Portogallo, onde a terra se acaba e o mar começa
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La soluzione migliore per uno studente che lavora d’estate è andare in vacanza in settembre/ottobre dopo gli esami e scegliendo una meta poco costosa. Ma dove? Era da un po’ che nell’aria girava la voce che il Portogallo fosse fantastico e così controllando con qualche mese di anticipo i prezzi dei voli, scopriamo che con Ryanair con meno di 50 euro a testa si riesce a partire; così prendiamo immediatamente i biglietti! Nei mesi successivi io (Alice) e Pietro organizziamo nei dettagli il viaggio: partenza da Porto a Nord e arrivo a Sagres a Sud in dieci giorni!
Il viaggio inizia con un’improbabile partenza da Bergamo all’alba (sconsiglio a chiunque di dormire in aeroporto come abbiamo fatto noi) e atterraggio in prima mattina a Porto. L’aeroporto è collegato subito alla metro (se acquistate la Porto card viaggiate con tutti i mezzi di trasporto per diversi giorni e avete anche sconti su vari musei) e quando scendiamo per le strade per cercare il nostro ostello (Art House) notiamo subito il particolare profumo di Porto: un misto tra mare, storia, vino.
Capiamo subito che in questa città, per quanto da bravi turisti fossimo muniti di cartina, perdesi è normale: le strade con i loro sali e scendi sembrano comparire e sparire dalle cartine, non si sa come, ma ci perdevamo sempre! Dopo esserci fermati a fare colazione con caffè e pastéis de nata (i tipici dolci portoghesi), siamo andati in ostello a riprenderci dalla terribile nottata in aeroporto. Carichi e pronti per affrontare la giornata è iniziato il tour di Porto: visitiamo il tipico Mercado do Bolhao; proseguiamo visitando la famosa Casa da Mùsica, un auditorium in stile moderno su più piani decisamente interessante, all’interno a disposizione dei visitatori dei Mac dove si può comporre e registrare musica e uno strumento che distorce la voce molto divertente (abbiamo perso almeno un’ora a fare mille vocine diverse). Purtroppo le visite guidate sono a orari stabiliti e noi non siamo riusciti a fare il tour guidato, ma abbiamo sbirciato le prove dell’orchestra dall’alto, emozionante!
Poi ci siamo diretti verso il Museo Nacional de Arte Contemporânea, il museo si trova immerso in un magnifico parco molto esteso, con boschi e laghetti curati alla perfezione, inoltre sparse per il parco si possono trovare opere d’arte come una paletta da giardinaggio gigante tutta rossa. Dentro il museo, invece si trovano molte opere d’arte interessanti se vi piace l’arte contemporanea e anche dei giochi per “bimbi adulti” molto divertenti come una ruota gigante di legno dove si può provare a stare in equilibro o delle corde sulle quali camminare da un lato all’altro, si insomma da perderci la giornata.
Ormai si è ora di cena, decidiamo di andare a mangiare in un posticino chiamato A grade (rua da Saoicolau). Esso è gestito da due anziani signori, marito e moglie, nascosto tra i vicoli mattonati nella zona bassa di Porto, in riva al fiume Douro: la cucina portoghese è ottima. Abbiamo mangiato un succulento baccalà (si dice che i portoghesi siano talmente esperti nel cucinare il baccalà che in portogallo esistano 365 modi di cucinarlo, una per ogni giorno dell’anno) delle sardine alla griglia , filetti di polipo, il tutto accompagnato da un ottimo vino bianco della casa. Il rapporto qualità prezzo è sicuramente perfetto! Per concludere la serata ci siamo sdraiati sui comodi cuscini di un bar arabo in riva al fiume fumando narghilè, bevendo thè nero e gustandoci il panorama.
In riva all’oceano
Il giorno successivo abbiamo visitato l’antica Stazione ferroviaria di Sao Bento, le cui pareti interne sono completamente decorate da azulejos: piastrelle di ceramica bianche sulle quali vengono dipinte scene di vita quotidiana solitamente con il colore blu. Poi siamo saliti sulla Torre dos Clerigos in cima alla quale si ha una stupenda panoramica su tutti i tetti rossi della città. Dopo abbiamo fatto un giro al Palàcio de Cristal, un palazzetto dello sport tutto tondo nel mezzo di un parco molto grande, dove dei simpatici pavoni ci passavano sotto le sedie. Abbiamo preso la funivia poco sopra il ponte Dom Luis e siamo arrivati dall’altro lato del fiume, a Villa nova de Gaia, la famosa zona delle cantine di Porto. Dopo una faticosa camminata in salita sotto il sole cocente siamo arrivati da Taylor, la cantina più antica di Porto; una guida deliziosa ci ha accompagnato a visitare le cantine, nelle quali si sentiva un forte profumo di vino misto a quello di legno delle antiche botti e ci ha spiegato tutta la storia dei loro vigneti, veramente interessante. Alla fine ci siamo gustati un buon Porto nella sala principale e ci siamo rilassati con una passeggiata in riva al fiume ammirando le barcos rabelos, le antiche barche dalla forma appiattita sulle quali venivano trasportate le botti di porto. Non contenti siamo andati a vedere il mare, anzi l’oceano. Guardare l’oceano è un’emozione unica, è così potente che staresti le ore a fissarlo e a guardare tutti i surfisti che provano a padroneggiarlo.
a peniche
Il giorno dopo è ora di spostarsi e di ritirare la macchina all’aeroporto (noleggiata con Globel cars, molto conveniente), direzione Peniche, la capitale portoghese del surf, circa 300 Km a Sud di Porto. Qui alloggiamo all’ostello GeeKo, un posticino nuovo, accogliente, con un giardino esterno con la sabbia dove ci si può rilassare e fare conoscenza con gli altri ragazzi. Notiamo subito che l’ostello è frequentato da molti surfisti provenienti un po’ da tutto il mondo. In questa zona le onde sono magnifiche, soprattutto nella spiaggia di Medão, conosciuta come “Supertubos” dove troviamo le famose onde a tubo. La ragazza gentilissima alla reception ci indica una scuola dove provare a fare surf. Alle tre del pomeriggio sotto un sole pazzesco andiamo nelle Praia da Gamboa, una spiaggia lunghissima e quel giorno deserta. La prima ora di surf è stata faticosissima! Sembra facilissimo alzarsi sopra la tavola, ma in realtà due ore non sono sufficienti per imparare. Per fortuna secondo l’istruttore il mare era tranquillo, le onde erano alte almeno due metri: altro che tranquillo! Sfiniti ci rilassiamo in spiaggia e la sera andiamo in un bar a Baleal, un paesino 2 km a nord di Peniche, frequentato da surfisti e dove le pareti sono tutte decorate da tavole da surf. Facendo una passeggiata notturna in spiaggia ci accorgiamo che la marea è molto bassa, e per decine di metri era possibile andare a largo andando a piedi nudi sulla sabbia bagnata, bellissimo, solo la luna piena illumina il mare.
eccoci a lisbona
La mattina seguente nella cucina dell’ostello troviamo una colazione molto abbondante e continuiamo il nostro viaggio: direzione Lisbona, la capitale. Arrivati abbiamo avuto molta fortuna per quanto riguarda il parcheggio della macchina, il weekend i parcheggi sono gratis fino al lunedì mattina, quindi, abbiamo parcheggiato proprio sotto l’ostello (Baluarte Citadino Hostel) senza nessun problema. Decidiamo di esplorare la città, così prendiamo la metro: consigliamo a tutti di farlo per la comodità di questo mezzo come in tante altre grandi città, ma soprattutto per vedere le diverse stazioni, ognuna differente dalle altre, alcune enormi e con mosaici giganti e colorati sulle pareti, altre più futuristiche con neon fosforescenti sui binari che si accendono all’arrivo del treno, insomma veramente particolari. Tappa d’obbligo è l’Oceanàrio de Lisbona, uno degli acquari più grandi d’Europa. Si trova all’interno del parco delle Nazioni, una vasta zona a est della città costruita in occasione dell’Expo del ’98. La zona è stata ricostruita, abbattendo le vecchie fabbriche inquinanti ed è stata progettata una nuova area di acciaio e vetro, ecocompatibile, da architetti come Calatrava e Jacobs, il tutto ispirato al tema dell’oceano. All’interno del parco troviamo giardini e grandi fontane dalle forme fantasiose e colori sgargianti, il nostro consiglio e quello di affittare delle biciclette nei chioschi presenti davanti all’oceanario e fare un bel giro sul lungo mare, alla fine del quale sarete ricompensati dalla vista del ponte Vasco de Gama, che con i suoi 17 km è il più lungo d’Europa. Fondamentale cosa da fare a Lisbona è una corsa sul tram elettrico n° 28; è un tram storico tutto giallo che all’interno è soprattutto rivestito di legno, il giro è molto divertente perché il tram s’infila in tutte le piccole vie di Lisbona, senza paura delle ripide salite a una velocità sostenuta.
a caccia di monumenti
Il giorno successivo un signore che alloggiava nel nostro ostello ci ha regalato due biglietti per un bus turistico, quelli rossi a due piani tanto per capirci. Il tempo che avevamo a disposizione era poco e quindi abbiamo accettato al volo. In una giornata abbiamo visto quasi tutto, abbronzandoci pure, perché in Portogallo a ottobre è ancora estate, soprattutto al sud. Passando prima dalla grande Praca do comercio, ci dirigiamo verso l’elevador de Sanata Justa, una torre che all’interno ha un ascensore antico stile anni ’30, per salire nella zona alta dalla quale si puoi godere di un ottimo panorama. Poi ci siamo diretti nella zona Sud-Ovest della città: qui il Rio Tajo sfocia nell’Atlantico e troviamo la suggestiva torre di Belem, una fortezza di color bianco abbagliante immersa nel fiume, riconosciuta patrimonio dell’umanità. A un centinaio di metri dalla torre c’è il “Pradao dos Descubridores” il cosiddetto monumento agli scopritori: una torre a forma di caravella con la prua rivolta verso l’atlantico, sulla quale si può salire e godere del panorama emozionante sul fiume pieno di barche a vela e sul “Ponte 25 de Abril” inspirato al famoso Golden Gate Bridge, il ponte rosso di San Francisco (infatti della costruzione se ne occupò la stessa compagnia). Oltre il ponte s’ intravede la statua del Cristo Rei, una “miniatura” di circa 100 metri del Cristo Redentore di Rio de Janeiro. In seguito, poiché ci mancava un po’ la natura, dopo esser passati all’antiga confeitaria de Belèm (la più famosa pasticceria della zona), siamo andati al giardino tropicale, un po’ abbandonato a se stesso, poco curato, ma con una curiosa parte che ricostruisce i giardini cinesi. Sfiniti dalla giornata, sulla strada di ritorno avvistiamo dal bus un bar in una piazza in riva al fiume con decine di puff colorati, scendiamo al volo e ci godiamo il tramonto stando sdraiati e sorseggiando una Super Bock ghiacciata ( la birra più popolare del Portogallo). Tornando a casa ci aspettava una sorpresa: in una via dietro l’ostello, vicino a Praca Marques de Pombal c’erano dei famosissimi murales, su dei palazzi abbandonati, di Blu (un noto artista Italiano), in particolare quello che raffigura un uomo con una corona che rappresenta le sette sorelle del petrolio che si sta bevendo con una cannuccia il mondo. Sono dei disegni enormi e vale la pena fermarsi a vederli.
cabo da roca
La mattina seguente sentiamo l’esigenza di tornare immersi nella natura, quindi prendiamo la macchina e andiamo a Sintra, circa 30 Km a Ovest di Lisbona, per visitare il magnifico Palacio da Pena, un castello che sembra fatto di Pongo, con le facciate colorate di giallo, rosso, arancione e grigio, immerso all’interno di un immenso parco naturale, nel quale abbiamo visto per la prima volta nella nostra vita un bellissimo cigno nero. Un particolare degno di nota è un castello per le paperelle al centro di un laghetto nei giardini. Finita la visita, decidiamo di tornare sull’oceano: era una giornata troppo bella per restare in città! A 8 km troviamo Praia grande: una spiaggia con sabbia arancione e rosa, uno spettacolo! Ci rilassiamo un paio di ore guardando le decine di surfisti e poi ci dirigiamo a Sud verso Cabo da Roca: il punto più a ovest d’Europa “dove la terra finisce e il mare comincia”. Quando si arriva li, in quel promontorio che cade a strapiombo nell’oceano, c’è un vento pazzesco e un paesaggio incredibile, il faro rosso e bianco che si trova dietro è suggestivo. Si trova inoltre un piccolo ufficio turistico dove si può acquistare un certificato che attesta che siete passati per di là!
verso sud
Il giorno successivo è già ora di lasciare Lisbona e per farlo percorriamo il famoso ponte 25 de Abril. Siamo diretti verso Sud, a Vila Nova de Milfontes, un piccolo paesino in riva al mare, dove alloggiamo in un delizioso hotel (Casa da Eira). Qui ci aspetta una giornata di sole e mare nella stupenda Praia do Farol, una delle spiagge più belle del Portogallo. Ovviamente a inizio Ottobre era particolarmente speciale perché non c’erano turisti e camminando per circa venti minuti ci siamo ritrovati completamente soli nell’arco di centinaia di metri. Ci siamo goduti il tramonto dall’alto di un punto panoramico e poi, in un ristorante consigliato da una persona del posto, abbiamo apprezzato la cucina locale: maiale con vongole, calamari ai ferri e ovviamente del buon vino. Come al solito il conto non ci ha riservato sorprese. Ultimo viaggio in macchina: direzione Raposeira (Vila do Bispo). Andare in macchina nel Sud del Portogallo è meraviglioso, il paesaggio diventa tutto arancione ricoperto da boschi di alberi da sughero. Ogni tanto spuntano bianche e maestosi gruppi di pale eoliche, è unico. Arriviamo al Good Feeling hostel, un ostello gestito da surfisti, delle persone magnifiche, sempre disponibili che ti accolgono come se facessi parte della loro grande famiglia. Uno di loro ci convince che, anche se abbiamo fatto surf una volta sola, possiamo riuscirci benissimo da soli. Noi ovviamente ci facciamo convincere, carichiamo in macchina le tavole da surf e partiamo. Arriviamo alla Praia do Castelejo, forse una delle più belle spiagge che abbiamo mai visto, affollata da surfisti da ogni parte del mondo. Tornando verso l’ostello ci fermiamo nel miradouro (punto panoramico) sopra la spiaggia: la vista sulle altissime scogliere frastagliate è mozzafiato.
Purtroppo il giorno dopo è ora di tornare c’è il volo da Faro a Porto che ci aspetta. Ci godiamo un’ultima giornata a Porto mangiando baccalà e bevendo birra, il giorno successivo si torna a casa, con una lacrima sul viso e il cuore pieno di bellissimi ricordi.