Copenhagen tra una marcia e una pedalata

Viaggio di lavoro/vacanza in terra vichinga
Scritto da: Alice Monitillo
copenhagen tra una marcia e una pedalata
Partenza il: 14/03/2012
Ritorno il: 18/03/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Il mio viaggio a Copenhagen si divide in due fasi: la prima è quella lavorativa, la seconda quella di piacere. Sono infatti dovuta andare a Copenhagen per lavoro, per assistere alla conferenza organizzata per la Giornata europea del consumatore, che quest’anno si è appunto tenuta a Copenhagen. Così ho deciso di unire l’utile al dilettevole e ci ho attaccato un weekend di piacere con il mio moroso.

GIORNO 1

Dunque, il mio viaggio ha inizio il 14 marzo quando prendo l’aereo da Roma Fco per Copenhagen, con scalo a Monaco di Baviera (284 euro A/R). La compagnia scelta per l’andata è stata Lufthansa, il ritorno con Swiss via Zurigo. Devo dire che Roma è ben poco collegata, c’erano giusto un paio di voli diretti Sas o Norwegian. Sas non volava il 14 marzo, mentre Norwegian non era ok come orario. Comunque il volo è andato a meraviglia, tutto puntuale. Piccola nota su Lufthansa e l’aeroporto di Monaco: davvero fantastici. In particolare il fatto che a Monaco Lufthansa offra gratuitamente postazioni dove potersi fare un caffè, un thé o una cioccolata e quotidiani gratis (anglofoni e tedeschi). Venendo da un Paese dove quasi ti fanno pagare l’aria che respiri, potermi prendere un thé gratis è stato davvero fantastico! Inoltre all’aeroporto di Monaco c’erano pure dei computer con internet gratuito e delle strane cabine (stavolta a pagamento) con letto e comodino dove poter schiacciare un pisolino! Un aeroporto, una compagnia e diciamolo, un paese, davvero mille volte avanti a noi! Comunque, sono arrivata a Copenhagen vero le 17h e dall’aeroporto ho presto la metro che mi ha portato a Kongens Nyrtov con 36 corone: servizio davvero efficiente con treni che passano al massimo ogni 10 minuti, altro che Leonardo express. L’albergo prenotatomi dalla mia azienda per la prima notte (le altre le ho pagate io, quindi ho optato per un altro albergo più a buon mercato) è stato il Clarion Neptun a Sankt Anne Plads (120 euro a notte). È un quattro stelle, però onestamente la mia camera economy non era un granchè. Tutto pulito e in ordine per carità, però era piccola e soprattutto non disponeva di nessun prodotto da bagno, cosa che mi ha molto infastidito, visto che contavo di portare via shampoo e bagnoschiuma perché nel secondo albergo non ci sarebbero stati di certo. Quella stessa sera ho partecipato ad un rapido aperitivo al comune della città, programmato dagli organizzatori della Giornata del consumatore. Ci hanno offerto anche un piccolo buffet, in cui l’unica pietanza sul tavolo era il “city hall pancake”. Mi è stato spiegato che questa specie di crepe ripiena di non ho ben capito cosa, è un dolce che offrono solo al comune di Copenhagen e solo in certe occasioni: in particolare viene dato come “premio” a sportivi o gente che si è distinta in qualche attività particolare. Il che significa che noi siamo stati molto fortunati a poterlo assaggiare! Soprattutto non essendoci distinti proprio in nulla, perlomeno per quanto mi riguarda… La cena l’abbiamo fatta in un ristorante a Ny havn, il canale e il luogo credo più cool e più caro della città. Infatti ho speso un sacco di soldi per una banale sogliola e una mousse al cioccolato.

GIORNO 2

Il 15 marzo ho passato l’intera giornata all’Agenzia europea per l’ambiente a Kogens Nyrtov per la conferenza sul consumo sostenibile e ho anche spostato la mia valigia dal Clarion al Generator hostel (142 euro tre notti), come dire, dalle stelle alle stalle. Il Generator è un ostello aperto solo nel 2011, dove ci sono sia dormitori, che camere doppie con bagno privato (la nostra). Essendo appena aperto è di fatto tutto nuovo e molto pulito; essendo un ostello però, tutto è anche molto minimal. La nostra camera aveva infatti solo i letti e un comodino (niente tv) e in bagno giusto i sanitari, ad eccezione del piano doccia. Ma questa dev’essere una caratteristica dei bagni danesi, visto che pure all’hotel 4 stelle ho dovuto fare la doccia allagando il bagno per mancanza di un comodo e pratico piano doccia in banale ceramica! La sera ho di nuovo cenato in un ristorante di Ny havn dove per 3 aringhe disgustose (agrodolci, a me non piace proprio) e un salmone affumicato di quelli che trovi anche all’Esselunga, ho speso circa l’equivalente di 30 euro.

GIORNO 3

Finalmente comincia la vacanza! Dopo essere andata a prendere il mio moroso alla metro, che arrivava dopo un volo diretto Sas da Milano Linate (182 A/R), ci siamo subito incamminati per Ny havn e poi per andare a vedere la celebrità di Copenhagen: la sirenetta! Ci siamo arrivati dopo una piacevole camminata di una ventina di minuti bordo mare. Il giorno dell’aperitivo mi avevano detto che in realtà la sirenetta non era a grandezza naturale, ma ridotta, in realtà è grande quanto una persona vera. Dopo la foto di rito siamo tornati verso il centro passando per la cittadella militare, altra piacevole passeggiata tra danesi che facevano jogging e turisti con macchine fotografiche. Siamo arrivati al palazzo di Amalienborg giusto in tempo per assistere alla “parata” delle guardie reali, che, tutti i santi giorni alle 11h30 percorrono la strada tra il palazzo di Rosenborg e quello di Amalienborg, dove risiede la famiglia reale. Ho letto che solo se la regina è in casa allora sono accompagnati dalla banda. Siamo stati quindi fortunati, perché quel giorno c’era anche la banda! È stato molto affascinante assistere a questo rituale, che prevede il cambio della guardia accompagnato dalla banda musicale! Molto molto bello! Dopo la “parata” siamo andati alla ricerca di un posto in cui mangiare. Dopo le prime deludenti cene, dove avevo assaporato, a caro prezzo e gradendo molto poco, la cucina danese, io era decisa innanzitutto a non mettere più piede in un locale di Nyhavn e soprattutto a trovare un posto dove i prezzi fossero un pochino più umani. Alla fine abbiamo optato per il ristorante Willumsen, vicino al nostro ostello, dove io ho preso un pesce fritto (non male) e il mio moroso del manzo con strani condimenti, che a suo dire non era per niente buono. Per dolce del camembert fritto, diciamo un piccolo cubo di camembert, costatoci quasi 10 euro, ma almeno era buono. Al pomeriggio volevamo andare a Tivoli, famoso luna park cittadino. Arrivati lì abbiamo mestamente scoperto che avrebbe riaperto solo il 12 aprile, come dire che durante l’inverno sta chiuso? Che fregatura. Siccome cercavamo disperatamente delle biciclette a noleggio, e sulla cartina della città venivano indicati i posti con un simbolino, ma noi non siamo assolutamente riusciti a trovarle, abbiamo deciso di chiedere all’ufficio informazioni. Non eravamo noi i ciechi, semplicemente le city bikes non sono ancora state installate! Ecco perché non le trovavamo! Mi domando quindi cosa diavolo le segnino sulle cartine quando non esistono ancora! Dopo questa bella notizia, e dopo aver appurato che tutto (negozi, musei…) chiude prestissimo a Copenhagen, massimo alle 17, abbiamo deciso di fare una tappa all’Ice bar, che avevo scovato su internet. Altro non è che un bar tutto di ghiaccio, il cui costo di entrata è 150 corone con una consumazione. È gradita la prenotazione, nel caso in cui sia pieno, ma siccome noi ci siamo andati alle 16h30, non c’era ancora nessuno per fortuna. Ho poi capito come mai fosse gradita la prenotazione: è talmente piccolo che già 20 persone rischierebbero di stare strette. Abbiamo preso due cocktail serviti in piccoli bicchieri di ghiaccio e abbiamo fatto qualche foto, ci è andata bene perché eravamo padroni del locale. Col senno di poi, non è sto granché, nel senso che forse i veri hotel e locali costruiti interamente di ghiaccio in Lapponia o giù di lì sono migliori, però ne può valere la pena per chi non ha intenzione di andare in Lapponia a breve! La sera abbiamo ufficialmente lasciato perdere i locali di cucina più o meno tipica e ci siamo dati al messicano: Chico’s, vicino all’ostello. Cibo buono, per quanto sempre molto caro.

GIORNO 4

Per il nostro ultimo giorno pieno a Copenhagen abbiamo deciso di noleggiare la bicicletta, laddove ci avevano indicato all’ostello: Rent a bike Gothersgade. Per 75 corone a testa abbiamo noleggiato due bici per l’intera giornata. Con queste abbiamo deciso di andare a visitare la fabbrica della Carlsberg, che coi mezzi è più complicata da raggiungere. È stata una bella pedalata; è molto bello poter girare in bicicletta senza temere costantemente per la propria vita (come a Roma e in Italia in generale). A Copenhagen non c’è un metro di strada dove non ci sia una pista ciclabile, per cui ti senti veramente sicuro. Abbiamo incrociato addirittura un paio di volte dei cestini dell’immondizia “reclinati” appositamente perché i ciclisti riescano a lanciarci le cose da buttare! Dopo aver avuto qualche problema ad un paio di bivi siamo arrivati al Visit Carlsberg. Per 70 corone abbiamo visitato la fabbrica e poi, udite, udite, abbiamo goduto di ben due birre gratuite al bar (incluse nel biglietto d’entrata). Il mio moroso ha preso una Carl’s special e poi una Tuborg. Io invece, che non sono per niente amante della birra, ho preso la Easter beer, birra fatta appositamente per il periodo e poi un sidro. Qui, non so per quale motivo, mi ha dato due lattine invece di una, quindi in totale abbiamo avuto 5 drink gratis invece di quattro! Dopo la Carlsberg, di fretta perché mancava un’ora e mezza alla chiusura siamo corsi ( o meglio abbiamo pedalato) a visitare il Museo reale navale (60 corone). Molto carino, ci sono un sacco di modelli di velieri e poi, parte più bella, lo spaccato di un sottomarino e di un altro mezzo navale in cui poter entrare e toccare dappertutto! Dopo il museo siamo andati alla vicina Christiania, quella specie di terra di nessuno in cui regnano gli hippies e gli alternativi. Avrei voluto fare un giro, ma siamo stati importunati da un fattone che sosteneva che io l’avessi filmato con la mia macchina fotografica e quindi voleva che cancellassi tutto, addirittura andando a parlare con non so bene chi. Ovviamente io non stavo filmando proprio nulla, anche perché, detto tra noi, c’era ben poco di interessante che meritasse di essere filmato o fotografato, men che meno lui con la sua canna. Al che, molto innervosita gli ho augurato una buona giornata e ce ne siamo andati. Quindi un consiglio, se fate un giro per Christiania, occhio a gente del genere che non aspetta altro che rompere le scatole. Dopo questo spiacevole intervallo abbiamo lasciato questa zona della città per tornare in centro alla via dei negozi. Davanti al comune stavano festeggiando S.Patrizio e c’era un sacco di gente vestita di verde, con cappelli, parrucche e tanta Guinness. Noi abbiamo preferito dedicarci al cibo e siamo andati a mangiarci una crepe con nutella in un localino nella via dei negozi, sorseggiando poi la lattina di sidro guadagnata in più alla Carlsberg. Mi sono poi comprata la mia tazza souvenir, 5 minuti prima che il negozio chiudesse (alle 17h) e poi siamo tornati in albergo. Prima però abbiamo deciso di riconsegnare le bici e sorpresa sorpresa, arrivati al negozio l’abbiamo trovato chiuso. Abbiamo provato a telefonare ma nulla. Ovviamente il tizio si era ben guardato dal dirci che (nonostante la riconsegna fosse entro le 21h) sarebbe stato chiuso dopo una cert’ora, immagino le 16h30-17h come ogni dove a Copenhagen. Così dopo attimi di panico abbiamo deciso semplicemente di chiudere le bici e gettargli le chiavi nella buca delle lettere, non prima di aver accuratamente fotografato le biciclette, per evitare strane accuse. Venendo da un paese come l’Italia infatti, mi aspetto che si trattenga il deposito cauzionale adducendo di aver trovato danni ai mezzi. Se ciò dovesse avvenire (tuttora temo di trovare un addebito sulla carta di credito), sarò pronta a dimostrargli con le foto che se ci sono danni, li ha fatti lui dopo la riconsegna! A cena siamo andati in un ristorante cinese sempre nella via dei negozi Strogetsgade. 110 corone a testa per un menù. Sono effettivamente uscita piena come un uovo. Da notare che mezzo litro d’acqua ce l’hanno fatto pagare 27 corone, quasi 4 euro!

GIORNO 5

L’ultimo giorno io avevo il volo alle 14h40 e il moroso alle 16h20, quindi ci siamo fatti un ultimo giro prima di andare in aeroporto. Abbiamo deciso di fare il giro dei canali su quelle specie di bateaux mouches. Abbiamo preso quello a Nyhavn sulla destra guardando il canale: per 40 corone abbiamo fatto un giro di un’ora con una graziosa ragazza che ci spiegava le cose. C’è anche un’altra organizzazione lì a Ny havn, proprio all’inizio del canale, che offre tour in barca, però lì costa 70 corone. Il motivo sinceramente mi sfugge, visto che il giro è sicuramente lo stesso, dato che i canali quelli sono… A mezzogiorno siamo andati in aeroporto per tornare mestamente io a Roma e il moroso a Milano. Il mio volo era Swiss con scalo a Zurigo. A bordo ci hanno offerto dei buoni panini e un cioccolatino! Per quanto il primo volo fosse in ritardo, alla fine sono riuscita ad arrivare a casa prima del previsto, in quanto ho preso il Leonardo express precedente a quello che avevo prenotato, con la consapevolezza (datami dalla gentile capotreno) che in caso di incidente non sarei stata coperta dall’assicurazione Trenitalia…

In conclusione, Copenhagen è una città graziosa, carina, ma niente di eccezionale. Sicuramente è terribilmente cara, soprattutto gli alberghi e il cibo. Le attrazioni aprono troppo tardi e chiudono troppo presto, ma una visita la vale. Indubbiamente non sarà Parigi come bellezza, ma è comunque un pezzo di Europa con la sua storia che merita di essere conosciuto! Solo la “parata” delle guardie reali vale tutto il viaggio! Un consiglio per tutti, affittate la bici, ne vale la pena, è divertente e sicuro, e poi… ci si stanca meno che a girarla tutta a piedi!



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