l’autostrada, bensì la costa, che riteniamo più panoramica. Infatti è proprio bello, ogni tanto ci fermiamo per qualche foto. In una settantina di km siamo a Senj, dove ci fermiamo a gustare il pesce in una trattoria (Konoba Val) con una terrazza panoramica. E’ il tramonto, il mare luccica di mille colori, il cameriere è molto cortese, il cibo ottimo e abbondante e il conto più che contenuto. Peccato non poter accompagnare la cena col vino, ma dobbiamo guidare per altri 90 km di curve… Non è proprio bellissimo fare la strada col buio, però così guadagniamo tempo.
Siamo a Plitvice verso le 21.30, decisamente tardi per chi non ha prenotato nulla. Cominciamo una peregrinazione di casa in casa, con la risposta sempre uguale “Full”.
Dopo un po’ di tentativi finalmente giungiamo alla pensione Miric dove ci dicono che sì, hanno una camera. Wow! Non stiamo a discutere se il prezzo è buono o meno, la prendiamo e basta. La signora ci dice: “Camera tutto prima classe!”. Effettivamente è proprio una bella camera, grande (da 4, anche se siamo in 2) , tutta nuova e pulitissima. Un bagno moderno e accogliente, letti comodi. Cerchiamo per una mezz’ora qualche canale italiano alla tv ( c’è il satellitare) ma invano.
Alle 7 del mattino siamo già in piedi. C’è il sole, il balcone è un tripudio di gerani rosa e il panorama si apre sui boschi circostanti. L’aria è frizzantina, ma non troppo, possono ancora andare i pantaloncini corti. Siamo indecisi se indossare le scarpe da trekking, ma alla fine restiamo su quelle da ginnastica, che scopriremo poi essere più che sufficienti.
Zaino in spalla, macchina fotografica alla mano, e siamo pronti per l’escursione, alla scoperta di questo spettacolo unico della natura, dove si trovano 16 laghi degradanti, immersi nei boschi, collegati da numerosissime cascate, piccole e grandi.
La macchina è comodamente sistemata al parcheggio, abbiamo comprato i biglietti di ingresso (110 kune a testa) che servono anche per poter usufruire dei vari mezzi di trasporto all’interno del parco. Siamo all’ingresso 2: riteniamo sia comodo perché è a metà percorso, si può decidere di cominciare dai 12 laghi superiori, più profondi e circondati da una lussureggiante vegetazione, oppure dai 4 inferiori, dove si trova la cascata più imponente. Scegliamo di cominciare con la seconda opzione, cosiddetto percorso F, che poi abbineremo all’altro ai laghi superiori, cosiddetto percorso E.
I percorsi sono perfettamente indicati, ce ne sono diversi da poter scegliere, noi, avendo a disposizione circa 6 ore, riusciamo a vedere molto, anche se forse non tutto.
Sono le 8.30 e stiamo già sul battello che attraversa il lago. I colori a quest’ora sono nitidi e sfavillanti, c’è poca gente e sembra proprio di trovarsi in un luogo incantato.
Per non contaminare la natura si cammina solo nei percorsi segnati, in parte si tratta di sentieri, in parte si tratta di una passerella in legno appositamente costruita.
L’acqua cristallina ha delle sfumature di verde smeraldo quasi incredibili. Ad ogni svolta c’è una scorcio panoramico, un rivolo spumeggiante tra i muschi, una cascata, una pozza in cui guizzano agili pesci, una grotta, un piccolo lago trasparente in cui si intravede lo scheletro bianco di un albero caduto..
Camminiamo fino alla cascata di Sastavci, dove le acque precipitano da 76 metri d’altezza. Ci arrampichiamo fino ad un punto panoramico, poi proseguiamo il percorso fino all’ingresso 1, perché da lì si ha una bellissima vista dei laghi e della cascata, quasi come quella che è rappresentata su tutte le cartoline e i depliant!
Con un trenino-navetta (in pratica è un bus elettrico) ritorniamo al nostro punto di partenza e poi da lì fino in cima ai laghi superiori. Uno spuntino, una piccola sosta-relax e poi comincia la discesa: ci vuole circa un’ora e mezza a piedi e il tempo si è imbronciato, speriamo di non prendere la pioggia.
Il percorso mostra un paesaggio che la natura ha dipinto meglio di quanto un sapiente pittore potrebbe mai riuscire a fare. Un paesaggio che sorprende di continuo, anche se i colori, ora che il cielo si è coperto di nuvole grigie, sono meno brillanti e cangianti.
6 ore giuste di parcheggio, 7 kune l’ora, in totale nemmeno 5 euro. Mangiamo more e lamponi che vendono alle bancarelle, sembrano proprio appena raccolti lì nei boschi e poi prendiamo la via del ritorno.
Superata la città di Fiume (Rijeka) ci fermiamo ad un ristorante molto pubblicizzato lungo la via: si chiama Don Permani. Non sono ancora le 18. Il ristorante è grande, un bell’ambiente, cibo discreto, ma abbondante.
Purtroppo ci tocca una lunga, lunghissima coda fino al confine. Un’ora a passo d’uomo in salita, solo per il controllo documenti.. Forse l’anno prossimo, quando la Croazia sarà nell’UE, ci eviteranno questo calvario. Sì, perché l’anno prossimo pensiamo di ritornare e visitare altri luoghi di questo bellissimo Paese, che oltretutto, visto anche il costo del gasolio, ci è risultato piuttosto conveniente!