Meno male che Amsterdam c’è…
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ARRIVO
Appena fuori dall’aeroporto di Schiphol un cortese dipendente del servizio bus, riconoscibile per pettorina giallo fosforescente, con gestualità chiara e poche parole in inglese ci ha chiesto dove eravamo diretti. Con carta e penna ci ha segnato il numero del bus diretto nelle vicinanze del nostro albergo e la fermata a cui scendere (Poet Hotel, bus 197).
LOCATION
Poet Hotel, camera piccola con bagno piccolissimo e scomodo, colazione continentale ma priva di dolci, scale ripidissime; questi i limiti. Questi invece sono i pregi: stanza pulita gradevole per le citazioni poetiche scritte sulle pareti, a due passi dal museo Van Gogh (200 mt), Rijksmuseum (80 metri) e museo del diamante (100 mt). Non solo. Nella strada parallela subito dietro l’Hotel (60 mt), vi è la via dei negozi grandi firme come Chanel, Armani, Trussardi e simili. Guardare ma non comprare nonostante gli sconti evidenziati nelle vetrine. Sempre a pochissima distanza segnalo il Vondel Park, parco di modiche dimensioni, frequentato da joggers. Inoltre, mi preme segnalare che a pochi metri dal museo Van Gogh vi è un preziosissimo supermarket Albert Heijn., dove approvvigionarsi di frutta e verdura sfusa o già tagliata, acqua, dolci e formaggi da regalare come souvenir, e tutto ciò che può occorrere nella permanenza. Prezzi bassi e qualità ottima. Sono presenti anche prodotti italiani, a prezzi inferiori rispetto al nostro paese. Un esempio: Nutella barattolo grande a euro 3, 88.
MUSEI E ATTRAZIONI
I amsterdam city card, carta turistica prepagata al costo di 60 euro, validità per tre giorni. Io personalmente la sconsiglio. Dal momento dell’acquisto si entra nella paranoia di sfruttare al massimo la carta inseguendo musei e attrazioni convenzionati in 72 ore di tempo. Bisogna però fare i conti con il meteo instabile a luglio, le piogge potrebbero limitare alcune attrazioni che richiedono lunghe code fuori dagli edifici; di notte i musei sono chiusi; l’attenzione e l’interesse per più di un museo al giorno non regge.
Museo Van Gogh: ingresso gratuito con city card, guida audio a pagamento. Tappa indispensabile. Museo moderno che rende onore all’artista. Non ho resistito nell’aerea shopping, ho acquistato due tazzine caffè con i famosi girasoli, un portachiavi a forma di orecchio che ricorda il tragico gesto dell’artista quando se lo tagliò al termine di una lite con Paul Gauguin ed un ombrello perché fuori pioveva a dirotto.
Museo del diamante, a pochi passi dal Van Gogh, ingresso gratuito con city card. Le pietre sono quasi tutte riproduzioni di famosi diamanti. Niente di che.
Giro in battello, gratuito con city card. Meritevole per ammirare la città dalle sponde dell’acqua. Visuale su strutture avveniristiche, Hotel a forma di grande nave sull’acqua, il museo delle scienze Nemo, house boat (case sull’acqua) ravvivano il giro panoramico.
Willet-Holthuysen Museum: ingresso gratuito con city card. Casa ottocentesca a appartenente a una ricca vedova che la donò alla città nel 1896. Lussuose sale, oggettistica in ceramica e argento, legni intagliati, tutto rivela l’agiatezza senza volgare sfarzo, della famiglia che ne fu proprietaria. La stanza più interessante è la grande cucina con un poderoso caminetto, acquaio e ripiani in pietra posizionate davanti a grandi finestre sul giardino, credenze di foggia pregevole ma per uso umile. Il regno della domestica. Bello, meritevole di visita.
Madame Tussaud, ovvero museo delle cere. Ingresso a pagamento con sconto del 25% con la card city. Da notare che nel nostro Hotel, così come in tutti gli Hotel, sono disponibili un’intera bacheca di carte con sconti del 25% su numerosissime attrazioni. Quindi anche senza la city card, era possibile avere tale sconto. Ecco un primo motivo per cui non comprare la carta. Attrazione molto divertente.
Casa Rembrandt: ingresso libero con city card. Interessante Casa Museo dell’artista.
Artis Zoo: abbiamo inserito tale svago, per due motivi. Il primo per accontentare nostra figlia adolescente, ma il secondo motivo è stato per sfruttare l’ingresso gratuito e pareggiare un po’ i conti con il costo della carta. Comunque lo zoo merita, si trascorrono due ore buone fra vegetazione, laghetti artificiali, animali ben tenuti in spazi grandi. Resta comunque il retrogusto amaro per la forzata clausura delle creature.
Hermitage Amsterdam: ingresso 15 euro + 5 euro per audio guida. Pagato intero perché la carta scaduta da poco meno di un’ora. Soldi ben spesi perché ripagati dalla bellezza delle opere d’arte dei più famosi impressionisti. Si riempie l’occhio e l’anima di bellezza pura.
Museo delle torture: ingresso a pagamento, 7 euro. Ricostruzione dei sistemi di tortura medioevali ed epoca successiva. Troppo artificioso, niente di che.
Rijksmuseum: ingresso a pagamento, non compreso nella card city. Giganteschi dipinti del 17° secolo raccontano stralci di storia epocale. Vasellame di grandi dimensioni in argento massiccio destinato alle lussuose sale dei palazzi nobiliari, ricostruzioni di interni in miniatura fabbricate all’epoca, comunicano il senso di maestosità e imponenza della classe aristocratica. Poi osservo il dipinto “La lattaia” raffigurante una popolana intenta a versare il latte in un contesto umile ed un pensiero molesto mi sovviene fra le sale e mi restringe il petto. Mesta sorte vivere in quell’epoca sulla sponda dei meno abbienti.
Casa di Anna Frank: ingresso a pagamento, non compreso nella card city. Mattino piovoso, coda lunga circa un’ora e mezza. In quella lunga attesa osservare i palazzetti intorno alla casa di Anna F. e pensare al tradimento dei vicini. Provare ad immaginare in quale di quelle case abitassero i falsi sorrisi che hanno consegnato la ragazza alla gestapo. All’interno, foto, lettere, suppellettili, danno corpo ai fantasmi dell’animo. Davanti alla finta libreria che nasconde l’ingresso segreto all’appartamento, ho immaginato il rumore degli odiosi stivali nazisti e le voci dure. Ho considerato con un tremito d’animo il cardiopalmo delle vittime, le grida o forse il silenzio di quei martiri.
Edam e Volendam, due piccoli centri urbani, a 30 minuti da Amsterdam, per visita ai mulini a vento (Edam) e alla zona portuale per pescherecci. Carino, meritevole.
Dopo i primi due giorni fra musei e attrazioni, si familiarizza con le piazze principali Piazza Dam, Leidseplein e Rembrandtplein, Waterlooplein mercatino e piazza. Luoghi dove ferve la vita comunitaria locale e il popolo dei turisti. Arte da strada tutti i giorni al prezzo di una mancia.
Coffeeshop, una puntata per bere caffè buono, e torta all’hascisc e cioccolato. Ottimo dolce, carica la riserva dell’umorismo.
CIBO e dintorni
Coffeeshop, una puntata per bere caffè buono e torta all’hascisc e cioccolato. Ottimo dolce, ricarica la riserva di buon umore al costo di 5 euro una fetta.
I primi tre giorni pranzi e cena in ristorante. Al quarto giorno supermarket per una ricarica di frutta, verdura, yogurt, prosciutto crudo e pane, semplice pane. Il quinto giorno “illusione” ristorante italiano. Da segnalare la cucina argentina, carne ottima.
Chicano’s, ristorante messicano e parte del personale italiano. Piatto unico con Churrasco 150 gr, ovvero medaglione di carne alla griglia, accompagnato da patatine e poca insalata conditissima, Nachos (triangoli di farina di mais fritti e salse di accompagnamento). Mangiato in tre, bevuto una birra, acqua e cola, pagato 49 euro. Cibo e prezzo buono.
El Rancho. Ristorante argentino. Carne alla griglia per due ma bastante per tre, abbondante e ottima, pannocchie di mais arrostite deliziose, una zuppa di verdure, vino della casa, acqua e cola. Pagato 49 euro. Cibo e prezzo ottimo.
Tapa’s, ristorante spagnolo. Tapas con ingredienti di poco valore. Pagato 25 euro a testa. Cibo mediocre.
La Madonnina, ristorante italiano di nome perché non gestito da italiani. Due pizze pessime, una zuppa così e così, frittata di funghi asciutta. Pagato 44 euro. Cibo scadente.
Febo, distributore automatico di fritti buoni, hamburger. Il personale comunque presente, prepara e serve patatine fritte. Uno sfizio buono a prezzo veramente modico.
San Giovanni, ristorante italiano, solo di nome anche questo. Non abbiamo resistito alle melanzane alla parmigiana e lasagne, buone. Mediocri le due zuppe, una di pesce e una di funghi. Prezzo 55
Euro, compreso una birra, acqua e cola. Così e cosi.
Giudizio finale: ci tornerò, prima o poi.