Repubblica Dominicana on the road
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17/03
Partiamo dall’aeroporto di Milano Malpensa con la compagnia aerea AirEuropa e, dopo circa 10 ore di viaggio, comprensive di scalo a Madrid, arriviamo a Santo Domingo in tarda serata. Alle 21, ora locale, raggiungiamo il nostro hotel “El Señorial”, precedentemente prenotato per 55$ la camera. Infatti, prima di partire, decidiamo di prenotare gli alberghi dall’Italia, tramite internet, trovando prezzi decisamente ottimi.
L’hotel si trova nella zona coloniale, in centro. Ci cambiamo e usciamo subito per dare una prima occhiata ai dintorni. Abbastanza stanchi dalla giornata e dal volo, decidiamo di andare a cenare in riva al mare in un localino all’aperto con musica latino-americana dal vivo. Carino e.. quanta allegria questi dominicani! Santo Domingo è solo la base di arrivo e di partenza perché il giorno dopo si parte di nuovo ed inizia l’avventura dominicana!
18/03
Andiamo a prelevare la macchina a noleggio a Santo Domingo (prenotata tramite internet prima di partire con la compagnia Europecar) e ci dirigiamo verso Boca Chica, località di mare a pochi km da Santo Domingo dove i dominicani sono soliti riunirsi nel week end…insomma, affollata come la nostra Liguria nel periodo di alta stagione. Rimaniamo delusi: spiaggia sporca e caos totale (tra l’altro è domenica…). Prima di partire avevamo letto su vari siti internet che Boca Chica non era molto raccomandabile e, anzi, consigliavano di evitarla, soprattutto la sera ed in effetti lo possiamo confermare. La sera comunque si decide di uscire, l’albergo (Hotel Garant & Suites, 50$ la camera) che è molto carino ed il personale è cortese, si trova proprio in centro, così decidiamo di andare a cena in un ristorante sulla strada principale del centro, dove si mangia bene e si spende poco…ma nella RD è praticamente dappertutto così. Verso mezzanotte, senza inconvenienti, torniamo in hotel. Comunque Boca Chica, a nostro parere, non è una località consigliabile, vige il turismo sessuale e la svendita totale del corpo di queste ragazze molto giovani che stanno in fila nella stradina principale dei ristoranti per cercare di abbordare qualche straniero. In ogni caso qui ci rimaniamo solo per una notte, per fortuna, perché il giorno dopo si parte nuovamente.
19/03
Partenza per Bayahibe, che raggiungiamo in tarda mattinata e alloggiamo all’hotel Cadaques Caribe Resort&Villas ad un costo di 394€ la camera per 4 notti. Bayahibe è un paesino di pescatori, magnifico, tranquillo, con un panorama da cartolina e, appena arriviamo, al bar dalla parte della spiaggetta da cui partono le imbarcazioni per le escursioni verso Isla Saona, incontriamo un ragazzo italiano che è in RD da ormai tre anni che ci racconta di come muoverci e ci fornisce ottimi e utili consigli su cosa vedere, cosa fare, dove andare a mangiare, ecc. Quando lasciamo Bayahibe sopraggiunge un senso di tristezza e malinconia, ci lasciamo il cuore.
Le attrazioni principali di Bayahibe sono la spiaggetta, il paesino in sé, piccolo e intimo, le persone (favolose, divertenti e sempre molto disponibili) e merita ovviamente, in particolare, l’escursione ad Isla Saona: un sogno di isola, mare incantato, acqua cristallina, spiaggia bianca..un paesaggio che difficilmente si scorda. L’escursione all’Isla Saona inizia la mattina, tramite la lancia (un tipo di imbarcazione) si arriva all’isola, con ritorno la sera in catamarano. Prima di arrivare, ci aspetta una sosta nella piscina naturale, nel bel mezzo del mar caraibico, dove dalle barche i ragazzi dominicani servono ron e coca, si nuota nell’acqua cristallina, si accarezzano le stelle marine e dopo di che si torna sull’imbarcazione alla volta dell’isola. L’isola è incantevole e ci si rimane fino a sera, dopodiché si torna con il catamarano in cui ci aspettano ballerine e ballerini dominicani che ci coinvolgono nei balli tipici di salsa/bachata, servono ron e coca, birra e tutto quello che si desidera..proprio una bella esperienza..divertente e rilassante. Un’escursione sottovalutata, ma davvero da provare, è quella consigliatoci dal ragazzo italiano (che ci ha accompagnato) a Boca de Yuma, un piccolo villaggio di pescatori, a 40 km da Bayahibe. Boca de Yuma riceve le acque dell’Oceano Atlantico attraverso il canale della Mona, esistono diverse piccole spiagge ed una spiaggia più grande, oltre un fiume navigabile, che si raggiunge in dieci minuti di barca a motore. Anche Boca de Yuma ha il suo fascino, ammirare il panorama da un muretto è magico ed è paragonabile ad una seduta di yoga… che serenità.
23/03
Si parte alla volta del Bavaro (Punta Cana), presso la spiaggia “El Cortecito”, una delle spiagge più belle, a detta di molti, dove alloggiamo presso il Natural Village Hotel Bavaro per due notti al costo di 300$ la camera. Al Bavaro ci si rilassa molto, non ci sono escursioni da organizzare ma il mare e la spiaggia comunque sono splendide, pulite e grandi. Non per niente è stata dichiarata dall’Unesco un “paradiso tropicale”. La sera, purtroppo, non si può andare a cena in nessun posto tipico perché il Bavaro è colonizzato da italiani, i prezzi sono alti e si incontrano solo ristoranti italiani. Consigliamo il Bavaro per chi vuole solo rilassarsi.
26/03
Partenza alla volta della penisola di Samanà, verso Las Terrenas, dove staremo fino alla fine del nostro viaggio (5 notti). Dal Bavaro ci dirigiamo verso Santo Domingo (con tappa a Bayahibe per salutare gli amici) per prendere l’autopista Santo Domingo – Samanà di recente costruzione che collega i due estremi dell’isola in un’ora e mezza circa.
Il tragitto è lungo dal Bavaro, ma ne vale davvero la pena. Il percorso finale per arrivare alla penisola di Samanà è pazzesco: si attraversa un canyon rosso fuoco e si ha davanti uno scenario strepitoso: palme, vegetazione e mare..il panorama è unico e ci fermiamo più volte a scattare fotografie.
Dopo circa 5 ore abbondanti, arriviamo a destinazione e ci troviamo immersi…nella giungla!
Affrontiamo decisamente un altro tipo di paesaggio: natura, immensa vegetazione e clima sono differenti rispetto alla parte sud della RD.
Ma che meraviglia, sembra di essere davvero all’interno di una giungla, anche l’alberghetto che abbiamo prenotato è circondato da una fitta vegetazione, seppur vicinissimo al centro di Las Terrenas (5 minuti a piedi). L’hotel si chiama La Tortuga, costo totale del soggiorno 350$ la camera. Las Terrenas è ricca di localini/bar/ristoranti, se ne trovano di tutti i tipi e a buon prezzo. A Las Terrenas è magnifica la spiaggia, in particolare quella di El Portillo, dove l’acqua arriva ancora alle caviglie dopo metri e metri di camminata nell’acqua… senza dimenticare Las Galeras e Playa Rincon, che raggiungiamo con una piccola barchetta di pescatori da Las Galeras. Sicuramente vale la pena provare l’avventura del Salto del Limon: cavalcata di un’ora all’andata e un’ora al ritorno nella foresta, affrontando sentieri impervi e arrivando in cima alla montagna per ammirare, infine, la famosissima Cascada di 58 mt di altezza, nella quale si può fare il bagno (anche se l’acqua è gelida!) e che ci lascia letteralmente a bocca aperta. Altra escursione che suggeriamo è quella nel parco naturale di Los Haitises (dove hanno girato l’isola dei famosi, per intenderci), con il consiglio di attraversarla a bordo di una barchetta di pescatori e, possibilmente, con poche persone…ha sicuramente un altro fascino. Ovviamente da non perdere è anche l’escursione a Cayo Levantado, un isolotto vicino a Samanà dove rilassarsi sulla spiaggia e godere di un panorama mozzafiato. Cayo levantado ha delle incantevoli spiagge, un mare da sogno, che da meta’ gennaio a fine marzo si popola di balene che partoriscono i loro piccoli al largo di Samana’. Noi abbiamo tentato l’escursione organizzata per vederle ma ormai il periodo era terminato: nessuna balena scovata! Samanà fa da spartiacque tra il mare tranquillo all’interno della baia e l’esterno della baia stessa, dove poi si apre sull’oceano Atlantico. La cosa più particolare è proprio questa: avendo fatto le due escursioni insieme (Cayo Levantado e Los Haitises), il ritorno su questa barchetta è stato a dir poco avvincente e avventuroso…il mare decisamente agitato e per due ore abbondanti abbiamo “ballato il merengue” (come diceva il capitano!).
31/03
Ritorno verso Santo Domingo a lasciare la macchina a noleggio e, purtroppo, con tanta nostalgia, rientro in Italia. Ciò che rimarrà nel cuore, per sempre, della RD, è la semplicità delle persone, i loro sorrisi, i sapori, gli odori, nonché i paesaggi incantati di cui si coglie la bellezza non solo per il panorama in sé ma, soprattutto, per il modo in cui loro, i dominicani, te lo fanno conoscere. Quando si tonerà a casa e si guarderanno le foto scattate si riuscirà di nuovo ad assaporare tutto il valore autentico di quei luoghi, che visti in una foto qualsiasi possono essere solo definiti “belli”… in realtà c’è qualcosa in più nella RD che non si riesce a spiegare e che si porterà sempre con sé… con un velo di nostalgia, ma con la promessa di ritornarci presto per poter godere ancora di tutto ciò che un Paese così magico può regalare.
Prima di prenotare e pianificare la vacanza in RD abbiamo letto diversi diari di viaggio e vari siti internet che la pubblicizzavano. Eravamo scettici a noleggiare la macchina e a girare il Paese da soli, perché i consigli che venivano dati erano in prevalenza di non farlo e di non avventurarsi da soli. In realtà poi ci siamo lasciati guidare un po’ dall’istinto (due anni prima avevamo affittato la macchina in Messico e fatto il giro dello Yucatan) e dai diari di quelle persone che ci erano state e non avevano avuto alcun tipo di problema. Possiamo dire, ora, con assoluta trasparenza, che se si usa la testa e si è prudenti – come d’altronde dappertutto – non è pericoloso, è necessaria solo un po’ di attenzione. In questi paesi “hanno fame” perciò uscire con troppi gioielli si attira inevitabilmente l’attenzione e non è il caso. Primo, perché ritengo che non sia rispettoso nei loro confronti; secondo, perché se si trova la persona sbagliata il rischio di rapina è alto. Inoltre, consigliamo di evitare sia di guidare di notte, sia di non fermarsi se qualcuno chiede passaggio sulla strada; se si viene fermati dalla Polizia chiedendo di aprire il baule della macchina accertarsi che abbiano i guanti e scendete anche voi, il motivo lo si può comprendere con facilità. Se ve la sentite e vi piace sperimentare nuovi sapori, ma soprattutto recarvi in un luogo e provare la cucina tipica, la comida dominicana è davvero buona e vi consigliamo di provarla, magari gustandola con una Presidente (la loro birra). Il piatto forte è pollo, arroz e papas con cebolla. Inutile dire che anche il pesce è ottimo, ma attenzione che sia sempre fresco e ben cotto, lasciate perdere il pesce crudo.
In conclusione, chi ne avrà l’occasione, valuti la possibilità di visitare la RD e di lasciarsi “coccolare” dai luoghi che offre, possibilmente insieme ai dominicani… tornerà a casa arricchito e migliore di prima.
Spesa totale viaggio (hotel+auto+extra+volo a/r) 1.500,00€ a persona