Non preoccupatevi, it’s India!

La nostra prima volta in India: partenza da Delhi, attraversando il meraviglioso Rajasthan per arrivare ad Agra
Scritto da: martiteo
non preoccupatevi, it’s india!
Partenza il: 10/08/2011
Ritorno il: 24/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Questo non vuole essere solo un racconto dettagliato del nostro viaggio ma anche una raccolta di consigli e un riassunto della nostra esperienza che speriamo vi possa tornare utile qualora decidiate di intraprendere la nostra stessa vacanza.

Voli: Andata da Malpensa a Delhi con scalo a Monaco con Lufthansa, ritorno con scalo a Zurigo con Swiss. Il gruppo Lufthansa è sempre una certezza.

Spesa: circa 700 euro di volo a persona, circa 600 euro a testa per alberghi (stanza deluxe con colazione), autista/guida e tasse varie, circa 350 euro a testa per cibo, mance, souvenir, ingresso ai monumenti e varie.

In tutti i nostri viaggi ce la siamo sempre cavata da soli, irriducibili sostenitori del fai da te attraverso internet per risparmiare il più possibile. Dopo aver letto altri diari di viaggio e raccolto informazioni da chi è già stato in India, abbiamo però preferito affidarci per l’organizzazione di questo viaggio a un tour operator locale: dopo aver confrontato diverse proposte e le opinioni di altri viaggiatori, abbiamo scelto Diana Tours and Travel. Harriethe, una signora eccezionale, molto ospitale e simpatica, ci ha aiutato nella definizione del nostro itinerario, con suggerimenti azzeccatissimi, e ha prenotato gli hotel incluso il tour nel deserto con pernottamento. Vi assicuro che scegliere un albergo a Delhi, individuando la zona giusta per dei turisti, non è proprio la cosa più semplice del mondo… inoltre abbiamo confrontato il costo richiesto dal tour operator con quanto avremmo speso prenotando gli alberghi da soli e non c’è differenza, perciò meglio affidarsi a chi l’India la conosce davvero! Durante tutto il viaggio siamo stati affiancati da Raj detto Chachu, che ci ha fatto da autista e guida: un signore di 60 anni sempre disponibile a risolvere i problemi che abbiamo trovato via via durante il nostro tragitto. Ovviamente attraversare il Rajasthan da soli utilizzando mezzi pubblici (treni e autobus) è decisamente meglio e si impara a conoscere la vera India ma, avendo poco tempo a disposizione e volendo visitare un gran numero di città, un autista esperto come Raj ci è sembrata la scelta migliore.

Giorno 1 – New Delhi

Il primo approccio con l’India è stato particolarmente interessante: non appena arrivati restiamo bloccati un’ora nel parcheggio dell’aeroporto perché il computer per il pagamento del biglietto non funzionava. Finché il computer non viene ripristinato non c’è modo di uscirne.

Qualunque cosa vi abbiano raccontato sul traffico di Delhi non è comprensibile finché non lo si vede di persona: le auto non rispettano alcuna corsia o segnale, ci si sfiora continuamente gli specchietti, si suona il clacson all’impazzata, si frena di colpo, le moto con tre persone a bordo senza casco si infilano ovunque… il caos più assoluto.

L’impatto con la città è forte perché effettivamente ci si rende conto della situazione in cui vive gran parte della popolazione: tende che fungono da case, gente che dorme sul marciapiede, intere famiglie accampate in una sorta di “rotonda” in mezzo alla strada.

Non vi racconto quello che abbiamo visto, il classico tour della città: difficile farsi un’opinione precisa di New Delhi, credo ci voglia qualche giorno in più per capirla davvero. Vi consiglio solo di andare al memoriale di Gandhi: nell’edificio sulla sinistra, sopra il museo, c’è un museo multimediale in cui una guida vi accompagnerà gratuitamente spiegandovi (in inglese) le installazioni presenti. Una nota sull’hotel: abbiamo alloggiato al Jennifer Hotel, davvero bello, pulito, con tutti i comfort e personale molto gentile. Preparatevi: Delhi di notte è estremamente rumorosa, se avete il sonno leggero vi consiglio i tappi!

Giorno 2 – Jhunjhunu

Partenza da Delhi con un acquazzone terrificante: strade inondate, persone che corrono da tutte le parti, motorini e mucche sotto i ponti per ripararsi dalla pioggia. 5 ore in macchina per arrivare a Jhunjhunu: sono eterne, visto soprattutto il traffico e lo stato delle strade in alcuni tratti, ma vi assicuro che non ci si annoia perché se ne vedono di tutti i colori. Pullman pieni di gente anche sul tetto, carretti trainati da cammelli, greggi di pecore che attraversano diligentemente la strada… passerete il tempo a fare foto!

Vi consiglio di vedere in città il tempo dedicato a vari dei induisti: la nostra guida ci ha spiegato che arrivano fedeli da tutta l’India per pregare. Induisti o no, vale davvero la pena vederlo, perché è un edificio incredibile.

L’albergo è il Jamuna Resort: bello come ambientazione, con giardini interni. All’inizio ci hanno dato una camera che non era un granché, abbiamo chiesto di cambiarla e ci hanno dato una bella stanza con le pareti ricoperte di specchietti colorati. Molto suggestivo, ma non pulitissimo: del tutto accettabile, intendiamoci, ma hanno un problema con le formiche (che tra l’altro qui sono piuttosto grandi)… Abbiamo sia pranzato che cenato e di questo non ci lamentiamo per niente, buono e molto economico. Ricordatevi di ordinare sempre del pane (chapati), indispensabile per placare lo speziato dei cibi!

Giorno 3 – Mandawa – Bikaner

Su Mandawa niente di particolare da segnalare a parte alcune bellissime haveli: questa città è stata però il nostro primo contatto con i bambini indiani, che ti circondano per avere una penna o una caramella. Dopo aver letto numerosi diari di viaggio, siamo arrivati in India ben attrezzati con pennarelli e un sacchetto di caramelle, che i bambini hanno apprezzato. In cambio abbiamo ricevuto dei bellissimi sorrisi e delle foto che forse sono tra le più belle che abbiamo fatto in questo viaggio. Alcuni ragazzini parlano italiano senza averlo mai studiato a scuola, ma solo grazie al contatto con i turisti: sono davvero incredibili!

Lungo la strada ci siamo fermati al ristorante Desert Resort: se ci capitate provate il butter chicken, una specie di spezzatino di pollo al sugo davvero fantastico!

Sosta dopo pranzo nell’albergo a Bikaner, il Sagar Hotel. Molto bello sia esternamente, tutto rosa e con un cortile interno che funge da ristorante, sia le camere, spaziose e pulite.

Nel pomeriggio visita al centro di ricerca nazionale sui cammelli: un po’ turistico, ma carino, si imparano un sacco di cose interessanti sui cammelli. Vi consigliamo però di prendere la guida (100 rupie per due persone) altrimenti non ne vale la pena. Abbiamo anche provato il gelato di cammello: buono è un parolone, direi interessante… ne abbiamo mangiato solo metà, non vogliamo mettere a dura prova i nostri stomaci che al momento non ci hanno ancora abbandonato!

Ultima tappa della giornata: il famoso tempio dei topi! Davvero surreale! Io ero un po’ incerta se entrare o meno, ma devo dire che fa un po’ meno impressione di quello che si pensa, sono dei topi piccolini, grigi, abbastanza carini, io mi aspettavo delle pantegane! Si entra rigorosamente senza scarpe, come in tutti i templi induisti, perciò ricordatevi di portare delle calze di ricambio che butterete appena usciti. Ci sono topi davvero dappertutto, non solo per terra, ma anche avvinghiati alle ringhiere… ovunque vi giriate solo topi! Io a un certo punto sono uscita e ho anche incoraggiato delle ragazzine indiane terrorizzate, il mio fidanzato ha completato il giro del tempio per amore della fotografia!

Giorno 4 – Bikaner – Jaisalmer

La mattinata è trascorsa a visitare il forte di Bikaner: compresa nel biglietto c’è anche una guida che vi spiegherà lo scopo delle varie stanze prima in hindi e poi in inglese. Abbiamo fatto un po’ fatica a capire ciò che diceva ma era una persona simpatica e disponibile. Vi accorgerete presto che molti indiani parlano inglese, anche piuttosto bene, ma con una pronuncia davvero strana che rende difficile la comprensione a chi, come noi, la lingua la conosce ma non è certo madrelingua! Ma sono così gentili e disponibili che alla fine si riesce a capirsi comunque.

La giornata è passata poi in automobile: cinque ore per arrivare a Jaisalmer. Lungo la strada, a circa un’ora dall’arrivo, abbiamo però avuto un piccolo contrattempo: a causa della pioggia incessante la strada si è allagata completamente, attraversata da una sorta di fiume con una corrente abbastanza forte. Ci siamo così dovuti fermare insieme agli altri turisti, ai camion e ai bus, dal momento che quella è l’unica strada che porta a Jaisalmer. Alcuni coraggiosi si sono avventurati a piedi o lanciando la macchina a tutta velocità, tra le risa generali e gli applausi al termine dell’impresa: davvero un bel momento, in cui ci siamo sentiti tutti vicini, uniti da questa disavventura, indiani, italiani, spagnoli, americani, tutti a ridere delle stesse cose.

Arrivati a Jaisalmer avremmo dovuto passare la notte nel deserto ma la pioggia ha reso impossibile quest’esperienza: speriamo che il tempo domani sia più clemente e ci consenta di fare la gita a cammello che avevamo programmato. Abbiamo alloggiato al Royale Haveli: camere suggestive, la nostra aveva un letto a baldacchino.

Giorno 5 – Jaisalmer – Thar desert

Pare che anche oggi non si riesca ad andare nel deserto perciò passiamo un’altra notte a Jaisalmer, stavolta alloggiando al Royale Hotel. Il nostro driver ci affida a una guida che ci accompagnerà a visitare la città: un ragazzo di venticinque anni che parla anche italiano, tra l’altro molto bene, anche in questo caso avendolo imparato solo dal contatto con i turisti. Ci fa visitare sia il forte sia la città vecchia, entrambe molto belle, e cogliamo l’occasione anche per raccogliere qualche informazione sulla cultura indiana, come il sistema delle caste e i matrimoni combinati; gli spieghiamo come funzionano le cose in Italia e lui è molto stupito, anche se altri turisti lo hanno già informato in merito. E’ davvero molto bravo, anche se abbiamo avuto l’impressione che verso la fine del tour ci abbia portato in negozi di suoi amici per comprare qualcosa: se vi posso dare un consiglio, qualora vi portassero in un negozio di argento e voi non abbiate intenzione di comprare nulla, dichiaratevi allergici e rifiutatevi anche di toccarlo. Io ho usato questa scusa stamattina, sfinita da un precedente negozio di tessuti in cui avevano cercato di venderci qualunque cosa, e ha funzionato benissimo! Volendo la città si può girare anche da soli, ma ovviamente con una guida si hanno più informazioni sulle varie haveli e sui bellissimi templi rispetto a quanto fornito dalla lonely planet.

Dopo un veloce pranzo in hotel ecco che arriva la buona notizia: il tempo è migliorato e si può andare nel deserto! Faremo un giro a cammello, spettacolo folkloristico (non ci piace ma non si può evitare) e cena. Se non avete molto tempo saltate pure quest’esperienza: è davvero molto turistica, ci si ritrova con tutti gli altri italiani che stanno facendo il tour del Rajasthan. Andare a cammello è divertente, ma vi lascia un gran mal di schiena e alle cosce. Arrivati nel deserto ci si siede e si aspetta il tramonto con tutti gli altri turisti e i cammellieri. Aspettiamo il tramonto e a un certo punto… il mio stomaco mi ha abbandonata… siamo così tornati velocemente al campo e siamo rientrati in hotel per riposarci un po’.

Giorno 6 – Jaisalmer – Jodhpur

Prima di lasciare Jaisalmer abbiamo visto il lago: assolutamente perdibile se siete di fretta.

Siamo arrivati a Jodhpur nel primo pomeriggio. Il forte è davvero suggestivo, l’audioguida (inclusa nel prezzo) è chiara e spiega davvero bene la storia dell’edificio. Vi consigliamo di visitare anche il mausoleo che si trova lì vicino per un momento di silenzio e relax.

Prima di cena abbiamo fatto due passi nel mercato locale: una confusione terribile, girare a piedi è piuttosto difficile perché bisogna stare attenti ad auto, moto e mucche, ma è davvero divertente perché si entra in contatto con la vita quotidiana degli indiani, si viene sommersi dai colori, gli odori e i suoni della città. Jodhpur è famosa per le spezie: lungo la via principale vi consigliamo il MV Market, consigliato anche dalla lonely planet, in cui una ragazza molto gentile vi farà annusare i diversi tipi di spezie (pensate che ci sono decine di tipi di curry, e io che pensavo ce ne fosse uno solo…) e the.

Abbiamo alloggiato all’Heritage Kuchaman Haveli, davvero bello e pulito, molto vicino al centro. Vi sconsigliamo però il ristorante dell’albergo che non è un granché.

Giorno 7 – Jodhpur – Ranakpur – Udaipur

Per arrivare a Udaipur ci vogliono circa 6 ore perciò abbiamo fatto una sosta a Ranakpur per vedere i templi giainisti. Alcuni tour prevedono di passare una notte qui ma secondo noi non ne vale la pena perché non c’è molto altro da vedere oltre ai templi. Per entrare bisogna indossare pantaloni lunghi: ricordatevi di portarne un paio oppure, se non li avete, potete ritirarli presso la biglietteria ma onestamente non so dirvi se c’è un costo. Il tempio principale vale davvero la sosta, agli altri templi più piccoli invece potete dedicare solo una visita veloce. La strada per arrivare a Udaipur è stupenda poiché si sale in montagna e si vedono paesaggi meravigliosi. Se non sapete dove fermarvi vi consigliamo l’Harmony Restaurant, una sorta di “all you can eat” indiano: per 250 rupie a persona potete servirvi finchè volete di piatti tipici come riso, chapati, pollo, verdure e una sorta di “pasta” rajasthana.

A Udaipur abbiamo alloggiato al Devrai Niwas Hotel, il migliore hotel fino a ora: il ristorante sul tetto offre una vista mozzafiato e il cibo è senza dubbio il più buono provato fino a ora. Qui abbiamo finalmente assaggiato anche il lassi: nessun effetto collaterale ed è davvero buono, anche se ha un sapore molto forte simile a quello del formaggio.

Giorno 8 – Udaipur

Oggi ci siamo dedicati alla visita della città: dopo aver visto i principali monumenti e templi, abbandonate la lonely e godetevi la città, che è davvero splendida, passeggiando per le vie del centro e osservando la vita quotidiani degli abitanti di Udaipur. Vi assicuro che ne vale la pena, a noi questa città è piaciuta davvero tantissimo. Abbiamo provato il Caffè Edelweiss consigliato dalla guida e vi confermiamo il giudizio positivo: se volete una colazione occidentale, con degli ottimi dolci e volendo anche un espresso, qui è tutto davvero ottimo!

Giorno 9 – Pushkar

Il viaggio da Udaipur a Pushkar è davvero lungo anche perché stanno costruendo un’autostrada e i lavori hanno rallentato un po’ il traffico. Ebbene sì, anche noi siamo stati incastrati nei rituali proposti dai bramini a bordo lago, con tanto di pallino rosso in mezzo alla fronte e braccialetto portafortuna al polso in cambio di un’offerta! E’ stata un’esperienza decisamente strana e surreale per noi occidentali molto razionali ripetere dei mantra in hindi, usare l’acqua sacra del lago per purificare occhi e capo e versare poi in acqua i fiori usati nel rituale fermandoci a meditare accanto a una scimmia… L’intera città ruota intorno al lago e al mercato che si sviluppa ai lati: abbastanza economico, si possono fare dei buoni affari.

Hotel Master Paradise: hotel con standard europei senza nessuna nota stonata.

Giorno 10 e 11 – Jaipur

Un consiglio sugli acquisti: la guida dice che Jaipur è il paradiso dello shopping e certamente ci sono molti negozi, ma è una città veramente caotica, poiché decisamente più grande rispetto a quelle appena viste, perciò noi non siamo riusciti a comprare nel bazar. Abbiamo invece fatto qualche acquisto, soprattutto sciarpe, nei negozi appena fuori la città rosa.

Vi consigliamo di vedere l’Amber Fort: c’è anche l’audioguida in italiano. Il paesaggio che si vede da lassù vale il prezzo del biglietto. Siamo stati anche al tempio delle scimmie: lungo la salita sarete accompagnati, oltre che da simpatiche scimmiette, da maiali, mucche, capre, cani e chi più ne ha più ne metta…

L’albergo è il Jaipur Heritage: ve lo sconsigliamo caldamente, la seconda sera abbiamo avuto un’invasione di formiche e nel ristorante – al chiuso – c’erano piccioni che volavano tra i tavoli oltre a una marea di zanzare.

Giorno 12 – Agra

Finalmente due delle attrazioni che attendevamo con più ansia: Fatehpur Sikri e il Taj Mahal.

Fatehpur Sikri vale una piccola deviazione dalla strada per Agra: abbiate però l’accortezza di non andare lì all’una, come abbiamo fatto noi, perché fa davvero molto caldo. Se volete pranzare noi abbiamo provato il ristorante che c’è vicino al parcheggio del pullman che dovrete prendere per salire alla città (le auto non possono accedere): niente di particolare, ma va benissimo per una pausa prima di ripartire per Agra.

Il Taj Mahal è decisamente uno dei monumenti più affascinanti che abbiamo mai visto: ci siamo andati al tramonto e siamo rimasti letteralmente senza parole. Il costo del biglietto (750 rupie a persona) vale lo spettacolo che potrete ammirare. Non ci sono negozi all’interno, perciò ricordatevi di portare una bottiglia di acqua con voi: ne avrete bisogno!

Vi consiglio l’albergo di Agra: il Royale Residency è splendido, tra i migliori della nostra vacanza, e anche il ristorante è molto buono.

Giorno 13 – Old Delhi

Eccoci nuovamente a Delhi: anche questa volta abbiamo dovuto girare per la città sotto la pioggia, non riusciamo proprio a vederla in una bella giornata di sole! Non c’è stato molto tempo per visite ai vari forti e monumenti, ci siamo limitati ad andare a Ramlila Grounds dove c’è in corso un’importante manifestazione della popolazione a favore di Anna Hasare, che sta facendo uno sciopero della fame e della sete contro la corruzione dilagante nel Paese. E’ davvero emozionante essere qui in un momento così importante per il popolo indiano e percorrere una parte del tragitto che porta al luogo in cui si trova Anna con i molti ragazzi accorsi anche dalle città vicine per sostenerlo.

Infine alcuni consigli su cose da portare che potreste dimenticare:

– Pastiglie per il mal d’auto se ne soffrite perché i tratti in macchina sono lunghi

– Phon se lo usate perché non c’è; non date per scontato di trovare nemmeno shampoo e bagnoschiuma in tutti gli alberghi, noi li abbiamo trovati solo in alcuni

– Chiunque in India si aspetta una mancia: cercate di procurarvi banconote di piccolo taglio così da non scontentare nessuno

– Carta igienica umidificata, perché non sempre è disponibile

– Tante caramelle per i bambini: per la nostra esperienza le preferiscono decisamente alle penne

Non chiedetevi se quello che vedete è strano e non cercate di analizzare le ragioni di ciò che accade intorno a voi perché semplicemente, come vi risponderanno se chiederete spiegazioni, It’s India!

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Il ristorante

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Udaipur

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I colori delle donne

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Sacre mucche



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