In India… da Varanasi a Udaipur
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07.10.2011 Gorakpur (INDIA)
[Stefy]: Partiamo alle 6,30 del mattino da Pokhara, in Nepal, alla volta di Sunauli, confine con l’India. Sul bus faceva un caldo infernale, i sedili erano tutti rotti, ragazze che vomitavano nei sacchetti di plastica, il ragazzo seduto di fronte a me continuava a sputare dal finestrino. Il bus si fermava ogni venti minuti per far salire gente che trovava sistemazione dove capitava: sul tetto, nel corridoio… Arrivati al confine contrattiamo per un passaggio in fuoristrada fino alla prima grande città: Gorakpur.
Finalmente la mistica India. E’ stato emozionante varcare a piedi, coi nostri zaini sulle spalle, il grande portale che annunciava: “Welcome to India”.
Mai dimenticherò l’ingresso nella stazione ferroviaria di Gorakpur. Non ho mai visto nulla del genere. Centinaia di persone accampate per terra ovunque, sdraiate a dormire sui propri sari, milioni di moscerini di ogni genere e dimensione che ti assillavano, ti saltavano addosso, ti ronzavano attorno la testa, li sentivi dappertutto: dentro la Tshirt, nei pantaloni… per non parlare poi del fetore… chiunque pisciava dove capitava, come le bestie,senza ritegno o vergogna. Ma abbiamo altro a cui pensare. Nonostante abbiamo viaggiato tutto il giorno ci aspetta ancora la notte in cuccetta fino a Varanasi, ma mitica Benares. Siamo un po’ preoccupati.
08.10.2011 Varanasi (INDIA)
[Stefy]: Scendere la grande scalinata e trovarmi di fronte al Gange mi ha dato un’emozione fortissima. Non potevo credere di essere davvero lì, proprio quel fiume visto in mille documentari. L’acqua era sporchissima ma i bambini si ci tuffavano dentro per giocare, altri si lavavano il corpo ed i vestiti. Tre ragazze scherzavano serenamente ad un metro da un cadavere che galleggiava dopo la cremazione, molte famiglie non hanno abbastanza soldi per far cremare l’intero corpo e… Ma ciò che importa davvero è liberare l’anima e donare lo spirito al fiume sacro.
Vacche per strada, scimmie che ti saltano sulla testa, ratti che ti passano sui piedi, cani che sonnecchiano stravaccati, escrementi di vacche ovunque, immondizia, mendicanti, storpi, lebbrosi… miseria, povertà, tristezza…
L’India è un mondo a parte: è confusione, è misticismo, è caos. Bisogna gustarla a piccoli sorsi se la si vuole conoscere a fondo per poi innamorarsene. Quella di oggi è stata solo la prima giornata ma già così piena che ora ho bisogno di spegnere un po’ il cervello per assimilare tutto ciò che ancora brilla nei miei occhi.
09.10.2011 Varanasi (INDIA)
Oggi abbiamo trascorso l’intera mattinata seduti sui ghat ad osservare la quotidianità di questo popolo.
10.10.2011 Varanasi (INDIA)
La sveglia suona alle 4,45. Pochi minuti dopo, insieme ai nostri amici francesi: Marion e Aurelien, siamo già per strada. Non riesco a credere che alle 5 del mattino ci sia già così tanta gente in giro ed in piena attività.
Il sole sta per nascere e noi fluttuiamo silenziosamente sulla nostra barchetta, nessuno parla, osserviamo i riti sacri dei fedeli induisti che si bagnano nelle acque della “Madre Ganga”.
Piano piano ci avviciniamo al ghat principale delle cremazioni: l’Assi Ghat… Ogni commento è superfluo ma in tarda mattinata decidiamo di ritornarci, e questa volta via terra…
Camminiamo, in infradito, tra merde, fango ed ogni forma di rifiuto… Dall’alto di una palazzina abbandonata osserviamo diverse cerimonie di cremazioni. L’arrivo della salma avvolta in veli multicolori, la deposizione del corpo ed infine il rogo. Arrivavano tanti corpi…. Del resto se bagnarsi nelle acque sacre del fiume rappresenta la purificazione di tutti i peccati, morirci diventa l’aspirazione più grande per ogni induista.
11.10.2011 Allahabad (INDIA)
In tre ore e mezzo di bus raggiungiamo Allahabad. Questa città è famosa per la celebre festa hindu del “Kumba Mela”, cerimonia che si tiene ogni sei anni e che attira milioni di induisti da tutto il mondo.
Ci dà il benvenuto nella sua città: Nitin, un avvocato dell’Alta Corte Indiana. Ci ospita nella sua bellissima villa con tanto di custode, giardiniere oltre che le tante cameriere che tanto stona con il background circostante.
12.10.2011 Allahabad (INDIA)
In rickshaw raggiungiamo il Sangam, il punto in cui i fiumi più sacri dell’India (il Gange e lo Yuna) incontrano uno dei fiumi mitologici dell’induismo: il Saraswati. Questo è davvero un posto pieno di spiritualità. I pellegrini formavano dei cortei, le donne ballavano, si sventolavano bandiere rosse mentre gli uomini suonavano tamburi e sitar.
13.10.2011 Khajuraho (INDIA)
Khajuraho è un piccolissimo centro nell’entroterra famoso per i suoi templi sacri su cui son state scolpite scene erotiche.
14.10.2011 Jhansi (INDIA)
Il viaggio procede alla grande, ormai ci siamo completamente abituati a questa nostra nuova situazione di viandanti. Lo zaino pesa sempre di meno ed è sempre più facile organizzarlo, la ricerca di un posto per dormire o per mangiare o di un mezzo di trasporto per raggiungere la nostra meta successiva è il nostro pane quotidiano.
15.10.2011 Agra (INDIA)
I miei occhi sono riempiti, colpiti, incantati dalla perfetta bellezza di una delle meraviglie del mondo moderno: il Taj Mahal. Quante volte l’abbiamo visto in foto, nei films, nei documentari… ora è lì, dinanzi a noi, come un leone che, dopo una notte di caccia, riposa e si rilassa fiero al sole…
Il Taj Mahal non è altro che una maestosa tomba del 1600 ma io lo voglio vedere come lo ha definito Stefania: “un dono d’amore”; un omaggio alla propria amata da parte di un re innamorato che piange per il suo amore appena spirato. Rabindranath Tagore lo descrisse come “una lacrima sulla guancia dell’eternità”; Rudyard Kipling come “l’incarnazione della purezza” mentre il suo committente, l’imperatore Shah Jahan disse che faceva “versare lacrime agli occhi del sole e della luna”.
[Stefy]: Più mi avvicinavo e più ne rimanevo affascinata, volevo scorgere tutti i più piccoli particolari…
16.10.2011 Agra (INDIA)
Quando puoi svegliarti senza sveglia, fare colazione sulla romanticissima terrazza del tuo alberghetto che, combinazione, è il punto panoramico migliore della città, fare due passi in totale relax tra le bancarelle del locale bazar per poi finire a mangiare un thali tra i locali: allora sei davvero in viaggio!
17.10.2011 Jaipur (INDIA)
Impieghiamo circa quattro ore per raggiungere la capitale del Rajastan, questa leggendaria regione che tanto ci affascina.
[Stefy]: Siamo ospiti di Pushpendra e la sua famiglia composta da: padre, madre, fratelli, sorelle e tanta gente che passa,prende un chai, fa due chiacchiere, magari guarda un po’ di telenovelas indiane e va via. Condividiamola stanza con una ragazza di Los Angeles che è qui per qualche mese per lavoro, crea gioielli!
Qui abbiamo trovato pace e tranquillità. Siamo attorniati da magnifici templi, il più bello dei quali è lo “Jhagat Siromani”, proprio di fronte alla “nostra” casa.
18.10.2011 Jaipur (INDIA)
[Stefy]: Con dieci rupie a testa, in bus, raggiungiamo il centro di Jaipur,ad Hawa Mahal.
Dall’alto del minareto di Iswari Swargasal godiamo della vista dell’intera città rosa, così è infatti definita la città per il colore dei vecchi edifici del suo centro storico.
19.10.2011 Delhi (INDIA)
Sono le 3,30 del mattino quando suona la sveglia del nostro cellulare. Fuori è buio pesto. In tuk tuk percorriamo i 12 km che separano Amer dalla stazione ferroviaria di Jaipur. Jaipur by night ci mostra un altro suo aspetto, quello lontano dallo sfarzo dei palazzi rosa, vediamo la sua gente che riposa avvolta, come delle mummie, in teli bianchi per strada, sui marciapiedi, sui rickshaw, nei tuk tuk, nei taxi. Quello spettacolo ti faceva palesemente capire che quella gente non aveva nulla.
Il treno comincia a rallentare, siamo entrati nei sobborghi di Delhi! Mi affaccio dalla mia cuccetta e davanti ai miei occhi scorrono le immagini della vita quotidiana negli slums: bambini che giocano tra la spazzatura, uomini e donne che camminano rassegnati…
Arriviamo finalmente ad Old Delhi e dal nostro taxi vediamo in anteprima le bellezze urbane, ci colpisce subito il palese contrasto tra ricchi e poveri. Le capitali mi affascinano particolarmente, forse perché è come se le conoscessi da sempre!
Monaliza è il nostro contatto a Delhi. E’ una simpaticona e ci siamo sentiti a nostro agio sin dal primo istante.
[Monaliza Ramani from Delhi, INDIA]: “I already feel like family being with you guys. I have never felt so close to anyone in such a short time before. There are some people you meet in life and wonder if there was a previous connection. This strengthen my belief in re-incarnation. Somewhere, somehow we had a connection and now I’m so glad to have met you again in this life. Love you guys.”
21.10.2011 Delhi (INDIA)
Il tempio Gurudwara Bangla Sahib alle due di notte è molto suggestivo. I bianchi muri di marmo si riflettono nelle acque del laghetto che lo circonda.
I fedeli sikh dalla lunga barba e dai grandi turbanti colorati sono molto socievoli e gioviali. Si incuriosiscono quando ci vedono e chiedono di essere fotografati.
22.10.2011 Delhi (INDIA)
Raggiungiamo in Qutub Minar in auto con Mona. Per strada veniamo pure tamponati. Il traffico è pazzesco e senza regole. Pur avendo ragione l’assicurazione non pagherà i danni. Regole indiane!
In giornata riusciamo a visitare il Red Fort per poi perderci nei vicoletti dei bazar di questa antica ed imponente città.
23.10.2011 Bikaner (INDIA)
[Stefy]: Purtroppo il nostro treno per Bikaner parte con sei ore di ritardo… e dire che ci siamo svegliati alle 2,45 del mattino per arrivare in tempo in stazione.
Domani ci aspetta la visita del tempio dei topi a Deshnok. Ho una strizza non indifferente. Ho sempre avuto paura dei topo e proprio per questo ho proposto a Mark di venire qui! Devo superare questa stupida fobia! Ci riuscirò?
24.10.2011 Bikaner (INDIA)
Siamo a Deshnok, non troppo lontani dal confine con il Pakistan, stiamo per entrare nel tempio dei topi! Stefy è molto tesa.
Entriamo, due topolini attraversano il piccolo cortile, facciamo due passi ed ecco una delle immagini più classiche di questo posto: due piattoni pieni di latte e decine di topi a bere…
I “kaba” (roditori sacri) sono venerati da tanti pellegrini, infatti, secondo una leggenda hindu la divinità Karni Mata chiese al Dio della morte Yama di riportare in vita il figlio di un cantastorie afflitto da questo lutto. Al rifiuto di Yama, Karni Mata fece reincarnare tutti i cantastorie deceduti sotto forma di ratti, privando così Yama di anime umane.
[Stefy]: Non ci posso ancora credere: ho varcato la “porta della loro casa”.
Mi ha colpito tanto l’idea che molta gente percorreva tanti km, ore ed ore stipati in schifosi bus per portare offerte, cibo e latte ad un’orda di topastri…
La città si prepara al grande “Diwali” di dopodomani, il corrispettivo del nostro capodanno! Tutti sono in fermento, cammelli carichi di merce di ogni tipo percorrono in lungo e largo le strade della città. “Acquistare qualcosa durante il Diwali è segno di buona sorte”,ci confessa il dolce Abi, il nostro contatto a Bikaner.
25.10.2011 Jodhpur (INDIA)
Il paesaggio è ancore desertico, ogni tanto sbucava qualche capanna di pietre con qualche donna che accudiva una mandria di vacche sacre… attraversavamo villaggi dimenticati da tutte le divinità indiane…
Giungiamo a Jodhpur, la città blu, proprio nel giorno del Diwali. Noi lo celebriamo con una romantica cenetta nell’elegante “Kalinga Restaurant” per poi finire e perderci in una delle tante pasticcerie della città ad abbuffarci di “gulab jamun”.
26.10.2011 Jodhpur (INDIA)
Il forte Mehrangarh costruito prima della scoperta dell’America ci regala una veduta meravigliosa sulla città oltre a mostrarci un frammento di ciò che era la vita in quegli anni in questo luogo remoto.
E’ ora di immergerci nella quotidianità della città in profondo fermento per il Diwali. Quanta gente si fermava ad augurarci: “Happy Diwali!”… era simpatico quando addirittura ricevevamo SMS di auguri dai nostri amici indiani sul nostro cellulare indiano!
Raggiungiamo la “Torre dell’orologio”, centro commerciale e sociale della città. Centinaia di persone acquistano o vendono. I pasticceri ed i venditori di fuochi d’artificio fanno affari d’oro. Grazie alla nostra Lonely Planet finiamo in un piccolo locale, “Shri Mishrilal”, a bere il miglior lassi della nostra vita!
29.10.2011 Ajmer (INDIA)
[Stefy]: Ajmer ci accoglie con la sua frenesia, il suo caos, tuk tuk che corrono in ogni direzione, mercanti che declamano la propria merce, forti odori. Ci dirigiamo subito alla Moschea di Dargati, era la prima volta che vedevo una moschea così attiva. Strapiena di fedeli che pregavano. Al di fuori una quantità di storpi impressionante che chiedevano l’elemosina strisciando lungo la strada.
Mentre mi aggiravo tra i vari cortili della moschea pensavo a quanto fosse importante la fede. Quel quid che ti fa donare la tua cena o i tuoi risparmi ad una statua anche quando non hai nulla, quel quid che ti fa adorare un mucchio di topi, che ti fa bagnare nelle acque velenose di un fiume, che ti fa donare tutti i sogni, speranze e desideri nelle mani di improbabili dei multicolori e dalle mille forme, quel quid che ti fa accettare con serena rassegnazione la misera vita che hai perché la successiva sarà migliore grazie a quella attuale, quel quid che ti fa privare della tua vita uccidendo altri che non la pensano come te per farti guadagnare un meraviglioso aldilà.
Ritorniamo a Pushkar, una Varanasi in miniatura con i ghat nascono sulle sponde del piccolo lago.
03.11.2011 Udaipur (INDIA)
Udaipur: che bella sorpresa! E chi se l’aspettava così curata, elegante, pulita e tranquilla? Un gioiellino grazie al suo laghetto al centro del quale regna lo stupendo “Palazzo bianco” fatto costruire da un marajà nel 1600 e che ancora affascina tutti i suoi visitatori, forse anche di più del City Palace! Trascorriamo qualche giorno in questa deliziosa cittadina anche per riprenderci un po’ visto che sono stato un po’ male ultimamente, nulla di grave, solo una lieve influenza. Dobbiamo caricarci in vista della seconda parte di questo viaggio in India.
Tutti pronti? Si va a Bombay Continua su www.born2travel.it