Fuerteventura & Lanzarote… tra sogno e realtà

Come far scomparire lo stress quotidiano vivendo un sogno
Scritto da: K82
fuerteventura & lanzarote... tra sogno e realtà
Partenza il: 21/01/2011
Ritorno il: 25/01/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Quando tutti ti parlano di posto, quasi con le lacrime agli occhi dall’emozione e dalla nostalgia, tu non puoi far altro che testare di persona se è realmente cosi. Prenotando un mese prima per Fuerteventura, sono riuscita a trovare un prezzo veramente invitante…ok ho prenotato a Dicembre per Gennaio, ma 70 euro a/r con la ryanair era comunque da non perdere. Il nostro aereo è partito da Pisa alle 6.50 del mattino, e per arrivare all’aeroporto, venendo da Bologna, abbiamo dovuto affrontare dure prove: stavamo per finire a Milano sbagliando strada, poi la bufera di neve sull’Appennino tosco-emiliano, ma impavide siamo giunte a destinazione, per iniziare il sogno. Il volo è durato circa 4 ore 1/2, e vedere le coste di Fuerteventura è stata un emozione non da poco. Nonostante fossi seduta sull’aereo, a non so quanti kilometri di distanza dalla terra, io respiravo già un aria diversa, di relax, di magia. E per la mia amica, avvistare 3 simpatiche balene fare il bagno, lo è stato ancora di più. Una volta atterrate, tutto è esploso…una felicità immensa, ed ancora incredule, siamo andate a ritirare la matiz che avevamo noleggiato con Payless. Per chi non lo sapesse, la Payless è una compagnia di autonoleggio molto economica. Si può facilmente prenotare dal sito e non è richiesto alcun anticipo. L’auto si ritira in aeroporto e, se si è fortunati come lo siamo state noi, si può avere una macchina molto più bella e potente rispetto a quella noleggiata. Anche se di categoria e costo più elevato, si paga comunque come per l’auto prenotata inizialmente. A noi, al posto della Matiz, ci è stata consegna un opel Astra 1700…mica male!

Percorrere le strade lunghe, in mezzo al deserto e a qualche vulcano, è stata un’emozione nuova. Una delle prime meraviglie avvistate, sono state le dune di Corralejo: un pezzo di deserto con delle dune grandissime, confinanti con un’acqua cristallina e delle rocce nere vulcaniche, che rendevano il paesaggio da cartolina, sublime. La nostra meta era Corralejo, al nord dell’Isola, che consiglio vivamente a tutti coloro che cercano anche dei locali per la sera. Trovare l’hotel bristol playa è stato più semplice del previsto e, nonostante pensassimo di trovare una capanna per il prezzo cosi basso pagato (10 euro al giorno, prenotato su edreams), abbiamo avuto una bella sorpresa. Un residence,con due piscine sempre pulite, terrazza vista oceano e un personale gentilissimo. Quello stesso giorno abbiamo visitato La Oliva ed El Cotillo. Da vedere anche i mulini tipici dell’Isola, sono davvero graziosi. Il giorno dopo decidiamo di dedicarci a Lanzarote, l’Isola vicina a Fuerteventura. Abbiamo deciso di visitarla subito in modo tale da dedicare il resto del tempo all’isola nella quale avevamo scelto di soggiornare. I traghetti partono ogni ora, ed impiegano circa mezz’ora all’arrivo a Playa Blanca. Lanzarote è un’isola nella quale le eruzioni vulcaniche hanno lasciato un segno ben visibile. La terra, i paesaggi sono neri, spezzati dalle abitazioni rigorosamente bianche con le finestre verdi.

Il parco del Timanfaya è sicuramente il posto più spettacolare ed esistono due modi per visitarlo: in groppa ai cammelli (non fatelo! Poveri cammelli!) oppure, come abbiamo fatto noi, con il pullman. L’ingresso costa 8 euro e si sale con la propria macchina sino in cima, dove dei pullman vi aspettano per iniziare il tour tra vulcani e creazioni che la lava ha scolpito nel terreno e tra le rocce. Spiegarlo non è possibile, certe cose bisogna vederle con i propri occhi, e mentre la guida (in spagnolo) spiegava noi eravamo basite… ma anche estasiate dalla vallata colma di crateri con, alle spalle, il mare che luccicava sotto al sole. Al rientro dal tour, ci siamo fermate a mangiare al ristorante, posto in cima ad un vulcano. Tra l’altro hanno creato un pozzo che si collega in un punto molto caldo del vulcano, hanno posto delle griglie e, sfruttando il calore vulcanico, cuociono la carne. Il ristorante è fatto di vetrate dalle quali si può ammirare tutta la valle. Dopo il parco del Timanfaya, decidiamo di concederci un po’ di relax in spiaggia, vista la temperatura, ma non considerando il vento, siamo rimaste poco…giusto il tempo di sdraiarsi un’oretta, toccare l’acqua oceanica (sorprendentemente calda!) e ripartire per un giro dell’Isola. Caratteristiche sono le recinzioni per le coltivazioni, fatte di pietra e poste a mezza luna nel bordo delle fosse scavate nel terreno nero. L’ultima sosta, prima del rientro a Fuerteventura, è stata la Baya del Papagayo, poco distante da Playa Blanca, che è un pezzetto di paradiso, tortuoso da raggiungere, ma ne è va la pensa. Al rientro a Corralejo, ci prepariamo e decidiamo d’andare a mangiare un boccone, ma vista l’ora (va bene va bene…noi donne c’impieghiamo una vita a prepararci…!) nessun ristorante aveva la cucina aperta, perciò ci siamo accontentate di un pub, con musica dal vivo, nel quale era possibile cenare. La cosa buffa è stata incontrare ragazzi e ragazze che conosciamo, in quel luogo, in Gennaio! Dopo il pub, decidiamo d’andare a ballare al Waikiki, un posto davvero carino, ma desertico, per cui rincasiamo verso le 4 del mattino.

Il giorno dopo partiamo alla scoperta di Fuerteventura, dirigendoci verso la costa calma, al sud dell’isola. Prima sosta al parco degli animali (o brutalmente chiamato zoo), visitato solo perché la mia amica ci teneva, io sono un po’ contraria all’esistenza di certi posti. C’è da dire che, nel ristorante situato nel cuore del parco, abbiamo mangiato della verdura con un sapore strabiliante! Eravamo sconvolte…era freschissima! E noi, abituate a mangiare le verdure del supermercato, eravamo in un brodo di giuggiole. Dopo il parco, abbiamo fatto un bel giretto a Morro Jable, che è una località veramente carina, ed al ritorno sosta nella bellissima Playa de Sotavento. Peccato che la sera, rientrando a Corralejo, è venuto il diluvio universale e, non essendoci tombini per la raccolta dell’acqua pluviale, si è allagato tutto… Corralejo era sommersa d’acqua. L’ultima sera l’abbiamo dovuta passare in camera a mangiare una pizza…

Il 4°giorno, era anche quello della partenza…ed abbiamo rischiato di perdere l’aereo…siamo arrivate poco prima che le porte chiudessero. Non che ci sarebbe dispiaciuto restare là per qualche altro giorno, anche se l’Italia ed i nostri rispettivi lavori ci intimavano di rientrare al più presto. Neanche 4 giorni sono pochi, ma avendo solo quelli a disposizione, ci si fa stare tutto. Avrei voluto visitare Betancuria, ma sarà per la prossima volta. Lasciare Fuerteventura è stato traumatico, vedere le coste allontanarsi pian piano lo è stato ancora di più, e già sapevo che anche io avrei raccontato del mio viaggio con occhi lucidi. Col naso incollato al finestrino, cercavo tra le acque atlantiche qualche balena nuotare felice, ma senza successo, prima di crollare dal sonno e risvegliarmi in Italia.



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