Madagascar on the road, tra lemuri e baobab
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Secondo giorno
Così e’ stato, mattino del 23 dicembre (Giorno 2) sveglia alle sette, colazione e ricognizione con la nostra guida (autista e guida che avevamo preventivamente contattato dall’Italia e che ci avrebbe accompagnato per i nostri 15 giorni con la sua 4×4) per pianificare il nostro giro, che avevamo solo ipotizzato ma non fissato precedentemente dall’Italia, questo perché essendo il periodo delle piogge magari alcune tappe prefissate potevano saltare e viceversa, quindi abbiamo preferito valutare le nostre tappe giorno per giorno, cosa che in questo periodo e in questa parte del Madagascar (parte degli altopiani e sud-ovest) e’ possibile, vista la poca affluenza di turismo. Dopo aver concordato delle cose tecniche, come cambio soldi e prenotazione di un eventuale volo interno Tulear-Antananarivo per il rientro, partiamo alla volta di Antanarivo. La città e’ un esplosione di tutto… colori, frutta, smog e soprattutto tutto quello che serve a portata di finestrino, anche un aiuto per far ripartire l’auto che per effetto del gran caldo e del condizionatore acceso, si e’ surriscaldata; ma niente paura, in un baleno ci troviamo una squadra di ragazzi creatasi dal nulla che spingevano l’ auto e portavano acqua per raffreddare il radiatore dell’auto, ed ecco che si riparte. Siamo all’antivigilia di Natale e la citta’ e’ veramente piena di mercatini e di gente che si prepara alla festa. Dopo due ore riusciamo a liberarci dal caos del centro e ci dirigiamo verso Antasibe-Mantadia,in cerca di Lemuri. Il percorso e’ bellissimo, pieno di verde degli alberi e del rosso della terra e… di Pioggia, che per fortuna e’ arrivata nel tardo pomeriggio. Siamo nel pieno del periodo delle piogge e la nostra guida ci spiega che questi acquazzoni pomeridiani sono normali, ma poi al mattino ritroveremo il sereno. Una cosa molto curiosa che si osserva dal finestrino dell’auto e’ che le montagne qui fumano… cioè si vedono tantissime colonne di fumo che contornano le cime delle colline e scopro con stupore che sono delle carbonaie attive e che qui ce ne sono dappertutto rendono il panorama veramente un incanto. Dopo quattro ore di jeep arriviamo al nostro Lodge, il Feon ny ala, molto bello e accogliente, il suo nome significa la voce della foresta e non potrebbe essere nome piu’ azzeccato, visto il tipo di risveglio che ti aspetta, al suono del canto degli Indri-Indri.
Giorno 3
Siamo alla vigilia di Natale, e stamattina ci aspetta la visita al parco nazionale di Antasibe-Mantadia, il tempo e’ decisamente migliorato e l’umore anche; sono le sette e mezzo e dopo una colazione con vista fiume ci accingiamo a conoscere la nostra guida che ci accompagnera’ nella visita del parco. Tutto e’ veramente affascinante pieno di animali curiosi, come le minuscole rane colorate o la cosi’ detta giraffa del Madagascar, ma la cosa piu’ curiosa e carina e’ stata riascoltare il canto dei lemuri Indri da vicino, quello che al mattino avevamo solo sentito e immaginato; ora e’ li sopra i nostri occhi, il canto e’ assordante e loro (gli Indri, anche chiamati in malgascio “Babacoto”) sono veramente simpatici. Un altra cosa molto curiosa che abbiamo incontrato, per la prima volta qui, e’ stata la palma del viaggiatore il cui nome e’ “Ravinala”, una pianta molto scenica e appariscente, che porta dentro di se un grande contenuto d’acqua e appunto chiamata la palma del viaggiatore perche’ chiunque viaggiatore ne avesse avuto bisogno, avrebbe potuto dissetarsi con essa, ma che poi abbiamo scoperto anche essere un segno del continuo disboscamento che ha subito e subisce ancora la foresta del Madagascar. Il pomeriggio e’ stato di trasferimento verso la citta’ di Antsirabe, dove abbiamo passato la notte in un alberghetto (hotel Hasina) molto semplice e con la luce che andava e veniva, effetto atmosfera soft, degna di nota la cena al ristorante “Zandina” un ristorante a gestione Malgascia, dove abbiamo mangiato molto bene e soprattutto una buona pizza; poi abbiamo conosciuto il proprietario e cuoco del locale e abbiamo scoperto con sorpresa che aveva fatto la scuola alberghiera in Italia e che conosceva molto bene anche la nostra lingua. Rientrando in albergo abbiamo notato la chiesa vicina al nostro albergo che era stracolma di gente che aspettavano la funzione di mezzanotte del Santo Natale.
Giorno 4 (25 dicembre 2011)
Siamo a Natale… e diciamo un Natale sicuramente speciale. Infatti al mattino siamo andati a Messa, tutti erano vestiti a festa, con abiti da gran cerimonia, ci hanno colpito soprattutto i bambini e le bambine, queste ultime vestite con abitini da comunione, con tanto di piccola borsettina e ombrellino per il sole, i maschietti con pantaloncini camicia e gilet, veramente bellissimi. In chiesa ci guardavano tutti come se fossimo degli extraterrestri, con curiosita’ e distacco, fino al momento dell’offertorio, dove hanno fatto ingresso sull’altare cori tipo Gospel che hanno iniziato ad intonare canti con ritmo africano e tutti hanno cominciato a prendersi per mano per accompagnare la musica ballando; a questo punto una bambina ha vinto la paura e mi ha preso per mano con un sorriso che di certo non scorderò! Usciti dalla chiesa ci siamo diretti verso il lago Tritiva, un lago vulcanico nei dintorni di Antsirabe, tutto il contesto molto bello, la strada che abbiamo percorso era veramente scenografica, abbiamo attraversato villaggi e panorami stupendi, fino ad arrivare al lago, dove ci aspettavano un sacco di bambini….che ti accolgono con quegli occhioni e un sorriso che ti lasciano un po’ di amarezza, per il fatto che tu non puoi fare niente, se non dargli qualche caramella e poco altro. Ci hanno accompagnato per tutto il tragitto insieme ad un ragazzo che ci ha spiegato l’origine del lago, della sua leggenda legata ad un amore spezzato. La guida ci ha spiegato che le scuole primarie sono principalmente nelle grandi città e i bambini ci devono arrivare facendo km di strada a piedi e se vogliono continuare gli studi devono andare in scuole private e pagare circa 4 euro al mese, per loro tantissimo, visto che mediamente un uomo che lavora guadagna al massimo un euro al giorno. Il pranzo di Natale lo abbiamo fatto, Io e Samu, nel ristorante “Dera” con terrazzo con vista sul lago, un secondo lago che si trova sulla strada, molto più grande del lago Tritiva e non vulcanico, ma altrettanto affascinante. Il pomeriggio lo abbiamo passato in auto, direzione foresta di Ranomafana… siamo arrivati in tarda serata e quindi non siamo riusciti a vedere il contesto, ma sarà più bello domani al nostro risveglio quando aprendo il nostro Bungalow Dell hotel “Ihary” tutto sarà sorprendente! Buon Natale a tutti…
Giorno 5
La sveglia e’ sempre più anticipata, ore 5:30, risveglio in riva al fiume con caffe’ espresso bialetti, fatto con moka elettrica portata appositamente dall’Italia; oggi ancora giornata di escursioni nella foresta pluviale di Ranomafana…..fa un gran caldo, anche anticipando l’ora di partenza non risolve molto, ogni passo, ogni scalino all’interno del parco risulta veramente difficoltoso, il tasso di umidità e’ quasi del 100%… aria quasi irrespirabile. Qui incontriamo altri tipi di lemuri, famiglie di lemuri del bamboo e siffaka. Nota molto carina, la mia esperienza con la liana, sono praticamente precipitata sopra Samuele che mi stava riprendendo, una scena da Paperissima, da non ripetere; ah….dimenticavo abbiamo visto il primo mini camaleonte! Qui in Africa, ogni cosa anche la piu’ semplice e’ estremamente complicata… come prenotare un biglietto aereo per un volo interno con la compagnia di bandiera; abbiamo impiegato tre ore solo per cambiare i soldi e soprattutto contarli… contare 1849000 Ari Ari e’ un’impresa così come lo è trovare un portafogli che li contenga… per questo ma anche per comunicare con l’Air Madagascar e verificare gli orari e i giorni dei voli e’ abbastanza complicato; la lingua poi fa la sua parte (se non era per l’aiuto della nostra guida!). Comunque tutto questo per dire che se si puo’ i voli interni sarebbe meglio prenotarli dall’Italia, l’unico buon motivo per prenotarli in loco e’ la spesa, se si paga in Ari Ari si tende a risparmiare circa 50 € sul singolo biglietto che ha un costo di circa 150 €, poi dipende dalla tratta che si vuole fare. Nel nostro caso abbiamo deciso di fare Tulear-Morondava in aereo visto che le strade in questo periodo sono impraticabili a causa della pioggia. Insomma dopo questa peripezia (prenotare il biglietto aereo) siamo andati a pranzo (il nostro pranzo del giorno di Santo Stefano) in un ristorante a Fianarantsoa molto carino e dove si e’ mangiato molto bene. Il pomeriggio e’ stato di trasferimento per arrivare ad Ambalavao!
Giorno 6
Oggi giornata relax… mattinata in giro per Ambalavao, visita di una cantina produttrice di vino, di un laboratorio della seta e laboratorio di produzione della carta di Antaimoro. Siamo rimasti colpiti per il lavoro manuale che c’ e’ dietro a tutto ciò, noi siamo abituati a vedere il prodotto finale e comunque a pensare alla produzione fatta da macchine, mentre qui la tecnologia non esiste e quindi tutto, anche le cose piu’ laboriose sono fatte a mano. Inoltre colpisce la cordialità e la disponibilita’ delle persone che ci lavorano, che non ti fanno mai mancare un sorriso e una spiegazione per descriverti ciò che fanno e come lo fanno; impressionante e’ la lavorazione del baco da seta, pittoresca quella della carta di Antaimoro, fatta con la pianta Dell Avohe e decorata con fiori freschi. Tutto questo e’ incastonato all’interno di un paesaggio pazzesco dove e’ la natura che riserva lo spettacolo migliore e fa da cornice alla vita delle persone. Il pomeriggio lo abbiamo passato al parco Anja, un parco nelle vicinanze di Ambalavao caratterizzato da montagne e rocce alla “Flingstone” dove giocano Lemuri Catta e camaleonti dei colori più disparati e dove si puo’ godere di una vista da favola sul paesaggio. Al ritorno dal parco abbiamo fatto visita al mercato del paese, veramente pittoresco e colorato, dove sulle bancarelle in legno puoi trovare di tutto, ma la fanno da padrona i cappelli coloratissimi in Rafia che qui in Madagascar sono immancabili, vengono portati da tutti, uomini e donne, senza distinzione e rappresentano un elemento fondamentale che caratterizza il colpo d’occhio del Quadro “Madagascar”. Finalmente nel centro della città troviamo anche un “Ciber Cafe'” dove ritroviamo il contatto con il mondo dopo quasi una settimana di isolamento, anche se per connetterci abbiamo impiegato quasi 2 minuti! Ma qui si deve aver pazienza e adeguarsi al ritmo africano! Sono quasi le sette e ritorniamo al nostro Albergo “il Bouganville”, molto carino e accogliente.
Giorno 7
Abbiamo deciso, sotto consiglio della nostra guida, di trascorrere un giorno in più ad Ambalavao per poter vedere uno dei più grandi mercati di Zebù del Paese, che si tiene qui ogni mercoledì della settimana. Durante il percorso attraversiamo un altro grande mercato che si tiene qui ad Ambalavao ogni settimana, un tripudio di confusione, di colori e di gente; attratti da un odore fortissimo di pane fresco, ci fermiamo a un forno per comprarne un po’ e sempre molto gentilmente, sotto nostra richiesta, ci fanno visitare il forno e le camere di levitazione. Usciti da qui ci dirigiamo verso il mercato degli Zebù, che si svolge su una collina di terra rossa, subito fuori da Ambalavao. Qui tutto e’ molto confusionario, chi accompagna mandrie di Zebù, chi li rincorre, chi li doma e di solito sono sempre bambini. Noi molto timidamente entriamo in questo recinto dove avviene la contrattazione, ma dopo pochi minuti usciamo perché quasi travolti da questi animali che sono dappertutto e ci spostiamo al lato del grande recinto dove ci sono piccoli recinti che ospitano gli animali già venduti e quelli da macello. Lo spettacolo e’ veramente interessante in quanto ti fa entrare veramente dentro la dinamica della vita rurale del posto. Pomeriggio di trasferimento per Ranhoira, il paesaggio cambia ancora, lo scenario lungo la strada e’ quasi piatto, sembra una steppa rossastra, ma dove emergono tantissime piante di Mango; quello che rimane costante e’ lo spettacolo di colori che sempre ci accompagnano. All’arrivo a Ranhoira, scopriamo che la nostra guida ci ha prenotato un hotel molto carino “il motel dell’Isalo” che ha la piscina… che con questo caldo di certo viene apprezzata.
Giorno 8
Sveglia alle 5:30, ci aspettano circa 18 km di cammino all’interno del parco Isalo con una temperatura quasi proibitiva…..Tutto e’ molto affascinante, le formazioni rocciose di questo parco sono veramente singolari, ma ci sono pochi animali; qui e’ tutto molto diverso rispetto ai parchi fatti precedentemente, ma altrettanto bello. Sono bellissime le tre piscine naturali che si incontrano: la grande piscina naturale, la piscina blu e quella nera…dove non si puo’ fare a meno di bagnarsi con questo caldo! Ah… dimenticavo… i lemuri, ci sono anche qua… divertentissimi lemuri Catta! Un consiglio a chi si reca qui durante l’estate australe: le escursioni si devono fare molto, molto presto! La sera arrivo a Tulear e pernottamento nell’albergo “L’Escapade”, molto carino.
Giorno 9-10-11
Finalmente mare! Oggi da Tulear ci spostiamo verso Ifaty, ma purtroppo Samuele non sta molto bene, anzi diciamo che la “Maledizione di Montezuma” ha colpito! Oggi dovremmo lasciare la nostra guida che poi rincontreremo a Morondava; infatti noi passeremo tre giorni al mare per poi raggiungere Morondava in aereo e ricongiungerci con Eugenio. Al di la dei piccoli inconvenienti di salute che ci possono stare, i tre giorni che abbiamo passato qui sono stati rilassanti, abbiamo goduto di un bellissimo sole, mare e di bellissime escursioni alla barriera corallina e alla bellissima foresta spinosa che e’ a ridosso di IFaty; la strada per arrivare sul posto e’ abbastanza dissestata, come la chiamano i malgasci e’ una “Pista” di quasi due ore che attraversa una parte arida del paese e dove si incontrano villaggi veramente modesti e dove le condizioni di vita delle persone sono peggiori rispetto al resto del paese. Qui abbiamo alloggiato su tre diversi resort, anche se nella realtà sono strutture molto modeste sulla spiaggia, con i confort minimi e dove il panorama di ripaga di tutto. Anche qui se possiamo dare un consiglio, meglio cambiare alloggio, non restare sullo stesso, perche’ magari si possono avere brutte sorprese, sia sulla pulizia degli alloggi, sia sul cibo, che per quanto ci riguarda qui e’ stato veramente mediocre, come qualità, ad eccezione del pesce che viene cucinato in maniera molto semplice ed e’ fresco… ma trovandoci noi in un periodo di divieto di pesca (dicembre) per molte specie di pesce, anche questo ha lasciato un po’ a desiderare. Degno di nota l’albergo “Bamboo” almeno per il cibo, in quanto qui non abbiamo pernottato perché al completo, essendo i giorni della fine dell’anno. Per gli altri alloggi, due li abbiamo volutamente dimenticati, il terzo, l’hotel “Chez Cecile” e’ molto bello come posizione, ma il cibo e’ stato veramente mediocre. La cena dell’ ultimo dell’anno e’ stata organizzata sulla spiaggia, in uno scenario molto affascinante con tanto di falò in riva al mare,accontentiamoci di questo!
Giorno 12
Oggi lasciamo Ifaty direzione Morondava, via aerea; la sveglia e’ sempre più anticipata… ore 4 del mattino siamo davanti all’hotel ad aspettare la nostra jeep che ci porterà all’aeroporto di Tulear. Samuele sta un po’ meglio, anche se il caldo e’ veramente asfissiante, soprattutto quando ci si allontana dalla costa; ma ancora non sapevamo che cosa ci aspettava! Morondava, temperatura 40 gradi e umidità del 100%, irrespirabile! L’aria sembra immobile, il cielo di un colore indefinito, si va in piroga verso la foresta di mangrovie; sembra di essere sul delta del Mekong… invece che in Madagascar, ma sopportiamo tutto visto che nel pomeriggio ci aspetta la così tanto attesa “Allee de Baobab”; prima pero ci riserviamo un bel pranzetto a base di Camaron e Crevette al ristorante “Chez Maggi”, molto buono sia come posizione che come cibo. Finalmente siamo sulla “Pista” direzione Baobab; eccoli sono veramente imponenti, emozionanti e i turisti quasi inesistenti, un atmosfera quasi surreale. Poi ci spostiamo per ammirare il cosiddetto Baobab Amoureux, per la classica foto di rito. Tutto e’ veramente meraviglioso, la natura veramente in ogni momento e’ pronta a stupirti.
Giorno 13
Ritorno ad Antananarivo via Antsirabe, pernottamento all’hotel “le Trianon”, molto accogliente e pulito.
Giorno 14
Oggi e’ tutto dedicato al relax e allo shopping, miniature fatte con lattine, caramelle fatte a mano, pietre preziose e poi visita alle famose therme che ricordano i tempi del colonialismo! Inoltre abbiamo avuto la possibilità di visitare uno studio dentistico e conoscere le peculiarità, le problematiche di questa professione e della gente. Pomeriggio di trasferimento per Antananrivo con sosta ad Ambatolampy, dove la nostra guida ci porta a vedere la lavorazione delle famose pentole di alluminio, che vengono realizzate qui per tutto il paese; assistere a questo e’ stato veramente interessante e singolare, soprattutto pensare al tipo di lavoro che fanno e le condizioni in cui lo fanno e al guadagno ( 2 dollari al giorno) ….ci dovrebbe far pensare! Siamo arrivati a Tana nel tardo pomeriggio e siamo andati direttamente in hotel “Le Ribaudiere” per la cena, l’albergo e’ veramente carino in stile moderno e con tutti i confort, anche Internet!….per fortuna! Infatti Samuele ancora non stava al massimo della sua forma e quindi abbiamo approfittato di essere in capitale e appunto della tecnologia, per farlo visitare da un medico direttamente in albergo, per fortuna non era nulla di grave! Quindi abbiamo cenato in tranquillità e degustato un ottima “Magrette de Canard”, petto di pollo alla vaniglia e creme brule’ alla vaniglia, tutto veramente ottimo.
Giorno 15
Stanotte si riparte, ma ancora non stanchi di girare e di conoscere, la nostra guida ci organizza un altro giorno di visita della città, dei suoi zoo (Tsimbazaza e Croc Farm) e dei suoi locali più carini (Café de la Gare) e dei negozi e di Artigianato locale (Hazomanga), delle sue patisserie migliori (Colbert) ecc… Basta, ora siamo esausti, ci aspetta l’aeroporto; sono le otto di sera, l’aereo partirà solo all’una di notte; ci sdraiamo su una poltrona dopo aver controllato e ricontrollato il peso dei nostri bagagli e sbrigato le pratiche di Chek-in e ovviamente salutato il nostro autista e guida e nuovo amico, che dobbiamo ringraziare per averci sempre seguito in tutto ciò che volevamo fare e vedere, che ci ha sempre consigliato per il meglio e che ci ha fatto conoscere un piccolo spaccato della vita degli abitanti del luogo.
Siamo stremati ma felici di aver visitato e conosciuto questo Paese, pieno di commistioni, di fascino ma anche di povertà. Tutto questo ci ha messo un po’ alla prova, ma anche insegnato e fatto conoscere la dignità di un popolo che vive di niente apparentemente ma che gode tutti i giorni di una natura meravigliosa, che loro stessi, a volte per necessita’, tendono a modificare.
Chiamavano il Madagascar “Isola Verde”… ora la chiamano “Isola Rossa”, magari in futuro si potesse chiamare solo “Madagscar”…