A Bologna per l’anniversario… del gusto
Un tour (anche gastronomico) della città
Il 25 Aprile festeggeremo il nostro 25° anniversario di nozze. Per impegni di lavoro, decidiamo di regalarci solo una piccola fuga a due e la scelta ricade su Bologna, città che non abbiamo mai visitato. Arriviamo con la Freccia Rossa delle 10.30, posiamo velocemente il bagaglio all’Una Hotel, proprio di fronte alla Stazione Centrale e ci avviamo verso il centro, percorrendo Via Indipendenza. Passeggiata sotto i portici di 15 minuti ed arriviamo in Piazza Maggiore. La Piazza Grande, cantata da Lucio Dalla, è veramente bella: la statua del Nettuno di Giambologna, il Palazzo del Comune e San Petronio con la sua facciata incompiuta (ed attualmente coperta da un telo per l’ennesimo restauro). Visita immancabile a San Petronio e poi ci immergiamo nel Quadrilatero, zona dedicata al mercato fin dall’antichità, con “rivendite” di pesce, carni o salumi, veramente eccellenti (da massaia vi posso dire che i prezzi mi sembrano decisamente buoni rapportati alla qualità e all’assortimento). Seguendo i suggerimenti di più di un Tpc, sbirciamo le vetrine di Tamburini ( Via delle Capraie ) e decidiamo che è meglio prendere posto prima che si scateni l’inferno. I primi, i secondi e i contorni sono invitanti, ma il tagliere di salumi fa proprio gola, pane, bottiglia di vino e d’acqua ( 29 Euro in due) e ci sediamo appena in tempo, prima che i tavoli si riempiano. Caffè di fronte a Tamburini e gelato (strepitoso!) da Venchi (angolo opposto rispetto a Tamburini ). Considerazione di mio marito: meno male che non abiti a Bologna, perchè ogni anno cambieresti taglia (io correggo: ogni sei mesi). Passeggiatina digestiva verso piazza della Mercanzia e poi verso l’Antico ghetto Ebraico. Quindi quartiere universitario, pieno di localini e dirigiamo i nostri passi verso Santo Stefano, il complesso di Santo Stefano, veramente molto bello, chiesa dentro chiesa con freschi chiostri. Ritorno verso Piazza Maggiore, per piccola pausa ristoratrice in uno dei bei bar con tavoli all’aperto. Lettura provvidenziale della mia giuda: ma da Majani non vogliamo andare? Certo che sì, decide Cinzia la golosona. Speravo di no, piange Fabio lo stanco. Majani non è lontano, dico io, costeggiamo San Petronio e arriviamo subito. Subito non proprio, ma presto: cioccolatini come se piovesse, ma la mia scelta ricade sulle Gellee di frutta, confezionate anche singolarmente, da comprare a peso (o confezionate in bellissime scatole). Ecco fatto, sono soddisfatta. Ora possiamo tornare verso l’albergo, perchè è giunta l’ora di cena. La nostra scelta ricade sul Ristorante Diana in Via Indipendenza. Il locale, a mio giudizio, è rimasto fermo agli anni 70. Menù bolognese e non, bella carta dei vini, locali e non. Mio marito ordina pesce, io cotoletta alla bolognese con purè. Mentre attacco la mia cotoletta, vedo passare il carrello dei bolliti e quello degli arrosti: mi darei una coltellata perchè i bolliti. Il cameriere vede la mia faccia e mi chiede se voglio assaggiare, senza complimenti. Peccato, ma non ce la posso fare a strafogarmi anche il bollito. Però al gelato con cioccolato fuso non rinuncio. Passeggiata serale fino a Piazza Maggiore, foto in notturna al Nettuno: ma quanta gente in giro!
Domenica
Dopo la colazione visita a San Domenico, con la venerata Arca delle reliquie, un capolavoro che ha visto collaborare numerosi artisti, compreso un giovane Michelangelo. Senza fretta ritorniamo verso il centro e pranziamo da Eataly (sempre in Via Capraie). A piano terra, caffè o panini, si mangia al piano superiore. Tagliata di fassona speciale e un bicchiere di Barolo 2007 ( a me sembrava un onesto Nebbiolo non ancora trasformato) e per oggi sto a posto. Passeggiatina senza meta: ma quanti sono gli artisti di strada a Bologna? Quasi ad ogni angolo si sente suonare e sembrano tutti professionisti. E che bei negozi sotto i portici? “Te lo ricordi che hai la valigia piena a tappo?”; “Sigh! Mi ricordo” (uffa!). Dopo aver seguito il cosiddetto circuito delle Torri, scaricato sul sito del Turismo, andiamo a fotografare la famosa finestrella della “Bologna delle acque” in Via Piella: scorcio veramente particolare e suggestivo (però dire piccola Venezia mi sembra un pò esagerato). Di vetrina in vetrina, scattando foto qua e là, visitando tutte le chiese incontrate (di fatto quella che mi è piaciuta meno è la Metropolitana, alias San Pietro), arriviamo davanti alla Trattoria del Rosso giusto in tempo per occupare l’ultimo tavolo rimasto. Sia sempre benedetto Ilfedo, la nostra guidapercaso, (che ho già ringraziato) per la segnalazione: spazzolate le crescentine con salumi e squaquerone, abbiamo avuto il coraggio di ordinare anche il primo: ko per abbandono alla seconda forchettata di gramigna alla salsiccia, mentre Fabio resiste e distrugge le sue tagliatelle al ragù (se non ricordo male abbiamo pagato 26 Euro in due con mezzo litro di onesto Sangiovese e caraffa d’acqua naturale: da non credere!).
Passeggiata e a nanna, perchè domani ci aspettano ….nuove avventure.