Indonesia tra cultura, relax e templi
Dal 24 novembre al 9 dicembre 2011 abbiamo intrapreso un viaggio in Indonesia. Al momento della prenotazione eravamo incerti in merito alla destinazione da scegliere visto che le informazioni prese ci sconsigliavano di partire per l’Asia durante i nostri mesi invernali dato che corrispondono alla loro stagione delle piogge. Quindi la prima informazione che mi sento di dare agli altri viaggiatori è quella di non lasciarsi troppo influenzare dalle probabili previsioni (a meno che non si tratti di periodi di risaputo pericolo, ovviamente) e partire; come del resto abbiamo fatto noi incontrando davvero un clima ideale per la nostra tipologia di viaggio e con scarsissimi momenti di pioggia, prevalentemente notturni, e con giornate quasi tutte soleggiate, che ci hanno consentito di godere al massimo degli stupendi paesaggi, e di fare splendide fotografie. Per organizzare al meglio il nostro itinerario, oltre che attingere a siti di viaggiatori, ci siamo affidati ad una guida locale di nome Kade Yasa. Kade per noi non era una “scoperta” vera e propria in quanto nostro figlio e la fidanzata avevano già avuto modo di testare le sue competenze e il suo ottimo italiano in un lungo viaggio in Indonesia intrapreso nell’estate del 2010. Quindi, con una maggiore sicurezza alle spalle, abbiamo chiesto a Kade di farci non solo da semplice guida ma da vero e proprio tour operator ed organizzatore per quasi l’intera durata della nostra vacanza. Vacanza che ha avuto inizio nell’isola di Sulawesi dove, grazie sempre all’intervento e all’organizzazione perfetta di Kade, abbiamo soggiornato per ben 4 giorni assaporando la bellezza della terra dei Toraja. Il viaggio per arrivarci è lungo: dopo il volo intercontinentale dall’Italia con Lufthansa, utilizzando il nuovo aereo gigante a due piani Airbus 380, a Singapore abbiamo avuto una veloce coincidenza con volo Garuda che, con altre tre ore e mezzo di volo, ci ha portato a Makassar (Ujung Pandang), capoluogo di Sulawesi.
Dopo aver ottenuto velocemente il visto indonesiano, all’uscita dell’aeroporto abbiamo incontrato Alpius Tangalayuk, la nostra guida parlante italiano che ci ha accompagnato per tutto il tour di Sulawesi, assieme ad un bravissimo autista. Dopo un breve pernottamento a Makassar siamo partiti per il trasferimento a Tana Toraja, che richiede un giorno intero ed è abbastanza faticoso, ma che consente di vedere bellissimi paesaggi di risaie, di colline, montagne e villaggi, con diverse fermate per le foto e per il pranzo a Pare Pare. Ci siamo pure fermati per un matrimonio, entrando nella casa dove c’erano gli sposi ed i parenti, che hanno voluto fare le foto con noi e ci hanno offerto i loro cibi. In serata siamo arrivati a Rantepao dove abbiamo trovato un albergo molto bello (Toraja Missiliana Hotel) con camera in una tipica costruzione Toraja ed immerso in un parco con splendida vegetazione. Nei due giorni successivi abbiamo visitato diversi villaggi Toraja, ed in particolare le tipiche tombe nelle rocce, con le statue di legno (tau tau) a guardia delle stesse su balconcini. Alpius ci ha spiegato tutti gli aspetti della religione animista e delle cerimonie funebri che costituiscono la parte più importante. Il mattino del secondo giorno ci ha fatto partecipare ad una di queste. Abbiamo così raggiunto un villaggio con una certa fatica, camminando su sentieri di fango molto scivolosi. La cerimonia è stata interessante, ma anche molto cruenta per noi, in quanto sono stati sacrificati oltre 24 bufali. Il giorno successivo, di buon mattino, abbiamo rifatto il lungo viaggio verso Makassar, dove siamo arrivati in tempo per il volo Garuda per Bali. Il tour di Sulawesi è stato comunque molto interessante e ben organizzato da Kade Yasa che ci ha fornito, ad un prezzo molto contenuto, il pacchetto tutto compreso, facendoci anche diverse telefonate per verificare se tutto andava bene.
Arrivati a Bali abbiamo finalmente incontrato Kade, che ci ha condotto dall’aeroporto all’hotel in centro a Kuta, dove abbiamo pernottato, previa passeggiata e cena nel centro di Kuta.
Il mattino presto siamo partiti per le Isole Gili (un arcipelago di tre isolotti di fronte all’isola di Lombok) dove ci siamo rilassati e praticato dello snorkeling sfrenato ma poco faticoso grazie alla fortissima corrente che consente di visionare la flora e la fauna marina senza dover nuotare, semplicemente lasciandosi trascinare.
Al termine di questa prima parte di viaggio ci siamo spostati sull’isola di Bali dove abbiamo reicontrato Kade, la nostra guida, per iniziare con lui un’esperienza magnifica alla scoperta della Bali più intima e spirituale. Prima tappa la spiaggia di Nusa Dua (giusto per non dimenticarci troppo presto le spiagge indonesiane), a seguire il tempio di Uluwatu, la spiaggia di Jimbaran splendida nonostante si trovi a pochissima distanza dall’aeroporto di Denpasar; e diverse altre piccole baie davvero deliziose, come Padan Padan e Blue Point.
Dopo aver pernottato in un resort di Semyniak, abbiamo ripreso i nostri bagagli per spostarci a Ubud dove, lungo il tragitto, abbiamo visitato il Palazzo di Giustizia, caratterizzato da splendidi dipinti sul soffitto e alle pareti; il tempio madre o tempio Besaki, ai piedi del vulcano Agung e infine una sorpresa meravigliosa: abbiamo infatti assistito, grazie come sempre al nostro Kade, ad una cerimonia all’interno di un piccolo villaggio. A Bali ogni abitazione gode del proprio tempio al quale porgere offerte e preghiere; ma ogni villaggio ha un proprio tempio “ufficiale” motivo per cui a cadenza ben prestabilita è facile assistere a cerimonie volte a celebrare il tempio di quel determinato villaggio, dove non mancano musiche, colori, abiti da gran festa e le meravigliose offerte che i balinesi realizzano con le loro mani dando vita ad oggetti artistici da offrire alle proprie divinità. Piccola divagazione, Bali è l’unica isola indonesiana di religione Induista, peraltro una forma di Induismo propria dell’isola, elemento che rende questa località a mio avviso ancor più ricca di fascino e personalità. Il nostro terzo giorno a Bali è carico di emozioni grazie alla natura pura e incontaminata che ci circonda. E’ quindi la volta di visitare il lago Batur; il vulcano Kintamani e le prime risaie a terrazza (quelle del film Mangia, Prega e Ama – per intenderci). Affascinati dalla bellezza delle risaie decidiamo, il giorno seguente, di spostarci alla volta delle risaie Jati Luwih, le più importanti a Bali in quanto riconosciute Patrimonio dell’Unesco. Conclusa quest’ultima tappa nel cuore dell’isola, torniamo sulla costa per le ultime escursioni alla grotta dei pipistrelli, il tempio dell’elefante, la foresta delle scimmie e il villaggio dei pescatori. Da qui in poi potrei continuare pagine e pagine narrando le sensazioni, le emozioni, i colori e i profumi che Bali sprigiona, ma volendo tornare con i piedi per terra e pensando a chi davvero vuole intraprendere un viaggio di questo tipo, spendo due parole in più su Kade la nostra guida: Kade è fantastico, sempre disponibile e un abile conoscitore dell’isola… Noi non abbiamo mai percorso una strada principale, sempre percorsi secondari dal fascino unico dove entrare in contatto con la quotidianità dei locali, vedendo con i propri occhi scene che probabilmente sarebbero rimaste solo ed esclusivamente parte del nostro immaginario collettivo. Quindi grazie a Kade non solo abbiamo vistato Bali con il minimo sforzo, ma soprattutto possiamo vantare un reportage fotografico unico e davvero speciale. Senza infine dimenticare che il viaggio con Kade è stato come il viaggio con un amico, che ci ha fatto sentire come a casa nostra, e quindi a nostro agio in qualsiasi occasione.
Da Bali ci spostiamo a Jogiakarta ultima tappa del nostro itinerario. Qui abbiamo visitato i due templi principali unica vera e propria “attrazione” della zona: il tempio Borobudur e il tempio Prambanan. Per concludere in bellezza, Kade ha contattato per noi una guida locale sempre parlante italiano che ci ha condotti alla scoperta di altre “chicche” quali il Palazzo del Sultano o i mercatini dove realizzavano splendidi batik, statue in legno o oggetti in argento.
Volendo quindi tirare le somme, possiamo solo consigliare caldamente a chiunque di visitare l’Indonesia: è un luogo pieno di fascino, ancora capace, nonostante il turismo di massa, di offrire esperienze uniche. Il suggerimento principale rimane quello di affidarsi ad un professionista del luogo come il nostro ormai amico Kade, che grazie al suo perfetto italiano, alla sua disponibilità e versatilità (guida, autista etc.) ci ha permesso di viaggiare sicuri, tranquilli con la consapevolezza che la nostra Bali non avrà mai nulla a che vedere con la Bali turistica che molti tour italiani offrono. Nonostante il viaggio sia stato organizzato direttamente, in parte tramite internet ed in parte con l’aiuto di Kade (che ci ha prenotato in loco il tour di Sulawesi, i voli interni con Garuda ed i transfer in barca alle Gili), senza l’intervento di alcuna agenzia, tutto è andato perfettamente, senza il minimo inconveniente e, cosa non secondaria, con un consistente risparmio sui costi rispetto ai viaggi organizzati, pur alloggiando in alberghi stupendi.
L’Indonesia è un viaggio per tutti: single, coppie giovani, gruppi di amici e anche coppie adulte che come noi hanno già esplorato il mondo ma mai abbastanza!