Bretagna mon amour
Undici intensi giorni e quasi 2800 chilometri a bordo di una 500 bianca alla scoperta della selvaggia e ventosa Bretagna e di un pizzico di Normandia; natura, mare agitato e soprattutto tanti tanti fari.
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Quest’anno io e Claudio siamo riusciti a raggiungere la tanto sognata Bretagna, terra che per me amante dei fari rappresenta letteralmente un paradiso. Ovviamente prima di partire mi sono studiata per bene le diverse posizioni dei fari e durante questa vacanza ho cercato di vederne il più possibile; ma oltre ai bellissimi fari la Bretagna ci ha permesso di scoprire dei paesaggi che difficilmente dimenticheremo e la cordialità e disponibilità dei proprietari delle chambre d’hotes in cui abbiamo soggiornato. La parte che più ci ha affascinato è stata la parte settentrionale della Bretagna, e in particolare il Finistere che ci ha fatto vivere delle atmosfere davvero da finis terrae! Abbiamo iniziato il nostro viaggio facendo una tappa in Normandia e lo abbiamo concluso facendo una piccola deviazione per Versailles. Questo racconto di viaggio spero possa essere d’aiuto per i futuri visitatori di questa stupenda parte di Francia, in attesa di poterci ritornare, magari in inverno, per poter così assaporare la furia selvaggia del mare in tempesta.
Primo giorno: 29 Luglio (480 km)
Partenza da Orio al Serio con volo Ryanair alle ore 6.30 del mattino con destinazione Parigi Beauvais: costo 85€ a persona. Appena scesi dall’aereo ci rendiamo conto di aver sbagliato guardaroba! Infatti ad accoglierci ci sono nubi grigie e un vigoroso venticello che ci accompagnerà per tutta la vacanza. Quindi io armata di pile e kway e Claudio in maniche corte (il clima perfetto per lui!) ci dirigiamo verso gli uffici Avis dove ritiriamo una bellissima 500 bianca che sarà la nostra fedele compagna di viaggio. Presa l’auto ci mettiamo in marcia; prima tappa Colleville sur Mer: cimitero americano e spiagge dello sbarco in Normandia. Nel tragitto ci fermiamo ad osservare le numerose pale eoliche che costellano i campi come delle gigantesche girandole. Parcheggiamo la macchina nell’ampio parcheggio del cimitero americano e abbiamo il primo impatto con le enormi spiagge che caratterizzano la costa nord della Francia. Davanti a noi si apre la spiaggia di Omaha Beach teatro di un atroce scontro durante la seconda guerra mondiale. Decidiamo di scendere in spiaggia e subito ci rendiamo conto della sua vastità: sabbia bianca e moltissimi kart a vela che sfruttano il vento per muoversi; queste spiagge nel corso della giornata verranno poi sommerse dal mare che risale per effetto della marea. Dopo una sosta in spiaggia ci dirigiamo verso il cimitero americano: è davvero molto grande, ci sono tantissime croci bianche con inciso il nome dei soldati mentre altre sono anonime; è davvero molto difficile non commuoversi di fronte a questa distesa di oltre 9000 croci. La visita al cimitero è gratuita e c’è un ampio parcheggio per auto e camper. Finita la visita ci fermiamo per caso in una piccola e caratteristica cittadina sul mare: Port en Bessin-Huppain. Mangiamo una galette in uno dei ristoranti presenti al porto e nel pomeriggio ci dedichiamo alla raccolta delle numerosissime conchiglie presenti sulla spiaggia (capesante, cozze…) che nel tardo pomeriggio verrà sommersa dalla marea. Osserviamo l’arrivo della marea e ci rimettiamo in viaggio verso la nostra prima tappa: Roz Landrieux, un piccolo paesino dell’Ille et Vilaine dove rimarremo per tre notti (Manoir de la grande mettrie, 49 euro a notte la doppia; ottima prima colazione, gentilezza dei proprietari e il fascino di dormire in un maniero del 1400!). Per la cena ci spostiamo nella vicina Dol de Bretagne, graziosa cittadina medioevale con molti ristoranti e una bella cattedrale.
Secondo giorno: 30 Luglio (170 km)
La mattina la dedichiamo a visitare Fougeres, ma prima facciamo una sosta sulla strada per vedere il menhir di Champ Dolent, il più grande mehnir della Bretagna situato a sud di Dol de Bretagne: oltre 9 metri! Arrivati a Fougeres ci dirigiamo verso l’imponente castello medioevale; nelle vicinanze del castello c’è un parcheggio non a pagamento per auto e camper. Non visitiamo l’interno ma ci limitiamo ad osservare il castello dall’esterno e a fare due passi tra le vie circostanti. Ci spostiamo quindi a visitare il centro città che si trova leggermente più in alto rispetto al castello, essendo disposta su una collinetta. Il centro è carino, in particolare merita una visita il giardino pubblico dietro la cattedrale: è curato e con simpatiche istallazioni; da qui è possibile godere di uno splendido e ampio panorama sul castello. Terminata la visita di Fougeres ci dirigiamo verso il famoso Mont Saint Michel; sulla strada vediamo un bellissimo mulino a vento (Mulino di Moidrey) e così decidiamo di fare una sosta. Il sole ci accompagna e dal mulino si godeo un bellissimo panorama con molteplici colori: siamo circondati da campi verdi e gialli con numerose palle di fieno e in lontananza scorgiamo l’inconfondibile sagoma del Monte. Lasciato il mulino le indicazioni per Mont Saint Michel ci portano ad un enorme parcheggio a pagamento (8 euro al giorno); dal parcheggio sono 2,5 km; ci sono molte navette che collegano i parcheggi al monte ma noi decidiamo di farcela a piedi (circa 40 minuti) così possiamo contemplare la bellezza del monte via via che ci avviciniamo. Scopriamo che non è più possibile parcheggiare sulla strada che collega il Mont Saint Michel alla terraferma; infatti la strada verrà presto smantellata e al suo posto verrà costruito un ponte pedonale (l’unico modo per raggiungere il monte sarà dai parcheggi a piedi o con le navette). Se la marea non si è ancora alzata è bello fare una passeggiata sulla distesa di sabbia bianca ai piedi del monte, per vederlo da un’altra prospettiva. All’interno delle mura ci sono molte piccole vie con negozi turistici e un po’ costosi; giriamo un po’ tra le vie e su i bastioni in attesa delle 19, ora in cui iniziano le visite serali dell’abbazia (9 euro a persona). Le visite serali sono molto carine perché sono accompagnate da musiche e giochi di luce che diventano sempre più suggestivi al calare della sera. Mont Saint Michel è sicuramente una tappa irrinunciabile; consiglio la visita verso il tardo pomeriggio: meno turisti e la luce calante della sera creano una magica atmosfera.
Terzo giorno: 31 Luglio (160 km)
In mattinata ci attende la visita alla cittadina di Dinan, caratterizzata da numerose case a graticcio medioevali che sembrano cadere da un momento all’altro. Riusciamo a girare la città con calma e senza troppi turisti, infatti notiamo che la gente inizia ad aumentare verso la tarda mattinata. Scendiamo verso il porto lungo una bellissima via (che poi si trasformerà in una ripida salita!) che è una concentrazione di case medioevali e graziosi negozietti di artigianato. Il proprietario della chambre d’hotes ci ha consigliato una pasticceria al porto dove poter gustare un dolce tipico bretone e quindi prima di riaffrontare la salita verso il paese non ci facciamo sfuggire l’occasione di assaggiare l’ipercalorico kouign amman: un tripudio di burro e zucchero da mangiare caldo…semplicemente delizioso! Terminata la visita a Dinan ci spostiamo verso Cap Frehel (l’entrata è a pagamento: 3 euro). Dopo una passeggiata verso il vecchio faro e una sosta per il pranzo circondati dai gabbiani, saliamo sul faro (2 euro) da cui si gode una vista panoramica su tutta la zona. Nelle vicinanze di Cap Frehel c’è Fort La Latte, una bellissima fortificazione sul mare che però vediamo solo da fuori. L’ultima tappa della giornata è Saint Malo: la stanchezza, il caldo e la gran quantità di gente forse non ci fanno godere questa bella cittadina; facciamo un giro sui bastioni e tra le vie ricche di boutique e sfiniti dalla giornata ci dirigiamo verso casa, non prima di aver visto i ponti mobili aprirsi per far entrare le barche nella baia interna della città.
Quarto giorno: 1 Agosto (280 km)
Oggi abbandoniamo il dipartimento dell’ille et Vilaine e ci dirigiamo verso la Cotes d’Armor. Prima tappa la riserva naturale del Sillon de Talbert a Pleubian, una lingua di sabbia e rocce che si protrae in mare per 4 km e non viene mai sommersa dalla marea; facciamo una breve camminata lungo questo costone di sabbia accompagnati da una leggera pioggerellina. Da qui si può vedere in lontananza il faro di Héaux de Bréhat. Avendo avuto più tempo a disposizione sarebbe stato bello camminare ancora un po’ ma altre tappe ci attendono. Ci spostiamo verso Plougrescant in direzione Pointe du Chateau: qui oltre alla famosa casa tra i due blocchi di granito (che è davvero strana e caratteristica: merita una sosta) ci sono tantissimi scogli e blocchi di granito rosa che affiorano e costellano il paesaggio con la bassa marea. Ci sono davvero pochissime persone quindi ci fermiamo su uno di questi enormi blocchi a mangiare e ci godiamo il panorama circostante in assoluta tranquillità. Il vento, il mare e questo paesaggio incontaminato ti fanno sentire in armonia con la natura. Purtroppo dobbiamo abbandonare anche questo meraviglioso luogo e ci dirigiamo verso la più turistica Ploumanac’h e il faro di Men Ruz. Il faro è molto carino e anche la vista dal vicino Pointe du Squéouel è davvero bella, con le onde del mare che si infrangono sugli scogli e le spiagge dalla sabbia rosa. Verso tardo pomeriggio ci mettiamo in marcia verso la nostra seconda tappa (Tonquedec, www.chambresdhoteslakerandiere.com, 50 euro la doppia, camere ben decorate e molta gentilezza e disponibilità dei proprietari; casa enorme immersa nella tranquillità della campagna). La sera su ottimo consiglio dei proprietari della chambre d’hotes andiamo ad una fest noz nella città di Tréguier dove c’è una bellissima cattedrale. Mangiamo una piatto locale e ci immergiamo nella musica e nelle danze bretoni: le luci, le case medioevali e la musica creano una magica atmosfera che ci riporta indietro nel tempo.
Quinto giorno: 2 agosto (200 km)
Lasciamo Tonquedec e ci dirigiamo a Saint Pol de Leon, una piccola cittadina con una bella cattedrale del 1200 e il campanile più alto della Bretagna, ben 80 metri (cappella del Kreisker). Qui ci sono graziosi negozietti: in particolare ve ne è uno fornitissimo di modellini di fari bretoni e ovviamente non posso che prenderne qualcuno! Da Saint Pol de Leon ci spostiamo a Roscoff. Il paese è molto carino, con molti negozi turistici, un porto con un bel faro e un lungo pontile (oltre 500 metri) che serve come molo di attracco per i traghetti per l’ile de Batz. Decidiamo di fare una passeggiata sul pontile e mentre ci troviamo alla fine di esso veniamo colti da un bel temporale che dura giusto il tempo di ripercorrere i 500 metri verso terra, dopo di che torna il sole…l’imprevedibilità del tempo in Bretagna! Da Roscoff ci dirigiamo a Lilia (Plouguerneau) dove possiamo ammirare il faro più alto d’Europa, il bellissimo faro dell’Ile Vierge con i suoi 83 metri. Il faro è raggiungibile sia in barca (due o tre viaggi al giorno con orari differenti a seconda della marea) sia a piedi con una guida durante la bassa marea (www.vedettes-des-abers.com); noi ci limitiamo a osservarne la sua maestosità dalla costa di Lilia. Sempre qui è possibile raggiungere a piedi con una camminata di 15 minuti durante la bassa marea l’ile Wrach su cui è presente l’omonimo faro; fate attenzione all’orario di arrivo dell’alta marea: vi sono appositi cartelli che espongono gli orari per evitare di rimanere sull’isola. Verso il tardo pomeriggio facciamo una tappa a Porspoder dove, dopo una breve passeggiata di 10 minuti sulla penisola di Saint Laurent, possiamo osservare in mare il faro Le Four; all’entrata della piccola penisola c’è un grande parcheggio ma si può proseguire ancora un po’ e lasciare l’auto in corrispondenza di due piccole spiagge. Finita la giornata raggiungiamo Tremazan (Landunvez), la nostra terza chambre d’hotes dove rimarremo per due notti (http://minopat.skyrock.com/1.html; 50 euro la doppia; camere bellissime, decorate in stile marinaro con immagini di fari e barche; sembra di essere nella cabina di una nave! I proprietari sono gentilissimi, è stato davvero bello fare colazione insieme a loro e scoprire direttamente da bretoni le magie e le bellezze di questa terra). La piccola frazione di Tremazan è posta in corrispondenza di una strada turistica panoramica che costeggia il mare: al tramonto è da mozzare il fiato. Abbiamo notato che in questa zona non vi sono molti turisti, è molto tranquilla e permette di godersi in silenzio e solitudine i colori del tramonto sul mare in balia del vento. Da vivere!
Sesto giorno: 3 Agosto (100 km)
La giornata di oggi è dedicata all’isola di Ouessant, con partenza da Le Conquet; avviso importante: fate attenzione che in tutti i parcheggi del centro c’è il limite di sosta di 2 ore e i vigili passano a dare le multe (parliamo per esperienza diretta!)! La giornata è nuvolosa e ventosa e fino all’ultimo non sappiamo se andare sull’isola; alla fine decidiamo di partire e prendiamo un battello con la compagnia Penn ar Bed a 31,90 euro a/r. Il tragitto dura un’ora con un mare alquanto mosso ma raggiungiamo l’isola sani e salvi. Non avendo molto tempo a disposizione prendiamo un pullman che ci porta a Lampaul, l’unico paese presente sull’isola (3,5 euro a/r). Qui decidiamo di prendere a noleggio due bici (7 euro a persona mezza giornata) e iniziamo ad esplorare la parte occidentale dell’isola. Ci aspettavamo di trovare un’isola più pianeggiante e invece ci tocca pedalare e per di più quasi sempre contro vento! Per fortuna c’è il sole! Raggiungiamo due punti panoramici dell’isola: Pointe de Pern e Pointe de Porz Doun. Lo spettacolo è magnifico: vento, onde che si infrangono sulla costa frastagliata e fari all’orizzonte. Non ci sono macchine sull’isola, se non quelle dei residenti, per cui è bellissimo girare in bicicletta per le strade deserte, c’è davvero poca gente. I sentieri costieri non sono percorribili in bici ma ci sono moltissime strade interne che permettono di raggiungere i diversi punti panoramici. L’isola è un paradiso per gli amanti dei fari come me: la Jument, Le Nividic e Kereon in mare, Le Stiff e Creac’h sull’isola. Sarebbe bello poter restare a dormire sull’isola per vedere il tripudio di luci dei fari nella notte. Nel tardo pomeriggio riprendiamo il battello e torniamo sulla terra ferma diretti a Pointe Saint Mathieu. Questo posto è davvero magnifico: resti di una cattedrale all’ombra di un bellissimo faro bianco e rosso con un’atmosfera da Pilastri della Terra. La vista dall’alto del faro (3 euro) è strepitosa, se non fosse per il fortissimo vento che ci riporta all’interno del faro. Una vasta distesa azzurra e tutta la costa del sud della Bretagna. Un luogo indescrivibile, ci rimaniamo a lungo perché è davvero difficile andarsene. Questa è stata una giornata bellissima, abbiamo visto dei luoghi stupendi e ci è sembrato davvero di stare au bout du monde! Mi sono letteralmente innamorata di questa parte di Finistere e dell’isola di Ouessant!
Settimo giorno: 4 agosto (230 km)
Oggi la nostra meta è la penisola di Crozon; dopo una breve sosta a Camaret sur Mer, piccola cittadina ricchissima di negozi di artisti (pittura, ceramiche, sculture,…) e di un cimitero delle navi, ci dirigiamo verso il vicino Pointe de Pen hir. Qui il panorama che si apre è davvero molto ampio: riusciamo a vedere sia Pointe du Raz a sud che Pointe Saint Mathieu a nord (e riusciamo a scorgere anche il faro di Pointe Saint Mathieu!!), nonché le vastissime e bianche spiagge della penisola. Anche qui ci sono alte scogliere a picco sul mare e nelle vicinanze diverse postazioni di guerra e monumenti ai caduti. Da qui ci spostiamo al vicino Pointe du Toulinguet dove è presente un bel faro chiuso al pubblico; il resto del pomeriggio lo passiamo nella bellissima e vastissima spiaggia sottostante, plage de Toulinguet, dove non riesco a trattenermi e mi faccio una bella camminata con i piedi a mollo nel mare (un bagno è azzardato dato il vento folle!). La spiaggia è davvero enorme e le persone sembrano tanti piccoli puntini. Nel tardo pomeriggio vediamo la spiaggia che si riduce in seguito all’arrivo della galoppante marea. Ci spostiamo quindi verso la nostra quarta tappa dover rimarremo due notti: Cleden Cap Sizun, a due passi da Pointe du Raz e Pointe du Van (http://chambre-pointe-du-raz.com/; 47 euro la doppia). Per la cena ci spostiamo a Audierne dove sono presenti numerosi ristoranti nella zona porto. Iniziamo a vedere dei cambiamenti nel paesaggio rispetto al Finistere settentrionale: le case diventano più grandi, vi sono più costruzioni e più turisti.
Ottavo giorno: 5 agosto (130 km)
La nostra meta mattutina è il faro di Eckmuhl, situato nel comune di Penmarch. Dopo un breve servizio fotografico al faro decidiamo di salire i suoi 60 metri e oltre 300 gradini (2,5 euro). Le pareti interne sono coperte da graziose piastrelle azzurrine che servono per proteggerlo dall’umidità. La salita è tutt’altro che semplice, soprattutto per me che soffro di vertigini! Mi è impossibile guardare giù dalla ringhiera della scala a chiocciola…mi accontenterò delle suggestive foto scattate da Claudio. Nonostante le vertigini raggiungo la sommità da cui si gode un ampio panorama sul mare e sull’entroterra del Bigouden. Scesi dal faro ci spostiamo verso il vicino Pointe de la Torche da cui si apre un’ampia vista sulla spiaggia di Tréguennec, che si estende per km lungo tutta la baia di Audierne. Qui la balneazione è vietata ma ci sono moltissimi surfisti e colorati aquiloni! Risaliamo la costa verso Pointe du Raz facendo la strada panoramica costiera: favolosa! Incontriamo pochissime macchine, pochissimi turisti e ci fermiamo più volte in diversi punti della spiaggia di Tréguennec. Sulla spiaggia bianca e piatta si ergono piccoli scogli stracolmi di cozze e circondati da piccole pozze di acqua cristallina..bellissimo. A Pointe du Raz incontriamo un bel po’di gente; il parcheggio è a pagamento (6 euro) e all’interno vi sono moltissimi negozi turistici e bar. Ci dirigiamo all’ufficio informazioni che ci dà del materiale cartaceo sulla zona e seguendo il sentiero costiero raggiungiamo la punta. Da qui abbiamo un’ottima visuale sul faro de la Vielle, sull’isola di Sein e il suo faro e con un po’ di fortuna scorgiamo anche Ar-Men al largo. La punta è affollata di turisti ma nel complesso molto suggestiva. In serata mangiamo ad una fest noz a Cleden Cap Sizun all’ombra di un mulino a vento e in serata ci dirigiamo verso il vicino Pointe du Van. Qui il parcheggio è gratuito e lo spettacolo che osserviamo è suggestivo quanto a Pointe du Raz. Qui c’è una bellissima chiesetta che volge verso il mare e che al tramonto è molto romantica. Ci godiamo il tramonto e attendiamo l’arrivo della notte per vedere le luci dei fari. Verso le 10 vediamo i primi fari accendersi e man a mano che l’oscurità scende le loro luci diventano sempre più forti: la vista del fascio di luce del faro dell’Ile de Sein e di Ar-Men è impagabile! Si riescono a scorgere anche le luci dei fari situati a nord: lo spettacolo è mozzafiato!
Nono giorno: 6 agosto (230 km)
Oggi lasciamo il Finistere e ci addentriamo nel turistico Morbihan. Prima tappa Pont Aven, il paese dei mulini, dei pittori e delle galettes Traou Mad. E’ sede di numerossime gallerie d’arte; il paese è infatti famoso perché molti pittori, tra cui Gauguin, hanno soggiornato qui. Pont Aven è molto bucolico, con numerose camminate lungo i ponticelli fiorati e i sentieri nel bosco. I numerosi turisti, il caldo e l’assenza di vento (!!) non ci fanno apprezzare al meglio questa località. Cercando un po’ di tranquillità dalla folla di turisti ci spostiamo a mangiare a Le Pouldu, un porto nel comune di Clohars-Carnoet: niente di speciale ma abbiamo una bella vista sull’Ile de Groix. Abbandoniamo definitivamente il Finistere e ci dirigiamo verso Carnac e i suoi famosi megaliti. Caldo, code in strada, orde di turisti…aiuto! Rivogliamo il vento e il freddo del Finistere settentrionale! I siti dei megaliti sono numerosi e lasciata la macchina in un parcheggio ci dirigiamo verso gli allineamenti di Kermario; raggiungiamo una piccola torretta dalla cui cima è possibile vedere le lunghe file di mehnir allineati. Nelle vicinanze osserviamo anche gli allineamenti di Le menec e Kerlescan, le Geant du Manio (oltre 6 metri) e Le quadrilatere, menhir disposti a formare un rettangolo (gli ultimi due raggiungibili dopo una breve passeggiata nel bosco). Fuggiamo dalla folla di Carnac è facciamo una sosta a Saint Anne d’Auray; questo è il secondo sito di pellegrinaggio della Francia dopo Lourdes. C’è una sontuosa basilica, con dei bei giardini e un memoriale per i caduti di guerra. La nostra chambre d’hotes è a cinque minuti da qui: si trova a Locmaria nel comune di Plumergat, immersa nell’assoluto silenzio della campagna (http://chambre-d-hote-morbihan.skyrock.com/1.html; 45 euro per una camera di 50 mq!). Per cena su suggerimento della proprietaria ci dirigiamo a Auray, in particolare al grazioso porto di Saint Goustan, caratterizzato da numerose case medioevali a graticcio e ristoranti..sembra quasi finto!
Decimo giorno: 7 agosto (170 km)
Oggi decidiamo di sfidare la Lonely Planet che ci sconsiglia vivamente di attraversare la penisola del Quiberon in estate; sulla penisola è presente una sola strada d’entrata che è spesso intasata dal traffico di turisti che si fermano nelle sue belle spiagge o proseguono per Belle Ile en Mer. Partiamo verso le 9.30 dalla chambre d’hotes e raggiungiamo la penisola e la cote sauvage senza troppo traffico. Percorriamo la costa in macchina fermandoci ogni tanto in qualche parcheggio per poi proseguire a piedi alla scoperta della cote sauvage e dei suoi bei panorami, primo su tutti quello sulla vicina Belle Ile en Mer. Verso le 13 lasciamo la penisola e ci rendiamo conto che la corsia in entrata è ora rappresentata da una fila lunghissima di auto in coda. Lonely Planet sconfitta! Per pranzo ci spostiamo verso Pointe de Kerpenhir nel comune di Locmariaquer, dove c’è una bella pineta; questa penisola insieme al Faro di Port Navalo dalla parte opposta marcano l’entrata del golfo del Morbihan. Dopo pranzo ci attende la visita a Vannes; fa molto caldo ed è piena di turisti; la città si gira benissimo a piedi in mezza giornata: vediamo le caratteristiche case a graticcio del centro, la cattedrale, le mura che circondano la città, il Chateau de L’Hermine, con i suoi colorati giardini e i lavatoi, ed infine il porto.
Undicesimo giorno: 8 agosto (590 km)
Oggi purtroppo si riparte verso casa e a malincuore dobbiamo lasciare la bellissima Bretagna. Decidiamo di fare una deviazione lungo il tragitto verso Beauvais e fermarci a visitare la reggia di Versailles (Chateau de Versailles). Arriviamo nel pomeriggio e lasciamo l’auto in un parcheggio vicino alla reggia che scopriamo essere gratuito ad agosto. C’è moltissima gente ma non troviamo code all’entrata; prendiamo i biglietti (15 euro per la reggia, i giardini sono gratuiti) e iniziamo la visita: abbiamo 2 ore e mezzo di tempo quindi ci mettiamo in marcia. La reggia è davvero sontuosa, eccessivamente decorata però di grande effetto. Purtroppo c’è davvero tantissima gente e soprattutto molti gruppi con visite guidate; ci tocca fare la coda per passare da una stanza all’altra. Finita la visita dell’interno del palazzo giriamo un po’ per i giardini pieni di piccoli luoghi segreti da esplorare e da scoprire. E’giunta l’ora di ripartire e raggiungere l’aeroporto: il nostro caro navigatore decide che la strada più veloce per raggiungere Beauvais è quella di farci passare per Parigi, così ci ritroviamo imbottigliati nel traffico parigino delle 19.30! Siamo però ripagati da una vista inaspettata che si apre davanti a noi: in lontananza cogliamo la Tour Eiffel. Questa sorpresa ci ha lasciati totalmente senza parole: non abbiamo subito realizzato quello che stavamo vedendo ma è stato un finale stupendo per una vacanza che non dimenticheremo.