Penisola malese
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Comunque, prima cosa da fare è comprare una bella guida, integrarla con informazioni sulla rete, e farsi un’idea di dove si vuole andare e con quale tempistica. Se siete in 4 è meglio perchè questo semplifica molto spostamenti ed escursioni, abbattendone i costi e rendendovi autonomi; in 2 spesso dovete condividere, il che non è un problema, ma comporta una perdita di tempo (se non ci si riesce niente panico, i costi sono comunque bassi). Sulla rete cercate un volo 3-4 mesi prima, in modo da avere prezzi favorevoli (in genere sotto i 650 euro con Emirates, Ethiad o altre compagnie che fanno scalo in zona Emirati): noi abbiamo trovato un Malpensa-Singapore-Kuala Lumpur, Singapore-Malpensa a 573 euro con Singapore Airlines.
Piccola divagazione: la città nella quale vale la pena di tornare più volte, e quindi utilizzabile come base di partenza anche per i paesi vicini, è Bangkok, perchè c’è molto da vedere dal punto di vista artistico e perché è molto ben collegata con tutta l’Asia (anche con voli low cost affidabili, come quelli di Air Asia, Bangkok Airways o Nok air). Ma torniamo al nostro viaggio: questa volta abbiamo scelto la penisola malese, percorrendola da Singapore al confine con la Thailandia in aereo, minibus, barca, treno e taxi, per un mix di città, natura e mare piuttosto “facile”.
G 1: Kuala Lumpur
Partiti da Malpensa alle 12, arriviamo a Kuala Lumpur, dopo scalo a Singapore, alle 8.30 del giorno dopo, in perfetto orario: prendiamo un taxi fino al Novotel City Center, scelto per offerta su Booking a 76 euro, zona centrale e wifi. La città già la conosciamo, per cui ci fermiano solo un giorno per riposare un pò, limitandoci ad un giro in Petaling street (a Chinatown, per shopping low cost) e in zona Bukit Bintang per la cena e cambio soldi: cambio da fare assolutamente perchè molto più vantaggioso rispetto qualsiasi altra città malese, e da preferire all’uso delle carte di credito perchè, se è vero che ora non viene più utilizzato il sovrapprezzo, neppure sulle isole, è anche vero che il tasso di cambio utilizzato non è quello ufficiale ma quello applicato dalla banca, in genere inferiore del 3% o più (di fatto, un sovrapprezzo).
GG 2-4 Taman Negara
Il giorno seguente partenza per il Taman Negara, 2 ore di minibus e 2,5 ore di barca (14 posti, tipo long tail) sul fiume Tembeling: la navigazione è piacevole, si osserva la giungla circostante e la vita sulla riva (pacchetto acquistato su internet, 3 notti, chalet e colazione, con viaggio, 140 euro/cad sul sito del Mutiara Resort, l’unico situato sulla riva del fiume dove ci sono il parco ed i suoi sentieri). Il Taman Negara è una destinazione facile, si vedono cinghiali, scoiattoli, qualche scimmia e 2 tapiri che sono probabilmente stanziali nel resort; non aspettatevi altro, ma qualche passeggiata nella giungla (i sentieri sono ben tracciati, fatela da soli ma leggete bene i consigli Lonely: dopo pochi minuti siete fradici di sudore!) e un paio di escursioni sul fiume valgono la visita. Certo, il Borneo e il safari sul Kinabatangan (consigliatissimo!) sono un’altra cosa…
Gg 5-6 Jungle train, Kota Bharu
Con un taxi (preso in loco, circa 42 euro), dopo 2 ore, e km di palme da olio, raggiungiamo Kuala Lipis, dove, prima di salire sul “treno della giungla”, abbiamo tempo per un breve giro sulla via principale: qui si affacciano piccoli negozietti e modesti alberghi, situati all’interno di vecchi edifici coloniali; la gente ci guarda un po’ stupita, probabilmente non passano molti turisti, ma acquistiamo acqua e biscotti, scambiamo qualche parola, un saluto e immediatamente tornano i sorrisi. La stazione è piccola ma ordinata e pulita: il treno è più o meno in orario, arriverà a destinazione circa 1 ora dopo il previsto; ci sediamo nel posto prenotato via internet direttamente sul sito delle ferrovie malesi (ktmb.com.my, costo 8 euro, biglietto stampato!) e iniziamo il viaggio in ghiacciaia (felpa indispensabile) attraverso la giungla, fino a Gua Musang; poi attraverso le risaie e la pianura, interrotte da qualche fiume (l’acqua è tipicamnete marrone) e da verdi colline, cosparse di alberi di banane e palme, fino a Wakaf Bharu, stazione dove si scende per arrivare alla vicina Kota Bharu (ci sono i taxi che vi aspettano fuori la stazione, 10 min di corsa, 10 euro), capitale del Kelantan, lo stato malese più islamico e tradizionale: è recente il tentativo di distinguere uomini e donne nella vita sociale, per esempio con file separate per banche,ecc, prontamente rispedito al mittente dalla popolazione. Partiti alle 9.30 dal Taman Negara, arriviamo alle 20.30 al Crystal Lodge di Kota Bharu (Booking, 50 euro pernottamento e prima colazione): breve giro serale per cena e visita al piccolo mercato notturno.
La mattina seguente la dedichiamo al coloratissimo mercato centrale (bello) e ai palazzi-moschee (niente di che) della città; il pomeriggio, con taxi prenotato al costo di 9 euro l’ora tramite l’hotel, visitiamo i templi simil-Thai sparsi attorno a Tumpat: siamo vicinissimi al confine e infatti ci sono alcuni posti di controllo (peraltro piuttosto soft) della polizia. Molti Thai lavorano qui, ci dice il tassista, ma l’impressione è che i malesi preferiscano tenere le distanze e non ne vogliano troppi, soprattutto non con residenza fissa (e ciò stride con il problema sud Thailandese, dove gruppi islamici locali combattono, anche con mezzi cruenti, per l’annessione alla Malesia). Comunque, i templi sono particolari, perchè accanto alle varie immagini del Buddha, ci sono statue, animali, ecc, chiara influenza indiano-cinese, niente a che vedere, insomma con i templi di Bangkok o Chang Mai.
GG 7-11 Perhentian Besar
Il giorno seguente, lo stesso tassista ci porta fino a Kuala Besut (24 euro, 75 min), il molo di partenza delle navi per le isole Perhentian: passeremo 5 notti al Perhentian Island Resort (booking, 240 euro/cad, bungalow deluxe con colazione), scelto perchè sulla spiaggia più bella dell’isola grande (appunto Perhentian Besar): sabbia bianchissima, snorkeling con miriadi di pesci, ma coralli morti (però squaletti, trigoni, piccole razze, murena e nudibranchi! e, dicono, una tartaruga, non vista) alla sinistra del pontile. Si mangia, dopo breve camminata, ai vicini, e meno cari, Coral, Watercolours o Mama’s: qui, come da segnalazioni sui blog, cerchiamo Aziz che ci procura un passaggio per Lang Tengah, piccola isola tra Perhentian e Redang, al costo di 23 euro (altrimenti sarebbero stati 90 euro per una barca privata). Siamo aggregati ad una gita snorkeling di ragazzi malesi che vogliono a tutti i costi una foto con noi (succede spesso, siamo diversi …) e poi ci salutano ricordandoci la sconfitta contro la Spagna nella finale di Euro 2012 (vista, purtroppo, in diretta alle 3 di notte al Taman Negara) …
GG 12-14 Lang Tengah
A Lang Tengah alloggiamo al Sari Pacifica, su una splendida baia di sabbia bianca e mare maldivian-Style; anche qui snorkeling davanti al resort, alla sinistra del piccolo molo in legno, romanticamente illuminato la sera da piccole lanterne, sotto le stelle … Due parole sul resort, oggetto dei più disparati commenti in rete: va benissimo, anche se ha visto tempi migliori e fa rabbia vedere i segni della carente manutenzione in un posto così, ma la posizione e il mare lo salvano e fanno sopportare anche la limitata scelta di cibo la sera (la colazione è ok). A proposito, vi passeremo 3 notti, costo 192 euro/cad la mezza pensione (sulla rete con marimari.com, assolutamente affidabile e meno caro della pubblicizzatissima Ping Anchorage; anche per il Borneo ne trovate di meglio, tipo borneoecotours.com). Per le immersioni, meglio Pehentian, dove in genere costano 22 euro l’una, attrezzatura compresa! (a Lang Tengah siamo attorno ai 36 euro, come a Redang, poco comunque!); si esce in barca, in genere i siti sono vicini (max 20 minuti) e quindi si torna subito dopo al resort: le uscite sono, in genere, la mattina ed il primo pomeriggio, più una terza verso sera, in notturna.
gG 15-16 Redang
A Lang Tengah troviamo al diving una ragazza italiana che ci procura un passaggio per Redang a 75 euro con barca, meglio, barchetta privata, invece dei canonici 120: ecco, comunque, l’utilità di essere in 4; naturalmente è l’unico giorno in cui il mare è un po’ mosso e arriviamo completamente fradici al piccolo molo davanti la zona dei resort di Pasir Panjang. Redang è anche peggio di come la ricordavo (ci sono stato 2 volte, l’ultima nel 2008): troppe barche, troppi turisti mordi e fuggi, anche se le spiaggie e il mare sono sempre bellissimi. Abbiamo alloggiato al Coral Redang (86 euro la doppia, con colazione), sulla stessa spiaggia, di fatto, del Laguna Resort: sono separate da un piccolo promontorio, attorno al quale si possono vedere squaletti, pesci balestra e qualche corallo integro. Il giorno dopo ci dedichiamo al relax sulla spiaggia, perché domenica ci aspetta il volo su Singapore, direttamente dal piccolo aeroporto di Redang, con gli Atr della Berjaya, prenotato sulla rete (berjaya-air.com) al costo di 70 euro: dopo circa 70 minuti, in anticipo, siamo a Singapore, ultima tappa del nostro viaggio.
G 17 Singapore
Per comodità, pur partendo alle ore 1.40 della notte, abbiamo deciso di prenotare una camera in albergo (Fragrance Riverside, vicino a Boat Quay e a Chinatown, 90 euro, ma gli hotel a SIN sono cari) per la doccia e qualche ora di relax prima del volo di ritorno. A Singapore facciamo un giro a piedi nella zona di Chinatown (bello il tempio buddista, un po’ deludenti quello indiano e la moschea) e dei grattacieli attorno alla Marina, fino alla cattedrale di St Andrews. Saliamo al bar panoramico dello Swiss Hotel, che è il cilindro più alto che si vede in questa zona: anche se non amo questo genere di cose, devo dire che la vista vale lo sforzo; niente shopping, l’euro è troppo basso e i prezzi non si discostano troppo dai nostri. La sera cena nella zona dei Quays (carina, molte luci, parecchia gente), prima di andare in aeroporto (25 min, 20 euro) per il ritorno, pensando già al prossimo viaggio, rigorosamente nel sud-est asiatico! Burma? (ma solo se la dittatura militare allenta la presa sulla popolazione).
In conclusione, la spesa per un viaggio di 17 notti, esclusi i pasti, è stata di circa 1500 euro per alberghi di livello medio-alto (al risparmio, sarebbero stati 1100-1200); aggiungete circa 15-20 euro al giorno per il cibo (o circa 10 per viaggi budget) e con 1800 euro circa (1300-1400 budget) vi siete disegnati una vacanza di quasi 3 settimane attraverso la Malesia con un percorso circolare (aereo, minibus, barca, treno, taxi…) che non prevede ritorni allo stesso luogo, di organizzazione semplice e divertente, oltre che istruttiva riguardo i luoghi dove andrete.
Ultimo consiglio: per chi non è mai andato in Oriente suggerirei di iniziare dalla Thailandia, la destinazione più semplice e, forse, alla fine, quella dove si torna sempre. Ma questa è un’altra storia…