Salento on the road
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Così il 17 gennaio avevamo già acquistato i biglietti dell’aereo (a/r Venezia – Brindisi, bagagli inclusi, solo 100 euro a testa), già pagato l’acconto dei posti dove dormire e già noleggiato l’auto.
Visti i prezzi particolarmente bassi, abbiamo deciso di prolungare la nostra permanenza in Puglia: 13 giorni invece dei soliti 7. Dal 14 luglio al 26 luglio.
Giorno 1
Partenza dall’aeroporto di Venezia e arrivo a Brindisi con scalo a Roma (in realtà avevamo acquistato il diretto. La compagnia lo ha però cancellato cambiandocelo senza chiederci la differenza del costo del biglietto – quello con scalo costava 80 euro in più circa).
Arrivati a Brindisi abbiamo subito ritirato l’auto noleggiata (una Lancia Y nuovissima a cinque porte e con clima) e siamo partiti in direzione di Porto Cesareo, dove dovevamo passare le notti dal 14 al 19 luglio. L’arrivo a Porto Cesareo è stato un vero e proprio parto. Il navigatore era stato impostato su “tempo minore”, perciò ad un certo punto ci ha fatto uscire dalla tangenziale prima di arrivare a Lecce e ci ha fatto fare una serie di strade in mezzo al “nulla”. Uliveti a destra, uliveti a sinistra, strade un po’ distrutte e segnali contraddittori o assenti. In ogni caso, dando retta al navigatore siamo arrivati a destinazione!
Era già pomeriggio inoltrato quando siamo arrivati, ma lo stesso abbiamo deciso di fare un saltino in spiaggia. Con cartina alla mano (dataci dal B&B Chalet del Mare dove stavamo) siamo arrivati fino alla spiaggia Le Dune di Porto Cesareo. I colori del mare non risaltavano in quanto il sole si stava già nascondendo dietro le dune di sabbia che dividono la spiaggia dalla strada.
La sera, prima di tornare al B&B abbiamo raggiunto il centro della cittadina per vedere un po’ com’era e per mangiarci qualcosina. Lungo il lungomare ci sono una serie di bancarelle che vendono costumi, vestiti, borse, collane e così via. Per cenare ci siamo affidati a tripadvisor: abbiamo cenato al “Meeting”. Ottimi gli spiedini di calamari e la pasta allo scoglio. Se avete voglia di un caffè, lì non ve lo fanno.
Giorno 2
Il secondo giorno è incominciato con la ricerca di un posto dove poter comprare un buon pranzetto e uno dove acquistare un ombrellone. Scordatevi di andare in spiaggia nel Salento senza ombrellone! Nelle ore centrali del giorno letteralmente vi “cucinate”!
Fatte le dovute compere (erano le 11 passate) ci siamo diretti versoPunta Prosciutto (è poco prima di Torre Colimena), destinazione comunque ben segnalata. Abbiamo subito trovato parcheggio in una via a due passi dalla spiaggia, parcheggio tra l’altro gratuito. Appena visto il mare siamo decisamente rimasti senza fiato: un’acqua stupenda, di un azzurro intenso e incredibilmente pulita. Era domenica ed eravamo certi di trovare una spiaggia affollata, ma né io né il mio fidanzato.
Ci aspettavamo uno scenario del genere: gli ombrelloni erano ammassati, sembravano quasi uno sopra l’altro. A fatica abbiamo trovato un posto per aprire il nostro ombrellone e, comunque, siamo riusciti a stendere soltanto un asciugamano a metà. Fortunatamente verso le 12.30 un po’ di gente ha cominciato ad andarsene, così abbiamo guadagnato un po’ di spazio. La spiaggia ha una sabbia bianca e molto sottile ed è servita da un bar.
Verso le 17 abbiamo, con molto dispiacere, lasciato la spiaggia: ci aspettavano l’addio al nubilato e l’addio al celibato a Grottaglie.
Giorno 3
Per il terzo giorno era in programma il tour delle spiagge da Porto Cesareo a Gallipoli. Con l’auto abbiamo seguito la strada costiera che congiunge le due città fermandoci in ogni paesino a fare alcune foto e ripromettendoci di fermarci nella prima spiaggia che ci colpiva. Abbiamo fatto così tappa a: Torre Squillace, Sant’Isidoro, Santa Caterina, Santa Maria al Bagno per poi giungere a Lido Conchiglie. È proprio qui che ci siamo fermati per mezza giornata. La spiaggia è un po’ diversa da tutte le altre perché si può trovare riparo, oltre che sotto il proprio ombrellone, anche sotto qualche albero. Purtroppo c’era parecchio vento, per cui il mare era mosso e i suoi colori non risaltavano e la sabbia, essendo molto sottile, si alzava e dava un po’ fastidio. Per questo motivo abbiamo deciso di lasciare Lido Conchiglie per dirigerci nuovamente verso Porto Cesareo nella speranza di trovare una baia un po’ più protetta.
Lungo la litoranea che collega Porto Cesareo con Gallipoli, indicativamente all’altezza di Sant’Isidoro, c’è il Parco Naturale Regionale Portoselvaggio. Abbiamo letto che è un posto magnifico, ma noi non abbiamo fatto in tempo ad andarci.
Giorno 4
Il quarto giorno è stato per noi un giorno di festa: siamo stati al matrimonio dei nostri amici. Matrimonio a Grottaglie, pranzo a Salice Salentino, al Castello Monaci. Una festa grandiosa: bellissimi gli sposi, magnifico il posto e spettacolare il modo in cui le persone di tutte le età si facevano coinvolgere dalla disco-music proposta dal dj. Insomma, giornata a dir poco memorabile. Non rinunciate mai ad andare ad un matrimonio in Puglia!
Giorno 5
Il giorno dopo il matrimonio avevamo un po’ di energie da recuperare. Per questo motivo abbiamo deciso di andare sul sicuro e dunque di dirigerci verso una spiaggia indicataci dagli sposi (la loro preferita): “Piri Piri”, nella zona di Campomarino (se percorrete la litoranea non potete sbagliare,fuori dal paese, sul lato spiaggia, troverete uno stabilimento chiamato proprio “Piri Piri”).
Appena parcheggiata l’auto (in un ampio parcheggio gratuito) si apre davanti a voi un panorama mozzafiato, uno dei più belli che abbiamo visto in Puglia. I colori del mare sono indescrivibili: mille sfumature e una trasparenza dell’acqua unica. Dalla strada si scende in spiaggia attraverso una scalinata (la strada e la spiaggia sono su due livelli diversi: la spiaggia ha alle sue spalle delle rocce molto alte). La spiaggia era quasi deserta, la sabbia è formata da tantissimi micro sassolini dal colore grigiastro. L’acqua è davvero meravigliosa! Anche se decisamente fredda.
La sera, sempre su consiglio degli sposi, siamo andati a Veglie a cena da Cavour (da Porto Cesareo si arriva in un attimo). Peccato che non ci siamo andati prima per poi poterci fare ritorno perché abbiamo mangiato strabene: abbiamo preso un antipasto per due persone che costava in tutto venti euro. Ci hanno portato un piatto strapieno per ciascuna di queste cose: polipo e calamaro, cozze, gamberetti con rucola pomodorini e funghetti, spiedini con mozzarella e gamberetti fritti. Per finire cozze gratinate. In realtà eravamo già sazi, ma avevamo già ordinato il primo: pasta corta fatta in casa allo scoglio. Spettacolare! Piatto pieno, abbiamo fatto fatica a finirlo. Per completare la cena un bottiglia di vino bianco (Simera di Castello Monaci), acqua e caffè. In tutto abbiamo speso 54 euro.
Giorno 6
Il giovedì ci siamo spostati da Porto Cesareo a Martano, cittadina molto carina a meno di tre minuti dalla strada che collega Lecce con Santa Maria di Leuca e a meno di mezz’ora da Otranto. Qui abbiamo alloggiato presso il B&B Ore Liete, un bed and breakfast con camere davvero molto ampie. La vera particolarità di questo B&B sono le colazioni della signora, produttrice di olio. Oltre alla classica colazione all’italiana (caffè, the, succo di frutta, latte, cereali, fette biscottate, marmellata fatta in casa, nutella, cornetti e così via) propone due “piatti” eccezionali, anche se un po’ difficili da affrontare appena svegli: la puccia o la frisella con sopra tantissimi pomodorini (quelli del suo orto) e tantissimo olio (ovviamente quello di sua produzione).
Così, soddisfatti del B&B che avevamo scelto, quel giovedì siamo partiti in direzione Otranto con l’idea di visitare tutta la costa da Otranto, appunto, fino a San Cataldo. Da amici, ci era stata segnalata come tappa obbligatoria Baia dei Turchi.
La Baia è ben segnalata lungo la litoranea a Nord di Otranto e comunque si colloca fra Torre Santo Stefano e Torre Sant’Andrea. Davanti alla Baia c’è un ampissimo parcheggio a pagamento: per tutto il giorno 2.50 euro allo scoperto, 3.50 euro invece al coperto (che però tanto coperto non è…). Il parcheggio in realtà serve tre diverse spiagge; la Baia dei Turchi è la terza, quella più lontana dall’ingresso al parcheggio.
Alla spiaggia si accede attraversando una pineta (basta seguire il sentiero). Non essendoci servizi di ristorazione in spiaggia, proprio lungo questa pineta (e solo per un piccolo arco di tempo all’ora di pranzo) c’è un furgoncino che vende un po’ di tutto.
La spiaggia è caratterizzata da una sabbia finissima, il suo mare è di un azzurro intenso e in mezzo al mare ci sono alcuni scogli: bisogna fare attenzione. Alle spalle della spiaggia ci sono alte rocce e l’erosione dell’acqua ha determinato la formazione di piccolissime grotte che possono essere anche fonte di riparo dal sole se non avete l’ombrellone.
Dopo un bagno rigenerante – in Puglia fa veramente un caldo incredibile -, riprendiamo il tour della costa a Nord di Otranto. Raggiungiamo così Sant’Andrea e i suoi faraglioni. Una meraviglia della natura!
Brevissima tappa a Torre dell’Orso, Roca Vecchia, San Foca e San Cataldo.
Giorno 7
Finalmente pronti per partire per Marina di Pescoluse o, meglio, per le famose “Maldive”.
Sulla litoranea fra Torre San Giovanni e San Gregorio si riconosce questa spiaggia per la presenza di un gigantesco sdraio con su scritto “le Maldive” sul lato mare della strada.
Davanti alla spiaggia c’è anche qui un immenso parcheggio a pagamento (4 euro al giorno).
La spiaggia è bianchissima, la sabbia finissima. Il mare azzurro e trasparente. Non si può non andare in questa spiaggia anche se molto affollata (non ai livelli di Punta Prosciutto).
Prima o dopo la tappa alle Maldive, è d’obbligo passare per Lido Marini. Sulla strada principale si vede una grandissima insegna con su scritto “pasticceria, gelateria Martinucci”. Mai visti così tanti pasticcini e così tanti gusti di gelato in una sola volta. Tra l’altro entrambi decisamente ottimi.
La sera ci siamo diretti verso Lecce (circa venti minuti da Martano), abbiamo cenato da Pizza & Co. Abbiamo preso la pizza con bufala e salsiccia! Ottima! Non è la solita pizza: è decisamente più piccola, più alta e state certi che vi sazia. Si mangia in piedi in tavolini sistemati sulla strada (non trafficata). Godetevi Lecce di notte, perché le luci la fanno risaltare molto più che di giorno.
Giorno 8
Anche per il sabato doppio appuntamento: di giorno da Baia Verde a Torre Suda, la sera a Gallipoli. Seguendo il consiglio di alcuni amici ci siamo diretti verso Baia Verde, paese a Sud di Gallipoli. A causa di un sovraffollamento dei parcheggi, abbiamo deciso di andare oltre e raggiungere un’altra spiaggia segnalata dagli stessi amici: Punta della Suina.
In realtà questo posto non l’abbiamo mai raggiunto perché alcune centinaia di metri prima siamo stati attratti da un ambiente molto selvaggio. Abbiamo deciso di fermarci per scrutare un po’ la spiaggia e il mare e poi decidere se fermarci o proseguire. Abbiamo parcheggiato la macchina sul ciglio della strada (gratuito) e attraversato la pineta dal sentiero sabbioso. Mai visto qualcosa di più bello. Dal verde della pineta si intravedeva una spiaggia dalla sabbia bianchissima, alcuni scogli in riva al mare e il fondale del mare bianchissimo. La spiaggia era praticamente deserta. Regnava il silenzio. Il mare sembrava una piscina: acqua trasparente, pesci vicino agli scogli.
In assoluto, a nostro parere, il posto più bello che abbiamo visto in Puglia (meglio mettere le scarpette per entrare in acqua.)
Dopo un bel po’ di bagni (l’acqua aveva una temperatura gradevolissima), abbiamo fatto una tappa a Punta Pizzo, a Mancaversa e a Torre Suda (ovunque scogli). La spiaggetta selvaggia che avevamo trovato poco prima di Punta della Suina dava cento a zero a questi ultimi posti.
Da Torre Suda siamo tornati verso Nord, in direzione Gallipoli. Proprio qui c’era la festa del gusto. Lungo la via principale c’erano tantissime bancarelle che proponevano i loro prodotti: crostini con olio, affettati, formaggi, mozzarelle, pane, pasticcini, tutte cose tipiche pugliesi. Così abbiamo cenato!
Giorno 9
Dopo più di una settimana di tour avevamo veramente bisogno di “atterrare” in spiaggia e di rimanere fermi lì per tutto il giorno per dormire un po’. Quindi abbiamo deciso di riscendere da Martano verso Lido Marini, di mangiarci qualcosa da Martinucci e da lì cercare una spiaggia carina in direzione Torre San Giovanni. Ci siamo fermati a Lido Malibù, in realtà poco segnalata. La spiaggia non era bellissima (era un po’ sporca), ma il mare da quelle parti è veramente meraviglioso. La spiaggia era un po’ affollata, ma è comprensibile visto che era domenica.
La sera siamo tornati a Martano, ci siamo presi una pizza e ce la siamo mangiata in B&B.
Giorno 10
Fortunatamente il giorno prima ci eravamo ben riposati in spiaggia perché il lunedì abbiamo fatto un tour a dir poco pazzesco! Sempre da Martano, ci siamo diretti verso Santa Maria di Leuca. Da qui, seguendo la strada costiera abbiamo raggiunto Otranto.
Arrivati a Santa Maria di Leuca siamo saliti fino all’area militare da dove si può ammirare il porto e il faro, oltre che avere una visuale incredibile del mare: si vede il mare davanti, a destra e a sinistra!
Scattate un po’ di foto abbiamo superato Gagliano del Capo e ci siamo fermati ad ammirare un vero spettacolo della natura: il Ciolo. Questa è una sottile ma lunga insenatura scavata in mezzo alle rocce. Il mare ha dei colori che vanno dall’azzurro al verde. Si scende da una scalinata e si arriva ad una piccolissima spiaggia creata ad hoc. Le rocce che delimitano l’insenatura sono molto alte e da qui, chi è coraggioso, si può tuffare. Portatevi un cambio se siete, come noi, lì solo di passaggio. Un bagno in un posto singolare come quello ve lo dovete proprio fare.
Risalendo verso Nord il panorama lascia senza fiato: se non c’è foschia, si vedono perfettamente le insenature, anche le più lontane.
Dalla strada principale, merita scendere a Marina Serra, dove l’acqua del mare ha eroso gli scogli e creato una sorta di piscina naturale.
Fra Marina di Andrano e Castro Marina c’è un’insenatura di cui noi ci siamo accorti solo dopo averla superata: l’insenatura Acquaviva. Siamo tornati indietro, parcheggiato l’auto e scesi lungo il sentiero indicato. All’improvviso sembra di essere nel bel mezzo di una piccola foresta. C’è qui una piccolissima spiaggia e un mare davvero bello delimitato a destra e a sinistra da scogli abbastanza alti.
Tappa obbligatoria è sicuramente la Grotta della Zinzulusa, ampiamente segnalata. Il parcheggio è a pagamento e l’ingresso è di 5 euro a persona. La visita alla grotta dura circa venti minuti e non ci sono strapiombi, per cui anche chi soffre di vertigini può tranquillamente entrare. Non fa freddo, è solo molto umido. In grotta si entra a gruppi insieme ad una guida, per cui spesso bisogna attendere qualche minuto prima di entrare. La guida vi spiegherà la storia della grotta, vi racconterà qualche curiosità e vi dirà chi tutt’oggi vive lì dentro!
Ancora più in su si trova Santa Cesarea Terme. Appena visto il suo mare e i suoi scogli ricordo di aver detto “wow!”, ma subito dopo mi sono ricreduta, perché ho capito che tutto quello che vedevo era tutta opera dell’uomo. Gli scogli sono tutti stati scavati, grattati e modellati in modo da rendere turistico il posto. Peccato! Ma lo stesso merita di essere visto.
Altre tappe sono poi state Torre Minervino (sul telefono mi è lì arrivato un sms con su scritto “Benvenuto in Grecia”), Porto Badisco e Capo d’Otranto (Punta Palascia), il punto più a Est di Italia.
Un chilometro prima di arrivare a Otranto (da Sud), per niente segnalata, c’è una cava dismessa di bauxite. Sembra di essere su Marte per i colori che ha la terra: tutto rosso. Nel mezzo della cava c’è un laghetto creato dall’acqua piovana. Come punto di riferimento per raggiungere la cava prendete una piccolissima centrale elettrica lato mare. Davanti alla centrale c’è un piazzale di cemento. Parcheggiate lì e seguite a piedi il sentiero. Massimo cinque minuti e siete arrivati.
Quando siamo arrivati ad Otranto era ormai sera e il sole era calato. Per di più i nuvoloni su nel cielo minacciavano pioggia. Per questo ad Otranto ci siamo fermati davvero pochissimo: un paio di ore. Troppo poche. Otranto è bellissima, la più bella città che ho visto. Pulita, ordinata, tranquilla. La parte storica è racchiusa dentro delle mura tenute veramente molto bene. Vale la pena scrutare tutte le sue viuzze interne, sono una diversa dall’altra. Camminando senza una meta precisa, siamo usciti dalla parte storica e abbiamo trovato il “mercato”. Qui abbiamo acquistato direttamente dal produttore pane, origano, olio, crostini e pomodori. Ci siamo così diretti verso il nostro B&B a Martano e con quello che avevamo comperato ci siamo preparati un’ottima e sana cenetta.
Giorno 11
È incredibile! Siamo in Puglia, a luglio non piove mai, la signora del B&B ci ha detto che non piove da febbraio e oggi che tempo fa? Ebbene sì… diluvia. Andiamo a Lecce a farci un giretto, giusto per non rimanere chiusi in casa e per comprare gli ultimi regalini da portare a casa. Il mattino siamo fortunati,solo qualche goccia, molto meno il pomeriggio. Siamo costretti a tornare al B&B. Siamo arrivati appena in tempo: un attimo dopo essere entrati in camera è sceso veramente il diluvio. Inspiegabilmente le strade erano completamente allagate, sembravano un fiume in piena.
Giorno 12
Ultimo giorno ufficiale di vacanza. Visto che non sappiamo se mai ritorneremo in Puglia, abbiamo deciso di fare un saltino ad Alberobello e ad Ostuni. In realtà era in programma anche una tappa a Polignano a Mare, ma il tempo era ancora un po’ incerto e non ci siamo fidati a deviare fino lassù.
Alberobello me lo immaginavo un po’ diverso. La parte monumentale è molto bella e molto ben tenuta, ma pensavo fosse un pochino più grande. È assolutamente da vedere la Chiesa a Trullo (entrata libera) e il Trullo Sovrano (entrata 1.50 euro a persona). Da non perdere è il trullo siamese e la terrazza panoramica. Quasi tutta la parte monumentale è commerciale: i negozianti ti fanno entrare nel loro trullo, visitare l’interno e le eventuali terrazze.
Per parcheggiare impostate il navigatore su Via Indipendenza. Ci sono tutta una serie di parcheggi (in genere tutti costano 6 euro al giorno).
Ultimissima tappa di questa vacanza è Ostuni, la città bianca. Noi non ce la siamo goduta al massimo perché era pieno pomeriggio quando l’abbiamo visitata. Meglio visitarla la sera quando è tutta illuminata.
Giorno 13
È letteralmente volata questa vacanza. È già ora di ripartire. Impostiamo il navigatore sull’aeroporto del Salento e via verso Brindisi. 1799 Km in 13 giorni! Consegnata la macchina, è già ora del check-in. Peccato, proprio oggi, dopo due giorni, è tornato il sole!