Avventura in Messico

Un'avventura alla scoperta di Chiapas, Yucatan e Riviera Maya
Scritto da: Dario&Melinda
avventura in messico
Partenza il: 19/02/2012
Ritorno il: 03/03/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Periodo: 19 Febbraio – 3 Marzo; Totale giorni: 14; Numero viaggiatori: 2 adulti; Itinerario: Villahermosa, Canyon del Sumidero, Palenque, Agua Azul, Mérida, Chichen Itza, Cenotes di Valladolid, Cancun, Playa del Carmen, Tulum; Hotel: Hilton, Villahermosa (3 notti – 47€ a notte, solo pernottamento) Maison Lafitte, Mérida (2 notti – 50€ a notte, colazione inclusa) City Express Playa del Carmen (8 notti – 44€ a notte, colazione inclusa) Consigli per chi viaggia: vedi fine del racconto.

19 Febbraio Volo Città del Messico-Villahermosa

Siamo italiani e viviamo a Città del Messico. La prima tappa del nostro viaggio è stato il Chiapas. Il nostro scopo era vedere il Canyon del Sumidero a Tuxtla e le cascate di Agua Azul a Palenque. Inizialmente avevamo pensato di volare su Tuxtla e di trovarci quindi sul posto per vedere il canyon, però poi ci hanno detto che sarebbe stato scomodo poi raggiungere Palenque perché da Tuxtla dista ben 272 Km di strada tutta curve e a tratti non asfaltata e ci sarebbero volute circa 6 ore. Per cui ci hanno consigliato di volare su Villahermosa e di là raggiungere il Canyon (252Km) su strada a 4 corsie e ben asfaltata e il giorno dopo di raggiungere Palenque (144Km) su strada altrettanto dritta e sicura. Questa soluzione però si è rivelata un fallimento perché alla fine non abbiamo fatto altro che stare in macchina per 2 giorni quando avrebbe avuto senso soggiornare a Tuxtla e trovarsi già al canyon. Poi avremmo perso 1 giorno di viaggio per andare a Palenque, ma pazienza, ce la saremmo presa un po’ con calma e poi il percorso in macchina tra la giungla è stupendo. Quindi siamo giunti all’aeroporto di Villahermosa nello stato del Tabasco nel pomeriggio e abbiamo noleggiato un’auto. Abbiamo alloggiato all’Hotel Hilton (47€ a notte solo pernottamento). C’era un’umidità pazzesca e piovigginava. Il tempo non prometteva niente di buono. Cena in hotel.

20 Febbraio: Canyon del Sumidero

Ci alziamo di buon’ora e alle 7,30 partiamo per Tuxtla alla volta del Canyon del Sumidero. Lo stato del Tabasco era avvolto da una spessa coltre di nuvole e un po’ ci dispiaceva perché vedere il canyon così non sarebbe stata la stessa cosa. Però a sorpresa non appena siamo entrati nello stato del Chiapas le nuvole sono magicamente scomparse! Giunti a Tuxtla abbiamo girato invano per un’ora perché non c’era nessuna indicazione per l’embarcadero dove partono le barche che fanno fare il giro al canyon. Il viaggio è durato ben 4 ore e mezza ed è stato molto stancante. Finalmente alle 12.00 troviamo l’embarcadero. Prezzo a testa 165 pesos (9€). La prossima barca parte all’1.30 per cui ci fermiamo al ristorantino dell’embarcadero dove gustiamo degli ottimi tacos con i gamberi per 5€ a testa. All’1,30 ci imbarchiamo, ci fanno mettere i giubbotti di salvataggio e via in barca. Eravamo una ventina di persone e la guida ci spiegava tutto in spagnolo. Il canyon si è formato a causa del distaccamento di due faglie e si trova tra 2 pareti altissime che nel punto più alto misurano ben 1000m. e la profondità dell’acqua è di 147m. Contiene una mole di acqua da alimentare l’elettricità di ben 9 stati del Messico! Durante il percorso in barca si possono ammirare diverse specie di uccelli bianchi, gli avvoltoi e tantissimi coccodrilli che però (a quanto pare) non sembrano essere interessati all’uomo perché hanno tanto da mangiare in acqua. Nel canyon si svolge anche il campionato nazionale di tuffi (nessuno teme i coccodrilli…). Il giro dura ben 2 ore e termina in fondo al canyon dove si trova una grossa centrale idroelettrica. Volendo la guida lascia i turisti in una riserva naturale dove è possibile fare il giro nella giungla e vedere i tucani, ma l’ultima entrata è all’1 e quindi a malincuore non ci siamo potuti andare. Quindi alle 16 ripartiamo per Villahermosa. Cena e pernottamento hotel Hilton.

21 Febbraio: Cascate di Agua Azul, sito archeologico di Palenque, giro nella giungla

Anche oggi ci svegliamo presto e partiamo alle 7,30 alla volta di Palenque. Dopo solo 3 ore di strada comodissima giungiamo alle cascate. Il percorso in macchina è stupendo, la natura è rigogliosa e ci siamo fermati per la strada a fare qualche foto. L’entrata alle cascate costa 38p. più un’eventuale “propina” (mancia) per il parcheggiatore. C’erano molti turisti, faceva caldo e gli americani già in costume erano lì che si facevano il bagno in acque color turchese, le più belle che abbia mai visto. Dopo un bel giro ci fermiamo a pranzo in un ristorantino, il 1° dopo il parcheggio dove mangiamo delle ottime “empanadas de carne” (panzerotti ripieni di cane macinata), 4 al prezzo di 10 pesos (0,50 centesimi di euro!). Alle 13,20 partiamo alla volta di Palenque. Giungiamo al sito archeologico alle 14,30. Appena arrivati veniamo letteralmente assaliti da un gran numero di guide ufficiali e non che si propongono di accompagnarci nel sito. Tutte parlano italiano e una gran numero di altre lingue. La nostra idea era quella di prendere la guida perché il giro nella giungla può essere molto pericoloso, per cui veniamo “abbordati” da un tipo di nome Vittorio Emanuele, sui 40anni di età che ci ispira fiducia poiché è la guida ufficiale del sito. Avevamo 2 opzioni: o fare solo il giro al sito o solo il giro nella giungla (ciascuno di 1h e mezza) oppure tutti e due. Noi abbiamo scelto di farli entrambi al prezzo di ben 1900 pesos totali (105€). E’ stata una bella fregatura, perché a meno che non vi interessi sapere il significato di ogni minima pittura e di ogni raffigurazione Maya, la spiegazione di 1h e mezza per 4 templi ci è sembrata noiosa ed esagerata, nonché inutile. Invece avere la giuda per il giro nella giungla è indispensabile perché nella giungla è facilissimo perdersi e solo le guide sanno dove si può andare e dove è meglio non andare… Insomma paghiamo 57pesos a testa per l’entrata e iniziamo il nostro tour. Il nostro Vittorio Emanuele parlava benissimo in italiano ed era preparatissimo sulla storia di ciascun templo. Il giro nella giungla è stato favoloso. La giungla è così fitta che non si vede il cielo, si vede solo il verde delle foglie rigogliose e lunghe liane che dal terreno si perdono nel cielo… C’è un silenzio misto tra pace e inquietudine. La giungla è piena di animali, ma sono così bravi che si mimetizzano e si nascondono quindi a te sembra di essere solo con la natura, ma non lo sei. E’ una sensazione a cui noi, gente di città non siamo più abituati… Vittorio Emanuele ci dice che i serpentoni in questo periodo sono in vacanza in Italia (suppongo siano in letargo). Avvistiamo un gruppo di scimmie urlatrici. Sono piccole e molto graziose. Vittorio Emanuele ci fa toccare l’erba sensitiva che al tatto chiude le sue foglie e ci mostra l’albero del chicles (gomma da masticare). Il tucano dal becco colorato non riusciamo a vederlo nonostante fosse il nostro obiettivo. Come ci ha spiegato il nostro Vittorio Emanuele, è molto difficile da vedere perché si nasconde nel tronco degli alberi non appena sente qualche rumore. Il clima è umidissimo e usciamo dalla giungla completamente bagnati e con le scarpe infangate, ma è un’esperienza di cui ne vale assolutamente la pena. In conclusione se posso darvi un consiglio, prendete la guida, anche non ufficiale, solo per il giro nella giungla, perché se vi portate dietro un buon atlante della National Geographic o della Lonely Planet, non ha senso buttare via un sacco di soldi per ricevere la spiegazione di ogni dettaglio. Ci siamo sentiti, per così dire derubati. Purtroppo i messicani hanno un atteggiamento molto aggressivo nei confronti dei turisti, ti assalgono, cercano di venderti di tutto ai prezzi più disparati, vengono a chiamarti e a portarti alle loro bancarelle, un atteggiamento aggressivo e molto fastidioso che porta il turista a “cadere nella trappola dell’acquisto”. Arrivo a Villahermosa in serata, lasciamo la macchina in aeroporto. Cena e pernottamento hotel Hilton Villahermosa.

22 Febbraio: Mérida, stato dello Yucatan

Lasciamo l’hotel e prendiamo l’autobus delle autolinee Ado www.ado.com.mx/ado/index.jsp alle ore 8,05 che ci porterà a Mérida, nello stato dello Yucatan (29€ a testa). Gli autobus Ado sono bus di 1° classe, con sedili reclinabili, ampi e comodi. Dispongono di aria condizionata, monitor e bagno. Ma la realtà non è sempre come il sogno….Il nostro Ado non era proprio “pulitissimo”, l’aria condizionata era troppo forte e per tutta la durata del viaggio (9 ore) hanno messo un film dietro l’altro ad un volume per “non udenti”. Ma i messicani sono un popolo molto chiassoso e dato che la Tv dava fastidio solo a noi, non ci siamo ribellati e abbiamo sperato di arrivare prima possibile. Saremmo dovuti arrivare alle ore 15 ma siamo arrivati 2 ore dopo (“con calmita”, come dicono loro). Ci siamo sistemati in un elegante hotel in centro, ricavato da un palazzo storico con tanto di corte interna, piscina e fontana stile coloniale, e poi siamo usciti per la cena. Mérida è una città davvero molto elegante, con una chiesa stupenda e tanti ristoranti di livello medio-alto. Durante la passeggiata in centro sarete assaliti da gente che vuole portarvi nei loro negozi di “artesanias”, artigianato locale che è davvero bello, ma anche qui l’atteggiamento aggressivo diventa fastidioso e dopo un po’ non se ne può più. Abbiamo cenato a lume di candela da Pancho’s uno stupendo ristorante collocato all’interno di un cortile pieno di piante e dall’arredamento coloniale. Si mangia benissimo carne e pesce (30€ a testa circa). Pernottamento all’hotel Maison Lafitte, tot. 50€ a notte inclusa colazione.

23 Febbraio: Cenote Ik-kil e Chichen-Itza

Ci alziamo con calma, noleggiamo la macchina e arriviamo al Cenote di Ik-kil alle ore 12,30. Purtroppo il sole è già basso e non illumina il cenote. Vi consiglio di visitare i cenotes di mattina quando il sole illumina le acque e si vede il fondo. Entriamo al cenote (costo 57pesos), ci sono tanti turisti, prima di bagnarsi è obbligatorio farsi la doccia (fredda) ma il sito è equipaggiato con bagni, spogliatoi e quant’altro. Si accede al cenote attraverso una scalinata. La vista che ci si presenta davanti è formidabile: un lago sotterraneo, perfettamente circolare dalle acque azzurrine e turchesi con tutto intorno la giungla e le liane. Un’esperienza irripetibile. Ci facciamo il bagno, e proseguiamo per Chichen-Itza. Alle ore 15 arriviamo a Chichen-Itza. L’ingresso al sito costa 240pesos (14€) per gli stranieri, 7€ per i residenti in Messico (come mio marito). Memori dell’esperienza con Vittorio Emanuele, non prendiamo nessuna guida e ci godiamo una tranquilla passeggiata tra le rovine ancora non del tutto esplorate del sito. Mi ha colpito vedere il campo per il “Juego de pelota”. In pratica era un gioco tipo il basket, il cui scopo era quello di fare canestro in un anello posto perpendicolarmente al terreno, toccando la palla solo con gomiti, ginocchia e anche…una roba impossibile. Chi perdeva veniva ucciso e sacrificato agli Déi. Era la fine dei prigionieri di guerra… poveracci! C’era un caldo tremendo, infatti è indispensabile portarsi dietro un cappello, perché il sole è molto forte. Ceniamo dinuovo da Pancho’s dove c’è il nostro cameriere Fernando ad accoglierci (parla italiano). Pernottamento Hotel Maison Lafitte, Mérida.

24 Febbraio: Cenote Samula, Cenote Xkeken, Cancun

Facciamo il check-out e alle 10 partiamo alla volta dei cenotes di Valladolid, a metà strada tra Mérida e Cancun. Arriviamo alle 12,15 circa. In realtà il villaggio si chiama Dzitnup e contiene 2 dei cenotes più belli, Samula e Xkeken. Si entra nel parco e si paga 57p. a testa per ciascun cenote. Il primo è illuminato dalla luce solo attraverso una feritoia circolare di circa 1m. di diametro e la luce che filtra illumina di colori stupendi le acque del cenote. In pratica dal buco vengono giù delle liane che arrivano fino al suolo. Sembra il paradiso. Il secondo, invece è del tutto sotterraneo, è in una grotta ampia ed illuminata da luci colorate artificiali. Stupendo anche questo, nuotiamo in mezzo a stalattiti e stalagmiti giganti. Il racconto non rende giustizia a questi luoghi incantati. Vi consiglio di farvi dare dei salvagente dal personale di servizio (sono gratuiti) perché così è più facile stare a galla. Essendo acqua dolce si fa una gran fatica a nuotare. Lasciamo i cenotes a malincuore e alle 15 partiamo alla volta di Cancun dove siamo solo di passaggio. Arriviamo alle 17 in centro. Ci fermiamo da Carlos&Charlie all’entrata di un grosso centro commerciale davanti alla chitarra gigante, simbolo dell’Hard Rock Café. Abbiamo fame e ci mangiamo degli ottimi hamburger e patatine, stile americano. Lì veniamo travolti dall’atmosfera di festa del locale, e complice una birra di troppo, ci mettiamo a ballare i balli di gruppo e si fa subito sera. Alle 19 usciamo dal locale, ammiriamo un grosso pitone sulla spalla di un uomo e ci dirigiamo a Playa del Carmen al nostro hotel. Ma ora passiamo all’opinione sulla città di Cancun… ebbene, se pensate di andare a Cancun per vedere il Messico, sappiate che Cancun non è il Messico. Cancun è una specie di “parco divertimenti” creato su misura per gli americani. Una città finta, una “Las Vegas” versione messicana. Sembra di essere negli USA, tutto è gigante, gli hotel, le discoteche, i night clubs, le auto. E’ tutto oversize. Giunti a Cancun la delusione è grande: non si vede il mare. Le spiagge sono tutte nascoste da queste catene internazioni di Hotel 5 stelle. Uno affianco all’altro senza fine. Arrivi a Cancun e vedi una fila di hotel giganti, non vedi il mare. Ogni hotel “ha rubato” una fetta di spiaggia caraibica alla riviera Maya, cosicché chi arriva in città vede una fila di hotel da una parte, e una fila di ristoranti e nightclubs dall’altra. Una vera tristezza, un luogo finto creato apposta per i turisti. Niente ricorda il Messico. La musica dei locali è rock, il cibo è hamburger e patatine. Questo non è il Messico. Passiamo un paio d’ore in allegria però poi rabbrividiamo alla vista di centinaia di statunitensi ubriachi che vanno lì a passare tutti i loro weekend… e scappiamo per la più tranquilla Playa del Carmen. Non mi chiedete come sia il mare di Cancun…non l’ho visto! Pernottamento al City Express, Playa del Carmen (tot. 44€ colazione inclusa).

25 Febbraio: Playa del Carmen

Ci svegliamo tardi, il giorno precedente è stato molto impegnativo! Usciamo ma abbiamo una brutta sorpresa… piove! Quindi ci limitiamo a fare un giro nella famosa 5° Avenida piena di negozi di artigianato e souvenir e di ristoranti. Ci mangiamo un buon gelato per pranzo e ceniamo al ristorante messicano “Mi pueblo” (20€ a testa) sempre sulla 5° Avenida. Non abbiamo mangiato male, però non ve lo consiglio, i camerieri sono super scazzati e non attenti ai bisogni dei clienti. Da scartare. Playa del Carmen è molto più tranquilla di Cancun. Anche qui ci sono i mega resort 5 stelle di Cancun ma sono appena fuori dalla città, lontanti dai rumori, quindi la percezione è quella di una cittadina turistica ma non troppo, con una strada principale (la 5° Avenida) piena di ristoranti per tutti gusti e tutte le tasche e di locali notturni, ma tutto più a misura d’uomo (europeo!). C’è anche una spiaggia pubblica a cui si accede dall’Avenida principale ma non è un granché, è grande, sporca, piena di bambini chiassosi, musica e venditori ambulanti che disturbano i turisti che oziano sulla spiaggia. Non ve la consiglio. Pernottamento al City Express, Playa del Carmen.

26 Febbraio: Spiaggia di Akumal

Ci svegliamo, il tempo non è dei migliori, è velato e a tratti nuvoloso. Decidiamo comunque di dirigerci verso Akumal (50Km a sud di Playa del Carmen). Dopo circa 40 minuti giungiamo alla Playa. La vista che si apre ai nostri occhi è alquanto deludente. Se si legge di Akumal nelle guide, sembra un paradiso naturale e ci si immagina natura incontaminata, mare da favola e tartarughe… niente di tutto ciò! Sarà che era domenica, ma arriviamo e troviamo davanti a noi un’orda di gente (per lo più gente del posto) accampata con tavolini, sedie, grandi teglie con ogni sorta di cibo, spiaggia sporchissima non solo di rifiuti ma anche di alghe. L’acqua è torbida anche perché davanti alla spiaggia sono ormeggiate varie barche portano i turisti alla barriera corallina per fare snorkeling (soluzione inutile dato che ci si arriva benissimo a nuoto!). Insomma con tanta delusione ci accampiamo pure noi. L’accesso è gratuito (e ci mancherebbe!). L’entrata in mare è anche un terno al lotto, dato che bisogna scansare le ancore arrugginite delle barche. Fortuna che sono stata attenta e non mi sono segata un piede. A metà giornata è uscito il sole e quindi abbiamo deciso di farci un bagno. A largo l’acqua era limpida e di un bel colore. Ci sono tantissimi tonni dalle pinne gialle e me n’è passato uno davanti che sarà stato almeno di 1m! Mio marito si è spinto fino alla barriera e ha visto una gran quantità di tartarughe marine enormi che nuotavano con i turisti, per niente spaventate. Le tartarughe vanno a fondo, brucano le alghe e ogni 5 minuti salgono in superficie per respirare e poi si immergono nuovamente per mangiare. Al tramonto andiamo a fare una passeggiata lungo la spiaggia in un posto deserto dove c’è un lastrone di rocce vulcaniche e da dove si può ammirare una vista stupenda. Il mare in tempesta e il temporale in arrivo hanno avuto la loro parte nello spettacolo della natura. C’era anche un’iguana che ammirava il mare con noi. Ceniamo al ristorante argentino “Tierra Madre” dove ho assaggiato degli spaghetti all’aragosta che ricorderò per tutta la vita e bevuto dell’ottimo vino locale (prezzo a testa 29€). Pernottamento al City Express, Playa del Carmen.

27 Febbraio: Playa “El Paraiso” e sito archeologico di Tulum

Ci svegliamo ed è bel tempo, per cui ci dirigiamo verso Tulum a 60Km a sud di Playa del Carmen. Dopo circa 1 ora siamo lì. Fa molto caldo ma siamo muniti di cappello e crema solare per cui no problem. Parcheggiamo la macchina (50p.) e paghiamo l’ingresso al parco (57p.). Per giungere al parco si può prendere un trenino al costo di 20p. oppure fare una passeggiata costeggiando la giungla. Noi abbiamo fatto quest’ultima scelta e abbiamo incontrato numerose simpatiche iguane. Il sito è ben curato, e c’erano più iguane che persone! Erano dappertutto, sulle piramidi, sull’erba, lungo le strade. E’ il loro regno e di giorno escono per prendere il sole, dato che, essendo rettili, hanno il sangue freddo. Tutti sembravano più attratti da loro che dai monumenti! Erano enormi (anche lunghe 1m.) e si mimetizzavano con le rocce del sito. Bellissime! Vediamo anche un piccolo serpentello arrampicato sull’arco di un templo che si mimetizzava benissimo, essendo grigio-beige. All’uscita notiamo anche un animale curioso, un misto tra una puzzola, un tasso e un cane… è un coati. Dal sito si accede ad una spiaggetta piccola e meravigliosa, peccato che il mare era agitatissimo e le onde alte avrebbero spazzato via la roba dalla spiaggia già invasa da tanti turisti. Così siamo usciti dal sito, abbiamo preso il trenino e siamo arrivati al parcheggio. Di là abbiamo preso la macchina e ci siamo diretti verso Playa El Paraiso. Playa El Paraiso è stupenda, la classica spiaggia caraibica con palme e sabbia bianchissima. Stupenda. Abbiamo preso 2 lettini (50p. l’uno) e ci siamo rilassati all’ombra su una palma. Anche qui purtroppo c’erano un sacco di alghe e il proprietario ci ha spiegato che a febbraio il mare è agitato e porta a riva un sacco di alghe, ma basta andare qualche metro più avanti per vedere le stupende acque turchesi del mar dei Caraibi. Decidiamo di fare una gita fino al reef (barriera corallina), paghiamo 250p. a testa (14€) e ci danno giubbotti di salvataggio, pinne e tutta l’attrezzatura per fare snorkeling. Eravamo 8 persone sulla barca + 1 guida. Arriviamo al reef e ci tuffiamo dalla barca. Io non ho visto un solo pesce, la scogliera sembrava deserta, il mare era agitato e la nostra guida ci ha abbandonati nel bel mezzo dell’oceano (un vero idiota!), per cui non essendo una nuotatrice esperta decido di ritornare alla barca. Mio marito si è spinto a largo e ha visto qualche pesce colorato e una famigliola di calamari. Ritorniamo a Playa verso le 19 e ceniamo dal ristorante italiano di-vino. Cucina squisita, qui paghiamo un po’ di più del solito. Pernottamento al City Express, Playa del Carmen.

28 Febbraio: Playa “El Paraiso”

La mattina dopo mi accorgo di non avere più le scarpe da ginnastica, le mie fantastiche vecchie scarpone da ginnastica. Me le hanno rubate a playa paraiso… ebbene si! Le avevo ai piedi perché insomma, non vai nella giungla di Tulum in ciabatte, poi le ho tolte in spiaggia e dimenticate… Così ci siamo ritornati ma ovviamente i ragazzi che lavoravano lì non ne sapevano nulla. Dubito che i turisti americani fossero interessati alle mie vecchie scarpe da ginnastica per cui…Vabbé stendiamo un velo pietoso sulla vicenda. Mi rassegno e passiamo lì l’intera giornata questa volta attenti a non dimenticare nulla. Cena a Playa del Carmen alla pizzeria “Il Baretto”, pizza buona (circa 16€a testa). Pernottamento al City Express, Playa del Carmen.

29 Febbraio: Beach Club Punta Venado

Si tratta di un lido a una decina di km a sud di Playa del Carmen, proprio vicinissima al nostro hotel. E’ un posto bellissimo, si possono fare tante attività, moto ad acqua, kayak, andare a cavallo, esplorazione della giungla in moto oltre che oziare in spiaggia all’ombra di una “palapa” (ombrellone fatto di foglie di palma). L’ingresso non si paga e nemmeno il parcheggio, però c’è una consumazione minima di 150p. a persona (8€). I lettini sono grandi e comodissimi, ogni ombrellone ha il suo tavolo e c’è un bar fornitissimo. Il servizio è eccellente, c’è un cameriere che ti porta qualsiasi cosa tu voglia e preparato come tu voglia, non so, alla griglia, piuttosto che fritto, con o senza le salse (i messicani in genere sono un po’ rigidi su questo, se gli chiedi qualcosa senza una salsa sembra che gli stai facendo una richiesta assurda). Insomma un posto stupendo, pulito e ben tenuto. Abbiamo anche assaggiato il succo di cocco bevuto direttamente dal cocco. Insomma, io ve lo consiglio. Ceniamo sempre nella 5° Avenida a Playa del Carmen, come tutte le sere. Ritorniamo al ristorante argentino “Tierra Madre” e stavolta provo le linguine ai frutti da mare, anche queste buonissime. Pernottamento al City Express, Playa del Carmen.

1 Marzo: Beach Club Punta Venado

Ritorniamo al nostro lido, noleggiamo un kayak per soli 100p. (6€) e ci avventuriamo nel mare. Dopo una mezz’ora però torniamo a riva perché le onde erano alte e ci portavano lontano. Divertente però! Cena nel ristorante messicano Aldéa Corazon, con ambientazione “giungla style”, bello e a lume di candela (20€ a testa). Facciamo anche la foto con un ragazzo vestito da indigeno Maya. Pernottamento al City Express, Playa del Carmen.

2 Marzo

E’ il nostro ultimo giorno e decidiamo di passarlo nel nostro beach club. Ceniamo al ristorante italiano “Da Bruno”. Abbiamo mangiato malissimo, il prosciutto crudo era verde e avariato, e la direzione molto agitata, spaventava i clienti. C’era una brutta atmosfera. Da evitare assolutamente (12€ a testa). Pernottamento al City Express, Playa del Carmen.

3 Marzo: Volo Cancun – Città del Messico

A malincuore lasciamo il nostro bell’hotel City Express (pulitissimo, moderno e molto economico) e ci dirigiamo verso Cancun Airport. Lì lasciamo la macchina e voliamo per Città del Messico.

Conclusioni

E’ stato un viaggio stupendo, i colori del Chiapas, la magia dei cenotes e le acque della Riviera Maya resteranno per sempre nel mio cuore. Sono tornata a casa senza le mie scarpe da ginnastica (sigh!) ma con gli occhi pieni delle bellezze della nostra Madre Natura che con il Messico è stata molto generosa.

Consigli per chi viaggia

Se amate il puro relax sulla spiaggia vi consiglierei di prendere un hotel a Playa del Carmen o a Cancun all-inclusive, in modo che non dobbiate uscire dal villaggio per andare a trovare una spiaggia o per cenare. Non ci sono spiagge libere e quelle poche che ci sono sporchissime. Se non vi piace guidare questa è la raccomandazione che vi do. Il nostro hotel City express era pulito, moderno, dotato di aria condizionata e ogni confort, ma era all’interno, non aveva spiaggia propria e ogni giorno abbiamo dovuto guidare per andare a trovarne una. Il lato buono è che si vedono più luoghi diversi, non bisogna dipendere dalle gite degli hotel per visitare i posti (che chiedono cifre folli per portarti a Tulum o ai cenotes) e ci si fa un giro per la 5° Avenida la sera provando varie cucine internazionali. Inoltre non fatevi truffare dai venditori ambulanti che guardano in faccia le persone e sparano un prezzo totalmente a caso a seconda se la persona gli sembri ricca o povera. Agli americani le cose costano il doppio di quanto costano agli italiani! E cercate di ignorare la gente che vi chiama per la strada, perché dopo il 1°, il 2°, il 3° abbordaggio si finisce per diventare scortesi perché è un martellamento continuo. Purtroppo questo è il loro metodo per avvicinare i turisti ovunque nel Messico. Portatevi una crema solare (minimo protezione 30), un binocolo per avvistare gli animali, scarpe comode per la giungla e appena giunti in Messico compratevi un cappello di paglia, assolutamente indispensabile per ripararsi dal sole cocente. Se mangiate in luoghi che non sono troppo turistici, evitate insalate e bibite con ghiaccio perché si rischia la maledizione di Montezuma (febbre e diarrea). Anche la foglia di insalata o il pomodoro nel panino può essere fatale. Noi viviamo in Messico e non ci è mai successo nulla, ma abbiamo sempre preso le dovute precauzioni. Per il resto buon divertimento, il Messico vi aspetta!

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Canyon del Sumidero

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Cascadas de Agua Azul

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Canyon del Sumidero

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Cenote de Samula

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Tulum

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Palenque

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Cenote de Ik-kil



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