Berlino, città del futuro
Eppure la storia esiste eccome: nessuna città al mondo è stata drammaticamente al centro degli eventi degli ultimi duecento anni come Berlino. Sfavillante e sfarzosa ai tempi dell’Impero germanico a fine XIX secolo, poi fiore all’occhiello della follia nazista nel “Terzo Reich”, ed infine spettrale emblema nella guerra fredda, dal dopoguerra al 1989, laboratorio del futuro negli ultimi vent’anni; questa è la magia e la bellezza di Berlino.
Se volete iniziare una visita completa dei migliori luoghi della città, prendete gli autobus 100 o 200; sono autobus a due piani di linea che percorrono tutto il centro da est a ovest.
Il nostro giro della città parte dalla Porta di Brandeburgo, il simbolo di Berlino. Siamo qui sotto, ad ammirare la maestosa porta che ha visto passare trionfalmente i vari eserciti di Napoleone, Hitler, poi i liberatori russi e americani attraverso le sue colonne, ispirate al Partenone di Atene.
La Porta di Brandeburgo per anni è stata il simbolo della divisione, a due passi dal muro, territorio inesplorato e abbandonato. Ora sorge al limite dell’elegante Pariser Platz, tra siti di ambasciate, eleganti caffè all’aperto e lo storico Hotel Adlon. Da qui comincia l’imponente viale “Unter den Linden” (sotto i tigli) che attraversa il cuore della città, con gli edifici più belli e sontuosi della capitale. Nel centro storico (il “Mitte”), tutti i gusti di un turista possono essere soddisfatti.
Chi ama lo shopping elegante può recarsi a Friedrichstraβe (con le sue boutique e negozi di lusso), chi è appassionato di musei può recarsi nella Museumsinsel, una splendida isola sul canale della Sprea, dove in poche centinaia di metri sono concentrati alcuni tra i musei più interessanti del mondo. Per motivi di tempo, noi scegliamo il Pergamon Museum, museo dell’antichità con la sua magnifica ricostruzione dell’altare di Pergamo, l’antica porta del mercato di Mileto e il meglio dell’archeologia dell’Asia Minore compendiata nella porta di Babilonia, uno spettacolo!
Non bisogna trascurare la piazza più raffinata di Berlino, Gendarmenmarkt, con le sue due belle chiese a fronteggiarsi; dicono che sia ancora più ricca di fascino la sera, ma l’inclemenza del tempo non ci ha consentito la visita.
Poco distante dalla Porta di Brandeburgo facciamo visita al ricordo permanente e struggente dell’olocausto: un’infinita serie di lapidi e pietre senza nome e senza volto creano un labirinto che è il “Mahnmal”. Appartandosi in questo spazio nudo e imperscrutabile sembra di percepire il senso della storia e della vergogna, un monito eterno contro le barbarie e la crudeltà dell’uomo.
Il sito più visitato di Berlino e dell’intera Germania è il Reichstag, ora Bundestag, sede del Parlamento.
Scopriamo che per visitarlo occorre registrarsi su internet oppure presentarsi, muniti di documento, in un apposito ufficio posizionato a poche decine di metri dall’edificio. Facciamo un’oretta di coda per la registrazione, ma la visita ne vale indubbiamente la pena. Dopo i controlli accurati del caso, un ascensore ti porta alla base della cupola di vetro, costruita a ridosso del Parlamento. La sua forma a cupola rappresenta simbolicamente il controllo che ognuno può esercitare sulla politica tedesca. Un percorso per i visitatori porta lentamente alla sommità della costruzione: da qui si scorge un’ottima vista del centro di Berlino, mentre alla sua base una serie di effigi e documenti raccontano la sua storia, dalla nascita della Germania ai giorni nostri.
E ora un tuffo nella vecchia ed elegante Berlino Ovest; il maestoso parco di Tiergarten, una lussureggiante foresta di boschi che rappresenta il polmone verde di questa verdissima città.
L’avveniristica Potsdamer Platz, con il contributo dei migliori architetti mondiali (da Renzo Piano a Isozaki) ci riporta al futuro dove è proiettata Berlino.
Il raffinato quartiere di Charlottenburg, con la residenza estiva degli Hohenzollern, la dinastia imperiale tedesca, riporta agli splendori del passato, all’eleganza teutonica di questa città, che forse è la meno tedesca tra le città tedesche, vista la sua mescolanza di etnie e stili architettonici.
La domanda ci nasce spontanea dopo alcuni giorni: cosa è rimasto del muro, il “Mauer”? Qualche frammento, qualche ricordo in molti punti, e soprattutto la East Side Gallery.
Andiamo a vedere il chilometro e mezzo intatto che è rimasto della costruzione che divideva due mondi, due culture, due popoli. Su tutta la lunghezza delle mura rimaste, artisti di tutto il mondo hanno disegnato e scritto i loro messaggi, i loro ricordi, le loro testimonianze; nel percorrere questo tragitto pare di rivivere la tragica storia delle quasi 200 persone uccise nel tentativo di valicare questo limite e il rumore della festa che l’8 novembre 1989 segna inevitabilmente la fine di questa gigantesca crudeltà.
Oramai il “checkpoint Charlie”, l’unico passaggio che consentiva, durante l’esistenza del blocco, agli ambasciatori, ai turisti e ai muniti di permesso (dopo estenuanti e lunghissimi controlli) di transitare da Ovest a est e viceversa, è solo più una guardiola turistica, con gli immancabili finti soldati vestiti da russi o americani che elargiscono (per un euro) foto ai visitatori di turno.
Oggi, poco ricorda questa triste pagina di storia, Berlino è ora un’unica città. Rimane ancora qualche casermone stile Germania comunista, nei quartieri ex Ddr, e un po’ di eleganza in più a ricordare la vecchia Berlino Ovest ma tutto è ormai passato.
Stiamo per lasciare Berlino, rimane un po’ il rimpianto per alcune impressioni tipicamente estive che non abbiamo potuto apprezzare: una gita in battello sulla Sprea, una serata all’aperto a sorseggiare birra e mangiare un “currywurst”, osservando gente di tutto il mondo passeggiare; il tempo freddo non ce lo ha consentito, ma lo abbiamo immaginato, in una città forse apparentemente fredda ma che ti lascia addosso l’immensa voglia di ritornarci.
Quindi, come diceva una canzone di Battiato “Alexander Platz auf Wiedersehen”, arrivederci Berlino… il futuro è nelle tue mani!
Osvaldo Toldo