Tour in Venezuela
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4 giorno
Partenza ore 8 dopo una grande colazione per la cittadina posta in brasile Pacaraima Abbiamo attraversato il confine venezuela-brasile e siamo rientrati. Grande fila di macchine per fare benzina… in Venezuela dove il carburante costa meno dell’acqua! Poi ci siamo diretti alla cascata quebrada de jaspe nota per la rocia di diaspro dalle intense sfumature rose chiamta dagli indigeni kako paru che significa “ruscello di fuoco”. Dopo esserci rinfrescati siamo partiti per san francisco de yuruani, villaggio indigeno, dove abbiamo pranzato, da yanomami con una otima carne alla griglia. Dopo pranzo siamo stati ala cascata karuai-meru posta alla base del tepui ptari. Vista ad altra cascata e poiritorno all’accampamento indio di kamoiran. Durante il ritorno la nostra mitica guida jonas ci ha portato su un promontorio dove avevamo la vista completa della gran sabana e del più grande tepui il roraima. Se chiudevi gli occhi potevi immaginare i dinosauri che scorazzavano per la savana, qui e’ dove hanno girato il film jurassik parc!
Quinto giorno
Partenza per rientro a ciudada bolivar. 540 km. Ci siamo fermati avisitare una pietra alta 30 metri dove i venezuelani vanno in pellegrinaggio perché si dice che e’ apparsa la madonna. Fermata per il pranzo e arrivo alla posada don francesco e dopo un riposino, cena in un ristorante vicino alla posada dove ci ha accompagnato cosimo e poi nanna perche’ il giorno dopo c’è la partenza in aereo per Canaima.
Sesto giorno
Sveglia alla 6.30. Cosimo ci accompagna all’aereoporto per prendere l’aereo per Canaima. Il volo dura circa 35 minuti aereo da venti posti un po’ scassato. Appena atterrati sbrighiamo le pratiche per l’ingresso al parco e su un mezzo messo a disposizione dal lodge ci dirigiamo al Tapui Lodge. La struttura è molto elegante e bella e veniamo accolti con un aperitivo di ben venuto che beviamo all’ombra di strutture di paglia bellessime, ma la cosa più bella dovevamo ancora vederla. La mattina e’ libera per un po’ di relax. Decidiamo di guardarci un po’ intorno e raggiungiamo la laguna di canaima circondata da una spiaggia orlata di palme, una cosa stupenda: tre cascate che formano una laguna con l’acqua colore del the per l’alta concentrazione di tannino prodotta dalla decomposizione di alberi e piante. Dopo pranzo partiamo per l’escursione al salto sapo. Si parte in curiara e in 10 minuti si attraversa la laguna dopo una piccola passeggiata a piedi si raggiunge il salto sapo cascata particolare perche’ ci si passa sotto, praticamente dentro, e ti rendi conto dell’enorme portata di acqua. Usciamo con la macchina fotografica bagnata e non piu’ funzionante nonostante la protezione. Ci godiamo il paesaggio sul Tepui e rientriamo. Cerchiamo di asciugare la macchina invano. La nostra guida Sal ci consigkia di porla su un piatto di riso perche’ assorbe l’umidita’. La lasciamo cosi’ tutta la notte e ogni tanto proviamo con il fon. Alla mattina il display della macchina non era piu’ appannato. Speranzosi inseriamo la batteria accendiamo, ma niente! Durante la colazione la lasciamo al sole che batte molto forte oramai senza speranza! Partiamo un po’ delusi per l’escursione al salto Angel. Raggiungiamo Ucaima dove ci imbarchiamo su una canoa a motore che risale il Rio Carrao e il Rio Churun fino all’isola Ratoncito, ai piedi del salto angel, un tragitto di circa tre ore. Il tragitto e’ divertente ed il paesaggio spettacolare si vedono tutti i tepui che quandonpiove formsno centinaia di cascate. Arrivati all’isla Ratoncito, con una camminata di circa un ora abbastanza faticosa soprattutto per la grande umidita’, raggiungiamo il mirador laime, un affioramento roccioso situato proprio di fronte alla cascata veramente unica! Altezza totale 979 metri con un salto principale di 807 metri. Il salto angel e’ stato scoperto da Jimmie Angel che con il suo aereo nel 1937 fece un atterraggio di fortuna con il suo aereo su Auyanatepui, prima solo gli indigeni sapevano dell’esistenza di questa meravigliosa cascata. Il salto angel e’ la cascata piu’ alta del mondo. Ci siamo poi diretti al pozo del salto angel dove è impossibile fare il bagno: l’acqua è gelata e il cielo grigio. Durante il rientro a piedi abbiamo preso un fortissimo acquazzone e nonostante le caparelle siamo arrivati all’accampamento fradici! Dopo esserci messi vestiti asciutti abbiamo cenato con pojo alla brace cucinato dagli indigeni e dormito nelle amache dell’accampamento. Bellissima esperienza alla mattina alle sei ci siamo svegliati con il salto angel di fronte illuminato dal sole e coperto in parte da una coltre di nebbia. Dopo una sostanziosa colazione migliore di quella del tepui lodge siamo ripartiti in barca e abbiamo fatto rientro al lodge e dopo una doccia siamo ripartiti in aereo e siamo rientrati a ciudad bolivar.
Giorno 9
Ore 8.30 partenza per il delta dell’orinoco durante il trasferimento ci siamo fermati a puerto ordaz per incontrare Oscar, amico e compagno delle scuole elementari di Cristian. Poi siamo ripartiti e dopo circa 2 ore abbiamo raggiunto la nostra meta il ranch di sant Andre’, struttura molto bella con piscina e ettari ed ettari di terreni sui quali pascolavano 3500 mucche e 165 cavalli purosangue. Nel tardo pomeriggio abbiamo avuto il piacere di cavalcare due purosangue con i quali abbiamo attraversato parte dei terreni del ranch. Alla sera ottima cena e a letto presto pronti per il girono successivo.
giorno 10
Sveglia ore 7 colazione e partenza per il delta dell’Orinoco. Dopo 40 minuti di macchina ci siamo imbarcati su una barca a motore con la quale abbiamo raggiunto il villaggio degli indigeni Warao, qui per prima cosa un indigeno ci ha accompagnato in uno dei canali del delta del fiume Orinoco con la curriara imbarcazione tipica ricavata scavando il tronco dell’albero Saba. La currira sembrava che scivolasse sull’acqua; e’ una imbarcazione piccola che consente agli indigeni di muoversianche neiposti piu’ angusti del delta dell’Orinoco. Dopo avere visto le scimmie ed un tucano siamo rientrati al villaggio dove ci attendeva Jonas per andare a pescare i pirania, ripresa la stessa barca a motore che ci aveva accompagnati fin lì, l’indigeno ci ha portati in un punto del delta dove dopo i primi tentavi Jonas ha subito preso il primo pirania, il sole era fortissimo ma fino a che anche Cristian non ha preso il suo pirania Jonas non ha fatto muovere la barca. Rientrati dopo il pranzo all’accampamento ed una breve pennica sull’amaca, ci siamo infilati gli stivaloni di gomma, rivelatisi poi bucati, per fare un giro nella giungla. Davanti a noi l’indio che con il macete tagliava la fitta vegetazione per ricavare un varco e dietro noi con il mitico jasmil che dopo averci fatto bere il succo di un frutto della foresta e l’acqua della liana si e’ cimentato nella cattura di un serpente che si trovava difronte a noi. In un primo momento un brivido di paura ci ha percorso la schiena ma subito dopo avere appurato che il serpente non era velenoso cristian si e’ subito fatto fotografare con il serpente in mano come se fosse un trofeo di caccia. Al rientro ci siamo fermati lungo il fiume presso un villaggio indigeno per acquistare due amache e diversi souvenir fatti a mano. Rientrati al ranch dopo vari tentativi per cercare di infilare le amache negli zaini siamo andati a cena per gustare finalmente oltre alla comida servita dal ranch i pirania pescati al pomeriggio, fritti da jonas erano spettacolari. Finita la cena subito a nanna perche’ alla mattina alle 4 dovevamo ripartire per imbarcarci per Los Roches.
Giorno 11 volo Mauritin – Caracas e poi Caracas – Los Roques
All’aeroporto di Caracas abbiamo incontrato causalmente Felix il ragazzo che ci aveva accompagnato all’arrivo e, con il suo aiuto, (sebbene non dovuto) ci siamo imbarcati per Los Roques. La curiosita’ di vedere questo arcipelago tanto decantato era tanta! Dopo 40 minuti di volo siamo atterrati nella mitica Gran Roque, veramente un paradiso terrestre! Dopo esserci sistemati nella posada prenotataci da Cosimo, molto carina ed accogliente, al pomeriggio, nonostante l’alzataccia, non abbiamo perso tempo e siamo andati con una barchetta all’isola di Francisquises: sabbia bianca, cielo Azzurro e acqua trasparente. Siano quindi rientrati in posada e dopo un’ottima cena siamo andati subito a letto stanchi morti.
Giorno 12
Alle 8.00 colazione e dopo tour in barca con tanto di frigon con ghiaccio per il pranzo (in venezuelano cava). Abbiamo visto nell’ordine Cayo de Agua una spiaggia veramente splendida con una sabbia bianchissima ed un mare cosi’ limpido che sembrava di nuotare in una piscina, incredibile! Abbiamo fatto un sacco di foto che credo proprio non avranno bisogno di alcun ritocco! Ripresa la barca ci siamo diretti a Dos Mosquises dove abbiamo visitato un centro per il recupero delle tartarughe abbiamo anche assistito alla liberazione in mare aperto dinsei di loro, emozionante! Ripresa la barca ci siamo diretti a Espenqui e dopo un po’ di snorkelling (attrezzatura presa a noleggio) abbiamo fatto rientro a Gran Roques. Ci siamo fermati sulla spiaggia per fotografare il tramonto insieme ai tucani che si tuffavano nell’acqua per pescare… Veramente un paesaggio da cartolina!
Giorno 13
Dopo un’ottima e abbondante colazione ci siamo diretti al molo per un’altra escursione. Con un imbarcazione che ad ogni onda ci faceva fare il bagno completo ci siamo diretti a Noronsqui per nuotare con le tartarughe. Abbiamo fatto circa mezz’ora di snorkeling, ma nulla… Pazienza, il mare era talmente bello che ce la siamo goduta ugualmente. Ci siamo poi diretti a Crasqui dove dopo un bel bagno e un po’ di sole preso sempre rigorosamente sotto l’ombrellone (la sabbia bianca come il talco fa un riflesso impressionante… protezione 50 piu’ per bimbi). Abbiamo mangiato sulla spiaggia in un villaggio di pescatori pesce buonissimo e, ovviamente, freschissimo. Durante questa escursione abbiamo conosciuto una coppia di Lecco, Michele e Rossana, insieme a loro, tornati al molo di Gran Roche, abbiamo preso l’aperitivo in un barettino sulla spiaggia al tramonto. Non so se le foto renderanno giustizia ai posti e alla natura che abbiamo visto
Giorno 14
Insieme a Michele e Rossana abbiamo organizzato l’escursione alla spiaggia di Carenero, ovviamente anche questo cayo non ha deluso le aspettative: acqua cristallina e sabbia bianchissima. Al pomeriggio ci siamo trasferiti a Sparqui dove, soprattutto io e Michele, abbiamo fatto snorkelling sulla barriera corallina abbiamo visto diversi pesci alcuni anche grandie colorati. Rientrati a Gran Roche con un mare un po’ agitato siamo saliti a piedi al faro da dove si ha una bella vista su Gran Roche e sul mare. Ovviamente foto con tramonto incluso. Serata passata con Rossana e Michele per organizzare la gita del giorno successivo (per noi l’ultimo) e soprattutto per cercare di andare a mangiare l’aragosta, cosa che e’ stata un po’ complicata sia perche’ in questo periodo la pesca all’aragosta e’ vietata (la pesca va da novembre a maggio) sia perche’ il 07 settembre a Gran Roche e’ la festa della Virgin (Madonna) e tutto il pueblo va a Crasqui per i festaggiamenti e la processione delle barche… E’ stato difficile trovare un imbarcadero ma alla fine ci siamo riusciti! Soprattutto per la gioia di mio marito!
Giorno 15
Sempre insieme a Michele e Rossana siamo andati nella spiaggia di boca de cote Io e Michele abbiamo fatto quasi un’ora di snorkeling e poi tutti insieme siamo andati all’isla Augustin dove i pescatori ci avevano preparato aragosta, pesce fritto, cevice e ostriche un mangiare da re! Le aragoste erano veramente buonissime, anche se con muchio aglio! Ci siamo poi fermati un attimo alla palafitta, una struttura di supporto ai pescatori che passano, ma tralasciamo le condizioni. Siamo poi rientrati a Grn Roche e dopo una doccia siamo usciti per un aperitivo seduti su puffi in riva al mare insieme a Michelene Rossana. La serata era particolarmente animata per via della festa della Virgin, tutti gli abitanti di Gran Roche (circa 2000).