Il nostro viaggio di nozze nello Yucatan
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1° giorno lunedì 21 maggio 2012
Partenza da Venezia alle 7.00 con volo Iberia, primo scalo a Madrid per poi proseguire fino a Miami con ulteriore scalo di 5 ore necessarie per dogana e controlli vari e finalmente imbarco per l’ultimo volo diretto a Cancun dove arriviamo alle 20:00 ora locale.
Il nostro primo consiglio è quello se possibile di evitare scali negli Stati Uniti: file interminabili per i controlli e poche pochissime indicazioni all’interno dell’aeroporto.
Sicuramente 20 ore e più di viaggio si fanno sentire, e arriviamo stremati al nostro albergo il Flamingo Hotel di Cancun, albergo con bellissime stanze sul mare. Per fortuna l’hotel, come del resto tutti gli altri, gli avevamo già prenotati dall’Italia tramite agenzia di viaggi.
2 giorno martedì 22 maggio 2012
La sveglia ci viene dal rumore delle onde o forse meno poeticamente dal fuso orario. Dopo aver fatto colazione andiamo nella vicina Plaza de Isla, prima per cambiare gli euro in pesos in una banca (consigliabile rispetto ad aeroporto o alberghi dove il tasso di cambio è molto più sfavorevole) poi per ritirare l’auto a noleggio alla Hertz. Noi avevamo già prenotato tutto, assicurazioni comprese, dall’Italia, ma in ogni caso bisogna stare molto attenti perché se possono cercano in tutti i modi di venderti altre polizze e pacchetti.
Otteniamo la nostra Chevrolet Chevy, lo standard delle auto messicane non è paragonabile a quelle europee ma speriamo che non ci lasci. Verso le 10.30, dopo aver fatto rifornimento di acqua al supermercato, partiamo in direzione Chichen-Itza prendendo l’autostrada. Dopo un paio di ore circa, decidiamo di uscire a Valladolid per visitare la nostra prima vera città messicana. Qui per la prima volta ci imbattiamo nelle topas, ovvero dei dossi artificiali che costringono le auto a rallentare fino a quasi a fermarsi. Nella cittadina ci accorgiamo da subito che la vita scorre tranquilla; iniziamo a conoscere i messicani e i loro ritmi di vita che, al contrario di quelli europei, sono abbastanza lenti. In un bazar locale assaggiamo i primi tacos: tortillas, fagioli, carne e verdure sono alla base di tutta la cucina messicana. Dopo un giro veloce del centro città riprendiamo l’auto per la destinazione principale, Chichen Itza. Meno di un’ora e parcheggiamo all’hotel Villas Arqueologicas che dista 300 metri dall’ingresso secondario delle rovine. L’albergo è uno dei migliori del nostro tour: ricavato da una vecchia hacienda ne conserva tuttora tutta l’atmosfera. Entriamo subito al sito archeologico: l’impatto con quella che viene definita come una delle sette meraviglie del mondo è molto suggestivo, la piramide di Kukulkan lascia senza parole. Il sito è uno dei più turistici e tutto all’interno lo dimostra, dall’ingresso maestoso al gran numero di bancarelle che vendono tutti i tipi di “ricordini”, fino alla cura con cui è mantenuto (che non si può dire di certo per siti meno noti che abbiamo visitato nel seguito del tour). Dopo cena torniamo per lo spettacolo di luci e suoni: i nostri occhi sono rivolti alla piramide dove luci artificiali ricreano ciò che succede il giorno dell’equinozio di primavera e il nostro udito è catturato dal racconto della storia maya.
3 giorno mercoledì 23 maggio 2012
Dopo la colazione a base di pancakes e sciroppo d’acero, partiamo diretti a Celestun, la patria dei fenicotteri rosa. E’ forse una delle tappe più lunghe; il passaggio per il centro di Merida sicuramente non ci aiuta, così come l’ultimo tratto di strada abbastanza deserto, ma per fortuna il nostro navigatore satellitare ha fatto il suo dovere (se non l’avessimo avuto probabilmente non ci sarebbe stato così agevole trovare le destinazioni). Verso le 12.30 arriviamo a Celestun. Troviamo una piccola baracca che funge da biglietteria con una ragazza che parla solo spagnolo. Cerchiamo di capire i prezzi per un giro in barca nella laguna dei fenicotteri e a quanto ci viene detto il costo è fisso, per un’ora 800 pesos in due. Paghiamo ma subito dopo scopriamo che in realtà quel prezzo è per barca e non per coppia di persone, quindi avremo potuto dividere la spesa con altri turisti (quindi state attenti!). Saliamo sulla barca e arriviamo in breve all’area di stazionamento dei fenicotteri: qui le foto sono d’obbligo! Dopo una decina di minuti a contemplare lo spettacolo rosa, il barcaiolo ci porta prima in un “tunnel” di mangrovie e poi, con l’aggiunta di altri pesos, nella foresta pietrificata: il paesaggio è spettrale, ci ritroviamo accerchiati da alberi rinsecchiti in un terreno completamente arido con il sole a picco. Una volta tornati a terra, ci dirigiamo verso la spiaggia dove al ristorante La Palapa mangiamo dei buonissimi gamberoni in salsa di cocco. Riprendiamo la nostra Cheavy e rientriamo a Merida (hotel Holiday Inn) dove, prima di andare a letto, ci concediamo una passeggiata in centro. Merida risulta una città dalla doppia faccia: un viale principale con hotel, palazzi storici e ristorantini e subito dietro case povere.
4 giorno giovedì 24 maggio 2012
Ci alziamo presto e partiamo per Uxmal. Arriviamo in un’ora e siamo i primi ad entrare. Il sito è molto ben tenuto ma i turisti scarseggiano dal momento che siamo più lontani dalle località turistiche di mare. Qui saliamo per la prima volta su una piramide, la visuale è fantastica anche se la discesa, vista la ripidità degli scalini, è un po’ impegnativa (io sono un po’ fifona!). La visita dura più di tre ore ma ogni scorcio ci regala un’emozione: sicuramente è uno dei siti che ci è piaciuto di più. Decidiamo di saltare il pranzo per arrivare, dopo due ore e mezza, a Edzna. Qui non c’è nemmeno un bar e il caldo è opprimente. Visitiamo il sito in completa solitudine, ma questo ci permette di ammirarlo in tutta la sua bellezza. Arriviamo infine all’ultima tappa della giornata, Campeche dove alloggiamo all’Ocean View. La città, patria dei Panama, è in stile spagnolo, molto colorata e accogliente e in un tipico ristorantino mangiamo il piatto più famoso dello Yucatan, la Cochinita Pibil: favolosa!
5 giorno venerdì 25 maggio 2012
Il nostro programma prevede la visita di Calakmul, la città Maya immersa nella foresta. Dopo oltre tre ore di viaggio usciamo dalla strada principale per prendere la strada per il sito: 60 km di curve, totalmente immersi nella foresta, dove non incontriamo nessuno e col cellulare senza segnale. Abbastanza inquietante ma la nostra voglia di avventura ci porta a destinazione. Il sito è molto vasto ma scarseggiano le indicazioni. Le rovine sono letteralmente invase dagli alberi, con le radici che spuntano dalle pietre degli edifici, o perlomeno quanto ne rimane. Tutto ciò è molto suggestivo e ci fa sentire un po’ come Indiana Jones. Ed è proprio con questo spirito che ci avventuriamo nella scalata della piramide più alta. Dai suoi 52 metri di altezza, ci sentiamo sul tetto del mondo; la vista è a 360 gradi sulla jungla e qua e là spuntano le sommità di altri edifici Maya. Al ritorno, sulla stessa strada dell’andata, ci imbattiamo in tacchini uccellati, tucani e altri animali simili ai nostri caprioli; per fortuna nessun giaguaro! Finalmente arriviamo all’hotel EcoVillage di Chicannà. Il posto meriterebbe più di una notte; le camere sono tutte Cabanas circondate dal verde, manca l’aria condizionata ma le temperature permettono, assieme alla fatica del giorno, una dormita coi fiocchi.
6 giorno sabato 26 maggio 2012
A 5 minuti di strada dall’hotel Ecovillage visitiamo il sito di Chicannà e di Becan. Non sono molto grandi ma comunque piacevoli per trascorrervi un paio di ore. Tra gli edifici presenti segnaliamo le porte a forma di bocca mostruosa dove una foto con faccia terrorizzata ci sembra d’obbligo. Il tempo non è dei migliori e visto che siamo in anticipo deviamo dalla rotta prevista verso la Laguna Bacalar, detta la Laguna dei setti colori per i riflessi che l’acqua regala alla vista. Inizia a piovere quindi non ci rimane che avviarci verso Chetumal, dopo aver passato l’ennesimo posto di blocco della polizia (tendenzialmente ai turisti non vengono fatte particolari richieste se non esibire i documenti di routine). La città non offre molto e anche l’hotel (Los Cocos) non è granché!
7 giorno domenica 27 maggio 2012
Di buon’ora ci alziamo con la pioggia, o meglio il temporale. Dopo 3-4 ore arriviamo in prossimità delle coste di Tulum, il tempo non migliora ma decidiamo di dirigerci ugualmente verso Cobà dove, con nostra grande sorpresa, vi troviamo una marea di turisti. Ci armiamo di kway e, anche se è possibile noleggiare una bicicletta come suggerito dalle guide viste le grandi distanze del sito, noi andiamo a piedi (sicuramente la scelta migliore che ci permette una gradevole passeggiata in mezzo alla foresta). Il sito è un po’ deludente al confronto con tutti gli altri già visti; anche la Grande Piramide ci lascia con l’amaro in bocca perché mal tenuta e con un continuo via vai di turisti che vi salgono.
Finalmente il cielo sembra aprirsi quindi dopo qualche acquisto nei mercatini all’esterno, riprendiamo la macchina. Sulla strada per il mare ci fermiamo al Gran Cenote: il posto vale i 100 pesos a persona di ingresso, ed è inoltre possibile fare snorkeling e immersioni noleggiando l’attrezzatura. Noi ci limitiamo a una breve visita perché è tardi e vogliamo andare anche a Tulum (ricordatevi che tutti i siti chiudono tutti tra le 5 e le 6 del pomeriggio). Tulum, l’unica città maya costruita sul mare, risulta letteralmente invasa dai turisti. Il sito è tenuto in modo egregio tanto che i prati d’erba sembrano dei campi da golf. Nonostante questo le fortezze sul mare sono favolose ed è impossibile descrivere le emozioni che si provano percorrendo questi sentieri tra terra, sabbia e mare. Purtroppo però alle 18 puntuale il guardiano passa e ci manda tutti verso l’uscita. Verso sera arriviamo al Gran Bahia Principe Tulum, il villaggio turistico dove passeremo i restanti giorni del nostro viaggio di nozze godendoci a pieno mare, spiagge, sole e tutti i confort dell’hotel.
Purtroppo il 2 giugno, giorno della partenza, arriva in fretta.
Torniamo in Italia consapevoli che questo viaggio ci rimarrà per sempre nel cuore per la molteplicità di tutte le sue meraviglia: sole, mare e spiagge bianchissime accanto alle tracce della straordinaria cultura maya, alla foresta e agli animali tropicali. Ci rimarranno impressi soprattutto i messicani che popolano questa terra, ciò che più che ci ha colpito è la povertà che regna nella maggior parte dei paesi, soprattutto dell’entroterra, ma nonostante questo tutti hanno sempre il sorriso in bocca e non chiedono mai l’elemosina, ma corrono per strada apparentemente senza meta ma felici.