New York e i suoi cinque distretti
Luglio 2012
Dopo 12 anni decido di ritornare in quella metropoli che è New York City. A New York io ci vissuto studiato, lavorato, abitato. Erano dodici anni che mancavo e ho trovato la città profondamente cambiata. Siamo chiari… sempre caotica, confusionaria, stracolma di gente ma diversa, meno newyorkese… Comunque per chi volesse affrontare il viaggio nella Big Apple i consigli fondamentali sono pochi: armarsi di buona volontà a camminare, una buona dose di pazienza, e la metrocard (costo 29$ a settimana, 2,25$ per una corsa, 105$ al mese), una specie di santo graal che ti dà l’accesso alle porte della città e una cartina della van.dam del costo di 8$ con su segnato di tutto. Dai negozi ai musei alle linee della metro, perfino gli shooping store più grandi. In auto la città è quasi proibitiva, i parcheggi sono pochi e costano anche 20$ dollari all’ora. La mancia nei ristoranti è quasi obbligatoria, prima era il 5-10% ora siamo dal 15% al 20%. Altra cosa: se si conosce bene l’inglese e si ha molto tempo e molta voglia di camminare (anche perchè la maggior parte dei tour è ancora solo in inglese), è utile fare il NewYorkPass del costo di 180$ per una settimana con 70 attrazioni (no luoghi di interesse gli americani anche il Metropolitan Museum lo chiamano attrazione e tour… tutto un grande luna park per intederci), altrimenti anche il CityPass con le sole sei attrazioni principali basta, considerando che ogni entrata costa minimo 25$ dollari, che sia l’Empire il Top of the Rock o il MoMa. Per orientarsi a Manhattan due cose importati: le avenue la tagliano in lungo e le street in largo. Quindi da east river verso west river e dalla Statua ad Harlem le numerazioni sono progressive. Come punto centrale di riferimento avere l’Empire State Building che è visibile quasi ovunque.
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Diario di viaggio
16/07/2012
Partenza da Milano Malpensa con volo Alitalia delle 12.15: abbiamo optato per questa scelta per il fatto che avevamo gente che ci raggiungeva da Napoli e Roma così siamo partiti tutti insieme. Prenotato in novembre a/r con la cara vecchia Alitalia è costato 827 € considerando l alta stagione neanche tanto. Ecco, per chi potesse evitate Malpensa il lunedì mattina noi siamo partiti alle 7 da Verona per fare 2 ore di colonna a Milano giusto per capirci. Parcheggiamo al Parking Go 61€ anticipati per 10 gg di parcheggio, ci accompagnano al terminal 1 checkin tutto ok se non avessero sbagliato a scrivere il gate sulla carta d’imbarco per poi cambiarlo tipo 20 minuti prima passando dal gate21b al 30, ma siamo in Italia… Ci tengo a precisare che noi non avevamo albergo in quanto ospiti del classico zio americano nel quartiere Queens, ma basta guardare sui siti tipo expedia o trivago o sui generis che si trovano belle offerte. Il viaggio in Alitalia è stato il massimo con tv on demand personalizzata e un buon pranzo con pasta o carne. Arrivati al Jfk alle 15.50 dopo aver lasciato impronte e foto di rito alla dogana prendiamo e acquistiamo la metrocard settimanale e prendiamo l’autobus Q10 che ci porta alla fermata della metro E-F (blu e arancio) di Union T.Pike dove ci aspettavano i nostri “American Uncles”. Il quartiere del Queens, dove si trova anche il Jfk Airport, è molto bello con casette in legno, molto residenziale diciamo con presenze di etnie e religioni varie. Dai Mormoni ad ebrei cattolici etc etc… Ma diciamo che nel complesso c’è poco da vedere. Arrivati doccia, piccolo brunch in stile americano e prendendo la linea F arriviamo per un primo giro a Manhattan (ci tengo a dire che Manhattan non è New York e New York non è Manhattan) un caldo fotonico 34 gradi con 75% di umidità. Vediamo l’M&M’S shop, i teatri di broadway che accendono le luci al neon a giorno, la sede di Morgan Stanley con le scritte del Nasdaq (il listino dei titoli tecnologici) che scorrono veloci, Disney store, etc etc. A Times Square arrivano quasi tutte le linee della metro (1,2,3 rosse, N Q R gialle, E B D F M. arancio A C E blu) quindi è una specie di luogo di ritrovo del mondo. Decidiamo di andare a cena li vicino, al Virgili’s 152 West 44th street. Rumoroso e allegro ristorante in stile cowboys dove mangiare bisteccone e burger beef in un piatto completo di patata e mais costo medio a pax 30 $ compreso mancia. Dopo di che riprendiamo la F per tornare a casa, sono le 21 ma il fuso non si sente anche se in Italia sono le 3 del mattino ma decidiamo di riposarci cosi da ripartire presto il giorno dopo. La Subway (metro) funziona 24h su 24 ma alcune stazioni le chiudono di sera quindi fate attenzione e altri sono espressi e non fermano in tutte le stazioni.
17/07/2012
Ci alziamo alle 7 del mattino, orario consigliato sia per visitare la città, sia per fare la classica colazione americana (uova, pancetta, latte e cereali). Partiamo per Ellis Island e Statua della Libertà prendiamo la E da Kew Gardens fino alla fermata del Port Authority Bus Terminal sulla 42w/40w e lì cambiamo per la 1 rossa che ci porta fino alla fermata South ferry. Uscendo ci ritroviamo al Battery Park dove hanno posizionato i resti del mappamondo in bronzo del vecchio World Trade Center (foto di rito). Ci dirigiamo presso il Castle Fort Clinton, il primo posto dove sbarcavano gli immigrati prima dell’istituzione di Ellis Island, per ritirare il nostro CityPass. Entriamo nella piccola fortezza e andiamo al chioschetto sulla destra dove allo sportello pre-pay ritiriamo il blocchetto. Ci dirigiamo verso l’entrata del battello che ci porterà sull’isolotto della Statua della Libertà e ad Ellis Island. Dopo una fila di 1h entriamo in una specie di magazzino per i controlli di sicurezza tipo aeroporto quindi attenzione agli oggetti metallici; anche se c’è una bella fila, il tutto si svolge velocemente nel giro di una decina di minuti. Saliamo sul battello. Manhattan dall’acqua è stupenda. Qui farei una riflessione perchè avete due possibilità: o fare il giro di due ore che vi fa vedere tutta la città dal battello (e quello lo farei al tramonto sotto una luce diversa), oppure scendere alla Statua della Libertà (chiusa per restauro quindi potete solo scendere sull’isolotto) ed Ellis Island Museum. Decidiamo di non scendere ai piedi della statua e ci dirigiamo direttamente ad Ellis Island, ritiriamo l’audio guida in italiano compresa nel prezzo, visioniamo pure il film “Island of Hope, Island of Tears” molto interessante perchè spiega anche visivamente la storia di Ellis Island e degli immigrati che sbarcavano in America ma tutto in inglese. Facciamo il giro all’interno: il tour è interessante per capire come si svolgevano i controlli per l’immigrazione ma molto ripetitivo in alcuni tratti col senno di poi avrei preferito il solo giro in battello risparmiavamo tempo e fila. Mangiamo qualcosa al self-service dell’isola compriamo due ricordini (i souvenir sono dovunque per calamite tazze/mug consiglio Canal street o Times Square, per magliette I love New York 21 Century Store o la stessa Times Square) e ripartiamo.
Arrivati a “terra” risalendo la Broadway troviamo il famoso Toro, “toccatina” nelle sue parti intime con relativa foto, e continuiamo verso nord arrivando davanti a Trinity Church, molto carina, ci riposiamo un po’ prendendo fresco all’uscita, attraversiamo la Brodway in direzione Wall Street, troviamo la Federal Memorial Hall, la New York Stock Exchange, la borsa di New York (la piu’ famosa del mondo) e alla statua di George Washington. Continuiamo il percorso incontrando sulla sinistra il Trump Building, risaliamo per William Street e sulla sinistra vediamo la piazza e il grattacielo della Chase Manhattan Bank ma era chiuso per restauro. Continuiamo per William Street e girando sulla Liberty street arriviamo alla Federal Reserve Bank. Da lì decidiamo di andare a Ground Zero. Proseguendo sulla Liberty street arriviamo al W.T.C. qui abbiamo una brutta sorpresa per visionare il nuovo 9/11 Memorial Center: ci si deve registrare sul sito www.911memorial.org/visitor-passes oppure fare una fila enorme due Blocchi più su (come li definiscono i newyorkesi, gli isolati). Abbandoniamo l’idea di visitarlo sia per la troppa gente sia per il caldo e la stanchezza, ci torneremo un altro giorno, e ci rifugiamo nel 21 Century Store al 22 di Cortlandt Street di fronte al cantiere della nuova Freedom Tower (quasi finita, per l’altro grattacielo più basso manca poco), una specie di “ruma ruma” dove si trova di tutto dai souvenir ai vestiti ad oggetti per casa. Noi abbiamo preso polo Calvin Klein jeans a 19$ e maglioncini di filo Tommy Hilfilger a 39.90$: una specie di outlet dove trovi di tutto a poco prezzo. Io ho trovato un paio di Nike Air Max a 63 €. Ormai è quasi il tramonto abbiamo deciso di prendere la metro da Church street (la prima chiesa cristiana) la linea rossa fino ad Herald square in direzione Empire State Building, scendiamo, ci dirigiamo al grattacielo più alto di N.Y.C., fino a quando non sarà terminata la Freedom Tower. Una piccola fila per entrare dove vi proporranno un specie di biglietto per evitare le file a 25$ a testa per poi dire 25$ per tutti (eravamo in sei) per poi desistere se lo mandate a quel paese. Infatti una volta entrati dentro non c’era quasi nessuno. Controlli di sicurezza, foto di rito tipo Gardaland (25$) per poi salire sull’ 86° piano: spettacolo bellissimo peccato la foschia ma New York da lassù è strabiliante. Ti rendi conto che è davvero l’ombelico del mondo e di quanto sia immensa nella sua grandezza. Anche qui ti forniscono un’audioguida in italiano molto bella ed esauriente che ti spiega tutta la città. Ecco, io l’Empire lo consiglio sempre nella prima giornata: è quasi un antipasto dell’intero viaggio. Scendiamo dal grattacielo nato come stazione per dirigibili e decidiamo di andare a cena lì vicino. Prendiamo il bus compreso nella metro card fino all’incrocio con la 26ma, al 30 West 26th Street troviamo l’Hill Country Bbq Market. Ristorante tipico dal servizio veloce ti avvicini al banco ordini la carne che vuoi, te la servono nella carta oliata su un vassoio: noi abbiamo preso una portata con costine, pollo, wurstel e un 1/2 lb di beef da dividere in due perchè in Usa è tutto bigger e due contorni, una birra, l’acqua è compresa pagando 19$ dollari a testa compresa la mancia: non molto…fantastico! La sera fanno anche al piano interrato musica dal vivo, il giovedì country, il lunedi jazz, il venerdi rock e blues, etc etc. Si sono fatte le nove è ora di tornare, prendiamo la metro gialla.
18/07/2012
Solita sveglia alle 7 colazione e metro arancio/gialla fino a Prince Street. Usciamo dalla metro ed entriamo da Dean & DeLuca, qui mangiamo una fetta di cheesecake, 6$. Il negozio è favoloso, trovate di tutto dentro, dalla frutta, al sushi, salumi e oggetti per la casa a prezzi abbordabili. Finita la visita ci dirigiamo in direzione sud sulla Broadway, fino all’incrocio con Canal Street: qui cercheranno di vendervi orologi e oro. Camminiamo fino alla Mott street, la storica Chinatown anche se oggi si è allargata fino ad inglobare anche la vecchia Little Italy. Scendiamo sulla Mott fino ad incrociare la Worth street qui ci dirigiamo a destra fino all’incrocio con Baxter street dove una volta c’erano i Five Points, resi famosi dal film di Scorsese “Gangs of New York”. Oggi non resta nulla dopo che negli anni 30 fu raso tutto al suolo per fare pulizia con la creazione del Columbus Park, un ospedale e la corte suprema. Risaliamo la Worth verso Chatman square fino all’entrata del Manhattan Bridge, al tempio buddista e al palazzo della Capital Bank. Qui risaliamo sulla Bowery gustandoci sempre di più come ormai i cinesi hanno preso tutto in mano, giriamo a sinistra sulla Broome street fino ad arrivare all’enoteca di Palo dove inizia Mulberry street. La vecchia Little Italy. Che delusione! Ormai di Italiano in quella strada non c’è più nulla, è solo piena di ristoranti dai nomi italiani con facsimile di statue greco-romane in cartongesso dove tra l’altro si mangia anche male (ho visto su un tavolo una carbonara con l’uovo a parte). Una volta trovavi negozi con scritte “questo shop è votato a San Gennaro” oppure ”Madonna del Carmine aiutaci tu” oppure cartelli con su scritto “qui parcheggiano solo gli italiani”: oramai i negozi di souvenir sono in mano ai cinesi e spunta anche qualche ristorante vietnamita.
Percorsa la Mulberry giriamo di nuovo per Canal street fino a raggiungere la West Broadway decidendo di fare cosi un giro per Soho, un ex quartiere industriale dove ora gli edifici in ghisa sono loft di lusso e ci sono molti negozi brandizzati. Risaliamo la Broadway fino all’angolo con la Broome street dove troviamo il Broome street Bar, un posto dove fanno i migliori hamburger artigianali serviti in un pane arabo, con una buona birra fatta a Brooklyn. Un piccolo ritrovo per artisti newyorkesi. Dopo esserci rifocillati risaliamo due blocchi fino alla Prince street dove si trova l’Apple Store e ammirando molti negozi come La perla, Chanel, Fanneli bar etc etc. Arrivati in Prince street riprendiamo la metro, cambiando linee arriviamo alla 34 street dove troviamo Macy’s, il piu grande Shooping mall del mondo, dove si trova di tutto e di più anche le marche. 8 piani suddivisi equamente in uomini e donne: ci passiamo un paio d’ore e vista un po’ la stanchezza e un po’ l’ora decidiamo di visitare anche il Manhattan Mall, altro shooping center, ma meno “bigger”. Usciti risaliamo fino alla 8 avenue per vedere il Madison Square Garden, un’arena sportiva dove ci sono i più bei concerti ed eventi sportivi… potrei dire del mondo… Al centro di Manhattan un’arena da 20 mila posti (12 novembre c’è Madonna e poi ci giocano i New York Knicks). Riprendiamo la metro alla Pennsylvania Station direzione casa.
19/07/2012
Oggi piove e c’è in atto una vera “thunderstone”: ce la prendiamo con calma anche perchè quando piove New York è difficile tra traffico in tilt e taxi che non si fermavano neanche a pagarli oro. Decidiamo di andare per musei. Partiamo dal Museum of Natural History sulla Upper West Side 8 avenue e 86 street, per intenderci il museo del film “Una notte al museo” con fuori la statua di Roosvelt. Arrivati con la metro B-C sotto il museo entriamo, passiamo i controlli di sicurezza, e scopriamo che in tutto il museo c’è il Wifi. Molto bello il planetario dove assistiamo al film in Imax con voce di Woopi Goldberg “La nascita di una stella”, naturalmente in inglese, però il resto è un po’ deludente. Tranne i ragni e i cetacei tutto il museo è un enorme accozzaglia di animali impagliati finti in stanzoni enormi. Giusto per le scolaresche. Dopo due ore decidiamo di uscire anche abbastanza annoiati per dirigerci nelle vicinanze al Levain Bakery 167 W 74TH Street, dietro al museo, per mangiare i migliori biscotti di New York, 4$ a biscotto ma sono enormi e buonissimi. Da lì prendiamo la metro rossa alla Sherman square per arrivare al Columbus Circle. Ammiriamo jazz al Lincoln Center, entriamo nel Warner mall, un altro enorme centro commerciale molto moderno poi riprendiamo la metro fino alla 7avenue per uscire sulla 54, fare due blocchi ed andare al MoMa. Se non siete amanti della modernità e dell’arte contemporanea il museo è un po’ noioso tranne per gli ultimi due piani dove nella parte dei pittori ci sono Picasso, Monet, Dalì etc etc. Usciti dal museo dopo un’oretta circa decidiamo di fare uno spuntino da Hooters 211 W 56th Street: un pub stile americano con le cameriere simili alle conigliette di playboy vestite di top attillati con pantaloncini arancio e scarpette. Alcune erano davvero belle altre….lasciamo perdere! Pieno di tv per vedere eventi sportivi, ordiniamo 4 panini, anelli di cipolla (questi stupendi) un’insalata, due birre e 2 coca cola pagando 130$ compresa mancia: carino sia lo scontrino con dedica che le ragazze che si lasciavano fare foto con molta allegria (le donne erano un po’… nervous, ma ci sta dai… esperienza da fare) naturalmente abbiamo preso un po’ di bicchieri-souvenir. Ormai sono le 19 e decidiamo di tornare a casa anche perchè la pioggerellina fina non da tregua.
20/12/2012
Altro giorno di pioggia e temperatura attorno ai 24 gradi quindi anche oggi museo e decidiamo di andare al Metropolitan Museum, il piu grande, ci vuole quasi un giorno per vederlo tutto con cura. Fermata consigliata la metro verde fino all’86 street, un paio di blocchi a piedi verso la 5° avenue ed entriamo: controllo di sicurezza, una giovane ragazza ci cambia il biglietto con una spillina colorata, quello sarà il nostro pass giornaliero. Iniziamo dalla parte egizia… spettacolare con vere e proprie tombe smontate e ricomposte nel museo; attraversiamo tutta la parte coloniale americana troppo grande e dopo un po’ stanca, ammirevole la parte delle armature ed armi; al secondo piano c’è la pittura dell’800 e altri pittori come Picasso, Monet, Dalì, Gaugain, De Chirico, Modigliani etc etc. Notevole. Verso le 15 usciamo (dopo 5 ore). Acquistiamo un hot dog da 3$ con salsa per uno spuntino dalle bancarelle fuori del museo. Prendiamo l’autobus (m1) fino all’inizio di Central Park per Grand Army Plaza: lì vediamo il Ritz, il Plaza ed entriamo dentro da Fao Swharz, un negozio di soli giocattoli che quest’anno festeggia i 150 anni, quello dove è stata girata la scena di “Big” con il “big piano”, quando Tom Hanks saltella sul piano col proprietario del negozio. Bella anche la parte dei Lego e Playmobil. Usciamo e percorrendo la 5°avenue, entriamo da Tiffany dove saltiamo i primi due piani (gold&diamonds) fuori dalla nostra portata ma pieni di russi e giapponesi, arriviamo al terzo il silver plane come dice il simpatico ascensorista, dove è possibile comprare anche anelli a partire da 100$… nulla! Usciti da Tiffany con gli occhi che brillavano entriamo nel Nike Town. Quattro piani di sportività dove è possibile anche comprare Air Max a 60$ dollari, basta saper cercare. Dopo di che è tardi e decidiamo di andare a casa perchè il tempo è davvero brutto. Attraversiamo la Madison avenue, Park avenue dove ammiriamo il Warldof Astoria e l’entrata dell’Helmesey Building dove la Park si separa passando ai lati del MetLife building ex Pan-am. Lì Frappuccino doubble coffe da Starbucks all’entrata della linea e sotto la YMCA Cine Club Tower.
20/07/2012
Oggi il tempo ci aiuta e decidiamo girare le parti diciamo televisivamente conosciute di New York. Scendiamo sulla 42 street alla Grand Terminal Station dove ammiriamo il tetto fatto come un cielo stellato e dove è stato fatto il primo grande flash-mob do.re.mi visibile su youtube, ci dirigiamo a sinistra della stessa dove ammiriamo il Chryseler Building e il suo bellissimo ingresso poi prendiamo l’autobus fino al palazzo delle Nazioni Unite, facciamo le foto di rito, risaliamo per la 41° fino alla Ny Public Library (“The day after Tomorrow”), costeggiamo il Bryant Park fino alla 6 avenue dove svoltiamo a destra trovandoci sulla sinistra il Boa Tower, la Town Hall Icp e proseguendo sulla 6 avenue, l’Avenue of the Americas, arriviamo alle spalle del Rockefeller Center, sulla sinistra ci sono le McGraw Hill, sede dalla Fox/News Corporation. Sulla sinistra direzione 5^ avenue inizia il Diamond District, una strada con soli negozi di diamanti. Ripercorriamo la 5 fino al Rockefeller Center, entriamo nella Plaza dove vediamo la statua del Perseo, il posto dove in inverno piazzano l’albero di natale e creano la pista di pattinaggio. Ci dirigiamo al lato sulla 49th dove si entra per salire al Top of the Rock ma c’è troppa gente e decidiamo di andare a fare un giro a Times Square. Qui decidiamo di mangiare da Bubba Gump, un ristorante ispirato al film “Forrest Gump” con cimeli dello stesso e vendita souvenir con le frasi di Forrest, oltre ad innumerevoli piatti a base di gamberi. Prendiamo una portata a testa pagando max 20$ dollari a persona mancia compresa. Girando per Times Square decidiamo di scendere sulla Broadway direzione Macy’s dove le donne vogliono rifare un giro. La Brodway è un enorme shooping center c’è di tutto compresi i ristoranti di famose catene italiane. Dopo Macy’s andiamo verso la metro blu nei pressi del Madison Square Garden e raggiungiamo Fulton street dove percorrendo la stessa arriviamo al Pier 17 un enorme ex molo diventato centro commerciale con negozietti carini e sui balconi si gode di un’ottima vista sul ponte di Brooklyn. Usciamo e abbiamo una certa fame e decidiamo di andare a provare il Blue Smoke 116 East 27 Street, prendiamo un taxi mi raccomando se vi capita solo quelli con il medallion ben visibile sul cofano con numero di licenza da usare per qualsiasi lamentela. Il Blue Smoke è un posto carinissimo per mangiare carne alla brace, ottimi dolci e ascoltare musica dal vivo. Si paga mediamente 30 dollari a testa ma tutti ben spesi.
21/07/2012
E’ sabato e a New York non si lavora quindi aspettatevi una gran ressa di gente, specialmente durante i saldi come siamo capitati noi. La metro è bella libera ma sulla 5° caos più totale quindi usciti con la linea E sulla 5 all’altezza con la 53 abbiamo deciso di dirigerci verso Central Park. Dopo essere sopravvissuti alla fila di Abercrombie and Fitch non potevamo entrare nella st Patrick Church perchè c’era un matrimonio con 2 limousine, un’auto d’epoca che aspettavano fuori. Alla faccia dell’austerity. Arriviamo al Central Park dove decidiamo di visitare lo zoo. Sinceramente un po’ squallido da quel che ricordo. Gli animali, quei pochi visibili presi dalla calura, erano molto mogi. L’orso polare ansimava poverino e se non era per i leoni marini che facevano un po’ di show… Naturalmente all’ingresso foto ricordo modello Gardaland al costo di 25$ carini anche i pinguini. La cosa che merita è il Carillon all’ingresso che scatta ad ogni ora con animali in ghisa che girano sulle note di una musica. Usciti dal parco ritorniamo verso casa sia la calura che la troppa ressa ci fa desistere. La sera andiamo a cena alla Pequeña Colombia, 83-27 Roosevelt Avenue, Jackson Heights in pieno Queens ormai diventato un quartiere ispanico per eccellenza. Ristorante carino dove mangi aragoste, gamberi o maiale con insalatone e fagioli neri, molto economico in 7 abbiamo speso solo 175$ con annessa schitarrata e sangria.
22/12/2012
Domenica, giorno del signore, decidiamo di andare in cerca di gospel. Prendiamo la metro rossa 2,3 fino alla 12 street per andare ad Harlem. Bellissimo, era come lo ricordavo molti palazzoni con le mitiche scale antincendio tutto “colored” con molte chiese battiste con gente vestita nella maniera più diversa. Entriamo in una chiesa all’altezza del Martin Luther King jr blvd, dove c’è l’Apollo Theatre e seguiamo una messa officiata da una donna. All’inizio ci guardavano strano e ci parlavano in spagnolo ma la mia ragazza lo parla bene e forse ci hanno scambiato per ispanici chiedendoci da dove venivamo e gli abbiamo risposto dall’Italia. Hanno iniziato con la solita solfa: spaghetti, mandolino, mafia, Mussolini, Berlusconi. Iniziata la messa la tipa chiedeva a chi avesse commesso peccati di alzare la mano elencando ad uno ad uno i peccati e quando qualcuno alzava la mano ripeteva “Dio ti perdoni e ti abbia in gloria”. Alla fine del sermone pronunciato con molta enfasi, ci ho capito poco sinceramente, è partito un canto di una ventina di membri vestiti di blu. Bellissimo sembrava “Sister Act”. Finita la messa siamo usciti, ci salutavano tutti in maniera festosa e ci siamo diretti verso la Frederick avenue ad incrocio con la 116 street west per riprendere la metro e tornare in Downtown, ma da lì abbiamo proseguito fino all’86, la fermata del museo, dove abbiamo deciso di passare il pomeriggio a Central Park attraversandolo in largo. Bellissimo: la domenica il parco è un luogo dove vanno a prendere il sole le famiglie gli amici giocano al pallone, baseball, rugby, dove si va in barca sul laghetto (the lake), dove nella Bethesda Terrace trovate innumerevoli artisti da strada anche bravi che si esibiscono con archi, violini, danze e canti a cappella. Noi abbiamo pranzato con un hot dog e passeggiato molto, siamo rimasti li per 4-5 ore, esperienza stupenda.
23/07/2012
Abbiamo deciso di fare un giro per Soho, Hell’s Kitchen, The Village. Preso la metro fino al Port Authority, da lì abbiamo fatto tre isolati a piedi e ci siamo diretti al molo dove è ancorata l’Intrepid, una vera portaerei in disuso diventata museo all’aperto del mare, terra, aria e dal 20 luglio anche spazio con l’aggiunta dello shuttle Columbia. Bellissimo da vedere specialmente lo Stealth nero sulla pista dell’Intrepid, ma per entrare ci sono volutie 2 ore di fila. Tra la fila e la visita si erano già fatte le 13 quindi decidiamo di andare verso Times Square a mangiare, ma c’era davvero troppa gente, quindi prendiamo la metro rossa fino alla 14 street west, usciamo e siamo indecisi se andare al Little Owl al 90 di Bedford Street, un posto carino dove si mangiano dei buoni hamburger al piatto, oppure al Meatball shop, al 64 di Greenwich avenue, optiamo per il secondo. Il posto è davvero carino e come dice il nome polpette come se piovesse. Sinceramente dopo giorni di unto a volontà trovare un posto dove sembrava di stare a casa è stato piacevolissimo. Mangiato polpette sotto ogni forma, un servizio molto giovane e pagato 100 dollari in 4 con un buon bicchiere di chianti (giovane); il lato negativo è stato che mentre mangiavamo è arrivata un bufera e siamo rimasti seduti per due ore con la proprietaria che doveva mettere secchi perchè entrava acqua dappertutto, ma almeno ci siamo svagati con la connessione wifi gratis. Dopo la tempesta il sole. Abbiamo fatto un giro per il Village che per me è il quartiere più bello di New York, l’unico che conserva ancora un non so che di romantico british mischiato all’universitario e per niente influenzato dal pacchiano neon di Times Square. Bellissimo, ormai alle sette e con l’arietta fresca decidiamo di tornare a casa.
24/07/2012
Decidiamo di andare al Woodbury Common outlet nel New Jersey. Prendiamo la metro fino al Port Autority, lì partono gli autobus per ogni dove, acquistiamo il biglietto a/r per l’outlet (42$ a testa) e dopo un’ora e 20 siamo nel regno del consumismo. Non proprio una delle mie situazioni preferite ma il gruppo aveva deciso così… infatti in bus ho dormito sia all’andata che al ritorno. L’outlet è composto da 220 negozi in un piccolo villaggio. Si trovano vari negozi da Ralph Loren a Tommy Hilfinger, cambi stato e vai in questi immensi store che ti vendono Calvin Klein a meno del 50% rispetto a Manhattan, dove le tasse sono altissime. Nel pomeriggio torniamo e decidiamo di passare per il Radio City Music Hall e salire sul Top of the Rock, esperienza allucinante! Si sale a scaglioni di 30 persone ogni 25 minuti e devi aspettare per prendere il turno. Quando sali solita foto modello Gardaland, devi sorbirti tre filmati di come è stato costruito sugli studi Nbc presenti sotto lo stesso edificio e un documentario su Rockefeller nonno, quello che in questo momento specula sui mercati mondiali. Comunque saliamo, visita veloce più per consumare l’ultimo biglietto che per altro. Bella vista su Central Park, ma io adoro l’Empire, per me è sempre la più bella vista di New York dall’alto. Unica nota positiva si sale al 65mo piano del Rockefeller Center. Sei nella Rainbow room, ristorante super classico e iper raffinato gestito da Cipriani. La sala principale ha una pedana centrale che gira lentamente su se stessa offrendo un panorama a 360 gradi. Intorno un bar dove, se non puoi permetterti una cena (è solo a invito), vale la pena concedersi almeno un aperitivo. I camerieri parlano italiano, La gestione è di classe. Il Bellini è il cocktail di casa. E’ da andarci al tramonto, per vedere le mille luci di New York accendersi sotto i tuoi occhi. Scesi al piano terra giro veloce nel Nbc Shop dove abbiamo trovato poco o nulla tranne qualcosa riferito a “Friends” e stesso da li presa la metro e tornati a casa.
25/07/2012
Staten island e Coney Island. Una bellissima giornata di sole, decidiamo di prendere la metro fino alla fermata di South ferry, linea rossa da lì prendiamo il traghetto per Staten Island al costo di 50ç. Si trova a sud-ovest dell’isola di Manhattan, La vicina isola di Long Island ad est, dove si trova Brooklyn, è collegata dal Ponte di Verrazzano. Isola carina divisa in due parti: una un po’ più scarna dove ci vive la popolazione ispanica e afro americana e un’altra vittoriana dove c’è anche il consiglio comunale. Comunque giusto una gitarella per vedere lo skyline dall’acqua. Ritorniamo a South ferry e da lì prendiamo la gialla a White Hall street e da lì arriviamo a Flatbush avenue dove prendiamo l’altra linea gialla per Coney Island. Qui nel 1895 venne infatti aperto il primo parco dei divertimenti, Luna (da cui il termine luna park). Vennero in seguito costruiti ippodromi, saloon, alberghi e casinò, oltre che lo straordinario Dreamland (altro parco tematico analogo a Luna), ma con la grande depressione ed il devastante incendio del 1932, le grandi masse di cittadini newyorkesi abbandonarono Coney Island, di conseguenza tutte le strutture turistiche chiusero l’una dopo l’altra. Attualmente il territorio di Coney porta le tracce degli splendori del passato, sull’isola sono presenti centinaia di venditori di souvenir e di piccoli stabilimenti stagionali atti all’intrattenimento e il divertimento. Lo skyline di Coney è entrato nell’immaginario collettivo grazie alla sua WonderWheel e al suo ottovolante Cyclone attualmente funzionanti. Quindi giro sull’ottovolante, piccolo giro nel luna park dove sono stati girati innumerevoli film e ritorno a casa. Domani si ritorna in italia.
26/07/2012
Sveglia, con calma prepariamo le valigie, si scartellina tutto altrimenti la GdF in Italia potrebbe rompere. Alla fermata del Jamaica Center prendiamo il trenino tipo monorotaia di Gardaland che ci porta al terminal 3 dove in mezzo a una marea di ispanici facciamo il check in elettronico e consegniamo i bagagli. Al ritorno abbiamo il volo Delta che rispetto all’Alitalia sembra una low cost dal cibo agli schermi che non funzionavano: allucinante. New York resta sempre New York: bella, enorme, vasta, con i suoi 5 distretti così diversi e così pieni di razze, religioni, economie, usanze diverse ma tutte ben amalgamate. Lì si decidono i destini del mondo… Ma ricordate… Manhattan non è New York e New York non è solo Manhattan. Noi ancora oggi abbiamo il mal di New York.